(Adnkronos) - Alla presenza di Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia, e di Guido Bertolaso, Assessore al Welfare Regione Lombardia, si è svolta presso il Centro di Riabilitazione Equestre Vittorio di Capua dell’Ospedale Niguarda la cena di gala che ha ufficialmente inaugurato "Sport per Crescere", il nuovo progetto di Fondazione Ospedale Niguarda volto a contrastare l'abbandono sportivo tra gli adolescenti e a promuovere il loro benessere psicofisico. Insieme al Presidente Fontana e all’Assessore Bertolaso, che hanno sottolineato l’alto valore educativo e sociale del progetto, nonché l’attenzione rivolta da Regione Lombardia al ruolo dello sport come strumento di crescita e formazione della persona, hanno portato il saluto delle istituzioni anche Federica Picchi, Sottosegretario con delega Sport e Giovani Regione Lombardia, e Martina Riva, Assessore allo Sport, al Turismo e alle Politiche Giovanili Comune di Milano. L’evento è stato impreziosito da esibizioni musicali di artisti di livello internazionale, tra i quali il tenore Vittorio Grigolo.
Il progetto, in linea con le raccomandazioni del Ministero della Salute e con i valori dell'ASST Niguarda, designato Ospedale di riferimento per i Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, si propone di potenziare i fattori protettivi per la salute degli adolescenti attraverso l'attività fisica.
"Siamo estremamente orgogliosi e soddisfatti di aver avviato un progetto così significativo, che pone lo sport al centro della crescita e del benessere dei nostri giovani", ha commentato Alberto Zoli, Direttore Generale dell’Ospedale Niguarda e Presidente della Fondazione Niguarda. "Questa iniziativa si inserisce perfettamente nel solco dei numerosi progetti ad alto valore sociale che la Fondazione Niguarda porta avanti con dedizione, riflettendo il nostro impegno costante verso la comunità. Parallelamente, l'Ospedale Niguarda continua a lavorare incessantemente per mantenere la sua posizione di eccellenza, confermandosi come il miglior ospedale d'Italia al servizio dei cittadini milanesi e lombardi. Questo impegno è ancora più sentito in vista delle prossime Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, un evento che ci vede pronti a supportare la salute e il futuro del nostro territorio".
"Siamo estremamente orgogliosi di lanciare 'Sport per Crescere', un progetto che risponde a un'esigenza sempre più impellente nella nostra società: quella di sostenere la salute psicologica dei giovani attraverso lo sport," ha dichiarato Riccardo Bertollini, Segretario Generale della Fondazione Niguarda. "La nostra fondazione è da sempre impegnata nel promuovere e supportare l'attività clinica, socio-assistenziale, di ricerca e formazione dell'ASST Niguarda, e con questa iniziativa intendiamo offrire uno strumento concreto per affrontare il preoccupante fenomeno dell'abbandono sportivo giovanile. Crediamo fermamente che l'unione tra educazione sportiva e supporto psicologico possa fare la differenza nella vita dei nostri ragazzi."
"Sport per Crescere" coinvolgerà scuole medie e istituti sportivi a Milano, Bormio e Livigno, con un programma articolato che include attività formative dedicate a educatori e allenatori, e campagne di sensibilizzazione rivolte alle famiglie. L'impatto dell'intervento sarà costantemente monitorato attraverso la raccolta di dati, al fine di valutarne l'efficacia e assicurare la replicabilità del modello su scala nazionale e internazionale.
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(Adnkronos) - Un fragile cessate il fuoco tra Iran e Israele sembra durare nelle 24 ore successive all'annuncio di una tregua da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che attacca i media secondo i quali li attacchi statunitensi in Iran hanno solo ritardato di pochi mesi il programma nucleare di Teheran.
Trump ha criticato le "fake news della Cnn" e il "fallimentare New York Times", accusando - in un post su Truth Social - le testate giornalistiche di tentare di "sminuire uno degli attacchi militari di maggior successo della storia". Sia il New York Times che la Cnn avevano riferito, citando funzionari anonimi dell'intelligence statunitense, che gli attacchi americani contro l'Iran hanno solo fatto ritardare di mesi il programma nucleare della Repubblica islamica, anziché distruggerne completamente i siti.
Trump, tuttavia, ha insistito dicendo che "i siti nucleari in Iran sono completamente distrutti!" e ha aggiunto che entrambe le testate giornalistiche "sono state attaccate duramente dal pubblico!".
I suoi commenti sono in linea con le recenti affermazioni dell'inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Steve Witkoff, secondo cui l'impianto di arricchimento iraniano di Fordow è stato "distrutto" e che la missione di eliminare la capacità nucleare dell'Iran è stata portata a termine.
Intervenendo alla Fox News, Witkoff ha affermato che la distruzione della capacità di arricchimento nucleare dell'Iran era uno degli obiettivi principali della recente campagna militare statunitense, obiettivo che, a suo dire, è stato raggiunto. "Abbiamo piazzato 12 bombe bunker buster su Fordow. Non c'è dubbio che abbiano violato la copertura... e non c'è dubbio che i siti siano stati distrutte", ha detto Witkoff, rispondendo direttamente ai resoconti giornalistici che suggeriscono che gli attacchi abbiano rallentato il programma nucleare iraniano solo di mesi.
Il bombardamento americano di tre siti nucleari in Iran ha fatto ritardare il programma nucleare del Paese solo di pochi mesi, scrive il New York Times, citando funzionari a conoscenza di un rapporto classificato secondo cui gli attacchi hanno sigillato gli ingressi di due delle strutture, ma non hanno provocato il crollo degli edifici sotterranei. Prima dell'attacco, le agenzie di intelligence statunitensi avevano affermato che se l'Iran avesse tentato di accelerare la produzione di una bomba, ci sarebbero voluti circa tre mesi. Dopo i bombardamenti statunitensi e gli attacchi dell'aeronautica militare israeliana, il rapporto della Defense Intelligence Agency stima che il programma abbia subito un ritardo, ma non più di sei mesi.
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(Adnkronos) - Via libera dalla Bce all’acquisizione diretta di una partecipazione di controllo in Mediobanca da parte di Mps. Ad annunciarlo è la stessa Banca Monte dei Paschi di Siena in una nota. “Ls Banca centrale europea ha rilasciato l’autorizzazione per l’acquisizione diretta di una partecipazione di controllo in Mediobanca e indiretta in Mediobanca premier e Compass banca”, si legge. Contestualmente l’Eurototwer ha autorizzato Mps ad acquisire “una partecipazione in Mediobanca, il cui valore eccede il 10% del patrimonio di vigilanza di gruppo e nelle rilevanti partecipazioni indirette”.
