(Adnkronos) - Donald Trump continua a tenere alta l'attenzione sull'annuncio "importantissimo" che ha promesso di fare nelle prossime ore in concomitanza con il suo primo viaggio internazionale in Medio Oriente.
Dopo che nei giorni scorsi aveva preso piede l'ipotesi riportata dalla stampa israeliana, e poi smentita dagli Usa, di un possibile riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'amministrazione Trump, il giallo del misterioso annuncio che potrebbe cambiare il corso della storia, continua a tenere banco tra gli analisti. E il presidente contribuisce ad alimentare la suspense stuzzicando la curiosità con una nuova allusione, stavolta via social.
"Il mio prossimo post su Truth - ha scritto oggi Trump - sarà uno dei più importanti e di impatto che io abbia mai pubblicato. Divertitevi", il messaggio laconico del Presidente. Mentre già si scatenano nuove ipotesi.
Come nel caso del riconoscimento dello Stato di Palestina, nuove 'indiscrezioni' sull'annuncio che Trump starebbe per fare, arrivano dalla stampa israeliana. Fonti del Golfo citate da Haaretz anticipano infatti che il presidente degli Stati Uniti potrebbe annunciare una proposta di cessate il fuoco a Gaza durante il suo viaggio.
(Adnkronos) - Nelle ultime immagini che la ritraggono viva Chamila Wijesuriya, la 50enne originaria dello Sri Lanka trovata morta nel pomeriggio al parco Nord di Milano, era in compagnia di Emanuele De Maria, il 35enne detenuto che si è suicidato oggi gettandosi dal Duomo di Milano.
I video risalgono al pomeriggio di venerdì: i due, colleghi all’hotel Berna, dove De Maria lavorava come receptionist con un permesso di lavoro esterno, camminano uno accanto all’altro, all’interno del parco, riparandosi dalla pioggia con due ombrelli. La 50enne è vestita interamente di jeans. Gli stessi abiti che indossava oggi quando è stata ritrovata cadavere, a un chilometro di distanza. De Maria indossa i jeans e un giubbotto nero, come le scarpe e lo zaino. Ha una mano in tasca mentre passeggia al fianco della donna.
Leggi tutto: Milano, Chamila e De Maria ripresi venerdì insieme nel parco - Video
(Adnkronos) - Basilea si prepara ad ospitare l'Eurovision Song Contest 2025 tra nuove regolamentazioni e qualche polemica. La cerimonia di apertura, svoltasi sul Turquoise Carpet, il tappeto turchese più lungo nella storia dell'Esc (ben 1,3 km), ha visto sfilare le 37 delegazioni partecipanti. Grande entusiasmo per il rappresentante italiano, Lucio Corsi, accolto da un bagno di folla mentre salutava i fan a bordo di uno storico tram cittadino.
Tuttavia, la cerimonia è stata segnata anche da alcune proteste contro la partecipazione di Israele alla competizione. Numerose persone hanno manifestato a sostegno della Palestina, esprimendo il proprio dissenso nei confronti della presenza israeliana alla luce del complesso contesto geopolitico. A queste proteste si aggiunge la voce di Nemo, l’artista svizzero vincitore dell'edizione 2024, che nei giorni scorsi ha pubblicamente espresso perplessità sulla partecipazione di Israele, unendosi all'appello di oltre 70 artisti, tra cui ex vincitori dell'Eurovision, che hanno firmato una lettera aperta all'Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu). L'Ebu ha comunque confermato la partecipazione del paese, ribadendo la natura "universale e apolitica" dell'evento. Israele sarà rappresentato da Yuval Raphael, sopravvissuta all'attacco di Hamas del 7 ottobre. Tra le novità di quest'anno, una nuova regolamentazione riguardante le bandiere ammesse sul palco. Gli artisti potranno esibire esclusivamente la bandiera del proprio paese, una decisione che segue le controversie delle precedenti edizioni.
