(Adnkronos) - Il campionato si avvia verso la fine e loro guarderanno gli ultimi 90 minuti dalla tribuna. Simone Inzaghi, Antonio Conte, Sergio Conceicao, Cristian Chivu e Marco Baroni sono stati espulsi nel finale della 37esima giornata e non potranno essere in panchina per il gran finale di stagione.
Simone Inzaghi e Antonio Conte, tecnici delle due squadre in lotta per lo scudetto, non potranno guidare i loro giocatori dall'area tecnica nelle rispettive partite contro Como e Cagliari. La grande beffa? Dopo una stagione sulle montagne russe, uno di loro festeggerà il sudatissimo scudetto lontano dalla panchina e dai calciatori.
Non solo. A guardare i minuti finali del campionato confinati in tribuna saranno anche Marco Baroni, espulso con Inzaghi nel finale di Inter-Lazio, Cristian Chivu, espulso con Conte nel finale di Parma-Napoli e Sergio Conceicao, allontanato dal campo nei minuti finali di un elettrico Roma-Milan. Baroni non potrà così seguire la squadra nella partita dell'Olimpico contro il Lecce, che potrebbe valere anche un posto in Champions League.
Chivu non potrà invece guidare i gialloblù alla conquista dei punti decisivi per la salvezza contro l'Atalanta, mentre Conceicao saluterà tristemente il Milan e San Siro dalla tribuna: i rossoneri sono già certi del nono posto e l'anno prossimo non parteciperanno alle coppe europee.
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(Adnkronos) - Viviamo un’epoca storica in cui la discussione sull’identità di genere e l’orientamento sessuale sono spesso considerati argomenti utili più per la lotta politica, che elementi fondanti la stessa identità sessuale degli individui. La rivista scientifica internazionale Nature Reviews Urology (https://rdcu.be/elTnZ) pubblica un articolo di Emmanuele A. Jannini, ordinario di endocrinologia e sessuologia medica a Tor Vergata e presidente dell’Accademia italiana per la salute della coppia, dedicato al primo strumento psicometrico per misurare queste caratteristiche individuali. Il titolo è 'Xygo: proposing a new holistic measure of gender identity and sexual orientation'.
"Alfred Kinsey, sul finire degli anni ’40 - spiega Jannini - grazie a una semplice scala che misurava l’orientamento sessuale, dimostrò alla società americana dell’epoca che non solo l’omosessualità non è una malattia ma che si rappresenta lungo un continuum di diverse espressioni che riguardano una parte importante della popolazione. Oggi poi si discute – spesso senza competenza scientifica – anche di identità di genere, termine addirittura vietato in alcune parti del mondo. Xygo è – semplicemente - una rosa dei venti dove i 4 punti cardinali sono sostituiti da femminile/maschile e omosessuale/eterosessuale lungo una doppia scala numerica (da zero a tre) che permette a ciascuno di identificarsi secondo il sesso assegnato alla nascita, spesso ma non sempre coincidente con la presenza del cromosoma X o Y (la XY dello Xygo), l’identità di genere ('chi mi sento di essere, ovvero: chi sono', la G) e l’orientamento sessuale ('chi mi piace', la O)".
"La potenza di Xygo è duplice - sottolinea l'esperto - da una parte identifica ognuno con una formula che in maniera piuttosto precisa e univoca racconta l’identità sessuale, dall’altra permette la non-identificazione (la rosa dei venti dello Xygo è in realtà un perfetto piano cartesiano dove è ovviamente presente lo zero) e anche le fluttuazioni, la fluidità, gli atteggiamenti binari come quelli non binari".
Quindi Xygo - riporta una nota - è una formula: ad esempio X, G+3, O-3 rappresenta una persona assegnata alla nascita al sesso femminile, con identità di genere totalmente femminile e un orientamento del tutto eterosessuale. I segni più e meno non rappresentano positività o negatività ma semplicemente la collocazione 'geografica' all’interno dello Xygo a partire dallo zero. Così un maschio alla nascita che si sente e si identifica totalmente appartenente al territorio femminile ed è esclusivamente orientato a partner maschili, quindi in senso totalmente eterosessuale, si può auto-descrivere con la formula Y, G+3, O-3. Lo strumento psicometrico è prima di tutto dedicato al ricercatore e al clinico, ma, non avendo di per sé necessità di altri supporti diagnostici o professionali particolari, potrà essere utilizzato da tutti per rappresentare in maniera semplice, inclusiva e rispettosa la propria identità sessuale, catturando anche gli aspetti più variabili di questa.
"Xygo - conclude Jannini - è uno strumento per nulla statico, ma al contrario dinamico, che potrà essere usato in tutte le condizioni cliniche e non solo in cui è importante permettere alle persone di identificare la propria identità sessuale, prodotto dell’inestricabile interazione del sistema corpo col sistema della mente, col sistema dell’esperienza e col sistema della società in quella che definiamo sessuologia dei sistemi".
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(Adnkronos) - La prima forma di intelligenza non umana con cui dobbiamo imparare a convivere. L'intelligenza artificiale infatti non è solo una straordinaria innovazione tecnologica, ma una 'nuova' intelligenza, quasi 'aliena', visto che non pensa come noi, non prova emozioni e non interpreta la realtà nel modo in cui siamo abituati a farlo. Eppure, scrive, progetta, insegna e crea.
Ma come confrontarsi con una realtà simile? A spiegarlo è Ethan Mollick, professore alla Wharton School e tra i massimi esperti di innovazione e Ai, con il suo libro 'L’intelligenza condivisa. Vivere e lavorare insieme all'AI', edito in Italia da Luiss University Press, con la prefazione di Giuseppe F.Italiano, prorettore per l'artificial intelligence e le digital skilss dell'ateneo romano.
Il volume offre una guida chiara e approfondita su come l'intelligenza artificiale stia cambiando il lavoro, l’educazione e la creatività. Come possiamo sfruttare al meglio questa nuova intelligenza senza esserne travolti? Quali competenze umane resteranno indispensabili? E come possiamo assicurarci che questa convivenza sia non solo produttiva, ma anche etica? Mollick con il suo volume esplora il potenziale dell’Ai nel diventare un collega, un tutor, un coach e persino un partner creativo, aprendo scenari inediti, densi di opportunità ma anche di sfide da affrontare. Un libro imprescindibile per orientarsi nel futuro, che è già realtà.
(Adnkronos) - Digithon 2025, la maratona digitale che accende il futuro dell’innovazione è pronta a ripartire! 100 startup, 48 ore no-stop di pitch, 3 giorni di networking, formazione e visione. Dal cuore pulsante dell’innovazione italiana, le Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie (Bt) sono pronte per ospitare l’evento tech più atteso dell’anno, in programma dall’11 al 13 settembre.
La call for ideas è ufficialmente aperta: dal 19 maggio al 30 giugno, inventors, innovatori e startup possono candidare i propri progetti su digithon.it per entrare nella short list dei 100 finalisti che si sfideranno a colpi di pitch davanti a investitori, incubatori e big player del settore. Dal 2016, Digithon ha costruito un ecosistema solido e visionario, con oltre 2.000 startup coinvolte, più di 200 milioni di euro raccolti in funding e investimenti. Con l’edizione n.10, come annunciato dal founder Francesco Boccia, si apre ora un nuovo capitolo: trasformare Digithon in un distretto permanente dell’innovazione, un hub dove si coltivano competenze digitali e si accelerano soluzioni disruptive.