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(Adnkronos) - "Molti giovani oggi vivono un senso diffuso di smarrimento, alimentato da pressioni esterne, aspettative elevate, confronto costante con gli altri e mancanza di riferimenti solidi. Da qui l’urgenza di fornire strumenti nuovi, concreti e accessibili per affrontare queste sfide in modo consapevole”. È questo l’auspicio emerso nel corso dell’incontro di presentazione del volume 'Dai forma al tuo talento', nato dall’esperienza diretta di Patrizia Fontana, head hunter, coach e fondatrice del progetto Talents in Motion, che si è svolto il 24 giugno a Milano, presso la sede di Arca Fondi Sgr.
L’evento, moderato da Nicola Saldutti, caporedattore dell’Economia al Corriere della Sera, ha visto la partecipazione di autorevoli esponenti del mondo accademico e imprenditoriale come Antonio Calabrò, presidente di Museimpresa e della Fondazione Assolombarda; Francesco Billari, rettore dell’Università Bocconi; Anna Gervasoni, Rettore della Liuc – Università Cattaneo e Direttore Generale di Aifi; Elena Panzera, Hrd Vp Emea-Ap di Sas e Presidente di Aidp Lombardia; e Ugo Loeser, Aa di Arca Fondi Sgr.
Partendo da una ricerca condotta su oltre 1.600 giovani tra i 18 e i 30 anni, che evidenzia come ansia, paura del fallimento e incertezza sul futuro rappresentino vissuti quotidiani e condivisi, l’autrice ha sottolineato: “Tutte le generazioni affrontano difficoltà, ma quella attuale vive in un equilibrio precario tra incertezze e aspettative e l’ansia per i giovani adulti, e non solo, è diventata una compagna di vita costante. 'Dai forma al tuo talento' vuole offrire un metodo per sviluppare una mentalità nuova e vincente. Unendo neuroscienze, psicologia comportamentale e spiritualità laica, il libro guida il lettore da un punto di vista nuovo verso la sua realizzazione, facendogli scoprire le proprie potenzialità e il percorso individuale più giusto per svilupparle”.
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(Adnkronos) - Era sicuro, prima del ritorno alla Casa Bianca, che in 24 ore avrebbe trovato un accordo per la fine della guerra tra Russia e Ucraina. Passati cinque mesi dall'inizio del suo secondo mandato, Donald Trump ha annunciato più di un cessate il fuoco - oltre a 'tregue' nella guerra dei dazi - e quasi sempre su Truth. Mentre il conflitto tra Russia e Ucraina continua ad andare avanti dal 24 febbraio di tre anni fa, la situazione in Medio Oriente appare fluida di fronte a quello che è certamente stato un conflitto aperto, come mai accaduto, tra Iran e Israele con il coinvolgimento degli Stati Uniti.
A maggio, a sorpresa, su Truth il tycoon annuncia il cessate il fuoco tra India e Pakistan, quando l'escalation dopo quattro giorni lasciava temere il peggio tra i due Paesi - entrambi con arsenali nucleari - che per il Kashmir hanno combattuto due delle tre guerre che li hanno visti contrapposti nella storia. "Dopo una lunga notte di colloqui mediati dagli Stati Uniti, sono lieto di annunciare che India e Pakistan hanno concordato un cessate il fuoco totale e immediato", scrive in un post il presidente degli Stati Uniti.
Presto arrivano le conferme di Nuova Delhi e Islamabad, seppur con ricostruzioni non allineate su come fosse arrivata l'intesa tra i due Paesi eterni rivali, l'una storicamente vicina agli Usa, l'altro da sempre con rapporti 'difficili' con Washington. E altrettanto presto in tanti osservano come quell'annuncio sembri aver contenuto solo temporaneamente uno dei conflitti più lunghi. Intanto il Pakistan vuole candidare Trump per il Premio Nobel per la pace per il suo contributo alla soluzione di quella guerra con un "ruolo di autentico pacificatore".
Solo quattro giorni fa, sempre su Truth, Trump annuncia di aver disposto, "insieme al segretario di Stato Marco Rubio, un meraviglioso trattato tra la Repubblica democratica del Congo e la Repubblica del Ruanda, in una guerra nota per violento spargimento di sangue e morte". In quello stesso post fornisce un elenco di conflitti che dice di aver "fermato", anche "la guerra tra Serbia e Kosovo", e rivendica di aver "mantenuto la pace tra Egitto ed Etiopia", con un riferimento alla diga della discordia. "No, non riceverò il Premio Nobel per la Pace, qualunque cosa faccia, compresi Russia-Ucraina e Israele-Iran, qualsiasi siano gli esiti, ma la gente sa e questo è quello che conta per me", aggiunge in quel messaggio.
Poi nelle scorse ore, sempre a sorpresa, sempre su Truth, il tycoon annuncia un cessate il fuoco tra Israele e Iran, dopo l'escalation iniziata il 13 giugno quando Israele ha avviato attacchi contro obiettivi militari nella Repubblica Islamica, a cui Teheran on ha mancato di rispondere, e dopo i raid Usa contro tre siti del controverso programma nucleare iraniano. Poco dopo Israele accusa l'Iran di aver violato la tregua. La Repubblica Islamica respinge le accuse e punta in modo analogo il dito contro Israele. E dinanzi a un quadro che appare ancora incerto, Trump, in partenza per L'Aja per il summit della Nato, non nasconde le sue ire, anche nei confronti di Israele, che pubblicamente non manca di ammonire. "Il cessate il fuoco è effettivamente in vigore e credo che lo avremo per molto tempo", dice poi Trump a bordo dell' Air Force One. "Cosa ho detto a Netanyahu? Gli ho detto 'Bibi, fai tornare indietro i due aerei, basta, e l'hanno fatto, cosa per cui li rispetto enormemente".
Il suo primo mandato era stato quello degli Accordi di Abramo del 2020. In questo spera si uniscano altri Paesi. Da candidato repubblicano aveva spesso criticato Joe Biden perché l'invasione russa dell'Ucraina e il conflitto tra Israele e Hamas, con le operazioni militari israeliane che proseguono nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele, erano avvenuti sotto i suoi occhi. "Misureremo il nostro successo non solo in base alle battaglie che vinceremo - diceva Trump nel giorno dell'insediamento - Ma anche in base alle guerre a cui porremo fine e forse, ancor più importante, in base a quelle a cui non parteciperemo mai".
(Adnkronos) - E' morta a 91 anni Lea Massari, intensa interprete drammatica per grandi registi come Mario Monicelli,Sergio Leone, Michelangelo Antonioni e Dino Risi ed elegante ed aristocratica protagonista degli sceneggiati in bianco e nero della Rai. La notizia della scomparsa dell'attrice, avvenuta lunedì 23 giugno nella sua casa di Roma, è stata diffusa dal 'Messaggero' a funerali avvenuti, in forma strettamente privata, nella cattedrale di Sutri (Viterbo), a cui ha fatto seguito la sepoltura nel cimitero comunale, dove la famiglia possiede una cappella. Da più di trent'anni l'attrice si era ritirata dalle scene e dalla vita pubblica.