Lo scorso anno, proprio Nemo, durante la cerimonia di apertura, aveva sventolato una bandiera queer, violando il regolamento. Nel 2023, a Liverpool, Marco Mengoni aveva portato sul palco la bandiera del Progress Pride insieme al tricolore italiano. Quest'anno, al contrario, il pubblico in sala potrà esporre qualsiasi bandiera non espressamente vietata dalla legge svizzera. Si parte il 13 maggio con la prima semifinale che vedrà esibirsi in ordine: 1. Islanda; 2. Polonia; 3. Slovenia; 4. Estonia; Spagna (già qualificata in finale); 5. Ucraina; 6. Svezia; 7. Portogallo; 8. Norvegia; 9. Belgio; Italia (già qualificata); 10. Azerbaigian; 11. San Marino; 12. Albania; 13. Paesi Bassi; 14. Croazia; Svizzera (già qualificata); 15. Cipro. Il 15 maggio è la volta di: 1. Australia; 2. Montenegro; 3. Irlanda; 4. Lettonia; 5. Armenia; 6. Austria; Regno Unito (già qualificata); 7. Grecia; 8. Lituania; 9. Malta; 10. Georgia; Francia (già qualificata); 11. Danimarca; 12. Cechia; 13. Lussemburgo; 14. Israele; Germania (già qualificata); 15. Serbia; 16. Finlandia.
Leggi tutto: Eurovision 2025, cerimonia di apertura a Basilea - Video
(Adnkronos) - L’Inter non molla la presa scudetto. All’Olimpico Grande Torino, la squadra di Inzaghi liquida 2-0 la pratica Toro grazie alle reti di Zalewski e Asllani. I nerazzurri controllano bene la partita sotto il diluvio e salgono a 77 punti, ad una sola lunghezza dal Napoli: la capolista pareggia in casa 2-2 con il Genoa e frena la corsa verso lo scudetto.
Succede di tutto nel primo tempo. Pronti via, l’arbitro La Penna ferma la gara per problemi sugli spalti . Sono necessari i soccorsi per la caduta di un tifoso e la partita riprende dopo qualche minuto, accompagnata dagli applausi dello stadio. La gara riprende e l'Inter passa in vantaggio al quarto d’ora con Zalewski. Gran gol dell'esterno, che beffa Milinkovic-Savic con un destro a giro dal limite dell'area. Su Torino cala il diluvio e il gioco rallenta con il passare dei minuti: prima dell’intervallo l’unica occasione degna di nota capita a Che Adams. L’attaccante colpisce di testa in tuffo, ma il miracolo di Martinez tiene i nerazzurri avanti. Al 43’ La Penna ferma il gioco per la pioggia eccessiva, che in poco diventa grandine. Poi, dopo i test del rimbalzo con i capitani, si riparte e si va negli spogliatoi al termine dei 6 minuti di recupero.
L’intervallo dura una mezz’ora proprio per i dubbi causati dalla pioggia. Anche qui, dopo il sopralluogo con Ricci e De Vrij La Penna dà l’ok e si torna in campo. Inzaghi propone due cambi per sfruttare gli spazi sulle fasce: dentro Dumfries e Dimarco, fuori Carlos Augusto e Bissek (entrambi ammoniti). Dimarco è subito protagonista e manda Taremi in porta con un bel filtrante dalla sinistra: Milinkovic-Savic esce a valanga, atterra l’iraniano ed è rigore. Sul dischetto va Asllani, che non sbaglia e fa 2-0. L’Inter a questo punto domina il possesso e sfiora il tris a più riprese con Dimarco e Correa, ma in entrambi i casi è provvidenziale l’uscita di Milinkovic-Savic. I granata restano vivi grazie al portiere serbo e nel finale cercano di riaprire il discorso con l’orgoglio. La chance più nitida capita al 71’, quando il sinistro dal limite di Vlasic sfiora il palo dopo la deviazione di Bastoni. Finisce 0-2 a Torino: l’Inter fa il suo e insegue il Napoli.