Digithon 2025 non è solo un evento, ma un trampolino verso ciò che verrà. È il punto di partenza per chi vuole costruire il prossimo big thing, per chi immagina il prossimo step del digitale, per chi è pronto a scrivere il prossimo capitolo dell’innovazione. Un luogo ideale per far crescere la rete di opportunità dell’ecosistema delle startup che a Digithon potranno potenziare il loro network di contatti, moltiplicare sinergie e occasioni di collaborazione con le aziende, dialogando in maniera diretta con i principali investitori. E ancora, partecipare a incontri, panel e sessioni di discussione con esperti del settore sui molteplici temi che coinvolgono il futuro del digitale.
Come sempre Digithon offre agli startupper anche interessanti momenti di formazione con i Beer&Code, coding bootcamp realizzati in collaborazione con i partner della manifestazione, con docenti di alto livello e manager d’azienda con esperienza diretta di settore. Non mancheranno poi i grandi eventi in piazza aperti al pubblico: dibattiti e faccia a faccia con i protagonisti del mondo delle istituzioni, della cultura e delle imprese italiane e internazionali, per approfondire i temi legati al mondo del digitale e le nuove sfide dell’innovazione, il loro impatto sull’economia e sulla società.
La registrazione è gratuita e completamente digitale sul portale digithon.it: ogni utente potrà inserire tutti i dettagli della propria startup, dalla descrizione al pitch video, slides oltre a poter indicare lo stato dell’idea o del progetto, numero di dipendenti e fatturato. Come in un social network, ogni iscritto potrà pubblicare i propri aggiornamenti per informare i potenziali investitori delle nuove milestones raggiunte. Chi ha già partecipato a Digithon potrà ricandidare la propria application effettuando il login con le credenziali precedentemente utilizzate.
Tra tutti i progetti pervenuti entro la mezzanotte del 30 giugno 2025, il comitato scientifico selezionerà i 100 i migliori che saranno ammessi alla fase finale di DigithON alle Vecchie Segherie, dove potranno presentare la lora idea di business davanti alla platea degli investitori. In palio il Premio DigithON 2025, che porta con sé un assegno del valore di 10.000 euro offerto da Confindustria Bari e BAT, e altri prestigiosi riconoscimenti messi a disposizione dalle aziende partner, per un montepremi totale di oltre 50.000 euro.
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(Adnkronos) - Fermato oggi, lunedì 19 maggio, per il femminicidio di Carmela Quaranta, l'ex compagno G.S. di 56 anni. La donna di 42 anni era stata ritrovata senza vita il 20 aprile scorso all'interno della propria abitazione di via Trieste a Mercato San Severino, in provincia di Salerno.
La complessa attività investigativa - si legge in una nota a firma del procuratore di Nocera Inferiore, Antonio Centore - svolta nell'immediatezza dell'evento e proseguita con l'acquisizione e l'analisi di tabulati e celle di traffico telefonico, immagini registrate da sistemi di videosorveglianza delle zone limitrofe al luogo teatro degli eventi, dati di posizione GPS e testimonianze utili alla ricostruzione dei fatti, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dell'indagato che è stato perciò sottoposto a fermo e trasferito presso la Casa Circondariale di Salerno, dove attende l'interrogatorio di convalida in cui poi potrà difendersi dalle accuse.
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(Adnkronos) - La fotografia dell’impresa è tutta in un abbraccio. Stefano Delbarba, 51 anni, arriva al traguardo dopo 96 ore e mezza di fatica e tiene la mano di Francesco, ragazzo di dieci anni malato di cistinosi, una malattia metabolica rara. È il 6 maggio ed è appena diventato il primo italiano riuscito a chiudere il Triple Everesting. "Ho corso per tre volte consecutive il dislivello dell’Everest, quasi 27mila metri, per aiutare la racconta fondi per le cure sperimentali su questa malattia", racconta all’Adnkronos.
Nativo di Iseo, a due passi da Brescia, Stefano ha costruito la sua impresa sulla celebre Corna Trentapassi, scalata per 52 volte consecutive. "Ho passato 96 ore e mezza sempre in movimento. Mi sono fermato a mangiare ciò che potevo. I primi due giorni riuscivo a mandare giù anche cibi solidi come pane e pasta, poi mi si è bloccato lo stomaco. Da lì ho cominciato a mangiare solo yogurt e minestra, senza masticare".
Tutto per dare una mano ai meno fortunati: "Un annetto fa avevo conosciuto delle associazioni. Mi avevano chiesto di fare qualcosa per sostenere la ricerca sulla cistinosi, una malattia metabolica ereditaria rara. In Italia ci sono cinquanta casi e le case farmaceutiche non investono, diciamo così. I malati ricevono un aiuto fino ai 18 anni, poi si devono arrangiare e non è semplice. Già l’anno scorso – spiega Stefano – abbiamo organizzato alcuni eventi, raccogliendo circa 7mila euro. Siccome il Double Everesting era stato già fatto da qualcuno, per far notizia abbiamo triplicato la distanza".
Scommessa vinta: "Oltre a incuriosirsi, la gente sta donando e non potrei essere più soddisfatto. Finora abbiamo raccolto circa 5mila euro, perché anche i miei sponsor e le partnership hanno donato. Nel loro caso un minimo di 600 euro a testa, perché si erano impegnati a donare 200 euro per ogni Everesting".
Come è stato possibile? "In quei giorni di corsa, mia sorella si è piazzata all’inizio del percorso con un gazebo. La gente, incuriosita nel vedermi andare su e giù per la Cima Trentapassi, chiedeva e donava. Alcuni, addirittura, hanno fatto con me parte del percorso. Un aiuto ce lo ha dato anche il periodo, vista la vicinanza del ponte del primo maggio. C’è stato davvero un boom, sport e solidarietà hanno fatto la differenza".
Ultratrailer navigato, Stefano aveva già affrontato tante altre imprese: "Ho fatto due volte il Tor des Geants, il trail più duro al mondo. Questa passione è nata circa dieci anni fa, quando mi sono separato da mia moglie. La corsa è diventata una valvola di sfogo. All’inizio facevo soltanto la Cima Trentapassi. La prima volta nemmeno riuscivo a camminare, perché è molto verticale e la fatica si sente. Poi, ho continuato e la montagna è diventata una passione. Quando finisco il turno di lavoro, per esempio, vado a fare dei giri perché è più forte di me. Forse esagero, ma senza corsa non so stare".
Stefano, atleta del Rosa Running Team, è un carpentiere e da anni riesce a coniugare il lavoro con una programmazione scientifica dell’allenamento: "Corro spesso di notte – spiega – e amo quei momenti, mi piace stare da solo con me stesso. Di solito parto alle 3, faccio i miei percorsi e torno a casa per le 5. Lì inizia la mia giornata. Mi preparo, faccio colazione e poi dritto al lavoro. E a fine turno, se mi va, vado a fare un altro giretto prima di riposare".
Ma dove porta la testa durante 96 ore e passa di corsa? "Ecco, io qui sono fortunato. Entro nel mio mondo e penso a tutto, dai figli che mi aspettano a casa al lavoro e al futuro. Non sento per niente la fatica”. Pensare di aiutare il prossimo, poi, rende le imprese anche un po’ più facili. (di Michele Antonelli)
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(Adnkronos) - L’intelligenza artificiale, in tutte le sue forme, sta rivoluzionando il fashion system. Il futuro non è uomo o macchina, ma 'uomo con la macchina': un modello in cui la tecnologia esalta l’ingegno umano, senza sostituirlo. Sull'argomento Adnkronos/Labitalia ha intervistato Andrea Ruzzi, responsabile consumer&manufacturing industries di Accenture Italia che spiega come l'intelligenza artificiale (Ia) stia trasformando il settore della moda e del lusso, evidenziando l'importanza crescente dell'architettura agentica: dalle prossime frontiere applicative della tecnologia I, inclusa la Physical AI, alla necessità per le aziende di prepararsi adeguatamente a questa trasformazione profonda, investendo nella formazione e nello sviluppo delle competenze dei lavoratori.