Dotata di una bellezza evidente ma non esibita, esente da ogni tentazione di divismo a causa del suo temperamento riservato, Massari ha ottenuto nel corso della sua carriera trentennale il gradimento di un vasto pubblico, in Italia ma anche all'estero, in particolare in Francia dove ha recitato accanto a Jean Paul Belmondo, Yves Montand, Jean Louis Trintignant e Michel Piccoli. Lea Massari vinto un David di Donatello come migliore attrice per le sue interpretazioni in "Una vita difficile" di Dino Risi e in "I sogni muoiono all'alba", entrambi apparsi nel 1961, e due volte il Nastro d'Argento come migliore attrice non protagonista per "La prima notte di quiete" (1972) e "Cristo si è fermato a Eboli" (1978).
Nata all'anagrafe come Anna Maria Massatani a Roma il 30 giugno 1933 ("Sono venuta alla luce nel quartiere di Monteverde Vecchio e sono cresciuta tra Prati e Parioli, quando era ancora campagna", raccontò in un'intervista) durante l'adolescenza seguì il padre ingegnere vivendo in Spagna, Francia e Svizzera. Tornata a Roma, si iscrisse alla Facoltà di Architettura e per mantenersi agli studi intanto lavorava come indossatrice e collaborava con lo scenografo e costumista Piero Gherardi, amico di famiglia, che l'avvicinò al mondo del cinema. Nel 1954 ottenne casualmente il suo primo ruolo cinematografico in 'Proibito' di Mario Monicelli, riduzione del romanzo 'La madre' di Grazia Deledda, recitando con Mel Ferrer e Amedeo Nazzari. A 22 anni, in occasione del suo esordio sul grande schermo, assume un nome d'arte in memoria del fidanzato Leo con cui avrebbe dovuto sposarsi, ma che morì a causa di un tragico incidente poco prima delle nozze.
La notorietà arrivò nel 1957 con il personaggio della giovane sposa nel film 'I sogni nel cassetto' di Renato Castellani. Michelangelo Antonioni la scelse per 'L'avventura' (1960), dove interpreta Anna, colei che misteriosamente scompare sull'isola, accanto alla malinconica Monica Vitti (Claudia). Dopo aver lavorato nel drammatico 'La giornata balorda' (1960) di Mauro Bolognini, Massari recitò 'Una vita difficile' (1961) di Dino Rosi, dove disegnò mirabilmente l'innamorata e sensibile moglie Elena Pavinato, figlia della proprietaria dell'albergo, che uccide un nazista e salva così quel Silvio Magnozzi, combattente partigiano, interpretato da Alberto Sordi.
Sempre nel 1961 apparve nel film in costume 'Il colosso di Rodi' di Sergio Leone nel ruolo di Diala, figlia dell'autore della statua. Nel fortunato 1961 Lea Massari apparve anche in 'Morte di un bandito' (1961) diretto da Giuseppe Amato e liberamente ispirato alla figura di Salvatore Giuliano e in 'I sogni muoiono all'alba' di Mario Craveri ed Enrico Gras, tratto da un testo teatrale di Indro Montanell, n cui interpreta la ribelle ungherese Anna Miklos, innamorata di un giornalista italiano comunista.
Dopo 'Le quattro giornate di Napoli' (1962) di Nanni Loy, nel 1965 appare in 'Le soldatesse' di Valerio Zurlini, ambientato in Grecia durante la Seconda guerra mondiale. Già coinvolta in alcuni film stranieri - risale al 1962 'La città prigioniera di Joseph Anthony con Ben Gazzarra e David Niven, mentre al 1963 'I cavalieri della vendetta' di Carlos Saura -, negli anni Settanta furono i registi francesi a offrire a Lea Massari i ruoli più complessi e impegnativi della sua carriera: la moglie tradita nella relazione fra Michel Piccoli e Romy Schneider in 'L'amante' (1970) di Claude Sautet; Clara, la madre che ha un legame incestuoso con il figlio adolescente in 'Soffio al cuore' (1971) di Louis Malle.
Appare anche in 'La corsa della lepre attraverso i campi' (1972) di René Clément, 'La femme en bleu' (173) di Michel Deville (1973), 'L'uomo che non seppe tacere' (1973) di Claude Pinoteau, 'Un battito d'ali dopo la strage' (1973) di Pierre Granier-Deferre, 'Questo impossibile oggetto' (1973) di John Frankenheimer.
Contemporaneamente Lea Massari continuò a lavorare anche in Italia, ancora per Valerio Zurlini in 'La prima notte di quiete' (1972), accanto a Alain Delon e Alida Valli; nel film storico 'Allonsanfàn' (1974) di Paolo e Vittorio Taviani, nel ruolo di Charlotte, frapposto tra Marcello Mastroianni e Laura Betti; in 'Cristo si è fermato a Eboli' (1979) di Francesco Rosi, dall'omonimo romanzo di Carlo Levi, nel ruolo di Luisa Levi, accanto a Gian Maria Volonté.
Nel corso degli anni Ottanta le interpretazioni cinematografiche dell'attrice si sono diradate, malgrado l'indiscutibile profondità espressiva dimostrata in ogni prova. Nel 1984 ha lavorato nel thriller 'Il settimo bersaglio' di Claude Pinoteau; mentre nel 1985 ha magistralmente delineato la parte breve ma intensa di una madre che si suicida in seguito all'arresto della figlia terrorista in 'Segreti segreti' di Giuseppe Bertolucci. La sua ultima apparizione sul grande schermo risale al 1990, nel film 'Viaggio d'amore' di Ottavio Fabbri con Omar Sharif.
Il teatro è stata una costante presenza nell'attività lavorativa di Lea Massari, dove debuttò nel 1960 con 'Due sull'altalena' di William Gibson diretta Arnoldo Foà. Memorabili le sue recite in 'Il cerchio di gesso del Caucaso' di Bertolt Brecht, per la regia di Luigi Squarzina (1974) e 'Sarah Barnum' di John Murrell, per la regia di Georges Wilson (1981). In teatro ebbe un forte successo con 'Rugantino' (1962) di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, che le affidarono la debuttante Rosetta della commedia musicale accanto a Nino Manfredi, Aldo Fabrizi e Bice Valori.
