Oristano
Oggi l’incidente probatorio in aula
Due periti, quello della difesa e l’altro nominato dal giudice, sostengono che sia totalmente incapace di intendere e di volere Monica Vinci, la donna che il 18 febbraio dello scorso anno uccise la figlia Chiara Carta, di 13 anni, nella loro abitazione di Silì. Secondo una terza perizia, quella dell’accusa, però, il vizio di mente non è totale ma parziale.
È la prima conclusione che emerge dall’incidente probatorio che si è svolto oggi nel Tribunale di Oristano. In aula era presente la stessa Vinci.
Le valutazioni espresse dai periti professor Maurizio Marasco, nominato dal gip Federica Fulgheri, professor Stefano Ferracuti, nominato dal pm Valerio Bagattini, e Giampaolo Pintor, nominato dalla difesa di Monica Vinci, rappresentata dal legale Gianluca Aste, consentono adesso di arrivare alla fase conclusiva delle indagini e chiudere pertanto l’istruttoria che porterà poi al primo pronunciamento dei giudici.
Monica Vinci è attualmente rinchiusa nella sezione femminile del carcere di Uta. Subito dopo aver ucciso la figlia aveva cercato di suicidarsi lanciandosi dalla finestra del primo piano della loro abitazione di Silì.
Giovedì, 25 gennaio 2024
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