
(Adnkronos) - Fu un potente sovrano centroeuropeo Premysl Ottocaro II, nato intorno al 1233, secondogenito del re Venceslao I e di Cunegonda degli Hohenstaufen, che, incoronato nel 1261, fu il quinto re boemo della dinastia dei Premyslidi. Era detto anche ‘Re di ferro e d'oro’, ma mai avrebbe potuto immaginare che, quasi ottocento anni dopo, a lui sarebbe stato dedicato un fiore. Non un fiore qualunque, ma il garofano di Klatovy, una specie rarissima di bocciolo che viene coltivato solo in questa cittadina della Repubblica Ceca, fondata nel Medioevo appunto da Premysl Ottocaro II.
In omaggio alle gesta di questo regnante, che temporaneamente unì alla Boemia i paesi austriaci lasciati in eredità dagli estinti Babenberg senza però riuscire a reggerli contro gli emergenti Asburgo, la municipalità di Klatovy ha deciso di battezzare con il suo nome una nuova varietà del famoso garofano simbolo della città. La cerimonia si è svolta nel mese di luglio, nella giornata conclusiva del Festival internazionale del Folklore, giunto alla 30ma edizione, che ogni anno propone un ricco programma di musica, danza, mostre, mercatini dell’artigianato e una esposizione dedicata proprio a questi specialissimi fiori. La festa, infatti, è stata l’occasione anche per introdurre una nuova varietà di garofano e svelarne il nome.
Un evento non di poco conto per la cittadinanza e per tutti gli appassionati del genere. Basti pensare che il garofano di Klatovy è chiamato anche ‘fiore divino’ e ogni specie nuova che vede la luce è frutto del lavoro e della cura di anni, svolti con passione dal custode del giardino espositivo di Klatovy, situato di fronte al Museo della città, Peter Pošefka, sotto l’egida dell'Associazione ceca di giardinaggio Klatovské Karafiáty.
Il garofano di Klatovy ha oltre duecento anni di storia. A coltivarlo per primo, e definirlo pomposamente ‘divino’, nel Settecento, fu il botanico e naturalista svedese Carlo Linneo, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi. Ma in Repubblica Ceca è arrivato per mano di un nobile, il barone Josef Volšanský, che, reduce dalle guerre napoleoniche, lasciando Nancy, in Francia, per fare ritorno nella sua città natale, portò con sé dei semi del prezioso fiore. Correva l’anno 1813 e da allora i giardinieri di Klatovy hanno continuato a coltivarlo e a selezionarne le varietà e così, piano piano, il garofano divenne il simbolo di Klatovy e la sua fioritura una tradizione locale di fama internazionale.
Sì, perché è solo in questa cittadina della Boemia meridionale che cresce questa qualità di garofano, dalle mille varietà e sfumature di colore, che si possono ammirare alla Festa annuale di luglio di Klatovy che culmina in un vero e proprio pellegrinaggio. Ma è stato naturalmente protagonista anche di infinite fiere internazionali di settore, da Amsterdam a Vienna, guadagnando premi prestigiosi, menzioni speciali e medaglie d’oro. A metà del XX secolo, è stata creata anche l’associazione di giardinieri e botanici di Klatovy, che ha il compito di tutelare questa preziosa coltivazione.
Il garafono di Klatovy è una specie perenne, si pianta nella prima decade di maggio ed è noto per resistere alle gelate, grazie ai suoi robusti steli alti fino a mezzo metro, per i petali a corona dai bordi frastagliati, con un diametro di 6-8 centimetri, il profumo inebriante e per i bellissimi colori che assume in tutte le sue varietà, dal giallo al viola, dal rosa all’arancio, anche in versione bicolore. Tutte sono rigorosamente classificate secondo il loro aspetto. A prendersene cura è il custode del piccolo giardino, pronto a spiegare tutto su questa leggendaria storia ai visitatori, negli orari di apertura al pubblico.
Klatovy, quindi, è conosciuta da oltre un secolo come ‘città del garofano’. Ed è anche la ‘porta’ della Selva Boema, il parco nazionale considerato il ‘tetto verde’ d’Europa, che si estende a Sud, al confine tra la Boemia e la Baviera. Si può intravedere salendo in cima alla famosa Torre Nera (Černé věže), simbolo della città, che si erge sull’edificio del Comune nella piazza principale, con i suoi 81 metri di altezza, accanto alle torri bianche, che sono invece i campanili del duomo.
Città di torri e guglie, ma anche di mummie. Qui ci sono, infatti, le catacombe conservate sotto alla chiesa gesuita dell'Immacolata Concezione della Vergine Maria e di San Ignazio: servivano come tomba per i membri dell'Ordine, i loro simpatizzanti e i cittadini più importanti, di cui ancora oggi si possono vedere ben 38 corpi mummificati.
Un’altra attrazione della città è la farmacia barocca, una delle più antiche del paese. Si chiama ‘U Bílého jednorožce’ (‘Dall'Unicorno bianco’) e ancora oggi si può vedere questo corno leggendario che le ha dato il nome. La farmacia è stata in funzione fino al 1966, per poi diventare un museo che conserva gli arredi barocchi riccamente intagliati e gli strumenti originali. Per tutte le informazioni si possono visitare i siti web della città www.klatovy.cz, della regione www.turisturaj.cz e nazionale www.visitczechia.com.

