
(Adnkronos) - Una nuova speranza nella lotta contro l’osteoartrosi, una delle malattie articolari più diffuse e invalidanti al mondo. Un team di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, in collaborazione con centri di ricerca e aziende Europee, ha compiuto un passo promettente verso lo sviluppo di terapie rigenerative capaci di restituire funzionalità e benessere alle articolazioni danneggiate.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Biomaterials, costituisce il traguardo conclusivo del progetto europeo Admaiora, coordinato da Leonardo Ricotti, professore di Bioingegneria della Scuola Sant’Anna. Il gruppo di ricerca è riuscito a dimostrare il potenziale di un trattamento terapeutico all’avanguardia che, attraverso la combinazione tra biomateriali intelligenti e cellule staminali, riduce i livelli infiammatori dell’articolazione e rigenera il tessuto cartilagineo.
Già un anno fa il gruppo di ricerca aveva ottenuto risultati incoraggianti in vitro utilizzando cellule umane in laboratorio. Oggi i ricercatori hanno dimostrato in modelli preclinici che un biomateriale iniettabile caricato con cellule staminali e nanomateriali intelligenti, unito a una stimolazione a ultrasuoni controllata, favorisce la rigenerazione del tessuto artrosico danneggiato e un miglioramento complessivo della salute dell'articolazione del ginocchio.
“È un risultato entusiasmante, che conferma il potenziale della ricerca italiana nel campo delle tecnologie per la medicina rigenerativa – commenta il professore Leonardo Ricotti della Scuola Superiore Sant'Anna – I risultati ottenuti in questo studio hanno confermato l’efficacia di questo paradigma terapeutico, e aprono speranze per la futura cura dei pazienti con osteoartrosi. Allo stesso tempo, è importante sottolineare che serviranno ancora anni di studi e nuovi finanziamenti prima che queste scoperte possano tradursi in terapie concrete per i pazienti.”
La Dottoressa Matilde Tschon, ricercatrice dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, sottolinea che “questi significativi traguardi sono stati raggiunti grazie alla dedizione dei ricercatori e dei medici coinvolti e alle diverse competenze messe in campo, a riprova del valore e dell’importanza della ricerca traslazionale, cioè quella svolta in un ospedale di ricerca come il Rizzoli, condotta anche sul territorio nazionale”.
E la Dottoressa Gina Lisignoli, ricercatrice dell’Istituto Ortopedico Rizzoli aggiunge: “Per passare alla prossima fase di questa importante ricerca ci stiamo attivando al fine di individuare altri fondi. Lo studio condotto ha dimostrato l’efficacia e le incredibili potenzialità di questo trattamento combinato, il prossimo passo sarebbe la pianificazione di un trial, cioè uno studio clinico con i pazienti”. Il progetto Admaiora rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione europea tra università, centri di ricerca e ospedali. La sfida ora è trasformare questi risultati scientifici in soluzioni cliniche in grado di migliorare la qualità della vita delle persone.
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(Adnkronos) - "La sostenibilità indica la nostra rotta, l'acqua è natura portata ai consumatori. Si pensa al vino come frutto del territorio in cui nasce, ma l'acqua minerale è la stessa identica cosa. E' saldamente ancorata al proprio territorio, da cui non prescinde, ha delle caratteristiche uniche che sono il frutto del territorio da cui sgorga e delle caratteristiche che devono essere costanti nel tempo. Quindi per noi fare sostenibilità vuol dire lavorare per essere un'azienda a prova di futuro. Non è qualcosa da cui possiamo prescindere ed è un impegno quotidiano, non è un obiettivo da raggiungere. E' un impegno quotidiano che mettiamo nel nostro modo di fare impresa, nel prenderci cura dell'acqua, nel prenderci cura delle nostre persone e dei territori in cui operiamo. Lo facciamo, lo facciamo attraverso diverse tipologie di iniziative, diverse leve che andiamo ad attivare". Lo ha detto Fabiana Marchini, head sustainability & corporate affairs Gruppo Sanpellegrino, intervenendo intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ tenutosi oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma.
E Marchini ha spiegato nel concreto le attività portate avanti. "Intanto lavoriamo -ha sottolineato- sull'ottimizzazione dei processi industriali e sull'ottimizzazione della gestione della risorsa idrica, è importantissimo. Tutti i nostri stabilimenti sono certificati secondo lo standard internazionale dell'Alliance for water stewardship che attesta la gestione virtuosa e condivisa dalla risorsa idrica. E per noi questo è fondamentale perché l'acqua comunque è vita, è una risorsa fondamentale, infatti perseguiamo il costante efficientamento e il risparmio idrico. Lo facciamo -ha continuato- cercando di mitigare il nostro impatto ambientale, sia in termini di carbon footprint, sia in termini di supporto a un modello di economia circolare. Utilizziamo materiali riciclati nei nostri imballaggi, cerchiamo di evolvere il nostro modello di business adottando una logistica sempre più sostenibile. Quindi sono diverse le leve che attiviamo per poter mitigare il nostro impatto", ha sottolineato.
"E poi, non meno importante, è la gestione di quello che noi chiamiamo la nostra casa, che è poi la casa comune, il territorio da cui sgorgano le nostre acque. Quindi è fondamentale per noi prenderci cura dei territori in cui viviamo", ha concluso.

(Adnkronos) - La nuotatrice australiana Ariarne Titmus, quattro volte campionessa olimpica e primatista mondiale dei 200 msl che furono di Federica Pellegrini, annuncia il suo ritiro dall'agonismo. Lo fa scrivendo sui social una lettera a se stessa bambina sui social. "Cara Ariarne di sette anni, oggi ti ritiri dal nuoto agonistico. Hai trascorso 18 anni in piscina a gareggiare, 10 dei quali in rappresentanza del tuo Paese. Hai partecipato a due Olimpiadi e, cosa ancora migliore, hai vinto", scrive.
