(Adnkronos) - "Il presidente Putin ha detto, in maniera molto forte, che dovrà rispondere ai recenti attacchi contro le basi" russe da parte di Kiev. Lo ha dichiarato Donald Trump in un post su Truth Social, al termine di una conversazione telefonica con l'omologo russo. Una chiacchierata, definita "buona" dallo stesso Trump ma che, precisa,"non porterà a una pace immediata". La telefonata - ha scritto su Truth Social - "è durata all'incirca un'ora e 15 minuti. Abbiamo parlato dell'attacco contro gli aerei russi da parte dell'Ucraina, e di vari altri attacchi da parte di entrambe le parti".
E oggi c'è stata anche la prima telefonata tra Putin e Papa Leone XIV. A renderlo noto è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, come riportano i media russi. Putin ha parlato del conflitto in Ucraina, che va avanti da oltre tre anni a causa dell'invasione russa su vasta scala del Paese, durante il colloquio telefonico con Papa Leone XIV. Secondo il Cremlino, Putin ha ribadito la volontà di arrivare alla pace con strumenti "diplomatici", accusando Kiev di cercare "l'escalation". "Putin ha richiamato l'attenzione sul fatto che il regime di Kiev punta sull'escalation del conflitto e - hanno riferito da Mosca - conduce azioni di sabotaggio contro infrastrutture civili sul territorio russo".
Al centro del colloquio tra Trump e Putin, invece, non c'è stata solo l'Ucraina, ma anche l'Iran. "Abbiamo parlato anche dell'Iran e del fatto che il tempo stringe per la decisione iraniana in merito alle armi nucleari, che deve essere presa rapidamente", si legge nel post su Truth del tycoon che dà notizia del colloquio con il leader russo al quale afferma di aver ribadito che "l'Iran non può avere l'atomica". "E - aggiunge il presidente degli Stati Uniti - su questo credo siamo d'accordo. Il Presidente Putin ha proposto di partecipare ai colloqui con l'Iran e che potrebbe, forse, essere d'aiuto per giungere a una rapida conclusione". "A mio avviso - conclude - l'Iran prende tempo sulla sua decisione su questa questione così importante e avremmo bisogno di una risposta definitiva in tempi strettissimi".
(Adnkronos) - Jannik Sinner ha battuto Aleksander Bublik oggi, mercoledì 4 giugno, nei quarti di finale del Roland Garros 2025. Il tennista azzurro lo ha fatto, ancora una volta, senza concedere nemmeno un set all'avversario, conquistando i parziali con il risultato di 6-1, 7-5, 6-0. Ma nei tre set con cui Sinner si è conquistato l'accesso alla semifinale del secondo Slam stagionale, dove affronterà il vincente della sfida tra Novak Djokovic e Alexander Zverev, c'è stato un momento che assomigliava tanto a un deja vu, ovvero quando Bublik ha conquistato il primo game della sua partita, e ha esultato come se avesse vinto il match.
È successo al sesto gioco del primo set. Sinner era già in vantaggio 5-0, con due break messi a segno, e si avviava a vincere comodamente il parziale d'apertura. Bublik ha sofferto inizialmente la risposta aggressiva dell'azzurro, salvo poi riprendersi grazie al servizio e portando il game ai vantaggi. Qui il kazako, grazie a un errore con lo smash di Jannik, riesce a tenere per la prima volta nella partita il servizio e alla fine esulta. Alza il braccio al cielo, allarga il sorriso e si prende gli applausi del Philippe-Chatrier.
La scena è familiare perchè già avvenuta a Roma prima e poi a Parigi. Durante gli ultimi Internazionali d'Italia, Casper Ruud, malcapitato avversario di Sinner nei quarti di finale, riuscì a vincere il primo game della sua partita al terzo gioco del secondo set, e alla fine chiuse gli occhi alzando entrambe le braccia al cielo. Lo stesso accadde proprio a Parigi, al terzo turno del Roland Garros 2025, con Jiri Lehecka. Il tennista ceco riuscì a tenere per la prima volta il servizio contro Sinner al sesto game del secondo parziale ed esultò come se avesse vinto un set.
L'esultanza al primo game conquistato contro il numero uno, insomma, sta diventando consuetudine e certifica la difficoltà di scendere in campo contro Sinner, letale in risposta tanto quanto il servizio. Meno 'entusiasta' si è mostrato Tommy Paul, anche lui sconfitto nettamente da Carlos Alcaraz nei quarti di finale del Roland Garros. Lo statunitense è riuscito a vincere il primo game della sua partita, dominata totalmente dallo spagnolo, al secondo parziale del secondo set, ma nonostante le difficoltà incontrate fin dal primo punto non ha esultato in alcun modo.
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(Adnkronos) - Milena Miconi e Paola Saluzzi ospiti oggi, mercoledì 4 giugno, a La volta buona, hanno parlato del periodo buio della loro vita segnato dai disturbi alimentari. Entrambe hanno confessato di aver smesso di mangiare per provare ad accettare la loro immagine riflessa allo specchio.
Milena Miconi ha ammesso che i problemi con il cibo sono cominciati durante l’adolescenza. L’attrice ha raccontato di essere aumentata di peso dopo lo sviluppo, nel suo caso a 11 ani, e questo l’ha portata a sentirsi costantemente a disagio, al punto di smettere di mangiare: “In un mese e mezzo ho perso 10 chili, poi altri 10. Sono arrivata a 50 chili, erano davvero pochi. Non andava mai bene. Ma il vero problema era psicologico, mi sentivo a disagio, mi guardavo allo specchio e non mi vedevo mai come volevo”.
Miconi ha raccontato il momento in cui si è resa conto di aver superato il limite: “Davanti a un piatto di carne, ho provato un rigetto così forte che mi ha allarmato”. Da quel momento ha avuto voglia di prendersi cura di se stessa. Ma la svolta è arrivata con la gravidanza: “Ho raggiunto il mio equilibrio così, ho preso 23 chili e li ho persi serenamente. Mio figlio era la priorità”, ha concluso.
Paola Saluzzi ha ricordato quando a 35 anni ha smesso di mangiare per il troppo stress: “Avevo smesso di mangiare, non sentivo più il bisogno e avevo sempre meno voglia di mangiare”. A salvarla da questo periodo buio è stato Luca Giurato. Il giornalista ha notato le sue difficoltà e l’ha portata in un bar a prendere un cappuccino e un cornetto: “Io cercavo di spezzettare tutto e nasconderlo sotto il piatto. Lui mi ha preso la mano e mi ha detto ‘Adesso basta. Ho capito cosa stai facendo. Mangia quel cornetto’”, ha ricordato la giornalista.