"Il binomio tra IA e moda - spiega - continua a consolidarsi come un potente strumento di ottimizzazione lungo tutta la filiera, senza però stravolgerne radicalmente l’essenza. È importante ricordare che, al centro del settore moda, troviamo il prodotto, ricco di creatività, emozionalità e qualità, sebbene intrinsecamente povero di contenuti tecnologici digitali. L’IA, in questo contesto, agisce soprattutto sul come si produce, come si lavora e come si compra, più che sul cosa. Ed è proprio in questa dimensione che il suo ruolo è destinato a crescere. Negli ultimi mesi, vediamo l’IA affermarsi nei canali di vendita online, come l’e-commerce, dove le raccomandazioni personalizzate permettono ai brand di aumentare i tassi di conversione dal 10 al 15%".
"Stanno inoltre prendendo piede - sottolinea - gli shooting ibridi destinati a progetti visivi di fascia intermedia o ampia diffusione — i cosiddetti Tier 2 e Tier 3 — in cui elementi generati dall’AI si integrano con riprese tradizionali. Per le produzioni Tier 1, cioè quelle ad altissimo valore creativo e firmate da fotografi di punta, questa tecnologia rappresenta ancora una frontiera lontana".
"L’IA - fa notare - supporta anche i brand nelle traduzioni e nella scrittura dei testi di prodotto, contribuendo al tempo stesso a migliorare produttività e sicurezza dei dati. Sul fronte del customer service, si configura come un vero e proprio potenziamento del tocco umano, che resta imprescindibile: se da un lato l’Ia consente di interagire con i clienti in qualsiasi momento e lingua, dall’altro è la relazione personale a fare la differenza, costruendo connessioni autentiche e durature. Grazie alla GenAI, i brand di moda possono oggi creare prototipi realistici in 2D, riducendo costi e sprechi e dando impulso alla creatività, con la possibilità di testare rapidamente molteplici design e visualizzazioni".
"Il 2025 - afferma Andrea Ruzzi - è segnato dall’ascesa degli Agent. Come emerge da un nostro recente report, le menzioni dei sistemi agentici nelle earning call delle principali aziende sono aumentate di 41 volte. Inoltre, il 100% dei clienti intervistati crede che questi sistemi diventeranno essenziali per la loro infrastruttura digitale nei prossimi sette anni". Ma cosa distingue l’agentic IA dalla Generative IA? "La Generative IA - chiarisce - genera contenuti sintetici a partire da input umani, mentre gli agenti IA operano in modo autonomo, ragionano sui problemi, pianificano soluzioni ed eseguono piani. Usano memorie delle interazioni passate e una serie di strumenti per raggiungere obiettivi specifici, interagendo in modo coordinato e con più iterazioni se necessario, sia tra di loro che con gli esseri umani. Nel modello di integrated planning, l’IA agentica agisce come coordinatore tra vendite, finance e produzione. Gli agenti analizzano i dati, propongono scenari, segnalano incoerenze e contribuiscono alla costruzione di piani condivisi, che devono essere poi validati dagli esseri umani".
"L’agentic IA - osserva - oggi vive per sua natura nel mondo digitale, ma la sua evoluzione sarà anche un'iterazione con il mondo fisico, entrando nella fase della Physical IA. La Physical IA segna il passaggio dal digitale al reale, con sistemi di intelligenza artificiale che interagiscono direttamente con il mondo fisico. Ci sono già applicazioni in alcuni ambiti: nell'agricoltura, dove macchinari autonomi lavorano il terreno in base a situazioni climatiche e priorità; in ambito medico, dove robot autonomi operano per evitare la sovra esposizione ai raggi X del personale".
"Nel settore della moda - spiega - robot umanoidi possono supportare gli operatori nelle operazioni di sollevamento di carichi pesanti e nel picking all'interno dei magazzini. Lo sviluppo e l’innovazione avanzano a una velocità tale che richiede di stare al passo con questi temi. Non si tratterà di una lotta tra esseri umani e intelligenza artificiale, ma di una sfida tra chi sfrutta l'IA e chi non lo fa. La vera 'battaglia' sarà tra coloro che adottano l'IA come strumento e tra coloro che, invece, decideranno di non utilizzarla. E' fondamentale quindi la formazione dei lavoratori, che devono avere a disposizione conoscenze e strumenti per cogliere le opportunità dell’innovazione".
"In questo scenario - assicura Andrea Ruzzi - il ruolo di chi accompagna le imprese nel cambiamento diventa decisivo. Accenture, in qualità di partner tecnologico e industriale, lavora concretamente al fianco delle aziende del settore moda e lusso lungo tutte le fasi del percorso di trasformazione, integrando soluzioni avanzate come l’agentic IA e la physical IA nei processi reali: dalla pianificazione integrata alla logistica intelligente. Per colmare il gap di competenze, utilizziamo piattaforme come Learnvantage, progettate per aggiornare e riqualificare la forza lavoro in ambiti chiave come l’intelligenza artificiale, rendendo le organizzazioni più pronte ad affrontare l’evoluzione tecnologica. Siamo convinti che il vero valore dell’innovazione emerga quando viene tradotta in applicazioni concrete. Lavoriamo ogni giorno in questa direzione, trasformando le idee in soluzioni tangibili e capaci di generare impatto reale".
(Adnkronos) - Alla fine è arrivato lo show e anche il titolo. Si intitola 'Radio2 Radio Show La Pennicanza' la nuova creatura radiofonica di Fiorello, affiancato di nuovo da Fabrizio Biggio, con cui aveva già condivisivo la fortunata esperienza di 'Viva Rai2'. Lo show si è aperto alle 13.45 con la radiovisione oscurata da un cartello con scritto "programma in costruzione". Sostituito solo dopo l'annuncio del titolo con la grafica del nuovo programma e sul finale dalle incursioni in video dei due conduttori.
Fiorello ha spiegato di essere in onda perché raccomandato ed ha fatto ascoltare un finto vocale della premier Giorgia Meloni: "Ciao Rosa', so' Giorgia, ti ho trovato un posticino lì a Radio2. Rosa', ti devi accontenta', a 65 anni si va in pensione in Portogallo. Fai una settimana di prova e poi vediamo. Mi raccomando, non devi mai nomina' quello che sai". A quel punto Fiorello ironizza, "non possiamo nominare il Voldemort di Rai1, 'A. il figlio del secolo'", riferendosi ad Amadeus. Che appena viene nominato scatena rumori di fulmini e saette nello studio. Fiorello lo chiama, Amadeus richiama: "Sono il geometra Sebastiani", dice. Fiorello lo difende attaccando la scelta del Nove di mandarlo in onda con il nuovo show 'Like a Star' "contro la finale di Coppa Italia, contro Musetti-Alcaraz". "Quel giorno pure De Martino ha fatto il 23% e l'hanno dovuto portare dallo psicologo. Io spero davvero che non prendano Sanremo perché manderebbero la finale di Sanremo il giorno della finale dei mondiali", scherza.
Il programma è punteggiato dall'imitazione che Fiorello propone di Antonino Cannavacciuolo ma c'è spazio anche per un'imitazione di Sinner, del padre, della madre e di un improbabile ed esilarante fratello calabrese di Jannik.
