(Adnkronos) - "Il lavoro è un elemento costitutivo della dignità umana e un’occasione di piena realizzazione dell’individuo, anche nella sua funzione sociale e collettiva. Come tale, deve essere adeguatamente retribuito, valorizzato e tutelato, soprattutto sotto il profilo della salute, della sicurezza sul lavoro e della dignità umana". Così, con Adnkronos/Labitalia, il presidente di Federmanager, Valter Quercioli, dopo l'incontro di ieri tra governo e parti datoriali sul tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
"Questi temi -spiega- sono prioritari per la costruzione di una cultura d’impresa ancor più evoluta, capace di rispondere alle sfide della contemporaneità e del futuro prossimo. Una cultura d’impresa che la nostra Federazione vuole contribuire a plasmare grazie all’apporto delle migliori menti e competenze manageriali, in un dialogo fecondo con il mondo imprenditoriale e a tutti i livelli istituzionali".
"I dati Inail – conclude Quercioli - ci dicono che, rispetto allo stesso periodo del 2024, le morti sul lavoro nel primo trimestre 2025 sono aumentate. È inaccettabile, ancor più per una grande democrazia europea come la nostra, che pone proprio il lavoro a fondamento del suo ordinamento costituzionale".
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(Adnkronos) - Tutto pronto per la terza puntata dell'Isola dei famosi. Stasera, mercoledì 21 maggio, in prima serata, su Canale 5, un nuovo appuntamento con il programma condotto Veronica Gentili. In studio nel ruolo di opinionista Simona Ventura. In collegamento dall’Honduras, Pierpaolo Pretelli.
Senatori e Giovani sono sempre più divisi. Prosegue lo scontro tra due gruppi di naufraghi che, anche in diretta, si ritroveranno contrapposti con in palio un’importante ricompensa. Il fuoco, al centro delle vicende di Playa Uva per tutta la settimana, sarà ancora volta protagonista. Nell’aria ci sono traslochi e grandi cambiamenti, come saranno accolti dai naufraghi, alcuni dei quali provati da queste prime settimane sull’Isola?
Durante la settimana Leonardo Brum e Angelo Famao hanno abbandonato l'Isola dei famosi 2025. I due naufraghi hanno deciso di lasciare l'Honduras, dopo le crisi avute nelle due settimane. La decisione era stata confermata e diffusa con una nota ufficiale sui canali social del reality show che, oltre all'abbandono, aveva reso noto che il televoto di questa settimana è annullato. Le anticipazioni rivelano infatti che questa sera ci saranno grandi cambiamenti. Ma nessun concorrente pare a rischio eliminazione.
Leggi tutto: Isola dei famosi, stasera 21 maggio: cosa succederà nella terza puntata?
(Adnkronos) - Un dispositivo innovativo, portatile e intelligente, progettato per aiutare ogni cittadino a monitorare l’ambiente circostante e a prendere decisioni consapevoli in tempo reale, per spostarsi in città e scegliere i percorsi più sicuri per la propria salute. Si chiama Respiro (Real-time Environmental Sensing for Personal Intelligent Risk Optimization) ed è un dispositivo sviluppato dall’Università di MilanoBicocca insieme a Road – Rome Advanced District, in collaborazione con XearPro srl. Respiro non è solo un semplice sensore, ma è una vera e propria piattaforma alla portata di tutti. Respiro rileva gli inquinanti atmosferici, tra cui CO2, monossido di carbonio, polveri sottili e ultrafini, oltre a temperatura, umidità e pressione atmosferica. Tutti i dati vengono georeferenziati in tempo reale, fornendo un quadro dettagliato della qualità dell’aria che circonda la persona che utilizza il dispositivo.
