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Aids, nuovi studi confermano efficacia e tollerabilità terapie antiretrovirali

22 Maggio 2025
Aids, nuovi studi confermano efficacia e tollerabilità terapie antiretrovirali

(Adnkronos) - Nuovi studi italiani confermano efficacia, persistenza e tollerabilità della terapia antiretrovirale per l'Hiv. Grazie a questi trattamenti, infatti, l'infezione può essere cronicizzata garantendo sopravvivenza e qualità di vita sempre più simili alla popolazione generale. Inoltre, la regolare assunzione della terapia permette di rendere il virus non trasmissibile. La certificazione di questi successi arriva dalla 17esima edizione di Icar - Italian Conference on Aids and Antiviral Research in corso a Padova. In particolare, diversi studi condotti in un contesto di real world sottolineano l'importanza dell'ottimizzazione terapeutica, con un approccio personalizzato nel trattamento a lungo termine dell'infezione da Hiv, e l'elevata efficacia e tollerabilità della terapia a base di bictegravir, emtricitabina e tenofovir alafenamide (B/F/Taf). I risultati straordinari raggiunti oggi con la terapia antiretrovirale permettono di valutare strategie differenti, calibrate sulle caratteristiche cliniche, sociali e virologiche della persona con Hiv, si legge in una nota dal congresso. 

"L'opportunità di individualizzare il trattamento scegliendo tra 2 o 3 farmaci apre nuovi scenari, ma va sempre valutata con attenzione - sottolinea Giovanni Di Perri, professore ordinario di Malattie infettive, Università di Torino - In particolare, la triplice combinazione B/F/Taf rappresenta il punto di massima evoluzione della terapia antiretrovirale, grazie a una lunga emivita, elevata potenza e tollerabilità, che la rendono 'forgiving', ovvero capace di mantenere l'efficacia anche in presenza di una non perfetta aderenza. Ma per ogni scelta è essenziale una selezione attenta dei pazienti, basata sulla loro storia immuno-virologica: ottimizzazione significa infatti costruire un trattamento che tenga conto delle caratteristiche uniche di ogni persona". 

Uno studio presentato sulla più ampia coorte italiana sull'Hiv, Icona, ha offerto uno spaccato realistico e rappresentativo, evidenziando come i risultati dei trial clinici abbiano dato riscontro anche nella pratica quotidiana. "La terapia con B/F/Taf in una singola compressa giornaliera è oggi tra le più utilizzate in tutte le fasi dell'infezione da Hiv - afferma Antonella D'Arminio Monforte, presidente di Fondazione Icona - Questo studio, condotto sulla coorte Icona, ha voluto verificarne efficacia e tollerabilità nel mondo reale. L'analisi ha incluso oltre 2.500 persone: 929 in prima terapia e 1.653 già in trattamento con altri regimi. A 192 settimane, solo il 7,7% (prima linea) e il 5,8% (linee successive) ha interrotto la terapia per tossicità o fallimento virologico: eventi rari e spesso legati a temporanee interruzioni nell'assunzione, non a inefficacia strutturale del farmaco. La maggior parte dei pazienti torna alla soppressione virale senza cambiare trattamento". 

Lo studio Bicstar (Bictegravir Single Tablet Regimen), coordinato a livello internazionale, ha incluso oltre 4mila partecipanti in diversi Paesi. La coorte italiana ha analizzato l'andamento di 176 persone con Hiv già in trattamento (experienced) per un periodo di 2 anni. "I dati confermano un'efficacia molto elevata: oltre il 90% dei pazienti ha mantenuto la soppressione virale - riporta Diana Canetti, specialista in Malattie infettive, Irccs Ospedale San Raffaele di Milano - Inoltre, non sono emerse nuove mutazioni di resistenza al farmaco, e gli effetti collaterali sono risultati pochi, lievi e raramente sono stati causa di interruzione. Uno degli aspetti più interessanti è quello della persistence: la capacità della terapia di essere mantenuta nel tempo con sicurezza ed efficacia superiore al 90%, anche nei pazienti over 65, spesso affetti da comorbidità e sottoposti a politerapie. Questo dato è molto rassicurante e conferma l'affidabilità di questa strategia terapeutica nel lungo termine". 

"Icar si conferma un momento centrale per il confronto scientifico della nostra società - dichiara Roberto Parrella, presidente Simit - Le sfide legate all'Hiv stanno cambiando: le terapie oggi consentono alle persone con Hiv di vivere a lungo e con buona qualità di vita, ma l'invecchiamento della popolazione comporta un incremento delle comorbidità e delle interazioni farmacologiche da gestire con attenzione. E' incoraggiante vedere una partecipazione crescente di giovani ricercatori, che dovranno affrontare questa nuova fase della lotta all'Hiv con competenza e visione. Oggi disponiamo di strumenti di prevenzione efficaci come la PrEP e di terapie avanzate altamente efficaci dotate anche di caratteristiche che possono migliorare l'aderenza delle persone con Hiv. Nonostante questi traguardi raggiunti, il virus continua a rappresentare una minaccia reale". 

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Giochi, Egp-Fipe: prevenzione e formazione per cambiare passo, no a demagogia

22 Maggio 2025
Giochi, Egp-Fipe: prevenzione e formazione per cambiare passo, no a demagogia

(Adnkronos) - "Continuare a supportare attivamente il lavoro dell’Osservatorio regionale campano sul disturbo da gioco d’azzardo è assolutamente prioritario. Il quadro nazionale che emerge analizzando la situazione attuale ci dice molto chiaramente che il consumatore medio fa grande fatica a distinguere tra gioco legale e gioco illegale, soprattutto online. Un canale, quest’ultimo, cresciuto in maniera esponenziale nelle diverse regioni italiane anche grazie all’applicazione dei cosiddetti distanziometri che hanno solo danneggiato le reti locali di punti di gioco legali, risultando del tutto inefficaci per quanto riguarda il contrasto al gioco patologico. Basta guardare il numero dei soggetti in cura in aumento per capire che bisognare ragionare seriamente su altre soluzioni, meno populiste e più performanti”. Così Imma Romano, in rappresentanza di EGP-FIPE, l’Associazione Nazionale di categoria della FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio, a margine dell’incontro dal titolo “Il valore del pensare e agire in rete” tenutosi oggi a Napoli in occasione della giornata regionale “No gambling day”. 

"L’obiettivo deve essere quello di tutelare al meglio tutti i consumatori – continua Romano – La convinzione errata secondo cui il giocatore 'sfrenato' è per noi un buon cliente non ha ragione di esistere. Il soggetto affetto da questo tipo di disturbo rappresenta un problema in primis per gli operatori nelle sale per via dei comportamenti che assume nei punti vendita, difficili da gestire e fastidiosi per gli altri clienti”. 

