(Adnkronos) - Caso Garlasco, arriva la svolta? Secondo il Tg1, da questa mattina all'alba sono in corso perquisizioni di carabinieri e Guardia di Finanza nelle abitazioni di ex investigatori e inquirenti - oltre che quelle del circuito familiare di Andrea Sempio - che parteciparono alle indagini sul delitto di Chiara Poggi.
Secondo la testata, "sarebbe di corruzione in atti giudiziari l’ipotesi di reato a carico di Mario Venditti, ex procuratore di Pavia che nel 2017 archiviò l’indagine su Sempio.
Intanto nuova udienza oggi sul caso. Al centro del confronto tra le parti, in programma davanti alla giudice delle indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli, c'è la richiesta di proroga dell'incidente probatorio avanzata dagli stessi periti della gip, la genetista Denise Albani e l'esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani, la prima impegnata nell'analisi delle tracce biologiche trovate nella villetta di via Pascoli dove è stata uccisa Chiara Poggi e il collega incaricato di rilevare le impronte latenti sulla spazzatura conservata per 18 anni.
La richiesta di più tempo riguarda più aspetti del nuovo fascicolo sul delitto del 13 agosto 2007 che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della ventiseienne.
Resta da completare l'analisi delle impronte rilevate sull'Estathè, sul sacchetto della spazzatura, sul sacchetto di biscotti e quello di cereali e che potrebbe essere effettuato - su richiesta della Procura di Pavia - da un altro dattiloscopista, esperto nel confrontare le minuzie che rendono inconfondibile ogni palmo. Sul fronte genetico si attende la conferma alla contaminazione (con un cadavere) - ammessa dalla Procura - rilevata sulla garza utilizzata per prelevare il Dna dalla bocca di Chiara Poggi. E sale l'attesa sui tempi del responso sull'attribuibilità o meno del Dna maschile trovato sui frammenti delle unghie della vittima.
Francesco De Stefano, il genetista che fu incaricato dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano di fare una perizia, ha fornito gli ultimi dati grezzi che, insieme a quelli raccolti dal Ris nel 2007, dovranno essere valutati dalla genetista Albani. Un approfondimento sulla carta dal momento che i frammenti ungueali sono stati consumati per arrivare alla sentenza che ha portato alla condanna a 16 anni di carcere dell'allora fidanzato Alberto Stasi. E bisognerà escludere che il taglio delle unghie alla vittima possano essere stato effettuato con una forbicina 'contaminata', vista la precedente contaminazione (sulla garza) avvenuta sempre in fase di autopsia.
Solo dopo aver assicurato questo, la genetista incaricata dalla gip Garlaschelli potrà eventualmente esprimersi sull'attribuibilità del Dna maschile trovato sulle unghie. Il materiale trovato sui margini ungueali per la Procura di Pavia e la difesa del condannato è riconducibile a Sempio, cosa già esclusa invece nel processo d'appello bis a Stasi dove tutte le parti (difesa dell'allora fidanzato inclusa) hanno ritenuto i risultati sulla presenza di due tracce maschili incostanti e frutto di una degradazione.
Tra le questioni che verranno discusse nell'udienza c'è anche l'ormai famosa 'impronta 33' (esclusa dall'incidente probatorio) trovata sulla parete delle scale dove è stato trovato il corpo senza vita di Chiara Poggi. Non è attribuibile a Sempio per la difesa dell'indagato e per l'esperto incaricato dalla famiglia Poggi, per la Procura invece appartiene al nuovo sospettato. Per i legali di Stasi le fotografie consentono di dire che è l'impronta è di Sempio ed è mista a sangue e sudore, sebbene il test per rilevare il sangue abbia sempre dato esito negativo e gli stessi pm di Pavia hanno escluso la possibilità di parlare di tracce ematiche avendo a disposizione solo le immagini (l'intonaco è stato interamente utilizzato per escludere la presenza di sangue).