Il progetto è stato presentato questa mattina al Gazometro del quartiere Ostiense di Roma, sede del polo di ricerca tecnologica Road - Rome Advanced District il soggetto rete per l’innovazione voluto da Eni, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Acea, Autostrade per l’Italia, Bridgestone, Cisco Italia e Nextchem durante un evento aperto dagli interventi della rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, e del Presidente Road e Direttore Stakeholder Relations & Services di Eni, Claudio Granata, cui ha fatto seguito una tavola rotonda alla presenza dei ricercatori dell’Università Milano-Bicocca e Road. Grazie alla sua struttura low-cost, compatta e indossabile, Respiro può essere agganciato a uno zaino, a una borsa o a una giacca. Tramite un monitoraggio in tempo reale e la localizzazione Gps, il suo schermo Led offre all’utente una visualizzazione istantanea dei parametri ambientali, mentre l’app dedicata, collegata via Bluetooth, avvisa con notifiche intelligenti quando l’aria che si respira in un luogo può rappresentare un rischio ovvero fornisce dati utili ai ricercatori e cittadini attivi per le attività di monitoraggio diffuso in ottica “citizen science”.
Il progetto è legato alle attività scientifiche che i ricercatori dell’Ateneo milanese portano avanti in una delle piazze del capoluogo lombardo sede di diversi dipartimenti di MilanoBicocca (piazza della Scienza) e che sono coordinate dal Centro di Ricerca Polaris dell'Università. Tutto questo si associa a campagne di rilevamento che diversi volontari, studenti, tecnici e docenti dell’Ateneo Bicocca, stanno realizzando grazie ai sensori smart portatili Respiro per monitorare la qualità dell’aria all’interno del quartiere. Una parallela campagna di raccolta dati verrà realizzata anche a Roma, nel quartiere di Ostiense grazie alla collaborazione dei partner Road tra cui l’Università Roma Tre.
"In un mondo in cui la qualità dell’aria che respiriamo è sempre più al centro del dibattito politico, sociale e scientifico – afferma la rettrice dell’Università di MilanoBicocca, Giovanna Iannantuoni – il nostro ateneo vuole fare la sua parte, proponendo un modello di rigenerazione di uno spazio come piazza della Scienza e promuovendo strumenti tecnologici all’avanguardia come Respiro. Il progetto della piazza sta continuando grazie alle azioni di monitoraggio dell’inquinamento e di studio e implementazione della biodiversità che coinvolgono la nostra comunità accademica. In questo contesto, il nuovo dispositivo che abbiamo presentato oggi, all’avanguardia e alla portata di tutti, è stato pensato per aiutare ogni cittadino a monitorare l’ambiente circostante e a muoversi più consapevolmente attraverso la città. Un vero e proprio alleato per la salute, la mobilità sostenibile e la citizen science".
"Con Respiro e la collaborazione con l’Università Milano - Bicocca, abbiamo la prima messa a terra concreta delle attività avviate dal Rome Advanced District, a meno di due anni dalla sua nascita – afferma il Presidente di Road, Claudio Granata. Il dispositivo sarà testato in modo simultaneo tra Milano e Roma, consentendo in questo modo di aumentare la base di dati a disposizione per l’analisi della qualità dell’aria. Road - soggetto rete promosso da Eni insieme a primarie società italiane e internazionali per realizzare nell’area del Gazometro di Roma un distretto di innovazione tecnologica - nasce esattamente con questo scopo: attivare collaborazioni di filiera tra dipartimenti di ricerca e sviluppo di soggetti privati e pubblici per i processi di trasformazione delle imprese, facilitare i policymakers nell’attività di abilitazione della transizione e promuovere lo sviluppo di nuove competenze”.
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(Adnkronos) - Niente da fare per Barbara D'Urso sugli schermi Rai, almeno per ora. Al contrario di quanto rimbalzato su diverse testate online, a quanto apprende l'Adnkronos, la conduttrice, dopo l'addio a Mediaset, non approderà sui canali del servizio pubblico nella prossima stagione. Le ipotesi che la riguardavano avrebbero incontrato ostacoli insormontabili, che di fatto rendono al momento impossibile annunciare, nella presentazione dei palinsesti autunnali prevista per fine giugno, un suo rientro in Rai nella stagione '25-'26.
