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(Adnkronos) - Riaperte le indagini sulla morte di Aurora Maniscalco, l'hostess palermitana di 24 anni deceduta a Vienna nella notte tra il 21 e il 22 giugno dopo essere precipitata dal terzo piano dell'appartamento in cui viveva insieme al fidanzato, Elio Bargione. "Si apre finalmente una luce. Da quattro mesi brancoliamo nel buio, adesso ci aspettiamo giustizia e che ci dicano cosa è davvero successo quella sera. Mio fratello e mia cognata da quella notte non vivono più", afferma all'Adnkronos Ninfa Maniscalco, zia di Aurora.
La Procura di Vienna ha deciso di riaprire l'inchiesta sulla morte della ragazza, inizialmente chiusa dalla Polizia locale come un caso di suicidio. Un'ipotesi a cui da subito la famiglia della giovane hostess non ha creduto. "Mia nipote era una ragazza solare, tenace, sempre pronta a rimettersi in gioco - racconta la zia -. Si era trasferita a Vienna ed era felice e gratificata dal suo lavoro, nulla lasciava presagire un gesto estremo".
I magistrati viennesi hanno accolto l'istanza presentata da Alberto Raffadale e dal collega austriaco Andrea Longo, che assistono la famiglia di Aurora. Già la Procura di Palermo aveva aperto un fascicolo, come atto dovuto, a carico del fidanzato della vittima, con lei al momento della tragedia. L'ipotesi di reato è l'istigazione al suicidio.
"E' giusto tornare a indagare sulla morte di Aurora - dice la zia -. Il caso è stato chiuso troppo frettolosamente e ci sono troppe incongruenze". A partire dalle testimonianze di due donne, madre e figlia. "I nostri avvocati sono riusciti a mettersi in contatto con loro. Secondo quanto riportato dalla Polizia austriaca negli atti le due avrebbero visto Aurora lanciarsi nel vuoto e sbattere la testa. Ai nostri avvocati, però, hanno detto cose ben diverse: la figlia di non aver visto nulla trovandosi in un'altra stanza e la madre di aver visto Aurora sospesa in volo e di aver distolto lo sguardo al momento dell'impatto".
Per la zia di Aurora nella vicenda ci sono "mille altre incongruenze", per questo "chiediamo che si indaghi, che si facciano quegli accertamenti sul posto che non sono mai stati fatti, che vengano sentiti i testimoni, anche il fidanzato di Aurora e che sia sequestrato pure il suo cellulare e l'appartamento in cui vivevano. Noi crediamo che lui abbia delle responsabilità su quanto accaduto. Mia nipote è morta nella notte tra sabato e domenica - ricorda la zia -, ma Elio (il fidanzato di Aurora, ndr) si è messo in contatto con mio fratello solo la mattina successiva, dieci ore dopo la tragedia Gli ha mandato un messaggio con il cellulare di Aurora: 'Ti devo parlare', poi gli ha detto 'Tua figlia si è lanciata dal balcone'. Cosa ha fatto in quelle dieci ore?". Dopo la tragedia, nelle settimane successive "non si è fatto più sentire, così come gli amici comuni. Nessuno si è presentato ai funerali, nessun messaggio di cordoglio, solo un silenzio tombale. Noi chiediamo che sia fatta giustizia, vogliamo sapere finalmente la verità su quella sera". (di Rossana Lo Castro)
Leggi tutto: Riaperte indagini sull'hostess morta a Vienna, la zia: "Una luce dopo mesi di buio"

(Adnkronos) - "Il sistema Volt si distingue dalle altre piattaforme di elettroporazione", una tecnica innovativa per il trattamento delle aritmie, come la fibrillazione atriale, che utilizza impulsi elettrici brevi e ad alta intensità per creare piccoli pori nelle cellule cardiache, disattivando selettivamente le aree responsabili dei battiti anomali. Questo dispositivo "è caratterizzato dal design del catetere a palloncino (balloon-in-basket), in grado di distribuire l'energia elettrica direttamente al tessuto. Dato che è un sistema chiuso, molta meno energia arriva nel sangue circolante. Questo aspetto distingue Volt dagli altri sistemi e lo rende decisamente più sicuro ed efficace". Lo ha detto Claudio Tondo, direttore Dipartimento di Aritmologia Centro cardiologico Monzino Irccs Milano, all'evento 'Una nuova era nel trattamento della fibrillazione atriale', organizzato da Abbott a Milano in occasione dell'arrivo in Italia di Volt Pfa - Pulsed field ablation, un sistema all-in-one per la diagnosi, mappatura e ablazione con campo elettrico pulsato della fibrillazione atriale.
"Un'eccessiva applicazione della tecnica dell'elettroporazione nel sangue circolante, infatti, quando il sistema è all'interno della cavità cardiaca atriale, in determinate condizioni potrebbe creare emolisi, cioè potrebbe portare a un'insufficienza renale - chiarisce Tondo - Abbiamo avuto il privilegio e la fortuna di essere tra i primi centri in Europa e in Italia ad utilizzare il nuovo sistema, confermando l'efficacia e la sicurezza della procedura. Un altro vantaggio è che l'intervento ablativo con questo sistema può durare meno di 1 ora, circa 40 -45 minuti".
"Volt - sottolinea lo specialista - rende possibile selezionare le zone dove si vuole applicare l'energia: è caratterizzato da elettrodi nella circonferenza del pallone e si possono selezionare solo quelli a contatto col tessuto, risparmiando zone che non hanno bisogno di essere trattate. La terapia deve essere ritagliata ad hoc sul paziente, come se fossimo dei sarti. Il sistema Volt consente di farlo, permettendoci di scegliere come vogliamo eseguire l'intervento in quello specifico paziente".