E ha aggiunto: “Ho provato una vergogna così grande, la vergogna di essere stata scoperta, che da quel momento ho ricominciato a mangiare”.
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(Adnkronos) - Un 'Passaporto del guarito' da donare a tutti i bimbi che superano un cancro - 8 su 10 che si ammalano - per aiutarli a non dimenticare, a ricordare per sempre la propria storia clinica, l'esperienza che hanno vissuto e come l'hanno superata grazie ai progressi della medicina. E' il progetto dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, sostenuto da una collaborazione tra Peter Pan Odv, associazione capitolina che da oltre 30 anni è accanto a bimbi e adolescenti malati di cancro, e Fondazione Lottomatica, espressione dell'impegno sociale del gruppo Lottomatica, che promuove progetti concreti per affrontare le sfide della società, spaziando dalla salute all'inclusione sociale, dall'educazione alla legalità.
In Italia - ricorda una nota dell'Irccs della Santa Sede - quasi 50mila persone hanno avuto un tumore durante l'infanzia o l'adolescenza e l'hanno superato. Oggi hanno un'età compresa tra 6 e 55 anni e il 50% ha superato i 25. A loro si aggiungono ogni anno circa 1.200 nuovi guariti, cioè l'80% dei circa 1.500 nuovi casi di cancro pediatrico diagnosticati annualmente nel nostro Paese. Per un adulto che ha avuto un tumore da tumore da bambino è spesso difficile ricostruire la propria storia clinica, sapere esattamente quali terapie, esami e interventi ha subito in un'età in cui sono i genitori e i tutori a occuparsi delle scelte mediche. Soprattutto quando queste figure vengono a mancare. Pensando a loro, grazie al sostegno di Fondazione Lottomatica, Peter Pan Odv rinnova il supporto al progetto 'Passaporto del guarito' dell'ospedale Bambino Gesù. Un documento digitale o cartaceo, pensato per bimbi e adolescenti che hanno concluso il percorso di cura oncologica e che racchiude la storia clinica del piccolo paziente, che potrà usarlo come memoria storica per tutta la vita. Il passaporto riporta infatti, in modo dettagliato, tutti i trattamenti ricevuti, farmaci, terapie e interventi chirurgici, oltre a eventuali complicanze riscontrate nel percorso di cura. I futuri medici dei pazienti potranno così disporre di uno strumento per monitorare e prevenire possibili effetti a lungo termine delle cure, e avere indicazioni per un follow-up su misura.
La collaborazione tra Peter Pan e Fondazione Lottomatica prevede anche il supporto ai percorsi di riabilitazione offerti dal Bambino Gesù ai baby-pazienti oncologici. La riabilitazione - sottolinea l'ospedale pediatrico - è un tassello indispensabile per il recupero delle funzioni compromesse dalla malattia, dalle terapie e dai ricoveri prolungati, ed è fondamentale incominciarla il prima possibile. Grazie a questo progetto è possibile offrire ai piccoli pazienti interventi mirati di fisioterapia, terapia occupazionale e riabilitazione motoria, del linguaggio e della deglutizione direttamente in ospedale.
"Siamo molto felici di inaugurare questa collaborazione con Fondazione Lottomatica - afferma Roberto Mainiero, presidente di Peter Pan Odv - che da subito ha dimostrato una grande vicinanza alla nostra missione e un'attenzione particolare per le difficoltà dei bambini colpiti da una diagnosi oncologica pediatrica e delle loro famiglie. Grazie al loro contributo, possiamo rinnovare anche quest'anno il sostegno ai progetti del 'Passaporto del guarito' e della riabilitazione dell'ospedale Bambino Gesù: due progetti che sosteniamo da tempo e che sono fondamentali per migliorare la qualità della vita di bambini e adolescenti malati di cancro. Nelle nostre case accogliamo i bambini e le loro famiglie che vengono da fuori per curarsi negli ospedali romani e stiamo loro accanto nel periodo più difficile, quello della malattia. Ma anche la guarigione è un percorso lungo, che richiede ai più piccoli molte prove. Con questi progetti possiamo star loro accanto anche in questa fase e dare un aiuto essenziale per il resto della vita".
"Sostenere chi affronta e supera una malattia oncologica sin dall'infanzia significa contribuire concretamente a costruire un futuro più giusto e inclusivo. Con questa iniziativa, Fondazione Lottomatica vuole essere al fianco di Peter Pan Odv e dell'ospedale Bambino Gesù per garantire ai bambini guariti strumenti essenziali per la continuità della cura e per la loro piena autonomia, anche da adulti - dichiara il presidente della Fondazione, Riccardo Capecchi - E' un progetto che ci ricorda quanto la memoria clinica sia parte integrante della salute, e quanto ogni storia di guarigione meriti di essere accompagnata e custodita".
"Siamo molto grati - commenta Tiziano Onesti, presidente dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù - per il sostegno offerto dall'associazione Peter Pan e dalla Fondazione Lottomatica ai progetti del 'Passaporto del guarito e della riabilitazione', rivolti ai bambini affetti da tumore. La collaborazione tra queste organizzazioni e il nostro ospedale rappresenta un esempio virtuoso di percorso di solidarietà, che rafforza l'efficacia delle azioni intraprese e ne ottimizza i risultati a beneficio delle persone più fragili. Attraverso strumenti come il passaporto, che consente di monitorare e prevenire gli effetti a lungo termine delle cure, e mediante interventi mirati di fisioterapia, terapia occupazionale e riabilitazione, possiamo continuare a supportare i nostri bambini anche dopo la conclusione delle cure, offrendo un sostegno costante alle loro famiglie. Confidiamo di poter proseguire questa collaborazione in futuro, ampliando i progetti a favore dei piccoli pazienti e delle famiglie per contribuire al loro benessere e alla loro qualità della vita".
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(Adnkronos) - Un giovane e dinamico divulgatore scientifico e un diario di bordo che racconta in presa diretta la realtà dell'angioedema ereditario, una patologia rara che impatta notevolmente sulla qualità di vita, in un viaggio che si svolge lungo il percorso diagnostico-terapeutico, dai centri di riferimento per la diagnosi e cura, verso nuove prospettive. Così Takeda Italia, dopo aver inaugurato una nuova narrazione della patologia con 'Destinazione posso: il mio viaggio con l'angioedema ereditario', prosegue l'esplorazione della malattia rara da una prospettiva inedita con 'Angioedema Real Life', campagna di sensibilizzazione promossa con il patrocinio di Aaee Aps Ets, Associazione volontaria per l'angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema, Itaca, Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema, Siaaic, Società italiana di allergologia, asma ed immunologia clinica, Siaip, Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica, e Aaiito, Associazione allergologi immunologi italiani territoriali e ospedalieri.
