
(Adnkronos) - Ucraina e Russia si preparano oggi, 15 maggio 2025, a tenere i loro primi colloqui diretti dall'inizio della guerra. A Istanbul, in Turchia, è già arrivata la delegazione russa: l'aereo, ha annunciato l'Interfax, è atterrato all'aeroporto Atatürk.
I negoziati dovrebbero iniziare intorno alle 10:00 ora locale a porte chiuse, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa statale russa Tass. Il funzionario ucraino Andrii Kovalenko ha poi smentito che l'incontro sarebbe stato programmato per quell'ora.
Assente il presidente russo Vladimir Putin che ha rifiutato l'invito del presidente Volodymyr Zelensky a partecipare e ha nominato il suo assistente, Vladimir Medinsky, per guidare i colloqui.
Da parte sua, Zelensky incontrerà oggi ad Ankara il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e solo allora deciderà quali passi intraprendere nei colloqui di pace con la Russia, ha dichiarato all'Afp è stato un alto funzionario ucraino.
Secondo quanto ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, ieri sera Putin ha tenuto una riunione per discutere delle modalità dei colloqui prima della partenza della delegazione. Oltre al team di negoziatori, hanno partecipato all'incontro il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, il Ministro della Difesa Andrej Belousov, Viktor Zolotov, Capo di Stato Maggiore della Guardia Nazionale russa, il Segretario del Consiglio di Sicurezza Sergej Soigu, il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate russe Valej Gerasimov e il Direttore del Servizio di Sicurezza Federale (FSB) Aleksandr Bortnikov. "All'incontro hanno partecipato anche tutti i comandanti dei gruppi tattici che prendono parte all'operazione militare speciale", ha aggiunto Peskov, citato dalla Tass.
Peskov ha poi sottolineato che la durata dei colloqui tra Russia e Ucraina dipenderà dai loro progressi. "Oggi è l'inizio dei colloqui. Tutto dipenderà dai loro progressi", ha detto Peskov quando gli è stato chiesto se gli incontri siano previsti solo per il 15 maggio o, se necessario, potrebbero durare diversi giorni.
Gli Stati Uniti sono "ansiosi" di vedere "progressi" nei colloqui sull'Ucraina. A dichiararlo è stato Marco Rubio, Segretario di Stato americano. "C'è molto lavoro da fare. Restiamo impegnati in questo. Ovviamente, come tutti, siamo impazienti, vogliamo che ciò accada, ma è difficile ...speriamo che si facciano presto progressi", ha dichiarato ad Antalya, in Turchia, prima dell'inizio della riunione dei ministri degli Esteri della Nato.
Gli Stati Uniti, ha aggiunto, sono aperti a "qualsiasi meccanismo per raggiungere una pace giusta e duratura" in Ucraina. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump "ha chiarito che vuole che la guerra finisca", ha affermato.
Leggi tutto: Ucraina-Russia, a Istanbul i primi colloqui diretti: Trump e Putin non ci saranno

(Adnkronos) - Pagavano dai 4.000 ai 6.000 euro, a seconda della zona di partenza e dei mezzi utilizzati, i migranti che volevano raggiungere l'Italia attraverso la rotta balcanica e che si affidavano al gruppo criminale pakistano attivo nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, disarticolato nell'operazione della Squadra mobile di Trieste e dello Sco,
Sono sette le misure cautelari in carcere eseguite nei confronti di cittadini pakistani a cui sono inoltre contestati diversi episodi di rapina, tentata estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni aggravate. Il blitz scattato ieri è andato avanti fino a tarda notte con la collaborazione delle polizie Slovena, Croata e Bosniaca, attivate dal Servizio per la Cooperazione Internazionale, attraverso gli uffici degli esperti per la sicurezza di Lubiana e Zagabria.
Due dei provvedimenti, mandati di arresto europeo richiesti dall’autorità italiana, sono stati eseguiti nei confronti di persone localizzate in territorio estero. Uno di questi, ritenuto il terminale sloveno dell’organizzazione criminale, è stato arrestato dalla Polizia Criminale di Capodistria all’interno del campo profughi Sloveno di Logatec. L'altro indagato, solito muoversi tra la Bosnia e la Croazia, ritenuto il passeur che instrada i clandestini dal campo profughi di Bihac (Bosnia) al confine croato-sloveno è tuttora attivamente ricercato dalle polizie Croata e Bosniaca.
I restanti cinque destinatari dei provvedimenti sono stati rintracciati in appartamenti a Trieste. Durante le perquisizioni a casa di uno dei destinatari dei provvedimenti, è stato individuato un cittadino pakistano di circa 30 anni in possesso di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, arrestato in flagranza di reato. Le perquisizioni hanno inoltre permesso di acquisire materiale probatorio, come passamontagna, tirapugni e coltelli. Nel corso delle indagini sono stati arrestati nella flagranza del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione altri due pakistani e mentre altri tre, tutti parte del gruppo criminale, sono indagati.
Le indagini nel corso dei mesi hanno consentito di ricostruire numerosi trasporti illegali di migranti di varia etnia (pakistana, nepalese, afghana, indiana) dai campi profughi della Bosnia, con particolare riguardo a quello della città di Bhiac verso l’Italia, attraverso i sentieri boschivi di Croazia e Slovenia con destinazione questo capoluogo. È emerso inoltre come, nella città di Zagabria, i clandestini, venivano sistemati in diversi appartamenti dedicati (safe house) e in hotel gestiti da persone compiacenti in attesa del successivo trasporto verso la Slovenia. Qui, non appena oltrepassato il confine, i migranti venivano istruiti sul come farsi rintracciare dalla Polizia per essere poi accompagnati presso i centri profughi nella provincia di Lubiana, al cui interno stazionavano altre persone legate all’organizzazione criminale investigata il cui compito era quello di assistere i migranti per la prosecuzione del viaggio sino in Italia.
E' stato inoltre accertato un episodio nel corso del quale tre cittadini indiani irregolari dopo avere preso contatti con un pakistano aderente all'organizzazione, stabilmente radicato all’interno del campo profughi di Logatec (Slo), sono stati informati da quest’ultimo su come raggiungere Trieste. Il passeur ha messo in contatto i migranti con due suoi connazionali che vivevano a Trieste: uno dei due ha dato loro appuntamento a piazza Oberdan per poi accompagnarli in un appartamento in via della Fabbrica dove, ad attenderli, c’era un altro pakistano. Giunti nell’appartamento i tre indiani venivano sequestrati sotto la minaccia di coltelli e picchiati brutalmente con schiaffi e calci, violenze che venivano, dagli aguzzini, documentate con video poi inviati ai familiari delle vittime per ottenere il pagamento del loro riscatto.
Nella circostanza, la tempestiva denuncia di un familiare dei tre, giunta in città dalla Lombardia, ha consentito agli operatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Trieste di localizzare in breve termine l’immobile di interesse e quindi intervenire all’interno dell’abitazione interrompendo l’azione delittuosa e procedendo all’arresto in flagranza di reato dei due aguzzini.
Leggi tutto: Migranti, blitz contro gruppo pakistano: da 4 a 6mila euro per entrare in Italia

(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo agli Internazionali d'Italia 2025. Il tennista azzurro oggi, giovedì 15 maggio, sfida il norvegese Casper Ruud nei quarti di finale del Masters 1000 di Roma. Il numero uno del mondo torna a giocare sul Centrale dopo la bella vittoria, arrivata in due set con il punteggio di 7-6, 6-3 contro Francisco Cerundolo agli ottavi.
Nei turni precedenti Sinner, al rientro dopo i tre mesi di squalifica per il caso Clostebol e fresco di visita in Vaticano da Papa Leone XIV, aveva eliminato l'argentino Mariano Navone all'esordio e l'olandese Jesper De Jong nel secondo turno.
La sfida tra Sinner e Ruud è in programma oggi, giovedì 15 maggio, alle ore 19. I due tennisti si sono affrontati in quattro precedenti, con Sinner che conduce con un netto 4-0. L'ultimo match tra i due risale alle Finals dello scorso novembre, poi vinte da Sinner, che in semifinale superò il norvegese in due set.
Sinner-Ruud, così come tutti i match degli Internazionali d'Italia 2025, sarà visibile in diretta televisiva sui canali Sky Sport, ma anche in chiaro su Rai 2. La partita si potrà seguire in streaming sull'app SkyGo, su Now e su RaiPlay.
Leggi tutto: Sinner-Ruud: orario, precedenti e dove vederla in tv

