

(Adnkronos) - Cosa pensiamo quando sentiamo parlare di dolore cronico? Sappiamo che si tratta di un problema invalidante che si trascina da almeno 3 mesi e che dura per anni, anche per tutta la vita. Qual è l'impatto in chi ne soffre e nei suoi familiari? Cosa cambia dal punto di vista fisico, psicologico, sociale, lavorativo, quando si soffre, ad esempio, di emicrania o di artrosi? Perché è fondamentale agire tempestivamente? Cosa stanno facendo le istituzioni, i medici, i pazienti e il mondo farmaceutico per uscire dal ginepraio di visite ed esami, in un continuo rimbalzare da uno specialista all'altro, senza, a volte, trovare soluzione? A queste domande cerca di rispondere 'Corretta informazione e accesso alla rete', il primo episodio del vodcast 'E tu, sai cosa si prova? Comprendere e affrontare il dolore cronico', una serie realizzata da Adnkronos in partnership con Sandoz, che in modo semplice, autorevole e diretto, punta a far conoscere gli elementi necessari a facilitare l'accesso a percorsi adeguati alla cura del dolore cronico.
Nel primo episodio - online da oggi nella sezione podcast di Adnkronos.com - a fornire informazioni essenziali dal punto di vista clinico e organizzativo intervengono Silvia Natoli, responsabile Area culturale Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) Medicina del dolore e cure palliative; Nicoletta Orthmann, direttrice medico-scientifica Fondazione Onda Ets, e Paolo Fedeli, Head of Corporate Affairs Sandoz Spa.
Per favorire un'applicazione omogenea della legge 38 del 2010 (Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore) nelle varie regioni e contesti territoriali, è stato messo a punto un 'Manifesto sul dolore' realizzato con la partecipazione dei principali interlocutori dell'ecosistema salute - istituzioni, società scientifiche, rappresentanti di associazioni civiche e del Terzo settore - con proposte per migliorare il percorso diagnostico-terapeutico che va dalla promozione della cultura sulla condizione cronica, con una corretta informazione, alla messa a punto di un programma di formazione continua del personale sanitario fino al potenziamento delle reti di terapia del dolore cronico, coinvolgendo il territorio. In questo contesto multidisciplinare si inserisce anche la realtà dell'industria farmaceutica, impegnata a promuovere l'equità di accesso alle cure attraverso la collaborazione con tutti gli attori del sistema sanitario. Il vodcast 'E tu, sai cosa si prova? Comprendere e affrontare il dolore cronico' è online nella sezione podcast di adnkronos.com sul canale YouTube di adnkronos.com e su Spotify.
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(Adnkronos) - "La mia partecipazione a Ballando con le Stelle non è un ripiego, io sono orgogliosa di essere qua. Cachet astronomico? E' molto lontano dalla realtà". A parlare è Barbara d'Urso, tra i concorrenti della 20esima edizione del programma condotto da Milly Carlucci, in onda da sabato 27 settembre in diretta su Rai 1 in prima serata.
"Ho voglia di giocare e divertirmi ma al momento sono atterrita. Tutti pensano che io sappia ballare, anche Pasquale La Rocca (il suo ballerino, ndr), ma quando ho fatto la prima lezione mi ha dato ragione. Psicologicamente è stata una scelta difficile da prendere, ma sono felice di averla presa. E l'ho fatto per vari motivi, uno di questi è ripartire", ha affermato l'ex conduttrice Mediaset sottolineando poi il fatto che "scegliere un posto come questo, la trasmissione del sabato sera di Rai 1 da vent’anni, mi scalda il cuore. Io riparto da qui con amore, entusiasmo e paura e con la possibilità di incontrare di nuovo il pubblico dal quale mi sono staccata due anni fa, per vari motivi”, ha quindi aggiunto.
E ha quindi chiarito: "La mia partecipazione a Ballando con le Stelle non è un ripiego, io sono orgogliosa di essere qua. Psicologicamente è difficile: sono stata abituata a gestire situazioni, a condurre, decidere, scegliere, sono abituata a essere la Milly Carlucci" di un programma "entrare in un posto dove sono gestita, dove gli altri decidono per me e dovermi affidare alle altre persone, a Milly in primis, è stato difficile per me, ma anche coraggioso. Dopo quasi 50 anni di carriera ci vuole dose di umiltà".
"Sono caduta e mi hanno fatta cadere, questo succede nel lavoro, in amore e in tutto. Sono stata zitta e ferma per un bel po'. Ora riparto con coraggio e magari farò capire agli altri che non sono quella che pensano", ha detto ancora.
Poi la smentita su un presunto cachet stellare per la sua partecipazione a Ballando con le Stelle: "Si è parlato di un cachet astronomico, facendo passare che io sono qui perché prendo tanti soldi. Questo è molto lontano dalla realtà. Ho accettato, come tutti gli altri, il cachet che mi è stato proposto. Sono qui per la voglia di mettermi in gioco e non per altri motivi", chiarisce la conduttrice nella conferenza stampa di presentazione della ventesima edizione di Ballando con le Stelle, in onda da sabato 27 settembre in diretta su Rai 1 alle 20.35.
Barbara D’Urso chiarisce sul suo allontanamento da Mediaset: "Vorrei evitare di parlare del passato. Le vere motivazioni usciranno fuori un giorno, non adesso". Per anni "ho seguito quello che l'azienda per cui ho lavorato per tantissimi anni mi chiedeva. C’era un lavoro di squadra totale". A Ballando "sarò me stessa, la Rai e il programma mi chiedono di ballare. Lì avevo una corazza, dovevo interpretare quel ruolo, che mi andava bene". Sulla pista da ballo "uscirò fuori in un altro modo, forse peggiore non so. Ma sicuramente diverso", conclude.

(Adnkronos) - Nasce la prima rete delle università del Sud unite per formare i social change manager del domani: un’alleanza “accademica” che fa evolvere 'Road to social change', il progetto di UniCredit, in un laboratorio unico di formazione e innovazione sociale. Otto università: Federico II di Napoli (dipartimento di economia, management, istituzioni), Università Suor Orsola Benincasa (Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche), Politecnico di Bari, Magna Graecia di Catanzaro e Università di Salerno hanno già aderito all’accordo quadro, mentre altri atenei come Vanvitelli, Bari Aldo Moro e Parthenope sono in fase di perfezionamento.
Per i giovani significa arricchire le competenze e entrare in un percorso che offre la possibilità di imparare la lingua del futuro: la sostenibilità integrale. È l’alfabeto con cui verrà scritto il domani e chi lo conosce avrà in mano le chiavi per scriverne le prime pagine. Partecipare al programma della banking academy di Unicredit, Road to social change, vuol dire non restare spettatori, ma diventare autori del cambiamento. In un Sud che ha energia e talenti, Rtsc è l’acceleratore che sblocca il motore e lo trasforma in competitività, collegando studenti, imprese e territorio in un network nazionale già proiettato verso il futuro.
