(Adnkronos) - “In tema di riduzione del danno da tabacco, ritengo che l’Oms, selezionando le reference e interpretando la scienza, stia dando una visione non del tutto corretta delle evidenze. Come unico paradigma possibile, infatti, considera l’astinenza” da qualsiasi prodotto contenente nicotina, “un approccio che ha terribili conseguenze per milioni di fumatori che altrimenti potrebbero sostituire le tradizionali sigarette con altri prodotti. È nostro compito, dei ricercatori e degli scienziati, portare evidenze trasparenti e comunicarle con chiarezza e onestà”. Così Riccardo Polosa, professore di medicina interna all’università di Catania e fondatore del Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla riduzione del danno da fumo (CoHEAR), intervenendo ai lavori del Global Forum on Nicotine (Gfn), il convegno internazionale, in svolgimento a Varsavia, che riunisce esperti di tutto il mondo per confrontarsi sul ruolo dei prodotti contenenti nicotina nell'aiutare i fumatori ad abbandonare le sigarette tradizionali.
Entrando poi nello specifico, una delle affermazioni portate avanti dall’Oms e proposte per la discussione nel panel, recita che ‘Le evidenze dicono che i prodotti che sostituiscono le sigarette tradizionali sono dannosi per la salute e non sicuri’. A questa osservazione Polosa risponde: “Le evidenze disponibili ad oggi dicono esattamente l’opposto. L’affermazione potrebbe essere corretta ma solo in parte, perché ciò a cui bisogna guardare in un’ottica di riduzione del danno è se le alternative sono meno dannose oppure no se confrontate con la nocività del fumo di sigaretta tradizionale. L’unica maniera per sapere il rischio assoluto e cosa succederà tra 20/30 anni a chi sceglie i prodotti che sostituiscono le sigarette è studiare solo chi svapa o usa prodotti a tabacco riscaldato senza aver mai fumato prima sigarette tradizionali”, spiega.
Al professore italiano fa eco Roberto A. Sussman, ricercatore senior e docente all'Istituto di Scienze nucleari dell'università nazionale del Messico, che, riflettendo sulla Convenzione quadro per la lotta al tabacco (Fctc), osserva: “Fu il primo trattato internazionale sul tema ed è stato una grande vittoria al tempo. Questo però accadeva vent’anni fa, le cose nel frattempo sono cambiate ma la narrativa e il paradigma sono rimasti gli stessi. Ci sono ancora oltre un miliardo di fumatori al mondo. La messa al bando di questi prodotti, inoltre, rischia di alimentare anche fenomeni più preoccupanti come il contrabbando: “In Messico, dove lo Stato cerca di limitarli, c’è un’enorme distribuzione da parte dei cartelli, con conseguenze sulla sicurezza di quello che i cittadini che si rivolgono al mercato nero consumano”, conclude Sussman.
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(Adnkronos) - Cali di pressione in agguato con il grande caldo. Pallore improvviso, sudori freddi, mal di testa con giramenti e vertigini, spossatezza diffusa fino allo svenimento: segni di 'collasso' da non sottovalutare, che possono presentarsi anche e soprattutto negli ipertesi in terapia. Lanciano l'alert i farmacisti: "Durante il periodo estivo, con il sopraggiungere delle temperature molto elevate, turisti e residenti si rivolgono spesso alla farmacia per la misurazione della pressione sanguigna, colti da malessere - riferisce Elena Vecchioni, presidente di Federfarma Verona - Nella maggior parte dei casi si tratta di ipotensione transitoria che può essere risolta con l'ausilio di un integratore salino. Nei casi più complessi si consiglia di consultare il proprio medico di medicina generale".
Si parla di pressione bassa quando i livelli sono al di sotto di quelli medi, ovvero 110-120 mmHg (millimetri di mercurio) di pressione massima (sistolica) e 70-80 mmHg di minima (diastolica), spiegano le 'croci verdi'. Con il caldo, in particolare con i picchi estremi, la pressione arteriosa si abbassa a seguito dell'aumento della temperatura che provoca la dilatazione dei vasi sanguigni. I disturbi dell'ipotensione possono manifestarsi con particolare evidenza in presenza di forte umidità atmosferica, durante sforzi prolungati come allenamenti sportivi o passeggiate sotto il sole cocente. In caso di sincope, i farmacisti raccomandano di chiamare immediatamente il 118 e di far stendere subito la persona svenuta, sollevandole le gambe affinché il sangue fluisca verso la regione cerebrale.
Molti farmaci - ricordano gli esperti - possono indurre ipotensione come effetto collaterale o principale. Tra questi, alcuni dei più comuni sono i medicinali per l'ipertensione (come i diuretici, i betabloccanti, gli Ace inibitori e i sartani), i farmaci antipsicotici, alcuni antidepressivi (come i triciclici), i farmaci anti-Parkinson e alcuni per la disfunzione erettile. "Durante la stagione estiva - sottolinea Gianmarco Padovani, vicepresidente Federfarma Verona - si fa indispensabile il rapporto con il medico di famiglia, in quanto il farmaco antipertensivo agisce diversamente, spesso in maniera più efficace, durante i mesi estivi. Questo aspetto, unito alla vasodilatazione di arterie e vasi sanguigni indotta dal caldo, può scatenare importanti crisi ipotensive. Indispensabile dunque adattare i dosaggi, ma anche i tempi della somministrazione. Ad esempio, assumere il farmaco prescritto prima di coricarsi può essere un espediente utile per superare queste criticità".
