
(Adnkronos) - Sono oltre 500mila le persone che vivono oggi in Italia con una diagnosi di tumore del sangue. Ogni anno si registrano circa 30mila nuovi casi di leucemie, linfomi e mielomi, patologie complesse che incidono profondamente sulla qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie. Negli anni è aumentata la speranza di vita: alla fine degli anni Novanta, ad esempio, solo il 30% delle persone affette guariva, mentre oggi oltre il 70% dei pazienti riesce a superare la malattia. Inoltre, alcune forme tumorali un tempo considerate tra le più gravi sono diventate gestibili, come nel caso del mieloma multiplo, sempre più cronicizzabile. Sono alcuni dei dati emersi al 'Blood Cancer Summit. Bridging research, innovation and care', il primo vertice annuale dedicato interamente al mondo dei tumori del sangue e alle 500mila persone che in Italia convivono con queste patologie, realizzato a Roma da Isheo, in collaborazione con La Lampada di Aladino Ets.
Una giornata di dialogo interdisciplinare che unisce scienza, innovazione e narrazione umana, che dà voce ai protagonisti della cura: ricercatori, clinici, pazienti, caregiver, istituzioni e artisti, tutti insieme con la finalità di condividere i più recenti progressi della ricerca scientifica e clinica; di evidenziare le sfide ancora irrisolte nell'assistenza ospedaliera e territoriale; di favorire le connessioni tra ricerca, medical unmet need e qualità della vita dei pazienti, spiegano i promotori. Una pluralità di punti di vista, di condivisione di linguaggi e di co-progettazione di soluzioni sostenibili. Il tutto a dimostrazione che cura e assistenza sono due ambiti che devono fare sinergia.
E' evidente come il benessere psicofisico del paziente, la qualità della nutrizione, la possibilità di ricevere cure a domicilio, la presenza del servizio psicologico, il supporto alla mobilità siano solo alcuni aspetti che giocano una parte importante nella cura della persona affetta da queste patologie e nella qualità della sua assistenza. Sostenere la ricerca e promuovere un nuovo paradigma di assistenza integrata diventa una priorità, come spiega Davide Integlia, Ceo di Isheo. "Negli anni la ricerca scientifica e clinica hanno permesso ai sistemi sanitari di rendere disponibili trattamenti innovativi, capaci di generare un importante avanzamento negli outcome sanitari. Ma i tumori del sangue conservano ancora oggi un alone di incertezza e imprevedibilità - evidenzia Integlia - E' importante far conoscere questi progressi, ma al tempo stesso riconoscere le lacune esistenti nella presa in carico globale del paziente, in particolare sul fronte assistenziale. Parallelamente, è fondamentale lavorare affinché i centri di cura siano in grado di diagnosticare tempestivamente le malattie emato-oncologiche e di gestire nel modo più efficace il percorso diagnostico, così da permettere ai pazienti di accedere prontamente a tutte le opportunità terapeutiche che la scienza e la ricerca oggi ci mettono a disposizione".
"Quando mi ammalai io, quasi trent'anni fa, le terapie erano poche e meno efficaci rispetto al panorama attuale, e soprattutto la qualità della vita era molto diversa - ricorda Davide Petruzzelli, presidente di La Lampada di Aladino Ets - Eravamo un gruppo di giovani sotto i trent'anni: oggi sono l'unico sopravvissuto. Questo dà la misura di quanto sia cambiata la medicina in questi anni. Oggi possiamo parlare di guarigione e di cronicizzazione, parole che allora erano spesso tabù e sulle quali ho anche avuto il piacere, dopo tanti anni, di scrivere un libro. Ma c'è un problema: non basta più curare la malattia, bisogna prendersi carico della persona. Chi convive tanti anni con un mieloma non può essere trattato solo dal punto di vista biologico: bisogna pensare anche alla sua vita sociale, lavorativa, familiare. Il summit nasce per ragionare su questo". Ammonisce Marco Vignetti, presidente della Fondazione Gimema: "Non possiamo più permetterci l'atteggiamento di superiorità che noi medici avevamo un tempo. Serve dialogo con i cittadini, perché senza fiducia la scienza rischia di restare sterile Il loro primo bisogno è l'orientamento. Spesso non sanno a chi rivolgersi e temono di perdere tempo. Poi chiedono relazione: non solo farmaci, ma tempo per parlare, per capire, per sentirsi ascoltati. E' questo il valore più grande di una visita, che si tratti di mezz'ora o di 10 minuti. Senza questo, anche la terapia migliore rischia di sembrare fredda e impersonale".