“La sostenibilità integrale oggi è una competenza trasversale indispensabile per i giovani che non vogliono restare indietro. Con Road to social change offriamo strumenti concreti per interpretare questa sfida e trasformarla in opportunità. Al Sud questo percorso assume un significato ancora più profondo, perché valorizza energie e talenti straordinari, contribuendo a generare crescita e competitività per i territori e per il Paese” dichiara Ferdinando Natali, regional manager Sud UniCredit.
I talk del programma rappresentano il cuore di questo percorso: non semplici conferenze, ma momenti di confronto aperto che mettono sullo stesso palco studenti universitari, imprenditori e accademici. Conversazioni dinamiche in cui si condividono esperienze concrete, strumenti innovativi e modelli di impresa responsabile, con l’obiettivo di tradurre i grandi temi della transizione sostenibile in casi pratici, creando un ponte diretto tra università, imprese e territorio.
Protagoniste dell'ultimo talk ospitato dall'università Suor Orsola Benincasa sono le pmi locali della filiera del food, che scelgono la sostenibilità come leva competitiva. Il food si conferma uno dei settori più strategici per l’economia italiana, che contribuisce con oltre 500 miliardi di euro al PIL nazionale e dà lavoro a circa 4 milioni di persone. A raccontarlo è l’esperienza di Feudi San Gregorio, eccellenza del vino italiano e prima cantina B Corp certificata in Campania, che sintetizza la propria missione nel claim 'Coltiviamo il futuro, un calice alla volta': una visione che unisce agricoltura sostenibile, filiera etica e comunità in crescita. Il talk sarà inoltre l’occasione per valorizzare le aziende che si sono distinte in termini di sostenibilità, che si sono fatte accompagnare attraverso il servizio di profilazione esg di UniCredit per analizzare le leve moderne di competitività, innovazione e crescita; hanno ottenuto uno score esg distintivo e hanno orientato le proprie strategie attraverso piani di azione concreti per cogliere le opportunità di una transizione sostenibile che ne rafforza la posizione sul mercato con modelli più responsabili e integrati.
Come di consueto, a moderare il Talk e a registrare il podcast di apertura, Riccardo Haupt e Riccardo Bassetto di Will Media. La partecipazione a Road to social change è gratuita e aperta a tutti, con particolare attenzione a studenti, professionisti e operatori non profit. Prossima tappa della road map di presentazione della partnership tra Unicredit e il mondo accademico è quella del 29 settembre alla Federico II di Napoli, dipartimento di economia management istituzioni, quando agli studenti del corso di laurea magistrale in innovation and international management saranno presentate sia le altre iniziative di formazione della UniCredit banking academy che quelle di placement a vantaggio degli studenti.

(Adnkronos) - Intervento riuscito per Achille Polonara. Il cestista azzurro, trasferitosi nelle scorse settimane alla Dinamo Sassari, si è sottoposto oggi, giovedì 25 settembre, al trapianto di midollo necessario nella sua battaglia contro la leucemia mieloide. Polonara ha rassicurato i suoi tifosi e tutti gli appassionati di basket pubblicando una storia sul proprio profilo Instagram: "Trapianto tutto ok", ha scritto aggiungendo un emoticon di una spunta verde e mostrandosi sorridente, con tanto di segno della vittoria, dal letto di ospedale.
La malattia, in ogni caso, non ha mai fatto perdere sorriso e buon umore a Polonara. Tanto che il giorno prima dell'intervento Achille si era prestato a un balletto, pubblicato sui social dalla moglie Erika Bufano, direttamente dalla stanza di ospedale.
Nelle scorse settimane invece era stato proprio Polonara ad annunciare di aver trovato una donatrice: "Abbiamo trovato una donatrice. Si tratta di una ragazza americana compatibile al 90%", ha spiegato al Corriere della Sera, "sono stato fortunato, c’erano due donatori compatibili al 90%, anche un ragazzo tedesco, ma hanno optato per lei perché sono riusciti a mettersi in contatto subito".
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(Adnkronos) - "Tutti i pazienti oncologici dell'Emilia Romagna dovrebbero sottoporsi ad alcune vaccinazioni. Attraverso le immunizzazioni, infatti, è possibile proteggere l'organismo da infezioni molto pericolose. Al momento la copertura media regionale per la vaccinazione antinfluenzale è del 46%, quella per Covid si attesta al 19%, per l'anti-pneumococcica al 2% mentre per l'anti-Herpes zoster solo al 9%". Lo sottolinea Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica),in occasione del convegno 'La vaccinazione nel paziente oncologico'. L'evento si svolge al Policlinico di Modena e rientra nella campagna nazionale omonima. Quella in terra emiliana è la quarta tappa di un tour in 10 regioni in cui sono organizzati incontri con oncologi medici, associazioni pazienti e altre figure del team multidisciplinare oncologico. La campagna è resa possibile con la sponsorizzazione non condizionante di GlaxoSmithKline.
In Emilia Romagna - riporta una nota - sono oltre 28.900 i nuovi casi l'anno di cancro. Il 63% dei pazienti è vivo a 5 anni dal momento della diagnosi e i tassi di guarigione sono in aumento. Si sta andando verso una cronicizzazione delle malattie tumorali grazie ai trattamenti innovativi e all'aumento delle diagnosi precoci. "Oggi sappiamo quanto sia importante proteggere a 360 gradi la salute dei pazienti durante e dopo le cure - afferma Erica Franceschini, dirigente medico Malattie infettive e tropicali, Aou Policlinico di Modena - Un organismo umano, che sta affrontando un tumore, è più suscettibile all'azione nefasta degli agenti patogeni. Inoltre le terapie che utilizziamo possono compromettere momentaneamente il normale funzionamento del sistema immunitario. Per tutti questi motivi è necessario incentivare il più possibile le vaccinazioni del paziente oncologico".