L'angioedema ereditario - si legge in una nota - non è solo il gonfiore, l'attacco, la crisi, ma tutto quello che accade e costringe a mettere in pausa la vita. Far conoscere questa malattia è il primo passo per accorciare i tempi di diagnosi e indirizzare i pazienti ai centri di riferimento Itaca per una presa in carico strutturata, competente, multidisciplinare e continua. Ma "per trovarsi bisogna cercarsi", è lo spirito che anima il viaggio di Ruggero Rollini, che va alla scoperta della 'real-life' della patologia, fornendo un dettagliato quadro del 'patient journey', il percorso di chi con essa convive attraverso un inedito format digitale: un docu-vlog, cuore della campagna, vero e proprio video-diario di bordo in 6 episodi nel quale il protagonista, tappa dopo tappa, raccoglie esperienze, testimonianze, dati clinici per conoscere, riconoscere e raccontare l'angioedema ereditario e affrontarlo al meglio con il sostegno della rete Itaca, riferimento nazionale per la diagnosi, la presa in carico e la gestione dell'angioedema ereditario.
L'angioedema ereditario (hereditary angioedema, Hae) è una rara malattia genetica - anche se in 1 caso su 4 (25%) la malattia si sviluppa da una mutazione de novo, non presente in nessun altro componente della famiglia - che colpisce una persona ogni 50mila. Il gene difettoso che provoca la malattia codifica per la proteina C1 esterasi-inibitore (C1-Inh o C1 inibitore) che viene prodotta in quantità insufficiente (e in questo caso si parla di Hae di tipo 1, che riguarda l'85% dei casi), oppure in una forma incapace di funzionare come dovrebbe (Hae di tipo 2, 15% delle diagnosi). I sintomi compaiono già durante l'infanzia o l'adolescenza con episodi di gonfiori (edemi) transitori, ma ricorrenti che possono colpire la cute di qualsiasi parte del corpo, in particolare mani, piedi, viso, apparato gastrointestinale e vie aeree superiori con edemi della laringe e della glottide, potenzialmente fatali se non si interviene tempestivamente con trattamenti idonei.
Gli attacchi sono periodici e imprevedibili e variano molto in termini di gravità e frequenza. La diagnosi è quasi sempre tardiva, dagli 8 ai 10 anni dall'esordio della sintomatologia, perché i segni e i sintomi somigliano a quelli di malattie più frequenti come allergie e coliti. Per l'International Consensus Algorithm for the Diagnosis, Therapy and Management of Hae, del 2010, si deve sospettare una diagnosi di Hae in presenza di: angioedema ricorrente senza orticaria; angioedema che non risponde ad antistaminici e/o corticosteroidi e che perdura per più di 48 ore; edema laringeo; storia o diagnosi di Hae in famiglia.
"Per accelerare la diagnosi sono fondamentali specialisti con competenze diverse e multidisciplinari, competenze ed expertise messe a disposizione nei centri Itaca oggi diffusi su tutto il territorio nazionale - afferma Mauro Cancian, presidente associazione Itaca e direttore Uosd di Allergologia Azienda Ospedale-Università di Padova - Itaca è la rete che riunisce i 26 centri italiani, a cui a breve se ne aggiungerà un altro, che in Italia hanno una riconosciuta competenza nell'ambito di questa patologia e sono a loro volta autorizzati dagli enti regolatori nazionali e regionali a diagnosticare e a prescrivere i farmaci per l'angioedema ereditario. Al fine di migliorare la qualità diagnostica, che solo in alcuni casi richiede anche uno screening genetico, Itaca ha deciso di unificare tutte le analisi genetiche presso un unico centro proprio per garantire una elevata qualità laboratoristica. Tra le nostre attività proponiamo congressi a livello locale, nazionale e anche internazionale e promuoviamo gli 'Angioedema Academy', corsi di formazione per giovani specialisti nella cura di questa malattia rara".
Nel Registro Itaca, che include attualmente oltre mille pazienti con angioedema ereditario, i pazienti possono inserire, dal computer, i dati relativi ai loro attacchi, alle comorbidità e alla storia clinica e, dallo scorso 16 maggio, data dell'Angioedema Day, possono registrarsi anche tramite una App mobile dedicata che Itaca mette loro a disposizione.
Alcuni studi indicano che, rispetto alla popolazione generale, le persone con angioedema ereditario hanno una probabilità maggiore di soffrire di depressione e stati d'animo negativi. Inoltre, è sempre presente la preoccupazione di essere un peso per la famiglia e il partner e la paura di trasmettere la malattia ai figli. Tuttavia, molto è cambiato nello scenario per i pazienti. E' una patologia "subdola, fastidiosa e debilitante che, per le sue caratteristiche, può impedire o limitare fortemente le normali attività quotidiane - spiega Pietro Mantovano, presidente Aaee - Il paziente vive in uno stato di continua ansia e stress in attesa che si presenti improvvisamente l'attacco acuto. La malattia ha un impatto significativo sia fisico sia psicologico, sconvolgendo la quotidianità del paziente e della famiglia. Fortunatamente grazie alla ricerca e al network dei centri Itaca oggi la situazione è migliorata, sono disponibili numerosi farmaci e gli specialisti tendono ad attuare profilassi di lungo termine con terapie innovative, che consentono di limitare o, addirittura, prevenire gli attacchi, permettendo ai pazienti di programmare la propria quotidianità senza il timore di un nuovo episodio, con una migliore qualità della vita e maggiore serenità".
L'approccio terapeutico al paziente con angioedema ereditario si è evoluto negli ultimi decenni passando dalla terapia esclusiva degli attacchi acuti più pericolosi a terapie in grado di prevenirli. Grazie alla ricerca, ai centri specializzati e al Registro della rete Itaca, clinici e pazienti oggi hanno molti più strumenti per la gestire nel lungo termine. Restano alcune criticità da colmare tra cui portare allo scoperto i casi non ancora diagnosticati, la diagnosi tempestiva e l'accesso alle cure, non sempre equo e disponibile in tutte le Regioni italiane e, infine, la diffusione delle conoscenze.
