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Il giovane è ricoverato al Policlinico di Monserrato, dove i medici lo hanno curato per la grave ferita provocata dall'esplosione del petardo che gli ha fatto esplodere il bulbo oculare.
Nello stesso reparto è stato ricoverato anche un uomo di 50 anni anche lui con un trauma oculare minore dovuto sempre all'esplosione di un botto di Capodanno. L'uomo è stato già dimesso.
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Non solo Pinguini Tattici Nucleari.
Nel Capodanno di Olbia il grande finale in musica ha anticipato quello romantico avvenuto sul palco, quando Claudio Guerrini, speaker radiofonico di Rds, radio che ha poi curato il dj set a fino alle prime ore del mattino, ha condotto a sorpresa la proposta di matrimonio tra un personal trainer olbiese e la sua fidanzata.
E tra le lacrime e la commozione è iniziato lo spettacolo pirotecnico sul golfo che ha anticipato l'esibizione dell'altro gruppo musicale in programma, i Boomdabash con il loro sound pop salentino.
"È il Capodanno con il maggior numero di presenze nella storia di Olbia e questo non era semplice perché tante località in Sardegna hanno puntato su artisti e nomi noti - ha dichiarato all'ANSA Marco Balata, assessore comunale al Turismo -.
La mia non è una critica, anzi, sono sicuro che la sce
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Ha perso l'occhio il 32enne rimasto ferito nello scoppio di un petardo avvenuto durante i festeggiamenti per Capodanno al quartiere Sant'Elia a Cagliari.
Il giovane è ricoverato al Policlinico di Monserrato, dove i medici lo hanno curato per la grave ferita provocata dall'esplosione del petardo che gli ha fatto esplodere il bulbo oculare.
Nello stesso reparto è stato ricoverato anche un uomo di 50 anni anche lui con un trauma oculare minore dovuto sempre all'esplosione di un botto di Capodanno. L'uomo è stato già dimesso.
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Un uomo di 83 anni, Peppino Fadda, di Padru, mentre era alla guida della sua auto lungo la Strada provinciale 24, nei pressi di Padru, in Gallura, è stato raggiunto da una fucilata.
L'anziano è stato colpito da una cartuccia caricata a pallini.
l cannonau, ma anche altri vini sardi, raccontato in tutte le sue tante sfaccettature e tipologie e da apprezzare in diversi contesti e per diversi target.
Sardegna Ricerche, in collaborazione con l'Università Iulm di Milano e Assoenologi Sardegna, guidata da Mariano Murru, promuove un innovativo progetto di studio per capire il trend del mercato non solo dal punto di dell'immagine ma anche della parte gustativa del rosso bandiera della Sardegna, con un claim che guarda anche e soprattutto alle nuove generazioni: "Cannonau: il vino giovane".
"E con un'attenzione al ruolo della nuova e moderna comunicazione, su cui in Sardegna c'è tanto da lavorare", afferma Murru.
L'iniziativa punta ad aiutare i produttori a promuovere il vitigno nelle sue varie espressioni territoriali.
E farlo approdare sempre di più con un linguaggio contemporaneo nel mondo dei social. Due le fasi: la prima che coinvolge consumatori, studenti e aziende vitivinicole, analizza i trend di consumo dei giovani adulti, per identificare attraverso tecniche tradizionali di marketing, interviste, strategie innovative del neuromarketing con la misurazione scientifica delle esperienze gustative, i punti di attrattività del Cannonau.
La seconda "Dalle cantine ai social", orienta la comunicazione verso un pubblico più giovane, per promuovere un consumo responsabile e consapevole e individuare strategie per migliorare il posizionamento sul mercato. Un percorso prezioso per individuare gli strumenti più adatti e gli elementi di miglioramento che le aziende vitivinicole possono introdurre per ottimizzare il proprio posizionamento sul mercato oltre a sensibilizzare le aziende sarde rispetto sul ruolo fondamentale che riveste la comunicazione di un prodotto.
"Il progetto si propone diversi obiettivi, tra questi in primis capire quali tipologie di prodotti sono più appetibili per i giovani consumatori di oggi e del domani - sottolinea ancora Murru - e da questo punto di vista il Cannonau può offrire una svariata gamma che parte dallo spumante, passando per i rosati di stile più moderno e internazionale, a rossi giovani e fruttati, ai rossi più strutturati e le riserve, per finire con i vini passiti e fortificati. Sarà il primo esperimento a livello nazionale che fornirà dei dati scientifici grazie all'ausilio del neuromarketing e alla partecipazione di migliaia di giovani, fornendo dati utilissimi ai produttori e a noi tecnici che dobbiamo elaborare i vini del futuro".
un ampio insediamento, sotto le acque dello stagno di Cabras, in provincia di Oristano, terra dei Giganti di Mont'e Prama.
Per geometrie e dimensioni, le strutture sommerse sembrano compatibili con quelle dell'architettura nuragica.
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Dietro questa che si configura come un'ipotesi da avvallare dal punto di vista archeologico scientifico, c'è il lavoro di un architetto paesaggista di Cabras, Giuseppe Sanna, 31 anni.
Il suo studio, pubblicato nell'ultimo numero della rivista scientifica di Classe A "Restauro Archeologico", edita da "Firenze University Press", si concentra sulle connessioni visive dei nuraghi nella penisola del Sinis. Queste connessioni - che hanno anche permesso all'architetto di censire cinque nuovi nuraghi - puntano tutte sulla zona di Conca Illonis, insediamento di età preistorica, all'angolo sud-ovest dello stagno. "Ho scelto di sintetizzare le connessioni visive seguendo gli assi cardinali est-ovest, dal mare allo stagno e nord sud, dalla punta sud di Capo San Marco al sito di Monte Prama", spiega Sanna.
Sarà importante stabilire anche la datazione delle costruzioni dell'insediamento che lo studioso sardo ha individuato attraverso strumenti digitali come il Geographic information system e foto aeree attraverso un software.
"Uno studio che porta un dato interessante e che pone degli interrogativi, ma che necessariamente va verificato con l'indagine archeologica. L'immagine sembra riflettere elementi tipici dei villaggi nuragici del 14-13/o secolo A.C, quindi età del bronzo recente e finale", osserva l'archeologo Momo Zucca.
"Gli studi costituiscono sempre un punto di appoggio per le ricerche future e le sollecitazioni - sottolinea Giorgio Murru, responsabile area ricerca didattica della Fondazione Mont 'e Prama - l'architetto Giuseppe Sanna ha portato avanti un lavoro meritevole. Si tratta di ipotesi che vanno avvallate e confermate da una ricerca archeologica-scientifica. La Fondazione Mont'e Prama, nei mesi scorsi, ha presentato un progetto di prospezione dello stagno, frutto della sinergia con le Università di Sassari e del Salento. Il prossimo autunno avvieremo nella laguna una serie di ricognizioni per conoscere e capire che cosa custodiscono queste acque".
Per il sindaco di Cabras Andrea Abis si tratta di "uno studio eccezionale fatto da un giovane del paese. Questa lettura su grande scala ha certo bisogno di una campagna di scavi e una ricerca mirata".