
(Adnkronos) - “La domanda di immunoglobuline è ancora in aumento, e questo non avviene solo perché la vita dei nostri pazienti si è allungata, ma anche perché stiamo migliorando le nostre capacità diagnostiche. Oggi riusciamo a identificare l’immunodeficienza in molti più pazienti rispetto al passato”. Così Isabella Quinti, immunologa e professore ordinario di Medicina Interna, Sapienza Università di Roma, intervenendo al digital talk ‘Disponibilità di plasma in Italia. Un tema di salute pubblica che attende risposte’, ricorda che, “secondo lo studio condotto nel nostro centro - abbastanza rappresentativo anche per l’Italia – il 24% dei pazienti con immunodeficienza riceve immunoglobuline. Se ampliamo la popolazione dei beneficiari – e stiamo diventando sempre più bravi nella diagnosi – la disponibilità di plasmaderivati potrebbe non essere adeguata. Questa è la ragione per cui la domanda continua a crescere, mentre l’offerta rimane limitata”.
La questione della disponibilità della preziosa materia prima da cui ottenere plasmaderivati è stata al centro del dibattito promosso da Adnkronos, a cui hanno a partecipato clinici, rappresentanti dei pazienti, delle istituzioni sanitarie e del mondo farmaceutico. L’Italia - è stato ricordato nel corso dell’incontro - è in grado di far fonte al 70% del fabbisogno di plasma, grazie alla donazione volontaria, per il 30% dipende al mercato internazionale, in particolare dagli Stati Uniti. Per dipendere meno dal mercato internazionale, secondo l’immunologa “dobbiamo cambiare la platea dei donatori. Ci servono donatori più giovani. In Italia, la fascia degli studenti e dei giovani deve capire cosa significa diventare un donatore periodico e costante, e qual è il vero valore della donazione”.
A tale proposito l’esperta lancia una provocazione: “Chiediamo che tutti gli studenti iscritti alle facoltà di medicina in Italia, che aspirano a diventare medici, diventino donatori. Se già dalle facoltà mediche parte un’iniziativa di questo genere - osserva - avremo finalmente donatori più giovani che continueranno a donare per tutta la vita e, soprattutto, comprenderanno – e faranno comprendere ai loro amici – quanto sia importante il valore solidale della donazione”.
Dal plasma, “ricaviamo le immunoglobuline, cioè degli anticorpi che proteggono da qualunque tipo di infezione - illustra Quinti - I pazienti che non hanno anticorpi — perché il loro sistema immunitario non sa produrli, sia per condizioni congenite che per condizioni acquisite — sono esposti alle infezioni. Si ammalano di infezioni continue, con conseguenze importanti: danni permanenti, bassissima qualità di vita, alto costo per il paziente, per il peso della sua malattia, e anche per i sistemi sanitari nazionali. Per questo vengono considerati pazienti fragili”.
“In laboratorio si può produrre un solo tipo di anticorpo, ma noi abbiamo bisogno di migliaia e migliaia di anticorpi, perché i germi contro i quali possiamo venire a contatto sono un numero infinito - chiarisce l’esperta - Abbiamo quindi bisogno del patrimonio anticorpale di tantissimi donatori. Le infusioni periodiche di immunoglobuline prodotte dal plasma sono l’unico sistema che abbiamo per riportare a livelli sufficienti gli anticorpi in pazienti fragili, che non sono in grado di combattere le infezioni. È un problema di sanità pubblica - conclude - perché i pazienti fragili sono una priorità all’interno di qualunque sistema sanitario”.
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(Adnkronos) - "I plasmaderivati, per noi pazienti con immunodeficienza primitiva, non sono semplicemente dei medicinali: sono un filo sottile che ci tiene legati a una quotidianità, a una vita, a una qualità di vita che, altrimenti, sarebbe segnata da continue emergenze, infezioni gravi e da un senso costante di vulnerabilità. Il primo bisogno, forse il più urgente, per i pazienti, è la certezza della continuità nell'accesso a questi farmaci. Ogni interruzione nella fornitura, per noi, significa fare un salto nel buio, tornare alla paura di complicazioni che possono essere, purtroppo, anche letali. Non possiamo permetterci incertezze o ritardi, perché il nostro sistema immunitario non ci concede, a volte, una seconde possibilità. C'è poi un bisogno più profondo, quello del riconoscimento sociale e istituzionale. Le nostre sono malattie invisibili, rare e poco comprese". Lo ha detto Alessandro Segato, presidente Aip - Associazione immunodeficienze primitive, partecipando al digital talk promosso da Adnkronos e dedicato alla disponibilità di plasma in Italia, materia prima preziosa per la sintesi di farmaci essenziali in persone con malattie rare gravi e immunodeficienze.
