Roma

Svolta nella vicenda giudiziaria, dopo le nuove clamorose rivelazioni

Sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso, il detenuto romano morto nel carcere di Massama, all’età di 43 anni, il 12 ottobre del 2022. E’ stato il legale che assiste la famiglia, l’avvocato Armida Decina, ad annunciarlo nel pomeriggio a Roma.

Il legale ha riferito che la Procura di Oristano adesso indaga contro ignoti. L’accusa è quella di omicidio volontario.

Un nuovo scenario giudiziario, rispetto al precedente, che accreditava il suicidio, ipotesi contro la quale i familiari hanno sempre contestato, chiedendo appunto l’autopsia, negata sinora innumerevoli volte.

La svolta, probabilmente è da mettere in relazione con  quanto emerso dieci giorni fa, quando si era avuta notizia di un super testimone, indicato come un ufficiale esterno della polizia penitenziaria, che con le sue parole avrebbe accreditato una nuova ipotesi: Dal Corso sarebbe morto  dopo un pestaggio,  perché   involontario testimone di un rapporto sessuale nell’istituto di pena oristanese,  che avrebbe coinvolto personale penitenziario.

A ottobre scorso la sorella di  Stefano dal Corso,  Marisa dal Corso,  insieme alla legale di fiducia Armida Decina, aveva dato notizia di nuove indagini giudiziarie.

Lo aveva fatto nel corso di un incontro con i giornalisti tenutosi a Roma, alla Camera dei deputati, al quale avevano  partecipato anche  Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino, e il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti. Era stato proprio Giachetti a presentare un’interrogazione parlamentare al ministro della giustizia Carlo Nordio. Ricordando il drammatico caso di Stefano Cucchi, il deputato di Italia Viva aveva detto che “la verità deve essere certificata con elementi certi”.

Dieci giorni fa l’avvocato Armida Decina aveva registrato le parole di  quello che viene indicato, appunto, come un super testimone e quella registrazione era stata  trasmessa alla  Procura oristanese con la nuova richiesta di autopsia, l’ottava: stavolta accolta.