(Adnkronos) - Peggiora la dieta degli italiani: "Cala la qualità e aumenta il consumo di alimenti ultra-processati (Upf). Sebbene in termini di peso rappresentino solo il 6% del totale del cibo consumato, contribuiscono al 23% dell'apporto energetico giornaliero". Spicca questo dato fra i risultati di uno studio coordinato da Laura Rossi, direttrice del Reparto Alimentazione, Nutrizione e Salute dell'Istituto superiore di sanità, che ha analizzato l'evoluzione dei consumi alimentari degli italiani negli ultimi 15 anni. Il lavoro è pubblicato su 'Frontieres in Nutrition'.
"I risultati della nostra ricerca - afferma Rossi - indicano un lieve peggioramento dell'aderenza alle raccomandazioni, con un eccesso di consumi di alimenti di origine animale, in particolare la carne rossa e i salumi, e uno scarso consumo di alimenti vegetali e in particolare di fonti di proteine vegetali, come i legumi. Tendiamo a criminalizzare i carboidrati e a consumare molti alimenti voluttuari come snack dolci e salati, vino e birra. In particolare questo è vero per gli adulti, mentre per gli anziani e le donne la situazione è lievemente migliore. A guidare questa tendenza negativa è l'aumento del consumo di Upf".
Gli autori - informa l'Iss - hanno valutato la qualità della dieta degli italiani sulla base di dati raccolti su un campione di 2.313 adulti e 290 anziani nel 2005-2006 e 726 adulti e 156 anziani nel 2018-2020, con una proporzione del 50% tra maschi e femmine, utilizzando l'Adherence to Italian Dietary Guidelines Indicator (Aidgi) e il World Index for Sustainability and Health (Wish2.0). I punteggi ottenuti applicando i due indicatori si attestano intorno al 50% del massimo teorico, un dato che indica chiaramente l'esistenza di ampi margini di miglioramento della nostra alimentazione. Dallo studio emerge che gli italiani tra 65 e 74 anni, in particolare le donne, seguono abitudini alimentari più sane di quanto non facciano gli adulti (18-64 anni). E mentre nel tempo gli anziani hanno migliorato la loro alimentazione (+5,6% Aidgi e +2,8% Wish2.0), gli adulti hanno mostrato un peggioramento della dieta (-5,9% e -5,1% per i due indicatori). (segue)
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(Adnkronos) - Ordina un pasto kosher, il cibo preparato secondo le leggi alimentari ebraiche, sul volo Iberia e gli arriva il vassoio con la scritta ‘Palestina libera’ sull'imballaggio. La compagnia di bandiera spagnola ha avviato un'indagine.
Secondo la Daia, l'organizzazione che riunisce la comunità ebraica argentina, anche altri passeggeri ebrei sul volo da Buenos Aires a Madrid hanno ricevuto vassoi contrassegnati con le iniziali 'Fp' per 'Free Palestine', definendo l'accaduto un “grave atto di antisemitismo”.
“Condanniamo fermamente questo atto discriminatorio e abbiamo contattato le autorità aeronautiche per chiedere spiegazioni e un intervento immediato”, ha affermato il gruppo in un messaggio pubblicato su X. “L'equipaggio di Iberia ha documentato l'incidente e ha preso provvedimenti per assistere le persone coinvolte. Il capitano si è recato personalmente da loro per scusarsi a nome della compagnia aerea”, si legge nella dichiarazione.
La compagnia sta conducendo un'indagine interna, collaborando con i propri fornitori di catering per determinare come siano state aggiunte le etichette. Iberia ha inoltre dichiarato di “respingere categoricamente qualsiasi forma di discriminazione, incitamento all'odio o comportamento che minacci la dignità delle persone”.

(Adnkronos) - "Simona era una ragazza splendida". Gabriella, cugina di Simona Cinà, ricorda così la ventenne, trovata morta in piscina, nella notte tra venerdì e sabato, al termina di una festa di laurea in una villa. "Mi dava tanta serenità e adesso un po' di serenità mi è stata tolta - ricorda -. Parlavamo spesso di pallavolo perché anch'io giocavo, degli studi... era una ragazza molto studiosa".
"Ringraziamo i carabinieri e la procura per l'incontro di oggi che è stato utile" ha detto il fratello di Simona Cinà, Gabriele, uscendo dalla caserma, dove oggi i familiari della ventenne sono stati convocati. "Speriamo di avere delle riposte dall'autopsia che sarà presto e principalmente aspettiamo. Ci ha rasserenato questo momento ed è stato utile sapere che c'è il supporto della magistratura, della giustizia e nostro. Questo ci aiuta".
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(Adnkronos) - La pagina Facebook 'Agente Lisa' oggi ha raggiunto mezzo milione di followers e Lisa li ha voluti ringraziare con un video. A darle voce però in questo caso è stata l'intelligenza artificiale.
