(Adnkronos) - Dopo una serie di anteprime estive, ripartirà da Torino lo spettacolo teatrale ‘Lunga vita agli Alberi’, un progetto unico che intreccia divulgazione scientifica, comicità e suggestione scenica per raccontare la straordinaria intelligenza del mondo vegetale. Un viaggio appassionato e sorprendente ideato da una coppia di eccezione, Giovanni Storti e Stefano Mancuso, con la regia di Arturo Brachetti. A sostenere il progetto come principale partner dello spettacolo, prodotto da Agidi in collaborazione con Elastica, è il Gruppo Saviola, attivo a livello mondiale nella produzione del Pannelli Ecologico 100% legno riciclato. Saviola da oltre 30 anni dà nuova vita al legno post-consumo, trasformandolo in pannelli ecologici senza abbattere neanche un albero e ogni anno realizza oltre 1,5 milioni di tonnellate di legno riciclat, l’equivalente di più di 10.000 alberi salvati.
La direzione di Arturo Brachetti, le competenze in materia dell’attore e attivista Giovanni Storti, da tempo volto sensibile alle tematiche ambientali, e del professore Stefano Mancuso, tra le massime autorità mondiali nello studio della neurobiologia vegetale costituiscono il cuore di uno spettacolo unico nel suo genere. Un viaggio teatrale in tre atti - radici, fusto, chioma - che accompagna il pubblico alla scoperta delle strategie, dei comportamenti e del ruolo fondamentale delle piante nella vita sulla Terra. Il legame tra Gruppo Saviola e Giovanni Storti nasce da una condivisione di valori ambientali che li unisce da tempo: l’attore, è il volto della campagna di comunicazione di Saviola ‘Nuova vita al legno, lunga vita agli alberi’, promossa dall’azienda per sensibilizzare sull’importanza del riciclo del legno e della tutela delle foreste nel settore del legno-arredo.
“Saviola è da sempre un’azienda amica delle foreste ed essere main partner di uno spettacolo come Alberi è per noi un modo per proseguire nel percorso di diffusione della cultura della sostenibilità - commenta Alessandro Saviola, presidente del Gruppo - con Giovanni Storti e Stefano Mancuso condividiamo un obiettivo comune: sensibilizzare attraverso linguaggi nuovi e coinvolgenti, unendo sapere, scienza e visione green”.
(Adnkronos) - Una "persona molto serafica". Così viene descritto dai vicini Maurizio Rebuzzini, il critico fotografico morto ieri a Milano in circostanze sospette. A trovarlo, già incosciente, è stato uno dei due figli, di 44 anni, nello studio di via Zuretti, con affaccio sul cortile interno dello stabile. Lì i condomini lo incrociavano spesso, seduto a fumare il suo sigaro o al bar all'angolo a prendere il caffè, a volte in compagnia del figlio.
Cordiale con tutti, Rebuzzini era "una presenza storica" nel quartiere, dove ora si dicono "tutti scossi" di fronte all'ipotesi che si sia trattato di omicidio. Ieri, quando verso le 18.40 il figlio lo ha trovato privo di sensi e ha chiamato il 112, in molti si sono affacciati in strada. "Pensavamo avesse avuto un infarto", raccontano il giorno dopo.
Sul suo corpo, invece, i medici dell'ospedale Fatebenefratelli, dove il 74enne è morto ieri sera, hanno trovato ecchimosi sospette. L'ipotesi è che Rebuzzini possa essere stato strangolato. Le indagini per omicidio, coordinate dalla pm della procura di Milano Maria Cristina Ria, sono affidate alle squadra mobile.
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(Adnkronos) - La seconda edizione di “Campania Mater – 24 ore per l’agricoltura”, promossa dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania e realizzata dalla Fondazione Campania dei Festival, si è chiusa oggi al Palazzo Reale di Napoli con un gesto dal forte valore simbolico e sociale: il pranzo solidale organizzato insieme alla Caritas Campania. Un momento che ha rappresentato non solo la conclusione della manifestazione, ma l’apertura di una riflessione nuova sul rapporto tra cibo, comunità e inclusione sociale.
“Questo pranzo non è il termine di un evento, ma l’inizio di una pagina nuova – ha sottolineato Don Carmine Schiavone, delegato regionale Caritas Campania –. Oggi abbiamo ragionato su due livelli: il primo è l’inclusione, perché anche chi è considerato lo scarto della società, chi non ha mai abitato questi contesti, è stato posto al centro. Questa è la bellezza più grande, che proietta l’agricoltura in una dimensione sociale. Il secondo aspetto riguarda la connessione tra il mondo della produzione e le mense dei poveri: eccedenze, invenduto e surplus agricoli possono diventare risorse preziose per chi non riesce a mettere un piatto caldo a tavola. È una lotta concreta allo spreco alimentare, ma soprattutto un segno di vicinanza verso coloro che vivono all’ombra dei dormitori e delle mense popolari. Questo è tanta bellezza, e ci dice che un altro modello è possibile”.
Un messaggio che ha trovato eco nelle parole dell’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Caputo: “Il cibo oggi è purtroppo anche uno strumento di ricatto nelle mani delle grandi potenze mondiali a danno dei più deboli. Con Campania Mater abbiamo voluto ribaltare questa prospettiva, dimostrando che attraverso il cibo si possono costruire solidarietà, vicinanza e dialogo, e dunque anche pace. Questa è la sfida che lanciamo dal cuore di Napoli e che vogliamo portare avanti insieme a tutto il mondo agricolo campano”. Con il pranzo solidale, Campania Mater ha chiuso così due giornate di dibattiti, tavoli tematici, presentazioni e spettacoli che hanno visto protagonisti istituzioni, imprese, esperti, studenti e cittadini. Una maratona di idee e confronti che ha messo al centro il futuro dell’agricoltura campana, valorizzando innovazione, sostenibilità e radici culturali, ma senza dimenticare la sua missione più profonda: nutrire non solo i mercati, ma le comunità
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(Adnkronos) - Innovazione, ai, sostenibilità, semplificazione normativa e rischi emergenti: questi i temi al centro di Safety Expo 2025, che nell’edizione dedicata alla prevenzione incendi ha sfiorato le 6000 presenze, tra professionisti e operatori del settore. Con un programma ricco di eventi e sessioni di aggiornamento ha ospitato più di 160 aziende provenienti da sei Paesi europei (Regno Unito, Germania, Austria, Francia, Belgio, Lussemburgo) e da numerose regioni italiane.
Nei due giorni di fiera oltre 90 incontri hanno animato il dibattito sulla prevenzione e sulla sicurezza antincendio, coinvolgendo istituzioni, esperti e stakeholder della fire safety. Tra questi, 12 convegni organizzati dalla rivista Antincendio in collaborazione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e da enti e associazioni di settore, 16 seminari tecnici, 47 corsi di formazione, di cui 12 con attività pratica, curati dall’Istituto Informa, Aias e Aifos, e 18 sessioni teorico-dimostrative dedicate alla corretta manutenzione dei presidi antincendio.