Il comparto dei plasmaderivati "è complesso e fragile - spiega Segato - perché si basa su un mercato estrattivo: dipendere" per il 30% "dal plasma raccolto in Paesi esterni all'Europa. Questo ci espone, come comunità di pazienti, a rischi enormi. Lo abbiamo già visto durante le crisi sanitarie", come il Covid, "ma anche in occasione di interruzioni produttive. L'Italia, come l'Europa, copre circa il 60-70% del proprio fabbisogno di plasma con donazioni interne, ma dipende per il resto dalle importazioni, soprattutto dagli Stati Uniti. Questo crea una forte vulnerabilità nella filiera e mette a rischio le cure e la loro continuità. Per questo è importante investire con convinzione e lungimiranza nella raccolta etica e autonoma di plasma".
La Commissione europea, nell’inserire recentemente i plasmaderivati nella 'Union list of critical medicines', riconoscendoli come farmaci essenziali, ha "finalmente messo la loro produzione e la loro disponibilità tra le priorità dell'Europa per evitare nuove carenze, promuovere la collaborazione tra i Paesi e, soprattutto, per investire di più nella raccolta di plasma e nella produzione europea. E' un passo avanti che dà speranza - conclude Segato - ma che ci ricorda anche quanto sia importante proteggere e sostenere tutto il sistema che rende possibili queste cure salvavita, a partire dalla donazione: questi farmaci non si possono creare in laboratorio perché derivano dal plasma umano, da un gesto di generosità".
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(Adnkronos) - "Chiediamo di avere sicurezza, certezza e continuità nella terapia. Durante il Covid abbiamo capito che tutto ciò non è affatto scontato, non è affatto certo, e che la disponibilità di plasma dipende molto dai donatori italiani e, soprattutto, dal mercato internazionale, in particolare da quello americano. Per questo chiediamo una programmazione stabile sulla disponibilità di immunoglobuline, per gestire eventuali carenze o situazioni critiche. Al contempo, chiediamo una maggiore valorizzazione della donazione volontaria, gratuita e ripetuta da parte dei donatori italiani, con una forte azione di stimolo affinché questa pratica continui e cresca". Così Massimo Marra, presidente Cidp Italia - Associazione pazienti con neuropatie disimmuni, partecipando oggi al digital talk dedicato al tema della disponibilità di plasma in Italia, realizzato da Adnkronos.
"I pazienti che rappresentiamo - spiega Mara - sono persone affette da polineuropatia cronica infiammatoria demielinizzante e neuropatie disimmuni", che derivano cioè da un'alterazione del sistema immunitario, "e dipendono interamente dai plasmaderivati per mantenere la propria autonomia e, spesso, la propria qualità della vita". Centrale, per l'associazione, è raggiungere "l'autosufficienza nel fabbisogno di plasma, ma anche l'appropriatezza: ci sono pazienti in situazioni cliniche uguali che in alcune parti d'Italia hanno accesso alle immunoglobuline, mentre in altre no. Questo non è accettabile - afferma - Le regioni con una grande raccolta di plasma, quelle che superano i 23-24 kg per 1.000 abitanti, sono sostanzialmente autosufficienti nel consumo delle terapie". Ma esiste una grande differenza in questo dato tra il Centro-Nord e il Sud, dove il valore è più ridotto.
Infine, per Marra, serve "programmazione: sapere che il farmaco c'è e ci sarà. E' preoccupante - conclude - che a ottobre inoltrato non sia ancora stato approvato il Piano nazionale per l'autosufficienza del 2025".
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Mercoledì al PalaSerradimigni contro i rumeni del Cs Valcea...
'Yldiz e Nico Paz? Bravi, spero vedere anche 10 italiani'... 