"I tumori del sangue sono complessi e si esprimono in forme acute, per cui è importantissimo agire subito, e croniche, in cui possiamo prendere del tempo e decidere quando e come agire - illustra Paolo Sportoletti, ematologo dell'università degli Studi di Perugia e vicepresidente del Comitato scientifico La Lampada di Aladino Ets - Il futuro sarà verosimilmente di una malattia sconfitta o quantomeno tenuta sotto controllo, con un'aspettativa di vita che sia la stessa delle persone non affette da tumori del sangue di pari età".
Durante la giornata è stato proiettato il cortometraggio 'Qui, ora' di Gioele Coccia ed è stata svelata la Mostra fotografica 'Io sono qui' di Azzurra Primavera. L'arte, così come è intesa dal summit - si legge in una nota degli organizzatori - restituisce voce, corpo ed emozione all'esperienza umana della malattia e traduce in linguaggi universali ciò che le parole scientifiche da sole non riescono a restituire. In occasione dell'evento è stato inoltre presentato il report 'Insieme per una nuova assistenza ai pazienti con tumori del sangue in Italia', che invita a un cambio di prospettiva: non più solo la malattia, ma la persona al centro del percorso di cura. Una sfida che riguarda da vicino il sistema sanitario nazionale, chiamato a garantire equità di accesso, continuità di presa in carico e un sostegno reale alle famiglie. Partendo dal concetto 'What matter most to people?', si afferma che la progettazione e la pianificazione dei servizi sanitari e dei percorsi assistenziali devono essere realizzate prendendo in considerazione come elemento fondamentale cosa davvero conta per i pazienti. Questo significa considerare il paziente nella sua totalità per garantire non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita e l'inclusione sociale attraverso il suo coinvolgimento attivo.
Negli ultimi anni il trattamento dei tumori ha registrato progressi straordinari, ricorsano gli esperti. Accanto a chirurgia, radioterapia e chemioterapia sono state sviluppate nuove terapie, tra le quali quelle a bersaglio molecolare, l'immunoterapia e le terapie cellulari. Una sfida rilevante in termini di sostenibilità per il Ssn. E' necessario trovare un punto di incontro tra l'innovazione terapeutica e la gestione razionale delle risorse, affinché tutti i pazienti, indipendentemente dal territorio o dalla condizione socioeconomica, possano beneficiare delle stesse opportunità di cura.
Il report affronta anche il tema del burden amministrativo per i medici. La crescente quantità di lavoro non clinico, come la gestione di documenti, la compilazione di moduli e l'accesso a sistemi informatici - emerge dal rapporto - sottrae il 47% del tempo alla cura dei pazienti, generando stress e frustrazione. Diviene rilevante il delegare. Se la comunicazione con il paziente è importante, altrettanto lo è la loro presa in carico. Una maggiore sinergia tra i diversi livelli assistenziali può offrire numerosi vantaggi: una gestione più fluida e continuativa del percorso di cura, un miglioramento tangibile della qualità della vita dei pazienti, una razionalizzazione delle risorse con conseguente contenimento dei costi e un incremento dell’efficienza operativa. Per questo è fondamentale promuovere una cultura della collaborazione e del confronto tra i vari attori, valorizzando le esperienze regionali di successo e favorendone la diffusione su scala nazionale, attraverso modelli adattabili e replicabili.