(Adnkronos) - "Il trattamento della fibrillazione atriale, per essere risolutivo, prevede ormai da vent'anni l'ablazione, una tecnica che consente di andare all'interno degli atri del cuore, soprattutto il sinistro, e creare delle barriere elettriche per bloccare i 'cortocircuiti' responsabili dell'aritmia. Fino a oggi lo abbiamo fatto con 2 tipi di energia: la radiofrequenza e la crioenergia. Creare delle barriere elettriche significa anche creare piccole cicatrici e ciò non è esente da rischi, per quanto questi siano minori rispetto ai rischi diretti dell'aritmia. La terapia farmacologica non è comparabile all'ablazione, quest'ultima è infatti il trattamento risolutivo più efficace in assoluto. Ora disponiamo di un altro tipo di energia, quella a campi pulsati, più selettiva rispetto alle precedenti perché in grado di targettizzare le cellule miocardiche, con minor rischio di creare danni alle strutture adiacenti al cuore". Così Gaetano Senatore, direttore della Struttura complessa di Cardiologia dell'ospedale di Ciriè di Torino, intervenendo oggi a Milano alla presentazione, organizzata da Abbott, di Volt Pfa - Pulsed field ablation, un sistema all-in-one per la diagnosi, mappatura e ablazione con campo elettrico pulsato della fibrillazione atriale.
"Questo sistema - spiega lo specialista - crea dei fori all'interno delle cellule, distruggendole, con un'efficacia sovrapponibile a quella degli altri sistemi ma con un profilo di sicurezza sicuramente migliore - Un altro aspetto importante di questa nuova fonte di energia" è che va a compensare, in parte, la problematica della disponibilità di sale operatorie perché ha "tempi di procedura molto più rapidi rispetto ai precedenti sistemi. Ciò significa che possiamo trattare più persone". I vantaggi si estendono anche al tipo di sedazione necessario per la procedura. "Questa nuova tecnologia Volt - illustra Senatore - non richiede un'anestesia generale, necessaria invece con gli altri tipi di energia. Si rende così la procedura anche più sicura, perché evita il rischio di anestesia generale".
La fibrillazione atriale "è l'aritmia più frequente, colpisce infatti più di 50 milioni di persone nel mondo - precisa il cardiologo - In Italia si stima che possano esserne colpite oltre 100mila persone ogni anno. Inoltre, è molto frequente negli anziani: colpisce il 20% delle persone over 70 con un impatto davvero importante". Il ritmo disorganizzato dell'atrio "provoca 2 tipi di problemi - descrive Senatore - Un battito disorganizzato che impedisce la contrazione delle camere cardiache provoca la formazione di trombi all'interno di queste strutture, che possono dar luogo all'ictus, se non trattati. Anche la terapia anticoagulante, che viene fatta normalmente, non garantisce il rischio zero di ictus. Il secondo problema è che il battito irregolare, nel tempo, crea lo scompenso cardiaco. Le persone con fibrillazione atriale vedono un aumento della mortalità doppio rispetto alle altre per persone che soffrono di patologie simili".
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(Adnkronos) - "La gestione dell'epatocarcinoma nel mio centro è abbastanza semplice perché siamo organizzati in rete. Grazie alla rete oncologica campana riusciamo a vedere i pazienti in maniera multidisciplinare e questo è fondamentale soprattutto per una patologia come l'epatocarcinoma, in cui non è soltanto l'oncologo che gestisce il paziente, ma abbiamo bisogno di figure di riferimento fondamentali". Così Erika Martinelli, oncologa, professore associato all'università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli.
In questo "team multidisciplinare, per esempio - spiega - è importante l'epatologo, è fondamentale l'endocrinologo, il cardiologo per la gestione degli eventi avversi che possono essere presenti, legati all'immunoterapia. Ovviamente ci sono altre figure di riferimento, come il chirurgo, il trapiantologo e il radiologo interventista, che devono essere sempre presenti durante le riunioni multidisciplinari che noi facciamo in maniera snella perché ci riuniamo una volta a settimana online. Grazie a questa modalità via web riusciamo a discutere tutti i casi, tutti i pazienti e, grazie alla visione di ogni specialista, viene data la migliore indicazione terapeutica al paziente".
Questa modalità è importante "perché dà al paziente una visione di insieme", sottolinea Martinelli. L'approccio multidisciplinare, infatti permette di trovare "l'indicazione giusta al trattamento, nella fase iniziale, ma anche a gestire gli effetti collaterali, qualora si presentassero, perché discutiamo anche di questo con i diversi colleghi. L'oncologo nell'epatocarcinoma deve sempre lavorare a fianco all'epatologo, all'infettivologo - conclude - perché sappiamo che uno dei problemi di questi pazienti non è solo la malattia tumorale, ma anche lo scompenso epatico e, in questo, i nostri colleghi ci aiutano a supportare il paziente".
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(Adnkronos) - Il sistema Volt "nasce per superare i limiti delle tecnologie precedenti e migliorarne le performance, portando diversi vantaggi" nel trattamento della fibrillazione atriale. "In primo luogo, infatti, si semplifica la somministrazione della terapia, offrendo la possibilità agli operatori sanitari di poter trattare più pazienti in modo rapido ed efficace. La procedura, poi, si può definire riproducibile e questo minimizza la variabilità tra operatori. Inoltre, il sistema può essere utilizzato anche senza l'anestesia generale perché ben tollerato dal paziente". Lo ha detto Pier Alessandro Giorgetti, country manager Electrophysiology division di Abbott Italia, all'evento organizzato dalla farmaceutica a Milano per presentare Volt Pfa - Pulsed field ablation.