“Bisogna puntare sulla prevenzione per mettere in campo, in una virtuosa sinergie tra operatori di sala e operatori sanitari, azioni efficaci che facciano conoscere i rischi del gioco non controllato e per consentire la realizzazione di presidi sanitari prossimi agli stessi luoghi di gioco. La presenza degli operatori sanitari nelle sale, che abbiamo già sperimentato in due progetti di successo a Salerno e Caserta, consente ai clienti di sapere che esiste un supporto a loro disposizione a cui rivolgersi in caso di necessità. Questa sinergia si completa attraverso la formazione di chi lavora nelle sale mediante corsi specifici capaci di fornire gli strumenti per comunicare nel modo giusto e riconoscere in tempo i segnali di un atteggiamento di dipendenza. Prevenzione e Formazione rappresentano, dunque, l’unica alternativa efficace, concreta e non demagogica, per contrastare il Disturbo da gioco d’Azzardo”.  

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Aids, Di Perri (UniTo): "Con Hiv ottimizzare triplice terapia dà certezza efficacia"

22 Maggio 2025
Aids, Di Perri (UniTo):

(Adnkronos) - "Il fatto che si parli di ottimizzazione, di personalizzazione, di individualizzazione" della terapia in persone con Hiv in base a una serie di "variabili che comprendono presenza di comorbidità, ma anche le stesse preferenze del paziente", significa che "possiamo contare su un certo numero di opzioni, dopo 30 anni di sviluppo della terapia antiretrovirale. E' stato un crescendo 'rossiniano' che ha portato a prodotti, come la triplice terapia, che ci danno garanzie" di efficacia e tollerabilità "che anche solo 10 anni fa non avevamo". Lo ha detto Giovanni Di Perri, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'Università degli Studi di Torino, all'Adnkronos Salute in occasione della 17esima edizione di Icar 2025, Italian Conference on Aids and Antiviral Research, in corso fino a venerdì 23 maggio al Padova Congress.  

"Le garanzie, secondo una gerarchia delle priorità - chiarisce Di Perri - riguardano il fatto che anche in condizioni non ottimali vi sono regimi a 3 farmaci comodi, in compressa unica, che possono comunque sopprimere la viremia e dare quei risultati che ci aspettiamo". Per capirne l'efficacia, basta pensare che, "se vent'anni fa l'aderenza doveva essere di almeno il 95% da parte del paziente, ovvero prendere il 95% delle dosi prescritte per garantire il risultato, oggi può bastare addirittura poco meno del 70%. Il che vuol dire che i farmaci sono migliorati come facilità di assunzione, tollerabilità, soprattutto come potenza intrinseca. E questo è il grande vantaggio che oggi ci permette di spaziare anche in direzioni eterodosse rispetto al passato".  

Le linee guida "gerarchizzano una serie di scelte in funzione soprattutto di garantire la soppressione virale e la funzionalità immunitaria - spiega l'esperto - Da lì in poi, a parità di certezza di questo risultato, il medico riesce effettivamente proprio a ottimizzare quella che è la terapia sul singolo paziente", in base alle sue condizioni cliniche e ai fattori di rischio di sviluppare anche altre patologie, per esempio. Ricordando che "oltre la metà delle nuove infezioni sono in soggetti già in fase avanzata di infezione", lo specialista sottolinea l'importanza di garantire, con "certezza, una soppressione" della carica virale "con una compressa unica, molto facile da assumere - sono 275 mg - che poi è quella considerata nelle linee guida al primo posto, cioè bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide (B/F/Taf)". Una terapia triplice che si assume con una singola compressa quotidiana "per combattere l'infezione dell'Hiv - rimarca Di Perri - è un risultato che 30 anni fa ci sognavamo. Tra l'altro semplifica anche quelle procedure di screening che riguardano per esempio la resistenza oppure l'aderenza da parte del paziente". 

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Usa, aereo si schianta sulle case a San Diego: diverse vittime

22 Maggio 2025
Il luogo della tragedia (Afp)

(Adnkronos) - Un piccolo aereo privato si è schiantato oggi, giovedì 22 maggio, su un quartiere residenziale militare a San Diego, in California. La tragedia ha provocato un vasto incendio e la morte di più persone a bordo. Non risultano vittime né feriti gravi tra i residenti, ma le autorità non hanno ancora confermato il numero esatto delle persone che si trovavano sull'aereo, un Cessna 550, diretto all'aeroporto Montgomery-Gibbs Executive.  

 

"L'impatto ha creato un enorme campo di detriti e ha incendiato un intero isolato di abitazioni militari", ha spiegato Dan Eddy, assistente capo dei vigili del fuoco di San Diego. Il quartiere di Murphy Canyon è stato evacuato per il rischio di incendi e fuoriuscite di carburante. Le immagini dal luogo dell'incidente mostrano case sventrate e veicoli completamente distrutti. I soccorritori sono ancora impegnati nella ricerca del pilota e di eventuali altri passeggeri. 

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Natalità, Consulenti del lavoro: "Con inverno demografico entro 2040 oltre 3,1 mln lavoratori in meno"

22 Maggio 2025
Natalità, Consulenti del lavoro:

(Adnkronos) - L’inverno demografico minaccia la competitività del Paese. Entro il 2040 ci saranno 3 milioni e 135 mila lavoratori in meno. È quanto emerge dal rapporto della Fondazione studi consulenti del lavoro 'Rendere la sfida demografica sostenibile', presentato oggi a Roma nel corso della conferenza stampa del Festival del Lavoro, in programma dal 29 al 31 maggio ai Magazzini del Cotone di Genova.  

Secondo i consulenti del lavoro, "il record occupazionale raggiunto nel 2024 (circa 823 mila occupati in più rispetto al 2019) grazie a una serie di interventi sistemici che hanno accresciuto l’efficacia dei meccanismi di incontro domanda e offerta e delle stesse politiche del lavoro, passate da una logica passiva a una proattiva, rischia nei prossimi anni di essere attutito dalle dinamiche demografiche in atto". "Secondo le elaborazioni effettuate a partire dalle proiezioni demografiche dell’Istat, a determinare la riduzione dei livelli occupazionali sarà -spiegano dalla Fondazione studi dei professionisti- il calo della popolazione in età attiva, tra i 15 e 64 anni, previsto in 1 milione 167 mila al 2030 e in oltre 5 milioni al 2040".  

La ricerca offre, inoltre, uno spaccato anche sulle previsioni demografiche e occupazionali a livello regionale e provinciale. A eccezione di Lombardia ed Emilia-Romagna, il calo della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni riguarderà, entro il 2030, tutte le regioni italiane. Il Sud sarà maggiormente interessato: la Basilicata la regione con il maggiore decremento (8,1%), a seguire Sardegna (7,8%), Calabria (6,6%), Puglia (6,4%), Campania e Sicilia (6%). Valori che cresceranno ancor più nel 2040. Nuoro, Potenza, Enna (-9,7%), Caltanissetta (-9,6%), Oristano (-9,5%) alcune delle province che saranno più colpite dal calo dell’occupazione. La scarsità di capitale umano disponibile a lavorare rischia, dunque, di scontrarsi con le necessità di una domanda di lavoro che presenterà spazi di crescita elevati anche nei prossimi anni e che sarà alimentata dalle esigenze di sostituire lavoratori sempre più anziani. 