Accanto al ricco programma convegnistico, la manifestazione ha offerto un’area espositiva di standard elevato, con sistemi e dispositivi di ultima generazione, soluzioni di protezione passiva e attiva, attrezzature e tecnologie antincendio. Un’offerta completa che conferma Safety Expo - Prevenzione Incendi come punto di riferimento per l’innovazione e lo sviluppo del settore. Particolare attenzione è stata riservata alle soluzioni tecnologiche più recenti: dagli estintori a basso impatto ambientale ai nebulizzatori antincendio automatici ad uso residenziale, fino ai robot autonomi per la rilevazione di surriscaldamenti e principi di incendio, oltre a dispositivi e materiali sempre più performanti.
La seconda giornata ha acceso i riflettori sulla transizione digitale evidenziando, che, oltre alle potenzialità dell’Ai, sono indispensabili fondamenti solidi come digitalizzazione, cultura del dato, formazione e organizzazione. Su questo tema, Maddalena Rostagno, Coord. task group generative ai – Fa1 european material modelling council e leader wg innovation construction Iam-i (ec platform), ha evidenziato: “Le potenzialità dell’intelligenza artificiale nella prevenzione degli incendi sono straordinarie, soprattutto sul fronte delle analisi predittive basate su deep learning e machine learning. Oggi, grazie a calcolatori molto più potenti rispetto al passato, è possibile elaborare milioni di dati e arrivare a previsioni sempre più ampie e precise. È qui che possiamo compiere un vero salto in avanti. Allo stesso tempo dobbiamo muoverci con cautela: esiste infatti il rischio di investire male, cercando di applicare algoritmi a processi che non ne hanno realmente bisogno. Prima di introdurre l’AI è indispensabile un’analisi strutturale delle aziende, perché senza una vera cultura del dato le opportunità rischiano di rimanere inespresse”.
Nel tracciare il bilancio dell’edizione, il presidente di Safety Expo, Andrea Pais Tarsilia, ha sottolineato come la sicurezza sia il risultato di un insieme di competenze e strumenti che devono lavorare in sinergia. “La sicurezza si costruisce come un mosaico in cui ogni tassello – normative, progettazione, manutenzione, dispositivi e competenze – concorre a creare un sistema efficace di protezione e tutela collettiva. Abbiamo vinto la scommessa di sdoppiare Safety Expo, puntando sulla specializzazione per offrire contenuti ancora più mirati: l’alto livello degli interventi, la ricca area espositiva e il confronto diretto tra istituzioni e professionisti hanno confermato l’evento come punto di riferimento per la community della prevenzione incendi. L’appuntamento è ora a settembre del prossimo anno con Safety Expo - sicurezza sul lavoro”.
Safety Expo - Prevenzione Incendi è organizzato da Epc Periodici in collaborazione con la rivista Antincendio e l’Istituto Informa che lavorano in sinergia per costruire una cultura della sicurezza e della prevenzione.
(Adnkronos) - "La Dop Economy come motore di sviluppo e come ombrello sotto il quale racchiudere strategie di promozione, comunicazione e divulgazione delle eccellenze produttive campane e italiane”. È il messaggio lanciato da Chiara Giovoni, esperta di marketing e comunicazione, che ha coordinato il tavolo dedicato alla Dop Economy e al Made in Campania all’interno di Campania Mater, la due giorni per l’agricoltura promossa dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, guidato da Nicola Caputo, e ospitata al Palazzo Reale di Napoli.
“Abbiamo raccontato la straordinaria biodiversità della Regione Campania – ha spiegato Giovoni – un patrimonio unico che si traduce in 55 riconoscimenti tra Dop e Igp. Non è solo una questione di etichette certificate, ma soprattutto di filiere produttive, valore imprenditoriale e visione futura, capace di fare sistema per portare i prodotti campani sui mercati internazionali”.
Al tavolo hanno preso parte imprenditori di primo piano e con fatturati rilevanti, a conferma della forza del sistema economico regionale: Giuseppe Di Martino (Pastificio Di Martino), Raffaele Garofalo (Fattorie Garofalo), Piero Mastroberardino (Mastroberardino Società Agricola), Rosario Rago (Rago Società Cooperativa Agricola), Armando De Nigris (Acetificio De Nigris), Cosimo Rummo (Pastificio Rummo), Antimo Caputo (Mulino Caputo), Giovanni De Angelis (direttore generale Anic), Salvatore Schiavone (direttore Ufficio ICQRF Campania e Molise), e Luciano D’Aponte (dirigente UOS Valorizzazione prodotti agroalimentari).
Ma Giovoni ha voluto sottolineare anche il ruolo delle realtà più piccole: “Le imprese familiari, che fino a 15 anni fa operavano solo a livello locale, oggi – grazie a qualità e visione – sono arrivate su palcoscenici internazionali. Questo deve essere uno stimolo per le aziende di dimensioni ridotte: aprirsi, fare rete e non chiudersi in se stesse è la chiave per crescere”.
Un approccio, ha aggiunto, ancora più urgente in un contesto globale segnato da tensioni economiche: “Chi resta isolato rischia di indebolirsi. È fondamentale aderire ai consorzi, stimolare attività condivise e creare connessioni. La Regione Campania, attraverso l’Assessorato all’Agricoltura, ha dimostrato di essere al fianco delle imprese, fornendo strumenti concreti e sostenendo le politiche europee che promuovono i prodotti su mercati lontani e strategici”.
Un forte richiamo, dunque, a fare squadra, valorizzando la ricchezza delle produzioni e la capacità del territorio di raccontarsi attraverso le proprie eccellenze: una leva competitiva decisiva per costruire il futuro dell’agroalimentare campano.
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(Adnkronos) - Il 4 ottobre 2025 alle ore 11:00, in contemporanea in oltre 20 Comuni italiani, i docenti dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi terranno lezioni pubbliche in presenza aperte alla cittadinanza. Nasce così 'Il sapere è di tutti-Una lezione in piazza', un’iniziativa culturale nazionale che valorizza il territorio come ponte di cultura e dialogo. UniMarconi, primo ateneo digitale riconosciuto dal MUR, porta nel proprio Dna la missione di rendere la formazione di qualità inclusiva, democratica e accessibile a tutti. Se la dimensione digitale consente ogni giorno di abbattere le distanze, il 4 ottobre l’università sceglie di incontrare direttamente le comunità, trasformando le piazze in luoghi di sapere vivo, partecipato e condiviso.
Le lezioni affronteranno i temi che segnano il nostro tempo, dall’innovazione tecnologica alle sfide sociali, dal patrimonio artistico alla sostenibilità , con un linguaggio e un approccio aperto al dialogo. Non solo formazione, dunque, ma un invito alla partecipazione, alla riflessione comune, alla crescita collettiva.