"Come società scientifica siamo stati tra i primi al mondo a pubblicare delle linee guida specifiche - rimarca Alessio Schirone, Oncologia clinica azienda ospedaliero-universitaria Sant'Anna di Ferrara e responsabile della Breast Unit di Ferrara - Come Aiom raccomandiamo fortemente la vaccinazione anti-pneumococcica, l'antinfluenzale, l'anti-Hpv, quelle contro il Covid-19 e l'Herpes zoster. Quest'ultima protegge dal virus della varicella che può portare a forti e dolorose eruzioni cutanee che a volte possono essere addirittura fatali. Si tratta di una vaccinazione che è già consigliata agli over 65 e risulta ancora più importante per un paziente oncologico. Oggi è disponibile un vaccino ricombinato che può essere somministrato anche a persone fragili. Nonostante gli indubbi vantaggi garantiti da questi presidi sanitari, notiamo ancora una certa 'esitazione vaccinale'. E' quindi compito dell'oncologo svolgere un'operazione di counseling nei confronti di malati, familiari e caregiver. Per questo stiamo promuovendo una campagna in tutta Italia per sensibilizzare anche il personale medico-sanitario su un aspetto non secondario del contrasto ai tumori". La campagna 'La vaccinazione nel paziente oncologico' è stata lanciata lo scorso aprile da Fondazione Aiom per promuovere il valore delle vaccinazioni tra i malati di tumore. Oltre al tour in 10 regioni, prevede la diffusione di opuscoli, un portale informativo (vaccininelpazienteoncologico.it), spot di sensibilizzazione e attività sui social media.
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(Adnkronos) - Il 29 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del cuore per sensibilizzare i cittadini sull'importanza della prevenzione cardiovascolare e per ricordare a tutti quanto sia fondamentale prendersi cura del proprio cuore. Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte al mondo e in Italia, dove rappresentano circa il 31% di tutti i decessi. Conoscere e misurare i fattori di rischio individuali delle malattie cardiovascolari è importante per prevenirle e, quindi, ridurre drasticamente il numero di decessi associati.
Sottolinea Domenico Gabrielli, presidente Fondazione per il Tuo cuore dell'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e direttore della Cardiologia dell'ospedale San Camillo di Roma: "Quest'anno il tema della Giornata mondiale del cuore è 'Non perdere il battito', e l'obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari, incoraggiando l'adozione di abitudini salutari. Stili di vita scorretti, quali la sedentarietà e scarsa attività fisica, il tabagismo, il consumo eccessivo di alcol e un'alimentazione squilibrata favoriscono la comparsa di importanti fattori di rischio intermedi quali ipertensione arteriosa, dislipidemie, diabete mellito, sovrappeso e obesità che è bene riconoscere precocemente e monitorare con l'aiuto del medico curante. I controlli di alcuni parametri diventano ancora più importanti se si è già affetti da malattie cardiovascolari, ed è sempre indispensabile adottare stili di vita salutari, effettuare i controlli nei tempi indicati ed assumere i farmaci prescritti, laddove necessario, secondo le modalità stabilite dal proprio medico curante".
"Nel corso del congresso della Società europea di cardiologia che si è da poco concluso a Madrid - continua il Gabrielli - è stato presentato il primo Clinical Consensus Statement dedicato a salute mentale e malattie cardiovascolari, con l'obiettivo di ridurre eventi, migliorare esiti e qualità di vita per milioni di persone. Circa 1 persona su 3 con malattie cardiovascolari presenta anche un disturbo di salute mentale come depressione, ansia, disturbo da stress post traumatico, stress o isolamento. I pazienti dopo una diagnosi di malattia cardiovascolare presentano alto tasso di disturbi mentali e questo impatta molto sia sul percorso terapeutico che sulla prognosi del paziente stesso. E' noto, infatti, che le patologie cardiache hanno un impatto negativo sulla salute mentale, così come i disturbi dell'umore e malattie psichiatriche aumentano il rischio cardiovascolare; ciascuna condizione accresce il rischio dell'altra e quando coesistono gli esiti a lungo termine peggiorano sensibilmente. Questa interazione è clinicamente rilevante, incide su diagnosi, aderenza, prognosi e costi, ma resta spesso sottostimata nei percorsi cardiologici tradizionali".
"La prevenzione è la prima arma, forse la più importante, per mantenere in salute il proprio cuore e per contrastare l'insorgenza e la progressione delle malattie cardiovascolari che restano ancora oggi la prima causa di morte nel nostro Paese. E' però doveroso ricordare che l'80% delle malattie cardiovascolari sono prevenibili semplicemente adottando stili di vita corretti e mantenendo sotto controllo alcuni fattori di rischio modificabili come ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, sovrappeso, sedentarietà, fumo e abuso di alcol", afferma Massimo Grimaldi, presidente Anmco e direttore della Cardiologia dell'ospedale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari).
"E' dunque fondamentale - rimarca - ricordare ai cittadini l'importanza di un'alimentazione sana (ricca di frutta, verdura, cereali integrali, pesce e povera di zuccheri e grassi saturi) e di un'attività fisica regolare. I cardiologi Anmco sono da sempre impegnati in prima linea nella prevenzione cardiovascolare promuovendo diverse attività di screening e di sensibilizzazione, poiché educare i cittadini in questo senso significa non solo salvare molte vite, ma anche prevenire o posticipare l'insorgenza delle malattie guadagnando in termini di qualità e di quantità di vita per gli italiani. Anche la ricerca, fiore all'occhiello di Anmco, ha fatto negli ultimi anni grandi passi in avanti grazie alla raccolta sul campo di una enorme mole di dati che forniscono dati preziosi sul trattamento delle patologie cardiovascolari in Italia e consentono di ottimizzare il percorso di diagnosi e cura in ambito cardiovascolare".
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(Adnkronos) - Domenica 28 settembre torna l'appuntamento con la 'Fitwalking for Ail', la camminata solidale non competitiva organizzata dall'Ail - Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, con l'obiettivo di raccogliere fondi per sostenere la ricerca e l'assistenza dei pazienti con tumori del sangue e dei loro familiari. La nona edizione dell'iniziativa sarà protagonista in tutta Italia, da Nord a Sud, in 38 città (dettagli su location, orari di partenza e come partecipare al link https://fitwalking.ail.it/). Oggi a Roma, al Circolo del Tennis del Foro Italico, la presentazione dell'evento patrocinato da ministero della Salute, Stato maggiore della Marina e Arma dei carabinieri, da Coni, Csi Centro sportivo italiano, Aics Associazione italiana cultura sport, Aia Associazione italiana arbitri, Fidal Federazione italiana di atletica leggera, Fiasp Federazione italiana amatori sport per tutti e Sport e Salute.