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Alimentazione: ricerca mette a confronto cibi industriali e fatti in casa

22 Maggio 2025
Alimentazione: ricerca mette a confronto cibi industriali e fatti in casa

(Adnkronos) - I cosiddetti alimenti ultra-processati (Upf), secondo la classificazione 'Nova' che li ha introdotti, sono i prodotti industriali formulati con diversi ingredienti, con l’aggiunta di additivi 'cosmetici' per migliorarne gusto, aspetto, conservazione o texture. Un’ampia galassia di alimenti accomunati da una definizione che, oggi, è usata con un’accezione sempre più negativa. Secondo 'NOVA' - riporta una nota - a partire dal processo produttivo si definisce una categoria di prodotti il cui consumo eccessivo può essere collegato a rischi per la salute, contrapponendo – di fatto – cibi 'buoni' prodotti in casa a quelli industriali. Ma è davvero così? L’Università di Wageningen ha realizzato, con il sostegno di Unione Italiana Food (realtà associativa che riunisce 530 eccellenze dell'industria italiana, che producono oltre 900 marchi), il primo studio che ha confrontato i valori nutrizionali e i composti potenzialmente nocivi degli alimenti trasformati, sia industrialmente sia in casa. 

Lo studio, dal titolo "Fatto in casa vs prodotto industriale: composizione nutrizionale e contenuto di composti potenzialmente dannosi in diversi prodotti alimentari", è stato pubblicato su Current Research in Food Science. La ricerca - si legge - ha analizzato le caratteristiche nutrizionali e chimico-fisiche di quattro prodotti industriali classificati come ultra-processati (Upf) da Nova e dei loro equivalenti domestici, preparati con ingredienti e procedure tipicamente disponibili in cucina: plumcake, bastoncini di pesce, barrette ai cereali, sugo di pomodoro e basilico. 

I risultati - riferisce la nota - hanno smentito la visione che vuole contrapposti alimenti fatti in casa (buoni) a quelli industriali (cattivi), come spiega il prof. Vincenzo Fogliano, direttore del Dipartimento Food Quality & Design Università di Wageningen, che ha guidato il gruppo di ricercatori: "Lo studio ha dimostrato che gli alimenti fatti in casa non offrono necessariamente una qualità nutrizionale superiore o livelli inferiori di composti potenzialmente nocivi rispetto ai corrispettivi prodotti industriali. La classificazione della qualità dei prodotti alimentari basata esclusivamente sulla lavorazione o sugli ingredienti industriali non è un indicatore affidabile della loro salubrità. Di fronte a queste evidenze, diventa sempre più chiaro come il termine 'ultra-processati' sia fuorviante e che tutti i sistemi di classificazione basati sul livello di processazione degli alimenti siano sbagliati, perché non tengono in considerazione gli aspetti realmente fondamentali per seguire una dieta corretta e bilanciata". 

Lo studio dell’Università di Wageningen - dettaglia la nota - oltre alla composizione nutrizionale, ha quantificato anche alcuni prodotti potenzialmente dannosi per la salute umana che si formano durante i processi di cottura: prodotti tipici della Reazione di Maillard (che avviene quando si forma ad esempio la crosta del pane, della pizza, che colora i biscotti), quali ad esempio l’acrilammide. "L'analisi – prosegue Fogliano - ha rivelato composizioni nutrizionali identiche tra alimenti trasformati industrialmente e prodotti fatti in casa. I prodotti contenenti acrilammide e prodotti della reazione di Maillard, considerati potenzialmente nocivi, hanno mostrato livelli comparabili in tutte le coppie di alimenti, sebbene le versioni casalinghe abbiano mostrato livelli leggermente più elevati in alcuni casi. L'acrilammide non era rilevabile nel plumcake industriale e nelle barrette di cereali casalinghe, mentre i bastoncini di pesce casalinghi presentavano un contenuto di acrilammide più elevato rispetto alla versione industriale". 

Cottura, macinazione, essiccamento, fermentazione sono da sempre alcune delle tecniche usate per migliorare gli apporti nutritivi, la conservazione e il gusto di cibi e bevande - riferisce la nota - E la cucina, così come tutti la conosciamo (anche quella della tradizione culinaria italiana), implica dei processi di trasformazione di ingredienti in prodotti finiti. Guardiamo al buon processo produttivo. “L’industria – spiega Fogliano - realizza un portafoglio di prodotti con diversa qualità nutrizionale, cercando di andare incontro alle varie necessità che il consumatore può avere. Ai singoli il compito di leggere e interpretare bene l’etichetta per scegliere prodotti con le caratteristiche più vicine alle proprie esigenze". "Non ci sono studi sperimentali che dimostrano la relazione causa-effetto tra consumo di cibi ultra-processati e rischi per la salute - conclude Fogliano - Di fronte agli scarsi confronti empirici fatti tra alimenti industriali e fatti in casa, lo studio di Wageningen dimostra per la prima volta che dal punto di vista nutrizionale gli alimenti fatti in casa non sono né migliori né più sicuri di quelli industriali". 

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Calcio, Trainline: per finale Champions +300% italiani in treno verso Monaco

22 Maggio 2025
Calcio, Trainline: per finale Champions +300% italiani in treno verso Monaco

(Adnkronos) - Un +300% di viaggiatori italiani in treno verso Monaco di Baviera per la finale di Champions League in programma il prossimo 31 maggio. E' quanto emerge dai dati, visionati in anteprima da Adnkronos/Labitalia, di Trainline, la piattaforma leader in Europa per la prenotazione di treni e pullman, che ha analizzato le prenotazioni ferroviarie internazionali verso la città tedesca, in vista della finale di Uefa Champions League 2025 tra Inter e Paris Saint-Germain.  

L’analisi, condotta sui passeggeri identificati tramite indirizzi IP con viaggi prenotati tra il 30 e il 31 maggio 2025, evidenzia un forte incremento della domanda rispetto alla settimana precedente (a parità di orizzonte di prenotazione): +300% di passeggeri dall’Italia e +189% a livello globale. I dati confermano come eventi sportivi di portata internazionale rappresentino un acceleratore significativo per la mobilità ferroviaria, con il calcio in particolare che si attesta come uno dei principali fattori di attivazione dei flussi di viaggio. 

L’incremento registrato dall’Italia riflette l’entusiasmo dei tifosi nerazzurri, pronti a sostenere la propria squadra in una finale molto attesa. La dimensione emotiva dell’evento si traduce in un aumento tangibile della mobilità, a dimostrazione del legame profondo tra sport e viaggio. Sempre più passeggeri, spiegano da Trainline, scelgono il treno come mezzo per raggiungere eventi di rilievo internazionale: una modalità di viaggio non solo comoda ed efficiente, ma anche responsabile dal punto di vista ambientale, e il calcio si conferma un driver chiave nella mobilità internazionale, scelta sostenibile per i tifosi europei.  

