Formazione, Pretto (CUOA): "Con nostri master alta qualità e attenzione a cultura d’impresa moderna"

“Il vero valore di un master CUOA risiede innanzitutto nell’alta qualità dell’offerta formativa, e nella costante attività di sensibilizzazione e informazione sui temi che riguardano la cultura d’impresa moderna”. Lo afferma Alice Pretto, presidente dell'Associazione alunni CUOA, al Graduation day 2025, organizzato al Teatro comunale di Vicenza, durante il quale 224 studenti hanno ricevuto il diploma.
Agli alunni della business school con la più antica tradizione in Italia vengono infatti fornite “conoscenze solide e concrete, capaci di generare un impatto positivo nel mondo del lavoro - spiega Pretto - ciò che rende davvero unico il Master CUOA è la possibilità di entrare a far parte di una community affiatata, composta da oltre 6.000 persone tra giovani laureati, manager, professionisti e imprenditori, un network esteso che ha l’obiettivo di offrire occasioni di confronto e formazione continua”.
L’esperienza CUOA non si esaurisce quindi al termine del master, ma “prosegue nel tempo grazie alle relazioni costruite, agli eventi dedicati e alla continua apertura a nuove occasioni di sviluppo personale e professionale” conclude. Nella serata della cerimonia dei diplomi si è tenuta anche la trentesima edizione della consegna del Master honoris causa of business administration, la speciale onorificenza di CUOA che esalta e valorizza il merito e la carriera di personalità di spicco del panorama imprenditoriale e manageriale nazionale. Ad esserne insignito è stato Giovanni Ferrero, Presidente del Gruppo Ferrero.

"Il 'Graduation day' non è soltanto un momento di festa, è anche l’occasione per ricordare il ruolo che CUOA ha nel sostenere i talenti e nel formare i leader del futuro. Da quasi 70 anni, infatti, la nostra business school accompagna la crescita di persone e imprese con una formazione che unisce concretezza, visione e innovazione. Vedere i nostri studenti arrivare a questo traguardo ci rende orgogliosi”. Sono le parole di Federico Visentin, presidente di CUOA business school, in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi ai 224 studenti che concludono la propria formazione presso la scuola di management di più antica tradizione in Italia, svoltasi al Teatro comunale di Vicenza.
“Questa giornata è un modo per riconoscere il loro percorso e un’occasione per rinnovare il nostro impegno nell’offrire strumenti e opportunità che permettano di portare un impatto positivo nel mondo del lavoro", prosegue Visentin. "È questo lo spirito che guida da sempre CUOA, la nostra storia e il nostro modo di fare formazione, e continuerà a farlo anche in futuro”, conclude.
Il Graduation day non è stato il solo focus della giornata organizzata da CUOA. Si sono infatti celebrati anche i 30 anni del Master honoris causa of business administration, la speciale onorificenza con cui CUOA valorizza merito e carriera di profili di spicco del panorama imprenditoriale e manageriale italiano. A ritirare il riconoscimento per l’edizione 2025 è stato Giovanni Ferrero, presidente del Gruppo Ferrero.
Dal sud Sardegna all'Oristanese tra storia e uliveti secolari... Dal presunto flirt con Berlusoni al rapporto complicato con il padre. Sabrina Salerno ospite a Belve, nella puntata in onda oggi, martedì 2 dicembre su Raidue, risponde alle domande di Francesca Fagnani. “Quanto c’è di vero in quel gossip?” chiede Fagnani sul ‘noto’ flirt con Silvio Berlusconi. “Non sono mai stata la sua amante” risponde la cantante di ‘Boys’ che aggiunge: “Hanno creato un alone di mistero su questa cosa. Lui era affascinato dalla bellezza, io ero un po' sfrontata. Mi impose al programma ‘Premiatissima’. Oggi se sono qua è anche grazie a lui, gli sono molto riconoscente”.
Sul difficile rapporto col padre Salerno confessa: “L’ho conosciuto solo a 12 anni, non ha voluto riconoscermi”. “Lei ha chiesto il test del Dna?” domanda la giornalista. “Non volevo, ma disse cose orrende su di me e così ho deciso: abbiamo fatto il test e sono risultata sua figlia. Dal notaio mi ha abbracciato, ma appena usciti mi ha chiesto di non rivelare il suo cognome” spiega Salerno. “Lo ha sempre protetto?” chiede Fagnani. “Era un uomo in carriera, un personaggio in vista della finanza” la sua risposta.
A Francesca Fagnani, poi, Salerno fa una sorprendente rivelazione: “Mi sono innamorata di un cantante italiano che ha fatto la storia della musica”. “Ci dica chi è” indaga Fagnani. “No. È amatissimo, uno che fa gli stadi”. “Baglioni” dice la giornalista e Salerno, dopo una pausa, con un sorriso titubante prova a glissare: “Lei è tremenda Fagnani…”.

A ottobre il tasso di disoccupazione scende al 6,0% (-0,2 punti), quello giovanile al 19,8% (-1,9 punti). Diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-3,7%, pari a -59mila unità), tale andamento riguarda gli uomini, le donne e tutte le classi d’età. Lo rileva l'istat. La sostanziale stabilità degli inattivi tra i 15 e i 64 anni, che interessa entrambi i generi, è sintesi della crescita tra i 15-34enni e della diminuzione tra chi ha almeno 35 anni di età. Il tasso di inattività è invariato al 33,2%.
A ottobre 75 mila nuovi occupati (+0,3%), tasso sale al 62,7%
A ottobre, su base mensile, la crescita degli occupati si associa al calo dei disoccupati e alla sostanziale stabilità degli inattivi. L’aumento degli occupati (+0,3%, pari a +75mila unità) coinvolge gli uomini, le donne, i dipendenti, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni che risultano in diminuzione. Il tasso di occupazione sale al 62,7% (+0,1 punti).