(Adnkronos) - Il dibattito sull'abolizione dell'ora legale è più che mai attuale, specialmente alla luce delle crescenti preoccupazioni per il benessere e la salute pubblica, come evidenziato dalle posizioni di alcuni leader europei. "Sebbene l'introduzione dell'ora legale sia stata storicamente motivata da politiche di risparmio energetico, una visione attenta alla salute suggerisce che i costi biologici per la popolazione potrebbero essere superiori ai benefici economici. Il cambio forzato dell'ora, pur spostando le lancette di soli 60 minuti, genera nell'organismo un fenomeno assimilabile a un 'mini jet lag'. L'essere umano", infatti, "è regolato dai ritmi circadiani, cicli biologici governati da un orologio biologico che sincronizza le funzioni corporee con i cicli naturali di luce e buio". Così all'Adnkronos Salute l'immunologo clinico Mauro Minelli e docente di Nutrizione umana alla Lum, intervenendo dopo le parole del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez che in un video pubblicato sui suoi canali social ha sentenziato "cambiare l'ora due volte all'anno non ha più senso", spingendo per una revisione.
L'alterazione del ritmo circadiano imposta dal cambio (tra sabato 25 e domenica 26 ottobre le lancette degli orologi andranno spostate dalle 3 alle 2 per il passaggio dall'ora legale a quella solare) "crea uno stato di allostasi, ovvero uno sforzo adattivo per l'organismo - spiega l'immunologo - Questa mancanza di sincronia tra l'orologio interno e l'ambiente esterno porta a: disagi psicofisici transitori: per alcuni giorni, una parte significativa della popolazione sperimenta stordimento, confusione, riduzione della capacità di concentrazione e un generale senso di malessere; alterazione della melatonina, l'ormone che regola il sonno, che peggiora la qualità del riposo". Ma non solo, secondo Minelli ci sono dei sintomi a catena: "I disturbi possono estendersi al sonno, con difficoltà ad addormentarsi, insonnia o sonno frazionato, e all'umore: ansia e alterazioni con tono dell'umore per lo più deflesso".
"Contrariamente a quanto si possa pensare - sottolinea Minelli - il nostro organismo sembra subire con maggiore difficoltà il passaggio primaverile (da solare a legale) piuttosto che il ritorno autunnale all'ora solare". L'ora solare (quella invernale) risulta più affine al nostro orologio biologico. "Un maggior numero di ore di buio nelle ore serali favorisce la naturale sintesi di melatonina, essenziale per un riposo di qualità. Dormire meglio, a sua volta, garantisce una maggiore concentrazione e migliori prestazioni fisiche e mentali nella vita quotidiana. L'esposizione alla luce - rimarca lo specialista - è il fattore primario che incide sui ritmi circadiani, e un'alterazione forzata di questo meccanismo può eccedere i limiti omeostatici, rischiando di condurre a conseguenze a lungo termine, come variazioni ormonali o turbe dell'umore. Se da una parte il risparmio energetico può essere considerato un elemento primario nelle politiche di ecosostenibilità, la crescente consapevolezza sui rischi associati alla rottura dell'omeostasi (l'equilibrio biologico) spinge a riconsiderare l'utilità dell'ora legale".
In conclusione, per Minelli "mantenere l'ora solare tutto l'anno significherebbe adottare un ritmo più in armonia con la biologia umana, minimizzando lo stress imposto dal doppio cambio annuale e garantendo una migliore qualità della vita, del sonno e delle performance cognitive per la maggior parte della popolazione".
"Forse - suggerisce l'immunologo - è il tempo di ascoltare le esigenze del nostro corpo e ripensare se non all'effettiva utilità dell'ora legale alla primarietà delle scelte tra salute pubblica e beneficio energetico sempre più discutibile, considerando, ma è solo un esempio, che la diffusa adozione diffusa di tecnologie a basso consumo come le lampadine a Led ha sensibilmente ridotto l'impatto energetico dell'illuminazione sul consumo totale".