Il fitwalking è una forma di praticare il cammino alla portata di tutti, ricorda l'Ail. Il termine inglese significa letteralmente "camminare per la forma fisica"; è il denominatore comune per tutte le attività motorio-sportive, per il tempo libero e per il relax, per il divertimento, per il fitness, per la salute e per il benessere. Avvicinarsi alla tecnica del fitwalking significa rendere il modo di camminare sufficientemente efficace da potersi muovere a una elevata velocità mantenendo una gestualità naturale. "La Fitwalking for Ail, giunta quest'anno alla sua nona edizione, è per noi molto più di una camminata solidale: è un grande abbraccio collettivo che unisce l'Italia intera nella lotta ai tumori del sangue - afferma Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail - Camminare insieme significa sostenere la ricerca scientifica, garantire assistenza ai pazienti e alle loro famiglie e, al tempo stesso, promuovere uno stile di vita sano e rispettoso dell'ambiente. La manifestazione si inserisce nel progetto 'Ambiente e Salute', perché siamo convinti che la cura della persona passi anche dalla cura dell'ambito in cui vive, in linea con gli Obiettivi di sostenibilità dell'Agenda 2030", secondo cui un approccio integrato che comprende l'ambiente fisico, sociale, economico, ecologico e culturale del contesto territoriale è l'unico possibile per promuovere la salute umana e la sostenibilità ambientale. "E' un appuntamento che testimonia come solidarietà, salute e sostenibilità possano camminare davvero fianco a fianco", sottolinea Toro.
"Negli ultimi anni si è assistito a una crescente attenzione verso il ruolo dell'attività fisica come parte integrante dei percorsi di cura per i pazienti oncologici - evidenzia Fabio Efficace, responsabile Health Outcomes Research Unit e Chair Working Party Quality of Life Gimema, Gruppo italiano malattie ematologiche dell'adulto 'Franco Mandelli' - Oggi numerosi studi scientifici hanno ampiamente dimostrato, principalmente nei pazienti con tumori solidi, che il movimento, quando adeguatamente calibrato sulla persona, rappresenta una sorta di vera e propria terapia (che ovviamente non sostituisce quella standard) che ha dei benefici importantissimi. Ad esempio: migliorare la qualità di vita, arginare gli effetti collaterali, ridurre il rischio di recidiva e, in determinati casi, anche migliorare la sopravvivenza dei pazienti, come ha mostrato un recente studio nei pazienti con tumore del colon e pubblicata su una delle più prestigiose riviste mediche. Quindi, anche per i pazienti onco-ematologici, una attività fisica che sia calibrata sulle caratteristiche specifiche del singolo paziente può avere dei risvolti molto positivi che aiutano il paziente sul versante della funzionalità fisica, emotiva, psicologica e sociale".
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(Adnkronos) - Volodymyr Zelensky afferma di non avere intenzione di rimanere alla guida dell'Ucraina una volta finita la guerra, innescata dall'invasione russa su vasta scala avviata nel febbraio di tre anni fa.
Al giornalista Barak Ravid su 'The Axios Show', poco prima di lasciare New York dopo l'intervento all'Assemblea generale dell'Onu per fare rientro a Kiev, ha anche promesso di chiedere al Parlamento ucraino, in caso di cessate il fuoco, di organizzare le attese elezioni, rinviate a causa del conflitto. Ha detto di essere "pronto" a lasciare, rispondendo alla domanda se consideri concluso il suo mandato con la fine della guerra. "Il mio obiettivo è porre fine alla guerra", non restare alla presidenza, ha affermato.
E, evidenzia Axios nelle anticipazioni dell'intervista che verrà trasmessa venerdì, ha aggiunto di aver detto al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante l'ultimo faccia a faccia, che se si arriverà a un cessate il fuoco "potremo usare questo periodo di tempo" e "posso dare questo segnale al Parlamento".
Zelensky, eletto nel 2019 per un mandato di cinque anni, ha precisato di comprendere che la popolazione potrebbe volere "un leader" con "un nuovo mandato". "Durante il cessate il fuoco, penso la sicurezza possa dare la possibilità di organizzare elezioni", ha affermato sulle sfide nell'organizzazione del voto in un Paese oggi con milioni di sfollati e territori controllati dalle forze russe. "Se finiremo la guerra con i russi, sì, sono pronto a non presentarmi" alle elezioni, ha detto.
Il presidente ucraino ha detto ancora che se la Russia non porrà fine al conflitto avviato più di tre anni fa con l'invasione su vasta scala dell'Ucraina, i funzionari delle stanze del Cremlino dovrebbero accertarsi di sapere dove si trovano i rifugi più vicini. E ha poi aggiunto di avere il sostegno esplicito di Donald Trump a colpire obiettivi russi, come siti per la fabbricazione di armi e infrastrutture energetiche. "Li useremo", ha affermato in riferimento alla possibilità che l'Ucraina ottenga altri armamenti a lungo raggio dagli Stati Uniti.
Al giornalista di Axios Barak Ravid, Zelensky ha detto di aver chiesto a Trump, durante l'ultimo faccia a faccia a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, un nuovo sistema d'arma che - ha sostenuto - costringerebbe il leader russo Vladimir Putin a sedersi al tavolo dei negoziati. L'Ucraina non colpirà i civili, ha assicurato, perché "non siamo terroristi".
Ma ha lasciato intendere un riferimento ai centri del potere. "Devono sapere dove si trovano i rifugi - ha affermato - Ne hanno bisogno. Se non porranno fine alla guerra ne avranno bisogno in ogni caso". "Se ci attaccheranno risponderemo - ha ribadito - Se attaccheranno il nostro settore dell'energia, il presidente Trump sostiene il fatto che possiamo rispondere sull'energia". E per Zelensky, Trump sarebbe sulla stessa linea per quanto riguarda fabbriche di droni e siti missilistici. "La nostra popolazione odia i russi perché hanno iniziato la guerra e ci uccidono, ma - ha affermato nelle anticipazioni - la nostra gente capisce che non abbiamo bisogno di attaccare i civili".
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(Adnkronos) - Undo Group, attraverso la controllata Sol Terram Srl, ha finalizzato l’acquisizione di otto progetti fotovoltaici e agrovoltaici Rtb (Ready To Build), per una potenza complessiva di 170 MWp, localizzati nel Centro-Sud Italia. Le attività provengono da una realtà attiva nell'ambito energy. E' quanto fa sapere l'azienda in una nota.
Una volta in esercizio gli impianti genereranno oltre 250 GWh annui di energia che potranno soddisfare in 12 mesi il fabbisogno di circa 100mila famiglie, contribuendo a evitare l’emissione di oltre 80mila tonnellate di CO2, pari a quelle prodotte da circa 53mila automobili.
"L’operazione rappresenta un passo decisivo nel percorso del nostro piano industriale, compiendo un importante passaggio di dimensione che proietta il Gruppo a interpretare un ruolo da protagonista nella trasformazione energetica italiana. La nostra forza risiede nella rapidità, nelle competenze, nelle capacità e nella coesione delle nostre persone. Qualità, queste, che ci consentono di chiudere operazioni a fianco di grandi multinazionali, indipendentemente dalle dimensioni aziendali. Tutto ciò è il frutto di un lavoro collettivo, reso possibile anche dal sostegno dei partner e dalla fiducia del Gruppo Banca Popolare del Lazio, che dimostra come anche istituti di non grandi dimensioni possano incidere positivamente e in modo determinante sul futuro imprenditoriale italiano", afferma Umberto Deodati, Ceo di Undo Group.