Confrontando il trimestre agosto-ottobre 2025 con quello precedente (maggio-luglio) si registra una sostanziale stabilità nel numero di occupati, rileva ancora l'istat (dati provvisori) nel bollettino flash su occupati e disoccupati. Rispetto al trimestre precedente, diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-4,4%, pari a -71mila unità) e aumentano gli inattivi di 15-64 anni (+0,5%, pari a +61mila unità).
A ottobre 2025, il numero di occupati supera quello di ottobre 2024 dello 0,9% (+224mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne e chi ha almeno 50 anni, a fronte della diminuzione nelle altre classi d’età. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 0,4 punti percentuali. Rispetto a ottobre 2024, cala sia il numero di persone in cerca di lavoro (-2,2%, pari a -34mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,4%, pari a -171mila unità).
"Il numero di occupati, pari a 24 milioni 208mila, è in crescita rispetto al mese precedente. L’aumento coinvolge sia i dipendenti permanenti (16 milioni 468mila) e a termine (2 milioni 514mila) sia gli autonomi (5 milioni 227mila)" commenta l'Istat. Inoltre, l'aumento dell'occupazione su base annua, con +224mila unità, è la "sintesi della crescita dei dipendenti permanenti (+288mila) e degli autonomi (+123mila) e del calo dei dipendenti a termine (-188mila)".
Calderone: "Trend resta positivo"
"I dati Istat di oggi confermano un trend molto positivo per il mondo del lavoro del nostro Paese: aumenta l'occupazione, in particolare modo quella stabile, il tasso di disoccupazione scende ed è in media europea. Cala anche la disoccupazione giovanile. Il 62,7% di occupazione è un dato che conferma la validità della strategia adottata dal governo in questi ultimi tre anni. Il nostro lavoro va avanti, per migliorare ulteriormente questi dati positivi e accompagnare sempre più persone verso il lavoro", afferma il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone commentando i dati.

Dal flirt con Berlusoni al rapporto complicato con il padre. Sabrina Salerno ospite a Belve, nella puntata in onda oggi, martedì 2 dicembre su Raidue, risponde alle domande di Francesca Fagnani.
“Quanto c’è di vero in quel gossip?” chiede Fagnani sul ‘noto’ flirt con Silvio Berlusconi. “Non sono mai stata la sua amante” risponde la cantante di ‘Boys’ che aggiunge: “Hanno creato un alone di mistero su questa cosa. Lui era affascinato dalla bellezza, io ero un po' sfrontata. Mi impose al programma ‘Premiatissima’. Oggi se sono qua è anche grazie a lui, gli sono molto riconoscente”.
Sul difficile rapporto col padre a Fagnani confessa: “L’ho conosciuto solo a 12 anni, non ha voluto riconoscermi”. “Lei ha chiesto il test del DNA?” domanda la giornalista. “Non volevo, ma disse cose orrende su di me e così ho deciso: abbiamo fatto il test e sono risulta sua figlia. Dal notaio mi ha abbracciato, ma appena usciti mi ha chiesto di non rivelare il suo cognome” spiega Salerno. “Lo ha sempre protetto?” chiede Fagnani. “Era un uomo in carriera, un personaggio in vista della finanza” la sua risposta.
A Francesca Fagnani, poi, Salerno fa una sorprendente rivelazione: “Mi sono innamorata di un cantante italiano che ha fatto la storia della musica”. “Ci dica chi è” indaga Fagnani. “No. È amatissimo, uno che fa gli stadi”. “Baglioni” dice la giornalista e Salerno, dopo una pausa, con un sorriso titubante prova a glissare: “Lei è tremenda Fagnani…”.

Nel mondo, oggi, i medici prescrivono il contatto con la natura come supporto nel trattamento della depressione, dell’ansia o dello stress cronico. In alcuni Paesi, perfino le visite a musei e gallerie d’arte vengono rimborsate, mentre gli effetti terapeutici dell’arte diventano oggetto di studi sempre più approfonditi. Infine, è di recente diffusione la notizia secondo la quale in Svezia i medici possono prescrivere viaggi per risolvere problemi di salute.
E lo spazio che ci circonda? Il modo in cui sono progettate le nostre case, le scuole, i luoghi di lavoro e gli spazi condivisi incide concretamente sul nostro andamento, sul benessere quotidiano e sulla qualità della vita nel lungo periodo. È quanto emerge negli ultimi anni dai numerosi studi applicati alle neuroscienze, che hanno analizzato la struttura, il funzionamento e lo sviluppo del sistema nervoso, in particolare del cervello in risposta ad alcuni stimoli esterni legati all’ambiente in cui viviamo.
Natalia Olszewska – dottoressa e neuroscienziata, specialista nell’applicazione delle neuroscienze alla progettazione architettonica – ha dedicato numerosi anni nello studio di come l’ambiente costruito abbia un potenziale enorme nel proteggerci, nel ridurre i fattori di rischio e nel sostenere il nostro equilibrio psicofisico.
“Molti dei disturbi più comuni nei Paesi industrializzati sono quelli che chiamiamo malattie croniche “civili” sono influenzati da fattori ambientali: stress cronico, scarsa qualità dell’aria, rumore costante, ritmi circadiani alterati, spazi che non favoriscono movimento, socialità o recupero mentale. Organizzazioni internazionali stimano da anni che una quota molto significativa del carico globale di malattia sia riconducibile all’ambiente costruito e alla qualità dell’ambiente in cui viviamo. Le stime più comunemente citate parlano di una percentuale nell’ordine di circa un quinto del carico complessivo: un dato che, anche se può variare da paese a paese, dà un’idea della dimensione del fenomeno", afferma Natalia Olszewska.
Tra i fattori ambientali, la luce naturale è uno dei principali sincronizzatori dei nostri ritmi biologici: se non correttamente regolata, aumenta drasticamente le probabilità di sviluppare malattie. Assenza di luce naturale o sovraesposizione alla luce artificiale possono danneggiare il nostro corpo influenzando il ciclo sonno-veglia, il sistema nervoso, l’attenzione, la produzione ormonale e persino la risposta immunitaria.
