Oristano
Nel vivaio di Campulongu di Massama un laboratorio internazionale
Un nuovo modo di pensare agli incendi estremi estivi e della resilienza del territorio in Sardegna. La sede provinciale del vivaio di Campulongu di Massama ha ospitato oggi uno dei laboratori internazionali, promossi dalla direzione generale di Forestas, dall’Assessorato regionale dell’Ambiente, dall’Anarf, l’associazione nazionale delle attività forestali e da Dream Italia, società specializzata nella conservazione e il ripristino ambientale.
Lo scopo del protocollo internazionale, al quale prendono parte anche il Portogallo, la Spagna, la Grecia e Cipro, e l’Italia (quest’anno con la Sardegna), è quello di rendere il paesaggio Mediterraneo più resiliente.
“Sono due progetti, uno sugli incendi estremi difficilmente governabili”, ha spiegato Antonio Casula Direttore generale di Forestas, “che prevede un partenariato di diversi Paesi, non solo europei, sulla capacità di interventi sui grandi incendi. L’altro riguarda invece le buone pratiche nell’ambito della gestione forestale, sulla prevenzione incendi, al fine di incrementare la capacità di resilienza dei territori. La capacità di un territorio di poter reagire ai disturbi esterni mantenendo un equilibrio già presente”.
Nel corso del laboratorio si è parlato anche della necessità di ripensare la governance degli incendi in Sardegna.
“Bisogna andare oltre all’attuale paradigma”, ha spiegato Antonio Casula, “dove si dice che con più mezzi e più uomini dell’antincendio si riesce a governare un incendio. Non è proprio così. Bisogna pensare che l’intervento non può essere solo riservato a chi è deputato allo spegnimento degli incendi, ma è anche un problema di cultura della popolazione, perché interessa e può toccare a tutti, e quindi è pertanto necessaria una nuova forma di sensibilizzazione e una nuova attività nell’ambito della prevenzione attraverso gli interventi di diminuzione di parte del combustibile presente in aree marginale dei boschi e delle aree di pertinenza. Oggi gli incendi che danno maggiore preoccupazione e visibilità sono gli incendi di interfaccia, gli incendi che si sviluppano in prossimità dei centri abitati. Sono quelli maggiormente impattanti perché ci sono delle persone, delle vite umane. Su quelle aree se noi iniziamo a fare interventi minimali, di pulizia del territorio, di eliminazione dei rifiuti, e chiaro che il sistema ne beneficia. Basta ricordare che oggi tante aree non vengono più gestite dall’agricoltura e dall’allevamento, quelle aree abbandonate il bosco si sta riprendendo. Ecco quello rappresenta il pericolo maggiore. Tutti questi elementi hanno bisogno quindi di un nuovo approccio”.
Antonio Casula ha ricordato infine che è importante coinvolgere e sensibilizzare tutti gli attori presenti nel territorio: non solo quelli deputati a garantire le attività, ma anche il semplice cittadino.
Oggi a Campulongu, infatti, c’erano non solo gli addetti ai lavori, ma anche diversi sindaci, le associazioni di volontariato, Legambiente, i barracelli.
Oltre all’intervento del direttore generale di Forestas, hanno dato il loro contributo al laboratorio, tra gli altri, Maurizio Mallocci, direttore del servizio tecnico regionale forestale di Forestas, Giuseppe Delogu dell’Università di Sassari. Presenti anche i sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, e l’assessore dell’Ambiente, Maria Bonaria Zedda.
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Lotta agli incendi – Laboratorio internazionale nel vivaio della Forestale di CampulonguVenerdì, 1° dicembre 2023
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