"Abbott si conferma all'avanguardia nel trattamento delle aritmie cardiache - sottolinea Giorgetti - in particolare della fibrillazione atriale, grazie all'introduzione di sistemi medicali di ultima generazione che stanno ridefinendo gli standard dell'elettrofisiologia ad oggi. In uno scenario clinico caratterizzato da un numero crescente di pazienti affetti da fibrillazione atriale", l'azienda "risponde con una terapia evoluta: si riduce il tempo procedurale e la degenza ospedaliera, offrendo quindi la possibilità ai pazienti di poter tornare rapidamente a una vita attiva di qualità. Altresì, diamo la possibilità ai professionisti sanitari di poter lavorare con uno strumento affidabile, intuitivo e basato su una tecnologia davvero all'avanguardia".
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Giovedì 30 e venerdì 31 al Teatro Massimo... 
(Adnkronos) - Le malattie rare delle ossa sono più di 500 e colpiscono buona parte del milione di persone che in Italia soffre di una rare disease, eppure sono fortemente sottodiagnosticate - soprattutto nell'adulto - a causa dei sintomi spesso riconducibili ad altre patologie. Se nel bambino, infatti, i segni sono spesso molto gravi, più la persona avanza con l'età e più le avvisaglie si mostrano meno evidenti, con conseguente difficoltà di individuazione del corretto specialista e anni di attesa per ottenere la corretta diagnosi e avviare il trattamento. Questa situazione causa ripercussioni come il peggioramento dei sintomi, disabilità progressive e un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita, che ne risulta compromessa. In questo contesto si inserisce l'appello per un intervento congiunto tra clinici, pazienti e istituzioni, lanciato in occasione della Giornata internazionale delle malattie rare delle ossa, nel corso di un convegno organizzato oggi a Roma.
"Le malattie rare dell'osso rappresentano una sfida silenziosa, ma di grande rilevanza sanitaria e sociale - afferma la senatrice Ylenia Zambito, coordinatrice Intergruppo parlamentare Fragilità ossea - Colpiscono migliaia di persone nel nostro Paese, spesso fin dall'infanzia, compromettendone la mobilità, l'autonomia e la qualità della vita. Tra le manifestazioni più gravi vi sono le fratture da fragilità, che possono verificarsi anche in assenza di traumi significativi e che comportano dolore e isolamento sociale, soprattutto nei pazienti più vulnerabili. E' fondamentale ricordare che la fragilità ossea può essere prevenuta e gestita efficacemente attraverso la diagnosi precoce, la sorveglianza clinica, una corretta alimentazione, il supporto riabilitativo e programmi di prevenzione delle cadute. Investire nella prevenzione significa non solo ridurre la sofferenza dei pazienti, ma anche alleggerire il carico sul sistema sanitario e sociale. Per questo è necessario rafforzare la Rete nazionale per le malattie rare, garantendo un accesso equo ai centri di riferimento e promuovendo la collaborazione multidisciplinare tra medici, ricercatori e associazioni dei pazienti. Servono inoltre politiche strutturate per la diagnosi precoce e la presa in carico integrata, con percorsi assistenziali uniformi su tutto il territorio. E' per questa ragione che, come Intergruppo Fratture da fragilità, ci stiamo concentrando sul tema della prevenzione e abbiamo in programma di organizzare presto un convegno in collaborazione col ministero della Salute - annuncia - che porti nuove idee per superare le lunghissime liste di attesa per l'accesso alla Moc, l'esame di cui ci si avvale per valutare lo stato di salute delle ossa".
"La prevenzione primaria e secondaria rappresenta oggi lo strumento più efficace contro le malattie rare delle ossa - sottolinea Maria Luisa Brandi, presidente Firmo, Fondazione italiana ricerca sulle malattie dell'osso - Dove corretti stili di vita, apporto di calcio e vitamina D, rinuncia a fumo e alcol e attività fisica regolare non bastano, allora sono i controlli regolari dai giusti specialisti la carta vincente. La diagnosi precoce, infatti, permette di controllare o ridurre le conseguenze a lungo termine di queste patologie, come deformità scheletriche, fragilità ossea aumentata, dolore cronico, rallentamento o arresto della crescita e complicanze associate ad anomalie cardiache, neurologiche o gastrointestinali. Inoltre, il ritardo diagnostico impedisce l'accesso tempestivo a terapie specifiche e a un supporto adeguato, peggiorando il carico fisico, psicologico e sociale su pazienti e caregiver. Purtroppo, però, quando la malattia viene riconosciuta sono spesso già trascorsi 10 o 15 anni dall'esordio dei sintomi. In Italia abbiamo strutture all'avanguardia nella gestione di queste patologie: siamo stati i primi al mondo a rendere disponibile gratuitamente il test diagnostico per l'ipofosfatasia, una condizione caratterizzata da bassi livelli di fosforo nel sangue. Riconoscere queste condizioni non è semplice. Spesso i medici non dispongono delle conoscenze specifiche necessarie, e solo pochi centri hanno accesso diretto a indagini diagnostiche avanzate. Questi esami, infatti, vengono eseguiti in laboratori altamente specializzati, che vanno oltre le analisi di base normalmente disponibili".