Leggi tutto: Torino-Inter 0-2, Zalewski e Asllani accorciano le distanze dal Napoli capolista
(Adnkronos) - Edi Rama verso il quarto mandato da premier. Secondo gli exit poll pubblicati dall'Albanian Post, i socialisti hanno ottenuto il 51,8% dei voti alle elezioni parlamentari che si sono svolte oggi, 11 maggio, mentre l'opposizione guidata dal Partito democratico dell'ex presidente Sali Berisha si è fermata al 38%. In termini di seggi, il Ps ne conquisterebbe 79 su un totale di 140, contro i 54 dell'opposizione conservatrice.
Secondo gli exit poll, i socialisti di Rama - che hanno incentrato la loro campagna elettorale sulla prospettiva di adesione dell'Albania all'Ue - hanno ottenuto il 3,1% in più dei voti rispetto alle ultime elezioni politiche, mentre l'opposizione ha perso l'8,2%.
Leggi tutto: Albania, exit poll: vince ancora Rama, ai socialisti il 51,8% dei voti
(Adnkronos) - “La Sicilia del vino, instancabilmente resiliente, riflette sul passato e si proietta con determinazione verso il futuro, trovando nell'associazionismo la forza per avanzare e crescere incessantemente”. Il messaggio di Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, chiude la XXI edizione di Sicilia en Primeur, sottolineando il ruolo centrale dell’associazione nel dibattito globale che riguarda il mondo del vino, definendo un manifesto programmatico che fa leva sul valore culturale del vino e sui fattori principali che oggi lo definiscono: enoturismo, sostenibilità, consumo consapevole, qualità produttiva.
È stata la città di Modica e il suo scenario barocco, dal Castello dei Conti al Teatro Garibaldi, ad aver ospitato la più importante vetrina itinerante del vino siciliano, dedicata all’anteprima dell’ultima annata, ideata ed organizzata da Assovini Sicilia sin dal 2004.
Un viaggio nel cuore della Sicilia del vino: gli undici enotour che hanno condotto la stampa internazionale alla scoperta delle diverse anime vinicole dell'isola hanno consacrato il successo di un format che fa del territorio il suo protagonista. Oltre trecento etichette, presentate in una degustazione tecnica guidata dall'Ais, hanno offerto una vibrante testimonianza del dinamismo e della qualità che animano i produttori siciliani. Sempre più attenzione ai contenuti, con la nuova formula dei quattro talk che ha permesso di approfondire tematiche attuali come la comunicazione nelle nuove generazioni, il neuromarketing, la tutela e valorizzazione delle produzioni vitivinicole grazie ai nuovi contrassegni di Stato.
Con il convegno 'La cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro', ospitato presso il Teatro Garibaldi di Modica, Assovini Sicilia punta i riflettori sull’attualità del fattore vino nel contesto economico-politico e sociale, offrendo nuovi spunti e riflessioni. Moderato da Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, il convegno si è aperto con i saluti istituzionali dell’assessore all'Agricoltura Salvatore Barbagallo, e di Felice Assenza, capo dipartimento Icqrf (Ispettorato centrale qualità e repressione frodi) del Masaf, che ha sottolineato l’importanza di “rafforzare i sistemi di tracciabilità e controllo per proteggere l’identità e la competitività del nostro vino nel mondo". "Questi controlli - ha affermato Assenza - non solo tutelano il consumatore, ma garantiscono anche una leale concorrenza tra produttori, contribuendo a eliminare dal mercato prodotti contraffatti e a contrastare il fenomeno dell’Italian sounding, particolarmente diffuso all’estero”.
A partire dal pay-off di questa XXI edizione, La Cultura del vino in Sicilia: una storia millenaria che guarda al futuro, è la cultura, il leitmotiv e filo conduttore tematico del convegno, declinato nei diversi contributi dei relatori, i quali hanno ragionato, ciascuno secondo la propria area di competenza e azione, su possibili soluzioni e scenari.
