Giornale di OristanoIn occasione della “Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi”, padre Paolo Contini[1] ha condiviso un messaggio particolarmente significativo, invitando alla riflessione su un tema che lo tocca profondamente anche sul piano personale. Oggi parroco nelle comunità di Ghilarza, Abbasanta e Norbello, il sacerdote lo scorso anno ha scelto di rendere pubblica la propria storia, un’esperienza segnata da abusi subiti in gioventù, e di farne un’occasione per promuovere un dialogo trasparente all’interno della Chiesa cattolica. La vicenda di padre Paolo risale agli anni in cui era seminarista, un periodo in cui fu vittima di abusi sessuali da parte di un compagno più grande. Il sacerdote ne aveva parlato apertamente nel maggio del 2023, trovando il coraggio di denunciare anche grazie all’impegno mostrato dalla Chiesa guidata da Papa Francesco nel contrastare gli abusi all’interno del clero. Durante quell’intervento pubblico, padre Paolo aveva rivelato di essere entrato in possesso di una prova decisiva: una lettera scritta dal suo aggressore, in cui venivano confessati gli abusi avvenuti tra il 1987 e il 1988. Questa confessione scritta lo aveva spinto a intraprendere un percorso di denuncia formale, con la speranza di ottenere giustizia. Tuttavia, l’esito iniziale del procedimento era stato profondamente deludente. Il religioso responsabile degli abusi era stato punito in modo lieve, con una misura che prevedeva un periodo di pochi mesi in Terra Santa. Insoddisfatto da quella che riteneva una sanzione inadeguata, padre Paolo aveva insistito, riuscendo a portare il caso davanti al tribunale ecclesiastico. In un intervento pubblico dello scorso marzo, il sacerdote aveva espresso la propria sete di giustizia, riferendosi a episodi che avevano alimentato la sua amarezza. Nel corso del procedimento giudiziario, aveva scoperto che alcune figure coinvolte nella gestione del caso si erano dimostrate apertamente “di parte”. Nonostante ciò, la Chiesa ha successivamente promosso alcune di queste persone a incarichi di rilievo nella gerarchia ecclesiastica. In un messaggio personale inviato dallo stesso arcivescovo, padre Paolo aveva trovato conferma della sua indignazione. L’arcivescovo, dopo aver appreso della promozione di queste figure, si era detto sconcertato e arrabbiato, manifestando solidarietà nei confronti del sacerdote. Secondo padre Paolo, questa vicenda rappresenta un segnale preoccupante di incoerenza rispetto agli sforzi di Papa Francesco. Il Papa, infatti, invita quotidianamente a una lotta decisa contro la pedofilia e gli abusi, ponendo come priorità la trasparenza e l’integrità. Il parroco di Abbasanta, Ghilarza e Norbello continua a testimoniare il proprio impegno affinché episodi simili non si ripetano nella Chiesa. Ribadisce anche la necessità di un’azione decisa contro qualsiasi forma di insabbiamento o ambiguità. La sua

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