(Adnkronos) - I tumori urologici in Italia fanno registrare ogni anno più di 87mila nuove diagnosi. Sono patologie sempre più curabili e anche guaribili: globalmente, 8 pazienti su 10 riescono a sconfiggerle. Da qui però l'esigenza di ricorrere a trattamenti meno invasivi e che impattino sempre meno sulla vita sessuale. Al momento, infatti, la malattia e le successive terapie possono causare disfunzioni sessuali. Soprattutto nel cancro alla vescica in presenza del quale, nei casi più gravi di patologia, più dell'80% dei pazienti lamenta sintomi come il dolore, calo del desiderio e problemi di erezione e di orgasmo. Oltre la metà degli uomini colpiti da neoplasia alla prostata sostiene invece che la malattia abbia compromesso la loro sessualità. E' quanto emerge nel giorno di apertura del 35esimo Congresso nazionale della Siuro (Società italiana di urologia oncologica). Da oggi fino a sabato oltre 250 specialisti, di diverse branche della medicina, si riuniscono a Napoli per fare il punto sulla lotta ai principali tumori genito-urinari.
"La scelta dei trattamenti e la gestione dei loro effetti collaterali rappresentano due aspetti rilevanti dell'uro-oncologia - afferma Rolando Maria D'Angelillo, presidente incoming di Siuro - Il cancro della prostata, del rene, del testicolo o della vescica sono malattie sempre più croniche. Quando individuate in tempo, le percentuali di sopravvivenza a 5 e 10 anni superano il 90%. Inoltre non colpiscono solo uomini e donne over 70, ma anche giovani, come nel caso del tumore testicolare. E' evidente che dobbiamo riuscire a preservare il più possibile il ritorno ad una vita normale dopo la difficile esperienza con una neoplasia. Fondamentale per raggiungere questo obiettivo è la discussione multidisciplinare tra i diversi professionisti che hanno in cura il paziente. Devono scegliere un percorso condiviso e poi proporlo al paziente. E' utile coinvolgere nel team anche un andrologo o un psiconcologo, in modo da fornire un supporto adeguato anche per affrontare le disfunzioni sessuali".
"Il tumore della vescica è emblematico dell'impatto che una neoplasia può avere sulla vita quotidiana - sottolinea Sergio Bracarda, presidente nazionale Siuro - E' una forma di cancro che risulta in crescita in Italia e solo lo scorso anno ha fatto registrare oltre 31mila nuovi casi (5.700 tra donne). L'armamentario terapeutico disponibile si sta ampliando in quasi tutti i sottogruppi di patologia. E' in arrivo la combinazione enfortumab vedotin più pembrolizumab come terapia di prima linea di trattamento per la malattia avanzata. I più recenti studi hanno evidenziato un significativo beneficio in termini di sopravvivenza rispetto alla sola chemioterapia. In terza e seconda linea, sempre per i casi di tumore avanzato, vi è anche erdafitinib, una target therapy che agisce solo nei casi in cui il carcinoma esprime una mutazione con alterazioni genetiche del Fgfr3. Infine è notizia degli ultimissimi giorni l'arrivo di Tar-200, un nuovo dispositivo intravescicale che rilascia il chemioterapico gemcitabina all'interno dell'organo. Il trattamento riduce la necessità di ricorso alla cistectomia in pazienti non responsivi a trattamenti iniziali per malattia superficiale".
In Italia in totale vivono con una diagnosi di tumore urologico più di 1 milione di uomini e donne, ricorda una nota. "Le prospettive di vita e guarigione per queste persone si sono molto ampliate nel corso degli ultimi 30 anni - evidenzia Giario Conti, segretario Siuro - Ciò è stato possibile anche grazie a una maggiore conoscenza sulle caratteristiche biologiche del singolo cancro. In tal modo riusciamo ad assicurare trattamenti personalizzati e di maggiore efficacia. Ora un nuovo contributo per migliorare ulteriormente l'assistenza ai pazienti può arrivare dall'intelligenza artificiale. Attraverso tecnologie informatiche innovative sono stati creati nuovi strumenti diagnostici in grado di fornire informazioni estremamente specifiche. Ciò è avvenuto soprattutto per il tumore della prostata che è attualmente il più diffuso e frequente tra la popolazione maschile. L'Ia può quindi aiutare il lavoro degli anatomo-patologi e di conseguenza anche quello dell'intero team multidisciplinare uro-oncologico".
"Somministrare trattamenti più personalizzati ci consente anche un minore rischio di ricorso a cure inutili o addirittura talvolta controproducenti - rimarca Alberto Lapini, past president Siuro - Evitiamo al paziente effetti collaterali molto temuti, come impotenza e incontinenza, a volte provocati dalla radioterapia o da alcuni farmaci. Per quanto riguarda invece la chirurgia, quella robotica è ormai una realtà consolidata in alcune strutture sanitarie del nostro Paese. Anche in questi casi le nuove tecnologie hanno semplificato il nostro lavoro e interventi molto complessi risultano di più facile esecuzione e sono meno-invasivi per i pazienti".
"La principale sfida da affrontare è riuscire ad assicurare a un numero crescente di malati tutte le innovazioni rese possibili dalla ricerca scientifica - conclude Bracarda - Ogni singolo caso di tumore urologico dovrebbe essere sempre e solo affrontato da un team multidisciplinare dove ogni specialista mette a disposizione le proprie competenze per affrontare malattie complesse ma che possiamo provare a controllare e a sconfiggere".
Leggi tutto: Tumori, in Italia oltre 87mila nuovi casi l'anno di neoplasie urologiche




(Adnkronos) - La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio? Nella trasmissione 'Sottovoce', icona della programmazione notturna della Rai che ha attraversato intere generazioni dagli anni '90, il conduttore televisivo Gigi Marzullo ha posto questa domanda a una lista interminabile di personaggi, da star internazionali del cinema a politici, imprenditori, sportivi. Oggi, invertendo per pochi minuti i ruoli, svela la sua risposta: "La vita non è un sogno", dichiara all'Adnkronos Salute proprio nel giorno in cui si celebra il World Dream Day, la Giornata mondiale dei sogni (25 settembre). E sulle prime potrebbe suonare spiazzante, pensando al ruolo che i sogni hanno avuto nella sua lunga carriera (ha all'attivo anche un libro che si intitola 'La vita è un sogno'). "A volte succedono delle cose che possono sembrare dei sogni - argomenta - ma la vita è dura, è dura realtà. I sogni intesi come illusioni, speranze, ottimismo, possono in un certo senso aiutare a vivere meglio. Se poi si realizzano anche, la vita va proprio bene. Ma non sempre i sogni si realizzano. Bisogna però averli, perché se non si hanno sogni, non dico che è inutile vivere, ma è una vita un po' grigia".