"I sogni che avevi... si sono avverati. Gli amici che hai stretto... sono per la vita. Hai raggiunto più di quanto avresti mai pensato di poter fare e dovresti esserne così orgogliosa. Durante il tuo percorso hai incontrato persone incredibili che ti hanno aiutato in ogni momento. I tuoi allenatori (uno molto speciale in particolare), il tuo staff di supporto, i compagni di squadra, gli atleti, gli sponsor, gli amici, la famiglia e i tifosi. Assicurati di ringraziarli".
"Fai le valigie e te ne vai di casa a 14 anni, che decisione difficile è stata quella di andartene. Mamma e papà hanno visto il luccichio nei tuoi occhi e hanno sacrificato tutto per trasferirti. Senza di loro, insieme a Mia, non saresti qui oggi. Hai appena compiuto 25 anni e sembra il momento giusto per lasciare il nuoto. L'inseguimento è stato incessante e hai dato tutta te stessa. Te ne vai sapendo che ogni pietra è stata rivoltata, senza rimpianti. Sei realizzata, contenta e felice. Ciò che ti aspetta è entusiasmante. Nuovi obiettivi, più tempo con le persone che ami di più e la possibilità di mettere al primo posto te stesso, non il tuo sport, con tutto il cuore. Assicuratevi di godervi ogni momento, grande o piccolo che sia. Fidatevi, il tempo vola".

(Adnkronos) - La residenza di Sandringham si modernizza, nel segno dell'efficienza: la tenuta, dove la famiglia reale trascorre il Natale ma che è anche un'attrazione turistica, cerca un responsabile marketing che sappia raccontare la sua storia in modo avvincente su tutti i canali, dalle campagne digitali alle pubbliche relazioni, dalla segnaletica in loco alle brochure stagionali. L'insolita posizione, annunciata dalla Sandringham Estate, è perfetta per un osservatore della famiglia reale con un forte spirito imprenditoriale ed è considerata dalla royal family "fondamentale" per stare al passo con i tempi.
Situata nel Norfolk, Sandringham è la residenza di campagna dove re Carlo III invita la sua famiglia a trascorrere le vacanze natalizie, seguendo una tradizione iniziata da sua madre, la Regina Elisabetta II. Ma è anche un'attrazione turistica con oltre 200 dipendenti. Il candidato ideale, recita l'inserzione per la ricerca di personale, dovrà "unire creatività e intuizioni basate sui dati, lavorando in modo interfunzionale per garantire che la nostra storia venga raccontata in modo avvincente...". In un documento con una foto del re inginocchiato in un campo di papaveri, la tenuta sottolinea che la comunicazione è uno dei suoi valori principali. "Parliamo, ascoltiamo e impariamo gli uni dagli altri", si legge.
C'è da dire che i dipendenti della famiglia reale di oggi godono di molta più libertà e flessibilità rispetto al passato. Sebbene ci siano ancora maggiordomi e camerieri, i Windsor hanno lavorato per modernizzare le loro attività fin dagli anni '50. Oggigiorno, il palazzo conta numerosi impiegati e persino un team di sicurezza informatica. L'attenzione della famiglia reale all'efficienza si è riversata anche nelle proprietà private che la famiglia apre al pubblico per le occasioni speciali.
Galletti (Novo Nordisk Italia): "Sostenibilità è centrale, noi impegnati per zero emissioni al 2045"

(Adnkronos) - "Nel 2020 abbiamo lanciato la 'Circular for Zero', che ci ha posto come obiettivo nel 2045 di avere emissioni zero, che chiaramente per una società farmaceutica, che comunque ha impianti di produzione, è un obiettivo molto sfidante. Noi già oggi abbiamo tutte le nostre fabbriche che si affidano esclusivamente a fonti di energia rinnovabili e contiamo ad arrivare nel 2045 all'obiettivo. Da questo poi nascono tante altre progettualità, la cui cosa più importante è far sì che siano tangibili e calate sul territorio". Così Alfredo Galletti, corporate vice president e gm Novo Nordisk Italia, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ tenutosi oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma. che ha ricordato come il cammino dell'azienda in ambito di sostenibilità sia iniziato 50 anni fa, nel 1975.
"Una delle progettualità a cui tengo maggiormente -ha continuato- è il nostro 'Cities for Better Health', che è una partnership fatta con varie città a livello di tutto il mondo, che inizia da dieci anni fa. E noi in Italia abbiamo partnership con vari comuni e copriamo 23 milioni di italiani, con progettualità piccole e ben specifiche, fatte in accordo con le istituzioni locali e secondo i bisogni di ciascuna città o di ciascuna realtà. Perché poi chiaramente questo obiettivo, la nostra ambizione non la possiamo raggiungere da soli e chiaramente tutti gli attori devono prendervi parte", ha sottolineato.
E Galletti ha sottolineato che "abbiamo molta attenzione per la biodiversità, con ad esempio un'oasi ecologica con 60 mila api, in Toscana, che abbiamo creato per continuare a garantire il nostro impegno per la biodiversità". "E c'è anche innovazione dal punto di vista ambientale e di sostenibilità nei nostri prodotti. Qualche mese fa abbiamo lanciato la prima insulina settimanale al mondo. Chiaramente le nostre penne sono usa e getta, mentre prima un'iniezione giornaliera richiedeva chiaramente uno spreco di plastica che deve essere smaltita. Noi non solo ne abbiamo una settimanale, ma abbiamo anche messo in piedi un sistema di riciclo che si chiama ReMed, in sette città italiane con più di 230 farmacie dove il paziente può riportare queste penne una volta utilizzate e noi le ricicliamo e da questo facciamo svariati materiali", ha concluso.