Le malattie rare delle ossa "sono patologie che possono beneficiare in modo incredibile della ricerca scientifica, perché ogni passo avanti, seppur piccolo, può davvero cambiare una vita - commenta il Comandante Arcangelo Moro dello Stabilimento Chimico farmaceutico militare, unità produttiva dell'Agenzia industrie difesa - La nostra è una realtà che da sempre mette la propria competenza al servizio del Paese, e che oggi guarda a questa sfida con particolare attenzione. L'innovazione scientifica sta aprendo strade che fino a poco tempo fa sembravano impossibili, offrendo farmaci mirati, integratori con studi clinici a supporto, cannabis terapeutica, biotecnologie e nuove terapie. Lo Stabilimento, anche grazie alla collaborazione con la Firmo, implementa la sua capacità di trasformare un'idea in cura concreta, ed è pronto a fare la differenza lavorando accanto a ricercatori e clinici. Abbiamo recentemente realizzato, per esempio, una produzione sali di fosfato, sali di calcio, lattosio Gne e sali di magnesio, disponibile sul portale dell'istituto. Quando mondo militare e istituzioni civili collaborano accade qualcosa di potente, si accorcia la distanza tra speranza e scoperta, e si facilita e velocizza l'arrivo delle terapie a chi ne ha davvero bisogno. Il nostro impegno è non lasciare nessuno indietro e costruire, insieme, un futuro dove anche le malattie più rare possano trovare risposte vere".
"Come Aifosf ci occupiamo da anni di supportare i pazienti affetti da patologie rare dell'osso come l'ipofosfatemia legata all'X e l'osteomalacia oncogenica, che spesso restano per lungo tempo senza una diagnosi - evidenzia Nicoletta Schio, presidente Associazione italiana dei pazienti con disordini rari del metabolismo del fosfato - Il ritardo diagnostico è uno dei problemi più critici: riconoscere precocemente queste malattie significherebbe offrire cure più tempestive e una migliore qualità della vita. Anche quando la diagnosi arriva, l'accesso ai trattamenti può essere ostacolato da limiti legati all'età o a criteri troppo rigidi di eleggibilità. I pazienti avrebbero bisogno di una presa in carico più completa, multidisciplinare, che li accompagni lungo tutto il percorso di cura, senza interruzioni. E' infatti fondamentale che le terapie disponibili siano garantite nel tempo, perché queste patologie sono croniche e richiedono continuità. Per questo i nostri obiettivi, come associazione, sono diffondere maggiore conoscenza e favorire la collaborazione tra gruppi di ricerca, società scientifiche e istituzioni. Serve un impegno congiunto per promuovere consapevolezza e diritti. Il nostro appello è per un mondo del lavoro più inclusivo e consapevole della disabilità invisibile: il rispetto delle fragilità deve poter convivere con la valorizzazione delle competenze e della persona".
All'evento - realizzato con il contribuito non condizionante di Ascendis Pharma, Alexion Italia, Kyowa Kirin e Mereo Bio Pharma - hanno partecipato: Aifosf; Api (Associazione pazienti ipofosfatasia); Appi (Associazione per pazienti affetti da ipoparatiroidismo); Associazione osteogenesi imperfetta; Acondroplasia insieme per crescere; Aisac (Associazione per l'informazione e lo studio dell'acondroplasia).
Leggi tutto: Oltre 500 malattie rare delle ossa, esperti: "Investire in prevenzione e diagnosi"

(Adnkronos) - Equiparare la tassa di soggiorno di Roma a quella di Milano. E' quanto vuole fare il sindaco Giuseppe Sala, sottolineando come il capoluogo lombardo sia oggi autorizzato ad applicare una tassa di soggiorno “che è la metà di quella di Roma, Firenze e Venezia”. Una disparità che il primo cittadino non comprende e sulla quale lancia una stoccata: “Anche Milano è una città turistica, con fior di alberghi. Quindi chiedo semplicemente di essere equiparati a Roma. Credo sia una richiesta legittima”.
In Europa – secondo quanto visionato da Adnkronos – le principali città applicano una tassa di soggiorno compresa tra i 7 e i 10 euro. Il Comune di Milano difende la proposta di aumento, sostenendo che rappresenti un investimento utile per la città. Come ha spiegato Sala, “si tratta di un aumento a 10 euro per hotel che hanno prezzi da 600 o 700 euro a notte”.
Diversa la posizione di Maurizio Naro, presidente di Federalberghi Milano, che mette in guardia da un intervento troppo generalizzato. “Attualmente la tassa di soggiorno è fissata, per l’anno giubilare, a 7 euro per gli alberghi a 4 e 5 stelle e a 6,30 euro per quelli a tre stelle e per gli appartamenti turistici. Fino allo scorso anno era di 5 euro, mentre a Roma è arrivata a 12”, spiega all’Adnkronos.
Secondo Naro, un ulteriore aumento “inciderebbe sensibilmente su molte strutture, soprattutto quelle non centrali o non di lusso, dove il peso della tassa potrebbe raggiungere anche il 10-15% del prezzo del soggiorno”. Il Comune di Milano, spiega Naro, "ha stimato un gettito di circa 75 milioni di euro nel 2025 derivante dalla tassa di soggiorno; un aumento, quindi, potrebbe portare ulteriori 20-30 milioni di euro dalle strutture ricettive di fascia più alta".