Fiorello scherza anche sui suoi 65 anni, compiuti il 16 maggio: "A 65 anni l'umiltà è finita, dico quello che mi passa per la mente". Non mancano le battute sui dirigenti Rai, da Giampaolo Rossi "il sosia di Antonio Ricci" e Stefano Coletta "raccomandato dalla Santanché con cui organizza feste a Porto Cervo chiamate 'Le Notti di Cabiria'".
"Il programma lo cominciamo domani, oggi facciamo una prova", dice all'inizio, proponendo una fantomatica sigla creata con l'intelligenza artificiale. Poi la telefonata a Jovanotti, che reclama il titolo di 'siglista' ufficiale dei programmi di Fiorello (aveva già scritto la sigla di 'Viva Rai2'). "Dammi un minuto che sto qui con la band e ti mando una sigla", che puntualmente arriva e viene adottata ufficialmente.
Fiorello chiama anche Michelle Hunziker spiegando di conoscere il vero motivo per cui la conduttrice dell'Eurovision Song Contest di Basilea non è andata in onda su Rai1 mentre cantava 'Nel blu (dipinto di blu)': "Hanno pensato che fossi minorenne. Sei l'unica nonna minorenne", le dice prima di proporle di rimediare alla "censura" intonando insieme il celeberrimo brano di Domenico Modugno. Fiorello è tornato, all'ora della "Pennicanza" ma non si sa per quanti giorni accompagnerà la 'controra' del pubblico di Radio2. "Non si sa, oggi siamo qui, domani chissà", dice.
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(Adnkronos) - Grasse risate a 'È sempre mezzogiorno'. Oggi, lunedì 19 marzo, Antonella Clerici ha ricevuto una chiamata in diretta, durante il consueto gioco telefonico, da una signora che per l'agitazione, forse per la troppa voglia di vincere, è scoppiata in una risata che ha contagiato la conduttrice e i presenti in studio.
"Mi chiamo Simona e vengo da Bergamo", è riuscita a dire la signora prima di esplodere in una risata fragorosa che ha subito attirato l’attenzione della conduttrice. "Guarda, come ride", ha commentato divertita Clerici, cercando invano di trattenere le proprie risate. "Sono agitatissima, ecco perché rido", spiega la signora, tra una risata e l'altra.
"La tua risata è bellissima", le ha detto la conduttrice. Ma il complimento ha ottenuto l'effetto opposto: la signora Simona si è agitata ancora di più, riuscendo malapena a parlare. "Voglio provare con il numero 5", dice tentando di vincere il gioco. "Che bello che quando uno è agitato ride, pensa te...", aggiunge Antonella Clerici, visibilmente divertita, prima di salutare la signora Simona a malincuore: "Non hai vinto purtroppo, ma la tua risata è bellissima", ha concluso Clerici, ringraziando la signora Simona per la sua simpatia.
(Adnkronos) - Piacenza Expo si prepara ad ospitare, da mercoledì 21 a venerdì 23 maggio, la quarta edizione di Hydrogen-Expo, la principale mostra-convegno italiana dedicata al comparto tecnologico per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, organizzata da Mediapoint & Exhibitions guidata da Fabio Potestà. Con oltre 220 espositori confermati, la rassegna si conferma come il più grande evento italiano e tra i primi in Europa interamente dedicato allo sviluppo della filiera dell’idrogeno. Durante la tre giorni piacentina i principali player del comparto si confronteranno sul processo di transizione energetica in Italia, con focus dedicati agli sviluppi delle tecnologie applicate a settori strategici dove l’idrogeno si è già affermato quale valida alternativa ai combustibili fossili, come trasporti, industrie ad alta intensità energetica e utenze domestiche.
“L’idrogeno è una delle soluzioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione in coerenza con gli impegni assunti nel PNIEC al 2030 e nel Net Zero al 2050”, spiega il Direttore Generale di ENEA, Giorgio Graditi, “La strategia italiana punta, in primo luogo, sullo sviluppo dell’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili, senza trascurare il contributo potenziale dell’idrogeno blu parallelamente allo sviluppo in corso dello studio sulla CCS, ed in prospettiva quello dell’idrogeno ottenuto da fonte nucleare, coerentemente con lo sviluppo del programma sul nucleare avanzato e sostenibile”. Per Graditi “il percorso è avviato e non si tornerà indietro. La strada da percorrere è lunga, ma il sistema Paese sta dimostrando di avere tutte le competenze necessarie a livello di ricerca, innovazione e industria per favorire la penetrazione dell’idrogeno nel mix energetico”. Ma, affinché tale riconversione possa avere successo, servono sinergie e cooperazione, sottolinea il Direttore Generale di ENEA: “è sempre più evidente l’importanza di potenziare e valorizzare la collaborazione tra ricerca, accademia, e industria anche nell’ottica di rafforzare il rapporto pubblico-privato, mettendo a sistema la domanda di innovazione tecnologica proveniente dal mondo industriale e la capacità di risposta di alta qualificazione in termini di innovazione da parte della ricerca”.
La fiera sarà affiancata da un ricco programma di incontri, convegni e workshop, i cui dettagli sono disponibili sul sito web dedicato (https://hydrogen-expo.it/le-conferenze/), in ragione anche della riconfermata sinergia tra Mediapoint & Exhibitions e l’Associazione Italiana dell’Idrogeno H2IT. “L’appuntamento annuale all’Hydrogen-Expo di Piacenza è ormai diventato per H2IT un momento molto importante e continuativo. Un evento che offre una visione chiara ed estesa di quanto rapidamente si stia evolvendo la filiera dell’idrogeno in Italia, con progetti e tecnologie innovative che testimoniano l’impegno del nostro Paese nell’accelerare la transizione energetica. Da anni infatti l’Italia sta consolidando il suo ruolo di protagonista nel panorama europeo dell’idrogeno, come dimostra la recente Strategia Nazionale Idrogeno, a cui abbiamo dato il nostro contributo insieme al MASE, che stabilisce obiettivi concreti e promuove la domanda con azioni mirate – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT, “La nostra partecipazione e l’organizzazione del convegno inaugurale è una conferma della nostra determinazione a favorire il dialogo tra tutti gli attori coinvolti. Anche gli altri eventi previsti durante la tre giorni di fiera permetteranno di esplorare i primi progetti concreti e discutere delle sfide e opportunità future che l’idrogeno può offrire nell’industria hard to abate e nella mobilità."
Hydrogen-Expo non è soltanto la vetrina d’eccellenza per le innovazioni del settore ma è anche una piattaforma strategica di confronto, dove tutti gli stakeholder possono far sentire la propria voce e portare all’attenzione delle istituzioni le istanze fondamentali per accelerare il percorso verso la transizione energetica. Come la Federazione Italiana Autotrasportatori Professionisti (Fiap) che dal Piacenza Expo lancerà un appello per una ridistribuzione più equa degli incentivi. “Le imprese di autotrasporto sono pronte a investire in tecnologie a idrogeno, ma serve chiarezza: la transizione energetica non può essere sostenuta solo dalle aziende di trasporto”, anticipa il Segretario generale Fiap, Alessandro Peron, “È la committenza che deve farsi carico del costo reale di un servizio a trazione alternativa, riconoscendo tariffe adeguate che coprano non solo il prezzo del veicolo, ma anche l’intera organizzazione necessaria per gestirlo. Gli incentivi dovrebbero andare anche ai committenti, a condizione che paghino il giusto alle imprese, rendendo davvero possibile e sostenibile questo cambiamento.”