Lea Massari ha guadagnato l'apprezzamento del pubblico e della critica anche con le sue interpretazioni televisive, in particolare sostenendo brillantemente il ruolo di molti personaggi letterari negli sceneggiati tratti dai grandi romanzi: è stata la Monaca di Monza ne 'I promessi sposi' (1967), Agrafena Aleksandrovna in 'I fratelli Karamazov' (1970) e la protagonista di 'Anna Karenina' (1974) tutti diretti da Sandro Bolchi. E proprio la sua intensa interpretazione di Anna Karenina le valse l’invito come membro della giuria al Festival di Cannes nel 1975. Per la Rai ha recitato in numerose riduzioni di testi teatrali negli anni '60. La sua ultima apparizione sul piccolo schermo risale a 'Una donna spezzata' (1988) di Marco Leto, tratto dal romanzo di Simone de Beauvoir e sceneggiato dalla stessa Massari.
Non più incuriosita dal cinema, Lea Massari si ritirò dalle scene e si trasferì in Sardegna nella seconda metà degli anni '80 con il marito Carlo Bianchini, ex comandante pilota di Alitalia, che aveva sposato nel 1963 e da cui si era separata nel 2004. La coppia non ha avuto figli.
Da allora l'attrice è stata impegnata in varie campagne per la difesa degli animali e contro la vivisezione. Con le sue battagli animaliste ha sostenuto anche vari canili; è stata attivista della Lega per l'abolizione della caccia e aveva scelto ormai in età matura di non mangiare carne. 'Mio padre era un cacciatore e anch'io, da giovane, sparavo- Sparavo anche bene - ha raccontato Lea Massari in un'intervista - Mentre giravo 'Le soldatesse' di Zurlini in Jugoslavia, mi venne a trovare mio marito e andammo a caccia con due amici. Insomma, loro avevano preso tre lepri, io niente… a fine giornata ero così frustrata che sentii un fruscio e sparai al volo senza pensare. Era un cucciolo di lepre e mi è morto in braccio: conservo ancora la giacca macchiata di sangue. Da allora ho giurato di smettere con la caccia. Ma gli animali li avevo sempre amati, fin da bambina, quando andavo a portare da bere ai cani da caccia di mio padre'.
Nel 1994 a seguito di una crisi finanziaria mise l'attrice mise all'asta i suoi i novecento gioielli e tenne a dichiarare: 'Mi privo di questi gioielli, raccolti con tanto amore, per mantenere il mio abituale tenore di vita, ma soprattutto per riuscire a seguire le mie grandi passioni: la musica e i cani'. Nella sua casa in Sardegna amava farsi fotografare in compagnia dei suoi tre amati cani. Quanto ai rimpianti di una lunga e fortunata carriera, Lea Massari ha ammesso di averne avuto uno solo: '8 1/2 di Federico Fellini. Avrei fatto il salto mortale per avere il ruolo che fu di Anouk Aimée, ma quando feci il provino con Mastroianni, Piero Gherardi mi conciò in modo assurdo con una parrucca nera da Sofonisba e due tette così sotto il vestito. Voleva che Federico scegliessere Anouk e così fu. Ma a posteriori non saprei dargli torto!'. (di Paolo Martini)
Leggi tutto: Addio a Lea Massari, la diva discreta del cinema italiano aveva 91 anni
(Adnkronos) - E' in arrivo la quattordicesima 2025 per i pensionati. Con una nota, l'Inps ha fatto sapere che con la mensilità di luglio sarà erogata ai titolari di pensione, aventi diritto, questa "somma aggiuntiva".
La quattordicesima spetta ai pensionati: titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione Generale Obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della stessa, gestite da enti pubblici di previdenza obbligatoria; di almeno 64 anni; con reddito complessivo fino a due volte il trattamento minimo annuo del Fondo Lavoratori Dipendenti (dal 2017) si legge sul sito dell'Inps.
Lavoratori dipendenti- fino a 15 anni di contributi, se la pensione è meno di 11.766,30 euro all'anno (1,5 volte il trattamento minimo), l'importo della quattordicesima è di 437 euro; se invece la pensione è maggiore, l'importo è di 336 euro. Da 15 a 25 anni di contributi, per una pensione inferiore a 11.766,30 euro all'anno, l'importo è di 546 euro; se maggiore, arriveranno 420 euro. Oltre i 25 anni di contributi, per chi ha una pensione sotto gli 11.766,30 euro, la quattordicesima sarà di 655 euro, se l'importo è inferiore riceverà 504 euro.
Per i lavoratori autonomi: fino a 18 anni di contributi, chi ha una pensione minore di 11.766,30 euro all'anno, l'importo sarà di 437 euro, se maggiore avrà 336 euro. Da 18 a 28 anni di contributi: 546 euro o di 420 euro. Oltre i 28 anni di contributi, 655 euro o 504 euro.
Il pagamento viene effettuato d’ufficio per i pensionati di tutte le gestioni sulla base dei redditi degli anni precedenti.
Per coloro che perfezionano i prescritti requisiti entro il 31 luglio dell'anno di riferimento, la prestazione viene liquidata sulla rata pensionistica di luglio. Invece, per coloro che perfezionano i requisiti prescritti dal 1° agosto 2025 (pensioni gestite nei sistemi integrati) o dal 1° luglio 2025 (pensioni gestite nei sistemi della Gestione pubblica) al 31 dicembre 2025, e ai soggetti divenuti titolari di pensione nel corso del 2025, che rientrino nei limiti anagrafici e reddituali normativamente previsti, la quattordicesima viene, come di consueto, attribuita d’ufficio con la rata di dicembre 2025.
Leggi tutto: Quattordicesima pensionati 2025, quando arriva e requisiti
(Adnkronos) - L'Inter torna in campo nel Mondiale per Club 2025. I nerazzurri sfidano, nella notte tra mercoledì 25 e giovedì 26 giugno, gli argentini del River Plate nell'ultima giornata del gruppo E. La squadra di Chivu, che ha sostituito in panchina Simone Inzaghi, volato all'Al Hilal dopo la pesante sconfitta in finale di Champions League contro il Psg, fin qui ha raccolto un pareggio all'esordio con il Monterrey e una vittoria per 2-1, in pieno recupero, contro l'Urawa Red Diamonds.
Il River Plate ha invece aperto il proprio Mondiale per Club vincendo contro i giapponesi per poi pareggiare con i messicani di Sergio Ramos. Entrambe le squadre si trovano quindi al primo posto del girone E a quota 4 punti, con gli argentini al momento primi per differenza reti.
L'Inter sarebbe sicura di passare il turno in caso di vittoria contro il River Plate, ma potrebbe bastare anche un pareggio. Con un trionfo con i Millionarios i nerazzurri passerebbero da primi del girone, con il pari invece tanto dipenderebbe dal risultato del Monterrey, ancora in corsa. Se i messicani non dovessero battere l'Urawa Red Diamonds, l'Inter si qualificherebbe anche perdendo con il River Plate, mentre una vittoria di Sergio Ramos e compagni e contestuale sconfitta nerazzurra porterebbe all'eliminazione dei meneghini.