Rispetto all'assistenza territoriale - si rileva - negli ultimi anni si è registrata una spinta significativa verso una maggiore sinergia tra ospedale e territorio, con l'obiettivo di estendere i trattamenti, la sorveglianza clinica e i servizi di supporto al di fuori del contesto ospedaliero. Questo processo mira a rafforzare la continuità assistenziale, migliorando la qualità delle cure e l'accessibilità per i pazienti, soprattutto nelle fasi meno acute della malattia. Un impulso decisivo a questa evoluzione è arrivato con l'emanazione del Decreto ministeriale 77/2022 che ha ridefinito i modelli organizzativi e gli standard dell'assistenza territoriale all'interno del Servizio sanitario nazionale. Per consolidare questo cambiamento è necessario costruire una visione comune e condivisa, con un approccio inclusivo e orientato all'innovazione, capace di ripensare i modelli di cura e di accogliere le opportunità offerte dal progresso tecnologico. Il report evidenzia inoltre l'importanza del supporto psicologico nei pazienti con tumori del sangue e quello delle cure palliative precoci. Se un tempo erano associate esclusivamente alla fase terminale della malattia, oggi trovano applicazione anche nelle fasi iniziali delle patologie, configurandosi come un supporto integrato e continuativo. Intervenendo precocemente, le palliative care permettono un miglior governo dei sintomi, rallentano il deterioramento funzionale e possono favorire una migliore risposta alle terapie.
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(Adnkronos) - L'educazione affettiva e sessuale rappresenta un tema centrale per il benessere e la crescita delle nuove generazioni. Le possibili nuove disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico hanno riportato il tema al centro del dibattito pubblico e istituzionale. In questo contesto, i dati più recenti dell'Osservatorio Giovani e Sessualità - giunto alla sua ottava edizione e realizzato da Durex in collaborazione con Skuola.net - offrono una fotografia aggiornata dei comportamenti e delle esigenze dei giovani in materia di sessualità e prevenzione, spiegano i promotori dell'iniziativa.
L'indagine 2025, condotta su oltre 15mila giovani tra gli 11 e i 24 anni - riporta una nota - restituisce il ritratto di una generazione iper-connessa, ma ancora troppo spesso sola di fronte alla scoperta del proprio corpo. Quasi 1 giovane su 10 (9,8%) ha avuto il primo rapporto sessuale prima dei 13 anni, eppure in famiglia il tema non viene affrontato. La quota di ragazzi che non parla di sesso e contraccezione in famiglia è passata dal 37% del 2024 al 49% del 2025: un balzo di quasi 12 punti percentuali in 1 solo anno. Tra le ragioni principali l'imbarazzo (46,8%, in aumento rispetto al 44,7% del 2024) e la percezione della sessualità come tema ancora tabù (14,5%). A rendere più fragile il quadro è anche la difficoltà nel reperire informazioni corrette. In assenza di dialogo domestico, oltre la metà dei giovani (53,2%) si affida a Internet come fonte principale, privilegiandone la rapidità (29,1%) e l'anonimato (32,1%), ma correndo il rischio di imbattersi in contenuti incompleti o poco attendibili.
Anche sul fronte della prevenzione emergono segnali allarmanti. L'uso regolare del preservativo, che nel 2019 coinvolgeva oltre la metà dei giovani (56,7%), nel 2025 scende al 45,4%. Si tratta di un calo significativo, pari a 11 punti percentuali in soli 5 anni, che indica un arretramento nelle abitudini di protezione. La situazione è ancora più critica tra i più giovani: nella fascia 11-13 anni meno di 1 su 2 (37,2%) dichiara di utilizzarlo e ben il 41,6% afferma di non farne mai uso. Questo vuoto educativo si riflette in una richiesta molto forte alle istituzioni scolastiche. Quasi 9 ragazzi su 10 (88,9%) e 8 genitori su 10 (78,6%) chiedono infatti di introdurre percorsi strutturati di educazione affettiva e sessuale nelle scuole, con il supporto di professionisti qualificati come medici o psicologi. Non solo: il 45,3%dei genitori auspica che questi percorsi vengano avviati già a partire dalle scuole medie. Il 31,2% è favorevole dalla scuola primaria, il 15% dalla scuola dell'infanzia e solo l'8,5% dalle scuole superiori. Tutto ciò a conferma della percezione diffusa che l'educazione affettiva precoce sia oggi una necessità sociale.