Sui social i cittadini dal 2009 possono contare sull’aiuto di una poliziotta sempre presente, Agente Lisa, unico caso di profilo friendly tra le Forze di polizia, che attraverso Facebook consiglia, mette in guardia da truffe e pericoli e racconta i quotidiani interventi dei suoi colleghi sul territorio. L'agente virtuale non parla di grandi operazioni di polizia giudiziaria, perché quelle le racconta il profilo istituzionale della Polizia di Stato, ma di piccoli gesti che fanno sentire al sicuro i cittadini con il motto #essercisempre.
Tra i post più graditi ci sono i consigli per evitare truffe online o per mettere in guardia gli anziani. A rispondere, salutare e consigliare i cittadini non è un bot ma poliziotti in carne ed ossa che, dopo aver prestato servizio in vari reparti e uffici, ora parlano ai cittadini attraverso i social.
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(Adnkronos) - Carlos Alcaraz è arrivato a Cincinnati e ha incontrato Jannik Sinner. Il tennista spagnolo è sceso in campo oggi, martedì 5 agosto, per la prima volta sul cemento americano per iniziare a preparare il Masters 1000 che partirà il prossimo 5 agosto. Alcaraz è sbarcato 'in ritardo' rispetto a Sinner, che potrà incontrare ancora una volta solamente in finale e che ha già iniziato da qualche giorno a prendere confidenza con i campi. Il suo torneo inizia con una sessione di allenamento insieme a Daniil Medvedev, tennista russo numero 14 del mondo.
A margine dei rispettivi allenamenti c'è stato l'incontro tra Alcaraz e Sinner. L'azzurro ha salutato il team dello spagnolo, prima di iniziare a chiacchierare con il rivale. Sorridenti e rilassati, i due si sono scambiati qualche battuta: "Cosa hai fatto dopo Londra?", ha chiesto Alcaraz, "Niente di speciale", ha risposto Sinner con un sorriso, "e tu?", "niente di speciale", ha ribattuto Carlos, scoppiando a ridere. "Ho passato due settimane a casa questa estate. Era almeno un anno che non vedevo i miei amici e facevamo tutto quello che volevano, mi era mancato", ha concluso lo spagnolo.
Alcaraz, numero due del ranking Atp, torna in campo, proprio come Sinner, dopo la finale di Wimbledon, in cui si è arreso, da campione in carica, all'azzurro in quattro set. Carlos aveva deciso di saltare, 'seguendo' l'esempio di Jannik, il Masters 1000 di Toronto così da avere più tempo per preparare Cincinnati e soprattutto gli US Open 2025, ultimo Slam dell'anno che partirà il prossimo 24 agosto.
Leggi tutto: Sinner-Alcaraz, incontro a Cincinnati: "Cosa hai fatto dopo Londra?"


(Adnkronos) - L'ex presidente rumeno, Ion Iliescu, è morto oggi all'età di 95 anni. Lo ha comunicato il governo in una nota: "È con profondo rammarico che il governo annuncia la scomparsa dell'ex presidente della Romania, Ion Iliescu. I dettagli del funerale di Stato saranno comunicati nei prossimi giorni. Iliescu, che ha presieduto la caotica transizione del Paese dal comunismo alla democrazia è stato presidente della Romania dal 1990 al 1996 e poi dal 2000 al 2004.
Il leader politico, apparso in pubblico l'ultima volta nel 2017, era stato ricoverato in ospedale per un tumore ai polmoni all'inizio di giugno. La scorsa settimana l'ospedale di Bucarest, dove era in cura, aveva dichiarato che le sue condizioni generali erano "critiche". Iliescu, ministro per la Gioventù durante la dittatura di Nicolae Ceausescu, era salito al potere durante la rivolta anticomunista del dicembre 1989 che fece cadere il regime, in circostanze ancora poco chiare, diventando così leader autoproclamato di un organo di governo ad interim, il Fronte di Salvezza Nazionale.
Iliescu fu rieletto, poi, per un mandato di quattro anni nel 1992, poi sconfitto alle urne nel 1996, e rieletto solo nel 2000 per un ultimo mandato, durante il quale la Romania è entrata a far parte della Nato nel 2004. Negli ultimi due decenni, Iliescu è stato accusato di crimini contro l'umanità per le violenze durante la caduta del comunismo.

(Adnkronos) - No ad allarmi mediatici per i casi di West Nile in Italia. E' il monito che arriva dal ministro della Salute Orazio Schillaci. "Ad oggi, secondo i casi notificati sulla piattaforma nazionale coordinata dall'Istituto superiore di sanità (Iss), l'Italia ha registrato 145 casi confermati di infezione da West Nile Virus nell'uomo. Nel 2018, anno con un inizio stagionale precoce, sono stati registrati sulla piattaforma nazionale 618 casi e 49 decessi. Nel 2022, si sono registrati 728 casi confermati e 51 decessi". Ma "non ricordo allarmi mediatici nel 2018 e nel 2022, nonostante ad oggi siano gli anni con il numero più alto di contagi e purtroppo anche di decessi", afferma Shillaci durante l'informativa sulle misure di prevenzione e di contrasto della diffusione del virus West Nile davanti alla X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato.