Nel suo speech inaugurale, Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, ha sottolineato che “oggi, di fronte alle sfide globali che vedono il vino al centro di un acceso dibattito, è fondamentale tornare alle nostre radici per riflettere e rispondere alle sfide future". "La prossima sfida per Assovini Sicilia non è solo mantenere alta la qualità della produzione vinicola e investire in sostenibilità, ma anche tutelare il valore culturale contro dinamiche internazionali restrittive, contro un pensiero che criminalizza un prodotto di civiltà, conoscenza, bellezza e tradizione”, ha aggiunto.
Il Master of Wine Andrea Lonardi ha gettato le basi per un manifesto programmatico dal titolo 'Il fattore S: l’unicità del continente vitivinicolo siciliano', e ha esplorato il futuro del vino siciliano attraverso dodici parole chiave che iniziano per 'S' - da scenario a sogno - offrendo una riflessione profonda su identità, sostenibilità e visione strategica. “È necessario trattenere i giovani, valorizzare i siti identitari oltre l’Etna, creare vini e narrazioni contemporanei, formare una nuova generazione di viticoltori per affrontare le sfide. Il vino siciliano può rimanere ancora simbolo culturale e sogno condiviso, se guidato da visione e responsabilità ma con preparazione, metodo e disciplina”, ha commentato Andrea Lonardi.
Si scrive enoturismo e si legge cultura del vino, del viaggio e del territorio. Dalla vigna alla vetrina digitale: il Sud che innova tra eventi, e-commerce e nuovi modelli di accoglienza per l'enoturismo, è stato il titolo dell’intervento dei docenti dell’Università Lumsa, Dario Stefàno e Antonello Maruotti, i quali hanno illustrato e commentato i risultati del focus sulla Sicilia della ricerca condotta dal nuovo Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo dell’Università Lumsa, guidato dallo stesso Dario Stèfano.
“L'offerta enoturistica nel Sud Italia, ed in particolare in Sicilia, che emerge dell’indagine del Ceseo, disegna un modello dinamico, radicato nella tradizione ma capace di coniugare innovazione ed esperienzialità. Vendita diretta ed e-commerce export si caratterizzano sempre più come canali strategici di crescita economica, con l’online che assume sempre maggiore rilievo nel fatturato”, hanno dichiarato Dario Stefàno, presidente del Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo dell’Università Lumsa, e Antonello Maruotti, docente di Statistica (Lumsa Università).
Il dibattito si è arricchito con il tema Awareness e cultura del vino: per un consumo informato e consapevole, ovvero il rapporto tra vino e salute, discusso da Sara Farnetti, specialista in Medicina Interna e in Fisiopatologia del Metabolismo e della Nutrizione. “Il vino è un patrimonio unico, genuino, culturale e come tale va preservato. Non ha senso presentare un divieto di consumare alcolici, sarebbe logico ed efficace rendere consapevoli al consumo, deliberare in modo autonomo una revisione delle abitudini. In tal modo realizziamo un cambiamento culturale, insegniamo il rispetto e la cura dell'individuo”, ha sottolineato Sara Farnetti.
Infine, la cultura del vino in Sicilia oggi non può prescindere dal ruolo della sostenibilità e della Fondazione SoStain Sicilia, “che si dimostra sempre più uno strumento fondamentale per il presente ed il futuro del vino siciliano”, come ha rimarcato Alessio Planeta, consigliere della Fondazione SoStain Sicilia, che, sul palco di Sicilia en Primeur, ha presentato i nuovi progetti come 'Honeybees and vineyard' sul ripopolamento ape e biomonitoraggio apistico, e la 'Bottiglia leggera - CentoperCento Sicilia' che mira alla riduzione dell’impronta carbonica. La Fondazione SoStain Sicilia, nata dalla volontà e dalla sinergia tra Assovini Sicilia e il Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia, conta oggi quarantaquattro aziende associate e 23,6 mila bottiglie certificate SoStain Sicilia.