"Con 'Angioedema Real Life' vogliamo dare visibilità a un percorso complesso e spesso invisibile: quello di chi convive con una patologia rara, come l'angioedema ereditario - dichiara Laura Nocerino, Rare Business Unit Head Takeda Italia - Raccontare il patient journey con nuovi linguaggi, unendo voci e competenze, avvicina l'esperienza dei pazienti, evidenziando il valore di percorsi di cura adeguati e l'importanza di una rete di supporto, a cui Takeda contribuisce attivamente. Non solo attraverso terapie innovative, per offrire ai pazienti di ogni età nuove prospettive e un approccio sempre più personalizzato, ma anche impegnandoci a superare le barriere che ancora ostacolano la diagnosi, la cura e la gestione della malattia. Solo attraverso una comunicazione efficace e una collaborazione mirata possiamo trasformare conoscenze in azioni, costruendo soluzioni concrete per chi vive questa condizione e per le loro famiglie". Fulcro di 'Angioedema Real Life. Diario di bordo, direzione Itaca' è il sito angioedemareallife.it. Il vlog di campagna sarà promosso su Instagram e Facebook e gli episodi pubblicati sul canale YouTube dell'associazione Aaee.
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(Adnkronos) - Una vera e propria 'spada di Damocle' pende su migliaia di condomini che hanno aderito ai vantaggi del Superbonus 110%. Il problema nasce dall'impreparazione di numerosi amministratori che hanno fatto credere ai proprietari degli immobili di poter ammodernare i propri appartamenti senza dover sborsare nemmeno un euro. "Il vizio originario del tutto gratis - spiega l'avvocato Gaetano D’Andrea, mediatore civile e già presidente dell'Asppi (Associazione piccoli proprietari immobiliari) di Bergamo) - ha impedito una scelta oculata dei professionisti, delle imprese incaricate e di determinare i valori corretti delle cessioni dei crediti. Insomma, si sono fatti convincere da General contractor a dir poco improvvisati o in mala fede".
Quando, negli ultimi mesi del 2023, i nodi sono venuti al pettine, i condomini hanno cercato di porre rimedio incaricando gli avvocati di mettere in sicurezza i lavori incagliati: "Oggi - sottolinea D'Andrea - il tema ricorrente è che in moltissimi condomini i lavori non sono nemmeno partiti e in altri, seppur iniziati, sono stati immediatamente bloccati. Le imprese hanno così lasciato i cantieri al 20 o 30% e questo sta comportando un esborso ulteriore per completare le opere avviate, con il rischio elevato che non potranno essere ultimate. Senza dimenticare che, dal 2024, il bonus è stato rideterminato al 70% e, nel 2025, è stato ulteriormente ridotto al 65%, per poi terminare definitivamente il 31 dicembre di quest'anno. Nemmeno i condomini con lavori ultimati possono stare tranquilli, le anomalie fiscali possono essere rilevate anche successivamente dall'amministrazione finanziaria e le conseguenze a carico di chi oggi pensa di essere sereno potranno essere rilevanti".
Secondo l'esperto legale, "negli anni dal 2020 al 2022, complice anche la poca chiarezza normativa, molti amministratori non si sono preoccupati di farsi assistere da legali specializzati nella redazione dei contratti di appalto". "Questo sta comportando - ricorda l'avvocato D'Andrea - un rischio molto elevato perché, in caso di accertamento, i proprietari potrebbero dover restituire gli importi impropriamente ceduti, con l’aggiunta di sanzioni e interessi. Per darvi una portata del fenomeno, posso dirvi che le segnalazioni giunte al mio osservatorio, e che hanno comportato le richieste di verifica di contatti già sottoscritti, nel 90% dei casi presentavano delle anomalie e non erano tutelanti per i condomini”. La mediazione è senz'altro la strada maestra: "Sarebbe utile - consiglia D'Andrea- procurarsi i documenti relativi ai lavori, a partire dai contratti sottoscritti. Ottenere i documenti per tempo sarà importante in sede di eventuali futuri controlli anche perché, a distanza di anni, l'amministratore che ha gestito il Superbonus 110% potrebbe essere stato sostituito, con il rischio di perdere ulteriore tempo per recuperarli e, conseguentemente, non rientrare nei termini concessi dall’amministrazione finanziaria per tutelarsi. Bisogna fare presto perché, ad esempio, nelle città metropolitane i controlli e le verifiche sono già partite e coinvolgono i General contractor, le imprese edili e poi a cascata i condomini e gli amministratori".
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(Adnkronos) - Si è aperto questa mattina il tavolo di confronto tra Conferenza delle Regioni e sindacati dei dirigenti medici e del comparto per trovare una strategia condivisa volta a rendere sostenibile il Servizio sanitario nazionale e a valorizzarne i professionisti, riferisce il sindacato dei medici Cimo-Fesmed. "Si tratta di un'iniziativa molto importante - dichiarano Guido Quici, presidente nazionale della federazione, e Cristina Cenci, presidente per l'Umbria, che ha partecipato all'incontro - per la quale ringraziamo le Regioni, che ci consente di avere una voce in capitolo in tema di riforma del Ssn e delle professioni sanitarie".
I sindacati sono stati convocati per discutere del documento di analisi e proposte in tema di personale Ssn redatto dalla Conferenza delle Regioni, spiega una nota della federazione. "Abbiamo ribadito la necessità di trovare maggiori risorse per la sanità pubblica e di sbloccare il tetto alla spesa per il personale sanitario, obiettivi ampiamente condivisi anche dalle Regioni - afferma Cenci - Quindi, in tema di relazioni tra professioni sanitarie, abbiamo evidenziato la necessità di definire l'atto medico e il campo d'azione di ciascun professionista, senza invasioni di campo che potrebbero mettere a repentaglio la qualità e la sicurezza delle cure. Infine, invece di incentivare l'arrivo in Italia di medici e infermieri stranieri, abbiamo chiesto a gran voce di creare le condizioni per far rimanere in Italia i giovani colleghi pronti a scappare all'estero, dove il loro ruolo viene maggiormente valorizzato. Un obiettivo raggiungibile migliorando le condizioni di lavoro e le retribuzioni: a tal fine, abbiamo chiesto l'immediata emanazione dell'atto di indirizzo e di riunire in un'unica tornata contrattuale i Ccnl 2022-2024 e 2025-2027. Siamo certi - conclude Cenci - che i prossimi incontri saranno altrettanto costruttivi per migliorare il nostro lavoro e la nostra sanità".
Leggi tutto: Sanità, al via tavolo Regioni-sindacati su personale Ssn
(Adnkronos) - Mondo del giornalismo in lutto per la scomparsa di Giancarlo Santalmassi, volto storico dell'informazione Rai. Il giornalista, che aveva 83 anni, è deceduto la notte scorsa in una clinica romana. La sua carriera è stata legata soprattutto al Tg2, di cui era stato il primo conduttore. Sempre in Rai aveva poi guidato diverse trasmissioni di approfondimento ed era poi diventato direttore di Radio Rai, legando il suo mandato alla nascita di format di grande successo come 'Zapping'. Negli ultimi anni della sua carriera aveva diretto anche il giornale radio di Radio 24, la radio del Sole 24 ore.