Per quanto riguarda la situazione epidemiologica attuale, sui 145 casi registrati finora nel 2025, "59 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva" e si contano poi "10 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 75 casi di febbre e 1 caso asintomatico, con la seguente distribuzione dei casi regionale: 93 Lazio, 24 Campania, 14 Veneto, 4 Piemonte, 3 Lombardia, 4 Emilia Romagna, 2 Sardegna, 1 Puglia. Le regioni con maggiore distribuzione di casi sono al momento la regione Lazio e la regione Campania". Tra i casi confermati "sono stati notificati 12 decessi (1 Piemonte, 4 Lazio, 7 Campania)", è il numero citato dal ministro sulla base dei dati registrati al momento nella piattaforma Iss. Numero a cui dovrebbe aggiungersi un ulteriore decesso conteggiato nel Lazio, portando il totale a quota 13.
"Sono attualmente 37 le province con dimostrata circolazione del virus appartenenti a 10 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia e Sardegna", ha aggiunto il ministro ricordando poi anche il bilancio registrato nel 2024: al 31 luglio, erano stati segnalati 28 casi di infezione con 2 decessi. Tuttavia, entro novembre 2024, il numero totale di casi era salito a 484, con 36 decessi.
Intanto, fa sapere Schillaci, "il ministero della Salute assicura il pieno supporto alla rete dei servizi sanitari e territoriali. Proprio con questo approccio di dialogo e collaborazione costruttiva, il 12 agosto una delegazione di esperti del ministero sarà a Latina e a Caserta per un incontro con le autorità regionali, locali e sanitarie" sui casi di West Nile che si stanno registrando nell'area

(Adnkronos) - Italia-Israele del 14 ottobre a Udine, valida per le qualificazioni ai Mondiali di calcio del 2026, divide l'opinione pubblica e la politica. All'Adnkronos, sull'argomento, sono intervenuti Mauro Berruto e Fabrizio Bittner, con idee opposte. Per il deputato Pd e responsabile Sport del partito "è una partita che non dovrebbe proprio essere giocata", mentre per il responsabile Sport di Forza Italia "bisognerebbe invece abbassare i toni, e lo sport in questo aiuta".
"Italia-Israele è una partita che non dovrebbe proprio essere giocata", ha detto all'Adnkronos il deputato Pd, e responsabile Sport del partito, Mauro Berruto, promotore nei giorni scorsi di una proposta di esclusione di Israele dalle competizioni sportive, al pari di quanto avvenuto con la Russia dopo l'aggressione all'Ucraina. "Sono consapevole che non tocchi agli organismi sportivi italiani decidere su questo 'ban' ma a quelli internazionali coinvolti, in questo caso Fifa e Uefa, così come il Cio per gli altri sport, però mi chiedo: cosa possiamo fare noi? Non mi immagino né chiedo di non far scendere in campo la Nazionale, ma non possiamo rimanere in silenzio". Insomma, "c'è una doppia morale: e prima della Russia fuori per l'aggressione all'Ucraina ricordo anche il Sudafrica, fuori 24 anni per apartheid".
Servirebbe un gesto simbolico, "come le magliette rosse indossate da Adriano Panatta e Paolo Bertolucci nella finale di Coppa Davis nel Cile di Pinochet, o i tanti altri gesti che il mondo dello sport ha sempre fatto per esprimersi. E in questo caso sì, potrebbe intervenire la Federcalcio. Poi so bene che a Udine, nella fattispecie, ci sono posizioni molto critiche rispetto a questa partita: immagino che ci saranno anche delle dimostrazioni di chi è contrario a questa partita", ha continuato Berruto.
"Però partiamo dal presupposto che quella partita non dovrebbe esserci. Non ci dovrebbe essere in questo momento, per responsabilità che sono evidenti, la possibilità di Israele di partecipare a competizioni sportive internazionali. Aggiungo che di fronte al fatto che alcuni atleti russi partecipano individualmente a manifestazioni dove la precondizione è che non abbiano apertamente appoggiato le politiche di Putin, devo dire che purtroppo nel mondo dello sport israeliano sono tantissime le manifestazioni esplicite di appoggio alle politiche di Netanyahu, e questo ovviamente elimina anche quell'ultimo alibi", ha concluso il deputato Pd.
Dire che Italia-Israele del 14 ottobre non vada giocata, come sostiene Berruto, "secondo me è una presa di posizione che alza la tensione. Bisognerebbe invece abbassare i toni, e lo sport in questo aiuta", dice all'Adnkronos il responsabile Sport di Forza Italia, Fabrizio Bittner, commentando le parole del deputato Pd.
Bittner ha ricordato per esempio che "le Olimpiadi hanno sempre fermato le guerre e io la vedo sempre così, altrimenti lo sport non avrebbe senso". "Israele non sta brillando per etica, però dobbiamo metterci d'accordo sul significato che ha lo sport; poi, se non si gioca per un problema di ordine pubblico è un altro tema, lo deve gestire chi gestisce l'ordine pubblico", sostiene.
"C'è un'azione di Israele che è oltre la misura necessaria, questo lo dicono tutti, lo diciamo anche noi e siamo assolutamente convinti tutti quanti di questo; si è andati decisamente oltre e bisogna fermarsi, e questo è un discorso. Ma la partita in sé dovrebbe essere un evento sportivo, e questo è un altro", sottolinea Bittner.