(Adnkronos) - "E’ fondamentale far comprendere quanto sia importante non solo conoscere le regole in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche il fatto di sentire l'imperativo di vivere una vita sicura”. Per raggiungere l’obiettivo si devono “creare dei percorsi di informazione e formazione che partano dal mondo della scuola, rendendo i giovani protagonisti” e arrivino fino al mondo del lavoro, "perché si deve capire quanto è fondamentale non sottovalutare i rischi e i pericoli e investire sul lavoro regolare sicuro”. Lo afferma Marina Elvira Calderone, ministro del lavoro e delle politiche sociali, in occasione dell’evento organizzato da Inail e dedicato alle nuove strategie per la sicurezza nei luoghi di lavoro, svoltosi nel contesto della Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro organizzata dall’Eu-Osha.
Il lavoro regolare e il lavoro sicuro sono infatti per il ministro “due facce della stessa medaglia. Il nostro impegno sul fronte dei controlli, ad esempio, è anche quello di fare in modo che” le cattive condizioni lavorative “sia dal punto di vista contrattuale che retributivo, non amplifichino i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori", puntualizza.
"Siamo impegnati sul territorio con le nostre unità ispettive, formate da ispettori, carabinieri e ispettori dell'Inps e dell’Inail, i cui numeri sono in aumento grazie alle recenti assunzioni, per fare in modo che, attraverso un'azione sinergica, il valore della sicurezza diventi patrimonio comune”, conclude.
Leggi tutto: Calderone: "Sicurezza su lavoro sia imperativo oltre che conoscenza regole"

(Adnkronos) - Antonio Cassano attacca ancora Rafa Leao. Nonostante i due gol segnati dall'attaccante portoghese nella sfida contro la Fiorentina, che hanno permesso al Milan di vincere 2-1 e portarsi al primo posto in classifica a 16 punti, l'ex calciatore, tra le altre, proprio di rossoneri e Inter ha rincarato la dose contro quello che da tempo ormai è uno dei suoi bersagli preferiti.
"I giornalisti incompetenti danno 7 a Nico Paz che ha vinto da solo contro la Juventus e 7,5 a Leao, che ha la stampa a favore, e ha fatto una partita inguardabile a parte i gol", ha detto Cassano a Viva El Futbol commentando Milan-Fiorentina, che poi ha cominciato anche a fare paragoni"Leao a Greenwood (ex attaccante del Manchester United ora al Marsiglia, ndr) non gli pulisce nemmeno il piede destro, che lui invece usa solo per calciare i rigori".
Leggi tutto: Leao, due gol non bastano per Cassano: "Partita inguardabile"

(Adnkronos) - Due minorenni sono stati condannati da un tribunale di Istanbul a 24 anni di carcere per l'omicidio del 14enne Mattia Ahmet Minguzzi. Il figlio dello chef Andrea Minguzzi e della violoncellista turca Yasemin Akincilar era stato accoltellato in un mercato del quartiere di Kadikoy il 24 gennaio scorso e morto il 9 febbraio dopo due settimane in terapia intensiva. Lo riferiscono i media turchi, ricordando che a processo c'erano quattro persone e che due imputati sono stati assolti.
U.B e B.B, queste le iniziali dei due giovani, sono stati condannati con l'accusa di "omicidio deliberato di un minore" e i giudici hanno deliberato che resteranno in carcere. "Sono molto dispiaciuto per tutto quello che ho fatto, sono molto dispiaciuto", ha detto U.B., sostenendo di essere pentito, riferisce l'agenzia di stampa Anadolu. Fuori dal tribunale di Istanbul dove si è concluso il processo, alcune persone hanno urlato "Giustizia per Mattia Ahmet".
Mattia Ahmet, che viveva con la sua famiglia a Instanbul nel distretto di Beyoglu, si era recato al mercato di Kadikoy, sulla sponda asiatica della città, con due amici per acquistare attrezzatura per lo skateboard. Ci sarebbe stato un alterco per futili motivi con altri due giovani di 15 e 16 anni culminato nell'accoltellamento. I fatti sono stati ripresi dalle telecamere di sicurezza del mercato.
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Tesi laurea su sclerosi multipla e IA in cura carcinoma mammario...
Il 25 ottobre alla Passeggiata coperta del Bastione Saint Remy...
Sequestri in porto e aeroporto a Olbia, 110mila euro di multe... 
(Adnkronos) - "Aveva già avuto rapporti dunque era in condizione di immaginarsi i possibili sviluppi della situazione". E' la sentenza choc, secondo quanto riporta 'Il Messaggero', scritta nero su bianco dai giudici del Tribunale di Macerata con la quale hanno assolto un 31enne (all'epoca dei fatti 25enne), dall'accusa di violenza sessuale nei confronti di una 17enne.