Diversa, come detto, la situazione qualora il Monterrey dovesse vincere e l'Inter pareggiare: in quel caso le tre squadre si ritroverebbero appaiate al primo posto a quota 5 punti, ma, in questo momento, la spunterebbero comunque i nerazzurri. Il primo criterio stabilito dalla Fifa è la classifica avulsa, che sarebbe in parità, poi la differenza reti negli scontri diretti, anch'essi in parità, e allora si deciderebbe tutto con il numero di gol segnati negli scontri diretti, che al momento recitano: Inter 1 gol, Monterrey 1 gol e River Plate 0.
La sfida tra Inter e River Plate è in programma nella notte tra mercoledì 25 e giovedì 26 giugno alle 3 ora italiana allo stadio Lumen Field di Seattle. Ecco le probabili formazioni:
Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, de Vrij, Bastoni; Luis Henrique, Barella, Asllani, Carlos Augusto, Zalewski; P. Esposito, Lautaro Martinez. All. Chivu
River Plate (4-3-3): Armani; Montiel, Martinez Quarta, Diaz, Acuña; Kranevitter, Aliendro, Simon; Mastantuono, Colidio, Meza. All. Gallardo
Inter-River Plate sarà trasmessa in diretta, come tutto il Mondiale per Club 2025, da Dazn e visibile in chiaro su Italia 1. Il match si potrà seguire anche in streaming sulla piattaforma Dazn, sul sito Sportmediaset.it e su Mediaset Infinity.
Leggi tutto: Inter-River Plate: orario, probabili formazioni e dove vederla in tv (in chiaro)
(Adnkronos) - Venezia si prepara a vivere giorni da capogiro con il matrimonio più chiacchierato e scintillante dell'anno: Jeff Bezos e Lauren Sanchez si diranno presto sì e lo faranno con stile. Anzi, con lussuosissimo stile. Tra ieri e oggi in laguna stanno arrivando i circa 250 ospiti: tutti atterrano con jet privati all'aeroporto 'Marco Polo'. Ma non sono viaggi leggeri: gli invitati alle nozze, con i loro accompagnatori, portano valigioni extralarge. Il motivo? Un'agenda di eventi che sembra quella di un festival esclusivo: feste a tema (pigiama party incluso), cocktail party, cene eleganti e, ovviamente, la cerimonia nuziale. In altre parole: un matrimonio in tre atti, e nessuno con dress code casual.
I festeggiamenti iniziano oggi, 25 giugno, e proseguono fino a domenica 29, con base ufficiale all'Aman Venice, hotel affacciato sul Canal Grande, interamente prenotato per l'occasione. Tra i più belli e sfarzosi di Venezia, Palazzo Papadopoli, costruito nel XVI secolo dall'architetto Giacomo De Grigi, l'albergo a sette stelle fu già teatro nel 2014 delle nozze tra George Clooney e Amal Alamuddin. E ora è la base di Jeff Bezos, fondatore di Amazon. L'hotel offre 24 suite ultra-lusso con affreschi di Tiepolo, caminetti Sansovino e vasche da bagno straordinarie, con tariffe che partono da 1.000 fino a 3.500 euro a notte. Gli altri alberghi di lusso prenotati in blocco per ospitare gli invitati sono il Gritti Palace, Danieli, Belmond Hotel Cipriani e The St. Regis Venice.
Una delle prime feste a cui parteciperanno gli invitati, come hanno riferito alcune fonti all'Adnkronos, sarà quella a Villa Baslini sull'isoletta di San Giovanni Evangelista, collegata a Torcello da un piccolo ponte. È l'unico edificio rimasto intatto dell'antico complesso del monastero San Giovanni Evangelista eretto prima dell'anno 1000, nella quale basilica (vi sono le rovine in giardino) erano conservate le spoglie di Santa Barbara, ora a Burano, e distrutto definitivamente in epoca napoleonica. La casa, un piccolo palazzetto gotico, era la foresteria del convento. Resistono, inoltre, tratti del muro di cinta. Divenuta abitazione di pescatori e contadini fu restaurata insieme all'ampio giardino negli anni '50 del secolo passato assumendo l'aspetto attuale. La festa si svolgerà interamente nel maestoso giardino, dove si trova anche una piscina e non escluso che qui possa essere organizzato il pigiama party con tanto di schiuma party.
Peraltro, uno schiuma party, come ha scritto il sito americano di gossip Tmz con tanto di foto, è già avvenuto come parte delle celebrazioni pre‑matrimoniali di Bezos e Sánchez solo pochi giorni fa a bordo dello yacht Koru: qui è stato organizzata un vero e proprio foam party mentre la spettacolare nave si trovava nel mar Adriatico di fronte alla costa della Crozia.
L'isola di San Giorgio Maggiore, nel bacino di San Marco, è stata scelta per privacy, sicurezza e prestigio architettonico. Qui si terrà la cerimonia di venerdì 27, dove è atteso il cantante Matteo Bocelli, figlio del tenore Andrea, come ospite speciale della festa, che dovrebbe concludersi con uno spettacolo pirotecnico che illuminerà lo specchio d'acqua davanti a piazza San Marco.
Gli ospiti visiteranno i chiostri storici che oggi ospitano la Fondazione Cini, per poi dirigersi al Teatro Verde, un anfiteatro all'aperto per circa 1.500 spettatori, realizzato in pietra bianca di Vicenza con siepi di bosso: una fusione tra teatro classico, teatro di verde e natura lagunare, pervasa da un'atmosfera "magica e contemplativa", come lo definirono nel 1952 gli architetti Luigi Vietti e Angelo Scattolin. Caduto in disuso in seguito, è stato oggetto di un restauro importante tra il 2021 e il 2022, grazie a collaborazioni con Cartier e l'Università Internazionale dell'Arte. Qui Jeff Bezos e Lauren Sanchez pronunceranno il fatidico sì. Da due settimane, secondo quanto risulta all'Adnkronos, è stata predisposta una zona blindata, con sorveglianza, sicurezza in acqua e controllo degli accessi.
Infine sabato 28 la grande festa da ballo, allietata sembra da Lady Gaga all'interno dell'Arsenale, nella zona delle Tese (capannoni storici). La scelta della location è stata motivata dalla migliore capacità di controllo degli accessi, protezione delle vie fluviali e riduzione del rischio di proteste. In quel punto l'Arsenale, complesso ex cantieristico medievale, circondato da mura e ben protetto, è pressoché impossibile da raggiungere a piedi ma anche a nuoto.