Cordoglio per la sua scomparsa è stato espresso dai vertici Rai: "L'amministratore delegato Giampaolo Rossi, il direttore generale Roberto Sergio e il consiglio d'amministrazione Rai, a nome dell'azienda, esprimono ai familiari il proprio cordoglio per la scomparsa di Giancarlo Santalmassi, volto storico dell’informazione Rai e – dal sequestro Moro all’attentato a Giovanni Paolo II - testimone di alcuni dei momenti più drammatici del secolo scorso. Una passione per il giornalismo e un rigore nella narrazione messi al servizio della Rai anche come direttore della radio", si legge in una nota del servizio pubblico radiotelevisivo.
Leggi tutto: Morto Giancarlo Santalmassi, volto storico del Tg2. Aveva 83 anni
(Adnkronos) - In un momento in cui le sfide globali, in particolare quelle energetiche, si intrecciano con vulnerabilità strutturali e instabilità geopolitiche, il Gruppo Q8 - affiancato da Maire in qualità di special partner e da L'Espresso come media partner - ha promosso un dibattito aperto sui temi dell’Industria 5.0. Un dibattito che ha visto i saluti istituzionali dell’On. Giorgio Silli, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e la presenza di autorevoli rappresentanti delle istituzioni politiche ed amministrative, Confindustria ed enti di ricerca di rilevanza nazionale. Due le vivaci tavole rotonde che hanno coinvolto i relatori che hanno approfondito le tematiche sotto molteplici aspetti. Nella prima sessione, I progetti industriali e gli impatti economici e sociali: alla ricerca di un giusto equilibrio, sono intervenuti: Andrea Andreuzzi, Senior Advisor Energia e Sviluppo Sostenibile di Confindustria, Valeria Lazzaroli - Presidente Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale, l’On. Marco Osnato - Presidente Commissione Finanze della Camera dei Deputati e Responsabile del Dipartimento Economia e Finanza di FdI e Guido Scorza - Componente del Garante per la protezione dei dati personali.
Il secondo panel, incentrato su Le politiche pubbliche nazionali ed internazionali ha visto come relatori: in rappresentanza di Marilena Barbaro - Direttore Generale Fonti Energetiche e Titoli Abilitativi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Paola Barzaghi - Esperto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Stefano Da Empoli - Presidente Istituto per la Competitività e Angelo Rughetti - Direttore Osservatorio sugli Investimenti Comunali e Sostenibilità. Un evento, quello di oggi, fortemente voluto da Q8 e Maire a testimonianza del loro impegno come attori strategici per la resilienza industriale del Paese, con una visione fondata su tecnologie abilitanti, responsabilità sistemica e sostenibilità concreta.
Non slogan, ma investimenti, processi e infrastrutture. L’adozione dei principi dell’Industria 5.0 non rappresenta una dichiarazione astratta, bensì la cornice operativa entro cui integrare innovazione tecnologica, pianificazione energetica e impatto industriale misurabile.
Dando il suo benvenuto alla conferenza, il Ceo di Kpc Holdings (Aruba) e Presidente della Kuwait Petroleum International, Shafi Taleb Al-Ajmi, ha dichiarato: "Nello scenario economico in rapida evoluzione di oggi, caratterizzato da incertezza e volatilità globali, la sicurezza e la resilienza energetica costituiscono priorità assolute. Questi obiettivi devono procedere di pari passo con i nostri traguardi di decarbonizzazione, rispettando sempre il principio di neutralità tecnologica». Un messaggio chiaro in un contesto in cui l’approvvigionamento energetico europeo soffre ancora una forte esposizione esterna, catene di fornitura fragili e asset infrastrutturali non pienamente ottimizzati".
L’Industria 5.0, come concepita dalla Commissione Europea, si configura come un ecosistema interdipendente dove energia, mobilità e logistica non sono più compartimenti stagni ma nodi integrati di una rete capace di adattarsi, imparare e reagire. Q8 non si limita a riconoscere questa visione: la interpreta, la implementa e la condivide attraverso partnership istituzionali e programmi di sviluppo condiviso.
In questo scenario occorre, dunque, una strategia multilivello: investimenti in tecnologie intelligenti e interoperabili, decarbonizzazione dei vettori esistenti e digitalizzazione intelligente delle operazioni e della logistica attraverso tecnologie all’avanguardia e sistemi predittivi. «La resilienza delle infrastrutture non è un’opzione, ma una necessità strategica. Gli investimenti in tecnologie intelligenti, flessibili e a basse emissioni, rendono le infrastrutture una vera e propria piattaforma dinamica, in grado di evolversi garantendo continuità operativa. - ha affermato Bashar Alawadhi, Amministratore Delegato di Q8.
In questa logica, l’Internet of Things (IoT), intesa come elevata connettività, raccolta scambio e analisi dei dati, non è un’opzione accessoria ma l’elemento chiave per costruire una nuova generazione di impianti e depositi connessi, intelligenti, flessibili: tecnologie in grado di rilevare in tempo reale variazioni nei flussi, prevedere criticità, ottimizzare consumi, manutenzioni e garantire resilienza in condizioni di stress. La transizione non può fondarsi sulla rottamazione sistematica degli asset, ma sulla loro rigenerazione intelligente.
Una transizione che necessita di integrare anche un nuovo approccio umanistico ed umano-centrico come sostiene Fabrizio Di Amato, Presidente e Fondatore di Maire: “La transizione energetica in atto ci presenta un nuovo paradigma industriale, che non guarda solo alla sostenibilità economica, ma anche al benessere delle persone e alla responsabilità ambientale. Un ecosistema in cui tecnologia e competenze distintive collaborano in modo sinergico. È essenziale quindi mettere la persona al centro, valorizzando sostenibilità e resilienza: in Maire promuoviamo infatti la figura dell’ingegnere umanista, capace di integrare competenze tecniche e sensibilità sociale, con una visione aperta su un mondo in continua evoluzione.”
A tirare le conclusioni del convegno Fadel Al Faraj, Vice Presidente Esecutivo Marketing Kuwait Petroleum International: “Non può esserci sviluppo sostenibile senza infrastrutture sostenibili. Le infrastrutture, come strumenti strategici di trasformazione, devono essere non solo resilienti al clima ed efficienti nell’uso delle risorse, ma anche socialmente inclusive, eque e capaci di rispondere ai reali bisogni delle comunità".
(Adnkronos) - "Quel giorno mi ha cambiato la vita". Così Nicoletta Romanoff ospite oggi, mercoledì 4 giugno, a La volta buona ha ricordato quando, nel 1997, suo fratello si è tolto la vita a soli 21 anni.