La ragazza, scrivono i giudici, aveva "accettato la proposta dell'amica di un'uscita in quattro, in compagnia di due ragazzi italiani pressoché sconosciuti e di appartarsi in tarda serata in automobile in un luogo isolato e scarsamente illuminato".
Lì l'amica e l'altro ragazzo erano scesi dalla macchina, mentre lei "era rimasta in compagnia dell'imputato, accettando di accomodarsi sul sedile posteriore e qui di scambiarsi effusioni amorose con lui, senza manifestare sino a quel momento alcuna contrarietà, nonostante fosse evidente a chiunque che fossero giunti in quel posto proprio a tale scopo", scrivono ancora i giudici. "La 17enne però - osserva il quotidiano - aveva denunciato di essere stata violentata dopo essersi opposta alla volontà dell'imputato di avere un rapporto".
Come ricorda il quotidiano, il ragazzo ha sostenuto che il rapporto era consenziente. 'il Messaggero' riferisce che il collegio "non ha negato che la persona offesa 'possa aver subito conseguenze sotto il profilo psicologico a seguito del rapporto che sicuramente non era avvenuto secondo le sue aspettative e forse in maniera troppo fugace e priva di tatto'". "Una sentenza contro cui hanno presentato appello il pubblico ministero e le parti civili, assistite dall'avvocato Fabio Maria Galiani", conclude il quotidiano aggiungendo che oggi si terrà l'udienza davanti alla Corte d'appello di Ancona.
Leggi tutto: Stupro, sentenza choc: "Lei non era vergine, sapeva cosa rischiava". Assolto 31enne

(Adnkronos) - A pochi giorni dallo scandalo per le chat razziste dei giovani repubblicani, un'altra rivelazione di Politico investe ora un giovane avvocato nominato da Donald Trump alla guida dell'Office of Special Counsel. In una chat con altri repubblicani, Paul Ingrassia ha infatti scritto che la giornata in cui si celebra Martin Luther King dovrebbe essere "buttata nel settimo girone dell'inferno", affermando poi di avere "una vena nazista".
Le rivelazioni arrivano a pochi giorni dall'audizione di conferma al Senato, fissata per giovedì, del 30enne avvocato che nella seconda amministrazione Trump è stato prima liaison della Casa Bianca al dipartimento di Giustizia e poi alla Sicurezza Interna. A maggio è stato nominato a capo dell'ufficio del Special Counsel, ma la nomina è stata poi ritardata, anche da critiche per la sua inesperienza e per i suoi contatti con figure come il leader suprematista bianco Nick Fuentes. Nel dicembre del 2020, quando Trump contestava la vittoriale elettorale di Joe Biden, Ingrassia scrisse sul Twitter del suo podcast: "È il momento che Trump dichiari la legge marziale e si assicuri la rielezione".
Ora lo stesso leader della maggioranza repubblicana al Senato, John Thune, spera che la Casa Bianca ritiri la nomina di Ingrassia, nella convinzione che "non passerà" il voto di ratifica. Oltre a Thune, sono tre repubblicani che, alla luce delle rivelazioni di Politico, hanno detto pubblicamente che non voteranno per lui.
Presentato spot col campione sardo. Ad, rete gas un'opportunità...
L'opera Macedonia mediterranea dell'artista Piercarlo Carella... 
(Adnkronos) - Novartis ha presentato nuovi dati relativi alla terapia con Lutetium [177Lu] vipivotide tetraxetan provenienti dallo studio di fase 3 PSMAddition, durante il simposio presidenziale al congresso Esmo 2025 a Berlino. La terapia con radioligando, in combinazione con lo standard di cura (inibitore della via del recettore degli androgeni Arpi + terapia di deprivazione androgenica Adt), ha dimostrato un miglioramento nella sopravvivenza libera da progressione radiografica (rPfs), riducendo il rischio di progressione radiografica o morte del 28% rispetto al solo standard di cura nei pazienti adulti con carcinoma prostatico ormono-sensibile metastatico (mHspc) positivo all'antigene di membrana specifico della prostata (Psma). I risultati preliminari indicano inoltre una tendenza positiva nella sopravvivenza globale (Os) nei pazienti trattati con il radioligando più standard di cura; il follow-up continuerà fino alla maturazione dei dati. Il profilo di sicurezza e la tollerabilità della terapia con radioligandi, in questo terzo studio di fase 3, sono risultati coerenti con quanto già evidenziato negli studi precedenti PSMAfore e Vision.
