mascherine

Ormai non ci sono più dubbi: da quando ci siamo ritrovati nostro malgrado a convivere con l’emergenza Coronavirus, le mascherine sono diventate un accessorio irrinunciabile, data anche la loro obbligatorietà in diversi contesti.

Abbiamo così imparato a familiarizzare con nuovi termini: dispositivi di protezione individuale, mascherine protettive FFP2 e FFP3, mascherine antiallergiche ed è anche partita la corsa all’acquisto di questi nuovi prodotti, sia in negozi fisici che online.

 Ma come scegliere il dispositivo di protezione più adatto alle nostre esigenze? Vediamo quali sono le principali differenze e funzioni di ognuno di essi. 

Tipologie di mascherine

La prima distinzione da fare subito è quella tra mascherine chirurgiche e mascherine FFP. Quelle chirurgiche sono le classiche mascherine che siamo abituati a vedere solitamente indossate da medici e personale sanitario. Servono principalmente a proteggere gli altri da chi le indossa qualora questi fossero infetti e sono monouso, con una durata che va dalle 4 alle 8 ore. Le FFP sono invece anche chiamati dispositivi di protezione individuale perché hanno un potere filtrante più alto e proteggono anche chi le indossa oltre che gli altri.

Vediamo nello specifico come sono fatte. 

Mascherine chirurgiche 

Normalmente le mascherine chirurgiche vengono utilizzate per proteggere i pazienti dalla contaminazione da parte di operatori sanitari durante le attività mediche. Nel 2020 sono ormai diventate di uso comune per prevenire la diffusione della pandemia da Coronavirus, e infatti si sono rivelate molto preziose se utilizzate correttamente. L’unico limite di queste mascherine è che non hanno un altissimo potere filtrante dell’esterno all’interno. La capacità filtrante delle mascherine chirurgiche è infatti superiore al 95% verso l’esterno ma solo del 20% dall’esterno verso chi le indossa. 

Sono solitamente composte da due o tre strati. Il primo stato è di solito idrofobo e costituito da fibre di poliestere o polipropilene che vanno a formare il cosiddetto “tessuto non tessuto Tnt”.

Lo strato intermedio è costituito sempre da Tnt formato da microfibre di diametro da 1 a 3 micron che svolge la vera e propria azione filtrante. 

L’eventuale terzo strato è quello che si trova a contatto con il volto e funge da protezione della pelle dallo strato filtrante. Per permettere alle mascherine di adattarsi perfettamente al volto, queste sono dotate di pieghe per poterle espandere fino al mento e di un filo metallico in corrispondenza del naso per poterle modellare su quest’ultimo. Infatti il funzionamento della mascherina al 100% è garantito dalla perfetta aderenza di questa al volto in tutte le sue parti. 

Le mascherine FFP1, FFP2 e FFP3

Questo tipo di mascherine vengono solitamente utilizzate in ambito industriale per proteggere gli operatori dalla contaminazione di fumi, polveri e particelle dannose, ma anch’esse sono ormai entrate a far parte del nostro equipaggiamento giornaliero. Questa hanno una capacità filtrante molto elevata, infatti la sigla FFP sta per “filtrante facciale per la protezione individuale”.

Ne esistono di diversi tipi, ma tutte devono obbligatoriamente essere dotate di marcatura CE. Abbiamo quelle dotate di valvola e quelle senza valvola. Le prime offrono un maggiore comfort a chi le indossa in quanto, facendo uscire l’aria calda all’esterno, permettono una respirazione migliore. Al contempo però questo riduce il filtraggio dall’interno all’esterno, cosa che invece non succede per quelle senza valvola. 

Le FFP1 danno un primo livello di protezione, ma quelle che vengono considerate idonee alla protezione dal Coronavirus sono le FFP2 e le FFP3. Queste infatti offrono un filtraggio dal 92 al 100%. Ma sono davvero necessarie queste percentuali così alte? In realtà no.

Certo offrono una maggiore sicurezza in quanto aderiscono anche meglio al viso e hanno una durata maggiore (non sono usa e getta ma sono valide fino ad esaurimento del potere filtrante), ma per le normali attività quotidiane sono già sufficienti le mascherine chirurgiche se correttamente utilizzate. 

Anche queste sono realizzate con tessuti non tessuti. Lo strato esterno protegge dalle particelle più grandi; quello intermedio le più piccole fungendo da setaccio per particelle fino a 10 micron di diametro. Al di sotto di queste dimensioni, le fibre dei Tnt cariche elettrostaticamente attirano e catturano le particelle. 

Infine lo strato interno ha una doppia funzione: da un lato mantiene la forma della maschera e dall’altro protegge gli strati esterni dall’umidità prodotta dal respiro, dalla tosse e dagli starnuti.

Mascherine fai da te, di stoffa o foulard

La domanda che sorge spontanea è: sono realmente utili? La risposta è che, in mancanza di altro, sono abbastanza utili ma non troppo adatte a garantire una protezione elevata dal virus. In linea di massima però più il tessuto è spesso e la trama è fitta più il potere filtrante è alto.

Dunque, se si fa questa scelta per motivi magari estetici (dato che si potranno scegliere in tal caso le forme e i colori che più si preferiscono), si cerchi almeno di scegliere dei materiali adatti. Per quanto riguarda invece tutte le norme e gli obblighi legati all’uso delle mascherine, è utile consultare il sito del Ministero della Salute.


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