(Adnkronos) - Non soffrono direttamente le vampate di calore, gli sbalzi d’umore o i cali della libido ma risentono lo stesso dei cambiamenti, spesso senza gli strumenti per capirli o affrontarli. La menopausa è un evento naturale nella vita di ogni donna: i suoi effetti però non si fermano a chi li vive in prima persona e si ripercuotono anche sui partner. Un recente questionario, ideato dal portale sulla salute VediamociChiara ha coinvolto oltre 4.400 uomini italiani, mettendo in luce quanto la menopausa influenzi la vita di coppia, soprattutto in termini di comunicazione, intimità e consapevolezza. L’indagine ha ricevuto il patrocinio dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma che ha collaborato alla realizzazione.
I risultati saranno presentati durante l’evento 'L’età della saggezza', organizzato dal portale, con il patrocinio dell’Associazione Ginecologi Territoriali (Agite), a Milano, presso il Talent Garden Calabiana (Via Arcivescovo Calabiana, 6), sabato 25 ottobre dalle ore 15 alle 17.30 in occasione della Giornata mondiale della menopausa che si celebra sabato. Uomini informati. La maggior parte degli uomini che ha partecipato all’indagine appartiene a una fascia d’età matura, con legami affettivi di lunga durata. Si colloca infatti tra i 51 e i 60 anni, ha figli e una relazione stabile da più di 20 anni. Non sempre sanno cosa stia succedendo alla compagna: sebbene il 97,8% confermi che la partner sia in menopausa o in perimenopausa, solo il 40% dichiara di sentirsi informato sui cambiamenti legati a questa fase della vita femminile.
'Sapere' però non significa 'comprendere'. Molti uomini riconoscono la fase, ma non conoscono le conseguenze fisiche, emotive, relazionali e sessuali che essa comporta. A mancare è un coinvolgimento attivo, dal momento che gli uomini restano spesso spettatori di un mutamento che non sentono proprio, anche se li coinvolge direttamente nella vita di coppia. La carenza di informazioni provoca effetti importanti: aumenta il rischio di malintesi e tensioni di coppia ('non capisco cosa le stia succedendo'); altera la capacità di gestire i cambiamenti nella sessualità, portando alla frustrazione; può far sentire l’uomo escluso dal percorso della partner, generando distanza. Dottor Google e Social. Gli uomini attingono le nozioni sulla menopausa prevalentemente su Google e sui social (90%). Il dato ribadisce ancora una volta la rilevanza che ormai detengono questi mezzi e la necessità di diffondere anche tramite il web una informazione scientificamente corretta, in assenza di spazi istituzionali e relazionali dedicati al tema.
Dialogo nella coppia. Solo 1 uomo su 5 parla apertamente con la partner dei cambiamenti legati alla fase, mentre l’83% ritiene che la comunicazione sia peggiorata da quando questa è iniziata. Il risultato suggerisce che la disinformazione non è solo una questione culturale, ma anche comunicativa: se non si parla, non si impara a conoscersi e non si cresce insieme.
Confronto a letto. Il 90% ha notato cambiamenti importanti, come calo del desiderio, dolore, fino ad un minore coinvolgimento sessuale. Il 94% vive questi cambiamenti con frustrazione e difficoltà che a lungo andare potrebbero avere ripercussioni anche sulla sessualità maschile. Non si tratta solo di disagio fisico, ma anche (e forse soprattutto) emotivo e relazionale. Nonostante ciò, il 91% non ha cercato di risolvere insieme alla partner per ritrovare l’intimità. Il timore che non ci siano soluzioni, la difficoltà a parlarne e a pensarsi ancora desideranti oppure la vergogna rischiano di allontanare la coppia, di chiudere i partner in un senso di solitudine, in un periodo importante di vita.
Scostamento emotivo e sessuale. Gli uomini mantengono nella maggior parte dei casi lo stesso desiderio sessuale (90%), ma si trovano a gestire un mutamento nella partner che vivono spesso come improvviso, non comunicato e non compreso. Questo contribuisce a creare uno squilibrio percepito, in cui uno dei due sperimenta una frustrazione crescente, mentre l’altra sta attraversando un momento di trasformazione che richiederebbe ascolto, delicatezza e adattamento. Le richieste degli uomini. L’87% degli intervistati vorrebbe ricevere più informazioni o supporto per affrontare questo periodo insieme alla partner. Il risultato contribuisce a smentire uno stereotipo dell’uomo disinteressato o emotivamente distante. Secondo l’indagine, infatti, gli uomini non sono indifferenti, spesso sono solo esclusi dalla narrazione, lasciati soli con dubbi, frustrazioni e un senso di impotenza.
Nelle parole di alcuni di loro si legge il bisogno di trovare un supporto. Paolo (59 anni), per esempio, afferma che la sua vita di coppia è cambiata molto, “non solo perché sono quasi 20 anni che stiamo insieme e il tempo si sa…attenua certe ‘impellenze”. Confessa che andare da un sessuologo lo imbarazzerebbe molto, “ma chissà – dice – forse è una buona soluzione, se non altro per tirare fuori il problema”. Anche per Marco (63 anni), la sfera sessuale ha subito un cambiamento: “Da quando mia moglie è in menopausa lo facciamo, se va bene, una volta alla settimana. La nostra sessualità è cambiata tanto e mi manca. La cerco solo io, lei mi cerca molto di rado ed è dura. Spero che servizi informativi come questo possano servire a migliorare le cose tra di noi”.
“La menopausa è anche un fatto di coppia – conferma la professoressa Roberta Rossi, psicosessuologa, responsabile della formazione dell’Istituto di Sessuologia Clinica e consulente di VediamociChiara nella realizzazione dell’indagine – esiste, quindi, un terreno fertile per costruire una nuova cultura della menopausa: più aperta, più di coppia, più umana. Parlare di menopausa solo al femminile non basta più. Per molte coppie, è un momento di crisi silenziosa che può creare distanza o unire, a seconda di come viene affrontata. Aprire spazi di dialogo, promuovere l’informazione anche per gli uomini, coinvolgere i partner nei percorsi di consapevolezza: sono questi i primi passi per trasformare la menopausa in un’occasione di crescita comune”.