"I dati dello studio PSMAddition - afferma Giuseppe Procopio, direttore del Programma Prostata e dell'Oncologia medica genitourinaria presso la Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori di Milano - sono molto promettenti: la combinazione della terapia con radioligandi con la terapia ormonale standard (Arpi+Adt) offre ai pazienti più tempo senza progressione della malattia, un profilo di sicurezza favorevole e una tendenza incoraggiante nella sopravvivenza globale. E' fondamentale guardare al futuro, perché questi risultati aprono la strada a un cambiamento nella gestione clinica del carcinoma prostatico metastatico, offrendo nuove prospettive e speranze a una fascia di pazienti sempre più ampia".
"La terapia con radioligandi nasce da anni di ricerca e sviluppo, con una forte componente Made in Italy: il sito di Ivrea è uno dei 4 al mondo in grado di produrre e distribuire questi radiofarmaci su scala internazionale - dichiara Paola Coco, Chief Scientific Officer & Medical Affairs Head, Novartis Italia - Questa innovazione rappresenta una svolta nell'oncologia di precisione, offrendo ai pazienti con tumori avanzati, come quello della prostata, un trattamento mirato e personalizzato. Ad oggi in Italia la terapia con radioligandi è accessibile su tutto il territorio nazionale ai pazienti adulti affetti da carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCrpc) progressivo, positivo all'antigene di membrana della prostata, che hanno già ricevuto precedenti trattamenti. I nuovi dati rafforzano il valore di questa terapia, già dimostrato nel setting attuale, e ci permettono di guardare con fiducia al futuro".
Lo studio PSMAddition - riporta una nota - rappresenta il terzo trial di fase 3 positivo con la nuova terapia. Sulla scia del beneficio significativo dimostrato nello studio PSMAfore, che ha portato all'approvazione da parte della Fda negli Stati Uniti per il mCRPC pre-taxano nel marzo 2025, questi nuovi risultati rafforzano ulteriormente le evidenze scientifiche a supporto della terapia con radioligandi e dimostrano il suo potenziale nel migliorare gli esiti in uno stadio ancora più precoce del carcinoma prostatico metastatico. Novartis prevede di presentare questi dati alle autorità regolatorie negli Stati Uniti entro la fine dell'anno.
Ogni anno circa 172.000 uomini ricevono una diagnosi di mHspc negli Stati Uniti, Cina, Giappone, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. La maggior parte dei pazienti progredisce nel tempo verso mCrpc tipicamente entro 20 mesi. La progressione a mCrpc è associata a esiti significativamente peggiori, tra cui un aumento del carico assistenziale del paziente, un peggioramento della qualità di vita e un'aspettativa di vita inferiore a due anni. Oltre l'80% dei pazienti con carcinoma prostatico esprime in modo elevato il biomarcatore Psma, rendendolo un target terapeutico promettente.
Lo studio è ancora in corso e un totale di 1.144 pazienti con mHspc in 20 Paesi sono stati randomizzati.
Leggi tutto: Cancro alla prostata, terapia con radioligandi riduce avanzamento malattia

(Adnkronos) - Ipsen ha annunciato i risultati di un'analisi di sottogruppo dello studio di fase 3 Cabinet, che ha confrontato cabozantinib con placebo nei pazienti con tumori neuroendocrini pancreatici (pNETs) o extra-pancreatici (epNETs) avanzati, precedentemente trattati. Cabozantinib ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza mediana libera da progressione (mPFS), con una mPFS 3 volte superiore con cabozantinib rispetto al placebo in pazienti affetti da tumori neuroendocrini avanzati del polmone o del timo (NET). I dati sono stati presentati all'European Society of Medical Oncology Symposium (Esmo) a Berlino.