Il presidente di UniMarconi, Alessio Acomanni, commenta: "Questa iniziativa incarna pienamente la missione che il nostro Ateneo porta avanti da oltre vent’anni, garantire una formazione inclusiva e di qualità, capace di unire l’Italia da Nord a Sud. Con Il sapere è di tutti vogliamo ribadire che la conoscenza non è un privilegio, ma un diritto di tutti. Portare lezioni pubbliche e gratuite in oltre 20 Comuni significa dare voce a una comunità del sapere che avvicina persone e territori". Dal digitale alle piazze: con Il sapere è di tutti, UniMarconi firma una grande iniziativa culturale nazionale, che unisce città e comunità in una lezione collettiva.
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(Adnkronos) - Il 22° Convegno del Codau, il Convegno dei Direttori Generali delle Amministrazioni Universitarie, si è aperto oggi con la seconda giornata con un focus sul ruolo strategico della ricerca e delle infrastrutture universitarie nel plasmare il futuro del sistema accademico italiano. Tra i protagonisti dell’evento, Antonio Zoccoli, Presidente della Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), ha sottolineato l’importanza delle infrastrutture di ricerca per rafforzare la competitività delle università italiane e attrarre giovani talenti, sia dall’Italia che dall’estero. “Siamo qui al CoDAU per confrontarci sul ruolo delle infrastrutture di ricerca, un tema cruciale dopo gli ingenti investimenti del PNRR”, ha dichiarato Antonio Zoccoli durante la tavola rotonda dedicata. “La domanda chiave è: quale sarà il ruolo di queste infrastrutture nei prossimi anni? Devono servire a portare la ricerca a livelli più alti e a rendere le nostre università competitive, attirando giovani ricercatori italiani e stranieri”.
Il Presidente ha evidenziato come gli investimenti del PNRR abbiano rappresentato un’opportunità senza precedenti per potenziare le infrastrutture di ricerca, ma ha posto l’accento sulla necessità di una visione strategica per il futuro. “Le infrastrutture non sono solo strumenti tecnici, ma pilastri per elevare la qualità della ricerca e rendere il nostro sistema universitario un punto di riferimento globale”, ha aggiunto. Il CoDAU 2025 si conferma una luogo di dialogo fondamentale, dove il confronto tra enti di ricerca, università e personale amministrativo traccia la rotta per un sistema accademico capace di rispondere alle sfide globali. Le parole del Presidente Zoccoli sottolineano l’urgenza di investire non solo in strutture, ma anche in politiche che favoriscano l’attrazione e la formazione dei giovani, rendendo l’Italia un polo di eccellenza nella ricerca internazionale.
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(Adnkronos) - Innalzamento delle misure di sicurezza per la premier Giorgia Meloni e e i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. E' quanto è stato deciso questa mattina al termine di una riunione tecnica in prefettura a Roma.
Dopo l'omicidio di Charlie Kirk il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, alla luce del clima di tensione in Italia e nel contesto internazionale e per le ricorrenti minacce rivolte nei confronti di alcuni esponenti istituzionali, aveva infatti dato l'indicazione ai tecnici del Viminale di verificare ed eventualmente aggiornare, rafforzandoli, i livelli di protezione delle personalità politiche e istituzionali del Paese.
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(Adnkronos) - "Putin mi ha veramente deluso". E' quanto ha ripetuto il presidente americano Donald Trump parlando in conferenza stampa dai Chequers di fianco al premier britannico Keir Starmer. "Mi ha davvero deluso... vedremo come andrà a finire", ha ammesso, ricordando di aver risolto "sette guerre", ma non ancora quella che riteneva più semplice proprio a causa del rapporto privilegiato con il leader russo.
Proprio oggi il presidente russo Putin ha annunciato che sono "più di 700mila i soldati russi che combattono al fronte" in Ucraina.
Starmer: "Riconoscimento Palestina nel contesto di un accordo di pace"
Il riconoscimento della Palestina che il Regno Unito si accinge ad annunciare, ha detto il premier britannico, deve essere inteso in un contesto di "un piano di pace" e della soluzione dei due Stati. Starmer ha spiegato di aver discusso oggi con Donald Trump, privatamente, della questione trovandosi "assolutamente d'accordo sulla necessità della pace e di una roadmap perché la situazione a Gaza è intollerabile". "Io non sono d'accordo con Starmer su questo", ha chiosato Trump riferendosi al riconoscimento della Palestina, aggiungendo che si tratta "in effetti di uno dei nostri pochi disaccordi".
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(Adnkronos) - Con la discesa delle temperature "iniziano ad emergere alcuni rischi per il corpo umano e dal punto di vista infettivo si vedono le prime infezioni delle vie respiratorie. Accade infatti che il raffreddamento delle mucose - che agiscono come barriera naturale che impedisce a corpi estranei e agenti patogeni di penetrare nell'organismo - riduce la loro idratazione e gli agenti patogeni hanno più possibilità di penetrare e scatenare un'infiammazione. In risposta, il corpo aumenta la produzione di muco per allontanare i germi. Se questa protezione non è sufficiente, si attivano anche le cellule di difesa dell'organismo che combattono virus e batteri. Ma il freddo può intaccare anche l'efficienza delle ciglia sulle mucose: se non 'spazzolano' perché bloccate, accade che i patogeni hanno accesso libero alle vie respiratorie. Ed ecco che con i primi freddi arrivano anche gli starnuti, un primo segnale d'allarme". Lo spiega all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali).
Cosa fare? "Contro l'influenza va fatto il vaccino", risponde Andreoni, che consiglia "per i soggetti più fragili anche l'uso della mascherina: è una barriera fisica, virus e batteri devo 'sudare' per farcela". Chi rischia di più quando il termometro va giù? "Chi soffre di disturbi cardiovascolari: il freddo - avverte - può mettere a dura prova il loro cuore che deve aumentare la propria attività nel produrre calore all'organismo. Quindi cardiopatici e poi anche chi ha problemi a livello vascolare: il freddo potrebbe peggiorare il quadro clinico".
Gli integratori di vitamina C possono aiutare? "Con una dieta ricca di frutta, verdura e proteine abbiamo tutti i sali e le vitamine che ci servono - precisa Andreoni - Certamente una mancanza di sali minerali e vitamine influisce negativamente sulla nostra immunità e nella capacità di 'difenderci'. Il consiglio di integrare vale per chi non ha una alimentazione equilibrata".
Leggi tutto: Salute, con calo termico prime insidie, ecco perché il freddo favorisce virus e batteri
(Adnkronos) - Per la sclerosi multipla diagnosi sempre più rapide, accurate e basate sulle evidenze biologiche. E' la promessa dei nuovi criteri McDonald pubblicati su 'The Lancet Neurology', aggiornamenti che per l'Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e la sua Fondazione Fism segnano "un cambiamento profondo nella pratica clinica" contro la malattia neurodegenerativa.