L’Iarc (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha evidenziato una serie di rischi per la salute associati al lavoro a turni basandosi sull’ipotesi della luce notturna. Diversi studi hanno dimostrato che l’alterazione dei ritmi circadiani e l’impatto sulla produzione di melatonina, oltre a essere un ormone, agiscono infatti come un importante “spazzino” delle specie reattive dell’ossigeno e svolgerebbe un ruolo centrale nei processi patologici legati allo sviluppo di malattie come il cancro. Poiché viene prodotta principalmente durante la notte ed è inibita dall’esposizione alla luce, l’ipotesi – ancora in fase di studio – suggerisce che il processo di formazione e sviluppo di un tumore possa risultare più probabile quando le persone sono esposte alla luce artificiale nelle ore notturne.
Anche il rumore è salito sul podio delle fonti più pericolose per la nostra salute. Secondo le ultime stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea) più di un cittadino su cinque nell’Ue è esposto a livelli cronici nocivi di rumore ambientale, e il numero è più alto nelle aree urbane. La principale causa del rumore è il trasporto stradale, seguito dal quello ferroviario e aeroportuale. Secondo l’Aea, l’esposizione prolungata contribuisce ogni anno a 48mila nuovi casi di malattie cardiache e a 12mila decessi prematuri in Europa. Inoltre, si stima che oltre 22 milioni di persone soffrano di forte fastidio cronico e 6,5 milioni presentino problemi di sonno.
E la qualità dell’aria non è da meno. Ogni giorno respiriamo migliaia di litri d’aria e ciò che è presente negli ambienti interni entra direttamente nei nostri polmoni e nel nostro sistema circolatorio. Le polveri sottili e i composti chimici presenti nell’aria possono influire sulla salute respiratoria e cardiovascolare, e alcune sostanze sono in grado di raggiungere il cervello, con effetti sulla funzione cognitiva. Sempre secondo l’Agenzia ambientale europea, oltre 200.000 i decessi prematuri sono attribuibili al solo particolato fine (pm2,5), un contaminante individuato a livelli di pericolo per la salute umana nella quasi totalità (>90%) delle aree urbane europee.
La lista dei fattori nocivi sarebbe ancora più lunga ma in tutto questo c’è una buona notizia e si chiama progettazione salutare. Attraverso un approccio alla progettazione degli spazi che mette al centro il benessere fisico, mentale ed emotivo delle persone si può riuscire a migliorarne la salute, ridurre determinati rischi e quindi allungarne la vita.
Il design non è solo un fattore estetico, esso può essere utilizzato anche per fare prevenzione, e gli approcci clinici lo confermano: gli stimoli ambientali possono essere terapeutici e abbiamo bisogno di spazi che rispettino la nostra fisiologia, favoriscano equilibrio, concentrazione e recupero mentale.
“Oggi sappiamo che alcuni elementi dell’ambiente come la luce, il suono e il contatto con la natura non influenzano solo il nostro benessere quotidiano, ma possono diventare veri e propri strumenti terapeutici. In ambito clinico esistono già diverse terapie che si basano esattamente su questi fattori, con effetti documentati sul sistema nervoso e sull’equilibrio psicofisico. La luminoterapia, per esempio, è uno dei trattamenti più studiati per i disturbi dell’umore stagionali. Utilizza una luce bianca molto intensa, che imita la luminosità solare, per risincronizzare i ritmi circadiani, migliorare i livelli di energia e stabilizzare l’umore. In molti casi è considerata una terapia di prima scelta, proprio perché agisce sul nostro orologio biologico in modo naturale e profondo”, spiega.
Uno studio ha, inoltre, dimostrato che le persone che lavorano in ambienti con accesso alla luce naturale dormono in media 46 minuti in più ogni notte, hanno un umore migliore e una maggiore produttività durante la giornata, rispetto ai lavoratori degli uffici senza finestre.
“Nel panorama del design orientato al benessere emergono esempi virtuosi che integrano questi principi in modo autentico - continua Olszewska - Oknoplast rappresenta un caso interessante: ha posto al centro della propria cultura progettuale qualità della luce, dell’aria e comfort acustico, considerando la finestra non solo un elemento tecnico, ma un fattore che influisce su salute, concentrazione, sonno e stress, anche grazie alla ventilazione”.
Oknoplast è uno dei principali produttori europei di serramenti in pvc e alluminio, con oltre 2,3 milioni di finestre prodotte ogni anno in 5 stabilimenti tra Polonia e Spagna, che in 30 anni di attività ha sempre mantenuto ben lucido il proprio obiettivo, sviluppando costantemente nuove tecnologie e soluzioni estetiche per soddisfare le richieste dei clienti di tutto il mondo. Una menzione d’onore va alla linea di finestre Prolux, recentemente ampliata dall’azienda, che, grazie a una combinazione di fattori - assenza di fermavetro, profilo ridotto, vetro incollato direttamente sul profilo - massimizza l’ingresso di luce naturale per un effetto open view. Non solo infissi, ma anche soluzioni tecnologiche sempre più votate al wellness.
Qualche anno fa il Gruppo ha ideato windAIR, un prodotto fortemente innovativo, volto a risolvere in maniera efficace una delle esigenze che tutti abbiamo: la qualità dell’aria all’interno della nostra casa. Si tratta di un sistema di microventilazione applicato direttamente agli infissi in pvc del brand che, grazie a un’apertura di soli 6 mm lungo tutto il perimetro tra anta e telaio della finestra che si attiva facilmente ruotando la maniglia di 180°, garantisce naturalmente un corretto ricircolo d’aria a fronte di una minima dispersione di calore. Una soluzione efficace, salutare e sostenibile. Ma quanto una casa progettata per il benessere abitativo, che segue la neuroarchitettura, è automaticamente anche più sostenibile? “Benessere abitativo e sostenibilità non sono due temi separati: in realtà si rafforzano a vicenda”, spiega Olszewska. “Un edificio che lascia entrare molta luce naturale, che è ben ventilato, che usa materiali sicuri e che richiede meno energia per essere confortevole è un edificio che fa bene sia alle persone che al pianeta. Meno consumi, meno emissioni, più qualità dell’aria e più equilibrio psicofisico”, conclude.