Secondo rumors circolati negli ultimi giorni, la conduttrice sarebbe dovuta approdare su Rai1 da gennaio 2026 con un contenitore di 'emotainment', che avrebbe dovuto andare in onda il sabato in concorrenza con la programmazione pomeridiana di Canale 5, nella fascia attualmente occupata da 'Verissimo' di Silvia Toffanin.
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(Adnkronos) - Carlos Moya nuovo allenatore di Sinner? Forse no. A smentire la notizia circolata nelle ultime ore è proprio l'ex coach di Rafa Nadal ed ex numero uno al mondo, che in un'intervista a Rne, Radio Nacional de Espana, è stato netto sul tema: "Jannik? Fake como la copa de un pino". Tradotto? "Una fake news grande come una casa".
Carlos Moya ha risposto così a un'anticipazione data nella giornata di ieri dalla giornalista Sofya Tartakova di Bolshe, che sui propri canali social aveva assicurato che Sinner avrebbe iniziato a lavorare con il supercoach dal prossimo anno, al termine del rapporto con l'attuale tecnico del numero uno del ranking Darren Cahill.
Leggi tutto: Moya nuovo allenatore di Sinner? La smentita: "Fake news grande come una casa"
(Adnkronos) - ''La vocazione è quella''. Così Donald Trump Jr. ha risposto a una domanda sull'ipotesi di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti, seguendo così le orme paterne. Intervenendo a un Forum economico in Qatar, il figlio maggiore del presidente americano ha risposto con un ''non si sa mai, forse un giorno'' alla possibilità di candidarsi alla Casa Bianca quando scadrà il mandato del padre.
A capo della Trump Organization, Donald Trump Jr. ha aggiunto che al momento la politica Maga ha un ruolo da svolgere anche nel settore imprenditoriale, affrontando quella che ha definito "l'ideologia woke che ha preso il sopravvento sulle aziende americane nell'ultimo decennio" e che "essere in prima linea nel combattere questa follia" è "di fondamentale importanza".
Leggi tutto: Usa, Donald Trump Jr: "Candidarmi alla presidenza? La vocazione è quella"
(Adnkronos) - Un gruppo di ricercatori dell'Istituto nazionale tumori Regina Elena (Ire) di Roma ha individuato un possibile meccanismo che spiega perché, in alcuni casi, il tumore del polmone risponde completamente alla chemio-immunoterapia prima dell'intervento chirurgico. Al centro di questa scoperta ci sono i linfociti B, cellule del sistema immunitario che, quando ben organizzate all'interno del tumore, possono attivare una potente risposta difensiva. I risultati dello studio, realizzato con il supporto di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, sono stati pubblicati sul 'Journal for ImmunoTherapy of Cancer'.
Il lavoro - spiega una nota degli Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo) - nasce dalla collaborazione tra l'Unità di Immunologia e immunoterapia dei tumori, la Chirurgia toracica e l'Oncologia medica 2, e descrive il caso clinico di una paziente con tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc) e metastasi cerebrale sincrona. La paziente ha ottenuto una risposta completa e una lunga sopravvivenza libera da malattia dopo un trattamento neoadiuvante combinato, seguito da chirurgia e mantenimento immunoterapico. Lo studio identifica nei linfociti B e in specifiche strutture immunitarie presenti nel tumore dopo il trattamento un possibile indicatore chiave della risposta positiva alle terapie. Una scoperta che apre nuove strade per cure sempre più mirate nel campo dell'oncologia di precisione.