Di sogni ricorrenti ne ha anche Marzullo, 72 anni, creatura della notte, studi da medico e mestiere della vita giornalista: a occhi chiusi "ricordo i miei parenti, mio padre e mia madre, le situazioni di quando erano in vita. Mia mamma è un personaggio femminile che torna spesso - confessa - E poi delle volte sogno che non ho la laurea, e invece ce l'ho, oppure sogno che arrivo tardi ad un appuntamento, e invece no. Più o meno questo. Mi capita anche di sognare di cascare, però non casco mai. Arrivo sempre al momento in cui mi sento cadere, ma non arrivo a terra". E chissà come lo interpreterebbe l'esperta che nella sua trasmissione analizzava i sogni del Vip di turno. "Qualche volta con lei al telefono ci ho scherzato su", sorride. Ma ad animare le notti del conduttore che ha dato vita a format come 'Mezzanotte e dintorni' sono più i sogni o gli incubi? "Qualche volta faccio anche qualche incubo - ammette - E talvolta c'è anche qualche sogno di immagini erotiche, in verità".
Sogni che colorano l'esistenza, che come carburante mettono in moto la vita delle persone. Nell'atmosfera intima di uno studio in penombra, in tanti hanno raccontato i propri. "Il sogno che ricorre spesso in parecchi ospiti che ho avuto è quello di volare - racconta - Anche il mare" è protagonista frequente. "Cosa significa lo dovremmo far dire alla psicologa per avere una spiegazione corretta, ovviamente". Della lunga carrellata di confidenze ricevute 'sottovoce' dai suoi intervistati, Marzullo ricorda in particolare la reazione alle domande sui sogni: "Mi colpisce che spesso è una domanda che loro non si fanno, e hanno voglia di rispondere, rimanendo meravigliati non solo dalla domanda, ma anche dalle loro risposte". Risposte di ogni tipo, perché la notte arriva per tutti, ma ognuno la declina a modo suo. "Io, personalmente - conclude Marzullo - ho un rapporto ottimo con la notte. E' buia e questo mi fa un po' paura, però è soprattutto silenzio. Anche se, ascoltandolo, a volte il silenzio può essere molto più assordante di qualsiasi parola. Comunque, nella notte ci sono più immagini e meno parole, più silenzio. E io amo tutto questo. Non amo molto le parole, amo le immagini e amo il silenzio".
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(Adnkronos) - Incoraggiare ogni cittadino a prendersi cura della propria salute cardiovascolare informandosi, sottoponendosi a controlli di base e adottando comportamenti di prevenzione. E' l'obiettivo della campagna 'Il tuo cuore nelle tue mani', un'iniziativa itinerante di prevenzione cardio-cerebrovascolare che prende il via a Roma martedì 30 settembre con una prima giornata di screening gratuiti in piazza del Popolo (dalle 10 alle 18). La campagna è promossa da Daiichi Sankyo Italia in collaborazione con l'Istituto nazionale per le ricerche cardiovascolari (Inrc), con il supporto di Roma Capitale e il patrocinio di A.L.I.Ce. Italia Odv, Cittadinanzattiva, Coordinamento nazionale associazioni del cuore (Conacuore Odv), Feder-A.I.P.A., Fondazione italiana per il cuore (Fipc) e del Consiglio regionale del Lazio. Dopo Roma, la campagna proseguirà con tappe a Torino e Palermo.
Le malattie cardio-cerebrovascolari (Cvd) restano la prima causa di mortalità nel mondo - ricorda una nota - per questo la campagna intende ridurre il ritardo nella richiesta di assistenza, migliorare la conoscenza dei sintomi (anche nelle loro differenze tra i sessi) e favorire l'adesione ai percorsi terapeutici e di follow-up. "Daiichi Sankyo è da anni impegnata nella promozione della salute cardiovascolare su più fronti, dalla ricerca alla prevenzione, fino al sostegno dei pazienti, e siamo orgogliosi di dare il via a questa iniziativa collettiva - dichiara Joanne Jervis, Managing Director & Head of Specialty Business Division, Daiichi Sankyo Italia - Un progetto speciale come questo permette di portare il dibattito direttamente sui territori, rafforzare il rapporto tra cittadini e istituzioni locali e divulgare le proposte di policy elaborate con il contributo di esperti e stakeholder. Confidiamo in una partecipazione ampia e attiva sin dalla prima tappa romana".
Durante la giornata sarà possibile effettuare gratuitamente elettrocardiogramma (Ecg), controllo della pressione arteriosa, profilo lipidico, controllo della glicemia, misurazione della circonferenza vita. Operatori sanitari e volontari saranno presenti per fornire consulenze, materiale informativo semplificato e indicazioni su come rivolgersi ai servizi sanitari territoriali. La campagna non si limita ai controlli: vuole anche sensibilizzare sui segnali meno noti e sulle differenze di genere nella presentazione delle patologie cardiovascolari. "La prevenzione è la chiave per ridurre l'impatto delle malattie cardio-cerebrovascolari - afferma Francesco Fedele, presidente dell'Inrc - Questa iniziativa, che offre controlli immediati e gratuiti, mette al centro l'informazione chiara e promuove percorsi di cura e politiche condivise: è fondamentale raggiungere cittadini di tutte le età e sensibilizzare soprattutto sulle differenze di genere nella presentazione clinica, perché la conoscenza salva vite".
