Cagliari
Il Cimo: “Non si può lavorare in queste condizioni”.
Le richieste a Governo e Regione
Sono attesi diversi medici e infermieri anche dall’Oristanese al sit-in in programma questa mattina a Cagliari, in occasione dello sciopero di 24 ore per protestare “contro una manovra economica che non risponde alle esigenze del Servizio sanitario nazionale e dei suoi professionisti”.
Tra le rivendicazioni annunciate dai medici rappresentati dal sindacato Cimo-Fesmed: un piano straordinario di assunzioni per affrontare la grave carenza di personale, la detassazione di una parte della retribuzione, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro, la depenalizzazione dell’atto medico e l’eliminazione della norma che prevede tagli alle pensioni dei medici.
In piazza del Carmine centinaia di camici bianchi che, al grido “la Sanità pubblica non si svende, si difende”, evidenzieranno anche i tanti problemi che attanagliano la sanità sarda, messa in ginocchio da un susseguirsi costante di riforme sanitarie varate da governi regionali di colori diversi, senza alcuna visione strategica ma con continui cambi di rotta che hanno creato più problemi di quanti intendessero risolvere.
“Negli ospedali di tutta la Regione il numero dei medici è insufficiente, e questo costringe le aziende a chiudere interi reparti, anche facenti parte di Dipartimenti di emergenza urgenza. La Rete traumatologica è al collasso, le liste di attesa esplodono, senza possibilità di riportarle in nessun modo verso limiti accettabili, la Rete territoriale è assente”, si legge in una nota del sindacato Cimo. “Nei Pronto soccorso i turni sono coperti spesso da gettonisti per tenere in piedi i servizi, con un sovraccarico di lavoro per i pochi medici strutturati, unici abilitati ad affrontare i codici di maggior impegno professionale”.
“Al contempo i territori sono completamente sguarniti di servizi sanitari, e sono sempre di più i cittadini che rinunciano a curarsi, pur di non dover percorrere chilometri e chilometri per trovare un medico disponibile o affrontano spese ingenti per rivolgersi alla Sanità privata”, si legge ancora nella nota.
“Raramente i medici decidono di scioperare, ma se aderiranno in massa alla protesta è perché sono arrivati al limite, e non possono lavorare più in queste condizioni”, spiega Luigi Mascia, presidente del Cimo-Fesmed Sardegna. “Chiediamo al Governo di destinare risorse adeguate al Servizio sanitario nazionale per poter avviare un piano straordinario di assunzioni, e alla Regione Sardegna di risollevare la sanità sarda dalla grave crisi in cui trova, valorizzando i suoi professionisti e ponendo al centro le necessità dei pazienti. Altrimenti la nostra protesta non si fermerà allo sciopero di oggi”.
Martedì, 5 dicembre 2023
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