In un altro scontro sulla 130 ferita una 20enne...
Domenica 7 dicembre al ridotto del Lirico di Cagliari... 
''Oggi Alis rappresenta 2.450 soci e 476.000 lavoratori, uomini e donne straordinari, e anche 150 miliardi di euro di fatturato aggregato. Ma dietro questi numeri ci sono persone imprenditori, collaboratori e famiglie ci sono idee e valori condivisi, spirito imprenditoriale e investimenti concreti''. Lo sottolinea Guido Grimaldi, presidente di Alis, in occasione dell'assemblea annuale 2025.
''Viviamo in un'epoca di profondi cambiamenti e nel quadro delle tensioni internazionali abbiamo apprezzato ogni iniziativa volta a favorire la stabilità e la fine delle guerre in particolar modo, guardiamo con speranza la firma dell'accordo di pace per Gaza che segna un passo epocale. Allo stesso modo valutiamo molto positivamente l'annuncio della sospensione degli attacchi utili nel Mar Rosso, un'area a lungo esposto a criticità che hanno messo a rischio le catene di approvvigionamento su scala globale. La sicurezza dei marittimi è garantita dalle donne e dagli uomini delle nostre forze armate e ancora una volta a nome mio, e di tutta l'associazione Alis, va il ringraziamento alla Marina Militare'' prosegue Grimaldi. ''Sentiamo inoltre il dovere di ribadire ancora una volta la necessità che si giunga quanto prima una pace giusta e duratura tra Russia e Ucraina -aggiunge - questi scenari geopolitici, insieme al rallentamento o all'accelerazione della crescita di diverse aree del mondo, stanno realmente ridefinendo rotte commerciali, costi energetici e catene del valore condizionando i mercati e influenzando le prospettive di sviluppo anche per l'Europa''.
''Nonostante questo difficile momento il nostro Paese sta comunque dimostrando un equilibrio in termini di crescita ed occupazione. L'Italia è sta tornando ad assumere un ruolo primario grazie anche all'azione del nostro governo, alla sua forte credibilità in ambito internazionale. E' necessario che l'Europa ritrovi una visione comune scegliendo se essere un attore principale e non un semplice osservatore dei nuovi assetti globali'' sottolinea Grimaldi.
Scelte dell'Europa come "l’ETS e il Fuel-EU Maritime stanno producendo distorsioni concorrenziali, perché applicate solo al trasporto marittimo, e geografiche, perché riguardano solo rotte intra-europee. Queste tassazioni rischiano di penalizzare ulteriormente imprese e cittadini europei. Ad aggravare questa distorsione della concorrenza modale vi è anche il posticipo dell’ETS 2 per il trasporto stradale dal 2027 al 2028". Lo sottolinea nella sua relazione Grimaldi. "Se da un lato - aggiunge - comprendiamo che questa notizia è positiva per le imprese di trasporto su gomma, dall’altro questo rinvio aumenta la differenza prodotta dall’ETS sul trasporto marittimo, alimentando così una concorrenza sleale tra le autostrade del mare ed il trasporto tutto strada".
Grimaldi ha segnalato come "purtroppo, diverse compagnie armatoriali europee lamentano un back shift modale, ossia il ritorno di centinaia di camion al giorno dalle Autostrade del Mare alla strada, facendo così un salto indietro di 30 anni rispetto a chi ha creduto ed investito in queste politiche lungimiranti, come la ex Commissaria europea ai trasporti Loyola de Palacio". "Alis - ha osservato - chiede una maggiore incisività del Governo italiano in Europa affinché si possa lavorare alla revisione della Direttiva ETS o, almeno, affinché a livello nazionale ciò che proviene dal mare, ritorni al mare, cioè che i proventi derivanti dallo shipping vengano reinvestiti totalmente nello stesso settore".
"Non dimentichiamo che vi è inoltre un rischio di doppia tassazione: quella europea già in vigore con l’ETS e quella mondiale che sarà introdotta a breve dall’organizzazione marittima internazionale IMO con il Net Zero Framework. Le imprese marittime che lavorano su traffici europei si troverebbero quindi a dover fronteggiare doppi oneri economici nonché conseguenti distorsioni di mercato ancora più marcate. Tutto ciò preoccupa il nostro cluster marittimo. Qualora i camion dovessero tornare su strada aumenteranno le emissioni e l'incidentalità". "Noi - rivendica- abbiamo sottratto 5,6 milioni di camion dalle autostrade italiane verso l'Europa nel solo 2025 con 135 milioni di tonnellate di merci trasferite e abbiamo abbattuto 5 milioni di tonnellate di CO2''.
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Scalzo, spaventato e seminudo. Saltellava, con mani e piedi legate con fascette da elettricista, in via Salviati a Roma. E' stato trovato così, intorno alle 4 della mattina di oggi, martedì 2 dicembre, un ragazzo di circa 18 anni. Cercava di allontanarsi dal campo rom dove, secondo la ricostruzione effettuata dai vigili che lo hanno salvato, veniva tenuto prigioniero.
Alla vista delle pattuglie il ragazzo, rom anche lui ma residente in una casa popolare assegnata alla sua famiglia, ha rivolto agli agenti una disperata richiesta di aiuto, spiegando di essere in pericolo di vita in quanto alcuni abitanti del campo, probabilmente gli stessi che lo avevano sequestrato, avevano intenzione di ucciderlo.
Sulle dinamiche della vicenda, la cui ricostruzione appare ancora incerta, sono in corso indagini da parte della Direzione Sicurezza Urbana, anche attraverso le immagini che potrebbero essere state riprese dalle telecamere dei vicini uffici della Questura di Roma.