Era una mattina di maggio. Nicoletta Romanoff era andata a un funerale insieme alla sua famiglia, eccetto il fratello che aveva deciso di rimanere da solo in casa. Durante l'eucarestia, l'attrice italiana ha ricordato di aver sentito un urlo, quello della madre. La donna, infatti, era stata avvisata dal portiere che "a casa era appena successa una tragedia" che riguardava il figlio, "aveva deciso di raggiungere Dio in cielo", ha detto Caterina Balivo ricordando il dramma vissuto da Nicoletta Romanoff e dalla sua famiglia.
"Non so dove ho trovato la forza di superare questo dolore", ha detto Nicoletta Romanoff con gli occhi pieni di lacrime. "Oggi posso dire che la forza me l'ha data Dio, lo dico con certezza. All'epoca non era ancora molto chiaro, ma una forza simile entra in una famiglia solo tramite Dio", ha continuato la 46enne. "Non c'è nulla di più devastante di una perdita così improvvisa", ha aggiunto.
Il ricordo che è rimasto di suo fratello? "Era bellissimo, alto 1 metro e 90, lo fermavano tutti. Era impossibile fare 100 metri in sua compagnia, era ammirato da tutti. Avevi dei capelli molto lunghi, pelle olivastra, tutti sparivano accanto a lui". "Lui era il mio scudo e lo è rimasto in qualche modo", ha concluso con il sorriso.
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(Adnkronos) - Dopo che il Tribunale di Milano aveva disposto l'affidamente della figlia al Comune di Milano, la madre era scappata insieme alla bambina facendo perdere le sue tracce. Ritrovata in Spagna dopo 10 anni, la donna è stata arrestata insieme ad altre tre persone che l'hanno aiutata nella fuga, con l'accusa di sequestro aggravato di persona e sottrazione internazionale di minore.
Al centro dell'indagine un lungo conflitto familiare con più provvedimenti emessi tra il 2013 e il 2014 con cui il Tribunale di Milano aveva disposto l’affidamento della minorenne al Comune. Dopo un solo incontro con il padre, tuttavia, la madre si era resa irreperibile portando con sé la piccola.
La donna, che nel 2019 ha già riportato condanna definitiva in un separato procedimento per i delitti di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice e sottrazione di minore, è stata trovata a Valencia (Spagna), dove usava nomi falsi per sé e per la figlia.
Le indagini, delegate congiuntamente all’Unità tutela donne e minori della Polizia locale di Milano e al Nucleo investigativo dei carabinieri, hanno ricostruito la "collaborazione" in Spagna del compagno della donna, e in Italia della madre e di un altro familiare, tutti raggiunti da misure cautelari.
Vista "l’oggettiva gravità del fatto posto in essere in danno di minore, il pericolo di fuga e il rischio di reiterazione del reato", si legge nella nota del procuratore di Milano Marcello Viola, è stata deciso il carcere per gli arrestati in Spagna e i domiciliari per chi vive in Italia.
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(Adnkronos) - Palloncini, applausi e commozione oggi ad Afragola per i funerali di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall'ex ragazzo 18enne, Alessio Tucci. Migliaia le persone all'esterno della Basilica di Sant'Antonio per dare l'ultimo saluto alla ragazzina assassinata.
(Adnkronos) - Impresa di Lois Boisson che si qualifica a sorpresa per la semifinale del Roland Garros, seconda prova stagionale del Grande Slam, in corso di svolgimento sui campi in terra battuta del Bois de Boulogne di Parigi. La 22enne francese, numero 361 del mondo e in tabellone grazie ad una wild card, supera la 18enne russa Mirra Andreeva, numero 6 del ranking Wta e del seeding, con il punteggio di 7-6 (8-6), 6-3 in due ore e 10 minuti. Boisson affronterà la statunitense Coco Gauff, numero 2 del mondo e del tabellone.
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(Adnkronos) - In corso ad Afragola i funerali di Martina Carbonaro la 14enne uccisa dal suo ex fidanzato Alessio Tucci, reo confesso. Migliaia di persone sono assiepate sotto il sole all'esterno della Basilica di Sant'Antonio per prendere parte alle esequie attraverso un maxischermo installato sul piazzale antistante.
Tre lunghi applausi e le urla "giustizia" hanno accolto il feretro. Alcuni momenti di tensione si sono avuti poi nella piazza con insulti per l'assassino e cori per la 14enne trucidata con una pietra. "Sei la figlia di tutti noi", "Martina" e "giustizia", ha urlato la folla.
"Martina aveva 14 anni. Un’età che dovrebbe profumare di futuro, di sogni, di primi battiti d’amore, di scoperte lente, dolci, di passi ancora incerti eppure pieni di vita. E invece oggi siamo qui a piangere, con la sua mamma, con il suo papà, con la sua famiglia, con gli amici, con tutta una comunità stordita, spezzata, incredula", ha detto il cardinale Mimmo Battaglia, nel corso della sua omelia durante i funerali.
La morte di Martina è "una ferita che urla. Che spacca il fiato. Che rende difficile anche il solo respirare. Una ferita che chiede giustizia, ma che soprattutto reclama consolazione", ha aggiunto Battaglia. "A questa famiglia disperata, a questa comunità stordita e in lacrime (Gesù) sussurra: 'Non è finita. La vita non finisce. Martina dorme. E sarà svegliata'. Perché la morte non ha l’ultima parola. Perché la parola ultima – quella definitiva – è quella dell’amore, della vita, della Resurrezione", ha proseguito il cardinale.
"Sorelle e fratelli miei, amici di Martina, noi oggi non possiamo cancellare il dolore. Ma possiamo custodirlo dentro una speranza più grande. Perché se Gesù è risorto, allora Martina è viva. E vive nel cuore di Dio. Nel suo abbraccio eterno". Poi, si è rivolto ai familiari della 14enne: "Cara mamma Fiorenza, caro papà Marcello, lo so benissimo che queste parole, oggi, non sono consolazioni facili. Sono una promessa che ci supera, e che ci sfida. Perché il dolore per Martina è troppo grande. È un grido. Un pugno. È una domanda senza risposta. È l’abisso. Ma proprio lì, nell’abisso, Dio non si ritrae. Non vi lascia. Allo stesso modo - ha detto Battaglia - di come non ha lasciato Martina che oggi è custodita nel suo cuore, lì dove nessuna violenza potrà mai raggiungerla, e dove la felicità che desiderava nei suoi sogni di adolescente, immaginando il suo futuro, le viene donata in abbondanza dal Dio della vita". Poi, il cardinale ha attaccato: "Il dolore di oggi ci impone di dire, senza paura, senza ambiguità, una parola netta: Martina è morta per mano della violenza. È morta per mano di un ragazzo che non ha saputo reggere un rifiuto, un limite, una libertà, togliendo il futuro non solo a Martina ma anche a se stesso! Martina è morta per un’idea malata dell’amore. Un’idea ancora troppo diffusa, troppo tollerata, troppo silenziosa".