Alla corte dei Sanchezos - come li chiama affettuosamente il web - sfilerà un parterre che mescola Hollywood, moda, politica, economica, finanza e jet set. Tra i confermati: la stilista Diane von Fürstenberg e il marito Barry Diller, ex top manager di Paramount Pictures e 20th Century Fox & Fox Network; il produttore premio Oscar Brian Grazer; l'attore Orlando Bloom (senza Katy Perry, impegnata col tour in Australia). E poi: Oprah Winfrey, Kim Kardashian, Eva Longoria, Karlie Kloss, Joshua Kushner, Ivanka Trump e Jared Kushner, Camila Morrone, solo per citarne alcuni. Attesi anche Bill Gates, Elton John e Mick Jagger. (di Paolo Martini)
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(Adnkronos) - Sempre più caldo sull'Italia. Oggi, mercoledì 25 giugno, e domani, giovedì 26, le temperature saliranno ancora stringendo molte città nella morsa dell'afa con possibili ripercussioni sulla salute. Ben 13 saranno oggi quelle da bollino arancione e domani andrà peggio con 6 capoluoghi contrassegnati dal bollino rosso. E' quanto emerge dal bollettino sulle ondate di calore elaborato dal ministero della Salute con i dati di 27 città e previsioni a 24, 48 e 72 ore.
Preludio al giovedì 'super afoso' oggi, a patire maggiormente il caldo saranno 13 città: Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Milano, Perugia, Roma, Torino, Venezia e Verona.
Domani sarà bollino rosso (livello di allerta 3, il più alto, che indica condizioni di emergenza con possibili effetti negativi sulla salute) in 6 città: Bologna, Firenze, Torino, Bolzano, Brescia e Perugia. Non farà fresco sul resto d'Italia, perché sarà bollino arancione (livello di allerta 2) ad Ancona, Campobasso, Frosinone, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Pescara, Rieti, Roma, Venezia e Verona.
(Adnkronos) - Gli Stati Uniti hanno distrutto il programma nucleare dell'Iran o lo hanno 'solo' rallentato? Il presidente Donald Trump non ha alcun dubbio e continua a usare il termine 'obliterated' dopo il raid compiuto con bombardieri B-2 e missili Tomahawk sui siti di Fordow, Natanz e Isfahan.
"L'Iran può ricostruire il programma nucleare? No, assolutamente. Quei posti sono stati demoliti, sono andati", dice Trump rispondendo alle domande dei media prima del vertice Nato all'Aja e dopo il raggiungimento della tregua che ha posto fine alla guerra. Le certezze presidenziali, però, non sono sostenute dalle valutazioni dell'intelligence, che adotta un approccio più prudente a giudicare dalle news riportate in particolare dalla Cnn.
I raid non avrebbero distrutto i componenti cruciali del programma nucleare di Teheran, ma lo hanno comunque fatto arretrare di mesi, secondo il primo bilancio dell'intelligence Usa rivelato dall'emittente.
La valutazione è stata realizzata dall'agenzia di Intelligence del Pentagono sulla base di quella condotta dal CentCom subito dopo l'attacco. Le analisi dei danni e dell'impatto dei raid continua, ma al momento le fonti citate dalla Cnn affermano che i depositi di uranio arricchito non sono stati distrutti. E che le centrifughe sarebbero in gran parte "intatte". "Quindi la valutazione è che gli Usa hanno rimandato l'Iran indietro di alcuni mesi, al massimo", continuano le fonti.
Altri elementi vengono citati dal Washington Post, che fa riferimento allo stesso rapporto classificato. Gli attacchi non sono riusciti a distruggere tutti i componenti principali del programma nucleare iraniano e probabilmente ne hanno ritardato l'attuazione solo di pochi mesi. Teheran avrebbe spostato una quantità di uranio arricchito dai siti prima del raid: le scorte sarebbero integre.
La Casa Bianca ha riconosciuto l'esistenza di questa valutazione, ma ne contesta il contenuto. "Questa cosiddetta valutazione è assolutamente sbagliata ed era stata classificata come 'top secret' e nonostante questo è stata data alla Cnn da un funzionario di basso livello, un anonimo perdente", ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt, affermando che l'obiettivo è quello di "screditare il presidente Trump e i coraggiosi piloti che hanno portato a termine la missione per obliterare il programma nucleare iraniano".
In realtà, come scrive il Times of Israel, anche la prima valutazione dell'intelligence israeliana indica che i raid degli Usa e di Israele non hanno completamente distrutto il programma nucleare iraniano. Il verdetto è in linea con quello dei colleghi americani: il programma di Teheran è stato rimandato indietro di "diversi anni".
In un contesto ufficiale come il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, anche l'inviata statunitense ad interim alle Nazioni Unite, Dorothy Shea, si mostra prudente: gli attacchi "hanno efficacemente raggiunto il nostro obiettivo specifico: ridurre la capacità dell'Iran di produrre un'arma nucleare", dice. "Questi attacchi – in conformità con il diritto all'autodifesa collettiva – miravano a ridurre la minaccia rappresentata dall'Iran per Israele, la regione e, più in generale, per la pace e la sicurezza internazionale".
Trump, però, non accetta compromessi. "L'Iran può ricostruire il programma nucleare? No, assolutamente. Quei posti sono stati demoliti, sono andati. I piloti dei bombardieri B-2 hanno fatto il loro lavoro meglio di quanto si potesse immaginare. Al buio, senza nemmeno la luce della luna, hanno centrato il bersaglio", dice il presidente prima di caricare a testa bassa.
"Quando vedo che la Cnn prova a dire 'forse non è stato distrutto'... credo che la Cnn dovrebbe scusarsi con i piloti, questi network sono perdenti veri, sfigati... Io sono costretto a guardare la Cnn, non ho scelta, ma è spazzatura...".
Leggi tutto: Trump, il report dell'intelligence: "Programma nucleare Iran non distrutto"
(Adnkronos) - "Si vis pacem, para bellum", se vuoi la pace, prepara la guerra. È la massima latina citata da Giorgia Meloni nel suo intervento in Senato, prima di partire per il vertice Nato all'Aja. Un'espressione che ben sintetizza il clima che si respira nella città olandese, dove i 32 Paesi dell'Alleanza Atlantica sono riuniti per approvare il più imponente aumento delle spese militari dalla fine della Guerra Fredda: dieci anni per raggiungere il 3,5% del Pil in spese militari e l'1,5% in sicurezza, intesa in senso più ampio.
Anche l'Italia è pronta a fare la sua parte, rispettando gli impegni assunti: lo ha ribadito Meloni in Aula e lo confermerà nei Paesi Bassi, prima di proseguire per Bruxelles, dove il 26 e 27 giugno parteciperà al Consiglio europeo.
La presidente del Consiglio è atterrata nel tardo pomeriggio di ieri ad Amsterdam, accolta dal rappresentante permanente presso il Consiglio Atlantico, Marco Peronaci, e dall'ambasciatore italiano nei Paesi Bassi, Augusto Massari, per partecipare al vertice ospitato nel World Forum dell'Aja.
