(Adnkronos) - Allarme Chikungunya, con oltre 7.700 casi, in Cina. I contagi sono concentrati principalmente nel polo industriale di Foshan, vicino a Hong Kong.
La chikungunya è una malattia virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, che viene trasmessa all’uomo da zanzare infette, in particolare del genere Aedes.
Le autorità sanitarie cinesi hanno implementato le misure di contenimento in risposta a questa escalation epidemiologica, utilizzando reti, spruzzando insetticidi e persino impiegando droni. Secondo Cesar Lopez-Camacho dell'Università di Oxford, si tratta della più grande epidemia di chikungunya mai registrata in Cina.
Gli Stati Uniti hanno diramato un avviso ai viaggiatori, raccomandando maggiore prudenza nelle aree della Cina interessate dall'epidemia. Sebbene alcune misure di prevenzione adottate in Cina richiamino le strategie impiegate durante la pandemia di Covid, è opportuno evidenziare che i parallelismi sono inappropriati visto che si tratta di un patogeno conosciuto, che non si trasmette per contatto umano ed è molto raramente letale.
(Adnkronos) - Oggi, giovedì 7 agosto, sarà svelata la lista dei 30 giocatori in corsa per il Pallone d'Oro 2025. C'è grande attesa per conoscere i migliori calciatori della stagione, con una corsa ormai aperta a tutto dopo l'era del duopolio Messi-Ronaldo. L'anno scorso era stato Rodri il vincitore, mentre per questa edizione i nomi più quotati sono quelli di Lamine Yamal, stella del Barcellona, e soprattutto Ousmane Dembelé, vincitore di tutto con il Psg. Tutti i nomi verranno svelati entro le 15:30.
Ecco i primi nomi della lista dei 30 calciatori in corsa per il Pallone d'oro 2025:
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(Adnkronos) - Testa a testa tra Rai1 e Canale 5 nel prime time di ieri sera. Il film 'Sei mai stata sulla luna?', andato in onda sulla rete ammiraglia del Servizio Pubblico, ha ottenuto infatti 1.459.000 telespettatori (11,8% di share) mentre su Canale 5 'Sissi 4' ha totalizzato 1.436.000 telespettatori raggiungendo uno share del 13,6%. Su Italia1 'Chicago Med' è stato visto da 1.003.000 telespettatori (share del 7,2%).
Su Rai2 la replica di 'Rocco Schiavone' ha interessato 951.000 telespettatori (share del 7,5%) mentre su Retequattro 'Zona Bianca' è stata seguita da 775.000 telespettatori pari al 6,9%. Su La7 'La Torre di Babele' ha realizzato 525.000 telespettatori e il 4,1% e su Rai3 'Il Caso' ha conquistato 543.000 telespettatori (4% di share). Su Tv8 'La rivincita delle bionde' ha interessato 349.000 telespettatori (2,7% di share) mentre sul Nove la partita amichevole Aston Villa-Roma è stata seguita da 325.000 telespettatori pari al 2,5% di share.
Nell'access prime time su Canale 5 'La Ruota della Fortuna' è stata vista da 3.984.000 telespettatori pari al 25,7% di share mentre su Rai1 'Techetechetè' ha conquistato 2.587.000 telespettatori e il 16,7%.
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(Adnkronos) - Possedere un animale domestico, che sia un cane o un gatto, è una gioia per molte famiglie italiane, ma comporta anche una serie di responsabilità e, sempre più spesso, costi imprevisti. Oltre alle spese di routine come vaccinazioni, pulizie dentali e toelettatura, gli amici a quattro zampe possono provocare incidenti o avere necessità di cure mediche straordinarie, mettendo in difficoltà i loro proprietari. In questo contesto, le polizze assicurative per animali domestici stanno guadagnando popolarità anche in Italia. Sebbene la cultura delle assicurazioni per animali non sia ancora completamente radicata nel nostro Paese, negli ultimi anni si è registrato un interesse crescente. Tuttavia, rimane ancora una scarsa sensibilità su questo tema, soprattutto se paragonata all’attenzione che viene data all’acquisto di cibo o abbigliamento per animali. Questo fenomeno sembra paradossale, considerando i potenziali costi imprevisti derivanti da malattie, incidenti o danni causati a terzi.
Tra le compagnie assicurative italiane, Poste Assicura ha sviluppato una linea dedicata agli animali domestici, offrendo coperture che spaziano dalle spese veterinarie alla responsabilità civile. Il prodotto "Poste Vivere Protetti" prevede due opzioni principali per chi possiede un cane o un gatto: il rimborso delle spese veterinarie e la copertura per responsabilità civile e tutela legale.
COSA PREVEDE: La copertura Rimborso Spese veterinarie include il rimborso per interventi chirurgici, le spese di ricovero pre e post intervento fino a 30 giorni prima e dopo l’operazione con un massimale di 2.000 euro e il rimborso delle spese senza intervento chirurgico che copre le visite veterinarie gli esami e i ricoveri in caso di malattia o infortunio con un massimale di 1.000 euro. La copertura Rimborso Spese Veterinarie solo per Intervento Chirurgico include le spese dovute all’intervento chirurgico e quelle effettuate nei 30 giorni prima e dopo l’intervento fino al raggiungimento del massimale di 1.500 euro. Le polizze di Poste Assicura includono anche servizi di Assistenza veterinaria, come la ricerca di cliniche specializzate, farmacie veterinarie e l’organizzazione di una pensione per l’animale in caso di ricovero del proprietario. In base alla struttura veterinaria scelta, il cliente può beneficiare di una copertura parziale (90% delle spese) se si rivolge a un centro convenzionato, o del 80% se sceglie una struttura non convenzionata. È prevista anche la possibilità di effettuare, entro 90 giorni dalla sottoscrizione del contratto, una visita veterinaria; se viene eseguita in un centro convenzionato il proprietario dell’animale non affronta alcun costo mentre se effettuata senza avvalersi delle strutture convenzionate Poste Assicura rimborsa un forfait di 45 euro.