(Adnkronos) - Torna il Giro d'Italia con la sesta tappa. Oggi, giovedì 15 maggio, il gruppo affronterà la frazione 6 della Corsa Rosa, da Potenza a Napoli. Sarà la più lunga, con i suoi 226 chilometri: in classifica generale comanda sempre il danese Mads Pedersen, che dopo la tappa vinta ieri ha 17 secondi di vantaggio su Primoz Roglic e 24 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Mathias Vacek.
La tappa numero 6 del Giro d'Italia 2025 è la più lunga con i suoi 226 chilometri: partirà da Potenza e arriverà a Napoli, dopo aver attraversato l'Irpinia. Sarà un percorso insidioso con delle salite a inizio tappa, come le scalate del Valico di Monte Carruozzo (Gpm di secondo livello) e di Monteforte Irpino (Gpm3).
Gli ultimi 45 chilometri saranno interamente cittadini con tratti di pavé in porfido, mentre il finale sarà a Napoli con gli ultimi 3000 metri con poche curve, una leggera salita e poi pianura, con il rettilineo d'arrivo di 900 metri su asfalto largo 9. Dislivello di 2600 metri: decisiva sarà la salita che parte dal Muro Lucano fino ai 1136 metri di Monte Carruozzo, una scalata di 19,9 chilometri con pendenze che raggiungono l'11% nella prima tappa in alta quota del Giro 108.
La sesta tappa del Giro d'Italia partirà alle 11:30. La diretta tv in chiaro dell’edizione numero 108 della Corsa Rosa sarà a cura di Rai Sport e Rai 2 (streaming gratuito su Rai Play), mentre la diretta tv in abbonamento sarà fruibile su Eurosport 1. Lo streaming in abbonamento sarà disponibile su Discovery+, Sky Go, Now e Dazn.
Leggi tutto: Giro d'Italia, oggi la sesta tappa: orario, percorso e dove vederla

(Adnkronos) - Il simbolo del referendum sulla cittadinanza è stato proiettato sulla facciata di Palazzo Chigi questa sera durante un flash mob del comitato promotore del referendum cittadinanza in piazza Colonna per rompere il muro del silenzio sul voto dell'8 e 9 giugno. Presenti i presidenti del comitato promotore Riccardo Magi e Deepika Salhan, la coordinatrice della campagna Antonella Soldo, la tesoriera di +Europa Carla Taibi e Antonio Liguori di ActionAid.
"Visto che Giorgia Meloni anche oggi al premier time ha rifiutato di dire qualcosa sull'appuntamento referendario e che continua l'oscuramento mediatico sul voto dell'8-9 giugno - ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi e presidente del comitato promotore del referendum sulla cittadinanza - siamo riusciti a far dire a Palazzo Chigi qualcosa sul referendum, a garantire un po' di informazione, quello che la presidente del Consiglio e tutto il governo, smentendo se stessi, non ha ancora voluto fare. Continueremo questa battaglia perché crediamo che sia una lotta di democrazia, di stato di diritto e di riforme che sono essenziali e urgenti per il nostro Paese".

(Adnkronos) - Dice che l'Italia non ritirerà l'ambasciatore in Israele, nonostante la "drammatica e ingiustificabile" situazione a Gaza; accusa il Pd di Elly Schlein di fare "propaganda" sulla sanità e chiede ai dem una mano, "invece di fare solo macumbe"; con Giuseppe Conte ingaggia un botta e risposta sul riarmo, accusando il leader dei pentastellati di aver prima aumentato le spese per la difesa e poi di essere stato 'folgorato' sulla via dell'antimilitarismo. A una settimana dal dibattito in Senato, a Montecitorio va in scena un nuovo question time con la premier Giorgia Meloni, mentre nell'Aula aleggia lo spettro del referendum, evocato dal deputato di +Europa Riccardo Magi, che si è presentato coperto da un lenzuolo bianco per denunciare il 'silenzio' sulla consultazione elettorale dell'8 e 9 giugno.
Le interrogazioni di Pd e M5S, ma anche la richiesta di parole nette su Gaza avanzata da Avs, erano tra i momenti più attesi della giornata politica. Il dibattito entra nel vivo proprio quando Angelo Bonelli chiede alla presidente del Consiglio di condannare il governo israeliano di Benjamin Netanyahu per l'"orrore" che si sta consumando nella Striscia. "In questi mesi - risponde Meloni - ho a più riprese sentito il primo ministro Netanyahu. Sono state conversazioni spesso difficili, in cui ho sempre richiamato l'urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità, la necessità di rispettare il diritto internazionale umanitario". Come governo, spiega la leader di Fdi, "non abbiamo condiviso diverse scelte" e "non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano" su Gaza. Tuttavia, "siamo consapevoli che non è stato Israele a iniziare le ostilità" e che "sarebbe pericoloso assecondare il disegno dei terroristi, che non si sono fatti scrupoli a sacrificare la vita sia di israeliani che di palestinesi pur di perseguire i propri scopi", dice a proposito di Hamas.
Ad ogni modo, l'Italia non ritirerà l'ambasciatore in Israele, mette in chiaro l'inquilina di Palazzo Chigi. "Ipocrita", le risponde il vicecapogruppo di Avs Marco Grimaldi, indossando la kefiah, simbolo della resistenza palestinese. È solo l'antipasto dello scontro che avverrà poco dopo con il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che accusa la premier di essersi fatta "fregare in Europa per due volte" con il sì al piano di riarmo da 800 miliardi di euro. Meloni risponde con l'arma dell'ironia: "Sono molto affascinata da questa sua recentissima e travolgente passione antimilitarista, che però nessuno aveva avuto modo di apprezzare quando lei era presidente del Consiglio dei ministri... Non la ricordo con questa stessa linea quando da premier ha sottoscritto in pieno Covid - e con un fondo sanitario che al tempo aveva 18 miliardi di euro, meno di quanti ce ne siano oggi - un aumento delle spese militari che al tempo valeva circa 15 miliardi di euro". E ancora: "Sarà stato uno dei tanti altri Giuseppi che abbiamo visto in questi anni... A differenza di altri non cambio idea in base a dove gira il vento".
Meloni e la maggioranza - oggi assenti i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani - restano seduti quando Conte chiede all'Aula di osservare un momento di raccoglimento per le vittime di Gaza, appello raccolto solo dai deputati di M5S e Pd, che si alzano in piedi. Arriva poi il momento di Schlein, che accusa Meloni e il governo di aver smantellato la sanità pubblica, chiedendo interventi concreti per risolvere il problema delle liste d'attesa infinite. "Penso che sia sempre un po' complesso confrontarsi con qualcuno che per fare propaganda è costretto a mentire..." punge Meloni rispondendo alla segretaria dem.
"Quando noi ci siamo insediati nel 2022", il Fondo Sanitario Nazionale "era di 126 miliardi, 10 miliardi meno di adesso. E il Pd, quando è stato al governo, non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni", insiste Meloni, rivendicando il fatto che è stato il suo governo "a fermare il fenomeno dei medici a gettone". La presidente di Fdi rivolge un appello alle opposizioni: "Noi vogliamo scrivere il nuovo Piano Sanitario Nazionale e speriamo che su questo almeno ci vogliate dare una mano, invece di preferire stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male così magari potete risalire nei sondaggi...".
Replicando a Maria Elena Boschi di Italia Viva, che aveva chiesto conto delle riforme economiche, Meloni pone l'accento sul "cambio di passo" percepito dai cittadini anche "rispetto al variegato mondo dell'opposizione che, quando è al governo fa delle riforme e poi quando è all'opposizione fa il referendum perché le vuole abolire". Tra gli altri temi toccati da Meloni nel question time: gli interventi del governo a tutela delle forze dell'ordine, la riforma del Green Deal (per l'Europa, secondo Meloni, "è arrivato il momento di invertire la rotta" e "rimuovere i dazi interni") e i giovani. A tal proposito, Meloni annuncia la sua intenzione di istituire a Palazzo Chigi un gruppo di lavoro per affrontare la questione del disagio giovanile.
Sul piano internazionale proseguono i contatti della premier, che venerdì sarà in Albania per partecipare al vertice della Comunità Politica Europea. Sabato, invece, Meloni potrebbe ricevere a Roma sia il cancelliere tedesco Friedrich Merz sia il nuovo primo ministro canadese Mark Carney, in vista della cerimonia di intronizzazione di Papa Leone XIV in programma domenica, dove sono attese 200 delegazioni straniere. Nel frattempo, è arrivato a Roma il leader del partito romeno Aur, George Simion, per una serie di incontri politici di alto profilo. Simion ha incontrato il segretario della Lega Salvini durante un evento organizzato dalla comunità romena in Italia a Palazzo Brancaccio. E, secondo quanto annunciato da Simion in un video su Facebook, il leader della destra romena - che domenica sfiderà al secondo turno delle elezioni presidenziali il sindaco di Bucarest Nicusor Dan - ha in agenda anche un colloquio con la presidente del Consiglio. (di Antonio Atte)

