La polizia di Stato, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Oristano, ha denunciato tre individui coinvolti nella coltivazione illegale di marijuana. L’operazione, volta alla prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti, ha portato alla luce una coltivazione di circa 20mila piante di canapa con un livello di Thc ben superiore al limite legale stabilito dalla legge 242/2016, che consente la coltivazione della marijuana solo con un contenuto di Thc non superiore allo 0,6%.

L’indagine, avviata dal mese di luglio, ha visto il costante monitoraggio della coltivazione, situata su più ettari di terreno. Gli agenti della Squadra Mobile hanno seguito i movimenti dei sospetti, identificando anche i luoghi dove le piante venivano trasportate, stoccate per l’essiccazione e successivamente lavorate.

L’attività illecita si è estesa oltre Oristano e Siamaggiore, interessando anche altri comuni della Sardegna, tra cui Bottidda (provincia di Sassari) e Orani (provincia di Nuoro). In queste località, gli indagati avevano affittato locali per l’essiccazione delle piante, dove sono stati recuperati migliaia di esemplari al momento dell’esecuzione del decreto di sequestro.

La produzione, secondo quanto emerso dalla documentazione raccolta, sarebbe stata destinata a una società britannica. Tuttavia, gli accertamenti hanno rivelato che la società non possedeva le necessarie autorizzazioni per lavorare la marijuana, violando così le normative previste dalla legge che dal 2016 regola la coltivazione di canapa sativa. Le indagini hanno anche svelato l’utilizzo di contratti fittizi per eludere i controlli delle Forze dell’Ordine e permettere il trasporto illecito delle piante in tutta la regione.

A seguito di questi sviluppi, i tre soggetti sono stati denunciati e nei loro confronti è stato emesso un decreto di sequestro finalizzato alla distruzione delle piante e del prodotto ricavato.