Gran finale al Castello dei Conti di Modica con il walk-around tasting che ha visto 57 cantine associate protagoniste dell’incontro con la stampa, oltre all’eccellenza della produzione vinicola con 300 vini in degustazione.
Sicilia en Primeur è stata anche l’occasione della collaborazione tra Assovini Sicilia e La Sicilia di Ulisse, l’associazione che riunisce le eccellenze siciliane nei settori dell'ospitalità, della gastronomia e della viticultura, che ha curato la cena di chiusura della manifestazione.
“Sicilia en Primeur è un ulteriore importante tassello nel progetto di collaborazione tra Assovini e La Sicilia di Ulisse finalizzato a promuovere la nostra regione attraverso le sue eccellenze di cibo, vino e ospitalità. Aver offerto agli ospiti l’esperienza dell’alta cucina siciliana, abbinata ai grandi vini del territorio, è stata senza dubbio la più autentica forma di promozione della nostra isola, espressione viva della sua cultura e della sua identità”, ha commentato Tony Lo Coco, presidente La Sicilia di Ulisse. Altra sinergia messa in campo durante Sicilia en Primeur, è l’evento organizzato insieme all’Enoteca Regionale Sicilia Sud- Est e l’Ats Strade del vino Cerasuolo di Vittoria, dedicato a una delegazione di giornalisti nazionali ed esteri, ospiti di una degustazione alla scoperta dei vini del territorio.
"Il vino - ha concluso Mariangela Cambria - non può essere privato della sua essenza più pura: il suo valore culturale. La nostra cultura del vino promuove il brand Sicilia nei mercati di tutto il mondo, valorizzando la sua storia, diversità e unicità".
(Adnkronos) - Oggi, 11 maggio, è la Festa della mamma, ricorrenza che si celebra nella seconda domenica di maggio. Quando e dove è nata questa festa e perché si celebra a maggio?
La storia di questa ricorrenza, ricorda 'Focus', è lunga e affascinante perché risale addirittura al mondo greco-romano: allora si festeggiavano le mamme durante le feste legate alle divinità femminili nelle quali si celebrava la fertilità. In epoca medioevale e rinascimentale furono sostituite dalle feste religiose legate alla maternità della Madonna: 'Madre di Dio', Theotokos, è il titolo attribuito ufficialmente a Maria nel V secolo, esattamente nel Concilio di Efeso del 431, ma affermatosi nella devozione del popolo cristiano già a partire dal III secolo. La festa di Maria, madre di Dio, era in un certo senso la festa di tutte le mamme, anche se loro non erano affatto festeggiate.
La Festa della Mamma (e non la festa delle mamme) come la intendiamo ai giorni nostri fu introdotta soltanto tra l'800 e il '900 in due momenti diversi. Il primo risale agli Anni '60 e '70 dell'800 ed è merito di una pacifista americana, Ann Reeves Jarvis e di sua figlia Anna. Al termine della Guerra civile americana, Jarvis aveva promosso una serie di feste per favorire l'amicizia tra le madri di Nordisti e Sudisti. Si trattava soprattutto di picnic e di altri incontri conviviali. Sempre in quel periodo, nel 1870, la poetessa americana Julia Ward Howe scrisse la 'Mother's day proclamation', nella quale esortava le donne e le madri ad assumere un ruolo attivo nel processo di pacificazione tra gli Stati americani.
Il secondo momento risale ai primi anni del '900: Anna Jarvis, figlia di Ann Reeves Jarvis, raccoglie il testimone della madre e inizia a organizzare numerosi eventi dedicati alle madri, con sempre maggiore seguito, finché il presidente americano Woodrow Wilson ufficializzò la festa nel 1914. Fu proprio il presidente Wilson a stabilire che la festa venisse celebrata la seconda domenica di maggio (visto che in quel periodo dell'anno era morta Ann Jarvis), data che venne poi adottata da molti altri Paesi.