Le nuove modifiche ai criteri McDonald, che ampliano quelli del 2017 - spiega l'Aism - puntano a ridurre ulteriormente i tempi di diagnosi: da una media di 4 anni nel 2001 si è passati oggi a pochi mesi. I criteri, riferimento internazionale dal 2001, vengono aggiornati con indicazioni specifiche per bambini e adulti over 50, semplificando l'interpretazione degli esami (in particolare della risonanza magnetica) e introducendo strumenti diagnostici più economici e meno invasivi, utili anche nei contesti con risorse limitate. La revisione è frutto del lavoro di un comitato internazionale di 56 esperti da 16 Paesi, con competenze multidisciplinari. Oltre ai dati scientifici, il gruppo ha considerato anche ciò che conta davvero per chi vive la malattia: ridurre l'incertezza, migliorare l'accesso alle cure e valorizzare la qualità della vita. L'opera di aggiornamento è stata coordinata dall'International Advisory Committee on Clinical Trials in Multiple Sclerosis, di cui Aism con la sua Fondazione Fism fa parte, organismo scientifico sostenuto dalla National Multiple Sclerosis Society statunitense e dall'Ectrims, European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis.
Aism e Fism - si legge in una nota - accolgono con favore l'aggiornamento dei criteri McDonald e si impegnano a favorire l'adozione consapevole dei nuovi criteri nella pratica clinica italiana, attraverso iniziative di formazione, confronto e collaborazione con i professionisti sanitari, affinché ogni persona possa accedere a una diagnosi chiara tempestiva e accurata, ovunque si trovi. "I nuovi criteri rappresentano un cambiamento concreto nella diagnosi della sclerosi multipla (Sm): sono più sensibili e permettono un accesso più rapido alle cure, soprattutto nei casi più gravi. Resta fondamentale il ruolo del clinico, che interpreta i dati e distingue la Sm da altre patologie simili. Una diagnosi tempestiva consente di iniziare subito i trattamenti efficaci, migliorando in modo significativo il decorso della malattia e offrendo alle persone la possibilità di affrontarla con maggiore consapevolezza per il proprio futuro", dichiara Mario Alberto Battaglia, presidente Fism. "Come Aism - aggiunge Paola Zaratin, direttore Ricerca scientifica dell'associazione - ci impegniamo affinché questi aggiornamenti vengano recepiti nella pratica clinica italiana, perché ogni giorno perso nella diagnosi è un giorno perso nella possibilità di prevenire la progressione di malattia".
Sono 2,8 milioni le persone con sclerosi multipla nel mondo, ricorda l'Aism. In Italia la malattia colpisce oltre 144mila persone, con 1 nuova diagnosi ogni 3 ore. La Sm è la prima causa di disabilità neurologica nei giovani adulti dopo i traumi e interessa soprattutto le donne, con un'incidenza doppia rispetto agli uomini.
Le revisioni dei criteri McDonald - illustra la nota - si articolano in 3 ambiti principali: il rafforzamento delle basi biologiche della malattia, la semplificazione del percorso diagnostico e l'aumento della precisione nella diagnosi. Con l'aggiornamento viene riconosciuta la possibilità di diagnosticare la sclerosi multipla anche in presenza della sindrome radiologicamente isolata (Ris), osservata in persone senza sintomi clinici tipici della malattia, ma che presentano danni alla sostanza bianca del sistema nervoso centrale rilevate attraverso risonanza magnetica (Rm). Inoltre, non è più necessario dimostrare che le lesioni si siano formate in momenti diversi (la cosiddetta disseminazione nel tempo, Dit); ora è sufficiente rilevare lesioni in almeno 2 delle 5 aree principali del sistema nervoso central (disseminazione nello spazio, Dis).
Ancora, il nervo ottico misurato con tomografia a coerenza ottica (Oct) per valutarne lo spessore entra ufficialmente tra le sedi anatomiche considerate per la diagnosi. Inoltre, viene introdotta la misurazione sul liquido spinale delle catene leggere kappa (kFLCs). Nei pazienti sopra i 50 anni, con fattori di rischio vascolare come ipertensione, diabete, colesterolo alto, fumo o disturbi da cefalea, è consigliato l'uso di criteri aggiuntivi per confermare la diagnosi. Anche nei bambini e negli adolescenti, per garantire una diagnosi corretta, sono indicati esami di laboratorio supplementari.
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(Adnkronos) - Ogni anno in Europa si registrano circa 400mila arresti cardiaci extraospedalieri, di cui 60mila solo in Italia. "La velocità dei soccorsi in caso di arresto cardiaco è vitale perché la possibilità di sopravvivenza diminuisce del 10% per ogni minuto che passa e per questo è essenziale, oltre a una rapida attivazione del 112, insegnare a quante più persone possibili le manovre salvavita come il massaggio cardiaco e l'utilizzo del defibrillatore", ricorda Andrea Scapigliati, presidente di Italian Resuscitation Council (Irc). "L'Italia - aggiunge - con l'esemplare legge 116 entrata in vigore nel 2021, si sarebbe già potuta dotare degli strumenti necessari per realizzare tutto questo: è un vero peccato che, a 4 anni di distanza dall'approvazione definitiva della legge, dell'applicazione nazionale ancora non si sappia nulla e che siano pochissime le Regioni che se ne siano dotate. Ricordiamoci che l'intervento di chiunque sia accanto alla vittima di arresto è l'anello fondamentale nella catena dei soccorsi. Guidati al telefono dagli operatori del 112 e del 118, i soccorritori occasionali possono infatti già eseguire il massaggio cardiaco e utilizzare il Dae accorciando i tempi di intervento e contribuendo più di ogni altra cosa alla sopravvivenza di chi è colpito da arresto cardiaco".
Per sensibilizzare su questi temi, Irc promuoverà tra il 13 e il 19 ottobre 'Viva! La settimana della rianimazione cardiopolmonare', con decine di eventi gratuiti e aperti al pubblico in tutta Italia in cui ci saranno dimostrazioni pratiche di primo soccorso insieme ad attività ludico-educative e informative pensate anche per i più giovani. L'iniziativa ha il patrocinio di Senato, Camera, ministeri per lo Sport e i Giovani e dell'Istruzione e del Merito, Sport & Salute.