Leggi tutto: Italia-Israele divide la politica. Pd: "Non va giocata", FI: "Abbassa le tensioni"

(Adnkronos) - Sul grande schermo ha sparato, amato, sofferto. Ha vinto un Oscar ed ha infranto stereotipi: Charlize Theron il 7 agosto compie 50 anni e continua a dominare Hollywood. Nel frattempo si gode il sesso "come non ho mai fatto quando avevo 20-30 anni", svela la diva sudafricana al podcast 'Call Her Daddy'. Se gli altri pensano "che se sei single deve esserci per forza qualcosa che non va in te", al contrario "io adoro non dover rendere conto a nessun uomo. Sono in una fase di vita in cui posso dire 'fanc**o, voglio avere un orgasmo'". Recentemente "ho fatto sesso con un ragazzo di 26 anni, ed è stato a dir poco pazzesco". Nata a Benoni, in Sudafrica, il 7 agosto del 1975, Theron è molto di più di una star hollywoodiana: è simbolo di forza, versatilità e indipendenza. Ha conosciuto fin da giovane la durezza della vita, un episodio traumatico ha segnato la sua adolescenza: quando l'attrice aveva 15 anni, il padre alcolizzato ha aggredito sua madre, che lo ha ucciso con un colpo di pistola ed è poi stata assolta dall'accusa di omicidio, avvenuto per legittima difesa.
Charlize ha iniziato la sua carriera come modella. Il richiamo per il cinema, però, è stato più forte. Così, dopo un breve periodo, ha lasciato le passerelle per atterrare a Los Angeles. Il suo volto incanta, ma è il talento ad essersi sempre imposto per lei. Dopo aver scampato il flop del film del 1995 'Showgirl,' in cui avrebbe dovuto interpretare una spogliarellista (la parte poi è andata a Elizabeth Berkley), la notorietà è arrivata nel 1997 recitando ne 'L'avvocato del diavolo' al fianco di Al Pacino e Keanu Reeves, e ne 'Le regole della casa del sidro' del 1999 con Tobey Maguire, Michael Caine e Paul Rudd. A far decollare la sua carriera ci ha pensato anche 'The Astronaut's Wife - La moglie dell'astronauta' al fianco di Johnny Depp. La consacrazione internazionale è del 2004 con 'Monster' di Patty Jenkins, in cui interpreta la serial killer Aileen Wuornos. Ruolo che le fa vincere l'Oscar alla Miglior attrice, scrivendo la storia: è stata la prima donna nata in Africa ad aver vinto un Academy Award. Il critico cinematografico Roger Eger, elogiando la sua capacità di trasformarsi, ha definito la sua performance: "Una delle più grandi della storia del cinema". Per 'Monster', infatti, Theron si è sottoposta a estenuanti ore di trucco ed ha preso circa 15 chili. L'anno successivo, ha ottenuto un altro importante riconoscimento: la stella sulla celebre Walk of Fame di Hollywood. Da allora, si è mossa con disinvoltura tra cinema d'autore e blockbuster, passando da ruoli drammatici - come 'North Country' (2005) e 'Tully' (2018) - a film d’azione in cui impone un nuovo modello di eroina. E lo fa in a 'Aeon Flux - Il futuro ha inizio' (2005), 'Mad Max: Fury Road' (2015), 'Fast and Furious 8' (2017), 'Atomic Blonde' (2017) e 'The Old Guard' (2020) e 'The Old Guard 2' (2025). Pellicole - alcune diventate cult - che le hanno fatto guadagnare il titolo di regina dell'action.
Theron non ha interpretato la donna al fianco all'eroe. Ma ha imposto un modello femminile nuovo: è una guerriera, ma è anche umana. Ha scelto ruoli fisicamente e mentalmente estremi, con una profondità emotiva mai oscurata dalla performance fisica, dimostrando che una donna può reggere un film d'azione al box office senza il supporto di un protagonista maschile. Non solo attrice, ma anche produttrice. Con la sua casa di produzione Denver and Delilah, Charlize è impegnata nella promozione di storie al femminile e nella lotta contro gli stereotipi di genere. Icona glamour e attivista per i diritti umani, da anni si batte apertamente per l'uguaglianza e l'inclusività. Nel 2007 ha fondato 'The Charlize Theron Africa Outreach Project' con l'obiettivo di aiutare i giovani africani nella lotta all’HIV e alla povertà. Molto attiva anche nella difesa dei diritti Lgbtq+, delle donne e degli animali. A 50 anni, Theron continua a sfidare le aspettative dell’industria e del pubblico, con la stessa grinta con cui ha conquistato il cinema: trasformando la vulnerabilità in potenza, la bellezza in carattere e la femminilità in libertà. (di Lucrezia Leombruni)
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(Adnkronos) - Le bollette di luce e gas restano alte e il mercato libero invoglia a cambiare operatore. Ma le truffe sono dietro l'angolo. Si fanno al telefono, il mezzo più facile per raggiungere direttamente l'utente finale. Se ne sta diffondendo una che sfrutta evidentemente una condivisione fraudolenta dei dati e che chiama in causa enti regionali o, addirittura, l'Arera, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
Come funziona la truffa? L'Adnkronos ne ha appena intercettata una, l'ennesima. Squilla il telefono, sono pronto all'ennesimo call center che cerca ci vendere qualcosa. Ma la voce con cui parlo è quella di una persona e non di un disco registrato. Mi chiama per nome e cognome, conosce il mio indirizzo di casa, e mi annuncia che è andato a buon fine il passaggio a una tariffa più conveniente per la mia utenza elettrica. Tutto, grazie a un sedicente operatore regionale che si sostituisce a quello nazionale. Appena chiedo nome e cognome di chi mi sta parlando, e la società per cui lavora, però, cade immediatamente la linea.