"Permettetemi di dire una parola, soprattutto ai ragazzi, di dire la mia preoccupazione soprattutto per quelli che non sanno più gestire la rabbia, che confondono il controllo con l’affetto, che pensano ancora che amare significhi possedere. Che vedono la donna come qualcosa da ottenere, da tenere, da non perdere mai. Che se vengono lasciati si sentono umiliati, feriti, e trasformano il dolore in odio. Un odio che uccide. È femminicidio. Chiamiamolo con il suo nome. Non è follia. Non è gelosia. Non è un raptus. È il frutto amaro di un’educazione che ha fallito. Di un linguaggio che normalizza la violenza. Di un silenzio colpevole", ha scandito il cardinale.
"E allora, oggi, accanto al dolore, io sento il dovere di dire: Basta. Basta parole deboli. Basta giustificazioni. E vorrei dire ai ragazzi qui presenti - ha aggiunto - agli amici di Martina e ai giovani di questa nostra terra: fate in modo che questa morte non sia vana. Trasformate le vostre lacrime in impegno, il vostro dolore in una rabbia pacifica, capace di costruire e rovesciare le sorti di questo nostro sistema violento e malato". L'arcivescovo di Napoli si è rivolto ancora ai giovani: "E lo dico soprattutto a voi, ragazzi: stanate dentro di voi quei pensieri distorti riguardo all’amore, guardate in faccia le vostre ferite e difficoltà, liberatevi dall’idea del possesso, imparate a gestire la frustrazione, chiedete aiuto quando dinanzi a un “no” la rabbia vi divora, ve ne prego, lasciatevi aiutare in questo! Non restate soli! Non affidate solo ai social le vostre emozioni: non bastano un post o una storia per guarire un cuore che grida. Cercate il coraggio di dare fiducia a chi può davvero ascoltarvi. Affidatevi a quegli adulti che ci sono - e ci sono davvero: i docenti delle scuole, gli educatori delle nostre parrocchie, i tanti professionisti competenti che potete incontrare sul vostro cammino. Chiedete aiuto, prima che sia troppo tardi. Le emozioni hanno bisogno di spazi veri, di parole dette guardandosi negli occhi, di mani che sanno accogliere. C’è una rete viva e forte che può sostenervi, molto più vera di qualsiasi connessione digitale".
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(Adnkronos) - "Ci saranno sicuramente relazioni che riguardano il tema degli oppioidi, molto controverso in quest'ultimo periodo sull'onda lunga di quello che è successo negli Stati Uniti dell'addiction, quindi delle tossicodipendenze e delle morti da Fentanyl che non hanno nulla a che vedere con la terapia del dolore. L'attenzione mediatica ha infatti confuso le idee, contribuendo a creare una sfiducia nei confronti dei pazienti che invece usano questi farmaci in maniera appropriata e senza rischi. Il tema dell'utilizzo del Fentanyl verrà affrontato sia da un punto di vista tossicologico sia da un punto di vista normativo e istituzionale. Altro tema molto scottante è il nuovo codice della strada che non prevede l'utilizzo terapeutico dei farmaci: chi è sotto l'effetto dell'oppiaceo, anche se non ha effetti psico-cognitivi, può avere delle ripercussioni di tipo legale. La nuova regolamentazione ha condizionato anche le prescrizioni e il buon uso dei farmaci e la terapia del dolore in generale". Lo afferma Silvia Natoli, responsabile Area culturale dolore e cure palliative (Acd) Siaarti, Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, all'apertura del XXIV Congresso Siaarti-Acd 2025 in corso a Bari.
La 3 giorni di lavori propone un programma che va "dal dolore acuto al dolore cronico, passando per il dolore oncologico - illustra Natoli - senza dimenticare le tecniche interventistiche. Spazio anche ai percorsi di terapia del dolore, nuova sezione Siaarti. E' importante che si capisca - sottolinea - quali siano le necessità del territorio e i percorsi istituzionali che bisogna fare affinché il dolore venga recepito come patologia da trattare e vengano stanziati dei fondi anche per prendere in carico la cronicità del dolore". Tra i temi, inoltre, le tecniche interventistiche all'avanguardia, la medicina rigenerativa e digitale, ma anche la riflessione etica e sociale, come la medicina di genere, l'equità delle cure e "l'efficacia terapeutica anche di tecniche non farmacologiche".
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(Adnkronos) - "Questa 3 giorni toccherà temi come il dolore acuto, dolore cronico con uno sguardo verso le nuove tecnologie che possano migliorare la vita dei pazienti. Sono in programma tavole rotonde sulla medicina di genere e sui temi dell'attualità" come "il nuovo codice della strada e le problematiche che riguardano i pazienti che assumono terapie prescritte in maniera cronica. Si tratta di un momento interessante, siamo molto soddisfatti della grande partecipazione e ci aspettiamo numerosi momenti di confronto". Così Elena Bignami, presidente Siaarti, Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, all'Adnkronos Salute illustra i contenuti del XXIV Congresso Siaarti Acd 2025 dell'Area culturale dolore e cure palliative, che si è aperto oggi a Bari.
"Il tema del dolore e delle cure palliative è oggi al centro di una profonda trasformazione culturale e scientifica - sottolinea Bignami - E' nostro dovere, come società scientifica, offrire ai professionisti strumenti aggiornati e occasioni di confronto per migliorare la qualità di vita dei pazienti, in un'ottica di umanizzazione e sostenibilità. Con la presenza di esperti nazionali e internazionali e la scelta di un programma green print, l'Acd 2025 coniuga rigore scientifico, sostenibilità e centralità della persona in un percorso di aggiornamento e crescita condivisa".
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(Adnkronos) - Cesc Fabregas resta allenatore del Como e chiude le porte all'Inter, che cerca il sostituto di Simone Inzaghi. E' lo stesso tecnico spagnolo a dire no ai nerazzurri. "Ho iniziato con questo club perché pensavo a un progetto a lungo termine. Non voglio finire la mia carriera in un club dove c’è un progetto per uno o due anni, e poi termina tutto", dice Fabregas nel corso dell'evento SxSw a Londra.
"Credo molto nel progetto a lungo termine del Como, sono arrivato qui da giocatore e sono molto, molto felice perché qui posso lavorare nel modo che voglio. Abbiamo gli stessi obiettivi e la stessa ambizione. Il presidente mi permette di lavorare come voglio, nel modo in cui vedo le cose. Fortunatamente condividiamo la stessa visione, lo stesso obiettivo, che è arrivare il più in alto possibile. Insieme siamo diventati davvero una buona squadra, in una piccola città, in un piccolo club ma con grandissime ambizioni per il futuro".