Il più grande studio in Europa sugli arresti cardiaci, 'EuReCa Three' pubblicato su 'Resuscitation' - riporta l'Irc in una nota - ha analizzato oltre 45mila casi di arresto cardiaco extra-ospedaliero in 28 Paesi europei e ha evidenziato che la sopravvivenza media all'arresto cardiaco è del 7,5%. L'Italia fa registrare una percentuale leggermente inferiore, pari al 6,6%, calcolata tuttavia su un campione di piccole dimensioni (4.047 casi) e meno rappresentativo della situazione generale italiana. Alla raccolta dei dati ha lavorato anche l'Irc, società scientifica che riunisce in Italia medici, infermieri e operatori esperti in rianimazione cardiopolmonare. "In Italia non è ancora disponibile su scala nazionale uno strumento prezioso che potrebbe incrementare la tempestività della catena dei soccorsi, ovvero l'applicazione nazionale per cellulari, prevista dalla legge 116 del 2021, che censisce e geolocalizza i defibrillatori automatici esterni (Dae) installati sul territorio, e consente anche ai soccorritori occasionali di trovarli subito in caso di emergenza e di utilizzarli sulla base delle indicazioni ricevute al telefono dagli operatori del 118, in attesa dell’arrivo dei soccorsi", segnala l'Irc.
Secondo Federico Semeraro, presidente di European Resuscitation Council (Erc) e coordinatore della ricerca in Italia, "i risultati italiani, come il tasso di ripristino della circolazione spontanea significativamente inferiore alla media europea, pongono l'intero Servizio sanitario nazionale di fronte a una sfida importante e a un'opportunità di miglioramento basata su solide evidenze scientifiche. E' fondamentale investire nella formazione del personale, nell'ottimizzazione dei tempi di risposta e nel miglioramento della qualità delle manovre rianimatorie per colmare questo divario e garantire alle persone in Italia le stesse possibilità di sopravvivenza dei loro concittadini europei. Diventa inoltre strategico attivare un registro nazionale degli arresti cardiaci che possa misurare in modo più fedele la realtà di ogni regione. I dati di 'EuReCa Three' sono stati raccolti su base volontaria e rappresentano solo una minima parte del Paese. Non misurare ciò che accade in Italia ci mette nella condizione di sembrare meno performanti rispetto ai Paesi europei in cui è stato implementato un registro nazionale o regionale degli arresti cardiaci".
'Viva! la settimana della rianimazione cardiopolmonare' è giunta alla 13esima edizione e punta a diffondere la cultura del primo soccorso e insegnare le manovre salvavita, come eseguire un massaggio cardiaco o utilizzare il defibrillatore. Promossa da Italian Resuscitation Council, l'iniziativa prevede un calendario di eventi, ancora in fase di aggiornamento, che vede già coinvolte Roma, Bologna, Cagliari, Modena, Chiavari, Novara, Gela e Nuoro. Tra le attività in programma anche una maxi-formazione sull'Isola della Maddalena, in Sardegna, che coinvolgerà oltre 300 partecipanti. L'iniziativa culminerà il 16 ottobre nella Giornata internazionale della rianimazione cardiopolmonare - World Restart A Heart Day, promossa da European Resuscitation Council.
Leggi tutto: In Italia 60mila arresti cardiaci l'anno, 'legge su defibrillatori non si applica'
(Adnkronos) - Questo fine settimana i cittadini milanesi hanno un appuntamento con la salute degli occhi: da venerdì 19 a domenica 21 settembre arriva in piazza Duca d'Aosta l'EyeGloo della campagna 'Occhi secchi? Falli vedere', iniziativa di informazione sulla malattia dell'occhio secco promossa da Alcon, azienda leader nell'eye care, con il patrocinio del Comune di Milano. La struttura EyeGloo sarà dedicata alla conoscenza e allo screening di questa patologia degli occhi, con specialisti a disposizione delle persone interessate nelle 3 giornate, dalle 10 alle 19. I cittadini che visiteranno l'EyeGloo potranno ricevere una consulenza specialistica gratuita, con la possibilità di effettuare uno screening per la patologia e di ritirare del materiale informativo. Lo screening sarà effettuato tramite un insieme di esami per individuare i sintomi e i segni della malattia dell'occhio secco. Tre specialisti di riferimento a livello nazionale saranno garanti scientifici della campagna: Stefano Barabino, responsabile Centro superficie oculare e occhio secco, ospedale L. Sacco università di Milano; Antonio Di Zazzo, associato di Malattie dell'apparato visivo, università Campus Bio-Medico di Roma; Vincenzo Orfeo, responsabile Uo Oculistica, Clinica Mediterranea di Napoli.
La malattia dell'occhio secco è una patologia piuttosto comune - ricordano i promotori dell'iniziativa - legata a fattori di rischio come l'età e i cambiamenti ormonali, ma anche a diversi fattori ambientali. Bruciore degli occhi, arrossamento, prurito, irritazione, sensazione di corpo estraneo, fotofobia sono i sintomi più comuni, che possono sembrare banali e quindi vengono spesso sottovalutati o completamente ignorati, ma che per 1 italiano su 5, circa 13 milioni di persone, possono essere riconducibili a una diagnosi di questa malattia infiammatoria cronica degli occhi. "Quando sentiamo gli occhi bruciare magari non gli diamo peso, pensiamo possa essere un sintomo di poco conto. In realtà - sottolinea Barabino - potrebbe essere il segnale di un'alterazione del sistema della superficie oculare, di un'infiammazione che può cronicizzare in una malattia dell'occhio secco e peggiorare nel tempo. L'obiettivo dello screening è quello di valutare e quantificare i sintomi riportati dal paziente, analizzando contemporaneamente alcuni segni clinici di alterazione del sistema della superficie oculare, per arrivare ad una diagnosi più completa. A volte ci sono dei sintomi chiari che si riferiscono a questa malattia, altre volte questi sintomi sono più sfumati, ma è fondamentale non sottovalutarli: invito dunque tutti i cittadini milanesi a informarsi sulla malattia dell'occhio secco e a partecipare a questa iniziativa".
La malattia dell'occhio secco è una patologia che condiziona la qualità di vita di chi ne è colpito, ma che può essere trattata efficacemente - assicurano gli esperti - se diagnosticata correttamente. La scarsa conoscenza e consapevolezza su questa patologia portano spesso i pazienti a non rivolgersi in prima battuta all'oculista, ritardando così la diagnosi e la prescrizione di trattamenti mirati e specifici. Per informazioni sulla malattia dell'occhio secco e per accedere a tutte le risorse della campagna: www.occhisecchi.it.
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(Adnkronos) - Il 22° Convegno Nazionale del CoDAU, il Convegno dei Direttori Generali delle Amministrazioni Universitarie, in corso a Milano, pone al centro del dibattito la competizione e la collaborazione tra atenei italiani, con un'attenzione particolare alle risorse umane. Loredana Segreto, Direttrice Generale della Sapienza Università di Roma, ha aperto i lavori sottolineando l'importanza di strategie concrete per attrarre e trattenere talenti, in un contesto internazionale sempre più concorrenziale, valorizzando così il ruolo del CoDAU come piattaforma di analisi e azione condivisa per il futuro del sistema universitario. “Siamo a Milano per il nostro ventiduesimo convegno nazionale, ragionando su temi concreti che riguardano la competizione e la collaborazione in un regime concorrenziale delle università italiane”, ha dichiarato Segreto. “Ci soffermeremo su diversi ambiti di analisi, anche confrontandoci con il contesto internazionale, in particolare sulla nostra capacità, come sistema universitario, di attrarre e mantenere le risorse umane all’interno del nostro sistema”. L’evento si aprirà con un rapporto realizzato in collaborazione con Deloitte, che ha analizzato un campione di 15 università per identificare le competenze distintive da cercare e mantenere.