"Per la gestione dei picchi di calore - segnala Vecchioni - sono a disposizione della cittadinanza i bollettini della Protezione civile accompagnati dai consigli del farmacista cui si rivolge in particolare la popolazione anziana, ma anche le giovani mamme con i molti disagi patiti da neonati e bambini piccoli".
Per difendersi dalle crisi ipotensive da caldo, "gli integratori maggiormente consigliati sono a base di magnesio e potassio - illustra la presidente dell'associazione titolari veronese - ma possono essere utili anche principi attivi adattogeni e proenergetici come l'eleuterococco, il ginseng, la carnitina, l'arginina e le vitamine del gruppo B, che il farmacista propone in coerenza con l'eventuale assunzione da parte dell'utente di farmaci per patologie croniche".
Tra le pratiche consigliate nella prevenzione della pressione bassa, i farmacisti evidenziano l'idratazione e l'assunzione di una dieta ricca di frutta e verdura di stagione. Sconsigliate invece le bevande alcoliche che, essendo vasodilatatrici, tendono ad abbassare ulteriormente la pressione sanguigna, così come sauna e bagno turco. Il caffè o le bevande contenenti caffeina sono in grado di alzare nell'immediatezza la pressione. Gli ipotesi, infine, devono esporsi al sole con cautela per evitare malesseri e possibile senso di vertigine, proteggendo sempre il capo e naturalmente evitando le ore più calde.
Leggi tutto: Caldo e pressione, a rischio anche gli ipertesi: i segnali da non sottovalutare
(Adnkronos) - La MotoGp torna in pista per il Gran Premio del Mugello. Oggi, sabato 21 giugno, è il turno della seconda sessione di prove libere, delle qualifiche e della gara sprint, in cui verranno assegnati i primi punti del Gran Premio d'Italia, nono appuntamento del Motomondiale. Ecco orario, programma e dove vedere in tv e streaming le varie sessioni.
Ecco tutti gli orari degli appuntamenti del sabato del Gp del Mugello, dalla seconda sessione di prove libere alla gara sprint:
Ore 10.05: MotoGP - prove libere 2
Ore 10.45: MotoGP - qualifiche
Ore 14.55: MotoGP - Sprint
Il Gp del Mugello, così come tutto il Mondiale di MotoGp, sarà trasmesso in diretta televisiva sui canali Sky Sport. Tutti gli appuntamenti di oggi sabato 21 giugno, dalle qualifiche alla gara sprint, saranno disponibili anche in streaming sull'app Sky Go e su Now.
Leggi tutto: MotoGp, oggi qualifiche e gara sprint Gp del Mugello: orario e dove vederle
(Adnkronos) - L'appuntamento alle 14, a prova di caldo torrido, a porta San Paolo con corteo fino al Colosseo. Oltre 400 sigle hanno già aderito alla manifestazione contro il riarmo europeo di oggi, sabato 21 giugno a Roma, proprio a ridosso del vertice Nato a L'Aja. Anche M5S e Avs ci saranno con Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Il Pd non ha aderito e la segretaria Elly Schlein è impegnata ad Amsterdam a un appuntamento, organizzato da Verdi e socialisti europei. Ma esponenti dem, come Arturo Scotto, hanno già fatto sapere che saranno in piazza. Adesioni singole, si spiega. Che evitano nuove tensioni con il grosso del fronte riformista: nel voto in Europa sul piano Von der Leyen la delegazione dem si divise quasi a metà tra contrari e astenuti.
Ma c'è chi resta critico. Come la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picerno. "Mi pare un po' difficile confondere il lavoro che stiamo facendo in Europa per migliorare il piano di sicurezza e difesa comune - dice Picierno all'Adnkronos - con l'adesione, qualunque sia la forma, a una manifestazione che ne contesta radicalmente i suoi principi. È un corto circuito destinato a minare la credibilità della nostra politica estera e a isolarci dal contesto di scelte che si stanno assumendo".
Scotto, via social, spiega al contrario perché sia importante essere in quella piazza: "Come ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein la strada deve essere quella di una difesa comune tra i Paesi europei. Non il riarmo nazionale che ci conduce alle pagine più buie e pericolose del Novecento. Ci stiamo abituando all'idea che spendere in armi sia più importante che investire in ospedali, in scuole, in cultura".
Un punto di vista condiviso dai 5 Stelle in Europa: "Oggi il Parlamento europeo voterà il rapporto Muresan-Negrescu che ne snatura i principi trasformandolo da Recovery Fund in Military Fund. E' un tradimento degli interessi nazionali. Contro questa deriva il Movimento 5 Stelle darà battaglia sia nelle aule parlamentari, sia nelle piazze a partire dalla manifestazione prevista sabato a Roma contro il riarmo".