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UnInsubria, scoperto nuovo antibiotico contro superbatteri

22 Maggio 2025
UnInsubria, scoperto nuovo antibiotico contro superbatteri

(Adnkronos) - Un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'università degli Studi dell'Insubria, guidato da Flavia Marinelli del Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita, ha scoperto un nuovo antibiotico glicopeptidico - chiamato dal team kineomicina - che si è dimostrato promettente per la sua capacità di inibire la crescita di batteri patogeni attualmente resistenti alle terapie antibiotiche comunemente utilizzate. 

"L'antibiotico-resistenza - ricorda Marinelli, da anni impegnata nello studio di nuove molecole di origine microbica per combatterla - è quel fenomeno che si verifica quando i farmaci utilizzati per contrastare i batteri, ovvero gli antibiotici, smettono di essere efficaci. E' riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della sanità come una pandemia silenziosa che oggi minaccia la salute globale, rischiando di compromettere decenni di progressi in campo medico: dal trattamento di una semplice infezione all'impossibilità di effettuare interventi chirurgici complessi. Più di 35mila persone muoiono ogni anno in Europa a causa dell'antibiotico-resistenza. E' pertanto urgente scoprire nuovi antibiotici, utilizzando tutti gli approcci possibili che la comunità scientifica ha a disposizione".  

Il lavoro - recentemente pubblicato su 'Communications Chemistry', rivista del Nature Portfolio - ha mostrato come, grazie a un approccio in silico basato sull'analisi bioinformatica di grandi quantità di dati sulla diversità microbica, sia stato possibile predire la struttura chimica di un nuovo antibiotico prodotto da un microrganismo esotico: l'Actinokineospora auranticolor. Il bioinformatico coinvolto nel progetto è Oleksandr Yushchuk, per molti anni postdoc ospite del Laboratorio di Biotecnologie microbiche di UnInsubria, che ha poi dovuto fare ritorno a Lviv allo scoppio della guerra in Ucraina. La collaborazione è però continuata nonostante il conflitto, permettendo al gruppo di biotecnologi microbici insubrici, coordinati da Francesca Berini, di produrre nei fermentatori dell'ateneo la nuova molecola. 

Hanno partecipato al progetto anche gruppi di ricerca delle università tedesche di Berlino e Bielefeld. Roderich Süssmuth (università tecnica di Berlino) ha collaborato alla delucidazione della struttura chimica del nuovo antibiotico, mentre Jörn Kalinowski (università di Bielefeld) ha contribuito alla caratterizzazione genomica del microrganismo produttore.  

"La strada verso un possibile sviluppo della kineomicina come nuovo farmaco è appena iniziata - si legge in una nota - e richiederà numerosi ulteriori studi, sia in vitro sia in vivo. Tuttavia questa scoperta conferma che, grazie a nuovi approcci multidisciplinari, è possibile trovare nelle risorse naturali - in questo caso nella straordinaria diversità metabolica dei microrganismi - nuove soluzioni per affrontare le infezioni multiresistenti". 

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'Bodybuilder a rischio morte improvvisa', appello scienziati per screening

22 Maggio 2025
bodybuilder_free Sarda News - Notizie in Sardegna

(Adnkronos) - Muscoli forti, cuore debole. I bodybuilder maschi rischiano la morte improvvisa, specie i professionisti che corrono un pericolo più che quintuplo rispetto ai dilettanti. Sotto accusa allenamenti estremi, diete e uso di anabolizzanti per scolpire il fisico. Lancia l'allarme uno studio condotto da un team internazionale coordinato dall'università di Padova, pubblicato sull''European Heart Journal', rivista scientifica di riferimento della Società europea di cardiologia (Esc). La ricerca ha analizzato oltre 20mila atleti che hanno gareggiato in eventi Ifbb (Federazione internazionale di bodybuilding & fitness) tra il 2005 e il 2020, con un follow-up medio di oltre 8 anni. 

"Negli ultimi anni si è assistito a un numero crescente di segnalazioni di morti premature tra praticanti di bodybuilding e fitness influencers - afferma Marco Vecchiato del Dipartimento di Medicina dell'ateneo patavino, primo autore del lavoro - Questi tragici eventi, che spesso colpiscono atleti giovani e apparentemente sani, evidenziano una lacuna nella nostra comprensione dei rischi per la salute a lungo termine associati al bodybuilding competitivo. Il nostro è il primo studio a riportare l'incidenza della morte e della morte cardiaca improvvisa in questa disciplina sportiva". Tra i bodybuilder monitorati "sono stati identificati 121 decessi, di cui il 38% imputabili a morte cardiaca improvvisa associata in alcuni atleti ad alterazioni strutturali del cuore e in diversi casi all'uso di sostanze dopanti - riferisce Andrea Ermolao del Dipartimento di Medicina UniPd, corresponding author dello studio - Il dato più rilevante è l'elevato rischio di morte cardiaca improvvisa nei bodybuilder professionisti, che risulta oltre 5 volte superiore rispetto agli atleti dilettanti". 

"I risultati di questo studio non intendono lanciare un giudizio sul bodybuilding - tiene a precisare Vecchiato - ma pongono una questione di salute pubblica e di prevenzione in una disciplina in cui si fondono idealizzazione del corpo, competizione estrema e pratiche potenzialmente dannose. La nostra analisi fornisce una base scientifica solida per avviare riflessioni e interventi concreti". Gli scienziati lanciano un appello per introdurre con urgenza screening cardiovascolari nei giovani bodybuilder professionisti.  

Lo studio è frutto di una collaborazione internazionale tra scienziati italiani, statunitensi e austriaci, spiega una nota dell'università di Padova. La ricerca ha indagato in modo sistematico notizie di decessi riguardanti un campione esteso di bodybuilder internazionali fino al luglio 2023 in 5 lingue diverse attraverso diverse fonti web, tra cui media ufficiali, social, forum e blog dedicati. Tutte le morti segnalate sono state poi incrociate utilizzando più fonti e questi rapporti sono stati verificati e analizzati per stabilire, per quanto possibile, la causa del decesso. Nei pochi referti autoptici disponibili, i risultati includevano l'ispessimento o l'ingrossamento del cuore, e in alcuni casi una malattia coronarica. Le analisi tossicologiche e i rapporti disponibili pubblicamente hanno rivelato l'abuso di sostanze dopanti in diversi atleti. 