La campagna si fonda anche sui risultati di una survey europea realizzata da Daiichi Sankyo Europe, 'The 2025 European heart health survey - Public perceptions on cardiovascular care', condotta online tra il 25 marzo e il 14 aprile in Austria, Belgio, Germania, Italia, Portogallo e Spagna. Hanno partecipato complessivamente 3.674 pazienti e 4.906 cittadini. Sono emersi - riporta la nota - risultati significativi che motivano la necessità di rafforzare prevenzione e informazione sul pubblico. In particolare: un terzo dei pazienti dichiara di aver vissuto un evento cardiaco o di essere stato classificato ad alto rischio cardiovascolare; tra il pubblico generale, i fattori legati allo stile di vita (attività fisica e alimentazione) sono percepiti come la principale barriera alla salute cardiovascolare; le donne risultano significativamente più propense degli uomini a considerare lo stress come ostacolo al mantenimento della salute cardiovascolare. Non solo: il 53% dei pazienti non conosce le differenze di sintomatologia tra uomini e donne. La consapevolezza cala drasticamente con l'età (dal 46% tra i minori di 25 anni al 15% tra gli over 65). Quasi il 50% del pubblico generale non riconosce differenze di genere nei sintomi, e la maggioranza (53% degli uomini e 44% delle donne) ritiene che non esistano. Ancora: oltre un quarto dei pazienti afferma di non aver mai contattato un professionista sanitario nonostante la comparsa di sintomi cardiovascolari; tra le pazienti di sesso femminile, quasi il 40% attende oltre 6 settimane dall'insorgenza dei sintomi prima di rivolgersi a un medico; il 17% dei pazienti dichiara di essere "poco familiare" con i sintomi delle malattie cardiovascolari, indicando la necessità di maggiore informazione ed educazione.
Per quanto riguardala popolazione italiana, si conferma che oltre il 20% dei pazienti italiani non si reputa particolarmente informato sui sintomi cardiovascolari. I più riconosciuti sono: dolore toracico (79%), affaticamento (73%) e difficoltà respiratorie (72%), mentre dolore localizzato (31%) e nausea/vomito (29%) sono meno noti. Solo il 17% ha cercato assistenza medica immediatamente dopo l'insorgenza dei sintomi; il gruppo più numeroso (26%) ha atteso alcuni giorni; il 24% ha dichiarato di non aver mai consultato un medico per sintomi cardiovascolari. Il peso corporeo (80%) è percepito come il principale fattore di rischio, seguito dall'età (66%). Il 60% dei pazienti ritiene che una comunicazione più efficace da parte del medico aiuterebbe maggiormente, e il 53% indica la necessità di informazioni più semplici e chiare.
La campagna segue la pubblicazione del Policy Act 'Salute cardiovascolare: un impegno comune per migliorare la prevenzione e l'aderenza terapeutica', realizzato grazie alla collaborazione di Daiichi Sankyo Italia e redatto da un gruppo di lavoro misto composto da istituzioni, esperti sanitari, società scientifiche, associazioni civiche, fondazioni e organizzazioni di pazienti. Solo nel 2021 - conclude la nota - le malattie del sistema circolatorio hanno causato oltre 217mila decessi in Italia (pari al 30,8% del totale), confermandosi la prima causa di morte nel Paese. La scarsa aderenza terapeutica grava sul Ssn per circa 2 miliardi di euro l'anno: migliorarla anche solo del 15% potrebbe ridurre significativamente il rischio di infarto, ictus e mortalità cardiovascolare, con un risparmio potenziale di oltre 300 milioni di euro l'anno.
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(Adnkronos) - L'apparente cambio di posizione di Donald Trump in favore di una ripresa da parte dell'Ucraina dei territori occupati dalla Russia è "una tattica negoziale" del presidente Usa tesa a fare pressioni sul Cremlino. E' quanto afferma una fonte della Casa Bianca, sottolineando - riporta oggi il Washington Post - come questo dia la misura della frustrazione di Trump nei confronti di Vladimir Putin, a un mese dall'accoglienza con il tappeto rosso che ha riservato al presidente russo per il summit in Alaska che finora ha portato a pochi risultati concreti.
Tutto quello che fa il presidente, aggiunge ancora l'alto funzionario della Casa Bianca, viene visto attraverso "la lente del 'cosa posso fare per raggiungere un accordo'". Trump "è molto arrabbiato con Putin da diverso tempo, sta mandando dei messaggi molto forti - continua il funzionario - la Russia è un Paese massiccio, con un'economia massiccia, hanno un'economia di guerra. E nonostante questo l'Ucraina è stata in grado di difendersi per quasi quattro anni".
In effetti, ha suscitato una grande attenzione il fatto che il presidente americano, che da tempo suggerisce che l'Ucraina deve cedere territori per poter mettere fine alla guerra, martedì, dopo aver incontrato Volodymyr Zelensky al Palazzo di Vetro, abbia detto che Kiev può "riconquistare tutta l'Ucraina nella sua forma originale" con il giusto sostegno.
Il fatto è che, solo poche ore dopo, il segretario di Stato Marco Rubio ha detto al consiglio di Sicurezza che la guerra finirà al tavolo negoziale non sul campo di battaglia, ribadendo così la posizione nota degli Stati Uniti, senza che il possibile nuovo approccio di Trump fosse trasformato in azione pratica.
Fonti di Kiev spiegano però che anche se le parole di Trump non saranno seguite da azioni pratiche, queste sono importanti perché permetteranno a repubblicani pro Kiev che finora hanno evitato di rilasciare dichiarazioni di pieno sostegno per paura di contraddire il presidente, ora potranno più facilmente esprimersi, anche e soprattutto sul fronte delle sanzioni alla Russia. "Questa comunicazione fornisce una solida base quando parliamo della situazione economica in Russia, dell'effettiva situazione militare e parliamo di infliggere sanzioni e pressioni", afferma la fonte ucraina citata dal Post
Inoltre l'Ucraina sarebbe pronta a sferrare una offensiva contro la Russia per cui sarebbe necessario il sostegno degli Stati Uniti, rivela dal canto suo il Wall Street Journal, citando elementi di intelligence forniti a Trump e forse alla base delle sue ultime esternazioni circa la capacità di Kiev di ribaltare il corso della guerra. Il presidente Usa sarebbe stato informato di questi piani dalla sua intelligence nel quadro di un briefing sulla situazione sul campo di battaglia, e anche degli scarsi progressi delle forze di Mosca negli ultimi anni.
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(Adnkronos) - Sono 6 milioni gli spostamenti dei residenti romani in un giorno feriale tipo e continua a crescere il tasso di motorizzazione auto, 677 autovetture ogni 1000 abitanti, con un aumento nel 2024 di un +2,3%. Un dato mitigato solo dal fatto che il parco mezzi è in costante rinnovo, con veicoli a più bassa emissione di inquinanti e gas serra, per cui le vetture Euro 6 rappresentano oltre il 45% del parco e i motocicli Euro 5 aumentano del +49%. E' quanto emerge dal Rapporto Mobilità 2025, presentato ieri da Roma Servizi per la Mobilità, che scatta una fotografia sul 2024. ''Una annualità - si legge nel rapporto - che di fatto conferma e amplifica l’andamento di positiva ripresa del post pandemia per il terzo anno consecutivo, sia per le attività socio-culturali che economiche della città, con un aumentato tasso di mobilità delle residenti e dei residenti romani (+23,4% di usciti di casa in un giorno feriale tipo e +40% di spostamenti effettuati rispetto all’ultima indagine del 2021).