RESPONSABILITÀ CIVILE E TUTELA LEGALE: UNA PROTEZIONE COMPLETA: Poste Assicura offre anche la copertura per la Responsabilità Civile, essenziale nel caso in cui il cane o il gatto causino danni a terzi, come lesioni a persone o altri animali, o danneggino proprietà. Questa polizza tutela il proprietario e la sua famiglia, coprendo danni fino a un massimo di 300.000 euro; la franchigia è di 150 euro per sinistro. Per i cani a rischio elevato di aggressività (la lista delle razze è riportata nelle condizioni di assicurazioni) all’importo del danno viene applicato lo Scoperto del 15% con il minimo di 500 euro ed un massimo di 5.000 euro. Per una protezione completa, è inclusa la Tutela Legale, che permette di avvalersi dell'assistenza di un legale in caso di dispute legate ai danni causati dall’animale. Questa copertura offre un massimale di 10.000 euro.
QUANTO COSTA ASSICURARE UN ANIMALE DOMESTICO? I costi delle polizze variano in base al tipo di copertura scelta e all’animale assicurato. Ad esempio, il premio per la copertura Rimborso spese veterinarie solo per intervento chirurgico e Responsabilità Civile e Tutela Legale per un Labrador di 3 anni ammonta a circa 210 euro, mentre per un gatto della stessa età il costo è di 156 euro circa. Per una protezione più ampia, acquistando il rimborso delle spese veterinarie anche senza intervento chirurgico, il costo per il Labrador di 3 anni di età sale a 469 euro circa mentre per il gatto ammonta a 364 euro circa.
LA SICUREZZA AL PRIMO POSTO: Con il crescente numero di animali domestici in Italia, la protezione assicurativa diventa sempre più importante per garantire la tranquillità dei proprietari. Le soluzioni offerte da compagnie come Poste Assicura rappresentano un'opzione efficace per tutelarsi da costi imprevisti e danni a terzi, contribuendo così a prendersi cura degli animali e a gestire eventuali problematiche legate alla loro gestione.
Leggi tutto: Assicurazioni per animali, da Poste coperture veterinarie su misura per ogni necessità
(Adnkronos) - È stato recentemente eseguito con successo all’Istituto Giannina Gaslini un complesso intervento cardiochirurgico su una bambina di 20 mesi e di 12 kg, affetta da un rarissimo teratoma cardiaco, una forma di tumore primitivo che, nel caso della piccola paziente, era localizzato proprio al centro del cuore.
Si tratta di una condizione eccezionalmente rara: secondo la letteratura scientifica, sono meno di una dozzina i casi descritti al mondo con una localizzazione così centrale, alla "crux cordis", il punto d’incrocio tra le quattro camere cardiache, fra valvola tricuspide e valvola mitrale. L’intervento salvavita è stato eseguito da Guido Michielon, direttore della Cardiochirurgia del Gaslini, con la sua équipe, in circolazione extracorporea e ipotermia moderata. La massa tumorale, del diametro di 3 cm, è stata rimossa completamente senza danneggiare le strutture vitali.
"Il Gaslini si conferma un'eccellenza nazionale e internazionale nella cura dei piccoli pazienti – commenta l’assessore alla Sanità di Regione Liguria Massimo Nicolò – Un intervento di questa complessità e rarità è stato reso possibile dalla professionalità e competenza delle équipe multidisciplinari coinvolte. Colgo l’occasione per ringraziare tutto il personale che ha partecipato a questo percorso clinico: è anche grazie a realtà come il Gaslini che la sanità ligure può offrire risposte efficaci e di alto livello, anche nei casi più rari e delicati come questo".
La paziente è stata seguita regolarmente dal sesto mese di vita con ecocardiografie e risonanze magnetiche seriali. Il tumore, crescendo, stava ostruendo progressivamente l’ingresso ai due ventricoli, comprimendo strutture vitali come il seno coronarico e avvicinandosi pericolosamente a due arterie coronarie principali, l’arteria circonflessa e la coronaria destra. Il rischio d’infarto, aritmie letali e la necessità di impiantare un pacemaker permanente erano elevati. "Questo intervento è un traguardo straordinario per la cardiochirurgia pediatrica e per tutto il nostro Istituto - dichiara Renato Botti, direttore generale dell’Istituto Gaslini -. La gestione di una patologia così rara e complessa ha richiesto un approccio multidisciplinare di altissimo livello, che ha visto coinvolti cardiologi, oncologi, anestesisti, rianimatori, cardiochirurghi, infermieri, in un percorso clinico condiviso e altamente specializzato. È grazie alla competenza e alla dedizione delle nostre équipe se oggi possiamo raccontare una storia di successo, che conferma il valore della diagnosi precoce, del monitoraggio costante e della chirurgia avanzata nel salvare vite fragili e preziose come quella di questa bambina".