Il leader di Azione, Carlo Calenda, interpellato sulla manifestazione parla di 'gioco delle piazze': "Alla manifestazione del 21 contro il riarmo europeo non ci saremo". "È tutto un gioco di piazze. Noi non andremo in nessuna piazza. Se Dio vuole, porto mia figlia al mare". Altri non la pensano così. Come le oltre 400 sigle che hanno aderito all'iniziativa. "Abbiamo superato le 440 adesioni alla manifestazione nazionale 'Stop rearm europe - No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo'", fanno sapere i promotori italiani della Campagna europea 'Stop Rearm Europe', Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia.
Il corteo si concluderà al Colosseo dove è previsto un flash mob: "Un 'die in' durante il quale tutti partecipanti -spiegano i promotori- saranno invitati a stendersi per terra con un sudario accompagnati dalla registrazione dei bombardamenti su Gaza, per rendere visibile, con i nostri corpi, il genocidio ancora in atto del popolo palestinese e la morte e la devastazione che portano tutte le guerre".
Leggi tutto: Manifestazione contro il riarmo europeo, oggi 21 giugno in piazza a Roma
(Adnkronos) - La pressione su Israele non è solo quella militare, ma anche economica. L'offensiva contro l'Iran, stima il Wall Street Journal, potrebbe costare a Tel Aviv fino a 12 miliardi di dollari (fra impegno bellico e spese per la ricostruzione) se il confronto dovesse andare avanti per un mese ai livelli attuali: una cifra importante, pari a oltre il 2% del Pil israeliano nel 2024. Di sicuro ogni giorno di conflitto costa allo Stato ebraico centinaia di milioni di dollari (almeno 725 milioni soltanto nelle prime 48 ore di attacchi) soprattutto per gli intercettori necessari per fermare i missili iraniani in arrivo, senza contare le spese per munizioni, aerei e danni a infrastrutture. Il Wsj riferisce che, secondo alcune stime, la ricostruzione o la riparazione dei danni potrebbe costare a Israele almeno 400 milioni di dollari. E con lo scontro ancora in corso, la valutazione è solo provvisoria.
Secondo Karnit Flug, ex governatrice della Banca d'Israele e ora economista presso il Think tank Israel Democracy Institute di Gerusalemme, lo Stato ebraico può sostenere una campagna di breve durata ma "se si tratta di due settimane o di un mese, è tutta un'altra storia". Negli ultimi giorni, secondo il governo israeliano, l'Iran ha lanciato più di 400 missili contro Israele, che richiedono sofisticati sistemi di difesa aerea per essere fermati. Il sistema David's Sling, sviluppato congiuntamente da Israele e Stati Uniti, può abbattere missili a corto e lungo raggio, droni e aerei. Costa circa 700.000 dollari ogni volta che viene attivato, supponendo che utilizzi minimo due intercettori, mentre il sistema Arrow 3, che protegge dai missili balistici a lungo raggio, ha un costo di circa 4 milioni di dollari per intercettazione. E secondo fonti Usa Israele starebbe esaurendo le scorte di intercettori Arrow.
Da considerare anche le spese di gestione delle decine di aerei da guerra utilizzati, come i caccia F-35, circa 10.000 dollari per ora di volo, e le bombe come le JDAM e le MK84. Come spiegano gli analisti, l'attacco a Teheran è molto più costoso della guerra a Gaza o contro Hezbollah.
Per il momento, nonostante l'aumento delle spese militari, non si vede all'orizzonte una recessione, mentre S&P ha lasciato invariate le sue prospettive sul rating di Israele. Tuttavia sono da considerare anche le ricadute economiche indirette del conflitto: il turismo è virtualmente bloccato, i ristoranti sono chiusi, e sono operativi solo i lavoratori dei settori essenziali.
Alcuni economisti - spiega il Wsj - affermano che i mercati sembrano ritenere che l'economia israeliana si dimostrerà resiliente, come dimostrato negli ultimi 20 mesi di guerra a Gaza. Ma le distruzioni causate dai missili balistici iraniani sono qualcosa di inedito : centinaia di edifici sono stati distrutti o gravemente danneggiati e la loro ricostruzione o riparazione costerà centinaia di milioni di dollari. Sono da considerare anche le spese per le migliaia di persone evacuate e in parte alloggiate in hotel pagati dallo Stato, mentre gli attacchi alla più grande raffineria di petrolio israeliana nel nord del Paese hanno portato alla sua chiusura e alla morte di tre dipendenti.
Il ministero delle Finanze israeliano aveva stimato un deficit pubblico per l'anno in corso pari al 4,9% del Pil, una cifra pari a quasi 28 miliardi di dollari. Ma è verosimile che il dato debba essere alzato al contrario delle previsioni sulla crescita del Pil 2025, abbassato da +4,3 a +3,6%.