Resta elevata la quota di lavoratori-lavoratrici in modalità ibrida (opera in smart working il 31,4% circa dei residenti), unito al costante aumento dei flussi turistici (+4,5% rispetto al 2023, ma è +68% rispetto al 2022), che porta a 51,4 milioni le presenze 2024 nella Capitale, di cui il 55% di cittadinanza straniera, a conferma della sua vocazione di primario centro attrattivo per il turismo internazionale.
Il 2024 porta con sé alcune inversioni di tendenza e interessanti conferme su cui vale fissare l’attenzione, sottolinea Roma Servizi per la Mobilità: torna in saldo positivo la produzione complessiva di trasporto pubblico locale (+1,8%), nonostante molti interventi di manutenzione dei mezzi e delle reti effettuati nel 2024. Si confermano in crescita le vendite dei titoli di viaggio Metrebus (+5%); la flotta di superfice (bus e tram) per il 39% è a bassa emissione di inquinanti (elettrici, ibridi e metano), anche grazie alla progressiva immissione in servizio, nell’anno, delle flotte dei nuovi gestori affidatari per i 2 lotti di trasporto periferico e ultra periferico di superficie (bus).
Permane la spinta espansiva nel settore della mobilità sostenibile (mobility management aziendale +15,2%; colonnine di ricarica auto +53,3%; rete ciclabile +2,2%; abbonati al servizio car sharing station based +37,9%;), anche supportata dalla scelte dell’amministrazione Capitolina di riorganizzazione e regolazione del settore della sharing mobility - rispetto a numerosità e localizzazione dei veicoli sul territorio (car, bike e monopattini) - e all’attivazione di incentivazioni all’uso (convenzione Metrebus), che fanno registrare a circa 2 milioni le iscrizioni ai servizi e a 13,6 milioni i noleggi complessivi nel 2024. Il 2024 è il primo anno dove si è attuato l’effetto del bando sharing per monopattini e biciclette, che ha cominciato ad estendere i servizi in aree più periferiche, come mezzo integrato con gli abbonati Metrebus, aumentando l’uso nei giorni feriali rispetto ai fine settimana.
Una importante notizia per la città è di sicuro nell’ambito della sicurezza stradale, con la prima incoraggiante inversione di tendenza dopo anni: nel 2024 Istat rileva che a Roma il numero dei decessi per incidenti stradali scende del -13% (-10,9% per i pedoni) e il tasso di gravità degli incidenti flette del -18,8%. ''Un primo timido segnale che fa ben interpretare gli interventi messi in campo sia per la progressiva messa in sicurezza dei black point sulla rete viaria, sia per il lavoro svolto sui tavoli della partecipazione con le associazioni dei cittadini, sia per le campagne di informazione e formazione per la sicurezza stradale che Roma Capitale ha promosso negli ultimi anni'', si legge nel rapporto.
Ma nonostante questa inversione di tendenza, purtroppo Roma è ancora al primo posto nella graduatoria nazionale per il tasso di mortalità e al quarto per quello dei feriti (il tasso è in aumento del 7,6%). Per questo sono in atto numerose azioni da parte di Roma Capitale per aumentare la sicurezza stradale, come incremento degli autovelox per il controllo della velocità e per la rilevazione tecnologica ai semafori del passaggio con il rosso, nuovi interventi sui black point da mettere in sicurezza, incremento degli attraversamenti pedonali luminosi, campagne di educazione e informazione al rispetto delle regole, nuove Zone 30 e strade a 30 km in arrivo.
Il Rapporto riporta, inoltre, i dati dell’indagine modale 2024 condotta sull’Area Metropolitana, offrendo per la prima volta anche un focus di lettura delle scelte di mobilità dei residenti a Roma espresse in base al genere, rilevando sul totale degli spostamenti dei residenti romani (6 milioni di spostamenti in un giorno feriale tipo, + 40% rispetto all’indagine 2021) interessanti differenze fra la mobilità maschile e quella femminile, con gli uomini più orientati all’uso dell’auto privata come conducente (50% uomini contro il 46% donne), mentre le donne mostrano una scelta modale più articolata e varia, decisamente più orientata alla sostenibilità e alla mobilità attiva (il 59% degli abbonati Metrebus e il 27,4% degli spostamenti pedonali sono di genere femminile).
Anche rispetto alla sicurezza stradale, le donne mostrano maggiore prudenza nella guida: sono uomini il 93% dei conducenti di auto deceduti in un incidente stradale e sempre uomini il 77% i pedoni morti, mentre le donne sono il 58% di quelli feriti. Il focus rappresenta la novità dell’edizione 2024 e mira a fornire un’analisi più raffinata della scelta modale dei romani e romane, in ottica di futuri eventuali approfondimenti di natura socio-demografica e comportamentali, sempre in ottica di genere, che possono orientare le scelte e le politiche in tema di mobilità, nonché indurre innovazioni di servizio.

(Adnkronos) - Il Bologna scende in campo in Europa League. I rossoblù sfidano oggi, giovedì 25 settembre, l'Aston Villa a Birmingham, nella prima giornata della competizione europea che ieri ha visto la vittoria della Roma di Gasperini, che ha superato il Nizza 2-1 in trasferta. La squadra di Italiano, dopo la parentesi in Champions League dello scorso anno, ha raggiunto la qualificazione in Europa per il secondo anno consecutivo grazie al trionfo nell'ultima edizione della Coppa Italia, dove in finale ha battuto il Milan 1-0.
Il Bologna è reduce dalla vittoria in rimonta con il Genoa, battuto 2-1 al Dall'Ara nell'ultima giornata di Serie A. Successo che ha permesso agli emiliani di risalire all'undicesimo posto in classifica a quota 6 punti. L'Aston Villa invece arriva dal pareggio per 1-1 contro il neopromosso Sunderland in trasferta e da un inizio di stagione deludente, che vede la squadra di Emery al 18esimo posto di Premier League con appena 3 punti in cinque giornate.
La sfida tra Aston Villa e Bologna è in programma oggi, giovedì 25 settembre, alle ore 21. Ecco le probabili formazioni:
Aston Villa (4-2-3-1): Martinez; Cash, Konsa, Pau Torres, Maatsen; Kamara, McGinn; Guessand, Elliott, Sancho; Watkins. All. Emery
Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Zortea, Heggem, Lucumi, Lykogiannis; Freuler, Ferguson; Orsolini, Fabbian, Rowe; Castro. All. Italiano
Aston Villa-Bologna sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport. Il match sarà disponibile anche in streaming sull'app SkyGo e su NOW.
Leggi tutto: Aston Villa-Bologna: orario, probabili formazioni e dove vederla in tv
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