In Italia il tumore al polmone è la seconda neoplasia più frequente negli uomini e la terza nelle donne. Ogni anno si registrano oltre 40mila nuove diagnosi. Dal punto di vista clinico, si distinguono due tipi principali di tumore del polmone: il tumore polmonare a piccole cellule rappresenta il 10-15% dei casi; quello non a piccole cellule costituisce circa l'85% delle diagnosi. Lo studio dell'Ire si concentra proprio su quest'ultima forma e in particolare sulla terapia neoadiuvante, una strategia che prevede la somministrazione di trattamenti sistemici, come chemio e immunoterapia, prima dell'intervento chirurgico. L'obiettivo è ridurre la massa tumorale, eliminare le micrometastasi e stimolare una risposta immunitaria duratura. Nel tumore del polmone non a piccole cellule in fase iniziale, ma localmente avanzato, la terapia neoadiuvante con immunoterapia ha recentemente mostrato risultati promettenti, ma i meccanismi alla base della risposta efficace non erano ancora del tutto chiari.
L'uso di tecnologie di nuova generazione sta rivoluzionando la ricerca sul cancro, evidenzia l'Ire. Tecniche come la trascrittomica spaziale e l'analisi a singola cellula consentono di osservare come le cellule tumorali e le cellule immunitarie si distribuiscono all'interno del tumore e di comprendere come interagiscono dopo la terapia neoadiuvante.
"Dopo il trattamento neoadiuvante - riferisce Paola Nisticò, responsabile dell'Unità Immunologia e immunoterapia dei tumori del Regina Elena - abbiamo analizzato il tessuto tumorale con strumenti di altissima precisione ed è stata osservata una forte presenza di linfociti B e di strutture linfoidi terziarie nel tessuto polmonare residuo. Tali strutture possiamo descriverle come vere e proprie fabbriche di risposta immunitaria all'interno del tumore, e sembra abbiano un ruolo centrale nel generare una risposta efficace e duratura, suggerendo un potenziale nuovo biomarcatore predittivo di efficacia terapeutica". Lo studio, precisa Nicla Porciello, ricercatrice Ire, " dimostra, per la prima volta, come l'organizzazione locale dei linfociti B nel tumore possa contribuire alla produzione di anticorpi e alla memoria immunologica, aprendo nuove prospettive nell'ambito dell'oncologia di precisione".
"All'Istituto Regina Elena - conclude Giovanni Blandino, direttore scientifico f.f. - il lavoro di un team multidisciplinare integrato e l'accesso a tecnologie diagnostiche avanzate rappresentano elementi fondamentali per affrontare il tumore del polmone con approcci sempre più efficaci. La stretta collaborazione tra immunologi, oncologi, chirurghi e patologi consente di tradurre rapidamente i risultati della ricerca in percorsi di cura innovativi per i pazienti".
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(Adnkronos) - Sono oltre 6.400 i pazienti arruolati nei 698 studi attivi presso l'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, pari al 70% dei trial in corso in Italia. Il 54% sono studi multicentrici internazionali, il 27% studi multicentrici nazionali e il 19% studi mono-istituzionali, di cui l'Ieo è ideatore e promotore. Partecipando al terzo Clinical Trial Day nazionale (20 maggio), l'Irccs fondato da Umberto Veronesi fa il punto sul "vero punto di forza" dell'istituto. Gli studi clinici: "Uno strumento essenziale per offrire ai pazienti oncologici un veloce accesso alle nuove terapie e più in generale all'innovazione in ambito diagnostico e terapeutico".
"Non c'è nuova cura che non sia testata attraverso studi clinici sperimentali - afferma Roberto Orecchia, direttore scientifico Ieo - Gli studi clinici sono quindi la porta di accesso rapido alle nuove cure più efficaci. Uno studio clinico viene infatti disegnato e condotto per verificare se un nuovo approccio può essere più vantaggioso dello standard corrente, ma può riguardare anche nuovi dispositivi o nuove tecniche sanitarie. La letteratura scientifica ci ha inoltre dimostrato che i pazienti inseriti in uno studio clinico hanno esiti di cura migliore perché sono monitorati più intensamente. Per il paziente, dunque, il vantaggio di entrare in una sperimentazione è duplice e lo riguarda personalmente. C'è poi un valore aggiunto anche per la collettività, perché le nuove cure sperimentate verranno in futuro rese disponibili per tutti i pazienti. Partecipare a uno studio clinico è quindi anche un gesto di solidarietà".