"Questo tipo di tumore rappresenta una vera emergenza chirurgica quando comporta compromissione emodinamica. Il tumore, seppur benigno, si trovava in una posizione estremamente delicata e la sua asportazione completa, senza complicanze, è stata possibile grazie alla presa in carico della paziente fin dai primi mesi di vita - spiega Michielon - Non vi sono state lesioni a nessuna delle strutture vitali del cuore e lo svezzamento dalla circolazione extracorporea è stato privo di complicanze, a ritmo cardiaco regolare. Un ecocardiogramma transesofageo intraoperatorio ha dimostrato la completa escissione del tumore e buona funzione del cuore e delle valvole cardiache".
Il "decorso post-operatorio è stato regolare: la bambina è stata ricoverata in Terapia intensiva dove è stata rapidamente svezzata dal ventilatore meccanico e ha iniziato a respirare autonomamente già dopo quattro ore dal suo ingresso - spiega Andrea Moscatelli, direttore del Dipartimento di Emergenza, anestesia e della Terapia intensiva dell’Istituto Gaslini - Già entro la fine del primo giorno dall’intervento, la paziente è stata quindi trasferita nel reparto di degenza, dove sta completando il recupero in modo stabile e soddisfacente. La sua risposta clinica è stata particolarmente positiva e rappresenta un segnale importante dell’efficacia dell’intervento eseguito, il rapido decorso è dovuto anche alla sofisticata gestione anestesiologica dell’equipe diretta da Andrea Wolfler".Il follow-up della piccola proseguirà con controlli regolari presso la Cardiologia e l’Oncologia pediatrica dell’Istituto.
I teratomi cardiaci rappresentano circa il 18-21% dei tumori cardiaci congeniti diagnosticati nel periodo feto-neonatale, ma la loro incidenza in età pediatrica resta estremamente bassa (0,08%-0,32%). Possono causare insufficienza cardiaca, aritmie, distress respiratorio, cianosi, idrope fetale ed effusione pericardica, anche con rischio di morte improvvisa per ostruzione delle valvole o degli efflussi cardiaci. I teratomi cardiaci si localizzano per lo più nel pericardio o in prossimità dei grossi vasi, mentre il caso della bimba operata al Gaslini è eccezionale per la localizzazione centrale del tumore. In assenza di trattamento chirurgico, la mortalità può raggiungere l’80% nel primo anno di vita. Quando operati in centri di riferimento, la sopravvivenza a un anno è del 96% e allunga fino all’83% a cinque anni, con buona qualità della vita in assenza di recidive (rare se è avvenuta la rimozione completa del tumore).
La rarità dei teratomi cardiaci nell’infanzia li rende patologie a gestione super-specialistica, ma se trattati correttamente possono garantire un’elevata sopravvivenza e una buona qualità di vita. Il caso recentemente affrontato presso l’Istituto Gaslini conferma come la diagnosi precoce, il monitoraggio costante e l’intervento tempestivo possano fare la differenza nella gestione di queste patologie rare e complesse.
Leggi tutto: Al Gaslini rimosso con successo rarissimo tumore al cuore a bimba di 20 mesi
(Adnkronos) - "I magistrati non fanno politica, fanno il loro mestiere ogni giorno nonostante insulti, intimidazioni e una campagna costante di delegittimazione che danneggia i fondamenti stessi del nostro Stato democratico". Così la giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati in una nota dopo il botta e risposta tra il presidente Anm Cesare Parodi e il ministro della Giustizia Carlo Nordio e, soprattutto, le parole della premier Giorgia Meloni, secondo la quale ci sarebbe un "disegno politico da parte di certi giudici" per frenare l'opera del governo contro l'immigrazione illegale.
"La giustizia 'è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge'. Lo afferma l’articolo 101 della nostra Costituzione, che è un architrave della nostra democrazia. La magistratura italiana continuerà a svolgere il proprio compito con profondo rispetto del mandato costituzionale. Non esiste alcun disegno avverso all’esecutivo, affermarlo significa non comprendere il funzionamento della separazione dei poteri dello Stato", conclude la nota.
(Adnkronos) - Formare nuovi professionisti esperti di comunicazione e marketing applicata al cinema per migliorare le competenze professionali degli operatori dell’industria culturale e creativa, favorendo la transizione tecnologica e digitale del settore. Con questi obiettivi, Cinecittà Spa annuncia l’avvio del corso di formazione professionale gratuito dedicato alla comunicazione e al marketing nel settore audiovisivo e gestito attraverso l’unità dedicata LuceLabCinecittà con il supporto strategico di Adnkronos Comunicazione.
Il corso, in programma tra novembre 2025 e gennaio 2026 nella sede Adnkronos di Roma in piazza Mastai, si propone di fornire ai 25 partecipanti selezionati competenze immediatamente spendibili presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, società di produzione e distribuzione, canali televisivi e organizzatori di eventi culturali.
Dichiara il presidente di Cinecittà, Antonio Saccone: 'È ineludibile oggi più che mai quanto la Comunicazione sia un settore decisivo per un mondo come quello dell'Audiovisivo, sempre più espanso. L'Industria culturale esige professionisti sempre più in grado di trasmettere, interessare, creare contenuti che diano valore aggiunto ai contenuti culturali. Cinecittà è tra le altre cose una centrale comunicativa cardine per il settore, e sostiene la formazione di professionisti della comunicazione e del marketing autorevoli, creativi e responsabili: saranno loro ad aprire porte importanti al cinema del futuro. I corsi di LuceLabCinecittà vogliono fornire le chiavi per aprire queste porte".
