Oristano
Dal Centro studi agricoli Sardegna una proposta ai candidati presidente della Regione
Toccherà anche Oristano la protesta regionale del comparto agricolo organizzata dall’associazione “Centro studi agricoli Sardegna”: i manifestanti faranno sentire la loro voce davanti alle sedi territoriali dell’Agenzia regionale per il sostegno all’agricoltura del nostro capoluogo e di Nuoro, Iglesias e Sassari. Il sit-in è in programma per lunedì 12 febbraio davanti alla sede Argea di via Cagliari, in contemporanea con la manifestazione regionali prevista a Cagliari alle 11, davanti alla sede dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, in via Pessagno.
Dietro alla manifestazione la volontà di sensibilizzare sulle difficoltà del settore primario dell’Isola. “Questo momento è il peggiore degli ultimi anni per il comparto agricolo e zootecnico dell’Isola. Non basta il latte di pecora pagato a 1,80 euro per risolvere i problemi dell’agricoltura e dell’allevamento sardo”, afferma Tore Piana, presidente del Centro studi agricoli. “Con l’ingresso del nuovo ciclo della PAC, dal 1° gennaio 2023 si sono imposte regole che in Sardegna sono quasi impossibili da applicare. Mi riferisco alla condizionalità rafforzata, al rispetto di norme sull’ambiente, sull’utilizzo di trattori a movimento elettrico, a vincoli sempre più restrittivi che hanno aumentato a dismisura la burocrazia e conseguentemente creato anomalie sulle domande di aiuto dei fondi PAC, con il conseguente ritardo o blocco del pagamento dei premi sia in anticipo che a saldo”.
“È doveroso aggiungere i ritardi, anche di anni, sui pagamenti delle misure a investimento del PSR e oggi CSR. Si stanno ancora istruendo e pagando misure della 4.1 del bando 2017”, ha aggiunto Piana. “Se a questo aggiungiamo la difficoltà dell’allevatore sardo nella gestione delle terre civiche a lui affidate dai comuni, si capisce il grado di malessere che si registra nel mondo delle campagne, dove il più delle volte le produzioni agricole vengono vendute a prezzi poco o per niente remunerativi. Non si possono poi dimenticare le oramai persistenti presenze di virus come la Lingua blu su ovini e bovini, danni da cavallette e da persistenti siccità. Possiamo dire che l’agricoltura sarda si avvia al collasso”.
La protesta potrebbe contribuire a risvegliare le coscienze. “Tutto questo avviene nell’indifferenza di tutti, dalla politica alla opinione pubblica, che nel recente immaginario è convinta che a questo comparto arrivino numerosi e troppi finanziamenti. Senza agricoltura e allevamento non si mangia”, ha spiegato Piana. “Qui serve una moratoria di almeno 5 anni per sanare i debiti degli imprenditori agricoli con Inps e banche, e contemporaneamente approvare un piano di rilancio di lungo respiro, che guardi ai prossimi 10 anni e che dia certezze a chi investe nel comparto agricolo”.
“Siamo convinti che in Sardegna per il comparto agricolo ci possa essere ancora un futuro ed è per questo che abbiamo organizzato una manifestazione di protesta regionale che deve anche essere un grido di dolore, necessario a sensibilizzare le istituzioni sia regionali che nazionali, ma anche l’opinione pubblica che deve conoscere la reale situazione dell’agricoltura”, ha concluso il presidente del Centro studi Agricoli. “Consegneremo a tutti i candidati alla carica di presidente della Regione una nostra proposta sulla soluzione delle problematiche dell’agricoltura e dell’allevamento in Sardegna”.
La locandina della manifestazione
Venerdì, 26 gennaio 2024
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