Leggi tutto: Israele, la guerra contro l'Iran costa 2% del Pil ogni mese
(Adnkronos) - Nel primo weekend d'estate - il solstizio cade quest'anno alle 4.42 di oggi, sabato 21 giugno - la grande afa e il caldo africano concederanno una tregua. Il bollettino delle ondate di calore del ministero della Salute, che ieri indicava un livello di rischio 2 (bollino arancione) a Bolzano, Brescia, Perugia e Roma, nel fine settimana si scolora prospettando temperature più clementi. Solo bollini verdi (rischio zero) e gialli: il livello 1 di pre-allerta è atteso oggi in 10 città e domani, domenica 22 giugno, solo in 3. Oggi saranno in giallo Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Latina, Napoli, Perugia, Rieti, Roma e Viterbo; domani resteranno in giallo soltanto Bolzano, Perugia e Roma.
Per quanto riguarda l'allerta meteo, il Centro funzionale monitoraggio rischi naturali della Regione Lombardia ha emanato un’allerta meteo gialla (ordinaria) per rischio temporali a partire dalla mezzanotte. Lo ha reso noto il Comune di Milano, sottolineando che durante l’allerta meteo occorre porre particolare attenzione in prossimità delle aree a rischio esondazione dei due fiumi e dei sottopassi.
Torna il numero anti-caldo 1500. Da lunedì 23 giugno sarà attivo il servizio di pubblica utilità gestito dal ministero della Salute in sinergia con l'Inail, per fornire informazioni ai cittadini su come proteggersi dall'afa. Il numero 1500 è gratuito e gli operatori risponderanno dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17.
Il 1500 - spiega il dicastero di Lungotevere Ripa - offre consigli utili per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, con particolare riferimento alle persone più fragili; orientamento ai servizi sul territorio attivati dalle Regioni e dai Comuni; informazioni per la tutela della salute dei lavoratori impegnati in attività all'aperto per ridurre i rischi da esposizione solare; counseling di tipo medico sanitario attraverso la collaborazione dei dirigenti sanitari del ministero della Salute.
Il numero 1500 si aggiunge alle attività già messe in campo dal ministero della Salute con il Piano caldo estate 2025, operativo da fine maggio, ricorda una nota. Dal lunedì al venerdì, fino a metà settembre, si possono consultare sul sito del ministero i bollettini sulle ondate di calore. Il Piano caldo, come ogni anno, si avvale del sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera e del sistema di sorveglianza degli accessi in pronto soccorso che consentono di identificare tempestivamente situazioni di emergenza sanitaria e attivare interventi di prevenzione sulla popolazione. Sul sito del ministero inoltre è consultabile il decalogo per proteggersi dalle ondate di calore: https://www.salute.gov.it/new/it/tema/ondate-di-calore/dieci-consigli-utili/.
Leggi tutto: Caldo, pausa dall'afa nel weekend: domani la giornata più fresca
(Adnkronos) - Un nuovo gruppo di connazionali ha lasciato Teheran. Dopo le prime 34 persone, giunte in Italia via Baku nei giorni scorsi, il secondo gruppo comprende 24 persone tra connazionali e familiari, partite nelle prime ore di questa mattina dalla capitale iraniana alla volta della città di Astara in Azerbaijan con l'assistenza dell'ambasciata d'Italia a Teheran.
Tra loro anche una mamma iraniana con il figlio di 18 mesi che è la compagna di un medico di Parma. Dopo circa nove ore di viaggio e una lunghissima attesa alla frontiera, il gruppo è stato accolto da rappresentanti dell'ambasciata italiana a Baku per poi spostarsi verso l'aeroporto della capitale azera nell'attesa di rientrare nel nostro Paese con i primi voli disponibili.
Un ulteriore convoglio dall'Iran, sottolinea la Farnesina, potrebbe partire da Teheran già il prossimo lunedì. L'uscita di nostri connazionali dall'Iran sta coinvolgendo anche altri Paesi limitrofi, come l'Armenia, la Turchia e il Turkmenistan. Assistito dall'ambasciata d'Italia ad Ashgabat, un connazionale ha attraversato la frontiera turkmena proprio oggi e potrà rientrare in Italia domani mattina. Le attività di assistenza della Farnesina coinvolgono anche i connazionali presenti in Israele. Per agevolare il loro rientro in Italia, un volo charter partirà da Sharm el Sheikh in Egitto il prossimo 22 giugno alla volta di Verona.
Leggi tutto: Italiani in fuga dall'Iran, tappa a Baku e poi il rientro
(Adnkronos) - Un nuovo gruppo di connazionali ha lasciato Teheran. Dopo le prime 34 persone, giunte in Italia via Baku nei giorni scorsi, il secondo gruppo comprende 24 persone tra connazionali e familiari, partite nelle prime ore di questa mattina dalla capitale iraniana alla volta della città di Astara in Azerbaijan con l'assistenza dell'ambasciata d'Italia a Teheran.
Tra loro anche una signora iraniana con il figlio di 18 mesi. La signora è la compagna di un medico di Parma che aveva chiesto assistenza per far uscire la propria famiglia dall'Iran. Dopo circa nove ore di viaggio e una lunghissima attesa alla frontiera, il gruppo è stato accolto da rappresentanti dell'ambasciata italiana a Baku per poi spostarsi verso l'aeroporto della capitale azera nell'attesa di rientrare nel nostro Paese con i primi voli disponibili.
