Tappe a Fordongianus, Benetutti, Sardara e Santa Maria Coghinas
Un piccolo recinto di pietre ricavato all’interno del fiume, o una vasca tra folta vegetazione e animali al pascolo: spartani, ma suggestivi, sono i centri termali liberi in Sardegna. Lasciati in eredità dagli antichi romani, nell’Isola si possono trovare dove non ci si aspetta, per momenti di relax a costo zero: a Fordongianus[1] e Benetutti. [2]Si aggiungono ai grandi resort inseriti nella rete del turismo del benessere, ai quali oltre a questi due paesi si aggiunge il centro di Sardara[3].
Non si può parlare di Fordongianus[4] senza menzionare le antiche terme romane[5], tra i segni distintivi del paese del Barigadu, che hanno contribuito a farlo conoscere ovunque in Sardegna, e non solo.
Ciò che resta della struttura delle antiche terme, sopravvissuto al tempo, si trova sulla sinistra del fiume Tirso, poco distante da dove sorgeva la città romana di Forum Traiani. Qui, nella parte Nord del complesso, sono presenti due vasche non delimitate da alcuna recinzione, accessibili e nelle quali chiunque può immergere le mani e testare la propria resistenza con l’acqua bollente.
Poco più sotto è possibile stare ammollo. Nel letto del fiume Tirso che scorre di fianco al paese, sono presenti zone dove l’acqua ugualmente è caldissima. Sono state recintate con massi e pietre dai frequentatori, in modo tale che l’acqua sulfurea non si mischi con quella fredda, per trarre maggior beneficio dalle immersioni.
La zona termale libera viene frequentata tutto l’anno, in particolare durante i giorni festivi. In inverno solo i più temerari osano restare in costume da bagno, mentre con l’arrivo della primavera non è insolito vedere camper, sdraio e teli di turisti che si concedono momenti di relax e beneficio regalato dalle acque termali. A pochi passi da dove secoli fa i romani curavano il proprio corpo e la propria bellezza.
L’area archeologica sorge vicino al corso del fiume. La la parte più antica della terme romane, quella risalente al I secolo d.C., è quella più prossima. Ed è proprio quella che veniva utilizzata dai romani per scopi terapeutici: l’acqua sgorga alla temperatura di 54°C. Mantiene ancora intatta la sua bellezza, con una grande vasca rettangolare di acqua tiepida (la natio). La vasca è sovrastata da un portico con sette archi e i resti di una volte a botte: questa era la zona nella quale gli antichi romani si riposavano tra una immersione e l’altra. Altre vasche con acqua dalle varie temperature si trovano più a Nord del complesso e a Est si trova invece il nympheum.
Altri antichi impianti del II secolo e dell’inizio del III secolo d.C si trovano all’interno della zona archeologica. La loro funzione era curativa, ma anche igienica. Funzionavano artificialmente, attraverso il tipico modello di frigidarium, tepidarium e calidarium. Nell’area archeologica di Fordongianus sono ancora ben visibili le fornaci nelle quali veniva bruciata la legna e le eleganti vasche collegate.
C’è anche una terza area con una grande piazza con lastra trachite grigia, delimitata da un edificio a forma di L. Nella zona sono presenti anche cinque stanze con affreschi di stile pompeiano rappresentanti cavalli e fiori.
Nella parte alta dell’area archeologica si trova, infine, un complesso di pozzi e cisterne dai quali arriva l’acqua fredda.
Le terme romane sono aperte tutto l’anno. In inverno è possibile visitarle la mattina dalle 9 alle 13 e il pomeriggio dalle 14.30 alle 17. Con l’orario estivo gli ingressi sono previsti dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare la Cooperativa Forum Traiani[6] ai numeri di telefono 0783 60155 o 346 2143581.
Poco lontano dall’area archeologica con le antiche terme romane, ci sono anche quelle denominate Is Bangius. Si trovano all’interno di un edificio di proprietà comunale, gestito anche questo dalla Cooperativa Forum Traiani. Risale al 1800 e sorge in un tratto particolarmente suggestivo della riva sinistra del Tirso, tra rigogliosi salici piangenti ben visibili dall’interno delle terme. La struttura al chiuso è un unicum in Sardegna. Sono 3 i locali accessibili al pubblico, nei quali sono presenti tre diverse vasche con temperature differenti, variabili dai 39 ai 43° C. Il fondo si compone di ciottoli che accrescono il relax dell’immersione. Punto di forza di Is Bangius sono l’intimità e il silenzio che regalano le vasche: è possibile rimanerci per 30 minuti. Per accedere ai bagni (a pagamento) è necessario avere un costume, ciabatte antiscivolo e cuffia. È necessaria la prenotazione al numero 346 2143581.
