Villaurbana

Il prodotto simbolo del paese ha dato vita a una realtà fatta d’eccellenza

È nato da una passione legata a doppio filo con la tradizione e ora continua a conquistare con sapori che sanno di casa. L’azienda Pintau – Su Pani Fattu in domu[1] di Villaurbana incarna gli antichi saperi di un’intera comunità, celebrando con i suoi prodotti il simbolo del paese: il pane.

Poche settimane fa il riconoscimento con il Rural Award, riservato dal Distretto Rurale Giudicato d’Arborea alle imprese e associazioni che hanno dato lustro al territorio. Anche il nome del panificio racconta una storia fatta di amore per la tradizione. “La scelta del nome ricalca quello dell’evento di Villaurbana, che era appunto la sagra de “su pani fattu in domu””, ha spiegato Elena Lai, titolare dell’attività. “Abbiamo poi aggiunto Pintau, per rendere più corta la denominazione e per ricordare la decorazione dei pani tradizionali sardi. Perciò è stata proprio la sagra e Villaurbana stessa a ispirarmi e far nascere l’attività”.

Pintau - Villaurbana
La collaboratrice Susanna Cossu, la titolare Elena Lai e l'altra collaboratrice Roberta Lai

A rendere speciale il pane di Pintau[2] sono i sapori che si possono trovare sulla tavola di casa. “La scelta fatta sin da subito è stata quella di proporre un processo produttivo che ricalchi alla lettera quello utilizzato nella panificazione domestica. Incentriamo tutto sulla qualità e non sulla quantità, perciò otteniamo un pane di nicchia”, ha illustrato Lai. “Tutto parte dalla scelta dei grani: sono coltivati sull’Isola, nei territori da Villaurbana all’Alta Marmilla, e macinati a pietra per produrre una semola di alta qualità. Per questo motivo siamo inseriti nel Consorzio Sardo Grano Capelli”.

Pintau - Villaurbana
La cottura del pane di Pintau

Nel laboratorio avviene la magia. “Utilizziamo esclusivamente il nostro lievito madre, che ci tramandiamo di generazione in generazione”, ha dichiarato ancora Elena Lai. “Dopo una lunghissima lievitazione naturale, il pane viene cotto in un forno a legna alimentato da fascine di lentisco e ulivo. Anche la pulizia del forno è nel rispetto della tradizione: utilizziamo delle scopette fatte con  lentisco fresco, che dona al pane un ulteriore aroma. Nel periodo invernale utilizziamo la malva, anche se è più difficile da trovare”.

Le forme proposte vogliono ricalcare a pieno la tradizione di Villaurbana, con qualche rivisitazione. “Produciamo pani tipici, che si possono trovare in ogni casa”, ha spiegato Elena Lai, “Essendo però noi un gruppo di giovani nel quale la persona più grande ha poco più di 35 anni, cerchiamo di stare al passo con i tempi. È così che, per esempio, è nata la variante rettangolare del civraxiu. Di norma un pane tondo, che noi comunque proponiamo, viene venduto anche di questa particolare forma squadrata e a fette: è molto gettonato per esempio dalle persone sole, perché è già in pratiche porzioni che possono essere scongelate con facilità. Rimane in effetti il pane che va per la maggiore. ”.

“Abbiamo poi la focaccia tipica di Villaurbana, sa lada, in versione anche con buco; e il tipico pane a pasta dura, il coccoi”, ha continuato la titolare di Pintau.[3] “Dalle forme con più polpa, passiamo a quelle più fini e decorate: abbiamo sa foll’e fa, su pei de boi, sa pretzida e su tureddu, tanto per citare quelli che vanno per la maggiore. Arriviamo poi ai coccoi decorati e senza lievito per la creazione artistica di quelli che vengono comunemente chiamati “pani degli sposi”. Il nostro stesso logo è la rappresentazione stilizzata di una di queste elaborate produzioni”.