L’1 marzo 2025 è stato aggiornato dal Comune di Napoli il tariffario riguardante la tassa di soggiorno. Secondo quanto disposto, l’incremento rispetto al 2024 è stato da 1 a 2 euro a persona per notte, in base alla tipologia della struttura ricettiva dei turisti. Per le locazioni brevi dall’1 marzo si paga 5 euro a notte, per le strutture extra-alberghiere - quindi B&B, affittacamere, case vacanza - dall’1 marzo si paga 4,50 euro a notte.
Dall’1 marzo sono invece tre euro a notte per il pernotto in un hotel da una stella, 3,50 euro a notte per un hotel a due stelle, 4,50 euro a notte per un hotel a tre stelle, 5,50 euro a notte per un hotel a quattro stelle. Infine, per gli hotel a cinque stelle, o cinque stelle lusso, si paga 6 euro a notte. Non sono tenuti al pagamento della tassa di soggiorno gli under 14, i residenti nel Comune di Napoli, le persone con disabilità riconosciuta e relativi accompagnatori, gli autisti di pullman e guide turistiche, gli studenti universitari domiciliati a Napoli per motivi di studio, le forze dell’Ordine e militari in servizio, i rifugiati politici e richiedenti asilo.
A Salerno, si paga 1,50 euro al giorno per persona nel periodo dal 1 ottobre al 31 gennaio dell'anno successivo e 1 euro al giorno per persona nel restante periodo dell'anno. L'imposta è applicata fino ad un massimo di sette pernottamenti consecutivi.
A Caserta, l’imposta è pari a 1,50 euro al giorno a persona per pernottamenti effettuati in qualsiasi tipologia di struttura ricettiva ad esclusione degli alberghi a 4 stelle che è pari a 2 euro al giorno a persona, mentre per alberghi a 5 stelle, oppure superiori è pari a 3 euro al giorno a persona. L’imposta si applica per ogni pernottamento e per un massimo di 10 giorni consecutivi. Non ci sono indicazioni, ma il tema è in discussione, sulla tassa di soggiorno ad Avellino e Benevento.
Leggi tutto: "Milano come Roma": il sindaco Sala chiede di alzare la tassa di soggiorno

(Adnkronos) - In Italia nell'80% dei centri oncologici è presente una Breast Unit per il trattamento multidisciplinare del tumore del seno. Sull'intero territorio nazionale, queste strutture sanitarie sono 280 e 6 su 10 affrontano ogni anno più di 200 nuovi casi. Nel complesso tutte le unità devono garantire assistenza sanitaria alle 925mila donne che in Italia vivono con una diagnosi di neoplasia mammaria. Sono alcuni dati presentati oggi a Roma nel corso del convegno 'Le Breast Unit per il benessere delle pazienti', organizzato dalla Fondazione per la medicina personalizzata (Fmp). "Sono le uniche strutture sanitarie che possono davvero garantire la necessaria assistenza multidisciplinare e multiprofessionale - afferma Paolo Marchetti, presidente della Fmp - Il cancro del seno è una malattia molto complessa, la cui incidenza è in crescita in tutti i Paesi Occidentali. A livello mondiale è il secondo tumore più diffuso e si stimano 2,3 milioni di nuovi casi ogni anno. Oggi siamo in grado di riconoscere e trattare i diversi sottogruppi di patologia con terapie e trattamenti personalizzati. Anche a causa di questa ampia eterogeneità si rende indispensabile la gestione di ogni singola neoplasia da parte di una squadra di operatori sanitari con competenze diverse. L'incontro di oggi vuole essere un momento di confronto tra specialisti per riflettere, formare e condividere esperienze al servizio della salute e del benessere integrale".
All'evento, finalizzato a dare voce alle donne, hanno partecipato 12 associazioni di pazienti. "E' un convegno innovativo concepito con un approccio partecipato e inclusivo - sottolinea Andrea Botticelli, responsabile della Breast Unit del Policlinico Umberto I di Roma - Vogliamo mettere al centro i bisogni reali a cui dobbiamo saper rispondere e per questo va superato il concetto tradizionale di 'paziente al centro'. Bisogna abbracciare un modello nuovo in cui la donna è affiancata dal medico curante e con lui condivide consapevolmente le scelte terapeutiche e di percorso. E' questo il modello di cura multidisciplinare che deve essere promosso in tutte le Breast Unit italiane. Sono dei luoghi di cura - precisa - ma anche di relazione, ascolto e crescita condivisa. Portare insieme medici e pazienti nello stesso spazio di formazione e confronto significa dare vita a una medicina davvero partecipata e consapevole".
Sempre nell'ambito del convegno, per le partecipanti sono previsti laboratori esperienziali di meditazione guidata, mindfulness e arte terapia. "Le donne colpite da carcinoma mammario hanno molte nuove esigenze - spiega Giuliana D'Auria, dell'Uoc Oncologia medica interpresidio Sandro Pertini Sant'Eugenio di Roma - L'assistenza che dobbiamo garantire può avvalersi di nuovi strumenti che sono stati validati da studi e ricerche scientifiche. E' questo il caso dello sport che ha dimostrato di essere un valido 'trattamento'. Supporta l'organismo femminile e contribuisce al buon successo delle terapie anti-cancro. L'alimentazione gioca un altro ruolo importante durante l'intero percorso di cura e nel successivo periodo del follow up. Infine, anche l'arte, la cultura e tutto ciò che combatte lo stress quotidiano può essere utilizzato per aiutare le nostre pazienti". In questo percorso "le associazioni di pazienti sono un alleato imprescindibile, come testimoniato dalla partecipazione all'evento di oggi", conclude Agnese Fabbri, coordinatrice della Breast Unit dell'ospedale Santa Rosa di Viterbo.