Adnkronos Comunicazione, partner d’eccellenza del progetto, mette a disposizione la propria esperienza e il proprio know-how per garantire un percorso formativo di alto profilo, orientato alle reali esigenze del mercato. Per partecipare è sufficiente avere un diploma di scuola secondaria di secondo grado e buona conoscenza della lingua italiana e compilare il form pubblicato sul sito https://lucelabcinecitta.com/ con scadenza alle ore 12 del 30 settembre 2025. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Progetto Cinecittà, parte integrante della Missione 1 del Pnrr - Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo | M1C3 - Turismo e cultura 4.0 | Investimento 3.2: Sviluppo industria cinematografica finanziato quindi dalla Comunità europea nell’ambito del piano NextGenerationEU.
Il programma didattico, della durata complessiva di 120 ore, prevede lezioni frontali, esercitazioni pratiche e moduli dedicati alla sicurezza sul lavoro. I contenuti spaziano dalla comunicazione istituzionale a quella di prodotto ed eventi, con focus su giornalismo, uffici stampa, agenzie di comunicazione, festival, rassegne e Film Commission. Particolare attenzione all’analisi di casi studio e buone pratiche, per formare figure capaci di operare in contesti complessi e in continua evoluzione.
Cinecittà Spa e Adnkronos Comunicazione confermano così il loro impegno nel promuovere l’eccellenza e l’innovazione nel settore audiovisivo, contribuendo alla crescita di una nuova generazione di professionisti della comunicazione.
(Adnkronos) - L’estate, stagione di leggerezza, riposo e benessere, per alcune persone può rivelarsi un periodo critico, in cui affiorano malinconia, irritabilità, tristezza o veri e propri sintomi depressivi. La perdita della routine quotidiana a causa delle vacanze o della minore intensità lavorativa può creare un senso di disorientamento. Mantenere degli orari regolari per il sonno, i pasti e l'attività fisica può aiutare a ritrovare stabilità. Superare il cosiddetto 'Summer blues' o malinconia estiva, secondo gli esperti si può. Basta seguire poche semplici regole. "Molti giovani dopo un periodo carico di impegni di studio e di lavoro, nel fermo estivo si sentono svuotati - afferma Adelia Lucattini, professore ordinario della Società psicoanalitica italiana e dell’International Psychoanalytical Association -. Inoltre, l’alterazione del ritmo sonno-veglia può peggiorare l’umore, per questo è importante gestire la sregolatezza conciliando il divertimento con un sano stile di vita anche d’estate: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e abbandono della sedentarietà aiutano corpo e mente a stare meglio".
Il 'Summer blues' può riguardare chiunque, anche chi è ben integrato socialmente. Nella maggior parte dei casi si manifesta come una lieve flessione del tono dell’umore, transitoria e destinata a risolversi spontaneamente. Tuttavia, alcune persone risultano più vulnerabili: in particolare chi ha una storia clinica di episodi depressivi, gli anziani che vivono da soli o chi si trova in condizioni di isolamento forzato. "È quindi fondamentale riconoscere questi segnali precocemente e attivare forme di supporto, anche leggere, come contatti sociali regolari, attività fisica all’aria aperta e una buona igiene del sonno" sottolinea Lucattini.
Stress e depressione in estate non risparmiano neanche i giovani. "Il periodo immediatamente successivo agli esami, di maturità, universitari o tirocini formativi, è spesso carico di aspettative e di una sorta di urgenza emotiva nel volere 'recuperare' il tempo perduto durante l’inverno. Molti giovani - evidenzia - dopo un periodo carico di impegni di studio e di lavoro, nel fermo estivo si sentono svuotati, aggrediti da sentimenti di noia, ansia e malinconia. Inoltre, l’alterazione del ritmo sonno-veglia può peggiorare l’umore, per questo è importante gestire la sregolatezza conciliando il divertimento con un sano stile di vita anche d’estate, evitando ad esempio l’inversione giorno-notte. Il sonno notturno ha una qualità più profonda e rigenerante. Il sonno è cruciale per la salute mentale ma per dormire bene in estate è importante riposare in ambienti freschi". L’estate è anche tempo di festa, ma è fondamentale evitare le bevande alcoliche e ogni tipo droghe. "Queste sostanze aggravano depressione e portano a comportamenti rischiosi o autodistruttivi" conclude.
Leggi tutto: Stress e depressione, consigli pratici per superare il 'summer blues'
(Adnkronos) - “Hamilton è stanco, sta facendo questo lavoro da una vita. Deve resettarsi e fare qualcosa di totalmente diverso rispetto al motorsport. Magari non ci sta ancora pensando, anche se sarebbe stato opportuno iniziare a valutarlo tempo fa". Bernie Ecclestone, ex boss della Formula 1, ha criticato in maniera dura - in un'intervista al Daily Mail - gli ultimi mesi nel Circus di Lewis Hamilton, deluso dopo la brutta partenza in Ferrari.
"Lewis è stato un grande talento - ha continuato - e probabilmente lo è ancora. Ma, quando raggiungono il top, tutti i grandi possono puntare a una sola direzione e andare verso il basso".
Bernie Ecclestone ha continuato: "Hamilton si prenderebbe in giro da solo se dovesse continuare a correre. Dovrebbe smettere ora. Se fossi il suo manager, direi alla Ferrari: ‘C’è qualcuno in grado di sostituirlo? Lewis è pronto a farsi da parte’. Vorrei che il suo contratto fosse onorato, perché lo hanno preso con un obiettivo importante. Le cose, però, non stanno funzionando e quindi potrebbero accordarsi così".