La Festa della Mamma arriva in Italia soltanto nel 1933, durante il fascismo, quando il 24 dicembre viene celebrata la "Giornata della madre e del fanciullo". Da quel momento, ogni vigilia di Natale, le mamme vennero festeggiate per motivi propagandistici: erano l'espressione della politica natalista del regime fascista e in tale occasione venivano premiate quelle più prolifiche.
Soltanto nel dopoguerra, anche in Italia, la Festa della mamma ha assunto un carattere meno propagandistico. E nella seconda metà degli Anni '50 del '900 iniziarono a diffondersi due feste della mamma: una organizzata dal parroco di una frazione di Assisi per motivi religiosi, per celebrare la maternità nel suo valore cristiano; l'altra in Liguria, per motivi commerciali, promossa dai fiorai. Entrambe erano festeggiate a maggio, mese dedicato alla Madonna nella religione cattolica, e mese della primavera e periodo ricco di fiori da regalare.
Dal 1959 la festa prese piede e si è celebrata per vari anni l'8 maggio, per poi passare alla seconda domenica di maggio.
Leggi tutto: Oggi è la festa della mamma, come è nata e perché si celebra a maggio
(Adnkronos) - Le professioniste del mondo della sanità e le difficoltà che ancora persistono nel conciliare il lavoro, la maternità e la famiglia. La Festa della mamma è l'occasione per raccontare due storie diverse, quella di una infermiera e l'altra di una dottoressa, unite dalla coraggio di non rinunciare ai propri sogni. Rosamaria Virgili oggi è direttrice didattica di un corso di laurea in Infermieristica, con 40 studenti da coordinare, dopo un percorso accademico completo a cui si aggiunge ora un dottorando, e a casa ha un figlio e un marito. "Alle ragazze dico che si può fare, la mia - esordisce - è un'esperienza positiva nel percorso di infermiera e di mamma, nonostante la genitorialità in salita visto che ho un figlio con disturbo dello spettro autistico. Ma ho avuto un marito e una famiglia che mi hanno sempre supportato nel raggiungere i miei risultati professionali. Ci sono state delle difficoltà, non lo nascondo, ma si possono superare".
"C'è una collega con cui ho condiviso tanti turni che è diventata mamma lo scorso anno e voleva lasciare il lavoro - racconta Virgili, direttrice didattica del Corso di laurea in Infermieristica dell'Università Tor Vergata di Roma, sede Idi-Irccs - Ci siamo confrontate su questo" perché "a me il lavoro ha 'salvato'. Credo nell'essere infermiere e nella professione che ha tanto da dire, soprattutto non dobbiamo ragionare per compartimenti stagni: fare la mamma-infermiere è un diritto e non dobbiamo rinunciarci".
La direttrice coordina 40 studenti in Infermieristica, oltre il 90% donne. "I miei studenti devo dire che vanno spronati, ma il cambio di passo vero si vede quando entrano in tirocinio - sottolinea - Ho anche una mamma-studentessa di 25 anni ed è una delle migliori, in regola con gli esami. Però già vedo che si preoccupa sul come potrà gestire gli orari del tirocinio con le esigenze di un figlio piccolo. La capisco perché io e mio marito abbiamo trovato una regolarità nella gestione familiare quando ho smesso di fare i turni - ricorda - e l'organizzazione della famiglia ne ha beneficiato. E' chiaro che senza l'aiuto di partner o dei genitori le difficoltà aumentano. I primi anni di vita di un bambino sono i più complicati, così vedo alcune colleghe che rientrano solo quando i figli hanno 3-4 anni e vanno al nido. La mia azienda, l'Idi-Irccs, quando ho avuto problematiche legate a mio figlio (per un periodo ha avuto disturbi del sonno), è stata comprensiva - rimarca Virgili - e il mio responsabile mi è venuto incontro permettendomi di uscire dai turni. Sono stata supportata".
