Oristano
Per la Flc Cgil i tagli segnano la “morte della stessa idea di autonomia scolastica”
“L’ipotesi di accorpamento dell’Istituto comprensivo di Marrubiu, contemplata nella bozza sulla programmazione della rete scolastica della Regione Sardegna, è da noi categoricamente respinta”. Lo ribadisce il sindaco di Marrubiu Luca Corrias, contrario alla soppressione della dirigenza scolastica e all’accorpamento all’istituto di Terralba, nel quale confluirebbe anche il plesso di Arborea, che ora fa capo a Marrubiu. Se non dovesse arrivare un dietrofront, il primo cittadino ha annunciato l’intenzione di “fare ricorso presso le opportune sedi”.
Per la provincia di Oristano è prevista la soppressione di ben quattro dirigenze scolastiche[1], di cui due nella città capoluogo e un’altra ad Abbasanta. Nei giorni scorsi il sindaco di Oristano Massimiliano Sanna aveva parlato di un possibile ricorso al Tar. Un piano criticato da tanti, anche dalla segreteria provinciale della Flc Cgil.
“In attesa dell’emanazione dell’atto ufficiale”, commenta il sindaco Corrias, “siamo certi che l’Istituto comprensivo di Marrubiu debba mantenere la sua autonomia scolastica, avendo i numeri necessari e più che sufficienti per questo. Riteniamo che l’accorpamento con Terralba non sia sostenibile e comporterebbe un ulteriore aggravio per la dirigenza e gli uffici amministrativi coinvolti”.
“In collaborazione con i sindaci coinvolti”, va avanti il primo cittadino di Marrubiu, “adotteremo tutte le misure necessarie per tutelare le nostre comunità. Confidiamo in una revisione di questa ipotetica decisione e, in caso contrario, faremo ricorso presso le opportune sedi. È necessario preservare le autonomie scolastiche e garantire un ambiente educativo stabile per le nostre scuole. È bene chiarire, a scanso di equivoci , che la scuola è e rimarrà a Marrubiu”.
Secondo la segreteria provinciale della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil la soppressione delle dirigenze segna la “morte della stessa idea di autonomia scolastica”. “Fin dalle prime bozze, apparse a settembre”, si legge in una nota diffusa dal sindacato, “la contrarietà della Flc Cgil Oristano si era palesata immediatamente. Respingere al mittente sono state le parole coniate con il nostro regionale. Parole, forse non felicissime, che abbiamo utilizzato anche durante le assemblee provinciali di ottobre. Assemblee tra le meno partecipate, sta di fatto che le abbiamo condotte con la convinzione di lanciare dei segnali decisi e importanti sul futuro della scuola nel nostro territorio”.
“Dopo una serie di conferenze di servizio inconcludenti”, prosegue la Flc Cgil, “gli amministratori hanno deliberato di incontrare l’assessore più assente della storia dell’autonomia sarda. Ebbene, il dimensionamento è stato approvato in modo preliminare e si è andati oltre i tagli previsti di tre, poi quattro autonomie. Oristano passerà da quattro a due istituti comprensivi. Marrubiu e Terralba si uniranno, così come Abbasanta e Ghilarza. Una débâcle per tutti”.
“Anche per noi che abbiamo manifestato insieme alle altre sigle, accodatesi in articulo mortis, il 10 novembre e con lo sciopero solitario del 17. In sostanza”, va avanti la nota, “abbiamo ribadito il concetto che non si poteva accettare l’idea stessa di dimensionamento: ovvero soppressioni, accorpamenti di istituti e realtà territoriali peculiari. È una sconfitta per tutte le amministrazioni comunali della provincia più povera economicamente e che ora lo sarà ancora di più da un punto di vista scolastico (meno scuole, meno istruzione, meno cultura). Con questa logica liberista andremo dritti verso una società sempre meno libera e schiava esclusivamente di algoritmi e numeri da far quadrare”.
Dalla segreteria provinciale della Flc Cgil è arrivata quindi una dura critica alla politica regionale. “La scuola è un costo sul quale tagliare e non investirci risorse. Parliamo di cambio di paradigma”, denuncia il sindacato, “non bastano i fondi del Pnrr per ristrutturare edifici scolastici o finanziare progetti fumosi per combattere la dispersione scolastica. Come può radicarsi, agire e differenziarsi nel territorio un organismo che raggruppa migliaia di individui e abbraccia paesi distanti decine di chilometri? Come può conoscere, intervenire e interagire con docenti, alunni, genitori e amministratori locali un dirigente scolastico che si trova a dirigere un’autonomia dilatata e per di più con una macchina amministrativa a dir poco inadeguata?”.
“A ruota”, conclude la nota, “negli anni a seguire altre autonomie verranno ‘dimensionate’ per raggiungere gli irraggiungibili 900 alunni previsti dal dimensionamento scolastico nazionale, imposto da Roma e applicato alla lettera dalla Regione Sardegna. Ricordiamoci bene di questo dimensionamento quando andremo a votare (o a non votare?) a febbraio. Ricordiamoci della indifferenza e delle spallucce di colleghe e colleghi quando si doveva scioperare per lanciare un democratico segno di dissenso. Ricordiamoci di questa classe politica e di politicanti senza visione e prospettiva per le generazioni future”.
Mercoledì, 27 dicembre 2023
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