È stato presentato alla Camera dei deputati “L’Olio – Itinerari tra uliveti, paesi e sapori locali. Sud Sardegna e Oristanese”, la nuova guida promossa dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio e dalla Camera di Commercio di Cagliari-Oristano, che racconta il territorio sardo attraverso la cultura dell’extravergine. L’iniziativa, dal titolo “L’Olio come civiltà”, si è svolta nei giorni scorsi nella Sala Matteotti, alla presenza del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, del presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, del presidente dell'Associazione Città dell’Olio Michele Sonnessa e del segretario generale della Camera di Commercio Cristiano Erriu.
“L’olio è una chiave per interpretare la società, è la chiave di chi siamo – ha detto Mulè –. Raccontiamo attraverso l’olio la nostra identità più profonda. Gli itinerari di questa guida esaltano una cultura e un paesaggio che meritano di essere riconosciuti come patrimonio universale”.
Guerri ha sottolineato come “l’olio sia civiltà e memoria. Valorizzarlo attraverso un’opera editoriale di questo livello è un gesto di grande intelligenza culturale: la letteratura può e deve venire in soccorso al consumo”.
Per Erriu la pubblicazione “è il risultato di un lavoro corale tra istituzioni e comunità locali, un’operazione culturale che mira a creare un vero prodotto turistico, basato su conoscenza e partecipazione”.
Secondo Sonnessa, l’extravergine “non è solo un prodotto, ma un linguaggio che parla di cultura, biodiversità, paesaggio e sostenibilità. Raccontarlo significa raccontare l’Italia delle radici e delle identità locali”.
Curata scientificamente da Giuseppina Scorrano, la guida propone itinerari tra oltre venti comuni del Sud Sardegna e dell’Oristanese, offrendo un viaggio tra oliveti secolari, paesaggi, saperi e comunità: un progetto editoriale che unisce turismo, cultura e sviluppo sostenibile.

Crescita "modesta" per l'Italia: il pil è previsto risalire lievemente dal +0,5% del 2025 a +0,6% in 2026 e +0,7% ne 2027. Lo rileva l'Ocse nell'Outlook, peggiorando la stima di quest'anno rispetto al +0,6% diffuso il 23 settembre e confermando quella per il prossimo anno.
"Una maggiore certezza, migliori condizioni di prestito e la continua attuazione dei progetti del Pnrr dovrebbero favorire maggiori investimenti delle imprese e una maggiore domanda dei consumatori nel 2027", si legge.
"Le esportazioni deboli a seguito dell'aumento delle tariffe globali e del calo dei consumi delle famiglie, nonostante l'aumento dei redditi reali, freneranno la crescita a breve termine. Si prevede che l'aumento degli investimenti pubblici sosterrà la crescita fino al 2026, sostenuto dall'accelerazione dell'erogazione dei fondi del Programma nazionale di ripresa e resilienza prima della scadenza, prima di rallentare nel 2027". Per l'Ocse i rischi sono "sostanzialmente bilanciati". "Se i recenti miglioramenti della sostenibilità fiscale si rivelassero di breve durata e gli spread dei tassi di interesse si ampliassero nuovamente, o se la debolezza dei principali partner commerciali si prolungasse, le prospettive potrebbero deteriorarsi. Al contrario, miglioramenti strutturali più forti del previsto nelle condizioni di investimento potrebbero stimolare la crescita".
Deficit 2025 al 2,9%
Il deficit italiano dovrebbe scendere al 2,9% del pil nel 2025, grazie soprattutto all'aumento delle entrate Irpef e dei contributi previdenziali, dovuto alla forza del mercato del lavoro e a una spesa inferiore al previsto degli incentivi per l'edilizia.
Il disavanzo dovrebbe scendere al 2,7% nel 2026 e al 2,6% nel 2027. Il surplus di bilancio primario aumenterà dello 0,6% del pil tra il 2025 e il 2027, raggiungendo l'1,3%, in linea con il percorso delineato nella strategia fiscale strutturale a medio termine per un surplus di bilancio primario strutturale del 2,1% entro il 2029. Il debito pubblico passerà dal 136,2% del pil nel 2025 al 137,7 nel 2026 e scenderà lievemente al 137,4% nel 2027 a causa del Superbonus che verrà registrato nello stock del debito. L' erogazione del Pnrr accelererà prima della scadenza di fine 2026, anche se altri investimenti pubblici potrebbero registrare una ripresa nel 2027.
No dietrofront pensioni
In Italia "un'ulteriore riduzione del disavanzo di bilancio e la stabilizzazione del rapporto debito pubblico/pil, in linea con la strategia di bilancio strutturale di medio termine e con gli impegni assunti a livello europeo, consentirebbero di ridurre il costo del debito pubblico italiano e favorirebbero la sostenibilità delle finanze pubbliche e l'equità intergenerazionale", scrive l'Ocse, ammettendo tuttavia in un atro passaggio che il consolidamento dei conti sta "frenando la crescita".
"A tal fine - si aggiunge - sarà necessario mantenere le entrate, migliorare l'efficienza della spesa e mantenere le misure adottate di recente per contenere la spesa pensionistica. Migliorare il mix di politiche fiscali può sostenere la spesa delle famiglie e incoraggiare l'occupazione. Una maggiore certezza normativa e dei processi di approvazione, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture di generazione e trasmissione delle energie rinnovabili, può stimolare gli investimenti privati".
Fragilità crescita, da dazi rialzo prezzi
La crescita globale appare resiliente la con fragilità crescenti, legate ai dazi che si tradurranno gradualmente in un rialzo dei prezzi ed un rallentamento di consumi e investimenti. "L'economia globale - afferma il segretario generale Ocse Mathias Cormann nell'editoriale di apertura- ha dimostrato resilienza quest'anno, nonostante i timori di un rallentamento più marcato a seguito dell'aumento delle barriere commerciali e della significativa incertezza politica. L'attività si è mantenuta grazie" al gioco di anticipo nella produzione e negli scambi per contenere l'impatto dei dazi, "ai forti investimenti legati all'intelligenza artificiale e alle politiche fiscali e monetarie di sostegno". Tuttavia, "la crescita del commercio globale ha subito un rallentamento nel secondo trimestre di quest'anno e prevediamo che l'aumento dei dazi doganali si tradurrà gradualmente in un aumento dei prezzi, riducendo la crescita dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese", avverte il segretario generale Ocse. "I mercati del lavoro sono ancora relativamente rigidi, ma mostrano segni di allentamento, poiché le offerte di lavoro sono tornate ai livelli pre-pandemia del 2019".