Un ulteriore convoglio dall'Iran, sottolinea la Farnesina, potrebbe partire da Teheran già il prossimo lunedì. L'uscita di nostri connazionali dall'Iran sta coinvolgendo anche altri Paesi limitrofi, come l'Armenia, la Turchia e il Turkmenistan. Assistito dall'ambasciata d'Italia ad Ashgabat, un connazionale ha attraversato la frontiera turkmena proprio oggi e potrà rientrare in Italia domani mattina.
Le attività di assistenza della Farnesina coinvolgono anche i connazionali presenti in Israele. Per agevolare il loro rientro in Italia, un volo charter partirà da Sharm el Sheikh in Egitto il prossimo 22 giugno alla volta di Verona.
Domenica prossima ci sarà un altro volo. Sulla base delle richieste ricevute e delle possibilità che emergeranno a seconda degli sviluppi della situazione nella regione, si valuterà la possibilità di organizzare nuovi convogli o di usare voli charter.
Leggi tutto: Italiani in fuga dall'Iran, Farnesina: "Partito un nuovo convoglio"
(Adnkronos) - L'Europa in pressing sull'Iran per favorire una "soluzione negoziale" alla guerra con Israele. Per Donald Trump, che non ritiene di poter fermare Israele, l'impegno dell'Europa è inutile: "L'Iran vuole parlare con me". A Ginevra, va in scena l'incontro tra il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi e i capi delle diplomazie di Germania, Francia, Regno Unito, insieme all'Alto rappresentante della politica estera della Ue, Kaja Kallas.
L'Europa, come riferisce la Cnn, chiede "una soluzione negoziale per garantire che l'Iran non ottenga o acquisisca mai un'arma nucleare". I rappresentanti europei "hanno condiviso le loro gravi preoccupazioni in relazione all'escalation in Medio Oriente e hanno ribadito il loro fermo impegno per la sicurezza di Israele. Tutte le parti dovrebbero evitare passi che condurrebbero a un'ulteriore escalation nella regione".
"Siamo stati chiari: l'Iran non può avere un'arma nucleare. Siamo pronti a portare avanti colloqui e negoziati con l'Iran", le parole del ministro degli Esteri britannico, David Lammy, che esorta Teheran a "continuare i colloqui con gli Stati Uniti".
In America, il presidente Trump non sembra molto interessato a ciò che succede a Ginevra. "L'Iran vuole parlare con noi, non con l'Europa. L'Europa non sarà in grado di aiutare in questa situazione", dice, appena arrivato in New Jersey archiviando gli sforzi diplomatici del Vecchio Continente. "Io sto dando del tempo, direi che due settimane sono il massimo", dice facendo riferimento alla 'pausa di riflessione' prima di decidere l'eventuale intervento militare americano.
"L'Iran ha accumulato una quantità incredibile di materiale" da utilizzare negli impianti nucleari. "Nel giro di settimane o mesi sarebbero in grado di avere un'arma nucleare, non possiamo consentire che succeda. Chi dice che l'Iran non sta lavorando a un'arma nucleare sbaglia, anche nella comunità della mia intelligence. Chi lo ha detto? Tulsi Gabbard? Si sbaglia", dice smentendo la numero uno della National Intelligence.
Trump non comprenderebbe nemmeno il ricorso iraniano al nucleare per usi civili: "L'Iran è seduto su alcuni dei più grandi giacimenti di petrolio, a cosa serve l'energia nucleare? Io sono sempre stato un uomo di pace, ma a volte bisogna usare la forza".
La Casa Bianca non ha nessuna intenzione di chiedere a Israele di alzare il piede dall'acceleratore: "E' difficile chiedere di fermarsi a qualcuno che vince. Israele sta andando bene in termini di guerra, è difficile dire a qualcuno di fermarsi. Vediamo cosa succede...".
"Il nostro obiettivo è distruggere il programma nucleare iraniano e abbiamo la capacità di farlo", fa eco il premier israeliano Benjamin Netanyahu, durante una visita all'Istituto Weizmann, colpito nei giorni scorsi in un raid delle forze di Teheran. "Non permetteremo che il regime iraniano si doti di un'arma nucleare", dice Netanyahu, in perfetta sintonia con Trump.
La distanza rispetto alla posizione di Teheran, espressa a Ginevra dal ministro degli Esteri Abbas Araghchi, è abissale: "L'Iran è pronto a prendere nuovamente in considerazione la via della diplomazia" solo quando "l'aggressione di Israele sarà fermata", dice Araghchi, alludendo a uno stop che non è destinato a concretizzarsi.
Leggi tutto: Iran, dialogo con Europa. Trump: "Teheran vuole parlare con me, Israele non si ferma"
(Adnkronos) - Nessun '6' né '5+1' al concorso di oggi, venerdì 20 giugno, del SuperEnalotto. Centrati, invece, tre '5' che vincono 41.402,50 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 16.4 milioni di euro.
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
Estratta la combinazione vincente del concorso di oggi del SuperEnalotto: 34, 67, 76, 77, 86, 90. Jolly: 40. SuperStar: 43.