(Adnkronos) - Dice che l'Italia non ritirerà l'ambasciatore in Israele, nonostante la "drammatica e ingiustificabile" situazione a Gaza; accusa il Pd di Elly Schlein di fare "propaganda" sulla sanità e chiede ai dem una mano, "invece di fare solo macumbe"; con Giuseppe Conte ingaggia un botta e risposta sul riarmo, accusando il leader dei pentastellati di aver prima aumentato le spese per la difesa e poi di essere stato 'folgorato' sulla via dell'antimilitarismo. A una settimana dal dibattito in Senato, a Montecitorio va in scena un nuovo question time con la premier Giorgia Meloni, mentre nell'Aula aleggia lo spettro del referendum, evocato dal deputato di +Europa Riccardo Magi, che si è presentato coperto da un lenzuolo bianco per denunciare il 'silenzio' sulla consultazione elettorale dell'8 e 9 giugno.
Le interrogazioni di Pd e M5S, ma anche la richiesta di parole nette su Gaza avanzata da Avs, erano tra i momenti più attesi della giornata politica. Il dibattito entra nel vivo proprio quando Angelo Bonelli chiede alla presidente del Consiglio di condannare il governo israeliano di Benjamin Netanyahu per l'"orrore" che si sta consumando nella Striscia. "In questi mesi - risponde Meloni - ho a più riprese sentito il primo ministro Netanyahu. Sono state conversazioni spesso difficili, in cui ho sempre richiamato l'urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità, la necessità di rispettare il diritto internazionale umanitario". Come governo, spiega la leader di Fdi, "non abbiamo condiviso diverse scelte" e "non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano" su Gaza. Tuttavia, "siamo consapevoli che non è stato Israele a iniziare le ostilità" e che "sarebbe pericoloso assecondare il disegno dei terroristi, che non si sono fatti scrupoli a sacrificare la vita sia di israeliani che di palestinesi pur di perseguire i propri scopi", dice a proposito di Hamas.
Ad ogni modo, l'Italia non ritirerà l'ambasciatore in Israele, mette in chiaro l'inquilina di Palazzo Chigi. "Ipocrita", le risponde il vicecapogruppo di Avs Marco Grimaldi, indossando la kefiah, simbolo della resistenza palestinese. È solo l'antipasto dello scontro che avverrà poco dopo con il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che accusa la premier di essersi fatta "fregare in Europa per due volte" con il sì al piano di riarmo da 800 miliardi di euro. Meloni risponde con l'arma dell'ironia: "Sono molto affascinata da questa sua recentissima e travolgente passione antimilitarista, che però nessuno aveva avuto modo di apprezzare quando lei era presidente del Consiglio dei ministri... Non la ricordo con questa stessa linea quando da premier ha sottoscritto in pieno Covid - e con un fondo sanitario che al tempo aveva 18 miliardi di euro, meno di quanti ce ne siano oggi - un aumento delle spese militari che al tempo valeva circa 15 miliardi di euro". E ancora: "Sarà stato uno dei tanti altri Giuseppi che abbiamo visto in questi anni... A differenza di altri non cambio idea in base a dove gira il vento".
Meloni e la maggioranza - oggi assenti i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani - restano seduti quando Conte chiede all'Aula di osservare un momento di raccoglimento per le vittime di Gaza, appello raccolto solo dai deputati di M5S e Pd, che si alzano in piedi. Arriva poi il momento di Schlein, che accusa Meloni e il governo di aver smantellato la sanità pubblica, chiedendo interventi concreti per risolvere il problema delle liste d'attesa infinite. "Penso che sia sempre un po' complesso confrontarsi con qualcuno che per fare propaganda è costretto a mentire..." punge Meloni rispondendo alla segretaria dem.
"Quando noi ci siamo insediati nel 2022", il Fondo Sanitario Nazionale "era di 126 miliardi, 10 miliardi meno di adesso. E il Pd, quando è stato al governo, non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni", insiste Meloni, rivendicando il fatto che è stato il suo governo "a fermare il fenomeno dei medici a gettone". La presidente di Fdi rivolge un appello alle opposizioni: "Noi vogliamo scrivere il nuovo Piano Sanitario Nazionale e speriamo che su questo almeno ci vogliate dare una mano, invece di preferire stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male così magari potete risalire nei sondaggi...".
Replicando a Maria Elena Boschi di Italia Viva, che aveva chiesto conto delle riforme economiche, Meloni pone l'accento sul "cambio di passo" percepito dai cittadini anche "rispetto al variegato mondo dell'opposizione che, quando è al governo fa delle riforme e poi quando è all'opposizione fa il referendum perché le vuole abolire". Tra gli altri temi toccati da Meloni nel question time: gli interventi del governo a tutela delle forze dell'ordine, la riforma del Green Deal (per l'Europa, secondo Meloni, "è arrivato il momento di invertire la rotta" e "rimuovere i dazi interni") e i giovani. A tal proposito, Meloni annuncia la sua intenzione di istituire a Palazzo Chigi un gruppo di lavoro per affrontare la questione del disagio giovanile.
Sul piano internazionale proseguono i contatti della premier, che venerdì sarà in Albania per partecipare al vertice della Comunità Politica Europea. Sabato, invece, Meloni potrebbe ricevere a Roma sia il cancelliere tedesco Friedrich Merz sia il nuovo primo ministro canadese Mark Carney, in vista della cerimonia di intronizzazione di Papa Leone XIV in programma domenica, dove sono attese 200 delegazioni straniere. Nel frattempo, è arrivato a Roma il leader del partito romeno Aur, George Simion, per una serie di incontri politici di alto profilo. Simion ha incontrato il segretario della Lega Salvini durante un evento organizzato dalla comunità romena in Italia a Palazzo Brancaccio. E, secondo quanto annunciato da Simion in un video su Facebook, il leader della destra romena - che domenica sfiderà al secondo turno delle elezioni presidenziali il sindaco di Bucarest Nicusor Dan - ha in agenda anche un colloquio con la presidente del Consiglio. (di Antonio Atte)
Leggi tutto: Gaza, sanità e riarmo: Meloni 'duella' con Conte e Schlein: "Da voi solo macumbe"