La cosa più difficile quando si fa il medico e si hanno dei figli "è spiegare ai bambini la morte e le malattie inguaribili", ma anche cercare di "fargli capire che è un lavoro che ha delle imprevedibilità: sai quando inizi, ma non quando finisci. La prestazione sanitaria non è bella e impacchettata, ma dipende da come va una visita o un intervento. Un bambino piccolo non lo capisce e alla fine di una giornata chiede della mamma, vuole stare con lei. Così, se devi uscire spesso, ti domandano 'quando torni?'". Però i figli alla fine "semplicemente si adattano, sanno che in determinato momento non ci sei, ma poi torni e stai con loro. Quindi dopo 8-10 ore di lavoro torno a casa da loro perché hanno bisogno della mamma e non dei nonni o della baby sitter". A raccontarsi è Giulia Zonno, medico e componente del Gruppo di lavoro donne medico dell'Omceo Bari 'Agapanto', "il fiore simbolo di coesione sociale. Siamo nate - spiega - per condividere, supportarci e impegnarci nel sociale".
La situazione delle mamme-medico in ospedali o Asl "sta migliorando" e anche "gli uomini danno oggi uno stop al lavoro mettendo un punto da dove poi inizia la vita privata - dice Zonno, 2 figli, che condivide la professione con il marito - Si circoscrive di più il lavoro, se hai figli rinunci magari ad altre attività, i congressi, l'associazionismo, la didattica o l'attività professionale extra. Perché devi darti uno stop, il lavoro non può essere totalizzante. Però una mamma, rispetto ad una collega che non ha famiglia, parte svantaggiata: ad esempio, in una situazione come la specializzazione in Chirurgia i giovani stanno anche 2 giorni senza tornare a casa per i turni e le guardie, quindi se non hai famiglia resti al lavoro perché vuoi 'rubare' la professione e conoscenze al primario. Questo perché c'è la passione che monta, ma se hai qualcuno a casa che ti aspetta la scelta sarà diversa".
La maternità e la famiglia sono ancora un ostacolo per la donna nella sua carriera di medico? "Se si sa gestire una famiglia - risponde la dottoressa - si acquisiscono capacità organizzative e le si portano anche sul lavoro. Noi siamo medici dirigenti e dirigere una famiglia va in parallelo. Questo atteggiamento può dare una marcia in più, tuttavia il tuo impegno lavorativo deve essere conciliato con la famiglia. Serve mettere un freno alla passione, ma essendo un medico dirigente può capitare di andarmene e finire alcune cose sul computer a casa quando i bambini sono impegnati con altro. Se hai un ruolo di dirigente, che sia sul territorio o in ospedale - osserva Zonno - hai delle responsabilità, non timbri il cartellino e vai a casa. Se gestisci un servizio sanitario piccolo o grande, un reparto ospedaliero, un ambulatorio o un centro vaccinale, hai delle responsabilità precise".
Secondo i dati della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, tra i medici italiani con meno di 50 anni 6 su 10 sono donne. E tra i medici con età compresa tra i 40 e i 49 anni la proporzione sale al 64%: quasi 2 su 3. Per Zonno un nodo fondamentale tra le diverse tematiche che investono l'esercizio della professione medica al femminile "è che noi finiamo tardi il percorso di formazione, università e specializzazione, e prima di trovare un posto stabile che ti permetta di progettare una famiglia e un figlio passa qualche anno. Ed ecco che - rimarca Zonno - le mamme medico arrivano alla maternità più tardi rispetto ad altre categorie professionali. Questo è un problema forse anche più degli ostacoli nell'avanzamento della carriera".
Nella vita quotidiana, "come tanti altre mamme e papà che lavorano e fanno i turni, c'è un problema con i nidi. A Brescia, dove vivevo prima di trasferirmi a Bari - conclude il medico - c'era una classe di bambini 'turnisti' che potevano fare o mattina o pomeriggio. Questo agevolava i genitori e ci aiutava, era un asilo privato, ma convenzionato con l'Azienda ospedaliera di Brescia. A Bari non esistono queste realtà, ma si potrebbero organizzare"