“Faremo delle analisi per capire quali sono le competenze distintive che occorre cercare e mantenere all’interno del sistema universitario”, ha proseguito la Direttrice Generale, evidenziando l’urgenza di strumenti come il welfare e lo smart working, che rappresentano elementi chiave di attenzione non solo per le università, ma per l’intera pubblica amministrazione. Segreto ha inoltre annunciato un’indagine retributiva per comprendere come rendere il sistema competitivo, non solo internamente tra atenei, ma anche rispetto ad altre pubbliche amministrazioni e al settore privato, al fine di contrastare la “fuga” del personale qualificato. “Come possiamo essere competitivi in questo sforzo comune di mantenere risorse di qualità? E come confrontarci con il mondo delle altre pubbliche amministrazioni e del privato per evitare questa cessione del nostro personale?”, ha chiesto, confermando che il confronto non si limiterà alla giornata odierna, ma proseguirà con seminari tematici durante l’anno per tradurre le analisi in azioni comuni. Il CoDAU 2025, con oltre 300 partecipanti tra direttori generali e dirigenti, si afferma come un’occasione imprescindibile per delineare un sistema universitario italiano più resiliente e attraente, capace di competere globalmente attraverso la valorizzazione delle sue risorse umane e l’innovazione gestionale, in linea con le sfide del post-PNRR e del calo demografico.
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(Adnkronos) - Il 22° Convegno Nazionale del CoDAU, in corso a Milano, rappresenta un momento di confronto cruciale tra i direttori amministrativi generali e la componente accademica delle università italiane. Al centro del dibattito, il tema della competizione e della collaborazione tra atenei, con un focus su sinergie innovative per il futuro del sistema universitario. Elena Beccalli, Rettrice dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha aperto i lavori sottolineando l'importanza di una piena integrazione tra tutte le componenti universitarie, valorizzando così il ruolo del CoDAU come piattaforma per un dialogo costruttivo e strategico. “È un’occasione particolarmente significativa quella odierna, innanzitutto perché segna un momento di collaborazione tra i direttori amministrativi generali di tutte le università italiane e la parte accademica”, ha dichiarato Beccalli. “Perché un’università moderna non può funzionare adeguatamente in assenza di una piena sinergia e collaborazione tra tutte le sue componenti. E poi, credo sia particolarmente significativo il tema messo al cuore di questa iniziativa: la competizione, perché sempre più le università italiane non solo dovranno lavorare per mettere ben in evidenza i propri punti di eccellenza, ma allo stesso tempo sono chiamate sempre più a lavorare in una logica di sinergia e di collaborazione”.
La Rettrice ha evidenziato come la competizione possa rivelarsi particolarmente promettente in ambiti come lo sviluppo di percorsi formativi congiunti o progetti di ricerca sinergici. “Sono molti gli ambiti in cui la competizione può essere particolarmente promettente: penso allo sviluppo di percorsi formativi congiunti o di progetti di ricerca sinergici in alleanza”, ha aggiunto, puntando il dito su forme innovative come il patto educativo per la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, che richiedono una collaborazione forte tra gli atenei italiani per affrontare sfide elevate. “Ma possiamo anche immaginare le forme più innovative e, in questo senso, penso al patto educativo per la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, che credo chiami a una collaborazione forte tra gli italiani, perché le sfide che dobbiamo affrontare sono particolarmente alte”. Beccalli ha concluso enfatizzando le opportunità derivate da tali sinergie: “Altrettanto importanti le opportunità che deriveranno da una sinergia su questi ambiti, ma l’idea è appunto che lavorando insieme potremo meglio integrare i metodi tradizionali di insegnamento con le nuove tecnologie e, allo stesso tempo, affrontare quel cambiamento nelle modalità di apprendimento delle nuove generazioni, che sono sempre più evidenti”.Il CoDAU 2025, con la partecipazione di oltre 300 direttori generali e dirigenti, si afferma come un evento strategico per delineare un sistema universitario italiano più coeso e innovativo, capace di competere globalmente attraverso la valorizzazione delle eccellenze e l’adozione di tecnologie emergenti, in un contesto di post-PNRR e calo demografico.
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(Adnkronos) - Nuova udienza davanti alla Prima Corte d'Assise di Roma per l'omicidio del 4 luglio 2024. "Manuela un giorno mi riferì che il suo ex la registrava, le aveva messo alcune cimici nell'auto e disse 'questo è matto se è arrivato a fare una cosa del genere'" ha riferito un testimone in aula. A processo l'imputato Gianluca Molinaro, l'uomo che quel drammatico giovedì dello scorso anno ha aperto il fuoco contro la sua ex compagna e madre di suo figlio Manuela Petrangeli uccidendola. Molinaro, in seguito all'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, stalking, detenzione abusiva di armi e in relazione a quest'ultima accusa, anche quella di ricettazione.
Il testimone aveva conosciuto la vittima nella clinica di riabilitazione, dove lei lavorava, nel 2021 quando era stato ricoverato in seguito a un incidente. "Eravamo diventati amici, sapevo che con il suo ex si erano lasciati. Poi di punto in bianco mi disse che non dovevamo più sentirci, non so perché" ha aggiunto il teste.
Le testimonianze di amici e colleghi dell'imputato
Nel corso dell'udienza sono stati sentiti alcuni colleghi e conoscenti dell'imputato, che oggi ha rinunciato a comparire in aula per essere ascoltato. "Aveva spesso pensieri di gelosia e raccontava di un'infedeltà da parte dell'ex", ha riferito uno dei testimoni chiamati in aula. Uno di loro ha ricordato una 'fissazione' particolare di Molinaro per un allenatore di calcio e in aula è stato letto un messaggio che l'imputato scrisse il 28 marzo 2024: "So' nervoso da morì, vado all'allenamento e se oggi si avvicina va a finire male". A uno dei testimoni sentiti, conosciuto in palestra, Molinaro chiese un giorno "il favore" di passare sotto casa dell'ex per vedere se ci fosse parcheggiata una moto o una macchina, "ma io non l'ho fatto", ha detto il teste. "Anche i testi di oggi hanno confermato le condotte contestate, durate per circa due anni e mezzo tra il 2021 e 2024" afferma l'avvocato Carlo Testa Piccolomini, legale di parte civile, insieme alla collega Mascia Cerino, della famiglia e del figlio minore della vittima.