(Adnkronos) - Per la prima volta in oltre tre anni, oggi, giovedì 15 maggio 2025, Russia e Ucraina sono sul punto di tenere colloqui di pace in Turchia, un Paese "diventato uno dei centri della diplomazia di pace" come ha affermato il presidente Recep Tayyip Erdogan. La sede scelta è Istanbul, la stessa che nel 2022, a poche settimane dall'invasione, ospitò - dopo le riunioni a Gomel e Brest, in Bielorussia, il 28 febbraio ed il 3 marzo - un incontro tra i ministri degli Esteri dei due Paesi in guerra. Quel round negoziale sfociò sostanzialmente in un nulla di fatto, con l'eccezione di un'intesa sui corridoi umanitari per l'evacuazione dei civili, mentre i colloqui che si tennero alcuni mesi dopo sempre nella metropoli sul Bosforo il 27 luglio portarono all'Accordo sul grano, sottoscritto da Russia e Ucraina con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite.
L'incontro del 29 marzo 2022 a Istanbul in realtà fu preceduto da un'altra riunione a livello di ministri degli Esteri che si tenne alcune settimane prima ad Antalya, nel sud della Turchia, dove è in programma una ministeriale informale della Nato. Il 10 marzo di quell'anno si incontrarono l'inossidabile capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, e l'allora omologo ucraino, Dmytro Kuleba, con la mediazione dell'allora ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. Si trattò del contatto al più alto livello tra i due Paesi dallo scoppio della guerra, con l'Ucraina che tentò di strappare - senza successo - un cessate il fuoco per fornire aiuti ed evacuare i civili dalla città sotto assedio di Mariupol. I raid sulla città 'martire' continuarono e oggi è sotto controllo russo.
Le delegazioni dei due Paesi, guidate dai rispettivi ministri degli Esteri, si incontrarono di nuovo ad Istanbul il 29 marzo. Kiev chiedeva un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle forze russe dal suo territorio. La Russia insisteva su quelle che il Cremlino definiva e continua a definire "cause profonde" della guerra, che Putin usa da oltre tre anni per giustificare l'invasione. Secondo Mosca, queste includono la presunta violazione da parte della Nato dell'impegno di non espandersi nell'Europa orientale e la presunta discriminazione da parte del governo ucraino nei confronti dei russi.
Secondo il Wall Street Journal e il New York Times, la bozza parzialmente concordata dei protocolli del 2022 prevedeva che l'Ucraina potesse entrare nell'Ue, rinunciasse ad aderire alla Nato e accettasse di modificare la propria Costituzione per aggiungere una clausola di neutralità che le avrebbe vietato di aderire ad alleanze militari, concludere accordi militari oppure ospitare sul proprio territorio personale militare, addestratori o sistemi d'arma stranieri.
Mosca chiedeva che l'esercito ucraino fosse limitato a 85mila soldati e che i missili in sua dotazione non superassero la gittata di 40 chilometri. La questione dello status della Crimea sarebbe stata affrontata negli anni a venire. In cambio, l'Ucraina avrebbe ricevuto garanzie di sicurezza da un gruppo di Paesi, inclusi i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: Gran Bretagna, Cina, Russia, Stati Uniti e Francia.
Proprio quest'ultimo fu uno dei punti di maggiore frizione. L'Ucraina voleva, infatti, che i Paesi garanti potessero fornire assistenza, inclusa "la chiusura dello spazio aereo sopra l'Ucraina, la fornitura delle armi necessarie e l'uso della forza armata al fine di ripristinare e successivamente mantenere la sicurezza dell'Ucraina come Stato neutrale". La Russia insisteva sul fatto che qualsiasi decisione sarebbe dovuta essere concordata da tutti gli Stati garanti, il che significava che avrebbe avuto diritto di veto.
Le due parti, inoltre, erano in netto disaccordo anche sulle future dimensioni delle forze armate ucraine e del suo arsenale militare. Kiev era pronta ad accettare un limite massimo di 250mila effettivi, 800 carri armati e missili con una gittata massima di 280 chilometri. Mosca pretendeva anche che Kiev riconoscesse il russo come lingua ufficiale.
I negoziati si arenarono sostanzialmente perché in quel preciso momento storico la situazione sul campo di battaglia sembrava volgere a vantaggio dell'Ucraina. Il suo esercito, infatti, aveva respinto le forze russe intorno a Kiev e mostrato al mondo prove di presunti crimini di guerra russi che avevano provocato la condanna internazionale. I Paesi occidentali stavano aumentando gli aiuti militari, inasprendo le sanzioni contro Mosca: tutti fattori che rendevano Kiev meno propensa ad accogliere le richieste russe. Ora, il Cremlino - come ha chiarito il consigliere per gli Affari internazionali Yuri Ushakov - pretende che il nuovo round di colloqui previsti domani riprenda da dove le parti avevano interrotto.
Leggi tutto: Ucraina, oggi colloqui con Russia a Istanbul: il precedente del 2022

(Adnkronos) - Chi c'era a Garlasco il 13 agosto 2007 quando Chiara Poggi veniva uccisa, con un'arma sconosciuta, nella sua villetta di via Pascoli? A chi può aver aperto, in pigiama, la porta di casa? E che legame poteva o può ancora avere con Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, indagato per l'omicidio in concorso della ventiseienne? Sono le domande che si pone la Procura di Pavia che, su input della difesa di Alberto Stasi - l'allora fidanzato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto -, ha portato i carabinieri a indagare nuovamente su un caso risolto.
Il Dna dell'indagato sarebbe sulle unghie di Chiara Poggi, ma quella traccia genetica, fino a questo momento, non è stata ritenuta scientificamente valida, né identificativa. Per la difesa del condannato i profili maschili sono due e se uno è attribuibile a Sempio, l'altro resta di un Ignoto 1, sicuramente non attribuibile a chi sta finendo di scontare la sua condanna a 16 anni nel carcere di Bollate. E' nella cerchia degli amici di Sempio che si concentrano gli ultimi sviluppi dell'inchiesta che hanno portato ieri, giovedì 15 maggio, a perquisire - alla caccia di elementi utili alle indagini - non solo la casa del 37enne e dei genitori, ma anche di due amici Mattia Capra e Roberto Freddi (non indagati). Sono tutti amici di Marco e non avevano neanche vent'anni quando la neolaureata è stata uccisa. I loro nomi compaiono tra i verbali dei carabinieri, redatti nell'ottobre 2008, poi nell'inchiesta in cui si ricostruiscono i contatti telefonici di Sempio avuti nella mattinata del delitto, quindi, tornano nel febbraio del 2024 quando in una relazione i carabinieri rendono nota l'identità di chi frequentava casa Poggi "e nei cui confronti era stato possibile compiere acquisizioni di materiale biologico, ossia Mattia Capra, Marco Poggi e Roberto Freddi".
Un quartetto di amici il cui legame dura ancora oggi. Roberto ha frequentato la stessa "scuola elementare" di Marco Poggi e frequenta via Pascoli "tanto da conoscere sia i genitori che la sorella Chiara con la quale non aveva un rapporto di frequentazione attesa la differenza di età" si legge nel verbale. Con Mattia, invece, Marco frequenta le scuole medie e gioca insieme "nella squadra di calcio di Garlasco. (...) Con Chiara ho solamente scambiato alcune parole quando aspettavo Marco e nient'altro, mentre parlavo più spesso con la madre di Marco". E' Sempio ad avvertire telefonicamente gli amici Roberto e Mattia che Chiara Poggi è stata uccisa.
E tra i tre amici - Andrea Sempio, Mattia Capra e Roberto Freddi - anche la mattina del 13 agosto 2007 ci sono alcuni contatti telefonici, chiamate e sms si concentrano tra le 9.58 e le 12.18. In tutti i casi le celle agganciate dimostrano "la presenza di entrambi gli interlocutori a Garlasco" si legge in una consulenza del consulente della famiglia Poggi. A chi immagina che il mancato riscontro sul tabulato di alcuni eventi "sarebbe significativo di una presenza al di fuori di Garlasco" dimentica che si tratta di un "errore": gli sms in ingresso (della compagnia telefonica dei due amici, ndr.) "non vengono registrati con l'indicazione di cella, per cui non figurano proprio. Figurano invece in caso di sms uscente, e si nota che questo avviene sempre tramite celle di Garlasco" si legge.
L'unica conversazione tra Sempio e Chiara Poggi avviene l'8 agosto 2007 alle 16.54 (21 secondi) e come lui stesso racconta ai carabinieri sta cercando l'amico Marco, partito con i genitori in vacanza in Trentino. Poi il silenzio. Il traffico telefonico del cellulare di Chiara Poggi rivela "che non esiste alcuna chiamata, proveniente dall'abitazione o dal cellulare di Andrea Sempio, né viceversa. Non esiste alcun contatto diretto tra i due soggetti in base ai dati telefonici" scrive l'esperto informatico Paolo Reale nella sua consulenza. Quello che invece appare certo sono i contatti telefonici, numerosi, registrati la mattina dell'omicidio da parte di Alberto Stasi verso Chiara Poggi, sia sul fisso che sul cellulare, avvenuti "all'interno di spazi temporali in cui non vi sono salvataggi della tesi di laurea".
E se nessuno degli amici di Marco Poggi dice di conoscere Stasi, l'allora fidanzato conosceva Stefania Cappa (non indagata), cugina di Chiara, "sin dai tempi del liceo". Ombre sul nome della gemella Stefania (oggi avvocata, specializzata in diritto sportivo) vengono gettate da un testimone la cui attendibilità è tutta da verificare. Ma anche lei, mai finita nell'inchiesta, ha un alibi verificato come gli altri amici della comitiva di Marco Poggi. "Lunedì mattina del 13 agosto 2007 dalle ore 7 alle 9.20 ho studiato diritto penale e dalle 9.30 alle ore 10.15 sono stata a telefono con la mia amica - dice la ragazza ai carabinieri che la sentono più volte -. Ho ripreso a studiare sino alle successive 11.30, ho pranzato e sono andata in piscina sino alle 15 con il mio amico. Per l'intera mattinata sono stata in compagnia di mia madre e di mia sorella (Paola oggi foodblogger, ndr.) che avendo subito un intervento chirurgico al ginocchio non esce di casa".
Leggi tutto: Delitto Garlasco, Sempio e la cerchia di amici: l'indagine riparte dal 13 agosto 2007

