In Europa torna la lebbra, confermati casi in Romania e Croazia

In Europa dopo decenni si torna a parlare di lebbra. In Romania dopo 40 anni sono stati registrati 2 casi confermati (entrambi cittadini indonesiani) e in Croazia è stato isolato un caso in un lavoratore straniero originario del Nepal. Lo riportano le autorità sanitarie dei due Paesi dell'Est Europa.
"La lebbra è tutt'altro che un problema superato. Si tratta di una malattia infettiva diffusa in tutto il mondo, causa di sofferenze, disabilità, stigma ed emarginazione, soprattutto tra le fasce più povere della popolazione, nei Paesi in via di sviluppo e non solo. Da secoli la lebbra, che andrebbe più correttamente chiamata malattia di Hansen, si porta dietro una lunga scia di sofferenze fisiche, psichiche e stigma sociale. Anche nel linguaggio comune essere 'lebbrosi', cioè malati di lebbra, è usato come espressione paradigmatica del massimo grado di emarginazione", ha spiegato su X l'infettivologo Matteo Bassetti, commentando i casi registrati in Romania e Croazia.
"Non bisogna allarmarsi. Se anche ci saranno casi di importazione nel nostro Paese abbiamo tutti gli strumenti per affrontare il problema al meglio. Evitiamo quindi luoghi comuni, allarmismi e stigma che finiscono di fare male a tutti", invita il direttore di Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.
Cos'è la lebbra e come si cura
Ma che cos'è la lebbra e come si trasmette? "La lebbra (anche definita morbo di Hansen) è una malattia infettiva cronica causata dal batterio Mycobacterium leprae. Può colpire la pelle e i nervi delle mani e dei piedi, ma anche gli occhi e le mucose nasali, oltre che altri organi come i reni e i testicoli - ricorda Bassetti -. In passato si pensava che fosse una malattia altamente contagiosa e per questo motivo devastante, in realtà ad oggi sappiamo che il contagio non è facile anche se si viene in contatto con un soggetto infetto. Oltretutto, da quando sono disponibili antibiotici appropriati la malattia è assolutamente curabile; nel caso in cui venga trascurata può tuttavia causare deformità fisiche, cecità e insufficienza renale".
Come si cura la lebbra? "Con una diagnosi e un trattamento antibiotico precoce la malattia può essere efficacemente curata, senza peraltro interferire in modo rilevante con la vita quotidiana del soggetto colpito che potrà quindi continuare a lavorare durante e dopo la terapia. Occorre anche ricordare che i soggetti in terapia antibiotica non sono più contagiosi", precisa l'infettivologo.
I casi nel mondo e in Italia
Nel mondo il numero annuale delle persone diagnosticate con lebbra "è diminuito di circa il 5% nel 2024, rispetto all'anno precedente: 182.815 persone nel 2023 e 172.717 persone nel 2024". Sono gli ultimi dati dell'Oms rilanciati pochi mesi fa fall'Aifo, l'Associazione italiana Amici di Raoul Follereau Ets. "Nonostante ciò, la lebbra è ancora un problema di salute pubblica in vari Paesi endemici, a causa del difficile accesso ai servizi di trattamento ambulatoriali, della scarsa qualità dell'assistenza offerta e dello stigma nei confronti delle persone colpite", sottolinea l'Aifo che ricorda come in Italia sono una decina le nuove diagnosi di lebbra ogni anno. Nel mondo "il numero annuale di bambini/e (minori di 15 anni) sul totale delle persone diagnosticate continua ad essere significativo - evidenzia l'associaizone - nonostante sia diminuito progressivamente negli ultimi anni, indicando che la catena di trasmissione è ancora attiva e precoce: 9.397 bambini/e (il 5,4% del totale nel 2024, rispetto ai 10.302 dell'anno precedente (5,7%)". Rimane stabile anche il numero delle persone che presentano gravi disabilità al momento della diagnosi: 9.729 nel 2023 (5,3%) e 9.157 nel 2024 (5,3%).
"I casi di lebbra in Europa - in Croazia e Romania - non devono stupire perché siamo nell'epoca della globalizzazione e quindi c'è un'alta probabilità di importare persone contagiate che arrivano da zone endemiche che ci sono in Africa e in Asia", spiega all'Adnkronos Massimo Andreoni, presidente Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali). "Al Policlinico Tor Vergata di Roma negli ultimi 7-8 anni abbiamo avuto 2 casi di persone straniere", riferisce. "La lebbra - sottolinea l'infettivologo - ha un decorso molto lento e cronico, e non è detto che la persona" colpita "sia contagiosa perché dipende dallo stadio della malattia. Inoltre non tutti i casi positivi sviluppano la malattia, ci sono anche forme asintomatiche. Quindi nessun allarme in Italia, ma una normale vigilanza sanitaria".
In Italia la lebbra è considerata una malattia rara, "ma può presentarsi in ogni parte del territorio come patologia di importazione, ovvero legata ai flussi e spostamenti delle popolazioni o diagnosticata in italiani che hanno soggiornato in Paesi endemici (circa 10 nuove diagnosi ogni anno nel nostro territorio). Esistono 4 centri di riferimento nazionale per il trattamento della malattia: a Genova, Gioia del Colle (Bari), Messina e Cagliari", ricorda l'Aifo che segnala: "I centri di referenza negli ultimi anni non hanno ricevuto il supporto necessario per garantire un adeguato funzionamento. In particolare, nell'ambito della riforma della rete ospedaliera siciliana è stato ultimamente proposto di sopprimere il Centro di referenza di Messina, situato presso l'Irccs Bonino-Pulejo. L'operato dei centri dovrebbe essere migliorato - rimarca l'associazione - in modo che possano operare in sinergia con i centri regionali per il controllo delle malattie rare infettive".
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