“Non mi stupisce che i nostri partner vivano con disagio la nostra menopausa – conclude la dottoressa Maria Luisa Barbarulo, coordinatrice del portale - noi stesse facciamo fatica a capire cosa ci accade, un po’ perché non sempre incontriamo medici che ci illustrino l’intero “corteo di sintomi”, un po’ perché la menopausa è percepita come uno stigma e, quindi, arriviamo a negare anche l’evidenza, un po’ perché la vita di tutti i giorni ci impone ritmi non sempre compatibili con il 'sediamoci e parliamo, ti racconto come sto e cerchiamo di capire come possiamo superare questa fase insieme, anche con il supporto di uno specialista'. Ma è proprio qui che noi di VediamociChiara vogliamo fare la differenza, sensibilizzando l’opinione pubblica su questi temi così importanti e invitando i partner ai nostri eventi per coinvolgerli e renderli partecipi del nostro cambiamento”.
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(Adnkronos) - "Abbiamo ascoltato questa mattina tutta una serie di interventi che rivelano la grandissima importanza che riveste ormai l'intelligenza artificiale, che non è più soltanto un'innovazione tecnologica, ma sta stravolgendo interi settori dell'economia, creando nuovi business model e modificando anche alcuni paradigmi normativi che erano tradizionali e ai quali eravamo abituati, che interessano più o meno tutti i campi, tra cui anche la politica di concorrenza". Lo ha detto Saverio Valentino, componente dell'Autorità garante della concorrenza, intervenendo alla plenaria del Digital Innovation Forum, in corso a Cernobbio.
"Ormai tutte le imprese devono confrontarsi con gli LLM, con gli algoritmi di prezzo, le analisi predictive - ha spiegato -. Quindi c'è un utilizzo sempre crescente dell'intelligenza artificiale che ha senza dubbio enormi potenzialità per essere utile e per poter consentire un miglioramento dell'economia e una crescita del Paese e di tutti gli altri Paesi. Tuttavia, noi come autorità di concorrenza dobbiamo anche cercare di verificare che non ci siano delle problematiche che emergono a causa dell'intelligenza artificiale. Vorrei citarne soltanto alcune che sono possibili, derivanti dall'intelligenza artificiale. Noi sappiamo che nella filiera dell'intelligenza artificiale sono necessari alcuni input indispensabili e questi input indispensabili non sono al momento a disposizione di tutti. Parlo in particolare della potenza computazionale, per esempio le infrastrutture necessarie, il cloud. Ho sentito questa mattina parlare di Aruba che sicuramente sta mettendo a disposizione un grande cloud per quanto riguarda l'Italia".
Tuttavia, ha osservato, "i più grandi operatori nel settore del cloud sono i grandi operatori della Big Tech. Parliamo anche dei dati. Poco fa Agostino Ghiglia giustamente ci ha illustrato come i nostri dati vengono immagazzinati costantemente, utilizzati. Ci sono taluni operatori che i nostri dati ne hanno in quantità industriale. Penso a Google, per esempio, grazie alle ricerche che tutti quanti effettuiamo con il suo motore di ricerca, Meta con i nostri social network". Quindi, "ci sono tutti una serie di operatori che partono da una posizione di vantaggio".
Altro elemento fondamentale per quanto riguarda l'intelligenza artificiale sono i chips, ha quindi spiegato Valentino. "In questo caso c'è Nvidia che ormai è l'impresa al mondo con la principale capitalizzazione. Ha oltre 4 trilioni di capitalizzazioni, che vuol dire un miliardo di miliardi di capitalizzazioni. Pertanto, per pensare all'importanza di questa impresa, che ormai detiene come quota di mercato nel settore dei chips per l'intelligenza artificiale, che si chiamano Gpu, Graphic Processing Units, unità di elaborazione grafica, una quota di mercato superiore al 90%. E poi ci sono anche i talenti. Quindi è importante che gente estremamente qualificata possa lavorare per questa impresa. Qualche mese fa sapevamo di un mercato per i talenti con cifre che circolavano analoghe a quelle che si sentono nel calciomercato".

(Adnkronos) - Un nuovo hub per portare la digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione e supportare gli enti pubblici nel loro processo di transizione digitale. È la missione di Txt Public Sector, un nuovo progetto annunciato oggi al Digital Innovation Forum di Cernobbio da Txt Group, gruppo tecnologico italiano che si posiziona come polo di innovazione per la digitalizzazione di prodotti e processi aziendali.
Il nuovo progetto è affidato a Raffaele Primo, Managing Director, che avrà il compito di garantire la visione e la sinergia necessarie a presentare le differenti realtà del gruppo. Txt Group ha un parco clienti di oltre 500 enti locali, centrali, dell’istruzione e della sanità e un fatturato aggregato che ammonta a circa 100 milioni. "Il percorso di crescita acquisterà ulteriore slancio – ha affermato Primo – beneficiando del supporto che il Gruppo Txt è in grado di fornire a questo polo di competenze. Dobbiamo essere bravi a creare le sinergie necessarie per favorire il continuo sviluppo della nostra offerta, fondamentale per proporre soluzioni che rispondano a 360°alla necessità di modernizzazione del comparto pubblico".
Potendo contare su un forte expertise acquisito in oltre 20 anni di esperienza complessiva in oltre 11 aree di competenza, Txt Public Sector continuerà a supportare la Pubblica Amministrazione, come enti locali, nazionali, servizio sanitario nazionale e sistema della pubblica istruzione, partendo dalla consulenza fino ad arrivare al delivery di soluzioni Ict integrate, sicure e sostenibili.