(Adnkronos) - Lorenzo Musetti e un possibile incontro con il Papa. Dopo aver battuto oggi, mercoledì 14 maggio, Alexander Zverev nei quarti di finale degli Internazionali d'Italia 2025, il tennista azzurro ha parlato in conferenza stampa della possibilità di organizzare una visita, proprio come ha fatto Jannik Sinner, in Vaticano per incontrare Leone XIV.
"Ovviamente mi farebbe molto piacere incontrare il Papa, certo ho questa nomea...", ha detto ridendo Musetti, alludendo a qualche imprecazione di troppo in campo che viene 'amplificata' dai video diffusi sui social. "Ma credo di essere migliorato tanto. Non è facile per me non esternare le mie emozioni. Non solo le bestemmie. Chi mi conosce sa che non è semplice".
"Non ne vado fiero, noi toscani siamo così", ha continuato il tennista azzurro, "ho assistito alla fumata bianca, poi ho saputo che è un grande amante del tennis e ho visto anche il video dove ha scherzato con Jannik dove ha detto che vestito di bianco è pronto a giocare a Wimbledon".
Leggi tutto: Musetti e il possibile incontro con il Papa: "Certo, ma ho questa nomea..."

(Adnkronos) - Oggi, giovedì 15 maggio, maltempo in Italia, con piogge temporali e vento forte da Nord a Sud, che hanno portato il Dipartimento della Protezione Civile a emettere un avviso di condizioni meteorologiche avverse. È allerta arancione in tutta la Sicilia per rischio temporali e rischio idrogeologico, mentre è gialla in Calabria, Basilicata, Molise, Puglia e gran parte dell’Emilia-Romagna.
Un vortice di bassa pressione a ridosso delle coste tunisine favorisce condizioni di tempo instabile su tutto il Sud-Italia, con attività temporalesca anche intensa su Sicilia e Calabria. Nel contempo la discesa di una saccatura da nord-est favorisce l’intensificarsi della ventilazione settentrionale sul Nord-Italia.
L’avviso della Protezione civile prevede dal primo mattino precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco sulla Sicilia, in estensione a Calabria e Puglia, specie settori meridionali di quest’ultima. Dal tardo pomeriggio previste precipitazioni sparse, a prevalente carattere temporalesco, su Lombardia, specie settori meridionali, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Dal tardo pomeriggio si prevedono, inoltre, venti forti settentrionali con rinforzi di burrasca su Lombardia, specie settori meridionali, ed Emilia-Romagna.
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(Adnkronos) - Colpo di scena nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco. Le ricerche, condotte nel canale di Tromello hanno dato risultati che i carabinieri definiscono positivi. Alcuni oggetti sono stati trovati e ora sono al vaglio degli inquirenti per valutarne la loro utilità per far luce sull'omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco.
Tra gli oggetti, rivela la trasmissione 'Chi l'ha visto', anche un martello che è l'unico oggetto che la famiglia ha sempre dichiarato mancare dalla villetta di via Pascoli a Garlasco. Secondo le perizie sarebbe compatibile con le ferite sul corpo della ragazza. L'attrezzo è stato trovato proprio nei 300 metri in cui si concentrate le ricerche di carabinieri e vigili del fuoco, poco distante anche dalla casa disabitata della famiglia Cappa, dopo la testimonianza di un uomo che, dopo quasi 18 anni di silenzio, ha parlato di una ragazza che ha gettato un oggetto metallico - gli inquirenti in realtà cercavano un attizzatoio da camino - nel canale la mattina dell'omicidio. Trattandosi di un oggetto comune e di un ritrovamento, avvenuto ad anni di distanza, la prudenza è d'obbligo. Tutta da valutare la rilevanza di questi ritrovamenti - tra cui anche il bracciolo in ferro di una sedia - con cui si chiudono le ricerche.
L'area dragata ha riguardato una lunghezza di circa 1,2 chilometri, ma le ricerche - rese difficili anche dal trascorrere degli anni - si sono concentrate solo nei trecento metri che scorrono lungo il paese. È qui che un testimone - in un'intervista a 'Le Iene' - sarebbe stata gettata l'arma del delitto di Chiara Poggi. Nel video della testimonianza, sequestrato e che verrà trasmesso integralmente nella puntata del prossimo 20 maggio, il testimone parla di un lungo oggetto metallico che sarebbe stato gettato da una ragazza (asseritamente identificata come Stefania Cappa, non indagata) nella roggia che scorre tra le case.
Ma la procura di Pavia si muove su due fronti nella nuova inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi. Un'indagine che ha portato alla condanna in via definitiva a 16 anni di carcere di Alberto Stasi e che ora - su input anche della difesa dell'ex fidanzato - punta su Andrea Sempio, oggi perquisito, oltre che sulla ricerca dell'arma del delitto.
In particolare, ieri le perquisizioni - durate quasi sette ore - hanno riguardato la sua abitazione a Voghera, la casa dei genitori a Garlasco e quelle di Mattia Capra e Roberto Freddi (non indagati), amici di Sempio e di Marco Poggi, fratello della vittima. I due nomi - non inediti per chi conosce gli atti - compaiono tra i verbali dei carabinieri redatti nell'ottobre 2008, poi nell'inchiesta in cui si ricostruiscono i contatti telefonici di Sempio avuti nella mattinata del delitto, quindi tornano nel febbraio del 2024 quando in una relazione i carabinieri svelano che hanno acquisito il loro materiale biologico, oltre a quello rubato a Marco Poggi frugando nella spazzatura. Roberto frequentava la stessa scuola elementare di Marco, con Mattia invece condivideva la passione per il calcio, entrambi frequentavano casa Poggi ed entrambi vengono contattati telefonicamente da Sempio il giorno del delitto. Chiamate ed sms che si concentrano tra le 9.58 e le 12.18 e che rendono credibile, insieme allo scontrino del parcheggio di Vigevano, gli spostamenti di Sempio la mattina di quasi 18 anni fa.
Tra gli oggetti sequestrati, da quanto si apprende, risultano appunti scritti a mano conservati in alcune scatole, vecchi 'diari' in cui Sempio scriveva frasi e idee su come piacere alle ragazze, ma le acquisizioni hanno riguardato anche supporti informatici e il contenuto di nuovi e vecchi telefoni da cui potrebbero venir fuori risvolti inediti. Un atto d'indagine che non sembra turbare Sempio. "Andrea è sereno come sempre e ha dato piena disponibilità a mostrare ogni spazio della casa" le parole dell'avvocata Angela Taccia che insieme al collega Massimo Lovati difendono il 37enne.
E alla vigilia dell'incidente probatorio in programma venerdì 16 maggio - in cui si discuterò della traccia biologica mista trovata sulle unghie di Chiara Poggi - la famiglia della vittima, già provata da anni alla ricerca della verità sull'omicidio, si dice "ancora una volta basita per quanto sta accadendo. Il nostro ordinamento attribuisce alle Procure un amplissimo potere in fase di indagini ma non per questo gli inquirenti possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando - a distanza di quasi 20 anni - delle ipotesi stravaganti e creando in tal modo i presupposti per una loro immediata diffusione sugli organi di stampa" le parole, in una nota, dell'avvocato Francesco Compagna.
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(Adnkronos) - Lorenzo Musetti vola in semifinale agli Internazionali d'Italia 2025. Il tennista azzurro oggi, mercoledì 14 maggio, ha battuto il tedesco Alexander Zverev in due set con il punteggio di 7-6 (1), 6-4 nei quarti di finale del Masters 1000 di Roma. Ora, nell'ultimo atto, del torneo, Musetti affronterà Carlos Alcaraz, che in mattinata ha superato Jack Draper.