Passa qualche minuto e ricevo la stessa telefonata, da un numero diverso. Procedura identica, con nome e cognome e indirizzo di casa, poi l'operatore aggiunge che, per completare la procedura e non compromettere il vantaggio ottenuto, mi sta per passare un altro operatore. Questa volta, vado avanti per sapere dove si arriva. La prima richiesta è il POD, codice alfanumerico che identifica univocamente il punto di prelievo dell'energia elettrica. Si trova nella bolletta della luce, generalmente nella sezione 'Dati della fornitura' e serve per diverse operazioni, come il cambio di fornitore o la voltura. In sostanza, è il numero che serve per portare avanti la truffa. Perché, subito dopo, arriva la richiesta dell'Iban e dei dati bancari per poter accreditare un rimborso. La telefonata finisce qui, ovviamente.
Chi c'è realmente dietro? Con ogni probabilità, vere e proprie organizzazioni dedite alle truffe.
E' di fine giugno scorso la prima segnalazione della Regione Lazio. "L’URP della Regione Lazio sta ricevendo in questi giorni numerose segnalazioni di cittadini che riferivano di essere stati contattati da sedicenti operatori regionali che propongono cambi di fornitore del gas e della luce a prezzi vantaggiosi. Attenzione: si tratta di una truffa. La Regione Lazio, naturalmente, non ha tra le proprie finalità istituzionali la gestione e/o la fornitura di qualsivoglia tipo di energia". La Regione Lazio, pertanto, "invita i cittadini che dovessero ricevere telefonate simili a non fornire dati sensibili e a riagganciare immediatamente. Se ricevi una chiamata simile: Non fornire mai dati personali; Riagganciare subito: Bloccare e segnalare il numero come spam".
Stesso schema è stato denunciato anche in Toscana. Molti interlocutori si presentano come operatori di fantomatici 'consorzi luce e gas della Regione Toscana' o come presunti dipendenti di 'enti regionali', tentando di conquistare la fiducia degli utenti, per proporre finti sconti, rimborsi o offerte vantaggiose sull’energia.
Si è mossa anche Federconsumatori, denunciando fughe di dati e pratiche scorrette, con una richiesta di intervento urgente all’Arera, chiedendo l’apertura di un’indagine che accerti l’origine e le modalità con cui tali episodi si verificano, accertando le violazioni normative e le responsabilità. Il paradosso? In diversi casi le segnalazioni riguardano telefonate di presunti incaricati proprio dell’Autorità che svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale. (Di Fabio Insenga)
Leggi tutto: Bollette luce e gas, truffa continua: la telefonata di un falso operatore regionale

(Adnkronos) - Sembra durata poco la 'luna di miele' tra il capo di Stato maggiore delle Idf, il generale Eyal Zamir, e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che lo scorso febbraio lo ha scelto per sostituire Herzi Halevi. Zamir, 24esimo capo delle Idf, ha infatti espresso dubbi e mostrato resistenza rispetto al piano di Netanyahu di occupare Gaza. ''Se non è d'accordo si dimetta'', hanno fatto sapere fonti dell'ufficio del premier.
Eppure secondo Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz, Zamir è sempre stato il favorito a sostituire Halevi, che, lasciando a gennaio, si era assunto la responsabilità per il fallimento del 7 ottobre. E' riuscito ad avere la meglio sugli altri due candidati, il generale Amir Baram vice di Halevi e sul generale Tamir Yadai, capo delle forze di terra delle Forze di difesa israeliana. E questo grazie alla sua notevole esperienza nella gestione dei sistemi di sicurezza e delle sfide alla sicurezza nazionale.
In precedenza, Zamir ha ricoperto il ruolo di vice capo di Stato maggiore, capo del comando meridionale delle Idf e segretario militare del primo ministro. Nominato nel 2023 direttore del ministero della Difesa dall'allora ministro Yoav Gallant, Zamir aveva espresso l'intenzione di dimettersi a novembre dello scorso anno, ma poi aveva fatto marcia indietro su richiesta di Katz. Alla vigilia del rilascio dei primi tre ostaggi, Zamir ha dato indicazioni al ministero della Difesa perché tutte le risorse fossero rese disponibili per l'attuazione dell'accordo, l'accoglienza degli ostaggi rientrati e per il sostegno alle loro famiglie.
Leggi tutto: Chi è Eyal Zamir, il capo delle Idf contrario al piano di occupare Gaza

(Adnkronos) - Un escursionista di 57 anni è morto dopo essere precipitato nel primo pomeriggio di oggi dalla ferrata di Valimpach (Caldonazzo), in Trentino, mentre stava salendo assieme alla moglie e ai tre figli. La ferrata alterna tratti attrezzati a tratti di sentiero, sviluppandosi lungo alcune cascate: l'uomo, residente a Ladispoli, in provincia di Roma, procedeva in fondo al gruppo sul sentiero, dunque in uno dei tratti non attrezzati, quando è stato visto improvvisamente precipitare verso una di esse. La chiamata al Numero Unico per le Emergenze 112 è arrivata intorno alle 12.45 da parte della moglie, che non riusciva più ad individuarlo né a mettersi in contatto con lui.