L'ex boss della Formula 1 ha chiuso così la sua analisi sul brutto periodo dell'inglese in Ferrari: "Ha già vinto sette Mondiali, non c’è bisogno di prendersi ulteriori rischi. Non gli auguro nulla di male, ma non sta più lottando per il titolo. Non avrebbe senso rischiare di restare due anni a letto perché ha la schiena rotta".
Leggi tutto: Ecclestone duro contro Hamilton: "Dovrebbe smettere ora, correre così non ha senso"
(Adnkronos) - Un litigio, spari e due feriti, ieri sera intorno alle 23.30 nel Parco di Centocelle a Roma. Un residente di zona ha riferito di aver sentito una lite di alcuni stranieri che, dopo alcuni spari d’arma da fuoco, si erano allontanati a bordo di auto. I carabinieri della stazione Roma Quadraro e quelli del Nucleo radiomobile di Roma sono intervenuti sul posto.
Dagli accertamenti è emerso che, poco prima al pronto soccorso dell’ospedale Vannini, erano arrivati due uomini nordafricani con ferite superficiali provocate dall’esplosione di colpi d’arma da fuoco. Il primo è stato medicato per ferite alla gamba e alla mano, riportando 10 giorni di prognosi, e il secondo per ferite ai piedi, riportando 15 giorni di prognosi; entrambi non sono in pericolo di vita.
I due, poco collaborativi, ascoltati nell’immediatezza dai carabinieri, hanno riferito di essere stati avvicinati da alcuni connazionali, uno dei quali, al culmine di una lite, avrebbe esploso diversi colpi d’arma da fuoco con una pistola. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della VII sezione del Nucleo investigativo di Roma che hanno eseguito i rilievi tecnico-scientifici.
Leggi tutto: Roma, lite e colpi d'arma da fuoco a Centocelle: 2 feriti
(Adnkronos) - È uno degli oggetti più iconici della storia del cinema ed è pronto a cambiare proprietario: la celebre spada laser di Dart Vader della saga di 'Star Wars', utilizzata durante le epiche battaglie nei film 'L'Impero colpisce ancora' (1980) e 'Il ritorno dello Jedi' (1983), sarà messa all'asta a Los Angeles agli inizi di settembre. Il valore stimato? Fino a tre milioni di dollari, ovvero circa 2,6 milioni di euro.
La spada laser è stata presentata al pubblico a Londra, durante un evento stampa organizzato dalla casa d'aste Propstore, specializzata nella vendita di memorabilia cinematografici. "È semplicemente un pezzo incredibile della storia del cinema", ha dichiarato Brandon Alinger, direttore della società, paragonando l'oggetto al "Santo Graal" per i collezionisti di cimeli cinematografici.
Questa particolare versione della spada laser - quella usata per le scene di combattimento, priva della sua originaria lama in legno - è rimasta per quattro decenni nelle mani di un collezionista privato americano. A brandirla sul set della saga di 'Guerre stellari' furono David Prowse, l'attore dietro la maschera di Dart Vader, e Bob Anderson, lo stuntman che girò le sequenze più dinamiche. Per autenticare il pezzo, gli esperti hanno confrontato graffi e ammaccature visibili nei film con quelli sull'oggetto reale. "Guardate questa grossa ammaccatura sul retro", ha indicato Alinger, "probabilmente è stata causata dalla lama della spada laser di Luke Skywalker, interpretato da Mark Hamill". Nonostante la sua aura mitica, la spada laser è un capolavoro di ingegno artigianale: è stato assemblato a partire da un vecchio flash fotografico e componenti di recupero, tra cui parti di una calcolatrice.
La spada laser di Dart Vader non sarà l'unica attrazione della vendita, prevista dal 4 al 6 settembre. Propstore ha annunciato che tra gli altri oggetti ci saranno: la frusta, la cintura e l'astuccio usati da Harrison Ford in 'Indiana Jones e l'ultima crociata' (1989); il "neuralyzer" di 'Men in Black' (1997), l'apparecchio che cancella la memoria, ancora funzionante con il suo display Led originale, con una stima di 150.000 dollari (circa 129.700 euro).
Secondo Stephen Lane, fondatore di Propstore, l'asta si annuncia storica: "Qualcuno si è presentato da noi dicendo: 'Ho questo da vendere'. Siamo rimasti a bocca aperta", ha raccontato, paragonando l'importanza della spada laser alle famose scarpette rosse de 'Il Mago di Oz', indossate da Judy Garland.
Leggi tutto: Star Wars, la spada laser di Dart Vader va all'asta: può valere 3 milioni di dollari
(Adnkronos) - Un risultato per la diabetologia emozionante: per la prima volta, un paziente con diabete di tipo 1 da oltre trent’anni ha ricevuto un trapianto di isole pancreatiche allogeniche senza dover assumere farmaci immunosoppressivi. Le cellule, impiantate nel muscolo dell’avambraccio, hanno mostrato una limitata ma rilevabile attività funzionale, iniziando a produrre insulina.
Il caso, che rappresenta una prova di principio di 'immunoescape' cellulare nell’uomo, è stato descritto in un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine da un team dell’Università di Uppsala, in Svezia. Le cellule utilizzate nel trapianto fanno parte di una nuova terapia sperimentale chiamata UP421. Si tratta di cellule pancreatiche ottenute da un donatore, poi modificate geneticamente per sfuggire al sistema immunitario del paziente. Questo approccio - fanno sapere dalla Società italiana di diabetologia - nasce da una lunga fase di ricerca preclinica, condotta in particolare dalla professoressa Sonia Schrepfer, che in studi su modelli animali aveva già dimostrato come cellule così modificate potessero sopravvivere senza essere rigettate. Nell’uomo, è la prima volta che questa strategia viene testata.