Con Musetti in campo, c'è la certezza che possa succedere qualunque cosa. E così, quando il Centrale si riempie per il match tra Lorenzo e Zverev, sulle tribune aumenta la speranza che alla fine, l'azzurro, potrebbe farcela davvero. Anche se davanti a sé ha il numero due del mondo e campione in carica degli Internazionali, un amante della terra, che a Roma arriva dopo un periodo di alti e bassi, l'unica vera costante della sua carriera. Musetti però entra in campo determinato: scorre bene sul campo, colpisce di dritto e illumina il Foro con il suo rovescio a una mano, una razza purtroppo in estinzione, ma una bellezza per gli occhi. Zverev però, quando ha l'opportunità, sa fare male: Sascha si prende d'improvviso tre palle break, Lorenzo resiste per due volte, si arrende alla terza. Il toscano alza gli occhi al cielo, guarda gli spalti, si carica. Si prende gli applausi con una splendida palla corta, sorprende il tedesco con un lob. Rimane incollato all'avversario, poi si porta una mano all'orecchio, chiama a raccolta i suoi tifosi. Perché per lui, molto più emotivo del suo collega Jannik, quel sostegno è vitale.
Zverev però, che nei giorni scorsi si era lamentato di campi e palline, non sembra avere problemi al servizio. Il tedesco mette in campo le prime e tira forte, rendendo il lavoro di Musetti molto complicato. Lorenzo si concede un gesto di stizza, getta una pallina in tribuna, scarica un po' di tensione. E colpisce. All'ottavo game si prende due palle break, trasforma la prima e fa esplodere il Centrale. Zverev, per la prima volta nel match, va sotto e sente la pressione, ma ancora un volta il servizio lo tira fuori dai guai. Poi il tedesco alza il livello della sua risposta, e si prende altre due palle break. Musetti annulla la prima, cede alla seconda. Ma Lorenzo non si arrende. Al game successivo annulla tre match point e piazza il controbreak, portando la partita al tie break. Il vento ora è cambiato. L'azzurro vola subito sul 5-0, con due palle corte che Sascha si sognerà stanotte, e conquista il primo set 7-6.
Il secondo set si apre con il punto del torneo. Zverev prova una palla corta, Musetti risponde con un 'bacio' alla pallina che oltrepassa a malapena la rete, ma il tedesco ci arriva e trova un lob che si stampa sulla linea, prendendosi gli applausi di un Centrale incredulo e in estasi. È tennis nella sua forma più bella e pura, che prende vita nelle racchette di due tra i giocatori più forti al mondo. Ma Lorenzo, che da poche settimane ha festeggiato il primo ingresso in top ten della carriera, non si addormenta sugli allori, perché sa che per prendersi la semifinale serve qualcosa in più. Sale a rete, lascia andare il suo, bellissimo, rovescio. Continua a variare i suoi colpi, per non dare ritmo all'avversario, in difficoltà soprattutto sulle palle alte. I game passano, l'equilibrio non si spezza.
Poi arriva il nono gioco. Musetti bacia la linea laterale, nemmeno a dirlo, con il rovescio e si prende una palla break. La palla corta con cui la trasforma, piazzando così il sorpasso, è l'apoteosi di chiunque ami il tennis. Quando Musetti firma lo schiaffo al volo che chiude il match, conquistando il secondo set 6-4, allarga le braccia e urla. E forse urla che, finalmente, è arrivato il suo momento. (di Simone Cesarei)
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(Adnkronos) - Cinquantuno anni dopo l'ultima volta, il Bologna vince la Coppa Italia. Nella finale dello stadio Olimpico di Roma, i rossoblù battono 1-0 il Milan grazie alla rete di Ndoye a inizio ripresa. Partita impeccabile della squadra di Italiano, apparsa fin dall'inizio più agguerrita degli avversari. Al fischio finale dell'arbitro Mariani, è festa rossoblù. Per il Milan, invece, è un'altra serata da dimenticare.
Conceicao si affida a Luka Jovic in attacco, memore della doppietta decisiva nella semifinale vinta 3-0 contro l’Inter. Al suo fianco, Leao e Pulisic. Italiano punta invece sui soliti noti, con Fabbian, Orsolini e Ndoye alle spalle di Castro. All’Olimpico parte meglio il Milan, che dopo una manciata di minuti sfiora il vantaggio con Jimenez. Leao semina la difesa rossoblù sulla sinistra e mette in mezzo un bel cross basso, l’esterno rossonero si divora il vantaggio da due passi. Il Bologna risponde con il colpo di testa di Castro all’8’, ma Maignan è prodigioso e tiene il Diavolo a galla.
Ancora Milan pochi secondi dopo: Jimenez crossa dalla destra e la deviazione di Beukema per poco non beffa Skorupski, reattivo anche sul successivo destro a botta sicura di Jovic. La spinta iniziale delle due squadre pian piano si affievolisce e il primo tempo si chiude in equilibrio e con una buona dose di tensione, dopo un fallo in mezzo al campo di Ferguson su Leao, che scalda le panchine.
Nella ripresa, il Bologna passa al primo affondo: al 53', i rossoblù penetrano per vie centrali, poi Ndoye sfrutta un errore della difesa rossonera e batte Maignan con il destro. Finale sbloccata, vantaggio rossoblù.
Conceicao nota fatica, si volta verso gli uomini in panchina per cercare la svolta e al 63’ opta per il triplo cambio: entrano Gimenez, Joao Felix e Walker al posto di Tomori, Jovic e Alex Jimenez. Il Diavolo prova a organizzare una reazione, ma la manovra rossonera appare disordinata e poco efficace: l’unico squillo arriva da una deviazione sporca di Gimenez su un cross tagliato di Theo Hernandez, neutralizzata senza fatica da Skorupski. Il finale è una girandola di cambi, da una parte e dall'altra. Il Bologna tira fuori l'anima, rischia poco e si prende un trofeo aspettato dal 1974. Italiano può far festa.
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(Adnkronos) - Continuità alla guida della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, con la conferma di Carlo Tosti nel ruolo di presidente e di Paolo Sormani come amministratore delegato e direttore generale. Il nuovo consiglio di amministrazione, insediatosi oggi, resterà in carica per tre anni, fino all’approvazione del bilancio consuntivo 2027.
Oltre a Tosti e Sormani, sono stati confermati i consiglieri uscenti Fabio Giuseppe Angelini, Chiara Fiorani e Stefano Piccaluga. Due i nuovi ingressi nel CdA: Guido Costamagna, professore ordinario di Chirurgia generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e specialista in endoscopia digestiva, e Anna Maria Ferraresi, Hr business partner in Ferrero, con esperienza nel settore delle risorse umane. Le nuove nomine puntano a rafforzare le competenze del board in un’ottica di consolidamento delle attività e sviluppo di nuovi progetti.
L’istituto, che opera in stretta collaborazione con l’Università Campus Bio-Medico di Roma, intende proseguire il proprio percorso di crescita nel campo della sanità, della formazione e della ricerca, con un’attenzione particolare all’innovazione tecnologica e all’accreditamento come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) per le patologie dell’apparato locomotore.
“Ringrazio per la conferma alla presidenza”, ha dichiarato Carlo Tosti, “e per la possibilità di continuare a lavorare su progetti già avviati e su nuove iniziative. L’accreditamento Irccs è una sfida importante per i prossimi anni, così come il rafforzamento delle attività che mettono al centro la persona e i suoi bisogni”.
“Proseguiamo il lavoro per consolidare il ruolo del Policlinico come presidio sanitario radicato sul territorio, orientato all’innovazione e attento alla dimensione sociale”, ha affermato Paolo Sormani. “Oltre agli investimenti tecnologici e infrastrutturali, intendiamo potenziare iniziative come la Tariffa Amica, che consente agli utenti di accedere a prestazioni a costi agevolati”.
Il nuovo consiglio ha ringraziato i componenti uscenti per il contributo dato nel precedente mandato e ha confermato l’impegno a portare avanti con responsabilità le attività dell’istituto nel triennio 2025–2027.