I messaggi audio
Alla prossima udienza del 16 ottobre verranno fatti ascoltare in aula i messaggi audio fra l'imputato e la vittima. "Sarà importante ascoltare ulteriori file audio, che sono stati selezionati anche da noi parti civili, distribuiti nel tempo e che danno veramente l'idea della gravità delle condotte persecutorie, delle minacce e della continua denigrazione ai danni della povera Manuela” conclude il legale.
(Adnkronos) - Il 22° Convegno Nazionale del CoDAU, la Conferenza dei Direttori Generali delle Amministrazioni Universitarie, si è aperto oggi a Milano con un’edizione storica: per la prima volta ospitato in collaborazione tra l’Università Bocconi e l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Al centro dei lavori, il tema della competizione e della collaborazione tra atenei, essenziale per il sistema universitario italiano in un’epoca di trasformazioni digitali e geopolitiche. Riccardo Taranto, Consigliere Delegato dell’Università Bocconi, ha espresso grande apprezzamento per l’evento, sottolineando l’importanza di un approccio sinergico per superare le sfide contemporanee.
“Il convegno è stato un bello sforzo organizzativo, un piacere poter ospitare a Milano per la prima volta il CoDAU insieme all’Università Bocconi e all’Università Cattolica, e è molto importante l’argomento: la competizione come le università e il sistema universitario debbano da un lato competere ma dall’altro collaborare”, ha dichiarato Taranto. “Nella realtà di oggi questo è indispensabile, fondamentale. Senza uno sforzo congiunto non ci si possono permettere gli impegni che dobbiamo affrontare: le sfide dell’intelligenza artificiale, la sfida dell’internazionalizzazione e la sfida di un cambiamento geopolitico molto evidente, che permette forse di avere anche delle opportunità in questo senso”.
Le parole di Taranto evidenziano come la competizione non debba essere intesa come rivalità fine a se stessa, ma come un motore per l’innovazione, integrato da collaborazioni strategiche che permettano agli atenei di affrontare temi critici come l’AI e l’internazionalizzazione. In un contesto post-PNRR e di calo demografico, questa sinergia diventa cruciale per cogliere opportunità geopolitiche e mantenere la competitività del sistema universitario italiano a livello globale.
Il CoDAU 2025, con oltre 300 partecipanti tra direttori generali, dirigenti e rappresentanti accademici, rappresenta un’occasione unica per delineare strategie condivise che rafforzino il ruolo delle università come pilastri dello sviluppo nazionale, promuovendo un equilibrio tra competizione e alleanze per un futuro sostenibile e innovativo.
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(Adnkronos) - “Il ceto medio è una priorità, ci vogliamo muovere per la fascia 28-50mila euro portando l’aliquota dal 35 al 33% ed eventualmente allargarci sino ai 60mila euro" un intervento che complessivamente "interesserebbe 13,6 milioni di contribuenti" e "quindi ha esigenze” da soddisfare in materia di conti pubblici. Così il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, nel suo intervento a Tele Fisco, organizzato dal Sole 24 Ore, affermando che a questo intervento si potrebbe “aggiungere il meccanismo di rivalutazione delle detrazioni in relazione alla composizione del nucleo familiare”, perché sono “temi da trattare un po’ congiuntamente”.
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(Adnkronos) - "Il Salone Nautico di Genova deve diventare il primo Salone al mondo". Lo ha detto il presidente della Regione Marco Bucci alla cerimonia di inaugurazione del 65esimo Salone Nautico Internazionale. Bucci, alla nona edizione, prima da sindaco, poi da presidente della Regione, ha detto di essere ogni anno emozionato, "Perché il mare è una componente fondamentale del nostro modo di vivere", ha detto. "Io ho la stessa età del Salone, 65 anni, la mia prima volta è stata quando avevo dieci anni e da lì ho desiderato di andare per mare". Sul futuro, Bucci ha sottolineato che quello genovese è al momento il terzo Salone Nautico al mondo, ma l'obiettivo è raggiungere il primato. "Ringrazio Confindustria Nautica perché il Salone è riuscito a raggiungere vette che nessuno immaginata. Abbiamo investito tanto in questi anni, in termini di design, intelligenza, visione e accoglienza, vogliamo che si continui a investire, il Salone di Genova deve diventare il primo salone al mondo, questa è la sfida che lanciamo oggi".
"Vogliamo essere i primi. Vogliamo lavorare, vogliamo tirarci su le maniche per essere i primi. Abbiamo la miglior struttura, la migliore infrastruttura, un posto fantastico, aziende che sono numero uno al mondo". ha dtto il presidente della Regione Liguria. "Le nostre barche sono la bandiera del Made in Italy, lo stile, l'innovazione, il modo di lavorare, le persone, la ricaduta economica sono un segnale importante e vogliamo essere i primi. Queste barche, - continua Bucci - questi imprenditori, questi operatori tutti quelli che ci lavorano si meritano di avere il primo salone al mondo".
L'accessibilità del porto di Genova? "E' un problema che va risolto, che deve essere risolto. Ci sono tutti i progetti per risolvere il problema dell'accessibilità", conclude Bucci.
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(Adnkronos) - La vicenda del bimbo di 7 anni precipitato da una balaustra in una scuola di Genova riporta alla memoria quella di Leonardo, morto a cinque anni e mezzo dopo una caduta nella tromba delle scale all’istituto Giovanni Battista Pirelli di via Goffredo da Bussero a Milano.
Era la mattina del 18 ottobre 2019. Il bimbo, che frequentava la prima elementare, ha chiesto alla maestra di poter andare in bagno. Si è alzato, ha lasciato la classe e si è diretto ai servizi. Una volta fuori, anziché tornare in aula, ha preso una sedia con le ruote lasciata incustodita nel corridoio, l’ha avvicinata alla balaustra delle scale e ci è salito sopra. Attratto forse dal vociare di altri bambini al piano di sotto, si è sporto, precipitando dal secondo piano a quello interrato. Un volo di oltre dieci metri che gli è stato fatale: immediatamente soccorso, era stato portato d’urgenza in gravissime condizioni all’ospedale di Niguarda, dove è morto pochi giorni dopo.
Sulla vicenda la procura di Milano aveva aperto un’indagine per omicidio colposo nei confronti di tre persone, la maestra d’italiano che stava facendo persone, la collega di sostegno che si trovava sulla porta dell’aula quando Leonardo era uscito e la bidella, che ha patteggiato una pena di due anni.
Assolte invece la maestra di sostegno, che aveva scelto il rito ordinario, e quella di italiano, condannata in abbreviato e poi assolta in appello.
Se l'insegnante non ha messo in atto le cautele affinché il piccolo fosse affidato a una bidella per accompagnarlo in bagno e poi farlo rientrare in classe, dimostrando quindi una "imprudenza grave", dall'altra parte - scrivevano i giudizi della quinta sezione della corte d’Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza - non può essere ritenuto sussistente con certezza il nesso di causalità tra l'iniziale condotta colposa ed omissiva" della docente e "l'evento luttuoso che è seguito".