"Il Ddl Valditara sul consenso informato alla Camera e i disegni di legge in discussione in Commissione Cultura al Senato hanno riportato al centro del dibattito pubblico il tema dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole, una questione cruciale per la crescita e il benessere dei giovani - afferma Filippo Nimbi, psicologo, sessuologo clinico e segretario generale della European Federation of Sexology - I dati più recenti dell'Osservatorio Giovani e Sessualità offrono una fotografia chiara della situazione italiana: il primo approccio alla sessualità avviene sempre più precocemente e, in assenza di un'adeguata educazione all'affettività, alla consapevolezza delle proprie scelte e al consenso, i giovani si espongono a rischi significativi. Il calo nell'uso del preservativo e il silenzio che ancora circonda questi argomenti in famiglia sono segnali da non sottovalutare E' fondamentale che l'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale a scuola avvenga in maniera strutturata e che la partecipazione dei giovani a questo tipo di percorsi non sia limitata bensì incoraggiata. Allo stesso tempo, l'educazione deve basarsi sempre su un approccio scientifico, inclusivo e supportato da professionisti qualificati, in modo da rispondere concretamente alle esigenze di prevenzione e consapevolezza. I risultati dell'Osservatorio possono rappresentare uno strumento utile per il legislatore, evidenziando come l'educazione sessuale e affettiva non sia solo una richiesta delle giovani generazioni, ma una necessità sociale che non può essere ignorata".
In questo scenario - prosegue la nota - Durex rinnova il suo impegno come promotore di 'A luci accese', un programma di educazione affettiva e sessuale per le scuole secondarie realizzato in linea con gli standard internazionali definiti dall'Oms e condotto da operatori esperti dell'associazione Ala Milano e, da quest'anno, dell'università degli Studi di Milano-Bicocca. Attivo nel territorio della città di Milano, dal 2023 contribuisce, anche grazie al coinvolgimento di docenti e genitori, a diffondere tra i giovani milanesi una cultura della sessualità e dell'affettività fondata su consapevolezza, rispetto e protezione. Il progetto prevede laboratori in classe condotti da educatori esperti che accompagnano i giovani in un percorso di confronto aperto e privo di giudizi, con l'obiettivo di fornire strumenti concreti per affrontare emozioni, relazioni e sessualità in maniera sana e consapevole. Le attività si svolgono sotto la supervisione di un direttore scientifico che ne garantisce la continuità metodologica e la solidità scientifica. Dal 2023 ad oggi sono state coinvolte 43 scuole, 350 classi e circa 12mila studenti. Numeri che testimoniano l'impatto di un'iniziativa che parla direttamente ai giovani e risponde a un bisogno educativo sempre più riconosciuto.
'A luci accese' - concludono i promotori - rappresenta oggi più che mai un modello virtuoso sul territorio, capace di unire ricerca, educazione e azione, offrendo una risposta concreta e tempestiva a un bisogno sempre più urgente dei giovani e dell'intera comunità.
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(Adnkronos) - "Dopo l’estate torna una delle stagioni più attese di Cinecittà World. Da sabato 4 ottobre prende il via un ottobre da brividi: fino al 3 novembre nel Parco divertimenti del cinema di Roma si potrà vivere l’Halloween più spettacolare e nuovo di sempre. Il programma di quest’anno è ricchissimo con oltre 20 nuovi contenuti tra attrazioni a tema, scenografie immersive, show dal vivo ed esperienze spaventose pensate per ogni età. Con il nuovo 'Villaggio piccoli brividi' grande attenzione anche per gli ospiti più piccoli con attività pensate su misura per loro. Il culmine sarà venerdì 31 ottobre e sabato 1° novembre quando la festa esploderà con le Halloween Nights, due serate tra maschere, cene a tema e dj set per la notte più dark e spaventosa dell’anno". Così, con Adnkronos/Labitalia, David Tommaso, direttore generale di Cinecittà World, racconta i programmi del Parco divertimenti del cinema di Roma dopo la stagione estiva.