Hydrogen-Expo si svolgerà contestualmente ad altre due fiere organizzate da Mediapoint & Exhibitions che sono Cybsec-Expo (rivolta alla sicurezza informatica) e Nuclear Power -Expo (dedicata comparto dell’energia nucleare). A testimoniare la rilevanza delle tre iniziative l’ampio sostegno istituzionale raccolto, con numerosi patrocini concessi sia dalle principali organizzazioni di categoria che da enti e istituzioni di primo piano. Tra tutti, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Emilia-Romagna, la Regione Liguria, il Comune di Piacenza, la Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome e ancora, l’Agenzia nazionale per le nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo economico sostenibile.
“Come Enea - continua Graditi - abbiamo patrocinato gli eventi Hydrogen-Expo e Nuclear Power -Expo, dove saremo presenti con nostri esperti, offrendo contributi in termini di iniziative, progetti di ricerca e innovazione su due tematiche di rilievo per la decarbonizzazione ed il futuro energetico del nostro Paese. Si tratta di un’importante occasione per mostrare quanto stiamo realizzando in settori importanti quali il nucleare avanzato e sostenibile e l’idrogeno”.
Come sottolinea Fabio Potestà"Hydrogen-Expo nasce dalla convinzione che l’idrogeno rappresenti una delle leve più concrete per costruire un futuro energetico sostenibile, e oggi possiamo dire con orgoglio che questa manifestazione si è affermata come punto di riferimento per tutta la filiera a livello nazionale e internazionale. La partecipazione di oltre 220 espositori e il coinvolgimento attivo di istituzioni, associazioni e imprese -che ringraziamo calorosamente per la fiducia- confermano che il sistema Paese è pronto a fare squadra per affrontare la sfida della decarbonizzazione. Il nostro impegno come organizzatori è quello di offrire, anno dopo anno, un luogo di dialogo, confronto e visione, dove innovazione, competenze e sinergie possano tradursi in soluzioni concrete per la transizione energetica.”
Giovedì 22 Maggio, dalle ore 17 a Piacenza Expo è, inoltre, in calendario la 3ª edizione degli Ihta–Italia Hydrogen Technology Awards, i riconoscimenti ideati per dare visibilità internazionale al lavoro delle imprese che operano sia in Italia che all’estero nella filiera tecnologica dell’idrogeno, riconoscendone la professionalità, il know-how, lo sviluppo e il ruolo strategico: fattori che costituiscono un vero capitale a beneficio di tutta l’economia, nazionale ed europea.
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(Adnkronos) - Il presidente dell'Uap, Unione nazionale ambulatori e poliambulatori enti e ospedalità privata, Mariastella Giorlandino "accoglie con grande favore la recentissima sentenza numero 65 del 2025 della Corte Costituzionale, che ha espresso il principio secondo cui non sussiste alcun limite di età per il medico responsabile sanitario di strutture private accreditate con il Servizio Sanitario nazionale e regionale, ritenendo così esente da profili di incostituzionalità la legge della regione Puglia". Tale pronuncia, "il cui testo e la cui relazione tecnica sono stati predisposti dal giurista avvocato Alberto Pepe, partner dello studio legale internazionale Minnella Coppa, ha chiarito - osserva in una nota la presidente Giorlandino - che il 70.esimo anno di età costituisce un limite solo per il personale medico di strutture pubbliche, mentre non può applicarsi ai medici ed in particolare al responsabile sanitario di strutture private accreditate con il sistema sanitario regionale".
In sintesi, "la Corte - ricorda Uap - ha rilevato che l’età non costituisce un requisito essenziale nell’esercizio della funzione disciplinata dal legislatore regionale e non appare, pertanto, irragionevole che al vertice delle strutture accreditate si collochi un direttore sanitario che abbia superato il settantesimo anno di età. Sicché, continua la Corte, il legislatore regionale non è tenuto ad allinearsi, neppure con riferimento alle strutture private accreditate, alla disciplina statale di cui all’art. 15-nonies, comma 1, del d.lgs. n. 502 del 1992 e, conseguentemente, ben ha potuto disancorarsi da una norma, quella nazionale appunto, che ha l’obiettivo di garantire la turnazione generazionale ed occupazionale nell’ambito esclusivamente del servizio pubblico, non potendo invece estendersi ad aziende private che, pur se eroganti un servizio sanitario pubblico, devono comunque vedere tutelato anche il loro diritto costituzionale alla libera iniziativa economica privata (articolo 41 della Costituzione)”.
Per questo l’Uap "si è battuta fortemente, rilevando altresì la grande incongruenza – da un lato - della lamentata carenza di medici e – dall’altro – della previsione di un obbligo alla pensione per i medici di età superiore ai 70 anni. Inoltre - evidenzia l'Uap - si sottolinea l’importanza della dichiarazione rilasciata dal Presidente dell’Ordine dei Medici, Filippo Anelli, che ha riconosciuto la necessità che l’accordo pugliese con i medici di famiglia si debba esporre a livello nazionale". Al riguardo, l’Uap "è d’accordo che le strutture private accreditate siano a fianco dei medici per eseguire screening in strutture che abbiano requisiti strutturali e personale di competenza".
Alla luce di questo, l’Uap "chiede chiarimenti sulla dichiarazione ambigua rilasciata da Federfarma nazionale, là dove ha dichiarato che i test in farmacia sono fatti bene, ma al contempo ha riconosciuto che gli stessi non valgono come referti medici. Come si può ritenere che un test eseguito in farmacia senza seguire le procedure previste dalla normativa sia un test ben fatto e contemporaneamente ritenere che lo stesso non abbia valore di referto? - osserva l'Uap -Un test medico, con esito positivo o negativo, deve essere confermato tramite esami di laboratori. Un test che non garantisce gli standard di qualità di un’analisi di laboratorio e al quale non può definirsi referto non può essere definito un test 'ben fatto'. Questa ambiguità ingenera solo confusione nei cittadini, ai limiti della truffa".
(Adnkronos) - Un confronto aperto con gli stakeholder strategici, interni ed esterni, per identificare i temi ambientali, economici e sociali maggiormente rilevanti da valorizzare nel bilancio di Sostenibilità Inps 2024. E' quello organizzato nella giornata di oggi da Inps presso la sede dell'Accademia dell'Istituto a Palazzo Mazzoni a Roma. Un appuntamento centrale nella strada di apertura all'esterno avviata da tempo dall'Istituto.
Secondo Giulio Blandamura, direttore centrale benessere organizzativo, logistica e sicurezza dell'Inps nell'ambito del quale si colloca anche anche questo argomento che è quello della sostenibilità."L'apporto degli stakeholder -spiega ad Adnkronos/Labitalia Blandamura- è fondamentale perché una tappa principale su cui si basa il bilancio di sostenibilità è quella della definizione delle priorità, che devono essere tracciate in un disegno comunque di azione strategica che la nostra amministrazione deve implementare, sulla base di priorità che gli stakeholder suggeriscono all'amministrazione".
Per Blandamura "quindi non si tratta di un bilancio che fotografa in maniera autoreferenziale lo sforzo che l'Istituto deve fare nell'ambito dei cosiddetti parametri Esg di sostenibilità. Ma è la raccolta in un certo senso di quelle che sono le istanze che provengono dagli stakeholder, dal cittadino, dal patronato, dalle amministrazioni pubbliche, perché l'Inps svolga un ruolo che abbia impatto in termini di sostenibilità. Qual è lo standard di sostenibilità? Il bilancio di sostenibilità ha un suo standard che è tracciato da organismi e sulla base di questi standard noi raccontiamo quello che è stato fatto in termini Esg quindi di sostenibilità sociale, di governance e anche ambientale l'anno precedente", conclude.