(Adnkronos) - Nel canale del Comune pavese di Tromello sono stati trovati alcuni oggetti ritenuti interessanti dagli inquirenti che indagano sulla nuova inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.
Tra questi, riferisce la trasmissione 'Chi l'ha visto', ci sarebbe anche un martello. Si tratta dell'unico oggetto che la famiglia ha sempre dichiarato mancare dalla villetta di via Pascoli a Garlasco e che è compatibile, secondo le perizie, con le ferite sul corpo della vittima. L’attrezzo è stato trovato proprio nei 300 metri in cui si concentrate le ricerche di carabinieri e vigili del fuoco - iniziate solo stamattina - dopo la testimonianza di un uomo che, dopo quasi 18 anni di silenzio, ha parlato di una ragazza che ha gettato un oggetto metallico - gli inquirenti cercavano un attizzatoio da camino - nel canale la mattina dell’omicidio della ventiseienne. Trattandosi di un oggetto comune e di un ritrovamento avvenuto ad anni di distanza la prudenza è d'obbligo. Tra gli oggetti ritrovati c'è anche un bracciolo di una sedia in ferro, individuato tramite metal detector.
Un filo lega due testimonianze e spinge i carabinieri di Milano a cercare - a quasi 18 anni di distanza dall'omicidio di Chiara - l'arma del delitto di Garlasco. Un supertestimone due mesi fa ha rotto il lungo silenzio e ha raccontato alla trasmissione Le Iene (il filmato sarebbe stato acquisito) di aver visto quella mattina una ragazza gettare un oggetto metallico in un canale, vicino a una vecchia cascina a Tromello, comune del pavese non lontano da Garlasco. Zona in cui si trova anche la casa disabitata della famiglia Cappa (nessuno è indagato) imparentata con i Poggi.
"Dopo 18 anni a dover parlare di questa cosa mi sono sentito meglio, a livello emotivo e personale. Lo faccio solo per quella ragazza, degli altri non me ne frega niente" le parole del supertestimone al giornalista televisivo. Il suo racconto, per gli inquirenti, si lega - o meglio rafforza e chiude - il racconto di un altro presunto testimone Marco Demontis Muschitta che nel settembre 2007 dichiarò ai carabinieri "che tra le ore 9.25 e le ore 9.40-9.45 del 13 agosto 2007 ho visto lungo la via Pavia in Garlasco mentre mi trovavo a bordo del furgone di lavoro su una bicicletta la cugina bionda di Chiara Poggi (asseritamente identificata come Stefania Cappa, non indagata) con un attrezzo da camino nella mano destra". Un'ora dopo l'allora 32enne ritratta tutto: "Mi sono inventato tutto quello che vi ho raccontato perché sono uno stupido. Mi sono inventato tutto quello che vi ho detto. Mi dispiace e non volevo farvi perdere del tempo. Scusate ancora".
C'è stata, inoltre, oggi una perquisizione in casa di Andrea Sempio e in quella dei suoi genitori. Nel decreto del sequestro disposto dalla Procura di Pavia nell'indagine che riguarda il trentasettenne, si fa riferimento alla "ricerca di qualsiasi cosa utile alle indagini" sul delitto come apprende l'Adnkronos da fonti qualificate.
Appunti scritti a mano conservati in alcune scatole, vecchi 'diari' di Sempio in cui prendeva appunti su come piacere alle ragazze, ma anche la copia forense del contenuto di nuovi e vecchi telefoni: questo quanto è stato sequestrato, da quanto apprende l'Adnkronos, dai carabinieri di Milano.
"Le perquisizioni erano note alla stampa prima che a me, l'ho saputo dalla tv. Non è bello in uno Stato di diritto", ha intanto detto all'Adnkronos Massimo Lovati, difensore di Sempio. Il difensore ha assistito per quasi sette ore alla perquisizione avvenuta nell'abitazione dei genitori di Sempio: "I carabinieri hanno portato via delle cianfrusaglie, oggi ho perso un sacco di tempo" chiosa.

(Adnkronos) - Un team della Nasa ha scoperto sotto i ghiacciai della Groenlandia i resti di una base nucleare americana costruita durante la Guerra Fredda, il Camp Century. Lo scrive il Wall Street Journal spiegando che la scoperta risale alla scorsa primavera, quando gli scienziati stavano testando un nuovo sistema radar sul nord della Groenlandia settentrionale e hanno rilevato qualcosa di insolito. Nelle profondità della calotta glaciale sorgevano infatti alcuni insediamenti collegati da una rete di tunnel, come una civiltà passata congelata nel tempo. Più precisamente 21 tunnel interconnessi che si estendono per quasi tre chilometri, scavati direttamente nella calotta glaciale, una base alimentata da un reattore nucleare che era stato trascinato per oltre 210 chilometri attraverso la calotta glaciale. Alloggi, una palestra, latrine, laboratori e una mensa che ospitava circa 200 militari.
Non i resti di una civiltà passata, quindi, ma una base militare americana che faceva parte di un ambizioso e clandestino piano del Pentagono, noto come 'Progetto Iceworm', per costruire una rete di siti di lancio di missili nucleari sotto i ghiacci dell'Artico. Il sito sotterraneo, progettato per ospitare 600 missili balistici a medio raggio, rivela l'entità del coinvolgimento degli Stati Uniti in Groenlandia, risalente a oltre mezzo secolo fa, nota il Wall Street Journal. Il Pentagono parlò della costruzione del Camp Century come di un'impresa ingegneristica, ma il suo vero scopo rimase top secret, perfino a molti degli uomini che vi prestarono servizio. Solo una donna, una dottoressa danese, ha messo piede nella base.
Camp Century fu costruito in parte nel 1959 e poi abbandonato nel 1967, dopo che la calotta glaciale venne ritenuta troppo instabile per supportare la rete di lancio missilistica. Negli anni il ghiaccio si è accumulato e la struttura ora è sepolta sotto almeno 30 metri di ghiaccio. Prima del sorvolo della Nasa, alcuni conoscevano la base come centro di ricerca, ma il suo vero scopo militare è rimasto segreto fino al 1996. Greene e i suoi colleghi hanno scattato la prima foto del campo nell'aprile dello scorso anno.
Più che una semplice reliquia della Guerra Fredda, Camp Century è per il Wall Street Journal ''un ricordo della lunga presenza degli Stati Uniti sul territorio danese della Groenlandia''. La Danimarca ha dovuto cedere parte del territorio agli Stati Uniti per mantenere la sovranità sulla Groenlandia, ma il presidente americano Donald Trump si sta spingendo oltre. Ha infatti criticato la Danimarca per non aver adeguatamente protetto la Groenlandia, l'isola più grande del mondo, e ha minacciato di occupare il territorio con la forza in nome della sicurezza nazionale americana, ricorda il giornale.
Gli Stati Uniti hanno già il diritto di stabilire basi in Groenlandia in base a un trattato del 1951 con la Danimarca che ha consentito loro di costruire Camp Century. Durante la Guerra Fredda, gli Stati Uniti avevano 17 basi in Groenlandia, tra cui Camp Century, e vi tenevano circa 10mila soldati. Oggi il numero di militari è ridotto a meno di 200 in una sola base, quella spaziale di Pituffik. La presenza di armi nucleari statunitensi è stata storicamente fonte di attrito con la Danimarca. All'epoca, l'esercito statunitense non rivelò a Copenaghen, che si era autodichiarata zona denuclearizzata, lo scopo nucleare di Camp Century.
La Groenlandia, ricca di minerali, è stata al centro delle analisi sulla sicurezza artica degli Stati Uniti fin dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Al momento dell'occupazione tedesca della Danimarca nel 1940, la Groenlandia era una colonia danese. Gli Stati Uniti temevano che i tedeschi occupassero l'isola come base per operazioni militari più vicine all'America. Nel 1941 il rappresentante danese a Washington firmò un accordo che trasferiva la responsabilità della difesa della Groenlandia agli Stati Uniti e dava a Washington il diritto di stabilire basi sull'isola. Dopo la fine della guerra, gli Stati Uniti si offrirono di acquistare la Groenlandia per 100 milioni di dollari, ma la Danimarca respinse l'offerta. Nel 1951, il parlamento danese ratificò il trattato del 1941, consentendo agli Stati Uniti di mantenere truppe sull'isola.
Leggi tutto: Groenlandia, Nasa scopre base nucleare Usa sotto i ghiacciai: era top secret