Riforme e taglio debito, allarme dazi e incertezza
"La disciplina di bilancio è necessaria per affrontare il debito pubblico elevato e in aumento e mantenere lo spazio di manovra fiscale per reagire agli shock", afferma Cormann. "Le prospettive economiche dell'Ocse - sottolinea - prevedono un impatto negativo relativamente lieve dei recenti shock commerciali e dell' elevata incertezza sull'economia globale. I responsabili politici devono affrontare le fragilità sottostanti, portare avanti le riforme strutturali e ottimizzare le finanze pubbliche, al fine di rafforzare in modo duraturo le prospettive di crescita e gli standard di vita".
"Revisioni sistematiche e regolari della spesa, pratiche di appalto pubblico rafforzate, una maggiore adozione della tecnologia digitale nella pubblica amministrazione e una migliore destinazione dei benefici sociali migliorerebbero l'efficienza della spesa pubblica e libererebbero risorse da destinare ad aree che sostengono meglio le opportunità e la crescita", aggiunge. Inoltre "riforme strutturali ambiziose sono importanti per sbloccare prospettive di crescita economica più solide", afferma, rilevando che l'attuale crescita potenziale del pil pro capite nell'Ocse è stimata all'1,4%, in calo rispetto al 2,2% circa della fine degli anni '90. "Le riforme politiche che riducono la burocrazia, semplificano le normative e abbassano le barriere all'ingresso nei settori dei servizi sono fondamentali per migliorare la concorrenza, l'innovazione, la produttività e il dinamismo delle imprese", prosegue Cormann.
Su spesa e fisco preservare deboli, riforme per imprese e competenze
Nelle sue raccomandazioni l'Ocse sollecita quindi i governi a "garantire la sostenibilità del debito a lungo termine e mantenere la capacità di reagire a shock futuri". In questa cornice, si ribadisce nel documento, "saranno essenziali maggiori sforzi per contenere e riallocare la spesa, migliorare l'efficienza del settore pubblico e aumentare le entrate, nell'ambito di percorsi di aggiustamento credibili a medio termine specifici per ciascun paese, affinché l'onere del debito rimanga gestibile e si conservino le risorse necessarie per affrontare le sfide di spesa a più lungo termine".
E ancora: "le scelte in materia di spesa e fiscalità dovrebbero concentrarsi sulla necessità di rafforzare la crescita economica sostenibile, preservando al contempo un sostegno adeguato a chi ne ha bisogno". L'Ocse ribadisce che "l'aumento del protezionismo, l'incertezza geopolitica e le deboli prospettive di crescita rafforzano la necessità di riforme strutturali ambiziose che migliorino il tenore di vita, aumentino la resilienza e contribuiscano a migliorare le prospettive di sostenibilità del debito". In questa prospettiva l'Ocse invita a prevede "riforme che migliorano gli incentivi e la capacità delle imprese di innovare e crescere e la capacità dei lavoratori di spostarsi verso quei settori dell'economia in cui le loro competenze sono più necessarie". Inoltre "le riforme della regolamentazione del settore finanziario possono anche sostenere un'allocazione più efficiente del capitale e contribuire a rafforzare le economie contro i rischi sistemici", si aggiunge.
La certezza del diritto come chiave crescita
Nel nuovo Outlook Ocse si sottolinea che "per sostenere la crescita è necessario ridurre l'incertezza giuridica": una regolamentazione "eccessiva o imprevedibile può pesare sull'attività economica, norme chiare e ben concepite possono sostenere la crescita perché i quadri normativi sono stabili e lo stock complessivo di regolamenti rimane gestibile".
E qui l'Ocse cita l'annosa nota dolente della giungla normativa dell'Italia. "Ad esempio, i dati relativi all'Italia suggeriscono che la crescente complessità dei testi giuridici sembra aver generato incertezza nell'applicazione delle normative per le imprese, il che potrebbe aver ridotto il pil pro capite di oltre il 3% negli ultimi 20 anni a causa della minore crescita e degli investimenti delle imprese".

Fondazione Arisla, il principale ente non profit che finanzia ricerca sulla Sclerosi laterale amiorofica in Italia, annuncia un nuovo finanziamento di 830.000 euro per lo sviluppo di 6 progetti innovativi, selezionati con il Bando 2025. Il Bando era rivolto a ricercatori di università italiane e di istituti di ricerca pubblici e privati italiani non profit, che potevano applicare nelle aree di ricerca di base, preclinica o clinica osservazionale riguardanti la Sla, gravissima malattia neurodegenerativa: chi ne è affetto è progressivamente privato della parola e della capacità di muoversi e respirare autonomamente e solo in Italia sono circa 6mila le persone colpite. La ricerca scientifica rappresenta lo strumento essenziale per trovare terapie efficaci per contrastarla.
"I nuovi progetti rispondono alle priorità delineate nel nostro Piano strategico della ricerca – sottolinea la presidente di Arisla, Lucia Monaco – con cui abbiamo voluto potenziare la collaborazione tra ricercatori di base e clinici e stimolare la proposta di progetti con maggiore potenzialità di impatto e ricaduta sui pazienti. Con questi studi puntiamo ad accrescere la conoscenza in ambiti cruciali della Sla, individuati anche a livello internazionale, nell’ottica di una ricerca sempre più sinergica e quindi efficace. Il nostro obiettivo è di continuare a supportare ricerca d’eccellenza, per favorire il progresso verso lo sviluppo clinico di terapie che diano risposte concrete ai bisogni della comunità dei pazienti".