E per Rosanna Casella, direttore centrale della pianificazione e controllo di gestione dell'Inps "il nostro obiettivo oggi è quello di presentare il nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance dell'Inps, incentrato sulla misurazione del valore pubblico generato dall'Istituto. Quindi, come l'Istituto, attraverso gli sforzi gestionali e la combinazione delle risorse umane, tecnologiche e finanziarie, impatta positivamente nel contesto in cui opera, migliorando il livello di benessere delle persone, dei contesti. Un miglioramento del livello del benessere economico, sociale, di genere, culturale, attraverso la propria azione. Quindi, questo ha significato per noi portarlo all'interno, quindi ripetere gli strumenti attraverso i quali indirizzare l'azione amministrativa, affinché sia una azione amministrativa indirizzata al risultato. Non solo misuriamo l'efficacia e l'efficienza, ma soprattutto l'impatto. Quindi abbiamo rivisto il sistema di misurazione, incentrandolo sull'impatto, quindi sugli effetti che noi produciamo verso gli utenti che si rivolgono a noi", racconta ad Adnkronos/Labitalia.
Per Casella "è una sfida importante, si sta snodando un cambiamento ormai da due anni, non siamo ancora arrivati alla fine. Stiamo rivedendo tutti gli strumenti e anche la tecnologia. Tra i valori che noi misuriamo, una cosa fondamentale che credo oggi debba essere sottolineata è il valore di ecosistema, cioè il modo in cui noi interagiamo con le altre amministrazioni, nei contesti, con i partner istituzionali, con gli stakeholder, in maniera tale da creare una rete di protezione per l'utente, in cui si senta sempre al centro e che il colloquio con le amministrazioni, attraverso gli strumenti che noi mettiamo anche a disposizione dei partner, faccia avere i servizi in maniera più efficace, più rapida e customizzati in relazione con le esigenze dell'utente. Quindi in questo senso un welfare generativo che va verso gli utenti e cerca di dare delle risposte anche addirittura anticipando la domanda di servizio che viene dai nostri utenti, aziende, intermediari e cittadini normali", conclude.
E per Inps è sempre più centrale il ruolo della formazione, legato al tema della sostenibilità. Antonio Curti, direttore centrale vicario direzione centrale formazione Accademia Inps, ha sottolineato che come "direzione centrale formazione Accademia Inps accompagniamo in questo percorso di formazione i nostri colleghi, la struttura che si fa carico proprio della redazione del Bilancio, e anche gli ambassador centrali del territorio perché ci teniamo che il tema della sostenibilità venga fatto proprio per tutto l'Istituto. E quest'anno -sottolinea ad Adnkronos/Labitalia- abbiamo avuto l'occasione di avere la disponibilità dell'Accademia Inps, inaugurata lo scorso mese di febbraio, e abbiamo voluto cogliere questa opportunità di invitare i nostri stakeholder per questa giornata di incontro che è fondamentale per la redazione del bilancio di sostenibilità di quest'anno. Contiamo anche di organizzare qui in Accademia l'evento conclusivo di divulgazione anche alle altre pubbliche amministrazioni una volta che il nostro bilancio di sostenibilità sarà approvato", conclude.
Secondo Valeria Lombardi, dirigente dell'area gestione della sostenibilità incardinata all'interno della direzione centrale benessere organizzativo, sicurezza e logistica dell'Istituto "questo incontro di oggi ci aiuta perché essendo trasparente nei confronti dei nostri stakeholder l'Istituto illustra ai portatori di interessi esterni quanto sta facendo nell'ambito Esg e per ambito Esg si intende la dimensione ambientale e sociale di governance, il benessere organizzativo e incardinato. Nel nostro bilancio di sostenibilità andiamo a rendicontare proprio quanto l'Inps sta facendo per un tema materiale che è stato individuato negli anni precedenti che è quello dell'attrazione dei talenti. Le iniziative di benessere organizzativo sono finalizzate proprio a soddisfare i bisogni dei nostri stakeholder, a trattenere i talenti e ci consentono anche di arrivare ad adottare delle politiche di conciliazione vita-lavoro per i dipendenti dell'Istituto e per farli sentire in pratica sempre più al loro agio", sottolinea ad Adnkronos/Labitalia.
Interesse e coinvolgimento da parte degli stakeholder presenti, come Maria Giovannone, professoressa associata di diritto del lavoro, Università Roma 3, Dipartimento di Economia. "La collaborazione -spiega ad Adnkronos/Labitalia- tra il nostro Ateneo ed in particolare tra il nostro Dipartimento ed Inps nasce già negli scorsi anni, prima dell'emergenza pandemica, con una attività di specifica collaborazione sulla formazione. Noi abbiamo infatti un fiore all'occhiello in collaborazione con Inps che è appunto un master di secondo livello in lavoro e welfare che è appunto rivolto ai dirigenti, ai titolari di posizione organizzativa dell'Istituto e agli altri dipendenti della pubblica amministrazione. Questo master si è svolto a partire dal 2019, adesso sta per concludersi la sua terza edizione e stiamo lavorando al suo rinnovo. E chiaramente tutta l'attività didattica che si è svolta in questi anni accademici è stata anche poi completata da una serie di iniziative seminariali e dunque di tavole rotonde e di confronto sulle tematiche del lavoro e del welfare, che rappresentano uno dei punti cruciali dell'anima sociale della sostenibilità", sottolinea la giuslavorista.
"Oggi noi studiamo questi temi a maggior ragione -continua l'esperta- anche alla luce delle grandi novità derivanti dalla disciplina europea in materia di sostenibilità, di nuovi doveri di diligenza quindi riteniamo quanto più opportuno il contatto, il rapporto con l'Istituto per ragionare anche sulle prospettive evolutive di sostenibilità dei sistemi di sicurezza sociale e di previdenza sociale, in particolare con riferimento alle nuove generazioni anche per colmare quel gap di copertura anche previdenziale che le posizioni lavorative più precarie affrontano in questo tempo. E quindi è chiaro che c'è un dibattito aperto, una grande collaborazione su queste tematiche con l'Istituto e sulla formazione", conclude Giovannone.
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(Adnkronos) - Non solo in Canada e in Australia, anche in Romania l'abbraccio di Donald Trump e del Maga si rivela, in termini elettorali, mortale. George Simion, che forte del trionfo al primo turno delle presidenziali marciava sicuro della vittoria con il cappello Maga al fianco e professando di volersi ispirare al modo in cui il tycoon "dice la verità, difende il suo Paese e i suoi interessi", è infatti stato sconfitto nel ballottaggio dal sindaco di Bucarest Nicușor Dan, che è riuscito nella missione impossibile di opporre un muro europeista al leader sovranista.
"Siamo tutti, in Europa e in America, stanchi della gente del politically correct che mina la nostra libertà e le nostre opinioni, noi combattiamo per la libertà di espressione e per le libere elezioni. Noi combattiamo per Dio contro il male", diceva, intervistato da Skynews britannica, alla vigilia del secondo turno il 38enne, che nel 2019 ha fondato il partito di estrema destra Aur, diventato poi un punto di riferimento del movimento no vax romeno.
Nelle parole usate da Simion risuona la retorica con cui JD Vance, nel suo discorso, gelando gli alleati europei lo scorso febbraio alla Conferenza per la Sicurezza di Monaco, mise al primo posto delle "minacce interne" che il Vecchio Continente deve affrontare, più pericolose di quella di Russia e Cina, l'annullamento da parte della Corte Suprema della Romania delle presidenziali vinte lo scorso novembre dall'ultranazionalista Calin Georgescu a causa di interferenze russe. Un esempio, disse allora il vice presidente americano, "della ritirata dell'Europa da alcuni dei propri valori fondamentali".