L'Ieo ospita studi sia accademici che sponsorizzati. Gli studi accademici - spiegano dall'Irccs di via Ripamonti - sono l'espressione più diretta della potenzialità di ricerca dello Ieo, poiché evidenziano le capacità di innovazione dell'istituto e ne elevano la capacità di networking. Gli studi sponsorizzati si realizzano in particolare per valutare nuovi farmaci o nuovi dispositivi e vedono coinvolte le principali case farmaceutiche a livello internazionale. Riguardo alla tipologia di trial, il 56% degli studi Ieo è relativo ai farmaci, equamente distribuiti tra quelli di fase precoce, I-II (il 48%), spesso con molecole sperimentali, e quelli di fase tardiva, III-IV (il 52%), solitamente randomizzati. I restanti studi sono per un terzo di tipo osservazionale, con una quota che riguarda i dispositivi chirurgici o medici e le modalità di imaging diagnostico, che reclutano moltissimi pazienti, circa il 38% del totale.
"Gli studi Ieo - rimarca Oreccchia - sono attualmente gestiti da una struttura esclusivamente dedicata a questo compito, il Clinical Trial Office, con personale altamente qualificato. Abbiamo avviato un progetto ambizioso di ulteriore potenziamento dell'attività di sperimentazione e ricerca, ed entro il prossimo triennio realizzeremo un vero e proprio centro, il Clinical Trial Center, con percorsi e spazi dedicati. Un esempio è rappresentato dalla recente messa in funzione di una nuova apparecchiatura di tomografia computerizzata, riservata ai pazienti inseriti negli studi clinici, al fine di garantire l'esecuzione di questo fondamentale esame per la stadiazione e il controllo della risposta alle terapie nei tempi opportuni, come stabilito all'interno dei protocolli di studio".
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(Adnkronos) - "Certamente l’incontro rappresenta un momento importante di confronto e la volontà del legislatore di presidiare il problema della mancata prevenzione nei luoghi di lavoro, che purtroppo impatta ancora su molti eventi infortunistici. Sarebbe auspicabile, tuttavia, in sede di confronto, anche il coinvolgimento delle associazioni professionali e di categoria con competenze specifiche sui temi della salute e sicurezza e della formazione come Aifos". Così Paolo Carminati, presidente di Aifos – associazione italiana formatori ed operatori della sicurezza sul lavoro, con Adnkronos/Labitalia sull'incontro di ieri tra governo e parti datoriali sul tema della sicurezza sul lavoro.
"Bene anche l’aumento dei fondi a disposizione delle imprese, ma attenzione alle modalità e agli strumenti attraverso i quali verranno distribuiti, per evitare che le piccole e medie ne rimangano escluse", sottolinea ancora Carminati. E da Aifos arrivano proposte concrete per agire sul tema. "Sui temi della salute e sicurezza sul lavoro e delle formazione relativa deve esserci da un lato semplificazione e dell’altro certezza ed uniformità dell’applicazione normativa a livello nazionale. Finché la materia rimarrà concorrente tra Stato e Regioni -continua- e verranno continuamente emanati provvedimenti attuativi, ci potranno essere variabili normative e di modalità applicative, soprattutto burocratiche, e che nulla hanno realmente a che vedere con la prevenzione. Questo comporta per le imprese e per gli operatori del settore che Aifos rappresenta certamente una difficoltà", spiega.
"Perché -si chiede Carminati- le regole per la formazione di un lavoratore possono variare a seconda della regione in cui mi trovo? Bisognerà proseguire poi nell’ampliare la platea di soggetti destinatari della formazione e in questo senso è andata l’approvazione dell’ultimo Accordo Stato-Regioni che ha per la prima volta ha considerato il vertice aziendale tra i soggetti da formare. In questo processo, non potrà mancare la valorizzazione dell’innovazione come leva strategica anche per il miglioramento della salute e sicurezza e del benessere dei lavoratori", conclude.