Sono tantissime quindi le novità per questa edizione 2025 dell'Halloween capitolino. Tra balle di fieno, zucche giganti, zombie walk, vampiri, streghette, scheletri e fantasmi, ogni angolo riserva sorprese mostruose.
Nel 'Villaggio piccoli brividi', con novità e attrazioni a misura di famiglia. I bambini possono perdersi nel divertente labirinto di fieno, trasformarsi nel mostriciattolo dei loro sogni grazie al truccabimbi, scatenarsi al ritmo della horror baby dance e lasciarsi incantare dall’apprendista stregone con il suo Halloween magic show, prima di mettersi alla prova insieme a mamma e papà nella caccia al tesoro o sfidarsi a chi grida più forte con urletto maledetto dopo la scorpacciata di caramelle con dolcetto o giretto.
E per far immergere tutti nello spirito della stagione più paurosa arriva Cine Halloween: un percorso suggestivo tra le scenografie da brivido lungo la Halloween street. Gli ospiti potranno scattarsi un selfie sul black carpet che conduce al palco ispirato alle produzioni più iconiche di Tim Burton, da Beetlejuice a Mercoledì, tra occhi che scrutano dall’alto e misteriosi uomini-zucca, ma anche vivere le atmosfere suggestive del Cimitero del Cinema. Oltre all’Halloween show di benvenuto, la novità è Halloween Musical – L’Ultimo ciak, uno spettacolo dove lo spirito inquieto di un regista torna ad animare un film horror mai concluso, con un tocco di comicità.
I più temerari troveranno pane per i propri incubi con Horror halloween, l’esperienza più estrema del parco. Nelle spaventose stanze della horror house si cammina tra le scene cinematografiche più terrificanti di sempre da The Ring a Nightmare, da l’Esorcista a Venerdì 13, da Saw ad Hannibal Lecter a cui quest’anno si aggiunge una sorpresa. Il viaggio nel terrore continua tra le tenebre dei gironi danteschi con la montagna russa indoor Inferno, per poi scendere a bordo del nuovo U571 Missione Zombie, il sottomarino infestato da morti viventi. Tra le novità della stagione, anche Horror Hotel - Il Risveglio dove gli ospiti diventano protagonisti di un ballo in maschera, quale segreto si nasconde dietro le quinte? Ad arricchire l’esperienza anche l’inedito Cinetour Blackout: un improvviso blackout nel Museo del cinema lascia gli ospiti nell’oscurità assoluta. In un percorso dove le statue dei film horror prendono vita e la luce si accende e spegne a intermittenza rivelando visioni improvvise e inquietanti, chi sarà ad attendere gli ospiti nel buio?
Ma la stagione di Cinecittà World non si limiterà naturalmente al periodo di 'dolcetto scherzetto'. "Dopo Halloween, Cinecittà World si accende con la magia del Natale, proseguendo con la grande festa di Capodanno, fino alla chiusura della stagione 2025 il 6 gennaio", sottolinea il direttore generale del Parco.
E Tommaso sottolinea i risultati raggiunti nel 2025. "Siamo sostanzialmente in linea -spiega- con lo scorso anno, prevediamo di atterrare poco sotto i 550mila visitatori. Tra le attrazioni più gettonate, spiccano quelle che rendono Cinecittà World un parco unico in Italia: Volarium, il cinema volante che permette di sorvolare i tetti della Firenze del Rinascimento insieme a Leonardo Da Vinci; la montagna russa Altair con le sue 10 inversioni mozzafiato; Inferno, la montagna russa indoor che conduce gli ospiti nei gironi danteschi e le Horror Houses, i percorsi con attori veri, che per Halloween sono state tutte rinnovate".
E le attività del Parco sono sempre un'opportunità di lavoro per quanti vogliono operare nel settore. "In occasione di Halloween abbiamo organizzato un casting che ci ha permesso di reclutare già oltre 50 figuranti. Attualmente, per potenziare lo staff nei periodi di maggiore affluenza del Parco (Halloween, Natale, Capodanno), siamo alla ricerca di diverse figure professionali, tra cui: addetti alla ristorazione, cuochi, truccabimbi, steward e personale per le pulizie e altre posizioni che contribuiscono a garantire un’esperienza unica e indimenticabile ai nostri ospiti", conclude.