Pintau - Villaurbana
Un tipico coccoi decorato

Ogni stagione ha la sua specialità. “In inverno abbiamo sa lada cun gedrasa, il tipico pane con i ciccioli”, ha aggiunto Elena Lai. “Mentre in primavera proponiamo il pane con ricotta e nel periodo pasquale su coccoi cun s’ou, il piccolo pane che custodisce un uovo”.

Largo anche all’innovazione. “Se prima era uno scarto di produzione, destinato all’alimentazione degli animali, oggi il pane con farina integrale è sempre più richiesto e apprezzato, perciò ha un suo posto di diritto tra le produzioni. Lo proponiamo sempre con semole del territorio, sotto forma di civraxiu tondo o rettangolare a fette. Abbiamo anche la variante con l’aggiunta di noci e semi misti, come lino, sesamo, zucca e girasole, all’interno o solamente sulla crosta”, ha illustrato Lai. “Spesso ci piace collaborare con ristoranti della Penisola con produzioni particolari. Per esempio, uno chef della zona con attività a Roma ci chiede dei civraxius particolari con noci e fichi o con pomodori secchi e olive. Per farli utilizziamo solamente prodotti del territorio”.

Dopo la cottura del pane, proprio come si faceva un tempo, il forno a legna ancora caldo è pronto ad accogliere tante golosità. “Abbiamo una piccola produzione di dolci artigianali, come dolci di mandorle, formaggelle di ricotta e formaggio, ciambelline, pabassini e pippias de zuccuru”, ha illustrato Lai. “Sono tutti dolci da forno legati alla nostra tradizione”.

Pintau - Villaurbana
Alcuni dolci di mandorle

La storia del panificio Pintau[4] affonda le radici nella tradizione comune a tante case di Villaurbana. “Sono nata in una famiglia nella quale si panificava assiduamente: mia madre, le zie, le nonne, tutte almeno ogni 15 o 20 giorni facevano il pane. Dopo un’infanzia passata a osservare e a svolgere piccoli compiti, a 13 anni davo già una mano in casa per snellire il carico di lavoro. Per questo, se mi viene chiesto da quando ho effettivamente imparato a fare il pane, posso solo rispondere: da sempre. Inizialmente panificavamo solamente per uso domestico, poi, come le altre massaie del paese, abbiamo iniziato a fare il pane anche per distribuirlo alla Pro loco in occasione della Sagra del Pane”, ha spiegato Elena Lai.

L’occasione è arrivata dal Comune di Villaurbana. “Quello che era un lavoro casalingo è diventato una passione. Mi sono detta: “Se non mi laureo, apro un panificio”. Ho iniziato l’università, ma il richiamo verso la mia passione mi ha portata a interrompere gli studi e ho potuto coronare il sogno di aprire una mia attività”, ha raccontato la titolare del panificio Pintau[5] . “Nel 2014 è stato pubblicato un bando per l’assegnazione di forni comunali. Ho presentato domanda e ho vinto l’appalto: mi è stato assegnato solo due anni dopo, perciò nel giugno 2016 ho potuto finalmente aprire la mia attività”.

Il panificio è diventata un’attività di famiglia. “Nonostante si tratti di un’impresa individuale e non familiare, sin da subito ho assunto delle parenti. Le prime sono stata mia madre, che in effetti da maestra è diventata una dipendente, e le mie cugine Francesca Cau e Roberta Lai, tutte alla produzione, ed Emanuela Lai, che si occupa della rivendita”, ha illustrato Lai. “Terminati i parenti, per così dire, ho cercato all’infuori della mia cerchia familiare e ho successivamente assunto Susanna Cossu, alla produzione, e Nicola Meloni, addetto allo smistamento, le consegne e il rifornimento alle attività commerciali. Attualmente mia madre non lavora più con noi, ma continua a darci una mano con i suoi preziosi consigli. Rimane dunque un gruppo di sei persone, me compresa”.