Il bodybuilding competitivo - osservano da UniPd - si distingue per un insieme di pratiche che possono comportare stress psicofisico rilevante: allenamenti ad alta intensità, regimi alimentari estremi con grandi oscillazioni di peso tra periodi lontani e in prossimità delle gare, tecniche di disidratazione e, in alcuni contesti, uso di sostanze dopanti. Secondo gli autori, "è proprio la combinazione di questi fattori a contribuire alla maggiore incidenza di eventi fatali, anche in soggetti giovani e apparentemente sani. Infatti, questi approcci possono mettere a dura prova il sistema cardiovascolare, aumentare il rischio di aritmie pericolose e portare a cambiamenti strutturali del cuore nel corso del tempo". Lo studio evidenzia che, "se la ricerca dell'eccellenza fisica da un lato è ammirevole, il perseguimento di una trasformazione estrema del corpo ad ogni costo può comportare rischi significativi per la salute, in particolare per il cuore. La consapevolezza di questi rischi dovrebbe incoraggiare pratiche di allenamento più sicure, controlli medici regolari e un approccio culturale diverso che rifiuti fermamente l'uso di sostanze dopanti". 

I ricercatori propongono di introdurre "screening cardiovascolari proattivi anche nei giovani atleti e di rafforzare la collaborazione tra la comunità medica, le specifiche federazioni sportive e le istituzioni per garantire una partecipazione più sicura al bodybuilding. E' necessario un cambiamento culturale - incalzano gli scienziati - con misure antidoping più efficaci, campagne educative sui rischi dell'abuso di sostanze e l'implementazione di programmi di sorveglianza sanitaria".  

"L'idea che un corpo scolpito equivalga automaticamente a uno stato di salute ottimale merita di essere messa in discussione - ragiona Vecchiato - I nostri dati mostrano che l'aspetto esteriore può nascondere vulnerabilità profonde, in particolare quando viene esasperato da pressioni competitive e obiettivi fisici estremi. Infatti, è necessario considerare anche l'impatto psicologico legato a questa disciplina. Alcuni decessi classificati come 'morti traumatiche improvvise' - come incidenti stradali, omicidi, suicidi o overdose - potrebbero ascriversi a problemi di salute mentale a volte peggiorati con l'abuso di sostanze in grado di aumentare il rischio di comportamenti impulsivi o autodistruttivi. Questo quadro complesso rafforza la necessità di un'attenzione più ampia e integrata verso la salute degli atleti, che includa anche l'aspetto psicologico". 

"Questo lavoro - insistono gli autori - non vuole essere un'accusa nei confronti dell'allenamento della forza o della cultura del fitness, che anzi possono offrire importanti benefici in termini di salute, benessere e longevità. Il messaggio è di responsabilità e consapevolezza, a tutela di chi pratica questa disciplina con passione e dedizione". 

Lo studio si è concentrato sui bodybuilder maschi per la maggiore disponibilità di dati - si puntualizza nella nota - ma il team di ricerca sta già lavorando a un'analisi parallela dedicata alle atlete e a un approfondimento per valutare come le pratiche e i rischi associati a questa disciplina si siano evoluti nel tempo. 

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Roland Garros, il percorso di Musetti e degli altri azzurri

22 Maggio 2025
Lorenzo Musetti - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Jannik Sinner, ma non solo. Saranno diversi gli italiani impegnati al Roland Garros. Oltre a Lorenzo Musetti, numero 8 del ranking, in Francia toccherà anche a Luciano Darderi, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi, Mattia Bellucci, Francesco Passaro, Luca Nardi e Flavio Cobolli. Ecco quale sarà il percorso dei tennisti azzurri al Roland Garros 2025.  

Lorenzo Musetti, testa di serie numero 8 del torneo, debutterà contro un qualificato e avrà un tabellone che rappresenta una grossa occasione per puntare almeno alla semifinale, in cui potrebbe trovare Carlos Alcaraz. L'unico big che potrebbe arrivare qi quarti per l'azzurro è Taylor Fritz.  

E gli altri azzurri? In attesa dei qualificati, Luciano Darderi debutterà contro Sebastian Korda, Lorenzo Sonego se la vedrà contro Ben Shelton, Matteo Arnaldi contro Felix Auger Aliassime, Mattia Bellucci contro Jack Draper, Francesco Passaro con Jesper De Jong, Luca Nardi debutterà contro Fabian Marozsan e Flavio Cobolli aspetta un qualificato. 

 

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De Luca (Consulenti): "Festival del lavoro a Genova dal 29 maggio, momento di confronto centrale"

22 Maggio 2025
Un momento della presentazione della sedicesima edizione del Festival del lavoro

(Adnkronos) - "Sarà una sedicesima edizione strepitosa, di un evento che è ormai diventato un punto di riferimento del dibattito economico sociale, politico, etico nel nostro Paese. Abbiamo già migliaia e migliaia di iscritti e altri ne arriveranno nei prossimi giorni. Aprirà i lavori il presidente della Regione Liguria, Bucci e avremo il vice presidente della commissione europea, Raffaele Fitto. Interverranno in presenza o in collegamento video i ministri Urso, Calderone, Roccella, Locatelli, Casellati, Bernini, Pichetto Fratin, Zangrillo. Siamo in attesa della conferma dei due vice premier Salvini e Tajani. Ci saranno i vice ministri Leo e Cirielli, e il sottosegretario Durigon, il direttore dell'Agenzia delle entrate, Carbone, quello dell'Inl, Papa. E ancora i direttori generali di Inps e Inail, Vittimberga e Fiori". Così Rosario De Luca, presidente del consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, ha presentato nel corso di una conferenza stampa la sedicesima edizione del Festival del lavoro, in programma dal 29 al 31 maggio prossimi ai Magazzini del Cotone di Genova.  

Secondo De Luca "è il momento storico che ci mette nelle condizioni di dovere affrontare assieme alle istituzioni e a tutte le altre componenti del nostro Paese, le parti sociali e la società civile, dei temi fondamentali per il nostro Paese come l'intelligenza artificiale, l'etica, la legalità, il nuovo mondo del lavoro che si sta già dipanando sotto i nostri occhi. E' chiaro che quindi questa sarà un'edizione del Festival del lavoro che ci porterà tante novità e temi di grande interesse", ha concluso.  

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Garlasco, la dinamica dell'omicidio di Chiara Poggi: "L'assassino non scende le scale"

22 Maggio 2025
Le tracce sui gradini della scalinata che porta alla cantina e sul pigiama rosa di Chiara Poggi

(Adnkronos) - Due mani insanguinate dell'assassino di Chiara Poggi che si ferma sulla soglia delle scale della cantina, lancia il corpo della 26enne e non calpesta neppure un gradino insanguinato. A meno di voler cambiare la scena del crimine, la villetta di via Pascoli a Garlasco restituisce l'esatta dinamica di quanto accaduto la mattina del 13 agosto 2007. Fatti che sono costati una condanna a 16 anni di carcere per l'allora fidanzato Alberto Stasi e che ora vanno letti per capire se e come il nuovo indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, possa essere collocato sulla scena del crimine. 