La nascita di Txt Public Sector "è stata fortemente voluta all’interno del Gruppo per presidiare in modo strutturato il mercato dei servizi dedicati alla Pubblica Amministrazione", ha dichiarato Daniele Misani, ceo di Txt Group. "Era importante per noi – prosegue Misani – iniziare a presentare sotto un’unica identità chiara e riconoscibile le competenze delle nostre società che, pur offrendo soluzioni complementari, restando indipendenti. Riponiamo grande fiducia nei componenti del nuovo polo di competenze, professionisti di grande esperienza in grado di garantire una visione di sviluppo coordinata, solida e di lungo periodo".
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(Adnkronos) - Hanno più di cinquant’anni, sono in gran parte soddisfatti del lavoro che svolgono ma non smettono di guardare altrove: solo il 38,6% dei collaboratori domestici vorrebbe, infatti, mantenere l’occupazione attuale, il 61,4% punta invece a un cambiamento nei prossimi cinque anni. È uno dei principali risultati che emergono dal 4° paper del Rapporto 2025 Family (Net) Work, intitolato 'Il lavoro domestico: tendenze, valutazioni e prospettive', presentato oggi a Roma da Assindatcolf, in collaborazione con la Fondazione studi consulenti del lavoro.
Un universo, quello del lavoro domestico, che in Italia conta 1 milione 229mila lavoratori – tra regolari e non - per un valore economico generato di circa 17 miliardi di euro, pari a quasi l’1% del Pil nazionale nel 2024. Un settore essenziale per l’equilibrio familiare e sociale del Paese, ma che mostra segnali di affaticamento: secondo l’Inps, dal 2019 al 2024 si sono persi 47mila lavoratori, 23mila solo nel 2024.
Ma qual è l’identikit del lavoratore domestico? La survey promossa dal Family (Net) Work su un campione di 421 collaboratori domestici – che in estate hanno compilato un questionario – restituisce un quadro articolato del settore. Le badanti sono la categoria più strutturata e fedele: il 75% lavora per una sola famiglia, spesso in convivenza (45,2%), ciò implica un impegno lavorativo più rilevante (il 44% più di 40 ore settimanali). Sono anche le più appagate: il 47,6% si dichiara molto soddisfatta del proprio lavoro, in particolare grazie al rapporto che si instaura con la famiglia e perché amano prendersi cura di una persona che ha bisogno.
Anche la condizione contrattuale è valutata positivamente, il 33,8% è molto soddisfatta, il 43,4% abbastanza, ma comunque il 58,9% esprime di voler cambiare condizione entro il 2030. Tra i principali aspetti di insoddisfazione per il 40,3% c’è la retribuzione e per il 32,3% la mancanza di tempo libero. Quanto alle babysitter – che costituiscono circa il 20% della forza lavoro domestica – nel 61,3% dei casi hanno un solo committente, con un impegno inferiore alle 30 ore settimanali nel 60,6%. Il 46,8% si dice molto soddisfatta del proprio lavoro, ma solo il 19,4% della propria condizione contrattuale.
Le retribuzioni (58,6%) e la scarsa tutela contrattuale (31%) sono le principali criticità. Guardando al futuro, il 63,9% prevede di cambiare condizione lavorativa. Tra le colf solo il 42,8% lavora per una sola famiglia, mentre il 57,2% è impegnata con più datori di lavoro. Solo il 27,5% si dichiara molto soddisfatta del proprio lavoro e il 15,2% della condizione contrattuale. Retribuzioni (40,7%) e fatica (27,6%) restano le principali criticità. Il 62,8% guarda ad un cambiamento nel prossimo quinquennio.
Il paper analizza i trend che derivano da una fornitura personalizzata di dati di archivio Inps, che consente di leggere in chiave dinamica il mercato del lavoro domestico, ovvero in termini di attivazioni e cessazioni. Nel 2024 si sono registrate 383.425 nuove attivazioni a fronte di 382.611 cessazioni, con un saldo lievemente positivo (+814), dopo tre anni di flessione. Le badanti confermano il loro nuovo primato: quasi due terzi (64,3%) dei nuovi contratti riguarda questa figura (erano il 53,4% nel 2015). Al contrario, i contratti per colf e altri collaboratori si sono ridotti di oltre il 20% mentre la durata media dei contratti è pari a 741 giornate (poco più di due anni), ma con grandi differenze tra figure: 449 giorni per le badanti e 1.238 per le colf.
“Il quadro che emerge da questo Paper - dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf - conferma la crescente mobilità e fragilità di un comparto che, pur tra molte difficoltà, rimane un pilastro dell’economia e del welfare familiare del nostro Paese e, proprio per questo, merita di essere valorizzato. Per superare le principali criticità, la mancanza di ricambio generazionale, la scarsa attrattività del settore, l’elevato tasso di irregolarità e la carenza di professionalità, è necessario renderlo più sostenibile anche dal punto di vista economico, senza che a sostenerne interamente il peso siano le famiglie datrici di lavoro. Un tema che auspichiamo trovi adeguata attenzione anche nell’ambito della prossima Legge di Bilancio”.
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(Adnkronos) - "Per l'Italia serve un commissario straordinario" per la transizione digitale "perché nonostante gli sforzi compiuti con il Pnrr, che ha migliorato il quadro della trasformazione digitale, c’è molto da fare". Lo ha detto oggi Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, intervenuto alla plenaria del Digital Innovation Forum, in corso a Cernobbio.
"Dobbiamo auspicare - ha poi aggiunto - che l’assetto organizzativo degli enti locali segua i principi che rappresentano l’intelligenza artificiale: economie di rete e big data. Dobbiamo superare questa infausta architettura a 8000 enti locali definita da Napoleone".
Leggi tutto: ComoLake, Noci: "Serve commissario straordinario per transizione digitale"

(Adnkronos) - La transizione digitale per la pubblica amministrazione "è un percorso collettivo, che riguarda la competitività delle nostre imprese, i servizi ai cittadini e la credibilità delle istituzioni". Lo ha detto oggi Sebastiano Callari, vicario della Commissione per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione della Conferenza Stato Regioni, durante la plenaria del Digital Innovation Forum, in corso a Cernobbio.