Dall'appoggio a Georgescu, che si dichiara vittima del "deep state" come il presidente americano dopo che gli è stato vietato di candidarsi alle nuove elezioni, l'amministrazione Trump e il mondo Maga sono passati all'entusiastico appoggio a Simion. "Saluti a tutti i nostri amici Maga", ha esordito il leader nazionalista romeno nell'intervista rilasciata nei giorni scorsi a War Room, il podcast di Steve Bannon, il guru dell'estrema destra americana che in questi anni ha fatto spesso da ponte con i sodali in Europa.
Il deragliamento della vittoria annunciata di Simion ricorda quello che nelle scorse settimane è successo in Canada prima e poi in Australia, dove candidati trumpiani dati per vincenti sono stati sconfitti. All'inizio di maggio, ha perso il voto Peter Dutton, il leader dei conservatori australiano, che aveva adottato politiche e stile Maga, lodando Trump un "grande pensatore", magnificando i suoi negoziati internazionali impostati alla "art of deal", l'arte di fare gli affari.
Quello che forse ha maggiormente affossato Dutton, dando un'inattesa miracolosa conferma alla guida del Paese al laburista Anthony Albanese, è stata l'idea del leader conservatore, che ha anche perso il seggio alle elezioni, di ispirarsi ai tagli del Doge di Elon Musk per risanare i conti pubblici australiani, compresa la minaccia, poi ritirata prima del voto, di costringere tutti i dipendenti pubblici a tornare a lavorare in presenza.
Ma forse il miracolo maggiore Trump lo ha fatto in Canada, dove a fine aprile il leader conservatore Pierre Poilievre è stato sconfitto dal nuovo premier liberale Mark Carney, dopo che solo all'inizio di gennaio aveva un vantaggio di oltre 20 punti sull'ex premier Justin Trudeu, da anni indietro nei sondaggi.
A rovesciare completamente il panorama politico in Canada hanno giocato un ruolo determinante le bordate che, da dopo la vittoria di novembre, il tycoon ha cominciato a lanciare contro il vicino non solo con la guerra commerciale, ma anche continuando ad invocare la trasformazione del Canada nel 51mo stato americano. Parole che hanno risvegliato lo spirito patriottico persino dei tiepidi canadesi che, soprattutto, hanno voltato le spalle a Poilievre, che ha pagato i suoi passati flirt con il mondo Maga.
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(Adnkronos) - Sono in corso le ricerche di Denisa Maria Adas, 30 anni, di origini romene, residente a Roma ma da pochi giorni domiciliata in un residence di via Ferrucci, a Prato. Di lei non si hanno più notizie dalla tarda serata di giovedì 15 maggio. La Prefettura di Prato ha attivato il piano provinciale per le persone scomparse, mobilitando squadre della Protezione civile e numerosi volontari.
Denisa è alta 1 metro e 55, pesa circa 58 kg, ha occhi e capelli neri, e presenta due tatuaggi distintivi, tra cui uno ben visibile su spalla e braccio destro.
L’ultimo contatto risale alle ore 23:00 del 15 maggio, quando ha telefonato alla madre. Da quel momento, entrambi i telefoni in suo possesso risultano irraggiungibili.
La sua auto, una Fiat 500 rossa, è stata ritrovata parcheggiata nei pressi del residence dove alloggiava. La famiglia, fortemente preoccupata per la sorte della giovane, ha lanciato appelli pubblici, sostenuta anche dalla sezione toscana dell’associazione Penelope, specializzata nel supporto ai familiari delle persone scomparse. L’associazione invita chiunque abbia informazioni utili a contattare immediatamente le forze dell’ordine.
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(Adnkronos) - I primi mesi del 2025 si chiudono con un bilancio pesantissimo per la Pubblica amministrazione: 250 sentenze di condanna depositate dalle sezioni lavoro di tribunali e Corti d’Appello italiane in tema di monetizzazione delle ferie non godute, con una percentuale di accoglimento delle richieste dei lavoratori prossima al 100% ed una rapidità di giudizio davvero sintomatica del carattere di serialità assunto dalla questione. Secondo i dati raccolti da Consulcesi & Partners, network legale da anni attivo nella difesa dei diritti dei dipendenti pubblici, sono stati riconosciuti circa 1.500.000 euro di indennizzi per ferie non fruite, a cui si sommano oltre 500.000 euro di spese legali rimborsate alle parti vittoriose. Un conto che supera il 2 milioni di euro in appena 4 mesi e qualche giorno di maggio.
Le categorie più coinvolte sono gli insegnanti precari, seguiti dai dirigenti medici e funzionari degli enti pubblici, ma nell’ambito del lavoro in Sanità si registrano i risarcimenti più importanti: emblematico il caso di un direttore di Uoc che, al momento delle dimissioni volontarie, aveva maturato oltre 300 giorni di ferie arretrate, che l’azienda non intendeva monetizzargli. Il tribunale ha seguito l’interpretazione comunitaria dell’art. 5, comma 8, del D.L. 95/2012, per cui non avendo l’azienda fornito la prova a suo carico, l’ha condannata al pagamento di quasi 70.000,00 euro a titolo di indennizzo.
Ancora più vasta la platea di docenti precari che hanno ottenuto giustizia dopo anni di supplenze a termine, senza la possibilità di fruire delle ferie maturate. Le pronunce fanno leva sul recente orientamento della Corte di Cassazione (n. 16715/2024), che ha chiarito come non sia possibile considerare automaticamente in ferie i docenti tra il termine delle lezioni e il 30 giugno, in assenza di invito formale da parte del datore di lavoro. In diversi casi, i giudici hanno riconosciuto risarcimenti fino a 14.500 euro per singolo docente, oltre alla refusione integrale delle spese di lite.
“E' l’ennesima conferma - spiegano da Consulcesi & Partners - di una battaglia legale che portiamo avanti da quasi un decennio: quella per il rispetto dei diritti fondamentali ed intangibili dei lavoratori pubblici. Le ferie non sono una concessione, ma un diritto irrinunciabile. E quando questo viene violato, ancorché per motivi organizzativi dell’Azienda, la legge nazionale non può vietare la monetizzazione alla cessazione del rapporto di lavoro. Il dipendente pubblico ha diritto al controvalore economico delle ferie arretrate”.
I legali C&P ricordano che il diritto alla monetizzazione delle ferie non godute può essere fatto valere anche se il dipendente è già in pensione da anni, oppure lavora presso altra struttura, in quanto la prescrizione è decennale e decorre dalla fine del rapporto di lavoro.
Chi ritiene di non aver usufruito delle ferie maturate può far esaminare la propria situazione attraverso la documentazione relativa alle buste paga e ai cedolini ferie. In caso di assenza di questi documenti, è possibile richiederli formalmente all’amministrazione di appartenenza mediante un’istanza di accesso agli atti. Secondo i legali di Consulcesi & Partners, numerosi lavoratori, anche a distanza di anni dalla cessazione del rapporto di lavoro, possono ancora far valere i propri diritti e ottenere un risarcimento economico.
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(Adnkronos) - Prendendo come riferimento il 2017, nel 2024 Henkel ha ridotto del 64% le emissioni di CO2 per tonnellata di prodotto e aumentato del 47% l’acquisto di energia da fonti rinnovabili. L’azienda ha inoltre ridotto del 23% il consumo di acqua e del 39% i rifiuti generati per tonnellata di prodotto rispetto al 2010. Nel Rapporto Sviluppo Sostenibile 2024, Henkel documenta i progressi compiuti nell’ultimo anno nella salvaguardia del clima, nella promozione dell’economia circolare e nella sostenibilità sociale. Arrivato alla 33ma edizione, da quest'anno il Rapporto presenta i risultati allineandosi ai requisiti della nuova direttiva dell'Unione Europea in materia di rendicontazione dello sviluppo sostenibile (Corporate Sustainability Reporting Directive, Csrd) e dei relativi standard europei (European Sustainability Reporting Standards, Esrs).