Con questo ultimo finanziamento - informa una nota - la Fondazione raggiunge la quota di 17,8 milioni di euro stanziati per la ricerca, frutto del prezioso supporto di quanti credono nel valore della ricerca. Fondamentale il sostegno dei quattro soci fondatori, quali Aisla, Fondazione Cariplo, Fondazione Telethon e Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus. In oltre quindici anni di attività, Arisla ha supportato 160 gruppi di ricerca e 115 progetti, distribuiti su tutto il territorio italiano, a cui si vanno ad aggiungere 5 nuovi gruppi di ricerca e 6 progetti. I progetti già finanziati hanno generato oltre 400 pubblicazioni scientifiche, un dato importante che evidenza la qualità degli studi supportati e l’elevato impatto sulla comunità scientifica internazionale.
"I nuovi progetti sono stati selezionati con un processo molto rigoroso, condotto da esperti internazionali, che ha premiato il merito scientifico – afferma Anna Ambrosini, Responsabile scientifico di Fondazione Arisla –. Le tematiche su cui si focalizzeranno sono di rilevante interesse: biomarcatori, fondamentali per una diagnosi tempestiva e il monitoraggio dell’evoluzione della malattia, nuovi modelli per lo studio della Sla, studio di meccanismi neurodegenerativi e sviluppo di terapie innovative specifiche per mutazioni in geni che causano la Sla, come quelle che codificano per le proteine TDP-43 e TBK1. Con i nuovi studi, Arisla sta inoltre supportando giovani ricercatori e attraendo esperti provenienti da altri ambiti che portano nuove competenze per lo studio della Sla".
Sono 11 i gruppi di ricerca coinvolti dai nuovi progetti di ricerca (di cui 6 già precedentemente finanziati), distribuiti nelle città di Bari, Brescia, Genova, Milano, Monza, Napoli, Roma e Torino. Si tratta di tre studi pluriennali e multicentrici (Full Grant), che svilupperanno ambiti di ricerca promettenti, basati su solidi dati preliminari, e tre progetti annuali (Pilot Grant), che sperimenteranno idee innovative ed originali. Due progetti - si legge- sono focalizzati sull’identificazione di nuovi biomarcatori per diagnosticare in modo tempestivo la Sla e monitorarne la progressione. È l’obiettivo del progetto 'Dorals', coordinato da Marta Fumagalli dell’Università degli Studi di Milano, con partner Tiziana Bonifacino dell’Università degli Studi di Genova, Stefania Corti di Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano e Claudia Verderio dell’Istituto di Neuroscienze, Cnr, Vedano al Lambro (MB). Questo studio verificherà se un particolare tipo di vescicole extracellulari (particelle prodotte da quasi tutte le cellule per comunicare tra loro e misurabili anche nel plasma), generate dagli oligodendrociti, un tipo di cellule non neuronali che supportano il sistema nervoso centrale, possano rappresentare un biomarcatore di malattia.
Lo studio 'Flair-Als', coordinato da Umberto Manera dell’Università degli Studi di Torino, valuterà il declino della funzione respiratoria nei pazienti con Sla impiegando tecniche innovative e analisi basate sulla intelligenza artificiale. Si tratta di uno studio clinico di grande rilevanza per i pazienti in quanto fornirà strumenti personalizzati per la previsione tempestiva del decorso della malattia per intervenire con misure di cura adeguate.
Due progetti pluriennali si concentreranno sullo sviluppo di terapie focalizzate su specifiche mutazioni genetiche. Lo studio ‘GenTher_TBK1’, coordinato da Valeria Gerbino del Santa Lucia IRCCS di Roma, si occuperà di ripristinare il corretto funzionamento del gene TBK1, fondamentale nel mantenere in salute i neuroni, in quanto aiuta ad eliminare le proteine danneggiate e a regolare l’infiammazione nel cervello e nel midollo spinale. Il progetto 'Prestigious’ si focalizza su alcune mutazioni specifiche del gene TARDBP, che codifica per la proteina TDP-43, che ha un ruolo centrale nella patogenesi della Sla per studiare un nuovo approccio terapeutico basato sulla correzione sito-specifica dell’Rna. A coordinare questo studio è Ernesto Picardi dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, con partner Alessandro Barbon, Università degli Studi di Brescia, e Antonia Ratti, Università degli Studi di Milano, Irccs Istituto Auxologico Italiano di Milano.
Gian Giacomo Consalez dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano con il progetto ‘CreTDP-43’ lavorerà alla validazione di un nuovo modello murino basato sulla mutazione del gene TARDBP A382T, che riproduca le caratteristiche genetiche e patologiche della Sla. Lo studio pilota 'Pfn1-Als', coordinato da Alfonso De Simone dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, esaminerà il comportamento della proteina Profilina-1, una proteina strutturale dei neuroni, alcune mutazioni della quale causano la formazione di aggregati tossici nei neuroni e sono responsabili di forme ereditarie e sporadiche di Sla.
Per la 30/a volta Regione presente ad Artigiano in Fiera dal 6...
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"La logistica non è un semplice comparto produttivo, ma è il primo fattore abilitante dello sviluppo e richiede sempre più una programmazione, una visione strategica. Bisogna velocizzare i processi e tagliare la burocrazia inutile: da gennaio nella Regione Lazio partirà la zona logistica semplificata, la Zls, e questo sicuramente sarà un valore aggiunto in generale ma anche per tutto il sistema della logistica. Intendiamo poi varare un nuovo piano strategico della logistica e dei trasporti, che punti soprattutto sull'innovazione, sulle competenze, sulla digitalizzazione. Vogliamo ragionare su un piano di supporto finanziario, in linea anche con la nuova programmazione europea. Il bilancio comunitario della programmazione 28-34 sarà molto significativo: 2mila miliardi di euro, di cui 500miliardi saranno finalizzati proprio alla competitività, alle connessioni, ai trasporti e alla logistica. Cifre che danno la misura di cambiamenti forti. Il prossimo anno sarà un anno di negoziazioni e decisioni e l'Italia dovrà essere protagonista". Lo ha detto Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio, nel corso dell'Assemblea generale della Alis, associazione logistica dell'intermodalità sostenibile

La procura di Roma è in attesa di una prima informativa della Digos in relazione alle scritte apparse sui muri della sinagoga Beth Michael di via di Villa Pamphili, nel quartiere Monteverde vecchio di Roma. Nel fascicolo, i pm di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore di Francesco Lo Voi, procedono per il reato di danneggiamento aggravato dall’odio razziale.