Un ruolo strategico lo ricopre la cybersecurity: "Non si può pensare di far transare tutto il valore della nostra società senza sicurezza; non si può pensare che ci sia valore nelle imprese senza cybersicurezza". Per questo motivo "sosteniamo linee guida comuni, centri di competenza regionali e un approccio federale alla cybersecurity". Servono, secondo Callari, "formazione e coordinamento".
Un "impulso determinante" lo ha fornito il Pnrr. "I progetti finanziati - ha spiegato Callari - hanno consentito alle Regioni di rafforzare le proprie infrastrutture di sicurezza. Sono interventi che non producono soltanto nuove tecnologie, ma anche nuove competenze, informazioni, analisi di rischio condivisi". "Tutto questo non deve esaurirsi con il Pnrr, ma rappresentare la base per una sicurezza duratura - ha concluso -. Non ci può essere sicurezza senza fiducia nella pubblica amministrazione. Accanto alla sicurezza il tema chiave è la sovranità digitale. Rispetto alla trasformazione digitale per l’Italia è arrivato il momento di lavorare come un unico soggetto, perché nessuno resti indietro".
Leggi tutto: ComoLake, Callari: "Transizione digitale per PA è percorso collettivo"

(Adnkronos) - "L'Italia è un Paese che, secondo me, sta continuando a mantenere un'attenzione fortissima sui temi di sostenibilità, perché gli attori economici del nostro Paese si rendono conto che la sostenibilità aiuta a gestire il rischio climatico e i rischi fisici che ne derivano, perché è una tipologia di rischio che non è diversificabile, è un rischio sistemico: o lo si gestisce o ci si scontra e probabilmente si perde. Quindi l'Italia ha continuato a vedere una dinamica molto favorevole della finanza sostenibile, noi nella prima parte dell'anno come Ing in Italia abbiamo avuto una crescita del 95% anno su anno, semestre su semestre, degli strumenti di finanza sostenibile sul Paese". Così Andrea Diamanti, head of wholesale banking Ing Italia, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ in corso oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma.
Diamanti ha sottolineato che "sicuramente il nostro team è stato molto bravo a produrre un più 95% ma significa anche che c'è una domanda di mercato particolarmente solida". "A livello globale abbiamo avuto un primo semestre dell'anno record come Ing perché abbiamo generato 68 miliardi di euro di finanza sostenibile per i nostri clienti, con un più 19% rispetto al semestre precedente e sicuramente è per ora un punto di massimo storico ma noi vogliamo continuare a crescere perché vediamo una domanda crescente", ha sottolineato.
"Noi abbiamo un team che si occupa di transizione sostenibile per i nostri clienti a livello globale, abbiamo più di 60 professionisti dedicati a queste attività che fanno due cose sostanzialmente: aiutano i clienti nei piani di transizione sostenibile, quindi con servizi di consulenza, di advice e di monitoraggio dei progressi che si raggiungono nei piani di transizione sostenibile. Li aiutiamo - ha continuato - a disegnare dei business model che siano sostenibili e che siano presentabili alla comunità finanziaria sempre in maniera sostenibile", ha continuato.
"Quest'anno -ha spiegato Diamanti- abbiamo lanciato un'ulteriore iniziativa, quella del Transition accelerator, abbiamo formato un team che era in parte già esistente ma lo abbiamo rifocalizzato, e aiuta le aziende nostre clienti ad accelerare la transizione in determinate tecnologie, quattro ambiti fondamentali: la transizione dei veicoli elettrici, tutto il settore delle tecnologie legate alla biodiversità, alla bio-based, natural-based, il clean tech e poi l'economia circolare".
"Quindi noi che cosa facciamo? Aiutiamo -ha concluso- i nostri clienti a disegnare un percorso che gli consenta di scalare il più velocemente possibile le tecnologie che noi identifichiamo insieme a loro come quelle su cui puntare, in maniera tale da rimuovere le barriere potenziali, far affluire i capitali necessari per portare la tecnologia a un livello di scala efficiente che permetta poi un utilizzo a costi più bassi possibile e quindi un'espansione della tecnologia nei nostri sistemi economici e sociali", ha concluso.
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(Adnkronos) - Il "tema principale" della missione di Volodymir Zelensky negli Stati Uniti è quello della fornitura di missili Tomahawk, ha reso noto una fonte autorevole del governo ucraino citata dall'Afp. Il presidente dell'Ucraina, che arriverà oggi a Washington, e domani sarà ricevuto da Donald Trump alla Casa Bianca, nelle prossime ore incontrerà anche rappresentanti delle industrie della difesa. "Si tratta di capire quanto i rifornimenti saranno effettivamente possibili", ha sottolineato la fonte.
"Sui Tomahawk all’Ucraina, Trump sta bluffando" dice in un'intervista al 'Corriere della Sera' Dmitrij Suslov, vicedirettore del Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola Superiore di Economia e consigliere del Cremlino per la politica estera. "È difficile per Mosca assumere che gli Usa forniscano missili da crociera basati a terra, perché di questo si tratta nel caso dell’Ucraina, che non ha navi o sottomarini adatti. Fino a oggi, infatti, non li hanno mai forniti a nessun Paese europeo alleato. Solo l’anno prossimo, secondo una decisione presa dall’amministrazione Biden, i Tomahawk dovrebbero essere consegnati alla Germania", osserva.
"Sono missili a medio raggio", ricorda ancora. "Significherebbe una sostanziale escalation, tanto più che non possono essere usati senza la presenza di personale americano sul campo: il loro impiego implicherebbe il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto, in contraddizione con tutte le dichiarazioni di Trump sulla deescalation e le sue diverse priorità. Per questo la consideriamo una campagna di pressione, che non potrà funzionare".