L'analisi - riporta una nota - ha incluso 49 pazienti con NETs confermati del polmone e del timo su un totale di 203 pazienti appartenenti alla coorte epNET. Coerentemente con i risultati globali dello studio di fase 3 Cabinet, i dati di questa analisi di sottogruppo hanno dimostrato un miglioramento di mPFS di 8,2 mesi con cabozantinib rispetto a 2,7 mesi con placebo, con una riduzione del rischio di progressione di malattia o di morte dell'81%. Il profilo di sicurezza osservato di cabozantinib è risultato coerente con quello già noto; non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza.
"I tumori neuroendocrini possono risultare difficili da gestire e, per circa un quarto dei pazienti la cui malattia origina nei polmoni, le opzioni terapeutiche sono rimaste fino ad ora particolarmente limitate - dichiara Chiara Marchesi, Medical and Regulatory Affairs Director Ipsen Italia - Questi risultati non solo confermano il valore di cabozantinib colmando un'importante lacuna terapeutica in un'area ad elevato bisogno medico insoddisfatto, ma riflettono anche l'impegno di Ipsen a ricercare nuove opzioni di trattamento per i tumori rari e complessi".
Nonostante il tasso di incidenza basso - prosegue la nota - i pazienti con NETs possono avere una lunga aspettativa di vita, con circa 40 pazienti su 100.000 che vivono attualmente con queste malattie in Italia: una prevalenza maggiore rispetto al tumore del pancreas o della vescica. La maggior parte dei NETs ha uno sviluppo lento e può avere origine in varie parti del corpo, e il 27% dei NETs origina nei polmoni. Le opzioni terapeutiche alla progressione sono spesso limitate e dipendono dalla sede primaria del tumore e da altri fattori, rendendo difficile definire la sequenza terapeutica ottimale per le esigenze individuali di ogni paziente. In particolare, per i pazienti affetti da NETs polmonari, cabozantinib rappresenta la prima e unica terapia sistemica approvata nell'Ue alla progressione a una terapia sistemica non basata sugli analoghi della somatostatina.
"Fino ad oggi, i trial clinici prospettici e i dati con elevati livelli di evidenza sui tumori neuroendocrini del polmone sono stati molto limitati - spiega Sara Pusceddu, dirigente medico Sc Oncologia medica 1 Unità di Oncologia gastrointestinale e neoplasie neuroendocrine Enets Center of Excellence, Milano - Questa carenza si è tradotta nella mancanza di un chiaro percorso terapeutico e di definite raccomandazioni nelle linee guida, rendendo complesso rispondere in modo personalizzato alle esigenze dei pazienti, soprattutto quando la malattia progredisce I nuovi dati rappresentano un passo avanti importante: forniscono solide evidenze scientifiche sull'efficacia di cabozantinib nel ritardare la progressione della malattia e contribuiscono ad ampliare le opzioni terapeutiche disponibili per la comunità scientifica, in una delle forme più frequenti di tumori neuroendocrini".

(Adnkronos) - In occasione della recente Giornata mondiale del malato reumatico, celebrata il 12 ottobre, e della Giornata mondiale dell'osteoporosi, che si è svolta ieri, 20 ottobre, Ucb Pharma rinnova il proprio impegno a favore delle persone affette da patologie croniche e spesso invalidanti dell'apparato muscolo-scheletrico. Al centro delle azioni dell'azienda ci sono due concetti chiave: diagnosi e terapia precoce, grazie a un trattamento tempestivo con farmaci innovativi, pilastri indispensabili per migliorare i percorsi di cura e la qualità di vita delle persone con malattie reumatologiche e osteoarticolari.
Ucb - riporta una nota - investe costantemente in ricerca e sviluppo per mettere a disposizione soluzioni terapeutiche sempre più efficaci, in grado di rispondere in modo mirato alle esigenze ancora insoddisfatte dei pazienti. Tuttavia, l'impegno dell'azienda supera l'ambito scientifico, traducendosi in un sostegno concreto a progetti e iniziative che favoriscano la consapevolezza, l'inclusione e l'innovazione all'interno dei sistemi di cura. Tra queste, il 'Manifesto futurista delle malattie reumatologiche' - sviluppato nell'ambito del progetto Rheuma Care Academy in collaborazione con MediArt, con il contributo scientifico di Roberto Poli (Unesco Chair in Anticipatory Systems) e la partecipazione di clinici esperti, rappresentanti di associazioni di pazienti e Sifo - rappresenta un esempio concreto di approccio organico e lungimirante alla gestione delle malattie reumatologiche. Il documento, presentato presso il ministero della Salute, propone una strategia integrata che punta a superare le attuali criticità del sistema, a partire da una diagnosi più tempestiva, un accesso più ampio possibile all'innovazione e un utilizzo efficace delle tecnologie digitali. La prospettiva proposta non si limita a fornire risposte immediate, ma si proietta nel futuro, guidata da una visione multidisciplinare e orientata alla sostenibilità.