Di interesse a Fordongianus[7] si trova anche la chiesa campestre di San Lussorio a Fordongianus, dov’è presente la cripta con il sepolcro di San Lussorio martire. Un luogo di sicura suggestione, nel quale sono presenti ben visibili resti di mosaici e affreschi. Il paese dedica al martire, festeggiato insieme a Sant’Archelao, ben 9 giorni di festa nel mese di agosto, con celebrazioni religiose e civile legate alla tradizione.
Da visitare anche la Casa Aragonese un’abitazione signorile datata tra il XVI e il XVII secolo, con un grande portico anteriore, arricchito da colonne con capitello “a stampella”. La Casa Aragonese ospita spesso mostre ed eventi.
A pochi passi si trova la Chiesa parrocchiale di San Pietro, caratterizzata dalla sua colorazione rossastra per via della trachite con la quale è realizzata.
Benetutti[8], piccolo comune interno del Goceano, è noto per le sue sorgenti disseminate in aperta campagna, attorno alle quali si sono tramandate affascinanti leggende legate al potere curativo delle loro acque bollenti. Sono le Terme San Saturnino, le più antiche di tutta la Sardegna. Gli antichi romani si stabilirono in questa zona (l’antica città di Lesa) proprio per la presenza delle sorgenti termali di San Saturnino. Sfruttando le “Aquae Lesitanae” diedero vita a una stazione termale. I bagni si trovano in un colle sul quale è edificata anche la chiesetta di San Saturnino, sopra i resti di una precedente costruzione nuragica.
Il complesso delle terme di San Saturnino si compone di piccole piscine scavate sulla roccia, dove poter vivere la magia degli antichi riti ancestrali legati alla purificazione con l’acqua, mentre le mucche pascolano a pochi metri di distanza: un’esperienza indubbiamente unica nel suo genere.
Ciascuna piscina termale – è ciò che ha la tradizione orale ha portato fino ai nostri giorni – pone rimedio a un male specifico: c’è quella per i muscoli, quella per i denti, quella per la gotta e anche quella per i denti. I nomi suggeriscono la terapia: Su Anzu ‘e Sos Beccos (per la cura di cuoio capelluto e delle dermatiti), Su Anzu ‘e sos Nervios (per i dolori muscolari e articolari), Su Anzu ‘e s’istogomo (per i problemi allo stomaco). E ancora, Su Anzu ‘e Sa Gutta (che pone rimedio alla gotta), Su Anzu ‘e Sas Dentes (per alleviare il dolore a denti e gengive) e Su Anzu ‘e Su Ludu (per i fanghi). La credenza popolare vuole che in passato accanto a ciascuna piscina di acqua bollente fosse sistemata una pietra sulla quale era inciso il nome della malattia o della parte anatomica che quelle acque potevano guarire.
Le sorgenti che sgorgano nelle antiche piscine presentano una
temperatura variabile dai 34 ai 43 gradi. Per accedere è necessario
rispettare la fila che si crea. Regola vuole che ci si immerga uno
alla volta, per un momento di relax di circa 10 minuti: un modo per
concedere a tutti la possibilità di godere delle terme. Le vasche
accessibili gratuitamente si trovano all’esterno dell’omonimo
stabilimento balneare. Il complesso alberghiero-termale è aperto
solo nella bella stagione, le terme, invece, sono accessibili anche
nella stagione invernale per le cure (telefono 079 791081 e-mail
Vicino alle fonti termali omonime è presente la chiesa Romanica di San Saturnino di Usolvisi[9]. Si trova in cima a una collina e poggia sopra una costruzione nuragica. Dista sei chilometri da Bultei e sei chilometri da Benetutti[10] ed entrambi i paesi ne rivendicano l’appartenenza. La chiesa di san Saturnino presenta forme essenziali e il tipico colore della trachite rossa. Il campanile costituisce una particolarità: è realizzato sopra l’abside. La chiesa si trova in un’area recintata, quindi è possibile vederla unicamente da lontano.