E con la roadmap Net-Zero, Henkel ha esteso il proprio impegno per il clima definendo obiettivi ancora più ambiziosi per ciò che riguarda il contenimento delle emissioni. Entro il 2045, Henkel intende ridurre del 90% le emissioni Ghg (Greenhouse Gas) assolute Scope 1, 2 e 3, avendo il 2021 come anno di riferimento. Nel percorso verso le zero emissioni nette, l’azienda ha fissato due obiettivi intermedi da raggiungere entro il 2030, ovvero la riduzione delle emissioni Ghg assolute Scope 1 e 2 del 42% e delle emissioni Ghg assolute Scope 3 del 30%. Rispetto al 2021, nel 2024 Henkel ha già ridotto del 20% le emissioni Ghg Scope 1, 2 e 3. Tutti i nuovi obiettivi sono validati dalla Science Based Targets initiative (Sbti) e sono in linea con i traguardi definiti dagli Accordi di Parigi per il contrasto dei cambiamenti climatici.
“La roadmap Net-Zero ci pone in prima linea nella trasformazione oggi indispensabile per fronteggiare la crisi climatica, consapevoli della responsabilità che abbiamo come azienda e del ruolo che ognuno di noi può giocare - ha spiegato Mara Panajia, presidente e amministratore delegato di Henkel Italia - L’Italia sta dando un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi globali di Henkel. Stiamo lavorando alla transizione energetica dei siti produttivi e all’ottimizzazione della logistica. Continuiamo a migliorare i prodotti e il loro packaging perché abbiano un impatto ambientale sempre più contenuto. Coinvolgeremo in modo ancora più attivo partner, fornitori e clienti perché il cambiamento possa estendersi a tutta la catena del valore”.
Fortemente impegnata nella promozione dell’economia circolare, negli ultimi anni Henkel ha investito molto nella progettazione sostenibile delle confezioni dei prodotti ed è arrivata ad avere l’89% di packaging riciclabile, portando al 25% la quota media di plastica riciclata negli imballaggi dei prodotti destinati ai consumatori finali. L’obiettivo è arrivare al 30% entro la fine del 2025, tenendo conto che molte referenze hanno già oggi packaging al 100% in materiale riciclato.
La parità di genere è uno dei caposaldi dell’impegno di Henkel in tema di responsabilità sociale. La presenza femminile è aumentata in tutte le funzioni e aree dell’azienda, portando la quota di donne nel management al 42% a livello globale e al 40% in Italia. Nel dicembre 2024 Henkel Italia ha ottenuto la certificazione Uni Pdr 125:2022 quale dimostrazione tangibile della capacità di costruire un ambiente di lavoro orientato all’equità e le pari opportunità, che possa favorire e valorizzare la partecipazione delle donne.
L’impegno per la parità di genere si traduce anche in una serie di iniziative per incoraggiare la genitorialità condivisa. Introdotto nel 2024, il congedo parentale neutro è stato accolto molto favorevolmente dai dipendenti Henkel, che possono beneficiare di otto settimane di astensione dal lavoro retribuite al 100%, indipendentemente dal genere e dallo stato famigliare. A livello globale, sono aumentati del 30% gli uomini e del 35% le donne che hanno usufruito del programma. In Italia, sono stati 12 i neopapà che hanno colto questa opportunità.
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(Adnkronos) - Jurgen Klopp è il nome che fa sognare i tifosi. E sicuramente è un nome che Dan Friedkin vorrebbe vedere sulla panchina della Roma. "Sarebbe una scelta tutta sua, che romperebbe gli schemi e riporterebbe l'entusiasmo incontrollabile che seguì l'annuncio di Josè Mourinho. Non so se ci riuscirà ma ho pochi dubbi sul fatto che ci stia provando...", dice all'Adnkronos una fonte americana che conosce da vicino gli affari della famiglia Friedkin ma che non si occupa dei dossier legati al calcio.
La stessa fonte, una decina di giorni fa, aveva invitato a non sottovalutare la tentazione di Dan Friedkin di tornare a sorprendere con l'ingaggio di un top allenatore, fuori dalla lista dei profili 'raggiungibili' messa a punto da Ranieri e Ghisolfi.
Quello di Klopp è veramente un nome possibile o è solo una suggestione? Per portarlo all'ombra del Colosseo servono disponibilità economica, perché sicuramente l'ingaggio sarebbe proporzionale alla storia e al prestigio dell'allenatore, e un progetto che possa convincere l'allenatore tedesco a tornare sul campo, rinunciando alla sua nuova vita da super manager del calcio di Red Bull, una dimensione diversa e stimolante ma che può scontare la nostalgia sempre in agguato per l'adrenalina della partita.
Il primo aspetto è nella disponibilità di Friedkin, pure considerando che non può spendere quello che vuole per la Roma per le regole e i vincoli di gestione del club. Il secondo dipende, ovviamente, dalle scelte personali di Klopp e anche dalla garanzie tecniche e 'industriali' che la As Roma è in grado di mettere sul tavolo.
Klopp alla Roma, per ora, è ancora una suggestione. Ma, si assicura, "non è un'opzione impossibile". (Di Fabio Insenga)
Leggi tutto: As Roma, Klopp è (ancora) una suggestione ma Friedkin cerca un 'colpo'
(Adnkronos) - Il tumore della prostata, cancro diagnosticato anche all'ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è la forma più frequente di neoplasia tra gli over 50. Nel nostro Paese colpisce un uomo su 8. Nel solo 2024, in Italia, sono stati stimati 40.192 nuovi casi, secondo i dati di Aiom e Airtum, raccolti nel volume 'I Numeri del cancro in Italia 2024' che evidenziano anche la costante crescita della sopravvivenza dei pazienti italiani, attestata al 91% a 5 anni dalla diagnosi.
Questo tumore si sviluppa nella prostata, una piccola ghiandola a forma di noce che si trova nel bacino degli uomini. La probabilità di avere un tumore alla prostata aumenta con l’aumentare dell’età, dei livelli di alcuni ormoni (come il testosterone). Ma a incidere sono anche la storia familiare, i fattori genetici, l'obesità, il fumo, l'eccessivo consumo di carni rosse, alimenti trasformati e latticini ad alto contenuto di grassi.
Nella fase iniziale il carcinoma della prostata non è in genere accompagnato da sintomi, ma con il progredire della malattia possono comparire diminuzione della potenza del getto urinario, urgenza o aumento della necessità di urinare più volte durante il giorno, anche di notte, presenza di sangue nelle urine (ematuria) e dolore perineale. Nelle fasi più avanzate della malattia, essendo lo scheletro la prima sede di metastatizzazione (come nel caso dell'ex inquilino della Casa Bianca), è caratteristico lo sviluppo di dolore osseo.
Nei pazienti con tumore alla prostata localizzato possono essere proposti trattamenti locali come la chirurgia e la radioterapia: queste opzioni terapeutiche dovrebbero essere valutate a livello multidisciplinare e discusse con il paziente alla luce delle possibili conseguenze.
Nei pazienti a basso rischio può essere presa in considerazione l'opzione della sorveglianza attiva che consente di evitare il trattamento locale fino a quando la malattia lo permette. La forma più aggressiva - spiegano dall'Associazione italiana oncologia medica - è quella di Stadio IV in cui il cancro ha aggredito anche organi circostanti come ossa linfonodi fegato e polmoni. L’aggressività della malattia è misurata con punteggio di Gleason, quelle più aggressive hanno punteggio 8-10.
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