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(Adnkronos) - "Serve avere una visione per il futuro del Paese e secondo noi la storia industriale che ci ha contraddistinto è quello su cui bisogna puntare, il famoso Made in Italy che ci ha resi conosciuti in tutto il mondo. E oggi qui abbiamo 25 delle nostre maggiori eccellenze a livello mondiale che hanno ritenuto di legare questo loro brand a questo momento celebrativo. Servono investimenti che non devono andare solo sulle macchine, come già si sta parlando in questa prossima legge di bilancio, ma noi sosteniamo che altrettanta attenzione vada data alle competenze". Così, a margine dell'assemblea per gli 80 anni di Federmanager, Mario Cardoni, direttore generale della Federazione, conversando con Adnkronos/Labitalia.
"Abbiamo bisogno -ha ribadito Cardoni- di imprese maggiormente managerializzate, oggi ne abbiamo solo un 5%. Perché è questo che fa la differenza, quindi le macchine da solo non danno quella crescita valoriale che invece un sistema organizzato, guidato, in modo consapevole e professionale può dare". Così, a margine dell'assemblea per gli 80 anni di Federmanager, Mario Cardoni, direttore generale della Federazione, conversando con Adnkronos/Labitalia.
E ancora, secondo il direttore generale di Federmanager, serve "uno Stato più leggero, in cui la fiscalità sia meno pesante e sia più equamente distribuita. Abbiamo un problema dell'evasione che continua ad essere molto serio, molto importante e questo mette un po' in difficoltà anche il sistema dei servizi pubblici, come la sanità e potremmo avere in prospettiva anche dei seri problemi sul piano previdenziale".
Borse di studio per una ragazza del Sudan e un giovane eritreo... 
(Adnkronos) - Infortunio per Khephren Thuram. Oggi, mercoledì 29 ottobre, il centrocampista francese della Juventus è stato escluso dai convocati per la sfida tra bianconeri e Udinese, in programma stasera all'Allianz Stadium e valida per il nono turno di Serie A. Thuram ha accusato un problema al polpaccio sinistro e Brambilla, nuovo allenatore ad interim della Juve dopo l'esonero di Igor Tudor, ha preferito non rischiare.
Difficile per il momento stabilire l'entità dell'infortunio e qundi prevedere i tempi di recupero, ma non è la prima volta in stagione che Thuram finisce ko. Dopo la sfida di Champions League contro il Villarreal il francese aveva infatti accusato un problema allo stesso polpaccio.
Difficile, a oggi, immaginare il suo impiego nella sfida contro la Cremonese, in programma sabato 1 novembre allo Zini, e la sua presenza è da considerarsi a rischio anche per la quarta giornata di Champions League, quando la Juventus ospiterà, martedì 4 novembre, lo Sporting Lisbona.
Leggi tutto: Juventus, infortunio per Thuram: quando torna in campo

(Adnkronos) - Si chiama 'Telepaticamente', il nuovo singolo di Fedez, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio per Warner Music Italy dal 31 ottobre. Un brano che segna il cuore di un progetto narrativo più ampio, iniziato con l’uscita di 'Temet Nosce' su YouTube, proseguito con il libro 'L’acqua è più profonda di come sembra da sopra' e anticipato dalla campagna teaser che ha illuminato Milano negli ultimi giorni.
Lo scorso lunedì 27 ottobre, a Milano, sui ledwall della città è apparso un video 'misterioso', in bianco e nero, che ritrae proprio il rapper di Rozzano. Un video inteso che lo ritrae in piedi con lo sguardo rivolto verso l'alto. In pochi secondi dalla sua maglia si sprigiona un’esplosione di filamenti attraversati da uno stormo di rondini che lo sollevano, fino a lasciarlo sospeso in aria. Un’apparizione arrivata senza preavviso e che ha anticipato qualcosa di più grande. Poche ore dopo, il rapper aveva condiviso su TikTok un video e una piccola anticipazione del nuovo brano: "Non stare ad ascoltare la rabbia tanto non ha importanza", aveva scritto a corredo.
Con una scrittura matura e diretta Fedez, su una produzione firmata da Merk & Kremont, si muove con lucidità tra vulnerabilità e consapevolezza, raccontando la tensione costante tra individuo e personaggio, tra amore e conflitto, tra verità e rappresentazione. “Penseranno che sia stato finto, sparano all’artista, muore la persona” un verso che introduce il cuore del brano, la distanza dolorosa tra immagine pubblica e identità privata.
Il ritornello "Te-le-pa-ti-ca-men-te è come rifare l’amore con te” trasforma quella distanza in una connessione invisibile, un legame che sopravvive alle parole e al tempo. E in mezzo al testo, una frase chiave diventa ponte tra musica e scrittura: “L’acqua è sempre più profonda di come sembra da sopra.” Non solo un verso, ma un richiamo diretto al titolo del libro uscito pochi giorni fa. La stessa immagine attraversa tutto il progetto: l’acqua come simbolo della profondità nascosta, della parte sommersa dell’anima, quella che spesso resta invisibile dietro la superficie di una vita pubblica.
'Telepaticamente' non è semplicemente un singolo: è il punto di incontro tra tre forme d’espressione: la scrittura, l’immagine e la musica. Tre linguaggi che Fedez usa per raccontare la sua verità da prospettive diverse: il libro come immersione nel pensiero e nella parola, l’immagine come gesto visivo che restituisce la sospensione, la canzone come emozione immediata, dove la voce diventa strumento di verità.