Anche la chiesa parrocchiale di sant’Elena Imperatrice merita una visita. Presenta un campanile con cupola alto 25 metri e al suo interno custodisce un retablo del 1549 e una statua lignea di san Michele. Santa Elena è anche la patrona del paese: si festeggia a metà agosto con i gosos, i canti devozionali in limba. Per l’occasione vengono ospitati gruppi folk di tutto il mondo.
Nel paese del Goceano è presente anche un museo di arte contemporanea: la collezione Soddu Tanda. È ospitata in via Guglielmo Marconi e visitabile dal lunedì al venerdì su appuntamento. La collezione è il frutto di una donazione pubblica fatta da un cittadino originario di Benetutti: Pietro Soddu. Vanta una varietà di opere di artisti sardi, molti dei quali giovani. Ci sono anche le opere ci artisti di fama provenienti dal resto dalla Penisola.
Sono tre in Sardegna i grandi resort termali: si trovano a Fordongianus[11], a Sardara[12] e a Benetutti[13].
Il Grand Hotel Terme Fordongianus ospita un parco termale con spa e trattamenti terapeutici ed estetici. Dispone di due piscine esterne e di una piscina interna, con percorsi benessere. Offre la possibilità di soggiorno con l’hotel 4 stelle.
A Sardara, nel Medio Campidano, sono presenti due stabilimenti, in località Santa Maria Acquas. Le Antiche Terme di Sardara sono situate in un vasto parco con piscine e campi sportivi. È possibile eseguire cure fango-balneoterapiche, inalatorie, idropiniche e fisioterapiche. C’è anche un centro benessere dove si effettuano massaggi, oltre a trattamenti per il viso e per il corpo. Non distante c’è il secondo impianto, che offre cure inalatorie e balneoterapiche con una grande piscina che presenta una parte esterna e una interna.
A Benetutti è presente l’Hotel Terme Aurora, circondato da un vasto parco alberato. È dotato di due piscine termali, di cui una al coperto con idromassaggi e giochi d’acqua. Al suo interno è possibile eseguire fangoterapia, cure inalatorie e numerosi trattamenti benessere
Non si può visitare Sardara[14] senza fare una tappa santuario nuragico di Sant’Anastasia[15], caratterizzato da un pozzo sacro detto funtana de is dolus (fontana dei dolori), da cui scaturisce una sorgente alimentata da falde sotterranee. Si può visitare grazie, scendendo fino al fondo, a un meccanismo che lo fa prosciugare. Il pozzo è realizzato con blocchi di basalto e calcare, presenta una camera circolare con copertura a falsa cupola, alla quale si può accedere attraverso una scalinata protetta da un corridoio coperto con lastroni disposti a piattabanda.
Vicino al pozzo è presente la chiesa di Santa Anastasia, realizzata a due navate separate da archi a sesto acuto poggianti su pilastri. Un altro pozzo nuragico è presente al suo interno. Alcuni conci decorati del pozzo sono murati nella facciata della chiesa. Al suo interno furono rinvenuti numerosi vasi dell’età del Ferro. E tutto attorno gli scavi hanno messo in luce un recinto al cui interno c’erano le capanne di un villaggio che si sviluppa in gran parte sotto le attuali case del centro abitato. Si tratta dei resti di un insediamento nuragico, nel quale sono stati trovati numerosi reperti, ospitati al museo archeologico cittadino: Villa Abbas. Poco di stante è da vedere anche Casa Pilloni, una tipica casa campidanese a corte, accessibile da un portale ad arco e un vialetto con i ciottoli.
Altro centro del termalismo in Sardegna, meno noto, è Santa Maria Coghinas[16], dove sono presenti le terme di Casteldoria, che gli abitanti chiamano Li Caldani.
Qui le acque sgorgano a 70° all’uscita di una gola porfirica quasi a livello del fiume Coghinas. Oltre alla struttura termale con hotel è possibile sdraiarsi sulle rive del fiume per usufruire sia delle fonti termali, sia dei fanghi a costo zero.
[In collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna]
Venerdì, 8 dicembre 2023
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