Per ottenere questo effetto, i ricercatori hanno eliminato dalle cellule due segnali chiave (Hla di classe I e II) che normalmente permettono al sistema immunitario di riconoscere ciò che è "estraneo". In parallelo, è stata aggiunta una proteina protettiva chiamata CD47, che agisce come una sorta di "segnale di non attaccare" rivolto alle cellule del sistema immunitario innato, come i macrofagi. Le cellule sono state ingegnerizzate nel laboratorio Gmp di Oslo, in Norvegia, sotto la guida della ricercatrice Hanne Scholz, utilizzando una piattaforma tecnologica sviluppata dall’azienda Sana Biotechnology. L’intervento è stato poi eseguito in Svezia, presso il centro clinico dell’Università di Uppsala, sotto la direzione del professor Per-Ola Carlsson, che coordina lo studio clinico.
"Questo studio rappresenta un primo passo concreto verso una nuova generazione di terapie cellulari per il diabete - spiega Lorenzo Piemonti, direttore del Diabetes Research Institute di Milano e primario dell’uo Medicina rigenerativa e dei trapianti dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano -. Per la prima volta, abbiamo evidenze che cellule pancreatiche geneticamente modificate possono sopravvivere nell’uomo senza la necessità di farmaci immunosoppressivi. È importante ricordare che si tratta di una prova di principio, non di una terapia efficace: la quantità di cellule trapiantate era molto bassa e i livelli di insulina prodotti sono minimi. Ma il fatto che queste cellule siano ancora lì, funzionanti e non rigettate, apre una prospettiva completamente nuova. La vera sfida sarà ora trasferire questo approccio alle cellule staminali, in modo sicuro e standardizzato, per renderlo davvero disponibile ai pazienti".
Lo studio - si legge - è stato concepito come una prova di principio clinica, con l’obiettivo principale di valutare la sicurezza del trapianto e la possibilità che cellule geneticamente modificate sopravvivano in un ospite immunocompetente senza immunosoppressione. Il trattamento ha coinvolto un solo paziente e ha previsto l’impianto di una dose molto bassa di isole pancreatiche — inferiore al 10% della quantità normalmente necessaria per ottenere un controllo glicemico significativo o l’indipendenza dall’insulina. Dopo 12 settimane, è stata rilevata una secrezione endogena minima di C-peptide, indicativa di una attività funzionale delle cellule impiantate. Tuttavia, non sono emersi benefici clinici attribuibili al trapianto: se da un lato si è osservata una riduzione dell’emoglobina glicata del 42%, dall’altro il fabbisogno insulinico è aumentato dell’80% rispetto al basale, indicando che il miglioramento del controllo glicemico è verosimilmente legato a una gestione terapeutica più intensiva. Un risultato in linea con le aspettative, considerata la quantità molto limitata di cellule infuse e i valori assoluti di C-peptide estremamente bassi, clinicamente non significativi
Il trapianto è stato eseguito nel muscolo dell’avambraccio, una sede scelta per ragioni tecniche, non terapeutiche. Questo sito consente un monitoraggio accurato tramite imaging e, se necessario, il recupero delle cellule, rendendolo particolarmente adatto negli studi clinici precoci. "Ridurre o eliminare l’uso di farmaci immunosoppressivi è da sempre uno degli obiettivi più importanti nel campo del trapianto cellulare - sottolinea Raffaella Buzzetti, presidente della Società italiana di diabetologia - Se questo approccio verrà confermato, potrà rendere il trapianto di isole o di cellule pancreatiche una possibilità concreta per un numero molto più ampio di pazienti, migliorando la sicurezza e la qualità della vita, grazie all’eliminazione dei rischi legati all’immunosoppressione e alla possibilità di liberarsi dalle iniezioni quotidiane di insulina".
I ricercatori sottolineano che saranno necessari ulteriori studi, su un numero maggiore di pazienti e con un follow-up più lungo, per valutarne stabilità ed efficacia nel tempo. La vera sfida dei prossimi anni sarà trasferire questo approccio a cellule derivate da staminali, così da superare la dipendenza da donatori e rendere la terapia riproducibile, sicura e accessibile su larga scala.
Leggi tutto: Diabete di tipo 1, in Svezia primo trapianto di cellule produttrici di insulina
(Adnkronos) - L’imperativo del presente è disegnato sulla pelle. “È la frase ‘Proteggi la tua pace’. Me la sono tatuata, perché negli anni ho capito quanto sia importante mettere la serenità davanti a tutto”. Chiara Pellacani, 22 anni, lo racconta all’Adnkronos dopo i Mondiali di nuoto di Singapore. La stella azzurra dei tuffi ha chiuso la rassegna continentale mettendosi al collo tre medaglie. Due bronzi, nel trampolino da un metro e da tre metri, e un oro storico nel sincro misto con Matteo Santoro. Tutto dopo due quarti posti alle Olimpiadi di Parigi. “Il segreto per questa ripartenza? La tranquillità. Se non ce l’hai, diventa complicato. Nello sport e nella vita”.
Hai ripensato alle imprese di Singapore?
“Sono contentissima. Avevo fatto una bella preparazione, ma non speravo di vincere tutte queste medaglie. Forse quella con Matti (Matteo Santoro, ndr) nel sincro misto è la più inaspettata. Non immaginavamo il gradino più alto del podio”.