Leggi tutto: Fedez, 'Telepaticamente' è il nuovo singolo: quando esce e significato

(Adnkronos) - Valencia si prepara a celebrare il III Anno Giubilare del Santo Calice, un evento che inizierà ufficialmente il 30 ottobre con una messa nella Cattedrale. L’iniziativa è stata ufficialmente presentata il 21 ottobre durante una cerimonia svoltasi all’Almudín, alla presenza dell’arcivescovo di Valencia, monsignor Enrique Benavent, e della sindaca María José Catalá. Nel corso dell’evento sono state illustrate le principali attività che accompagneranno l’Anno Giubilare dedicato al Santo Calice e inaugurato il nuovo Centro Visitatori, affidato alla gestione della Fondazione del Santo Calice, che accoglierà e guiderà i pellegrini alla scoperta di questo importante simbolo di devozione.
"La collaborazione pubblico-privata è essenziale per ampliare la portata e la visibilità internazionale dell'evento, avvicinando la reliquia ai residenti e attirando visitatori interessati al nostro patrimonio. Questo Anno Giubilare unisce fede, cultura e promozione internazionale sotto un unico obiettivo comune: condividere con il mondo che la reliquia è qui, che Valencia è la città del Santo Calice", ha affermato il sindaco María José Catalá, che ha inoltre sottolineato la cooperazione tra amministrazioni e istituzioni attraverso la Commissione dell'Anno Giubilare del Santo Calice, alla quale partecipano il Comune di Valencia, l'Arcivescovado, la Provincia di Valencia, Turisme Comunitat Valenciana e la Fundació Visit València.
Il sindaco ha inoltre ricordato che il claim - “Valencia, Città del Santo Graal” - sarà anche il fulcro della campagna di comunicazione dedicata all'Anno Giubilare, volta a diffondere a livello globale l’immagine di Valencia come custode del calice più venerato del cristianesimo.
Tra le principali novità spicca l’istituzione del Centro Visitatori, situato nello storico edifico dell’Almudín, diventerà il punto di partenza per coloro che desiderano scoprire il patrimonio legato al Santo Calice. Sarà dotato di contenuti audiovisivi e materiali informativi volti a guidare il visitatore. Sarà inoltre inaugurato un itinerario urbano del Santo Graal, che toccherà i principali luoghi legati alla reliquia: l'Almudín, il Real Monasterio de la Trinidad, il Museo de Bellas Artes, la Lonja de la Seda, il Real Colegio del Patriarca, le Torres de Serranos, la Basilica della Vergine e la Cattedrale.
Tra le proposte in programma, spicca la mostra “Un mondo da scoprire. Il Santo Calice di Valencia”, che si terrà al Muvim da novembre 2025 a febbraio 2026, affiancata da un ricco calendario di iniziative di promozione e divulgazione a cura delle istituzioni coinvolte. Particolarmente rilevante è la campagna internazionale 'Valencia, Città del Santo Graal', ideata per rafforzare il messaggio che la reliquia è custodita a Valencia.
Il progetto includerà azioni ad alto impatto sui media nazionali e internazionali, una presenza strategica sui social network e attività mirate in luoghi simbolici come l’aeroporto. Saranno inoltre tematizzati gli uffici turistici e verranno sviluppati un sito web e un’app dedicata per accompagnare i visitatori alla scoperta del Santo Calice.
L'Anno Giubilare del Santo Calice inizierà ufficialmente il 30 ottobre 2025. Concesso da Papa Francesco e celebrato ogni cinque anni, questo evento speciale offrirà per dodici mesi ai fedeli e ai viaggiatori la possibilità di ottenere l'indulgenza plenaria. Il programma, ricco di appuntamenti religiosi e culturali, ruoterà attorno alla preziosa reliquia custodita nella Cattedrale di Valencia. Nella Cappella del Santo Graal, dal 1916, si conserva uno dei reperti più venerati della Chiesa cattolica: il calice che, secondo studi archeologici e storici, potrebbe essere quello utilizzato da Gesù Cristo durante l'Ultima Cena. La parte superiore è realizzata in agata levigata e risale a un periodo compreso tra il IV secolo a.C. e il I secolo d.C.
La sua storia attraversa secoli e continenti, passando da Gerusalemme e Roma a Huesca e Saragozza, fino ad arrivare a Valencia nel 1424, grazie al re Alfonso il Magnanimo. Da allora, la sacra reliquia è rimasta nella Cattedrale, dove è stata utilizzata durante le visite in città di due pontefici: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. L'arrivo del Santo Calice a Valencia nel XV secolo non fu casuale. Nel pieno Secolo d'Oro valenciano, la città viveva un momento di splendore artistico e umanistico, con figure come Ausiàs March, Joanot Martorell o i papi Borgia, e con monumenti che oggi sono emblemi del suo patrimonio: la Lonja de la Seda, il Palau de la Generalitat o gli affreschi di San Nicolás. In questo contesto di apertura e mecenatismo, il Santo Calice trovò la sua dimora definitiva.
Con questo Anno Giubilare, Valencia rafforza la sua posizione di destinazione turistica culturale d’eccellenza, aggiungendo alla sua identità mediterranea una dimensione che la collega alla sua storia più profonda. Visitare Valencia, città del Santo Graal durante l'Anno Giubilare, sarà un'occasione per contemplare un simbolo universale di fede e speranza, ma anche per riscoprire una città che custodisce nel suo cuore un gioiello dal valore inestimabile: il calice che potrebbe essere stato testimone dell'Ultima Cena.