Nella notte tra domenica e lunedì due persone incappucciate hanno vandalizzato l'esterno della sinagoga Beth Michael di via di Villa Pamphili[1]. Fra le scritte, "Palestina libera", "Monteverde antisionista e antifascista". Inoltre è stata annerita la targa dedicata a Stefano Gaj Taché, ucciso a due anni in un attentato terroristico nella Sinagoga di Roma il 9 ottobre 1982.
La Digos di Roma è al lavoro sulle telecamere installate nella zona che avrebbero ripreso i due responsabili.

In collaborazione con lineonline
I pantaloni da lavoro[1] svolgono un ruolo fondamentale in quanto a sicurezza e comfort ed è per questo che si posizionano in cima alla classifica delle ricerche web nel settore dell’abbigliamento antinfortunistico.
Ma come si riconosce un pantalone da lavoro di qualità?
Le caratteristiche principali da valutare sono ergonomia e protezione ed è essenziale che quest’ultima sia conforme alle normative vigenti in materia di abbigliamento da lavoro[2].
Per aiutare l’utente a scegliere con maggiore consapevolezza, abbiamo deciso di dedicare due sezioni specifiche alle informazioni più utili, sia in fase d’acquisto che in fase di valutazione del capo.
Le normative da tenere a mente
Tutti i pantaloni da lavoro devono essere conformi alla UNI EN ISO 13688, la normativa generale di riferimento per l’abbigliamento professionale. Si tratta dello standard base che certifica che un capo è:
- resistente all’usura
- non tossico o irritante per la pelle
- traspirante
- ergonomico e confortevole
- durevole nel tempo
Se un pantalone riporta questa normativa nell’etichetta, rispetta i requisiti minimi per essere considerato un capo da lavoro sicuro e affidabile.
Tuttavia, è essenziale precisare che a seconda del mestiere, entrano in gioco le norme specifiche che definiscono il livello di protezione necessario per il lavoratore:
- EN ISO 20471 – Alta visibilità: indispensabile per addetti stradali, aeroportuali, soccorritori.
- EN 381-5 – Antitaglio: per boscaioli e operatori che utilizzano motoseghe.
- EN ISO 11612 – Protezione dal calore e fiamme: per saldatori, operai in fonderia e acciaieria.
- EN 13034 – Protezione chimica: per verniciatori e tecnici chimici.
- EN 343 – Protezione da pioggia e maltempo: utile per muratori e tecnici esterni.
- EN 14404 – Protezione delle ginocchia: fondamentale per idraulici, piastrellisti e installatori.
Conoscere queste certificazioni permette di identificare da subito il pantalone più adatto alle proprie esigenze professionali.
Pantaloni da lavoro e stagionalità
La scelta dei pantaloni da lavoro cambia molto a seconda della stagione. Non esiste un modello “migliore in assoluto”, ma quello più adatto al clima in cui si lavora ogni giorno.
Per orientarsi con facilità, può essere utile pensare ai pantaloni da lavoro come a tre grandi categorie e ognuna di queste è progettata per un’esigenza diversa.
Pantaloni invernali
Se si lavora all’aperto durante i mesi freddi, i pantaloni invernali sono praticamente indispensabili. Sono realizzati con tessuti più pesanti, spesso felpati e/o sono dotati di piccole imbottiture interne in grado di trattenere il calore corporeo.
Proteggono in modo ottimale dal vento e dalle basse temperature, evitando così la sensazione di freddo alle gambe che può rendere difficile lavorare per più ore consecutive.
Pantaloni estivi
Chi lavora d’estate o in ambienti caldi, ha bisogno di pantaloni molto più leggeri e traspiranti. Questi modelli favoriscono la ventilazione e aiutano a limitare il sudore e l’umidità, così da mantenere una temperatura più stabile. Spesso includono inserti elasticizzati o zone in tessuto tecnico che accrescono la sensazione di libertà di movimento e impediscono l’accumulo di calore.
Pantaloni 4 stagioni
I pantaloni per tutte le stagioni sono la soluzione più versatile per chi lavora sia in ambienti indoor che outdoor o semplicemente per chi non vuole essere costretto a cambiare pantaloni in base alla stagione in corso. Questi sono infatti progettati per adattarsi a temperature variabili e in quanto tali, non risultano pesanti in estate ma neanche troppo leggeri in inverno. Il loro vantaggio sta nella capacità di unire resistenza, elasticità e traspirabilità.
Come scegliere il modello giusto per te
Come abbiamo visto, la scelta dei pantaloni da lavoro non si riduce mai a un unico fattore in quanto entrano in gioco un insieme di elementi che determinano quale modello sia davvero adatto alla propria professione.
I tre elementi fondamentali sono:
- Il mestiere – Ogni professione ha rischi diversi e richiede normative specifiche.
- L’ambiente di lavoro – Interno, esterno, umido, polveroso, ad alta temperatura.
- La stagionalità – Per garantire comfort e performance in ogni periodo dell’anno.
Bisogna infine riconoscere che oggi il mercato è così ampio da rendere la scelta tutt’altro che immediata. Proprio per questo, affidarsi a rivenditori esperti come Lineonline.it significa individuare con facilità non solo i pantaloni da lavoro più adatti, ma anche le scarpe antinfortunistiche[3] più idonee a ogni esigenza professionale.
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