(Adnkronos) - Jannik Sinner ha vinto l'Atp 500 di Pechino. Il tennista azzurro ha battuto oggi, mercoledì 1 ottobre, lo statunitense Learner Tien nella finale del torneo cinese, in cui lo scorso anno era stato sconfitto, proprio all'ultimo atto, da Carlos Alcaraz. Per celebrare il suo trionfo Sinner ha pubblicato un post sul suo profilo Instagram, il più classico dei selfie che lo ritrae sorridente, con in mano il trofeo, insieme al suo team, capitanato dall'allenatore Simone Vagnozzi.
Nei commenti Sinner ha ricevuto l'affetto di tifosi e appassionati, ma anche qualche messaggio d'eccezione. "Sì! Un altro", ha scritto la sciatrice statunitense Lindsey Vonn, ospite nel box di Jannik durante la finale degli ultimi Us Open, persa con Alcaraz. "Sei troppo forte", ha scritto il tennista australiano Alex De Minaur, numero otto del mondo e battuto proprio dall'azzurro nella semifinale di Pechino.
"Ottimo lavoro", ha scritto il Milan, squadra di cui Sinner si è sempre dichiarato grande tifoso, mentre "CAMPIONE!!!" è stato il messaggio dell'attore Salvatore Esposito.
Leggi tutto: Sinner, da Vonn e De Minaur al... Milan: i messaggi dopo il trionfo di Pechino

(Adnkronos) - La guerra tra la Russia e l'Europa non ci sarà, parola di Dmitry Medvedev. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, come di consueto, è estremamente loquace sui social e coglie l'occasione per sfottere Donald Trump. Da Telegram a X, l'ex presidente passa da una piattaforma all'altra per condividere le proprie riflessioni sulla guerra in Ucraina, per delineare scenari e per pungere gli Stati Uniti.
Si parte dal rischio di un allargamento della guerra ad altri paesi europei. C'è questo rischio? "Non dovrebbe esserci", scrive Medvedev su Telegram. "Perché? Perché contraddice gli interessi del nostro paese. La Russia in linea di principio non ha bisogno di guerra con nessuno, nemmeno con la fredda vecchia Europa. Non c'è nulla da guadagnare lì. L'economia europea è debole e dipendente dagli Stati Uniti, la sua cultura sta degradando senza gloria. L'Europa sta perdendo la sua identità, dissolvendosi in migranti aggressivi", afferma.
Quindi, accende i riflettori sull'obiettivo che Mosca deve perseguire: "Il compito principale del popolo russo è lo sviluppo dei propri territori, incluso il recupero delle nostre terre tornate. È un lavoro difficile e costoso".
"La Russia è sempre arrivata in Europa solo come liberatrice, non come conquistatrice", dice Medvedev, che non considera possibile l'inizio del conflitto per iniziativa di altri paesi europei. "Perché una tale guerra non può essere scatenata dalla stessa Europa? Ecco perché. I paesi europei sono vulnerabili e divisi. Possono perseguire solo i propri interessi, cercando di sopravvivere nel caos economico moderno. Semplicemente non possono permettersi una guerra con la Russia", sostiene.
"I leader europei sono degenerati insignificanti, incapaci di assumersi la responsabilità di qualsiasi impresa seria. Non possiedono un pensiero strategico, tanto meno la passionalità necessaria per decisioni militari di successo. Gli europei sono per lo più inerti e viziati, non vogliono combattere per ideali comuni o anche per la propria terra", continua, criticando aspramente i leader del Vecchio Continente.
Al di là di queste considerazioni, "la probabilità di un incidente fatale esiste sempre. E il fattore di iperattività di idioti sconsiderati non è scomparso. E un tale conflitto ha un rischio assolutamente reale di degenerare in una guerra con l'uso di armi di distruzione di massa. Perciò -conclude- bisogna stare allerta".