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Lettera aperta per l'iniziativa 'Posto occupato'... 
(Adnkronos) - L'Agenzia italiana del farmaco Aifa ha approvato la rimborsabilità di danicopan come terapia aggiuntiva alla terapia standard con ravulizumab o eculizumab per il trattamento di pazienti adulti affetti da emoglobinuria parossistica notturna (Epn) con anemia emolitica residua. Lo comunica in una nota Alexion, AstraZeneca Rare Disease, spiegando che danicopan è un inibitore orale del fattore D, primo nella sua classe, sviluppato per rispondere alle esigenze del sottogruppo di pazienti che manifestano anemia emolitica residua durante il trattamento con un inibitore del C5. La decisione dell'Aifa di autorizzare la rimborsabilità di danicopan - si legge - fa seguito all'approvazione da parte della Commissione europea nel 2024, e si basa sui risultati dello studio pivotale di fase III Alpha, pubblicati su 'The Lancet Haematology'. Danicopan aveva già ottenuto la designazione di terapia innovativa dalla Food and Drug administration Usa e lo status Prime (Priority Medicines) dall'Agenzia europea del farmaco Ema, ricorda l'azienda. Ha inoltre ottenuto la designazione di medicinale orfano negli Stati Uniti, in Ue e in Giappone per il trattamento dell'Epn.
L'Epn è una malattia rara, cronica, progressiva e potenzialmente pericolosa per la vita, ricorda AstraZeneca. E' caratterizzata dalla distruzione dei globuli rossi all'interno dei vasi sanguigni (emolisi intravascolare) e dall'attivazione dei globuli bianchi e delle piastrine, che può causare trombosi, provocare danni agli organi e, potenzialmente, morte prematura. L'inibizione immediata, completa e duratura del complemento terminale tramite il blocco della proteina C5 aiuta a ridurre i sintomi e le complicanze, migliorando così la sopravvivenza dei pazienti con Epn. Circa il 10-20% delle persone affette da Epn trattate con un inibitore di C5 sperimenta un'emolisi extravascolare (Evh) clinicamente significativa, che può comportare sintomi persistenti di anemia e la necessità di trasfusioni di sangue. La prevalenza diagnosticata dell'Epn in Europa è di circa 6mila persone adulte.
"Danicopan ha dimostrato un'efficacia clinicamente rilevante nel trattamento dell'emolisi extravascolare in pazienti affetti da Epn che presentano sintomi persistenti di anemia nonostante la terapia con inibitori del complemento C5 - afferma Simona Sica, associato di Ematologia al Policlinico Gemelli università Cattolica di Roma - L'aggiunta di questo trattamento prende di mira la via alternativa del complemento; consente di intervenire contribuendo a migliorare il controllo dell'anemia e a ridurre la necessità di trasfusioni, senza compromettere l'efficacia della terapia standard con ravulizumab o eculizumab nel controllo dell'emolisi intravascolare. L'approvazione della rimborsabilità da parte di Aifa rappresenta un progresso significativo per questa popolazione di pazienti, offrendo un'opzione terapeutica mirata che consente di ottimizzare la gestione clinica dell'Epn e migliorare la qualità di vita dei pazienti". Commenta Sergio Ferini Strambi, presidente dell'Associazione italiana emoglobinuria parossistica notturna (Aiepn): "La ricerca in circa 20 anni ha cambiato in maniera positiva i destini e la qualità di vita dei pazienti affetti da Epn, una rara, anzi rarissima patologia del sangue. Oggi, grazie agli inibitori del complemento disponibili, c'è la possibilità di personalizzare la terapia, in maniera ottimale per ogni paziente. Come associazione non possiamo che ritenerci soddisfatti per i risultati raggiunti dalla ricerca".
"La rimborsabilità di danicopan come trattamento aggiuntivo a ravulizumab o eculizumab rappresenta un traguardo significativo per i pazienti affetti da Epn che manifestano sintomi di anemia dovuti all'emolisi extravascolare, offrendo un'opzione terapeutica in grado di ridurre l'anemia e la necessità di trasfusioni, e contribuendo così a migliorare gli outcome clinici e la gestione personalizzata della patologia - dichiara Federica Sottana, Senior Country Medical Director di Alexion, AstraZeneca Rare Disease - Non si tratta di un punto di arrivo, ma di un'ulteriore dimostrazione del nostro continuo impegno per supportare la comunità dei pazienti con Epn, con l'obiettivo di migliorare concretamente la loro qualità di vita e quella delle loro famiglie".
Lo studio Alpha - riporta la nota - ha valutato l'efficacia e la sicurezza di danicopan come terapia aggiuntiva a ravulizumab o eculizumab in pazienti affetti da Epn che hanno manifestato Evh clinicamente significativa. I risultati hanno dimostrato che danicopan ha raggiunto l'endpoint primario, ovvero la variazione dell'emoglobina dal basale alla settimana 12, e tutti gli endpoint secondari chiave, tra cui l'assenza di trasfusioni e la variazione del punteggio del Functional Assessment of Chronic Illness Therapy - Fatigue (Facit-Fatigue). I risultati hanno mostrato che danicopan è stato generalmente ben tollerato e non sono emerse nuove problematiche di sicurezza. Nello studio gli eventi avversi più comuni emersi durante il trattamento sono stati mal di testa, nausea, dolori articolari e diarrea.
Leggi tutto: Emoglobinuria parossistica notturna, rimborsabile in Italia danicopan
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