Il killer lascia il suo biglietto da visita in casa con l'impronta delle 'scarpe a pallini' - marca Frau numero 42, sentenzia l'ultima perizia - si muove e si ripulisce come qualcuno che conosce bene quegli spazi. La ventiseienne apre la porta al visitatore e non ha il tempo di reagire: non urla, non si divincola, sembra quasi inerme: "Aveva così fiducia da non fare assolutamente niente, tanto - scrivono i giudici - da venire massacrata senza alcuna fatica, oltre che senza nessuna pietà". Chiara Poggi viene colpita a pochi passi dall'ingresso, batte il capo, le sue mani si contraggono e strisciano sul pavimento, viene colpita ancora, quindi l'assassino la solleva con entrambe le mani - pesa poco meno di 50 chili - e la getta sulle scale che portano in cantina. Lo fa senza scendere neppure un gradino di quella scala: la suola intrisa di sangue si ferma sull'uscio, al livello del piano dove finiscono le mattonelle in cotto e iniziano i gradini in marmo.  

Il passo insanguinato e deciso si muove verso il bagno, si porta nella saletta in fondo, poi raggiunge la cucina e quindi l'uscita. Su quella scala ripida, senza corrimano, con 13 gradini e due curve, il corpo di Chiara scivola e si ferma: la testa sul nono gradino è verso il basso e un lato del volto è ben visibile. Sulla maglia rosa del pigiama, all'altezza della spalla sinistra, ci sono quattro tracce dei quattro polpastrelli insanguinati dell'assassino, cui corrisponde, nella parte anteriore della stessa maglia un frammento di impronta palmare insanguinata. Impronte mai analizzate perché il corpo viene girato e la maglia arriva al medico legale completamente intrisa di sangue.  

Eppure quella foto di Chiara Poggi mostra come è stato afferrato il corpo per "scaraventarlo" in fondo alla scala, e come l'assassino "si fosse sporcato le mani, e avesse avuto la necessità di andare a lavarsele in bagno" sentenzia la Corte. Si specchia, si lava - da casa Poggi mancano anche alcuni asciugamani - e sul dispenser portasapone restano due impronte: sono di Alberto Stasi e sono su un oggetto che per ultimo ha toccato l'assassino. E sul tappetino dove sosta il killer resta l'impronta della scarpa 'a pallini', un numero che Stasi può calzare a differenza di Andrea Sempio che indossa il numero 44. In attesa dell'incidente probatorio sul match tra il Dna di Sempio e il materiale trovato sulle unghie della vittima, in quella casa dell'indagato c'è solo - secondo la nuova consulenza tecnica della Procura di Pavia - un’impronta della mano destra sulla parete delle scale che portano in cantina. Gradini che l'assassino non calpesta.  

Così il ragazzo perbene e lo studente modello con "la passione per la pornografia" - a dire dei giudici - uccide senza pietà e disprezzo Chiara Poggi, diventata "per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare". Chiara Poggi, "sola vittima di questo processo" viene uccisa "dall'uomo di cui si fidava e a cui voleva bene, che l'ha fatta definitivamente 'scomparire' in fondo alle scale". Dopo averla uccisa "è riuscito con abilità e freddezza a riprendere in mano la situazione, e a fronteggiarla abilmente, facendo le sole cose che potesse fare, quelle di tutti i giorni: ha acceso il computer, visionato immagini e filmati porno, ha scritto la tesi, come se nulla fosse accaduto. La condotta da lui tenuta non è stata per nulla collaborativa, ma al contrario fuorviante e finalizzata ad allontanare i sospetti dalla sua persona: ha da subito sviato le indagini ipotizzando un incidente domestico e ha progressivamente messo a disposizione degli inquirenti ciò che, nel tempo, assumeva via via qualche interesse investigativo. Non tutto però, e in tal modo è riuscito a rallentare gli accertamenti a proprio vantaggio, anche grazie agli utili errori commessi dagli stessi inquirenti" si legge nelle motivazioni del 2014. 

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Cida-Censis: "Il 70% degli italiani chiede meno tasse su redditi lordi"

22 Maggio 2025
Cida-Censis:

(Adnkronos) - Il 70% degli italiani chiede meno tasse sui redditi lordi, e oltre l’80% denuncia un grave squilibrio tra ciò che si versa e ciò che si riceve in termini di servizi pubblici. È un grido di allarme trasversale, che attraversa generazioni, territori e professioni. La pressione fiscale viene percepita come eccessiva e iniqua, soprattutto per chi lavora, produce, risparmia, investe. Lavorare di più non conviene, salire di reddito significa perdere benefici. Emerge dal 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati. 

"E' qui - ha affermato il presidente Cida Stefano Cuzzilla - che si gioca la vera partita politica. Il tempo delle analisi è finito: servono scelte nette. Una riforma fiscale che alleggerisca il lavoro dipendente, che premi chi produce valore e non chi lo elude. E basta considerare i pensionati un capitolo di spesa: sono una risorsa strategica, il primo ammortizzatore sociale del Paese. Serve una rivalutazione delle pensioni, un rafforzamento della previdenza integrativa, una più convinta lotta all’evasione, una valorizzazione della managerialità che tiene insieme istituzioni, imprese e cittadini. E' il 70% degli italiani a chiedere meno tasse sui redditi lordi, non possiamo ignorarlo. Difendere il ceto medio – e chi lo guida ogni giorno – non è difendere una categoria, ma garantire stabilità, coesione e crescita per l’intero Paese". 

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Mesina: fissata post mortem l'udienza per il differimento pena

22 Maggio 2025
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Le avvocate dell'ex bandito annunciano una nuova battaglia
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Giorgio De Rita (Censis): "Tutelare il ceto medio è scelta essenziale per crescita paese"

22 Maggio 2025
Giorgio De Rita

(Adnkronos) - “La ricerca dimostra che oltre due terzi di italiani sente di appartenere al ceto medio. Ceto medio che è protagonista vitale della società italiana, ma da troppo tempo costretto a non facili adattamenti di fronte alla persistenza di un fisco penalizzante, di un senso di sicurezza in erosione e di un'attenzione ridotta al valore delle competenze e delle funzioni avanzate in una società ad alta complessità. Tutelare e rilanciare il ceto medio è oggi una scelta essenziale per la crescita del Paese”. Così il segretario generale Censis, Giorgio De Rita, commenta il 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati. 

 

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Cida-Censis: "Due italiani su 3 si sentono ceto medio, oltre metà teme che figli staranno peggio"

22 Maggio 2025
Cida-Censis:

(Adnkronos) - Due italiani su tre si sentono ceto medio, ma più della metà teme che i propri figli staranno peggio. Più di otto su dieci non vedono riconosciuto il valore delle proprie competenze nel reddito. E oltre il 70% chiede meno tasse sui redditi lordi. E' il ritratto del ceto medio italiano che emerge dal 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', commissionato da Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, e presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati, aperto con i saluti istituzionali del Capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, Paolo Barelli e gli interventi del vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e del viceministro dell'Economia e delle finanze, Maurizio Leo. Hanno portato i loro contributi Gabriele Fava, presidente Inps, Renato Loiero, consigliere del Presidente del Consiglio, e i deputati Elena Bonetti, Luigi Marattin, Annarita Patriarca e Walter Rizzetto. 