Leggi tutto: SuperEnalotto, numeri combinazione vincente 20 giugno
(Adnkronos) - Un terremoto di magnitudo 5,1 ha scosso oggi, venerdì 20 giugno, l'Iran settentrionale. Lo ha riferito l'Us Geological Survey, specificando che l'epicentro è stato a una profondità di 10 chilometri, a circa 37 chilometri a sud-ovest della città di Semnan. Il sisma, che secondo l'agenzia di stampa iraniana Tasnim, è stato invece di magnitudo 5.2.
Leggi tutto: Iran, terremoto di magnitudo 5.1 nel nord del Paese
(Adnkronos) - Arbitri come pubblici ufficiali per contrastare le violenze contro i fischietti. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che mira a estendere agli arbitri lo stesso livello di protezione che il diritto penale assicura agli agenti di polizia, inserendo, quindi, all’interno del Codice penale l’impianto sanzionatorio già previsto dalla legge 401 del 1989. La svolta consente di rispondere alle esigenze dei vergognosi episodi che vedono troppo spesso i direttori di gara subire ignobili aggressioni durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive.
"Sto provando una grande gioia ed emozione per l’approvazione di questa legge storica. La tutela degli arbitri entra finalmente nel codice penale ed è il frutto di mesi di lavoro e di incontri con i quali abbiamo portato all’attenzione politica e mediatica questa emergenza sociale", dice il presidente dell'Aia Antonio Zappi commentando il via libera oggi in consiglio dei ministri del decreto legge sport.
"Ringrazio ovviamente il ministro Abodi, il Governo ma anche tutti coloro che, da tutti gli schieramenti, hanno sostenuto questa grande battaglia di civiltà. Insieme alle misure repressive la violenza dovrà tuttavia essere ancora combattuta anche con misure culturali e progetti formativi che, unitamente a tutte le componenti federali che hanno a cuore la tutela dei nostri ragazzi e anche con il nuovo Osservatorio antiviolenza della Figc, l’Aia sicuramente metterà in campo", conclude Zappi.
Leggi tutto: Arbitri 'diventano' pubblici ufficiali, la svolta contro la violenza
(Adnkronos) - "Il mondo è cambiato" e "anche la Nato deve adeguarsi a questo cambiamento, evolvere per continuare a garantire pace e mutua difesa: e deve farlo iniziando a parlare con il sud del mondo". E' il richiamo che arriva dal ministro della Difesa Guido Crosetto nell'intervento all’Università degli Studi di Padova in occasione del convegno 'La ricerca di nuove sicurezze: la difesa nazionale e la pace, fra incertezze Ue ed egemonia Usa' e riportato sul profilo X del ministero della Difesa.
"Garantire sicurezza significa avere il coraggio di pensare anche all’impensabile. Ogni giorno. È una responsabilità gravosa, ma essenziale, che riguarda ciascuno di noi - avverte Crosetto -. È coesione sociale, fiducia nelle Istituzioni, leadership capace e lungimirante. È stabilità".
"Il mondo è cambiato - continua il ministro - ma temo che molti non se ne siano accorti. Anche la Nato deve adeguarsi a questo cambiamento, evolvere per continuare garantire pace e mutua difesa: e deve farlo iniziando a parlare con il sud del mondo. Siamo passati da un mondo in cui contavano i valori a un mondo in cui conta il valore economico. Siamo passati dall'epoca delle grandi democrazie, delle conquiste sociali, all'epoca delle grandi potenze e non ce ne siamo accorti. In questo cambiamento noi abbiamo un dovere: che è quello di presidiare le conquiste di migliaia di anni che ci hanno portato a codificare un diritto internazionale".
"Oggi il potere si misura con nuovi strumenti - conclude - : chi guida la tecnologia guida il mondo. La sicurezza passa dal controllo delle risorse strategiche, dalle catene di approvvigionamento. Siamo nel cuore di una rivoluzione: il Digital Order, che sta riscrivendo gli equilibri globali, i modelli di sviluppo, perfino la nostra idea di sovranità. L’Europa non può permettersi di restare alla finestra. Servono visione, volontà e investimenti concreti in ricerca e innovazione. Le minacce oggi hanno nuove forme. L’intelligenza artificiale e il quantum computing sono sempre più strumenti di potere. Proprio per questo servono menti preparate, risorse e visione. Preservare il nostro patrimonio di idee, conoscenza, cultura, valori, identità è oggi - più che mai - una missione di sicurezza nazionale".
Leggi tutto: Crosetto: "Il mondo è cambiato, anche la Nato deve cambiare"
(Adnkronos) - Conclusa la sosta per il pranzo a Pontedera, durante la quale gli equipaggi hanno avuto modo di rifocillarsi dopo i 240 chilometri percorsi in mattinata, le vetture hanno cominciato ad incolonnarsi per il Controllo Orario di ripartenza posizionato sul ponte di Via Vittorio Veneto. Il convoglio si è poi congedato dalla città dellaPiaggio con un Controllo Timbro nel centro cittadino.