Fanno parte della delegazione italiana anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto. In serata, Meloni ha raggiunto Palazzo Huis ten Bosch per la cena ufficiale offerta dal Re e dalla Regina dei Paesi Bassi ai Capi di Stato e di governo dell'Alleanza.
I riflettori sono puntati su Donald Trump, che all'Aja è destinato a incassare un importante successo: l'aumento delle spese militari fino al 5% del Pil per i partner Nato è stato uno dei capisaldi della sua amministrazione. Forte il pressing della Casa Bianca affinché tutti gli alleati si adeguassero.
Proprio Trump ha condiviso su Truth Social lo screenshot di un messaggio ricevuto dal segretario generale Nato, Mark Rutte, mentre era a bordo dell'Air Force One diretto al vertice: l'ex premier olandese lo ringraziava per la pace ottenuta con l'Iran e per aver spinto gli europei ad aumentare le spese per la difesa. Un episodio, spiegano fonti europee beninformate, che non è certo passato inosservato tra i leader riuniti al summit.
La moral suasion di Trump ha fatto breccia in Italia, mentre la Spagna ha mostrato maggiore resistenza: lo dimostrano le tensioni tra il premier Pedro Sánchez e Rutte sulla soglia da destinare alla difesa e sulla presunta deroga concessa a Madrid, smentita dallo stesso segretario Nato. Su questo fronte, Roma intende fare la sua parte, come ha sottolineato Meloni nelle comunicazioni alle Camere in vista del doppio appuntamento di Aja e Bruxelles.
A Palazzo Madama, la premier ha ribadito la posizione del governo sulla necessità di aumentare le risorse per la sicurezza, esprimendo però scetticismo verso un sistema difensivo europeo 'parallelo' rispetto alla Nato: "Io voglio una colonna europea della Nato", ha dichiarato. "Ma sarebbe un errore pensare di costruire una difesa europea parallela a quella dell'Alleanza: sarebbe una duplicazione inutile. Dobbiamo invece collaborare di più a livello europeo".
Meloni ha anche chiarito che il tema della difesa non è solo quanto si investe, ma su cosa si investe: "Gli scenari stanno cambiando. In Ucraina, i risultati migliori sono arrivati da droni che costano 20mila euro. Ci sono Paesi che lavorano su robot e dati, più pericolosi dei proiettili". Gli investimenti, ha aggiunto, dovrebbero concentrarsi sulle aziende italiane: "Ma dobbiamo essere onesti e chiederci quanto siano in grado di produrre le imprese italiane ed europee. Quando non sarà possibile, lavoreremo con gli alleati".
Riguardo all'obiettivo del 5% in spesa militare, la premier ha spiegato: "Nelle ultime settimane ci siamo impegnati per rendere questo percorso sostenibile, flessibile, credibile. Oggi ritengo che ci siamo riusciti". Sulle tensioni tra Israele e Iran, la premier si è detta fiduciosa in un ritorno al dialogo. Nella serata di ieri, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha annunciato la fine della "guerra dei dodici giorni imposta" da Israele, con un messaggio rivolto alla Nazione.
La crisi iraniana sarà al centro delle discussioni del vertice Nato, ma il focus principale resta l'aumento delle spese militari, su cui le opposizioni italiane annunciano battaglia. Elly Schlein, leader del Pd, ha ricordato che "l'Italia ripudia la guerra", mentre Giuseppe Conte, da L'Aja, ha promosso un'iniziativa contro il riarmo insieme a 15 forze politiche di 11 Paesi europei, firmando un documento che esprime "l'indignazione" dei cittadini per l'aumento delle spese militari: "Se vuoi la pace, prepara la pace", si legge - in chiara risposta alla citazione di Meloni.
Il vertice affronterà anche il dossier ucraino. "Sono attese decisioni importanti su Kiev", ha anticipato Rutte: "Abbiamo stabilito che il percorso dell'Ucraina verso l'ingresso nella Nato è ormai irreversibile". In questo contesto, è atteso anche un possibile incontro tra Trump e Zelensky, saltato al G7 in Canada per il rientro anticipato del tycoon negli Stati Uniti, a causa dell'aggravarsi della crisi mediorientale. Alle 15.30 oggi, inoltre, avrà luogo un incontro dei leader di Ucraina, Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Polonia con Rutte. (dall'inviato Antonio Atte)
Leggi tutto: Nato, la partita di Meloni a vertice L'Aja. Trump in pressing su Europa
(Adnkronos) - "Tutto si può dire di me, ma non che non sono altruista o amico di tutti. Figuriamoci di Alvaro. Sono capitate due strade diverse". Lino Banfi ricorda Alvaro Vitali, morto all'età di 75 anni, con un messaggio sui social. L'attore pugliese si sofferma anche sulle dichiarazioni rese in passato da Vitali, che si era definito 'abbandonato' dal cinema italiano.
Leggi tutto: Alvaro Vitali, il messaggio di Lino Banfi: "Strade diverse ma sempre amico" - Video
(Adnkronos) - "Grazie presidente Trump per la sua leadership. Grazie per aver spinto la Nato a spendere di più". E' l'omaggio che Mark Rutte, segretario generale della Nato, riserva al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nella cena che precede il vertice all'Aja.
Leggi tutto: Nato, Rutte ringrazia Trump: "Ci hai spinto a spendere di più"- Video
(Adnkronos) - "Sono stravolto da questa notizia repentina e inaspettata". Risponde così all'Adnkronos Lino Banfi, commentando la morte di Alvaro Vitali venuto a mancare oggi a Roma. Banfi, che con Alvaro Vitali fece spesso coppia in tanti film della commedia sexy all'italiana (da 'L'insegnante balla..con tutta la classe' del 1979 a 'La ripetente fa l'occhietto al preside' del 1980, solo per fare qualche esempio) dando vita ad un duo comico molto amato, è molto addolorato: "Alvaro aveva solo 75 anni, non era in un'età per morire, almeno nei parametri di oggi", scandisce. E torna sulle polemiche che si scatenarono qualche anno fa dopo alcune dichiarazioni di Vitali, che si lamentava di essere stato abbandonato da alcuni dei suoi compagni di scena più affezionati, tra cui appunto Lino Banfi.
"Sono ancora profondamente dispiaciuto, come lo fui nel momento in cui scoppiarono le polemiche fra noi, perché Alvaro mi accusò di averlo abbandonato, ma io non ho mai fatto né il produttore né il regista. Non facevo più film comici, era il periodo in cui facevo 'Un medico in famiglia', che era sempre un ruolo brillante ma di diverso genere", scandisce l'attore pugliese. "Fui molto addolorato e glielo dissi, facendogli capire che non dipendeva da me".