“Il Rapporto fotografa una frattura profonda: il ceto medio è il Punto di Tenuta del Paese, ma oggi vive un paradosso insostenibile. È troppo ricco per ricevere aiuti, troppo povero per costruire futuro. Colpito dal fisco, escluso dal welfare, ignorato nei riconoscimenti. Eppure, resiste: investe nei figli, tiene in piedi famiglie e territori con una generosità silenziosa. Ma quanto può sopportare ancora? E soprattutto, possiamo permetterci di non ascoltarlo? Se non si restituisce dignità economica a chi ogni giorno regge l’Italia, il rischio è uno solo: spezzare definitivamente il patto sociale su cui si fonda la nostra democrazia”. E' il grido d’allarme e insieme la richiesta di una scelta politica netta che arriva da Stefano Cuzzilla, riconfermato oggi alla guida di Cida dall’assemblea nazionale, che ha eletto anche i vicepresidenti Marco Ballarè, Antonello Giannelli e Guido Quici. 

Un capitale culturale forte, ma senza ritorno economico. Questa la contraddizione centrale che emerge dal nuovo rapporto Cida-Censis: il ceto medio italiano non si definisce attraverso il reddito, ma attraverso l’identità culturale. Il 66% degli italiani si riconosce nel ceto medio, e per oltre il 90% ciò che conta davvero è il sapere, il livello di istruzione, le competenze acquisite. Ma questi valori – pur costituendo il fondamento identitario – non trovano più riscontro nella realtà economica. L’82% degli italiani che si autodefinisce di ceto medio denuncia che il merito non viene riconosciuto, che il capitale culturale non si traduce in una giusta retribuzione. E' qui che si apre una frattura decisiva: tra capitale umano e capitale economico. E quando il riconoscimento non arriva, il motore si spegne: ciò che era spinta verso l’alto diventa semplice sopravvivenza. 

Negli ultimi anni, oltre la metà degli italiani che rappresentano l’ossatura sociale del Paese ha visto il proprio reddito fermo, mentre più di uno su quattro lo ha visto calare. Solo il 20% dichiara un miglioramento. Ma più che arretrare, il ceto medio oggi galleggia senza prospettiva. Anche i consumi riflettono questo stato: il 45% li ha già ridotti, e la maggioranza teme ulteriori tagli nel prossimo futuro. Non è solo una condizione economica, è un malessere sociale diffuso che svuota di speranza il futuro. Un futuro che, sempre più spesso, il ceto medio non riesce più a immaginare dentro i confini del Paese. 

Il 50% dei genitori appartenenti al cuore produttivo del Paese ritiene che i figli staranno economicamente peggio, e il 51% auspica che cerchino opportunità all’estero, segnando il sorpasso definitivo del 'mito dell’altrove' sul sogno di mobilità sociale interna. Nonostante ciò, il ceto medio continua a investire: il 67% delle famiglie di ceto medio con figli conviventi sostiene spese straordinarie per garantire un futuro ai figli, mentre oltre il 41% aiuta economicamente figli e nipoti, confermandosi come primo ammortizzatore sociale del Paese. 

Tra i pensionati della fascia di riferimento del rapporto Cida-Censis, il 47% aiuta regolarmente figli o nipoti, e il 66% ha finanziato o finanzierà almeno una spesa straordinaria. Questa 'generosità silenziosa' è sempre più sotto pressione. Solo il 52% si sente protetto da reti di welfare; gli altri oscillano tra ansia, incertezza e vera e propria insicurezza. E il risparmio, da sempre uno dei tratti distintivi del ceto medio, si erode: il 46% ha ridotto la capacità di accantonare risorse, e il 44% prevede un peggioramento nei prossimi tre anni. Quando la fiducia nel futuro si incrina, cresce il bisogno di protezione: ma è proprio qui che il sistema mostra le sue crepe più profonde. 

Solo il 18% giudica sufficiente il welfare pubblico. Di fronte a questa percezione di inadeguatezza, cresce la corsa al welfare integrativo: il 45% possiede una polizza sanitaria o un fondo pensione e circa il 36% vorrebbe che il contratto collettivo del settore in cui lavora prevedesse la sanità integrativa. Il rischio è una nuova disuguaglianza: tra chi può permettersi una protezione privata e chi resta scoperto. 

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Cuzzilla (Cida): "Chiediamo riforma che alleggerisca la pressione fiscale su lavoro dipendente"

22 Maggio 2025
Stefano Cuzzilla

(Adnkronos) - "Il nostro sistema fiscale, ce lo dicono Ocse e Banca d’Italia, penalizza il lavoro dipendente, soprattutto nelle fasce medio-alte. Un dirigente in Italia paga aliquote che altrove si applicano solo a chi guadagna quattro volte di più. Non è equità. E un disincentivo al merito. Accogliamo le proposte del Ministero dell’Economia sul taglio delle tasse per i ceti medi. Ma l’attesa non è più un’opzione. Il percorso va accelerato. Chiediamo una riforma fiscale all’altezza del tempo che stiamo vivendo. Una riforma che alleggerisca la pressione sul lavoro dipendente, che valorizzi chi crea occupazione e competenze, e che riconosca il ruolo strategico della dirigenza italiana come leva di competitività, coesione e progresso". A dirlo il presidente Cida, Stefano Cuzzilla intervenendo alla presentazione del 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare'. 

"Non possiamo più accettare - sottolinea - che chi investe in previdenza complementare, sanità integrativa, formazione e innovazione venga penalizzato da un sistema che taglia detrazioni e benefici in base a soglie di reddito nominale, scollegate dalla realtà economica di chi ogni giorno contribuisce al benessere del Paese. Difendere il ceto medio e chi lo guida significa anche difendere il risparmio, che è da sempre il caposaldo di questa fascia: un patrimonio non solo economico, ma anche culturale".  

"Tra le priorità da affrontare - avverte - c’è anche un altro nodo strategico: la questione del tetto agli stipendi nel settore pubblico e in ambiti ad alta funzione istituzionale. Una soglia rigida e generalizzata rischia di produrre una pericolosa emorragia di competenze in settori nevralgici per la tenuta del Paese: magistratura, forze armate, pubblica amministrazione, sanità, università, enti di ricerca". 

"Se le migliori professionalità, soprattutto tra le nuove generazioni, sono spinte - ribadisce il presidente Cuzzilla - a cercare altrove riconoscimento e prospettive, a perdere è l’interesse generale. Serve una riflessione concreta, che superi l’approccio ideologico, per valorizzare il capitale umano e garantire al Paese istituzioni all’altezza delle sfide che lo attendono". 