Proseguendo in direzione della costa livornese, in località Valle Benedetta, si è tenuta l’ottava Prova di Media di quest’edizione, dopodiché, qualche chilometro più avanti, gli equipaggi hanno fatto finalmente il loro ingresso nell’Accademia Navale di Livorno, all’interno della quale la più alta carica della Marina Militare, il Capo di Stato Maggiore Ammiraglio Emilio Credendino, per l’occasione al volante di una Fiat 1100 Monviso del 1947, ha accolto l’arrivo delle auto. La serie di Prove Cronometrate svolta all’interno dell’Accademia decreterà il vincitore del Trofeo Marina Militare alla 1000 Miglia 2025.
La classifica aggiornata alla Prova Cronometrata 115 conferma Vesco-Salvinelli in testa con la loro Alfa Romeo 6C 1750 Ss, mentre Erejomovich-Llanos (Alfa Romeo 6C 1500 Ss), rimasti saldamente in seconda posizione fino ad ora, hanno lasciato il posto ai connazionali Tonconogy-Ruffini, in gara su una 6C 1750 Gs Spider. Il convoglio si è poi spostato nel cuore della Versilia: a Viareggio, lungo Viale dei Tigli, si sono svolte altre 5 Prove Cronometrate, alle quali ha fatto seguito un Controllo Orario a ridosso della spiaggia. Risalendo il litorale tirrenico, non potevano mancare i passaggi dai centri cittadini di Pietrasanta e Forte dei Marmi. Con lo scendere della sera, in memoria delle gesta eroiche dei piloti del passato, gli equipaggi si avventureranno fra i tornanti del Passo della Cisa, sul quale li attenderanno una serie di 10 Prove Cronometrate e l’ultima Prova di Media dell’edizione 2025 della 1000 Miglia. Scesi dalla Cisa, il convoglio farà il suo ingresso a Parma dallo Stradone Martori della Libertà, per giungere infine in Piazza Giuseppe Garibaldi per il Controllo Orario di fine tappa.
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(Adnkronos) - "Tutta l'Ucraina è nostra, in questo senso". Quale senso? Il presidente russo Vladimir Putin, davanti alla platea del Forum economico internazionale di San Pietroburgo, si esprime sull'identità tra il popolo russo e quello ucraino. "State parlando delle regioni dell'Ucraina che consideriamo nostre. L'ho detto molte volte. Ho già detto che considero il popolo russo e quello ucraino un unico popolo. In questo senso, tutta l’Ucraina è nostra", le parole del leader del Cremlino, che rispolvera una frase utilizzata più volte: "Ovunque si posi il piede del soldato russo, quella è terra nostra".
Putin fa riferimento al conflitto in Ucraina come a "una tragedia provocata dall'Occidente. Ci sono state 6 ondate di espansione della Nato verso est da quando alla Russia è stato promesso che l'alleanza non si sarebbe estesa". Il presidente russo, a parole, non mette in discussione il diritto dell'Ucraina a esistere: "La Russia non ha mai messo in discussione il diritto dell'Ucraina all'indipendenza. Ma l'Ucraina era stata dichiarata uno stato neutrale".
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(Adnkronos) - "L'impegno di essere una biofarmaceutica fortemente focalizzata su ricerca e innovazione si è tradotto nel 2024 nello stanziamento di circa 13 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo. Nei primi mesi del 2025 abbiamo ulteriormente potenziato i nostri sforzi grazie a nuove partnership e acquisizioni che hanno rafforzato la nostra pipeline". Lo ha detto Caterina Golotta, direttore medico di AbbVie Italia, alla prima giornata di lavori dell'evento Free2Choose, organizzato dall'azienda a Milano e nato con 'obiettivo di approfondire la conoscenza inerente le principali criticità nella gestione delle malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici- Ibd, in inglese) e di esplorare nuove opportunità terapeutiche in grado di migliorare gli outcome clinici del paziente affetto da tali patologie.
"La ricerca clinica è soltanto una parte del nostro impegno - spiega Golotta - poiché siamo anche focalizzati sulla real world evidence, che è una componente fondamentale per conoscere meglio le necessità non soddisfatte dei pazienti, utile per studiare l'efficacia e la sicurezza, dei nostri farmaci nella pratica clinica. Accanto a questo abbiamo diversi progetti di collaborazione con altri importanti interlocutori, come le associazioni dei pazienti. AbbVie - conclude - è impegnata in diverse iniziative di sensibilizzazione e di miglioramento della conoscenza delle Mici, ma anche in attività di comunicazione che danno voce ai pazienti per favorire la diagnosi precoce e anche dei percorsi terapeutici più efficienti".
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(Adnkronos) - "Chi porterei sulla famosa isola deserta? Il generale Roberto Vannacci, Simone Pillon e Mario Adinolfi. Ma poi li lascerei lì e tornerei solo con due donne, Michela Murgia e Samantha Cristoforetti". A parlare è Francesca Pascale , ospite di Monica Setta a 'Storie di donne al bivio' nella puntata che andrà in onda martedì 24 giugno alle 21.30 su Rai 2 che sulla sua ex compagna Paola Turci, risponde: "non c'è bisogno di dire nulla. Se non sei in un posto felice è meglio andartene. Non è facile. Io ci sono riuscita perché mi sono ispirata a una donna che stimo e mi dà grande forza, Marina Berlusconi".