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(Adnkronos) - Si chiama 'Fly me to the Moon – Futuri in arrivo', ed è una serie podcast in otto puntate (audio e video) prodotta da Mundys per raccontare idee, persone e visioni che stanno trasformando il nostro tempo. I temi su cui si focalizza la serie spaziano dal futuro della smart mobility all’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla nostra vita quotidiana; dal futuro dell’alimentazione ai progressi nel campo della genetica, fino alle innovazioni in campo aerospaziale e scolastico.
Ogni episodio (di durata variabile tra i 30 e i 50 minuti) è registrato all’interno dell’Innovation Hub dell’aeroporto di Fiumicino: il primo acceleratore di startup in Europa nel cuore di un aeroporto, gestito da Aeroporti di Roma e tra i luoghi-simbolo del concetto di innovazione all’interno del Gruppo Mundys.
L’obiettivo del progetto è duplice. Da un lato, valorizzare figure che, pur non essendo necessariamente note al grande pubblico, possano offrire storie di particolare interesse, originalità e credibilità. Persone che abbiano saputo costruire un percorso distintivo e che, attraverso esperienze professionali o personali, rappresentino un punto di riferimento capace di generare ispirazione. Ma anche affermare Mundys come punto di riferimento nel dibattito sull’innovazione in senso ampio, rivolgendosi a un pubblico più generalista con l’obiettivo di intercettare anche i giovani, esplorando linguaggi e modalità di storytelling più contemporanee e trasversali.
I podcast, che saranno pubblicati sulle principali piattaforme di ascolto e distribuzione oltre che sui canali digital e social del Gruppo, a partire dal sito web in una pagina speciale dedicata al progetto (flymetothemoon.mundys.com), rappresentano un viaggio nel cuore dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale. Episodio dopo episodio, voci di esperti, visionari e protagonisti del cambiamento raccontano – durante delle vivaci interviste in cui raccontano la propria appassionata e competente visione sul tema di volta in volta approfondito, come le tecnologie stiano rivoluzionando il modo in cui ci muoviamo, lavoriamo e viviamo le città.
Particolare attenzione è stata riservata alla trasversalità dei settori rappresentati, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra esperienze e competenze differenti. La diversità costituirà un principio guida imprescindibile, assicurando pluralità di prospettive e inclusività nei contenuti proposti per l’ascolto al grande pubblico.
Il format intende così configurarsi come una piattaforma di riferimento e contemporanea, capace di rafforzare il concept e di restituire al pubblico storie di valore, generando riflessione e ispirazione sul vasto mondo dell’innovazione. Il primo ospite sarà Padre Paolo Benanti, il frate francescano, teologo, filosofo ed eticista italiano, noto per i suoi studi di bioetica ed etica delle tecnologie, con particolare focus su intelligenza artificiale, biotecnologie e neuroscienze. L’episodio di 'Fly me to the Moon' con Padre Benanti, famoso anche per aver inventato il concetto di algoretica per considerare l’etica negli algoritmi e destinato a diventare una bussola per orientarsi nel mondo digitale che ci attende – si concentra sull’Intelligenza Artificiale e sul grande interrogativo che la accompagna: ovvero temere o accogliere questa nuova rivoluzione tecnologica.
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(Adnkronos) - Cibo, longevità, studi scientifici che legano fertilità, salute del mare, pesca sostenibile e dieta mediterranea come patrimonio vivo e universale. Questo l'universo di Sara Roversi, presidente del Future food institute (Ffi) e fondatrice del Paideia Camp che, in occasione Climate Week Nyc 2025, incontro globale dedicato all’azione climatica, metterà in evidenza come il cibo, la cultura e il patrimonio vivente possano agire come leve trasformative per affrontare la crisi climatica e plasmare un futuro più resiliente e pacifico. In un momento in cui le crescenti emergenze climatiche e l’insicurezza alimentare minacciano persone e pianeta, Ffi considera la Climate Week come un momento di bilancio: per valutare i progressi, rinnovare gli impegni e creare nuove alleanze per un cambiamento sistemico.
"Come Future food institute - spiega all'Adnkronos/Labitalia - parlerò del modello Pollica 2050 e del Future Lands, che trasforma territori marginali e ad alto potenziale in hub bioregionali di resilienza, co-progettati con governi locali, società civile e istituzioni scientifiche. Il Future food institute presenta appunto Pollica come laboratorio vivente e hub di innovazione futura".
"Oltre la nutrizione - afferma - la Dieta mediterranea rappresenta un quadro culturale, ecologico e di longevità: un modello concreto per salute, resilienza climatica e sicurezza alimentare. Con il Longevity Algorithm e i progetti Lafa e Hohli, in sinergia con la 1.5°C Global Roadmap della Fao, Pollica guida la cooperazione globale su agricoltura rigenerativa, sicurezza nutrizionale e politiche alimentari sostenibili. Attraverso Lafa, con un’analisi approfondita degli stili di vita e delle abitudini alimentari, stiamo sviluppando un autentico 'algoritmo della longevità e della fertilità'. Non solo questo progetto favorisce vite più sane e longeve, ma evidenzia la profonda connessione tra la salute degli ecosistemi e quella umana. Il nostro obiettivo è rendere questo modello un punto di riferimento per decisori politici e nuove generazioni, affinché i principi delle nostre comunità emblematiche possano ispirare soluzioni globali e trasformare la sostenibilità in un valore condiviso universalmente".
"Presenterò manifesti e framework - sottolinea - pensati per accelerare la transizione, fondati sui principi di ecologia integrale, educazione e cooperazione. Tra questi il Regen Cities Manifesto, sviluppato con Tokyo Tatemono, che propone un nuovo paradigma per progettare le città come ecosistemi di vita, integrando cibo, cultura, ecologia e partecipazione civica. In parallelo, verrà celebrato il 15° anniversario della Dieta Mediterranea come modello vivente di cultura e sostenibilità, mentre le nuove generazioni avranno un ruolo da protagoniste attraverso il programma Climate Shapers. Insieme, queste iniziative riaffermano l’impegno di Ffi alla Climate Week Nyc: allineare tradizione, innovazione e leadership giovanile nella creazione di soluzioni sistemiche per clima, salute, sicurezza alimentare e pace".
"Il cibo - avverte - non riguarda solo ciò che mangiamo: è il tessuto connettivo tra clima, salute, pace e cultura. Alla Climate Week vogliamo sottolineare che il momento del cambiamento è ora, e che ripensare i sistemi alimentari è una delle leve più immediate e di impatto per garantire la salute del pianeta e la sicurezza delle persone. In particolare stiamo lavorando su due progetti: uno con l'Università di Salerno e uno con l'Università della Basilicata. Entrambi hanno come territorio di sperimentazione di studio e ricerca proprio Pollica".
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