Poi un ricordo del talento dell'amatissimo 'Pierino' del grande schermo: "L'ho sempre considerato un bravissimo attore e un grande interprete, tanto che lo scoprì Fellini -dice Banfi- relegato come tutti gli attori caratteristi in Italia ad attori considerati di serie B, quando sono bravissimi. In america si chiamano Danny De Vito e Woopi Goldberg, in Italia siamo più selettivi". Poi conclude commosso: "Sono sinceramente e profondamente addolorato. Ciao, Alvaro".
Leggi tutto: Alvaro Vitali, Lino Banfi: "Le polemiche fra noi mi addolorarono"
(Adnkronos) - Lungo colloquio tra Giorgia Meloni e Donald Trump durante la cena dei leader Nato all'Aja, sede del vertice dell'Alleanza. La presidente del Consiglio e il presidente degli Stati Uniti erano seduti fianco a fianco. Secondo quanto si apprende, il Medio Oriente è stato uno dei principali temi trattati. Trump è sbarcato nei Paesi Bassi dopo la tregua raggiunta tra Iran e Israele nella guerra durata 12 giorni.
In occasione del vertice, il Re e la Regina del Regno dei Paesi Bassi hanno ospitato una cena in onore dei Capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell'Alleanza. Al ricevimento hanno preso parte anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, i rappresentanti dei quattro partner indo-pacifici e i vertici dell'Unione Europea.
La presidente del Consiglio ha partecipato all'evento, sedendo al tavolo con Sua Maestà il Re Willem-Alexander, il segretario Generale della Nato Mark Rutte, il presidente degli Usa Trump, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, e il presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel. Meloni e Trump, secondo quanto viene riferito, hanno avuto modo di discutere dei principali dossier internazionali.
Leggi tutto: Meloni-Trump, colloquio prima di vertice Nato: focus su Medio Oriente
(Adnkronos) - Lungo colloquio tra Giorgia Meloni e Donald Trump durante la cena dei leader Nato all'Aja, sede del vertice dell'Alleanza. La presidente del Consiglio e il presidente degli Stati Uniti erano seduti fianco a fianco. Secondo quanto si apprende, il Medio Oriente è stato uno dei principali temi trattati. Trump è sbarcato nei Paesi Bassi dopo la tregua raggiunta tra Iran e Israele nella guerra durata 12 giorni.
In occasione del vertice, il Re e la Regina del Regno dei Paesi Bassi hanno ospitato una cena in onore dei Capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell'Alleanza. Al ricevimento hanno preso parte anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, i rappresentanti dei quattro partner indo-pacifici e i vertici dell'Unione Europea.
La presidente del Consiglio ha partecipato all'evento, sedendo al tavolo con Sua Maestà il Re Willem-Alexander, il segretario Generale della Nato Mark Rutte, il presidente degli Usa Trump, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, e il presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel. Meloni e Trump, secondo quanto viene riferito, hanno avuto modo di discutere dei principali dossier internazionali.
Leggi tutto: Meloni-Trump, colloquio a cena per vertice Nato
(Adnkronos) - Donald Trump arriva nei Paesi Bassi per il vertice Nato in programma oggi e domani a L'Aja. Il presidente degli Stati Uniti atterra con l'Air Force One e, reduce dal 'successo' ottenuto con la tregua tra Israele e Iran, indossa con soddisfazione il cappellino 'Usa'.
Leggi tutto: Trump al vertice Nato, l'arrivo 'trionfale' - Video
(Adnkronos) - E' morto Alvaro Vitali. L'attore, protagonista di una serie di film della commedia sexy all'italiana, aveva 75 anni. Nel ruolo di Pierino, in particolare, Vitali raggiunse l'apice della notorietà negli anni '70.
Vitali era stato ricoverato recentemente per una broncopolmonite recidiva. Recentemente l'attore aveva rivelato in tv di soffrire molto per la fine del matrimonio, durato 27 anni, con la moglie Stefania Corona, che aveva confessato in una trasmissione di essersi innamorata di un altro uomo.
Ospite oggi, martedì 24 giugno, a La volta buona, Corona ha risposto pubblicamente alla lettera scritta dall'ex marito, nella quale lui le chiedeva una seconda possibilità, nonostante il tradimento.
Stefania Corona ha letto in diretta la lettera che l'attore ha scritto per lei: "Proviamo a tornare insieme. Io ti devo molto e sono pronto a passare sopra al tuo errore di percorso. Non buttiamo via tutto. Sarò più presente sotto ogni punto di vista. Tu sei stato la mia roccia su cui mi sono più volte aggrappato. Sei crudele ma ti amo ancora. Te la senti di dare al nostro amore una seconda possibilità?". Secca la risposta di Stefania Corona: "No, grazie".
Leggi tutto: E' morto Alvaro Vitali, addio al Pierino del cinema
(Adnkronos) - Il presidente americano Donald Trump ha confermato che "probabilmente" incontrerà Volodymyr Zelensky in occasione del vertice Nato all'Aja. Una fonte ucraina aveva riferito all'Afp che le squadre stavano "definendo i dettagli" dei colloqui che si svolgeranno nel "primo pomeriggio" di domani e che si concentreranno sulle sanzioni alla Russia e sull'approvvigionamento di armi per Kiev. Alla domanda su cosa direbbe a Zelensky, con il quale aveva avuto un'accesa discussione nello Studio Ovale lo scorso febbraio, Trump ha risposto: "Gli chiederò 'come va?' È in una situazione difficile in cui non si sarebbe dovuto trovare".
Leggi tutto: Trump e l'incontro con Zelensky: "Gli chiedo come sta" - Video
(Adnkronos) - L'attaccante della Lazio Loum Tchaouna molto vicino al trasferimento al Bournemouth in Premier League. L'accordo dovrebbe aggirarsi intorno ai dodici milioni di euro, a quanto apprende l'Adnkronos. Le due squadre continuano a trattare per concludere l'affare. Il calciatore ciadiano naturalizzato francese quest'anno in maglia biancoceleste ha collezionato 24 presenze con un gol realizzato.
Leggi tutto: Lazio, vicina la cessione di Tchaouna al Bournemouth per 12 milioni
(Adnkronos) - Grave incidente nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 24 giugno, sulla strada provinciale per Capena, dove intorno alle 18.45, all'altezza del km 11, sono rimaste coinvolte tre auto.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando di Roma che hanno estratto due persone rimaste incastrate all'interno delle autovetture ed insieme ad un terzo ferito, sono stati assicurati alle cure dei sanitari del 118, che hanno trasportato tutte e tre le persone, in codice rosso, all'ospedale Sant'Andrea.
Leggi tutto: Roma, scontro tra tre auto sulla provinciale per Capena: 3 feriti gravi