Dopo i fendenti riservati all'Europa, Medvedev si sposta su Twitter e prende di mira Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti, nelle ultime ore, ha fatto nuovamente riferimento ai sottomarini nucleari inviati non lontano dalle coste russe. Per Medvedev, si tratta di un "nuovo episodio della serie thriller". "Trump ha tirato ancora una volta in ballo i sottomarini che avrebbe 'inviato sulle coste russe', insistendo sul fatto che sono 'molto ben nascosti'", prosegue l'ex presidente russo nel tweet. "Come dice il proverbio, è difficile trovare un gatto nero in una stanza buia, soprattutto se non c'è".
Ieri Trump ha descritto Medvedev come "una persona stupida", sostenendo di aver spostato uno o due "sottomarini" sulle coste della Russia. Ad agosto il presidente americano aveva dichiarato di aver ordinato lo spostamento di due sottomarini nucleari nelle "regioni appropriate" in risposta alle minacce di Medvedev, allora descritto come un ''presidente fallito della Russia, che si crede ancora presidente''. In quell'occasione Trump aveva avvertito Medvedev invitandolo a "stare attento a quello che dice. Sta entrando in un territorio molto pericoloso''.
Leggi tutto: Medvedev: "Russia non ha bisogno di guerra, Europa non può farla"


(Adnkronos) - La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato oggi, mercoledì 1 ottobre, della Flotilla dal Palazzo Christiansborg, sede del Consiglio europeo informale di Copenaghen. "La cosa più importante è il sostegno europeo a un piano di pace sul quale c'è stata una adesione amplissima dai Paesi arabi a quelli europei. Aspettiamo la risposta di Hamas". "In questa fase, in un equilibrio estremamente delicato e di fronte a una possibilità che sarebbe storica, insistere in una iniziativa che ha margini di pericolosità e irresponsabilità, continuo a non capirlo". "Penso che dopo gli appelli che sono stati fatti dal presidente Mattarella e da altri leader europei, il rischio di una iniziativa che diceva di nascere per una questione umanitaria - e poi si è scoperto che era per forzare un blocco navale - assume dei contorni che sono incredibili". "Siamo in una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare la responsabilità e attendere, mentre c'è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze del popolo palestinese", ha rimarcato Meloni.
Quella di queste ore "è una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare la responsabilità e attendere mentre c'è un negoziato di pace è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze del popolo palestinese. Ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità...".
"Dobbiamo ragionare a sangue freddo, non bisogna rispondere alle provocazioni" della Russia "e bisogna attrezzarsi" ha detto Meloni, arrivando al Consiglio Ue informale di Copenaghen, dove i temi centrali saranno l'Ucraina e la sicurezza europea. Quello attuale continua a essere "uno scenario di provocazioni. Io ho già spiegato giorni perché ritengo che queste provocazioni aumentino". "Credo che da una parte ci sia un tentativo della Russia di impedire che i Paesi europei inviino altri sistemi di difesa antiaerea in Ucraina e dall'altra penso che Mosca abbia anche la necessità di non far notare che l'offensiva estiva è fallita" conclude.
Leggi tutto: Flotilla, Meloni: "Iniziativa pericolosa, non capisco l'insistenza"

(Adnkronos) - Dieci anni fa Mnemonica ha legato il proprio nome ad una promessa: conservare e ricordare. Nell’epoca della transizione dalla pellicola ai dati, la società ha scelto di costruire per il cinema e la serialità digitale una memoria nuova, più adatta alle esigenze contemporanee. L’obiettivo era garantire la migliore soluzione tecnica in termini di affidabilità e capacità, in grado di connettere tutti i passaggi del ciclo di vita di un’opera, troppo spesso frammentati. Oggi quella promessa si è concretizzata: in un panorama audiovisivo che viaggia a una velocità senza precedenti, Mnemonica è diventata un punto di riferimento unico per l’industria. E, in occasione del Mia-Mercato internazionale audiovisivo 2025 (Roma, 6-10 ottobre), Mnemonica presenterà Archive, la prima soluzione europea per la conservazione attiva dei contenuti audiovisivi
"L'idea che ha portato alla nascita di Mnemonica - dice all'Adnkronos/Labitalia Piero Costantini, ceo di Mnemonica - viene dalla mia esperienza diretta come filmmaker. Girando per case di produzione e laboratori di post-produzione, ho notato un problema crescente che molti sembravano ignorare: con il passaggio dalla pellicola al digitale, negli scantinati delle case di produzione si stavano accumulando hard disk con dati spesso identificati solo da un post-it. Si pensava infatti che bastasse comprare un hard disk per conservare un film per l'eternità. Purtroppo non è stato così. Non solo la quantità di dati prodotti in questi 20 anni ha raggiunto dimensioni preoccupanti, ma i supporti hanno una vita limitata: un hard disk dura in media sette anni, un nastro Lto circa 20-25 anni se conservato correttamente, ma richiede macchine compatibili che cambiano ogni due generazioni".