Sei tornata a casa con tre medaglie. Prima di te, ai Mondiali, ci era riuscita una leggenda dello sport italiano come Tania Cagnotto.
“Raccontano emozioni diverse. Quella da un metro, è stata la prima individuale e la inseguivo da un po’. L'oro con Matti è stato incredibile, mentre dai tre metri volevo il podio con tutta me stessa dopo il quarto posto alle Olimpiadi. È la mia gara”.
Cos’è cambiato negli ultimi mesi dopo la delusione di Parigi?
“Nello sport si vince e si perde e spesso tra le due cose passa un niente. Dopo i Giochi ho avuto bisogno di una pausa, dovevo riprendermi a livello mentale. Per un periodo mi sono anche data alla boxe. Poi ho ricominciato gli allenamenti e mi sono detta: ‘Chiara, vivitela’. Senza pensare ai risultati. Quelli sono arrivati grazie alla serenità”.
Al Corriere della Sera hai raccontato di aver chiesto aiuto a diverse persone. Quando si capisce di aver bisogno di supporto?
“Mi ero resa conto di non riuscire ad affrontare troppe cose da sola. Non è facile capirlo. Ammetterlo è però il primo passo per uscire da un periodo no. Io poi sono stata fortunata. Sono tornata a casa per un po' e ho passato tanto tempo con la mia famiglia. Mi hanno supportato in ogni decisione”.
Vinci medaglie da quando eri adolescente e da anni ti definiscono l’erede di Tania Cagnotto. Nelle difficoltà ha pesato l’eccessiva pressione?
"C’erano aspettative, ma più da parte mia. Pretendo tanto da me, a volte troppo. È stata una lezione di vita, ho capito che spesso la cosa migliore è affrontare le sfide con basso profilo. Altrimenti diventa controproducente”.
Tania ti ha scritto dopo i Mondiali?
"Mi ha mandato un messaggio dopo l’oro vinto nel sincro. Si è complimentata per la bella gara”.
La prima volta in cui, dopo 99 gare nei tuffi sincronizzati tra Olimpiadi e Mondiali, l’Italia è arrivata davanti alla Cina.
“Non avevo letto questa statistica”. E se la ride. “Siamo stati impeccabili. Il bello è che ci aspettavamo qualcosa, ma non avevamo osato così tanto nemmeno nei sogni”.
Da qualche anno vivi in America e frequenti il college. Che esperienza è?
“Questa svolta mi ha dato tanto, in primis a livello personale. Vivo da sola, ora sono molto più indipendente e autonoma. Mi prendo responsabilità e sono cresciuta anche nei tuffi, le tante prove fatte al college mi hanno preparata al meglio per le gare internazionali. E poi ho avuto modo di studiare psicologia, a dicembre mi laureo”.
Perché hai scelto questo percorso?
"Era l'unica opzione per continuare ad allenarmi, facendo coincidere una preparazione di alto livello con la mia formazione. La psicologia mi appassiona da anni, volevo saperne di più ed è stata la scelta giusta. Poi farò un master in comunicazione”.
In futuro avremo una nuova collega?
“Chissà”.
In questa passione c’'è lo zampino di mamma Francesca, insegnante, e papà Giampaolo, giornalista sportivo?
“Diciamo di sì. Mi hanno fatto avvicinare fin da bambina a questo mondo e non lo nascondo, mi interessa. Può aprire diverse porte per il futuro. Vedremo...”.
Da un po’ di tempo, non a caso, racconti sui social la sua vita da atleta e tieni una sorta di diario in reel...
"Mi diverte e penso sia un bel modo per far conoscere il mondo dei tuffi ai meno appassionati. Cerco di portare chi mi segue dentro al mio stile di vita, mi piace condividere le mie emozioni”.
Tante, nella tua vita, sono diventati tatuaggi.
“Ne ho 21, la regola vuole che siano dispari”.
A quale sei più legata?
"Mio nonno Sandro dipingeva. Mi sono tatuata uno dei suoi quadri con una dedica, c’è scritto ‘Alla mia piccola e dolcissima Chiara’. È quello a cui tengo di più”. (di Michele Antonelli)
(Adnkronos) - In Anatolia centrale, nell'attuale Turchia, riemerge un passato misterioso e struggente grazie alla scoperta di quello che è già stato ribattezzato "il cerchio dei bambini perduti". Durante la diciottesima campagna di scavo nel sito di Uşaklı Höyük, condotta dalla Missione Archeologica Italiana e coordinata dall'Università di Pisa, sono stati rinvenuti i resti di sette bambini in un contesto che suggerisce pratiche rituali risalenti all'epoca degli Ittiti, nell'età del Bronzo, principalmente tra il XVII e il XII secolo a.C.
La scoperta, avvenuta nella cosiddetta 'Struttura Circolare', un enigmatico edificio in pietra già oggetto di attenzione scientifica negli ultimi anni, getta nuova luce sui rituali comunitari delle popolazioni del Tardo Bronzo. Le ossa degli infanti non si trovavano in tombe vere e proprie, ma sparse tra frammenti ceramici, resti animali e ceneri: un insieme che lascia ipotizzare riti sacri, forse simili a quelli che avvenivano nei tofet delle antiche città fenicie.
"Il legame tra i resti e l'architettura monumentale è ormai evidente", spiega il professor Anacleto D'Agostino, archeologo dell'Università di Pisa e responsabile dello scavo. "Siamo davanti a uno spazio con funzione rituale, legato a pratiche comunitarie e ai valori simbolici della società ittita".