"I Tomahawk - avverte infine - non cambierebbero la correlazione delle forze sul terreno, non sono l’arma magica che rovescia le sorti del conflitto. Ma politicamente, sarà la fine irreversibile di ogni dialogo con la Casa Bianca sul tema Ucraina".

(Adnkronos) - "Non è mai troppo tardi per fare sostenibilità, e comunque intervenire all'interno di un perimetro di azione che per il Gruppo Ferrovie dello Stato rappresenta un target importantissimo. Il nostro Gruppo è infatti il più grande consumatore italiano di energia elettrica, oltre 7 terawattora (TWh) di consumo annuo, quindi stiamo parlando di una spesa energetica che supera circa il miliardo di euro ogni anno di costi. Era necessario e strategico fare questo passo" di creare Fs Energy "ed è stato inserito all'interno del piano industriale del Gruppo 2025-29, dove appunto uno degli obiettivi strategici che bisogna traguardare è il raggiungimento di un Gigawatt (GW) di produzione da fonti rinnovabili entro il 2029". Così Antonello Giunta, amministratore delegato e direttore generale di Fs Energy, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ in corso oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma.
Secondo Giunta, la creazione di Fs Energy "era straordinariamente importante per accentrare all'interno di questa struttura tutte le attività energetiche del Gruppo, siano esse quelle relative all'approvvigionamento di energia elettrica per metterci al riparo, rendere più sicuro dalle diverse variabili in campo l'approvvigionamento elettrico e quindi il consumo energetico del Gruppo".
Giunta ha quindi sottolineato la scelta green del Gruppo visto che "il piano di approvvigionamento da fonti rinnovabili è un piano che prevede sì il raggiungimento di 1 Gigawatt al 2029, ma traguarda al 2034 due Gigawatt di produzione da fonti rinnovabili, che tradotto in energia significano circa 3 Terawattora di energia, quindi il 40% dei volumi del Gruppo coperti da produzione da fonti rinnovabili", ha concluso.
Leggi tutto: Giunta (Fs Energy): "Obiettivo 1 GW di produzione da rinnovabili entro 2029"

(Adnkronos) - Scure sull'occupazione da Nestlé. Il nuovo ceo del colosso alimentare svizzero, Philipp Navratil, passa subito all'azione con un taglio globale di 16.000 posti di lavoro nel quadro di un piano di riduzione dei costi. I tagli avverranno nei prossimi due anni e riguarderanno anche 12mila posizioni dirigenziali in tutte le aree geografiche. I risparmi dovrebbero raggiungere 1 miliardo di franchi entro la fine del 2027.
Presentando i risultati dei primi nove mesi, la società ha parlato di vendite al ribasso: il giro d'affari si è fermato a 65,9 miliardi di franchi, contro i 67,15 miliardi dell'anno scorso, si legge in una nota. La crescita organica ha dal canto suo raggiunto il 3,3%, mentre la crescita interna reale (RIG), che misura i volumi, è stata dello 0,6%. L'effetto dei prezzi si attesta al 2,8%.
Nestlé deve “cambiare più rapidamente” per adattarsi alle mutevoli condizioni globali, ha sottolineato l'ad Philipp Navratil.
Nell'ambito della 'cura dimagrante', Nestlé ha aumentato il proprio obiettivo di risparmio sui costi a 3 miliardi di franchi svizzeri (3,7 miliardi di dollari) entro la fine del 2027, rispetto al precedente obiettivo di 2,5 miliardi di franchi.


(Adnkronos) - La macchina del Festival di Sanremo si è ufficialmente messa in moto. Con la pubblicazione online del regolamento della 76esima edizione, in programma dal 24 al 28 febbraio, iniziano a delinearsi i contorni della kermesse musicale più attesa d'Italia. Le prime indicazioni parlano chiaro: 26 artisti ‘Big’ in gara. Tuttavia, il numero dei concorrenti potrebbe non essere definitivo. Negli ultimi anni, i direttori artistici dei Festival hanno spesso aumentato last minute, con una modifica al regolamento, il numero dei cantanti in gara. L'anno scorso, lo stesso Carlo Conti portò il totale dei Big da 24 a 30 (gareggiarono poi in 29 dopo la rinuncia di Emis Killa).
Gli altri punti salienti del regolamento: l’accesso di diritto nella categoria 'Nuove Proposte' di 2 artisti provenienti da 'Area Sanremo', che si aggiungeranno ai 2 selezionati durante la finale di 'Sanremo Giovani' del 14 dicembre, in onda su Rai 1. Di nuovo tre le giurie che voteranno gli artisti in gara: Televoto del pubblico; Giuria della Sala Stampa, Tv e Web; Giuria delle Radio, con un peso percentuale rispettivamente del 34, 33 e 33%.
Passando all’analisi delle singole serate, nella prima (il martedì) si esibiranno i 26 Big/Campioni e le canzoni verranno votate dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web. Durante la seconda (il mercoledì) si esibiranno 13 Big/Campioni, votati dal pubblico - attraverso il Televoto - e dalla Giuria delle Radio, ciascuno con un peso pari al 50 %. Per la categoria Nuove Proposte, i 4 artisti saranno suddivisi in due coppie ed ogni coppia si esibirà in una sfida diretta. Gli artisti saranno giudicati dal pubblico con il Televoto, dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e dalla Giuria delle Radio. I due artisti vincitori delle sfide accederanno alla Terza serata.
Stesse modalità nella terza serata (il giovedì) per i Big/Campioni; per le Nuove Proposte avrà luogo la sfida finale tra i due artisti che hanno avuto accesso alla serata, la canzone più votata dal Televoto, dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e dalla Giuria delle Radio sarà proclamata vincitrice della categoria.