E a proposito di Silvio Berlusconi, Francesca confessa che fu lei a baciarlo per la prima volta una serata che erano ad Arcore a guardare la televisione. "Gli dissi 'ti desidero'. Lui mi guardò perplesso, 'potrei essere tuo padre forse tuo nonno'. Non mi lasciai incantare e passammo la nostra prima appassionata notte d'amore. Al mattino dopo trovai uno splendido brillante ma soprattutto un uomo che voleva stare con me, capirmi, curare perfino le ferite del cuore provocate da mio padre nella mia infanzia. Giocavamo ed eravamo complici", ha aggiunto Pascale. "Io ero gelosissima - confessa ancora a Monica Setta - e lui buttava fuoco sulla mia furia disseminando casa di biglietti dove scriveva 'Cara Sofia stanotte Francesca non ci sarà e starò con te'". Facevo scenate e lui ridendo, ma non capisci che Sofia non esiste? Ti prendo in giro". L'affetto per Berlusconi? "Ho amato Silvio più della mia vita e fu forse solo mia madre a capirlo per prima. Era in fin di vita, mi strinse a se dicendomi 'Sono contenta che lo ami, ma proteggiti'. E ancora: "Berlusconi e io non abbiamo mai parlato di nozze. Ma una cosa è certa. Non lo avrei mai sposato né con una festa simbolica né davanti al sindaco perché avevo troppo rispetto per i suoi figli. Per me Marina Piersilvio e gli altri venivano prima di tutto", ha detto Francesca.
Corteggiata dal 'Movimento 5 stelle' e Matteo Renzi, Francesca sceglie 'Italia Viva'. "Io sono e morirò Berlusconiana, ma stimo Renzi perché si occupa di diritti civili, è un democratico progressista. Per tanto tempo il partito di Silvio mi ha fatto la guerra. Sembrava che fossi il grande male perché ho dichiarato la mia omosessualità. Fumo marijuana e non sono ipocrita", conclude.
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(Adnkronos) - Ridurre il danno da fumo resta un obiettivo non semplice da raggiungere. A fare il punto sull’efficacia della Convenzione quadro per la lotta al tabacco (Fctc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il trattato internazionale per la salute pubblica, a vent’anni dalla sua entrata in vigore (2005), sono gli esperti presenti al Global Forum on Nicotine (Gfn), il convegno internazionale, in svolgimento a Varsavia, che riunisce esperti di tutto il mondo per confrontarsi sul ruolo dei prodotti contenenti nicotina nell'aiutare i fumatori ad abbandonare le sigarette tradizionali.
"Quando si considera il successo di qualsiasi trattato, i 3 aspetti fondamentali da considerare sono: l’efficacia giuridica, l’efficacia politica e l’efficacia oggettiva ed effettiva", afferma Jeannie Cameron, fondatore e amministratore delegato di Jcic International Consultancy, specializzata nella difesa delle policy di riduzione del danno da tabacco. "Si potrebbe dire che questo trattato ha certamente adempiuto ai suoi obblighi legali - riflette Cameron - Nel primo anno di apertura dei negoziati, 168 paesi hanno firmato e ratificato o aderito. Sull'efficacia politica, si potrebbe dire che la maggior parte dei paesi ha agito in termini di divieti di pubblicità, divieti di fumo in pubblico, imballaggio ed etichettatura e tassazione. Ma sono tutte cose che non hanno influito sugli aspetti di riduzione del danno".
"L’Fctc afferma di voler controllare non solo il fumo di tabacco ma anche tutte le alternative che potrebbero offrire alternative per i fumatori", evidenzia David Khayat, professore di Medicina e Medico Oncologo presso la Clinica Bizet di Parigi. Per Derek Yach, esperto di policy di salute pubblica globale ed ex presidente della Fondazione Smoke-Free World, l’applicabilità di un trattato come l’Fctc dipende anche dal Paese al quale si rivolge. "Il pensiero e l'intento del trattato erano grandiosi ma dove non ci sono risorse, competenze, volontà politica e capacità organizzative, si può fare davvero poco - sottolinea - C’è un divario tra i paesi a reddito medio-basso e quelli a reddito medio-alto per quanto riguarda gli investimenti nella ricerca sulla riduzione del danno da tabacco". Infatti, in relazione ai paesi a basso reddito, le problematiche sono legate anche "alla mancanza di capacità di valutare in modo indipendente i propri dati", fa notare Tikki Pangestu, accademico senior presso una delle principali università asiatiche e direttore della politica di ricerca e cooperazione dell'Oms dal 1999 al 2012. "Vengo dall'Indonesia - aggiunge - dove il 70%, 2 uomini adulti su 3, fumano sigarette tradizionali. Questo dato rappresenta l’incapacità di valutare le evidenze. Inoltre, manca una ricerca a livello locale", conclude.
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