(Adnkronos) - Quando si giocherà l'ultima giornata di Serie A? Al momento, è tutto ancora da definire. Lo ha spiegato il presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli, a margine dell’assemblea in corso oggi al Salone d’Onore del Coni a Roma. “Sul calendario, il consiglio ha deciso di non cambiare nulla. Le partite rimarranno il sabato e la domenica del 24 e 25 maggio. Aspettiamo, ci sarà un altro consiglio che potrebbe confermare le decisioni di oggi o cambiarle. Ad oggi tutto rimane inalterato. Inter e Napoli d’accordo? È inevitabile, la decisione spetta al consiglio”.
L'ultima giornata di campionato sarà decisiva per definire la classifica: Inter e Napoli si giocano la volata scudetto punto a punto, la zona Champions resta un'ammucchiata con diverse squadre in lotta e anche per la salvezza regna l'incertezza.
Leggi tutto: Quando si gioca l'ultima giornata di Serie A? La risposta del presidente Simonelli

(Adnkronos) - Duro botta e risposta tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte oggi, mercoledì 14 maggio, durante il premier question time alla Camera in tema di spese militari.
"Onorevole Conte, devo dire che sono molto affascinata da questa sua recentissima e travolgente passione antimilitarista, che però nessuno aveva avuto modo di apprezzare quando lei - ha scandito Meloni al question time - era presidente del Consiglio dei ministri... Non la ricordo con questa stessa linea quando da premier ha sottoscritto in pieno Covid - e con un fondo sanitario che al tempo aveva 18 miliardi di euro, meno di quanti ce ne siano oggi- un aumento delle spese militari che al tempo valeva circa 15 miliardi di euro. E non è dato di sapere - ha insistito la premier - come si declinassero queste posizioni che oggi ci presenta quando avete creato un fondo da 12 miliardi e mezzo per ammodernare la difesa che poi avete votato per portare fino a 25 miliardi di euro. Forse non si parlava della stessa persona che oggi fa le battaglie che sta facendo. Sarà stato uno dei tanti altri Giuseppi che abbiamo visto in questi anni...''.
"Presidente Meloni coglie sempre l'occasione per buttarla in caciara, e anziché fare la presidente del Consiglio ha delle reazioni fanciullesche. I fatti dicono - la replica di Conte - che io ho portato la percentuale di Pil all'1,4%, abbiamo speso un miliardo per le armi, ma abbiamo portato 209 miliardi. Ci provi lei".
E ancora, ha incalzato il leader 5 Stelle: "Si rende conto che ha tradito l'Italia comportandosi come una scolara obbediente sottoscrivendo tagli per scuola, sanità, lavoro, ricerca, tutto quello che serve per gli italiani sottoscrivendo spese pazze per le armi? Questo è un errore tragico, perché la Germania diventerà una super potenza militare, la Francia lo è già, e noi arrancheremo dietro, non conteremo più grazie a lei. A Berlino stanno preparando una statua per lei", - ha attaccato. "Lei agisce senza mandato, il Parlamento non ha votato, la Lega non vuole il piano di riarmo, gli italiani vogliono risposte, non otto mesi per un referto".

(Adnkronos) - Da Jannik Sinner ai ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Abodi, da Cesare Cremonini a Matteo Salvini, da Francesco Totti a Brunello Cucinelli e Pier Ferdinando Casini, dal presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma a Adriano Galliani e al generale Michele Adinolfi. Tribuna autorità affollatissima allo stadio Olimpico di Roma per la finale di Coppa Italia tra il suo Bologna e il Milan.
Jannik Sinner, tifoso del Milan, calamita attenzioni quando arriva in tribuna. Il numero 1 del tennis mondiale è il personaggio del momento, protagonista assoluto degli Internazionali d'Italia al Foro Italico.
Tra i primi ad arrivare sugli spalti Cesare Cremonini, noto tifoso rossoblu, che non poteva mancare all'appuntamento speciale per il club felsineo. Il Bologna torna a giocarsi un trofeo di primo piano dopo un lunghissimo digiuno. Cremonini prende posto in tribuna con ampio anticipo rispetto al fischio d'inizio, fissato alle 21. L'emozione si fa sentire... Qualche fila più in basso, ecco un altro bolognese doc, Gianfranco Fini. L'ex leader di An è stato a lungo una presenza abituale sugli spalti dell'Olimpico, in particolare per le gare casalinghe della Lazio.
Man mano, il parterre si riempie. C'è presidente federale Giancarlo Gravina, il sottosegretario Maurizio Leo. E poi, una schiera di ex calciatori, che hanno scritto pagine importanti del calcio italiano: da Luca Toni a Gianluca Zambrotta, nomi noti del panorama azzurro.
Leggi tutto: Da Sinner a Cremonini e Totti: stelle e vip per la finale Milan-Bologna

(Adnkronos) - Lorenzo Musetti torna in campo agli Internazionali d'Italia e oggi, mercoledì 14 maggio, affronta Alexander Zverev nei quarti di finale del Masters 1000 di Roma. Fin qui, il toscano è stato impeccabile sulla terra rossa del Foro Italico e sta attraversando uno splendido momento di forma dopo la vittoria degli ottavi contro il russo Daniil Medvedev.
IL MATCH IN DIRETTA
Musetti-Zverev, così come tutti i match degli Internazionali d'Italia 2025, sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali Sky Sport. Il match si potrà seguire in streaming sull'app SkyGo e su Now
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(Adnkronos) - Esce di casa e non torna più, si cerca una donna scomparsa a Sesto al Reghena in provincia di Pordenone. A dare l'allarme il marito che, non vedendola rientrare, ha iniziato a cercarla lungo un percorso che spesso percorrono a piedi, ritrovando nei pressi del fiume Reghena, la bicicletta abbandonata della moglie. Dalle 14 di questa oggi la stanno cercando i vigili del fuoco. Sul posto anche i sommozzatori del Nucleo di Soccorso Subacqueo Acquatico del comando di Venezia, Drago 150 l'elicottero del Reparto Volo dei vigili del fuoco di Venezia, unità cinofile e il Sistema Aeromobili a Pilotaggio Remoto (Sapr) dei vigili del fuoco del Friuli Venezia Giulia.
Le ricerche stanno procedendo supportate anche dai carabinieri, dalla polizia locale della città metropolitana di Venezia e da personale volontario della protezione civile del Comune di Cinto Caomaggiore.
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