“Abbiamo avviato l’attività con tantissime paure: non vengo da una famiglia di imprenditori, perciò nessuno aveva un’esperienza in materia. Dal quinto anno in poi l’azienda ha raggiunto la stabilità”, ha aggiunto Elena lai. “La cosa curiosa è che siamo quasi tutti di Villaurbana e che alla produzione, ambiente tipicamente maschile per la pesantezza del lavoro, ci siano tutte donne. Ci occupiamo di seguire il processo di produzione, dall’inizio alla fine”.

Pintau - Villaurbana
Tutta la fragranza di un pane di Pintau

Una produzione di alta qualità, che sta conquistando sempre più terreno anche fuori dall’Isola. “Decidendo di metterci in giorno, quest’anno abbiamo vinto due riconoscimenti: a fine aprile il primo premio per il miglior pane tradizionale al concorso della Federazione Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria Cioccolateria (la FipGC); mentre a luglio abbiamo ricevuto una menzione speciale ai Sardinia Food Awards, ideato e organizzato da Donato Ala Giordano”, ha dichiarato Elena Lai. “I concorsi non sono solo un modo per ottenere riconoscimenti, ma sono sopratutto un’occasione per conoscere colleghi e professionisti e confrontarsi con loro e far nascere delle collaborazioni, come è successo grazie al primo concorso. Sono stata infatti invitata a a ottobre a fare una dimostrazione sulla panificazione dl pane coccoi a Milano, in occasione della fiera “HostMilano 2023”, dedicata al mondo dell’ospitalità e la ristorazione. Vi ho preso parte con il panificatore Efisio Cinisu di Villacidro. È stata una bellissima occasione”.

Dentro i confini dell’Isola, sono tanti i punti vendita in cui trovare i prodotti di Pintau[6]. “La nostra rivendita con laboratori nella zona artigianale di Villaurbana è aperta dal martedì al sabato, dalle 7 alle 12,30. Dal momento che abbiamo una piccola produzione, dolci e pane sono soprattutto su prenotazione”, ha spiegato la titolare. “Collaboriamo inoltre con il punto vendita Conad del Centro commerciale Porta Nuova di Oristano e tutti i supermercati Vicino a Te del gruppo Frongia. Serviamo poi i negozi di diversi paesi, come Simaxis, Terralba, Marrubiu, Mogoro e Villaurbana, per citarne alcuni. Durante il periodo estivo, raggiungiamo anche i negozi delle località costiere, come Mandriola e Putzu Idu”.

Sono tanti gli ordini ricevuti, anche da chi vuole portarsi via un pezzo di Sardegna. “Tanti turisti passano da noi e acquistano dal pane da gustare una volta tornati a casa. Tuttavia sono tanti anche gli emigrati che si fanno spedire dei prodotti per rivivere i sapori dell’Isola”, ha aggiunto Lai. “Non abbiamo un sito web, ma ci possono contattare tramite le pagine social. Generalmente riusciamo a spedire in 48 ore”.

Pintau – Pani fattu in dommu[7] è una realtà dinamica, che continua a cresce grazie a una grande amore per la propria attività. “Speriamo di riuscire presto ad avere un sito dal quale gestire gli ordini: abbiamo anche tante rischieste dal sud Sardegna, perciò tra i nostri sogni c’è quello di espanderci ulteriormente verso quella zona”, ha concluso la titolare. “Sono stata davvero fortunata, perché ho potuto fare della tradizione della mia famiglia e di una comunità intera, non solo un lavoro, ma una vera e propria passione. Mi supporta un gruppo affiatato e appassionato, senza il quale non saremmo mai arrivati dove siamo oggi. Quando creiamo i nostri prodotti ci mettiamo il cuore e i clienti riescono a sentirlo”.

Per un’anteprima sui prodotti Pintau – Su pani fattu in dommu è possibile visitare le pagine social Facebook[8] e Instagram[9].

Venerdì, 8 dicembre 2023

Fonte: Link Oristano


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