Terralba

In un convegno le proposte del Coordinamento dei Comitati sardi per la Sanità pubblica

L’obiettivo di qualificare la sanità territoriale è emerso con forza a Terralba. Durante il convegno promosso dal Coordinamento dei Comitati sardi per la Sanità pubblica si è ribadita la necessità di rilanciare i servizi sanitari locali. “Questo richiede un cambio di cultura, passando dalla cura alla prevenzione. La sanità dovrebbe partire dai distretti socio-sanitari, coinvolgendo i Comuni per promuovere la partecipazione dei cittadini nella gestione della propria salute”, si è detto.

L’iniziativa ha voluto mettere a fuoco problemi e soluzioni nel contesto territoriale di riferimento, che oltre le difficoltà condivise con tutta l’Isola, soffre inoltre di difficoltà peculiari, determinate anche dall’organizzazione della Sanità a livello territoriale. Il convegno si proponeva di recuperare e rilanciare le istanze per la difesa della salute pubblica e di ogni singolo cittadino.

“Per questi obiettivi vogliamo rilanciare la cultura sostenuta dalla legge di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale. Infatti la legge 833 del 1978 ha indicato e disciplinato quale scelta strategica la prevenzione primaria e secondaria per organizzare gli interventi nel territorio, dando luogo alla sanità territoriale, quale scelta strategica per la salute dei cittadini”, spiega il portavoce Alessandro Rosas. “ La prevenzione e il Distretto sono l’antefatto e la premessa per promuovere e difendere la salute partendo dagli interventi territoriali dell’igiene pubblica, dell’igiene ambientale, dalla salubrità degli alimenti alla difesa della salute mentale, dall’educazione ad una qualità della vita sana ai modelli di relazione sociale”.

“Il Distretto sanitario originario, nel tempo, si è arricchito di nuove funzioni per il coordinamento delle strutture e delle prestazioni Socio-sanitarie. Sono questi due iniziali gradini fondati sulla prevenzione primaria che si completano con la prevenzione secondaria basata sulla prima diagnosi clinica (medicina di base) che segna l’avvio e il passaggio alla cura e alla fase terapeutica ovvero alle visite specialistiche (casa della salute)”, prosegue Rosas. “L’ospedale costituisce il terzo livello che dovrebbe garantire le prestazioni, perché costituisce la struttura per l’erogazione delle stesse, insieme agli interventi di carattere complesso che si avvalgono di strumentazione e personale particolarmente qualificato e pertanto di valenza territoriale sovra distrettuale”.

Nell’incontro di Terralba si è ribadito il ruolo centrale del Distretto quale base per l’organizzazione della sanità territoriale e pertanto si è sottolineato con nettezza che il Servizio sanitario nazionale e quello regionale devono fondarsi in primo luogo in un ambito territoriale omogeneo dotato di strutture zonali per garantire la tempestività, la piena esigibilità delle prestazioni sia di comunità sia per i singoli cittadini.

“Per raggiungere questo necessario scopo, l’ambito ottimale del distretto deve garantire la raggiungibilità delle strutture, che attraverso le unità di valutazione e di intervento possono dar luogo alle prestazioni e agli interventi”, commenta Alessandro Rosas. “Pertanto si è ribadito che il Servizio sanitario regionale deve nascere nel territorio, ovvero su proposta del Distretto socio-sanitario e dagli obiettivi condivisi per la difesa della salute l’esigenza della programmazione regionale, zonale e distrettuale prevedendo la partecipazione attiva degli Enti Locali, delle organizzazioni sociali, sanitarie e di organismi dei settori specifici (Salute mentale, Servizio veterinario, Dipartimenti di settore). La consultazione orizzontale dovrà essere finalizzata alla definizione delle proposte organizzative che garantiscono le scelte politiche ed organizzative per la promozione della salute”.

La rivendicazione è il recupero di una programmazione “a carattere triennale di valenza regionale, quale sintesi delle proposte pervenute dai Distretti socio-sanitari che si avvarranno allo scopo della conferenza distrettuale presenti in ogni distretto”, chiarisce Alessandro Rosas. Durante il convegno di Terralba ha assunto centralità nel dibattito la funzione dei sindaci, quali componenti delle Conferenze distrettuali e Autorità sanitaria locale per la salute e l’igiene pubblica.

“Nel dibattito si è voluto precisare che il primo e fondamentale coinvolgimento dei Distretti territoriali è quello di rapportarsi tempestivamente e periodicamente con gli altri Distretti facenti parte della stessa Azienda Sanitaria Locale”, fa sapere Rosas. Lontano da ogni contrasto o da altri interessi in contraddizione con le finalità e gli obiettivi condivisi dalle Conferenze distrettuali, si dovrà passare alla zonizzazione e organizzazione le Case della comunità (CdC) e degli Ospedali di comunità (OdC), per garantire e qualificare la medicina di prossimità”.

Il Coordinamento Comitati sardi per la Sanità pubblica e il Comitato oristanese hanno ribadito l’impegno per una continua azione di sensibilizzazione e sostegno al Distretto Terralba-Ales, “per avviare un’iniziativa coerente ponendo con forza il grave problema della formazione e della piena disponibilità delle figure professionali necessarie per qualificare e garantire le prestazioni sia nelle strutture e servizi territoriali ma anche per i servizi destinati al livello familiare”.

“Servono medici, infermieri, educatori alla mobilità, educatori socio-sanitari, educatori socio-pedagogici, medici per la pratica dello sport, medici per le diverse specialità e operatori preparati per sviluppare le valutazioni di gruppo”: questa le carenze elencate durante vari interventi. “Serve definire un ruolo e una funzione per le farmacie territoriali, tenendo conto che ormai da 20 anni son riconosciute come presidi sanitari per l’erogazione di servizi e prestazioni già definite”. Indicazioni essenziali che a Terralba sono state approfondite e ribadite con forza, “essendo consapevoli che costruire la cultura della prevenzione e della programmazione passa attraverso la sensibilizzazione e la responsabilizzazione dei Comuni degli amministratori delle ASL”.

“Solo affidare un ruolo nuovo ai Distretti offrirà la possibilità di realizzare i propositi che sono stati sottolineati nel dibattito”, ha detto in conclusione il referente Alessandro Rosas. “Continueremo a mettere in campo iniziative di questo tipo, perché siamo consapevoli che solo attraverso questo percorso di partecipazione si qualifica la nuova presenza della società e il peso delle nostre istanze, che sono alla base della stessa democrazia”.

Lunedì, 23 ottobre 2023

 

 

Fonte: Link Oristano


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