Confermata la serata delle 'Cover' al venerdì, con vincitore: i Big, affiancati da un artista ospite, re-interpreteranno un brano edito italiano o internazionale e le votazioni di questa gara non influiranno sul risultato finale del Festival. Le cover saranno valutate da tutte e tre le giurie.
Novità del regolamento pubblicato oggi è la durata dei brani proposti, che non dovranno superare i 3'30'', come i brani in gara per la vittoria del festival. L'anno scorso invece la durata delle cover poteva raggiungere i 4 minuti.
Il regolamento di Sanremo 2026 non lo esplicita, come non lo esplicitava quello dell'edizione 2025, ma - a quanto apprende l'Adnkronos - il conduttore e direttore artistico Carlo Conti renderà possibili anche quest'anno, per gli artisti che lo vorranno, i duetti tra i cantanti in gara nella serata cover. L'anno scorso questa possibilità venne colta da 6 artisti e i cantanti in gara che duettarono tra di loro furono Francesca Michielin con Rkomi, Achille Lauro con Elodie e Tony Effe con Noemi.
Nella finalissima della quinta e ultima serata (il sabato) verranno eseguite tutte le 26 canzoni dei Big/Campioni in gara, votate dalle tre Giurie. Il risultato di questa votazione si assemblerà con quello delle precedenti serate (tranne quella delle 'Cover'), al fine di determinare una classifica delle canzoni/Artisti. Nuova esibizione e votazione per le prime 5 canzoni classificatesi. Il risultato andrà ad aggiungersi a quello complessivo delle precedenti al fine di determinare una nuova classifica riferita alle 5 canzoni/Artisti attribuendo così la palma di vincitore della 76esima edizione del Festival della Canzone Italiana.
Il lavoro di ascolti di Conti è già iniziato da tempo ma ora il conduttore e direttore artistico entrerà nella fase più delicata della selezione delle tante proposte ricevute. Il regolamento segna il 17 novembre come il termine ultimo per le proposte e sottolinea che gli artisti scelti potranno essere resi noti dal 23 novembre in poi. Termine che rende probabile l'annuncio dei Big, che negli ultimi anni è avvenuto sempre di domenica nel Tg1 delle 13.30, per il 30 novembre. Anche perché la domenica successiva, 7 dicembre, l'annuncio andrebbe a coincidere con la prima della Scala.
Leggi tutto: Sanremo, nuovo regolamento: 26 Big in gara e 4 Nuove Proposte

(Adnkronos) - “In questo momento la mobilità sta vivendo una fase di grande trasformazione in Italia. I dati diffusi da Motus-E a giugno 2025 ci dicono che ci sono più di 67mila punti di ricarica diffusi su tutto il territorio italiano e solo nell’ultimo anno sono cresciuti di altri di 10mila. Anche le autostrade stanno facendo la loro parte, nel 60% delle aree di servizio troviamo stazioni di ricarica con una potenza maggiore di 150kw, che vuol dire soste brevi e viaggi più agevoli. Quindi, l’infrastruttura cresce e cresce bene. Ma da sola, non basta”. Lo afferma Daniela Biscarini, Ceo di Ewiva, intervenuta all’evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ in corso oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma.
“Abbiamo bisogno di più veicoli elettrici e di una nuova cultura di mobilità elettrica – sottolinea Biscarini -. Gli operatori del settore privato, come Ewiva, stanno anticipando molti investimenti per far sì di accogliere una domanda, ma c’è bisogno di un supporto a questa domanda. Quello che auspichiamo è che il settore pubblico, quello privato e i cittadini abbiano un’unica regia per far fronte a questa grande trasformazione del mercato. Anche in altri Paesi europei, la chiave della trasformazione è stata un’incentivazione più stabile a sostegno della domanda che ha creato maggiore confidenza nell’approccio al veicolo elettrico. Quindi, serve una regia unica per sostenere questo grande cambiamento”.
“La mobilità elettrica non è solo una nuova cultura tecnologica ma è anche un cambio nella quotidianità di tutti. E per far sì che il cambiamento avvenga, bisogna lavorare tutti insieme per una maggiore informazione e sfatare i falsi miti sulla mobilità elettrica. È momento cruciale per questa trasformazione, o acceleriamo o rimaniamo indietro rispetto al resto del mondo”.
"Per noi l'operazione di ricarica deve essere parte della quotidianità del guidare elettrico, per questo lavoriamo molto sulla semplificazione dell’esperienza utente. Siamo stati i primi Cpo in Italia ultraveloci a offrire la possibilità di ricaricare con pagamento contactless su tutte colonnine. E inoltre offriamo anche su tutta rete la funzionalità plug and charge, che consente di ricaricare semplicemente attaccando il cavo senza la necessità di scaricare una app o avere una tessera, questo per rendere la ricarica più accessibile e semplice. Lavoriamo molto sulla cultura della mobilità elettrica, investiamo sui giovani, andiamo nelle scuole per parlare di energie rinnovabili e mobilità sostenibile perché crediamo che il vero cambiamento passi anche da loro".
“Ewiva si è data l’obiettivo di costruire una rete di ricarica ultraveloce diffusa sul territorio e alimentata al 100% da energie rinnovabili. Oggi abbiamo 1500 punti di ricarica su 400 siti diffusi su tutto il territorio. il 50% è al nord, il 27% al centro, il 23% al sud e isole. La collaborazione con i territori è fondamentale nella selezione dei siti dove costruire nuovi punti di ricarica. Infatti, i nostri partner sono sia privati sia le amministrazioni locali. Con loro selezioniamo e copriamo aree che prima non vedevano nessuna possibilità di ricaricare auto elettriche”.
“Il 70% dei nostri siti ha 4 punti di ricarica e l’obiettivo è essere presenti per tutti i guidatori elettrici, da quelli che fanno lunghe percorrenze a quelli occasionali. Per questo, nella scelta dei nostri siti selezioniamo aree commerciali, tratte di lunga percorrenza o snodi strategici”, conclude Biscarini.
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