(Adnkronos) - "Lo spostamento in avanti delle principali tappe che contraddistinguono i percorsi di vita riguarda anche l'età in cui si diventa anziani. In demografia la soglia dei 65 anni, un'età storicamente legata all'uscita dal mercato del lavoro, definisce convenzionalmente l'ingresso nella vecchiaia. Tuttavia, con l'aumento della longevità e il miglioramento delle condizioni di vita, oggi a 65 anni molte persone vivono in buona salute, lavorano, mantengono una vita attiva e partecipano pienamente alla società. Per cogliere meglio l'entità della popolazione anziana, si propone un approccio dinamico per la determinazione della soglia della vecchiaia, ben noto in demografia, che considera non l'età anagrafica fissa, ma la speranza di vita residua". Così l'Istat nel Rapporto annuale 2025-La situazione del Paese, pubblicato oggi.
"Nel 1952 - spiega il report - un uomo a 65 anni poteva aspettarsi di vivere ancora 13 anni, una donna 14. Applicando oggi lo stesso criterio basato sulla speranza di vita residua, la soglia di ingresso nella vecchiaia si sposterebbe a 74 anni per gli uomini e 75 per le donne, cambiando sensibilmente la percezione dell'invecchiamento: nel 2023 il 21,6 % degli uomini e il 26,3% delle donne risultano anziani secondo la definizione tradizionale, ma sarebbero solo l'11,4 e il 14,2% usando la soglia dinamica". L'obiettivo di questo approccio non è negare le criticità dell'invecchiamento, precisa l'Istat, "ma rileggere il fenomeno alla luce del miglioramento delle condizioni di salute. Resta comunque importante ricordare che l'aumento degli anni di vita in buona salute non tiene sempre il passo con la longevità complessiva".
"Tra i fattori che caratterizzano le nuove generazioni di anziani - si sottolinea nel rapporto - spicca il livello di istruzione. Dal 1951 a oggi, il profilo per livello di istruzione della popolazione anziana si è profondamente trasformato. Se nel 1951 oltre l'80% degli ultrasessantacinquenni non aveva alcun titolo di studio, nel 2021 questa quota è scesa al 5,9%. Oggi la maggioranza degli anziani (62%) ha almeno la licenza media, rispetto al 15,7% del 1951. I titoli di studio più elevati, seppure ancora minoritari, sono cresciuti con continuità: dall'1,1% nel 1951 all'8,8% settant'anni dopo. Tali cambiamenti - concludono gli esperti - segnalano un progressivo rafforzamento del capitale umano nella fascia anziana della popolazione, con ricadute potenziali positive su silver economy, partecipazione sociale, culturale ed economica".
Leggi tutto: Istat, ingresso in vecchiaia dopo i 74 anni, più in salute e istruiti
(Adnkronos) - "Noi manager non vogliamo più feriti o morti, né firmare carte per coprirci. Vogliamo lavorare in aziende che investano sulla sicurezza vera: quella che parte dall’alto, è integrata nei processi, si fa dall’inserimento e si basa su competenze, ascolto e miglioramento continuo. Per questo serve gestione manageriale che faccia della sicurezza il punto di partenze del benessere sul luogo di lavoro". Così, con Adnkronos/Labitalia, Massimo Fiaschi segretario generale Manageritalia, sull'incontro di ieri tra governo e parti datoriali sul tema della sicurezza del lavoro.
"Come dirigenti, quadri e responsabili di persone e processi, sentiamo tutta la responsabilità -spiega Fiaschi- di garantire ambienti di lavoro sicuri nelle aziende in cui lavoriamo. Ma lo diciamo con chiarezza: non bastano le norme, servono strumenti comprensibili, formazione continua e una vera cultura della prevenzione. Servono anche più controlli in ottica non solo sanzionatoria, ma anche propositiva", continua.