La Centrale Unica di Emergenza ha chiesto l'intervento dell'elicottero, mentre cinque soccorritori della Stazione di Levico del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino si mettevano a disposizione per coadiuvare nelle operazioni. Nel frattempo è stato attivato anche il Gruppo Tecnico Forre, con quattro operatori a disposizione in piazzola. L'elicottero si è subito portato sul posto e, dopo aver individuato il corpo dell'escursionista, ha calato con il verricello il tecnico di elisoccorso e l'equipe sanitaria nel punto dove si trovava l'uomo, già esanime a seguito della caduta, che lo aveva visto ruzzolare per parecchi metri fino alla base della cascata. Ottenuto il nulla osta delle autorità, la salma dell'escursionista è stata elitrasportata presso la caserma dei vigili del fuoco di Centa, dov'erano presenti i carabinieri e gli psicologi a supporto della famiglia.
Nel frattempo, infatti, moglie e figli erano stati raggiunti, sempre tramite verricello, da due soccorritori della Stazione di Levico, che hanno provveduto a riaccompagnarli lungo la ferrata, mentre un'altra squadra di soccorritori raggiungeva il gruppo alla base del sentiero, per scortarli a valle con la jeep di servizio.
Leggi tutto: Trentino, escursionista cade sulla ferrata Valimpach e muore davanti a moglie e figli

(Adnkronos) - Il piano del primo ministro israeliano di occupare la Striscia di Gaza è ''una pazzia, Benjamin Netanyahu e il suo piano sono follie''. Perché ''aumenterà la tragedia dei 2,2 milioni di palestinesi'' che vivono nell'enclave palestinese, ''isolerà Israele completamente nella comunità internazionale facendolo diventare uno Stato-paria'', porterà al fatto che ''tutti gli ostaggi verranno uccisi'' e ''ogni soldato israeliano a Gaza diventerà un bersaglio''. Così all'Adnkronos l'attivista israeliano Gershon Baskin, il mediatore che nel 2011 convinse Netanyahu a stringere un accordo con Hamas per la liberazione del caporale Gilat Shalit, catturato nella Striscia di Gaza nel 2006.
''Quella di Netanyahu non è una guerra strategica, è solo una guerra politica. Per la sua sopravvivenza politica nel governo'', afferma. Ma ''continuare la guerra e decidere di occupare il resto della Striscia di Gaza aggraverà solo la tragedia, porterà solo ad altre morti e distruzione, non c'è alcun beneficio strategico. Non si otterrà la liberazione degli ostaggi, ma solo la loro uccisione''. E i palestinesi, che già ora ''soffrono la fame e hanno subito un trauma collettivo'' vedranno sempre più ''gli israeliani come occupanti e come nemici''. Quindi ''anche chi non attacca oggi Israele, inizierà a farlo''. E ''Israele sarà isolato nel mondo, non ci vorrà molto perché i Paesi impongano sanzioni contro Israele e prendano provvedimenti contro i cittadini israeliani. E' già accusato da molti di aver commesso crimini di guerra e genocidio nella Striscia di Gaza''. Insomma, aggiunge, ''Israele non potrà continuare a lungo a violare il diritto internazionale e a godere dell'impunità''.
Secondo Baskin non è chiaro perché il presidente americano Donald Trump abbia avallato il piano del premier israeliano per occupare Gaza. ''In realtà non capiamo molto bene Trump. Probabilmente Netanyahu è riuscito a convincerlo che sia la mossa giusta da compiere per smantellare Hamas e mettere fine alla guerra. Ma c'è anche il fatto che probabilmente a Trump non interessa poi molto'' quello che succede a Gaza e a Israele, ''non è il suo mondo''... riflette.
In ogni caso, se davvero dovesse essere messo in atto il piano di Netanyahu su Gaza significherebbe che ''Israele non ha imparato niente da 58 anni di occupazione del territorio palestinese'', prosegue l'attivista politico facendo riferimento all'espansionismo israeliano a partire dal 1967. ''L'occupazione di Gaza sarà peggio perché si tratta di un territorio piccolo e con tanta gente che ci vive, con molti problemi, molti traumi e fame. E se Israele occuperà interamente Gaza, ogni soldato lì presente diventerà un bersaglio da colpire'', aggiunge il direttore della International Communities Organisation che, per liberare Shalit, convinse Netanyahu a scarcerare 1.026 detenuti palestinesi. Tra loro c'era anche Yahya Sinwar, diventato poi capo di Hamas nella Striscia di Gaza e la mente del massacro del 7 ottobre del 2023.
L'unico modo per arrivare alla liberazione degli ostaggi che dal 7 ottobre del 2023 si trovano ancora nella Striscia di Gaza è ''tramite un accordo che metta fine alla guerra'', un ''accordo con Hamas'', proprio come fu nel 2011 con Shalit, spiega Baskin, che vede positiva la ''mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti'' in questa direzione.