Coerentemente con questa visione, Ucb Pharma - ricorda l'azienda - ha supportato la conferenza stampa nazionale promossa da Anmvar OdV presso la Camera, occasione istituzionale di grande valore che ha celebrato i 40 anni di attività dell'associazione e ha riportato al centro del dibattito il tema dell'equità di accesso alle cure e della necessità di un servizio sanitario più omogeneo e vicino ai cittadini, senza disparità geografiche. Allo stesso modo, Ucb è stata al fianco di Apmarr per la celebrazione della Giornata mondiale del malato reumatico e per la presentazione del progetto di ricerca 'Patologie reumatologiche in Italia: epidemiologia ed equità di accesso alle cure', promosso dall'associazione insieme a Crea Sanità, che punta a fotografare in modo oggettivo le criticità esistenti nel nostro Paese e proporre interventi concreti basati su evidenze.
"La nostra visione è chiara: affrontare le malattie reumatologiche e l'osteoporosi non significa solo sviluppare terapie innovative, ma contribuire a trasformare in profondità il modo in cui il sistema salute si prende cura delle persone - afferma Federico Chinni, amministratore delegato di Ucb Italia - La diagnosi precoce e un trattamento tempestivo con soluzioni innovative rappresentano oggi le chiavi per migliorare concretamente i percorsi di trattamento e la qualità di vita dei pazienti Ma per realizzare questi obiettivi servono visione strategica, collaborazione tra attori diversi e, soprattutto, un impegno costante nel ridurre le disuguaglianze di accesso alle cure, anche grazie alla digitalizzazione dei percorsi. In Ucb crediamo in un modello di sanità al servizio delle persone, capace di integrare innovazione scientifica, ascolto attivo dei pazienti e valorizzazione delle competenze sul territorio. E' in questa direzione che orientiamo le nostre iniziative, affinché la sostenibilità non sia solo una parola, ma un principio concreto di azione condivisa".
L'attenzione di Ucb nell'ambito della malattie osteo-articolari - prosegue la nota - si estende anche al campo dell'osteoporosi. Consapevole del crescente impatto delle fratture da fragilità, l'azienda invita tutte le persone che hanno già avuto un evento fratturativo a rivolgersi allo specialista per avviare un percorso di prevenzione secondaria, fondamentale per evitare recidive e preservare l'autonomia. In quest'ambito, Ucb supporta con convinzione le attività di Off Italia - Osservatorio fratture da fragilità, che raccoglie e analizza dati aggiornati a supporto dei decisori sanitari, contribuendo allo sviluppo di politiche pubbliche più efficaci per la tutela della salute ossea.
Ucb - conclude la nota - supporta concretamente attività di sensibilizzazione e informazione, tra cui la piattaforma digitale web 'Genere Donna', dedicata alla salute femminile e all'importanza dell'approccio di genere nella gestione di diverse patologie, comprese quelle osteo-articolari come l'osteoporosi, e promuove in prima persona la campagna di disease awareness 'Fai la tua mossa', patrocinata anche da Apmarr, Anmar, Off e numerose società scientifiche, che punta a far crescere la consapevolezza sull'osteoporosi e sull'importanza della prevenzione delle fratture da fragilità. Campagne come queste rappresentano strumenti essenziali per stimolare un cambiamento culturale e promuovere comportamenti proattivi nella gestione della propria salute. In tutte queste azioni, Ucb Pharma conferma la propria missione: mettere al centro i bisogni insoddisfatti delle persone, sostenere l'innovazione costante e contribuire alla costruzione di un ecosistema salute sostenibile, capace di rispondere ai bisogni reali di oggi e di domani.
Leggi tutto: Malattie reumatologiche e osteoporosi, Ucb: "Sempre più al fianco dei pazienti"
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