Secondo Fiaschi "troppe volte la sicurezza è affidata a una giungla di regole, moduli, adempimenti poco coordinati, che non aumentano la protezione reale ma creano confusione, scarico di responsabilità e formalismi", conclude.
(Adnkronos) - Uno dei tratti distintivi della seconda transizione demografica è "la fecondità bassa e tardiva. L'analisi per generazione permette di cogliere i cambiamenti nei comportamenti riproduttivi, al di là delle fluttuazioni di breve periodo: dal baby boom degli anni Cinquanta e Sessanta, al crollo successivo fino alla metà degli anni Novanta, seguito da una modesta ripresa tra il 1996 e il 2008, sostenuta in gran parte dalle nascite da genitori stranieri. Dagli anni seguenti, tuttavia, si registra un nuovo calo della fecondità, tuttora in corso. Osservando le generazioni di donne che hanno concluso la loro storia riproduttiva, si nota una riduzione costante del numero medio di figli. Nel Nord, le donne nate nel 1933 avevano già in media meno di 2 figli, una soglia raggiunta nel Centro con la generazione del 1939 e nel Mezzogiorno solo con quella del 1961. Per le donne oggi quarantenni, si stima una discendenza finale ancora più bassa: in media 1,44 figli per donna". Lo evidenzia l'Istat nel Rapporto annuale 2025-La situazione del Paese, pubblicato oggi.
"Nel passaggio dalla generazione delle madri (1958) alle attuali quarantenni (figlie nate nel 1983) - si legge - raddoppia la quota di donne senza figli (dal 13% al valore stimato del 26%), con un picco di circa 3 donne su 10 nel Mezzogiorno. Parallelamente, si riscontra un'accentuata posticipazione dell'età alla nascita del primo figlio, che aumenta il rischio di avere un numero di figli inferiore alle attese o di non averne affatto. L'età media alla nascita del primo figlio è salita da 25,9 anni per le nate del 1960 a 29,1 anni per quelle del 1970, con un rinvio ancora maggiore nelle generazioni più recenti".
Leggi tutto: Istat, negli ultimi 20 anni calo fecondità con riduzione costante del numero di figli
(Adnkronos) - "La speranza di vita in buona salute rappresenta una sintesi efficace delle sfide poste da una società che invecchia: non basta vivere più a lungo, occorre garantire che gli anni guadagnati siano vissuti in autonomia e con una migliore qualità della vita. Nel 2024 si è raggiunto un nuovo massimo storico dell'aspettativa di vita (gli uomini possono contare di vivere in media 81,4 anni e le donne 85,5)", ma "a fronte di questi recuperi di longevità, conseguiti nel periodo post-pandemico, l'indicatore che stima gli anni attesi di vita in buone condizioni di salute continua a ridursi". Lo evidenzia l'Istat nel Rapporto annuale 2025-La situazione del Paese, pubblicato oggi.
"Per gli uomini - si legge nel report - la speranza di vita in buona salute osservata nel 2024 (59,8 anni) segna il riallineamento a quella del 2019. Per le donne, invece, la stima di 56,6 anni segna il punto di minimo dell'ultimo decennio: in un solo anno si stima, pertanto, che le donne abbiano perso 1,3 anni di vita in buona salute, ampliando il noto divario a loro svantaggio (-3,2 anni)".
Secondo l'Istat, "il primato di longevità del nostro Paese si deve anche ai livelli contenuti di mortalità evitabile, ovvero i decessi sotto i 75 anni che potrebbero essere ridotti o prevenuti attraverso interventi efficaci di sanità pubblica, controllo dei fattori di rischio e adeguata assistenza sanitaria". La mortalità evitabile "è la sintesi di due componenti: la mortalità prevenibile, legata principalmente alla prevenzione primaria e alla promozione di stili di vita salutari, e la mortalità trattabile, associata alla capacità del sistema sanitario di diagnosticare e curare tempestivamente".
Leggi tutto: Istat, nel 2024 picco storico longevità ma meno anni in buone condizioni