A confermare le parole del suo allenatore sono arrivate anche quelle del presidente dei lombardi Mirwan Suwarso: "Il nostro percorso è lungo, sarà per più stagioni e ruota attorno a Cesc Fabregas, che non lascerà il club".
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(Adnkronos) - Lo sbarco nel mercato statunitense ha segnato una svolta per GV Group (Grafica Veneta), che ottiene oggi il rating pubblico 'A' con outlook stabile da Crif, tra i principali operatori europei nei sistemi di informazioni creditizie ebusiness scoring. Un riconoscimento che conferma la visione e la solidità di un gruppo capace di crescere all’estero senza perdere identità e continuità.
Con oltre 250 milioni di libri, 100 mila titoli prodotti ogni anno e 760 dipendenti a fine 2024, GV è oggi uno dei principali player europei nel settore della stampa editoriale. Rispetto ai parametri Esg, grazie a investimenti strutturali in sostenibilità e innovazione, il Gruppo ha ottenuto nel 2021 la certificazione Carbon Neutral per stampa e rilegatura, prima realtà italiana del settore a raggiungere questo traguardo.
"Il mercato americano rappresenta oggi il perno della nostra crescita internazionale: un contesto dinamico, ricettivo e in forte evoluzione, che abbiamo saputo interpretare con visione e tempestività", dichiara Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta. "Oggi gli Stati Uniti valgono oltre due terzi del nostro fatturato, ma soprattutto sono il mercato dove stiamo mettendo a sistema competenze, capacità produttive e relazioni industriali. Qui abbiamo sostenuto investimenti importanti per dotare gli stabilimenti di macchinari tecnologicamente avanzati, che ci permettono di offrire ai clienti nord-americani standard di produzione elevatissimi. È in questo contesto che vediamo le maggiori opportunità di sviluppo per i prossimi anni, senza mai perdere il legame con il nostro territorio e i nostri valori fondanti", continua.
Il percorso di internazionalizzazione di Grafica Veneta sul mercato americano si è sviluppato in maniera strategica e progressiva, consolidando negli anni una presenza strutturata e performante. Dopo una prima fornitura nel 2019, l’azienda ha compiuto un passo decisivo nel febbraio 2021 con l’acquisizione della Lake Book Manufacturing, Llc, storica realtà dell’Illinois attiva nel segmento trade, dotata di un solido impianto produttivo e di una rete commerciale ben sviluppata. A questo si è aggiunta, nel maggio 2024, l’acquisizione degli asset della P.A. Hutchison Company, in Pennsylvania, fondata nel 1911 e specializzata nella stampa di testi educational in bianco e nero e bicolore.
Queste acquisizioni hanno permesso a Grafica Veneta di creare una piattaforma industriale statunitense integrata, in grado di servire in modo efficiente editori internazionali con un unico interlocutore, ottimizzando logistica, costi e capacità produttiva tra Europa e Stati Uniti. I risultati sono un portafoglio clienti più diversificato, una riduzione del rischio geografico e una visione strategica globale che ha accresciuto l’attrattività dell’azienda per partner tecnologici e fornitori chiave.
L’efficacia di questo modello è confermata dai risultati economici: nel 2024 il mercato Usa ha rappresentato il 67% del fatturato totale del Gruppo. Una strategia vincente, in un mercato in forte ripresa. L’editoria statunitense, infatti, sta vivendo una nuova stagione di crescita, spinta dall'interesse delle nuove generazioni per il cartaceo, dal ritorno delle librerie fisiche e dall’assestamento del mercato internazionale degli ebook su una quota intorno al 12%, ormai stabile da diversi anni. Un dato significativo, se si considera che nel periodo 2012-2015 i libri digitali avevano raggiunto una quota di mercato del 25%. A differenza di quanto avvenuto in altri comparti dell'entertainment come la musica o il cinema, dove il digitale ha rivoluzionato le modalità di fruizione, nel mondo del libro il cartaceo ha mantenuto una posizione di centralità. Un contesto dinamico e favorevole, che ha rafforzato il percorso di internazionalizzazione di Grafica Veneta.
La sostenibilità ambientale e l’innovazione digitale sono al centro della visione industriale dell’azienda. Il Gruppo ha investito negli anni in soluzioni strutturali per ridurre l’impatto ambientale, come l’adozione diffusa di impianti fotovoltaici di ultima generazione nei propri stabilimenti in Italia e negli Stati Uniti. Questi investimenti, insieme all’attenzione agli standard Esg, hanno permesso di ottenere importanti riconoscimenti in termini di responsabilità e neutralità ambientale. Parallelamente, l’azienda sta accelerando sul fronte tecnologico, con progetti incentrati sull’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza operativa e il servizio al cliente.
"Da più di dieci anni abbiamo reso i nostri stabilimenti energeticamente autosufficienti, grazie a quasi 9 MWp di fotovoltaico integrato a tetto e a un trigeneratore a gas che garantisce le esigenze di riscaldamento e raffrescamento della fabbrica. L’energia prodotta è superiore al nostro fabbisogno medio e l’eccedenza viene immessa in rete: una scelta che ci tutela anche da eventuali rincari. Questo - inoltre - ci ha permesso di ottenere la certificazione di Carbon Neutrality del nostro processo produttivo. Ma non ci siamo fermati lì, dato che abbiamo già installato quasi 40 MW tra impianti fotovoltaici a terra e turbine eoliche. L’obiettivo per il prossimo biennio è quello di raggiungere i 100 MW", spiega Gianmarco Franceschi, head of res development di Grafica Veneta.
"In parallelo, stiamo avviando nell’area metropolitana di Chicago un centro di calcolo AI all’avanguardia basato su decine di server Gpu ad alte prestazioni, con l’obiettivo di mettere a disposizione dei nostri clienti soluzioni di intelligenza artificiale personalizzate per supportarli sempre più nella loro missione culturale e educativa. Ci attendiamo che nel medio termine il nostro data center, con la rapida evoluzione dei modelli AI, potrà necessitare di diverse centinaia di nodi", aggiunge Nicola Franceschi, innovation manager di Grafica Veneta. Fondato nel 1985, GV Group (Grafica Veneta) è uno dei principali operatori europei nella stampa editoriale di libri. Attivo nella produzione di libri per il trade e l’education, GV collabora stabilmente con i principali editori italiani, statunitensi e francesi, offrendo un servizio integrato ad alto contenuto tecnologico e qualitativo