Per quanto riguarda un futuro di pace tra israeliani e palestinesi, per Baskin non ci sono dubbi: ''Solo la soluzione a due Stati, non ce ne sono altre''. Baskin, che lo scorso febbraio ha fondato l'Alleanza per due Stati, ricorda il ''percorso positivo avviato dal presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas insieme al presidente francese Emmanuel Macron e Mohammed bin Salman'', il principe ereditario saudita. ''E' stato espresso l'impegno palestinese alla soluzione dei due Stati, alla democrazia, al disarmo di Hamas per un riconoscimento dello Stato palestinese da parte del mondo interno'', afferma.
Baskin definisce quindi ''molto positiva'' la decisione di alcuni Paesi occidentali, Francia e Gran Bretagna in testa, di riconoscere dal prossimo settembre lo Stato palestinese. ''L'Italia dovrebbe fare lo stesso, se è davvero favorevole alla soluzione a due Stati'''. Baskin aggiunge che ''è necessario che tutto il mondo riconosca lo Stato palestinese''. E ''Paesi come l'Italia, che sostengono la soluzione a due Stati, siccome riconoscono Israele, ovviamente devono riconoscere anche la Palestina''. L'attivista sottolinea che ''la premier italiana Giorgia Meloni è una buona amica di Netanyahu'', ma ''per l'Italia la questione non dovrebbe essere Netanyahu. Il vero punto è se l'Italia crede davvero o no che la soluzione al conflitto palestinese sia la soluzione a due stati. E se ritiene che questa sia la soluzione se ne deve occupare e investire in questa direzione, partendo dal riconoscimento dello Stato palestinese'', afferma.

(Adnkronos) - "Tratti di ansia si manifestano già nei bambini in tenera età: a 2 anni temono il buio, i mostri e soprattutto il distacco dai genitori, paura che raggiunge l'apice tra i 2 e 3 anni. Crescendo, a fare paura sono fantasmi, ladri, estranei e il 'diverso'. Ma è verso i 6-9 anni che i piccoli hanno il terrore di ammalarsi e di morire, non a caso a soli 7 anni comprendono esattamente il senso della morte come punto di non ritorno. Da qui l'idea di reclutare i pediatri di famiglia per avviare un'ampia indagine epidemiologica nazionale che ha l'obiettivo di identificare precocemente i sintomi ansiosi nei bambini di età compresa tra 3 e 9 anni. L'obiettivo è cercare di inquadrare il fenomeno dal punto di vista epidemiologico, geografico e clinico, per poter eventualmente intervenire". Così all'Adnkronos Salute Marco Carotenuto, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile, presidente della Commissione nazionale terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva (Tnpee), nonché direttore dell'Uo di Neuropsichiatria infantile dell'università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, spiega i motivi del progetto Calm (Children's Anxiety Listening & Management) promosso dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps).
La Sipps invita i propri iscritti a compilare un breve questionario anonimo sulla presenza di sintomi ansiosi nel piccolo paziente. "L'indagine è anonima per facilitare e velocizzare il lavoro dei pediatri di famiglia - chiarisce Carotenuto - L'obiettivo è individuare i tratti d'ansia dei bambini in questa fascia di età, capire l'importanza del problema anche dal punto di vista geografico. Non sappiamo infatti se bambini ansiosi sono più numerosi nelle regioni del Nord, del Centro o del Sud".
I piccoli sono "abitudinari, quindi anche il cambio di classe nei bambini in età scolare può essere vissuto male - sottolinea lo specialista - con risvegli notturni, resistenza al sonno e rifiuto di andare a scuola". La raccolta dati terminerà il 10 ottobre "e i risultati saranno presentati in occasione del Congresso nazionale Sipps di Napoli, dal 23 al 26 ottobre", conclude Carotenuto.
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(Adnkronos) - Lutto nel calcio portoghese. A 53 anni è morto oggi, giovedì 5 agosto, Jorge Costa, direttore sportivo del Porto, a causa di un arresto cardiaco. Secondo quanto riporta il quotidiano lusitano A Bola, l'uomo ha accusato un malore mentre di trovava al centro di allenamento della squadra a Olival verso l'ora di pranzo. Costa è stato immediatamente soccorso e trasportato in ospedale, dove è morto nel primo pomeriggio.
Costa aveva appena rilasciato un'intervista con una tv locale prima di perdere conoscenza, con le sue condizioni apparse subito molto gravi, tanto da richiedere il trasporto nella struttura ospedaliera di Sao Joao di Porto, in cui i medici hanno utilizzato anche un defibrillatore, ma senza successo. Il Porto ha salutato così il suo dirigente sui propri canali ufficiali: "Jorge Costa ci ha lasciato. Uno di noi, un leader, un capitano, un modello. Un simbolo del Porto. Grazie per essere stato con il Porto fino alla fine. Addio, Jorge Costa".
Il ds ha legato la sua intera carriera professionale al Porto, prima da giocatore e poi da dirigente. Con il club portoghese ha collezionato 383 presenze mettendo a segno 25 gol, a cui si aggiungono anche 50 presenze con il Portogallo con due reti. Con il Porto ha vinto otto titoli nazionali e una Champions League, una Coppa Uefa e una Coppa Intercontinentale.
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