Oristano

Potrebbe entrare in funzione entro fine anno, ma i radiologi sono sempre pochi

Sarebbe stato il quinto Natale di attesa. Ma forse il prossimo 25 dicembre utenti e operatori dell’ospedale San Martino la troveranno finalmente sotto l’albero. È arrivata infatti nei giorni scorsi la Tac a 128 strati acquistata nel maggio del 2019, ma rimasta finora accuratamente imballata e custodita nei magazzini della Siemens, che si era aggiudicata la commessa in seguito a un bando internazionale.

Un lungo periodo che i dirigenti della Asl hanno impegnato in gran parte in discussioni infinite sulla destinazione del macchinario, mentre le apparecchiature simili assegnate in altre Asl della Sardegna venivano regolarmente consegnate e sono già attive da anni.

Dopo le proteste del Comitato per la difesa della salute e un’interrogazione in consiglio regionale del 5Stelle Alessandro Solinas, la nuova Tac del San Martino alla fine è stata destinata alla Radiologia territoriale, nel corpo P del presidio ospedaliero, dove nelle scorse settimane sono stati completati i lavori, avviati un anno fa, per l’adeguamento di impianti e strutture della sala che la ospiterà. E così, dopo l’arrivo del macchinario, il tecnico incaricato dall’azienda fornitrice ha potuto avviare le operazioni di istallazione e di collaudo.

Costato circa 700 mila euro (a cui sono da aggiungere oltre 100 mila euro spesi per l’adeguamento di impianti e strutture dei locali) il nuovo macchinario – che arriva già datato – potrebbe entrare in funzione entro la fine dell’anno e consentire finalmente di aprire questi accertamenti ai pazienti esterni. Ma solo in teoria. In realtà la nuova Tac è destinata a una sottoutilizzazione, a causa della striminzita dotazione di radiologi del nosocomio: solo due nel servizio della Radiologia territoriale, impegnati soprattutto negli screening oncologici, nelle mammografie cliniche e nella radiologia tradizionale.

Sono appena sette invece nella Radiologia del Dea: con il primario e due di loro esentati dai turni notturni, non riuscirebbero a coprire tutti i turni e ad assicurare le urgenze e gli accertamenti dei ricoverati, senza il supporto dei radiologi in arrivo da San Gavino e da Cagliari e di una collega di Nuoro già in pensione ma con un contratto di libera professione.

Da aggiungere che la Radiologia di Oristano deve ora eseguire anche le Tac per i pazienti del “Mastino” di Bosa, dove dallo scorso settembre è stata rimossa la vecchia Tac per permettere la sistemazione di un nuovo apparecchio a 128 strati. Ma i lavori, a distanza di 4 mesi, sono in alto mare e si annunciano quindi lunghissimi, e così i pazienti ricoverati o quelli che arrivano al Pronto soccorso del Mastino con necessità di questo accertamento devono essere continuamente portati a Oristano, con i disagi che questa situazione comporta per i malati e per il personale che deve lasciare il reparto per accompagnarli nel trasferimento.

Da ricordare inoltre che  nell’ambito di un piano di ammodernamento strumentale da circa 100 milioni di euro di fondi del PNRR, la Regione aveva annunciato la destinazione di 3,1 milioni di euro all’acquisto di un importante contingente di moderne apparecchiature da distribuire tra i diversi reparti di radiologia degli ospedali della provincia di Oristano: quattro ecotomografi multidisciplinari (due per l’ospedale San Martino di Oristano e uno rispettivamente per il Delogu di Ghilarza e il Mastino di Bosa), due Tac 128 strati e due tomografi computerizzati (San Martino e Delogu), due densitometri ossei (ospedale Mastino di Bosa e poliambulatorio di Oristano) a cui si aggiungono una risonanza magnetica 1,5 tesla e un telecomandato digitale per esami di pronto soccorso (per il San Martino).

Ma a un anno e mezzo da questo annuncio, di queste apparecchiature ancora non se ne è vista neanche una. Si spera ora che anche in questo caso non debbano trascorrere inutilmente 4 anni, come per la Tac del San Martino appena arrivata.

Sabato, 9 dicembre 2023

Fonte: Link Oristano


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