Uno degli elementi più rilevanti emersi dallo scavo è il dente di un infante, in condizioni straordinariamente buone. Oltre a permettere una datazione assoluta, potrà offrire attraverso le analisi del Dna informazioni genetiche cruciali sulla popolazione che abitava il sito, oggi identificato da molti studiosi con la città santa di Zippalanda, dedicata al culto del Dio della Tempesta.
Il sito di Uşaklı Höyük si trova sull'altopiano anatolico centrale e rappresenta uno dei principali insediamenti ittiti studiati in Anatolia. La campagna 2025, condotta dall'Ateneo pisano in collaborazione con università turche e internazionali, ha interessato diverse aree strategiche.
Nell'Area F del sito, gli archeologi hanno identificato nuove murature relative a una fase avanzata dell'occupazione ittita. Le strutture rispettano la presenza della 'Struttura Circolare', suggerendone una continuità d’uso nel tempo, probabilmente con una funzione cultuale. Lastricati e stratificazioni orientali indicano una frequentazione prolungata, rafforzando l'ipotesi che questo spazio rappresentasse il centro sacro dell'insediamento.
Nell'acropoli, gli scavi hanno documentato per la prima volta una sequenza di abitazioni e spazi pubblici che coprono un arco cronologico dall’età del Ferro fino al periodo ellenistico. Un deposito di distruzione, rinvenuto a quattro metri di profondità, ha restituito pietre bruciate e ceneri che potrebbero rivelare nuovi dettagli su una fase ancora poco conosciuta della regione.
Parallelamente, nell'Area G, prosegue lo studio della necropoli medievale, con analisi genetiche su una famiglia sepolta che potrebbero offrire nuovi indizi sulla ricomposizione demografica dell'Anatolia dopo la storica battaglia di Manzikert (1071 d.C.).
Accanto agli elementi strutturali e umani, la Missione Archeologica Italiana ha raccolto una ricca documentazione materiale: ceramiche, resti animali, semi e carboni che raccontano un’economia mista di allevamento, caccia e pratiche rituali. In Area F, una fossa contenente resti interi di cavalli, bovini, caprovini, asini e persino una lepre, potrebbe testimoniare cerimonie collettive o offerte sacrificali.
Gli studi archeobotanici e genetici sono ancora in corso, con l’obiettivo di ricostruire l’ambiente agricolo e la composizione biologica delle antiche popolazioni anatoliche. Le analisi del Dna umano e animale, condotte presso il laboratorio Human_G dell’Università Hacettepe di Ankara, promettono risultati innovativi per la comprensione delle dinamiche sociali e culturali della regione.
Il progetto è l'unica Missione Archeologica Italiana attiva in un sito ittita della madrepatria e si avvale della cooperazione con numerose istituzioni turche ed europee, tra cui le università di Koç, Ucl, Firenze, Siena, Roma Sapienza e Hacettepe. È finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, dalla Fondazione per l'Oriente Mediterraneo, dal Progetto Prin AlandAcon con fondi Next Generation Eu e dall'Università di Oxford.
Un'esperienza che unisce ricerca scientifica, formazione e diplomazia culturale, contribuendo alla riscoperta di una civiltà millenaria e dei suoi enigmi ancora irrisolti.
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(Adnkronos) - Sesto caso di morte per il virus della West Nile accertato nel Lazio. È morta oggi, all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, una donna di 83 anni di Pontinia. "La paziente - comunica la regione Lazio - era arrivata in pronto soccorso il 24 luglio scorso. Ricoverata in rianimazione in gravi condizioni per la presenza di pluripatologie concomitanti, è deceduta nel reparto di terapia intensiva".
Il ministro Orazio Schillaci aveva fatto sapere due giorni fa che "il ministero della Salute assicura il pieno supporto alla rete dei servizi sanitari e territoriali. Proprio con questo approccio di dialogo e collaborazione costruttiva, il 12 agosto una delegazione di esperti del ministero sarà a Latina e a Caserta per un incontro con le autorità regionali, locali e sanitarie" sui casi di West Nile che si stanno registrando nell'area.
Schillaci aveva anche invitato ad evitare allarmi mediatici per i casi di West Nile in Italia. "Ad oggi, - ha dichiarato martedì - secondo i casi notificati sulla piattaforma nazionale coordinata dall'Istituto superiore di sanità (Iss), l'Italia ha registrato 145 casi confermati di infezione da West Nile Virus nell'uomo. Nel 2018, anno con un inizio stagionale precoce, sono stati registrati sulla piattaforma nazionale 618 casi e 49 decessi. Nel 2022, si sono registrati 728 casi confermati e 51 decessi". Ma "non ricordo allarmi mediatici nel 2018 e nel 2022, nonostante ad oggi siano gli anni con il numero più alto di contagi e purtroppo anche di decessi".
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(Adnkronos) - Il ciclista romagnolo Filippo Baroncini ha riportato la frattura di una vertebra cervicale, ma senza conseguenze neurologiche, fratture della clavicola e altre lesioni facciali a causa di una caduta ieri, durante il Giro di Polonia. Lo ha annunciato oggi la sua squadra, l'Uae Emirates-Xrg.
Il 24enne di Massa Lombarda, nel Ravennate, è stato la principale vittima dell'incidente che ha caratterizzato la terza tappa del Giro di Polonia ieri. Tra le sue due vittorie da professionista in carriera, Baroncini ha vinto la classifica finale del Giro del Belgio, il Baloise Belgium Tour di quest'anno. Anche la Super 8 Classic di Haacht è nell'elenco dei successi del campione del mondo su strada Under 21 del 2021.
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