"Continuare a considerare i pensionati - ha aggiunto - solo come un costo è miope. I pensionati rappresentano un gigantesco giacimento di competenze ed esperienza, oltre che di welfare. Con l’espulsione indiscriminata dal mercato del lavoro, rischiamo di impoverire definitivamente il sistema. Serve una nuova visione: che riconosca il diritto alla libertà di lavoro, che valorizzi i percorsi senior, che costruisca una previdenza davvero accessibile e sostenibile. Non per generosità, ma per intelligenza collettiva". 

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Farmaci, Associazione ictus: "Soddisfatti per ok Aifa a rimborsabilità tenecteplase"

22 Maggio 2025
(Fotogramma)

(Adnkronos) - La Italian Stroke Association-Associazione italiana ictus (Isa-Aii) esprime grande soddisfazione per la decisione del Consiglio di amministrazione dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha approvato la rimborsabilità di tenecteplase per l'utilizzo nel trattamento dell'ictus ischemico acuto in ambito ospedaliero. Questa approvazione rappresenta un passaggio cruciale per l'innovazione terapeutica nell'ambito dello stroke, consentendo l'adozione di un farmaco che unisce efficacia clinica comprovata a una maggiore praticità di somministrazione rispetto alla terapia trombolitica standard attualmente in uso (rtPA - alteplase). 

"Isa-Aii accoglie con favore l'approvazione di tenecteplase da parte di Aifa, un farmaco che si è dimostrato sicuro ed efficace in numerosi studi clinici. Tenecteplase offre una somministrazione semplificata in bolo singolo e mostra risultati almeno equivalenti, se non superiori, rispetto all'alteplase nella pratica clinica. Il suo impiego potrà migliorare i tempi di trattamento e l'accessibilità alla terapia trombolitica anche in contesti ospedalieri meno strutturati". Isa-Aii sottolinea l'importanza di questa decisione per la rete nazionale dell'ictus auspicando una rapida implementazione del tenecteplase nei protocolli ospedalieri, in linea con le più recenti evidenze scientifiche e le raccomandazioni internazionali. 

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SNAI – Serie A: Napoli, sarà festa? Con il Cagliari l’«1» è a 1,14 L’Inter deve vincere a Como e sperare: Inzaghi a 1,60

22 Maggio 2025

(Adnkronos) - Venerdì sera l’ultimo atto della corsa scudetto: a Conte bastano tre punti contro i sardi già salvi per conquistare il titolo. Domenica la Juve vuole blindare il quarto posto: a 1,50 tre punti a Venezia 

Milano, 22 maggio – A Napoli è tutto pronto per la festa scudetto: al ‘Maradona’ sarà un venerdì sera di passione e di attesa, con la squadra di Antonio Conte che ha comunque il destino nelle proprie mani. Battere il Cagliari significherebbe conquistare il tricolore senza stare a pensare a quello che succederà al ‘Sinigaglia’ di Como, dove invece l’Inter dovrà vincere e sperare che il Cagliari (che domenica scorsa ha raggiunto la salvezza) fermi il Napoli. Per le quote Snai, però, questa è un’ipotesi remota: il segno «1» in Napoli-Cagliari è in lavagna a 1,14 e si oppone al pareggio a 7,50 e al «2» che vale addirittura 16. È favorita anche l’Inter a Como, con tre punti nerazzurri a 1,60 e i segni «1» e «X» rispettivamente a 4,75 e 4,25. 

Lotta Champions Se le due gare decisive per lo scudetto si giocheranno venerdì sera, e sabato sono in programma Bologna-Genoa e Milan-Monza – uniche partite ininfluenti per la classifica –, domenica sera si assegna l’ultimo posto per la prossima Champions League. Oltre a Napoli, Inter e Atalanta, è in pole position la Juventus, impegnata sul campo di un Venezia che lotta disperatamente per non retrocedere. Almeno in lavagna, però, non sembrano esserci speranze per la squadra di Di Francesco, con quella di Tudor che parte invece a 1,50. Il pareggio, che al Venezia comunque non servirebbe, sale a 4,25; l’impresa arancioneroverde, che per valere la salvezza dovrà essere legata anche ad altri risultati, è invece offerta a 5,75. A -1 dalla Juventus c’è la Roma ospite del Torino: anche in questo caso, lavagna sbilanciata dalla parte di Ranieri («2» a 1,50), che vorrebbe coronare (con l’aiuto del Venezia) una straordinaria seconda parte di campionato con la qualificazione alla Champions League o comunque con il mantenimento della quinta posizione che varrebbe l’Europa League. 

Salvezza Nella zona bassa della classifica può succedere di tutto. Dopo la retrocessione del Monza, come detto, il Venezia è appeso a un filo. Ma sono obbligate a vincere anche Lecce ed Empoli. Fa il tifo per il Venezia anche la Lazio, che battendo il Lecce («1» a 1,60) spedirebbe i salentini in Serie B o li costringerebbe allo spareggio contro l’Empoli, che ospita invece il Verona in un vero e proprio scontro diretto: toscani a 1,90, gialloblù (che potrebbero essere salvi anche in caso di sconfitta) a 4,25. Si è complicata anche la situazione del Parma, che comunque a Bergamo contro l’Atalanta può prendersi la salvezza: i gialloblù a 4,75 inseguono la squadra di Gasperini, favorita a 1,73 nonostante il terzo posto già raggiunto. 

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Sostenibilità, Rilegno: "Estendere riciclo a manufatti legnosi diversi da imballaggi"

22 Maggio 2025
Sostenibilità, Rilegno:

(Adnkronos) - "Qualsiasi cosa che funzioni si può migliorare, con questa richiesta di allargamento statutario stiamo cercando di fare in modo di inglobare nel sistema Rilegno migliaia di aziende che lavorano il legno. Siamo tutti uniti dallo stesso filo che è quello dell'utilizzo del materiale legnoso e quindi per noi è fondamentale dare una mano oggi a chi lavora il legno, perché il Consorzio esiste, perché il legno c'è e c'è chi lavora il legno e quindi è come se fossero dei nostri figli anche loro". Così il presidente di Rilegno Nicola Semeraro sull’avvio del dialogo con il ministero dell’Ambiente per l’estensione sperimentale delle attività consortili al riciclo di manufatti legnosi diversi dagli imballaggi, in settori chiave come l’edilizia e la grande distribuzione. 

"In Italia abbiamo migliaia di piccole aziende; se andiamo a verificare i numeri parliamo di circa 40mila aziende che lavorano il legno. Sono numeri importanti, Rilegno è un consorzio nazionale e non c'è un altro Rilegno ad oggi, la normativa prevede che ne nascano altri, ma chiaramente quello che abbiamo dimostrato dai dati è che l'organizzazione che il consorzio ha è una organizzazione molto difficile da duplicare", ha concluso. 

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