"Mnemonica - spiega - parola greca che significa 'l'arte di ricordare' nasce proprio per risolvere questo problema. Inizialmente, nel 2014, volevamo creare un'alternativa cloud per conservare i master originali e salvare la memoria storica e culturale. Ma ci siamo presto resi conto che per i produttori sarebbe stato un grande azzardo affidare il loro patrimonio digitale a una startup. Così abbiamo deciso di partire dalla gestione dei materiali semilavorati durante le produzioni in corso, contenuti inediti che richiedono la massima sicurezza. Mnemonica Production è diventata la piattaforma di riferimento nel mercato italiano e sta crescendo internazionalmente. Da Paolo Sorrentino ai fratelli D’Innocenzo, da Paola Cortellesi a Luca Guadagnino, tutti ormai hanno Mnemonica in tasca".
"Quest'anno - ricorda - completiamo la nostra missione originaria: lanciamo il primo sistema di archiviazione a lungo termine che non è solo un deposito passivo, ma uno strumento dinamico che permette ai produttori, agli aventi diritto, alle cineteche e agli archivi di implementare nuovi modelli di business basati sul controllo dei propri dati. È assurdo che il patrimonio digitale venga disperso o gestito ancora da terzi con prassi manuali. La nostra missione è rimettere nelle mani dei proprietari il loro patrimonio digitale per estrarne valore, creare nuove opportunità di business e preservarlo a tempo indeterminato. Per questo è nato Mnemonica Archive. Il punto d’arrivo è la creazione di un content hub, Netflix insegna, dove persone e media si incontrino facilmente e che, sulla base di queste interazioni, permetta al grande apparato di funzionare meglio".
"Mnemonica - sottolinea Piero Costantini - oltre a servire i produttori, ha saputo rispondere ad esigenze di mercato per le quali non era stata progettata. Il caso più eclatante è quello della Mostra del Cinema di Venezia che utilizza la nostra piattaforma per raccogliere gli screener di tutti i partecipanti e accoglie il team di programmazione, dal direttore Alberto Barbera in giù, che può così riunirsi in un ambiente protetto e stabilire le line-up del festival. Intensa anche la collaborazione con il mondo delle scuole: sia il Centro sperimentale di cinematografia di Roma che la Scuola Gian Maria Volonté utilizzano Mnemonica per le proprie attività didattiche. E da grandi appassionati di cinema, ci capita spesso di offrire il nostro servizio in forma gratuita a progetti difficili, opere prime, corti e documentari che non hanno a disposizione budget mainstream ma che sono meritevoli di attenzione e di aiuto".
"Essendo un servizio strettamente B2B - avverte - verticale e di nicchia, l’innovazione che porta è di processo. Permette a chi ruota attorno ai dati di semplificarsi la vita, tagliando i rami secchi e le inefficienze della gestione manuale che molto spesso sublima in una comune domanda: dove sono i miei dati? E' sconcertante perché oggi ogni produzione produce milioni di file con cui devono interagire centinaia di persone. Noi ci mettiamo al centro di tutto questo offrendo un solo comodo punto di informazione per tutti coloro che dovranno accedere a una parte di quei dati, qualunque sia lo scopo, in un qualsiasi momento del ciclo di vita di un film o una serie".
"Si comincia dalla pre-produzione con i materiali di casting, camera test, location scouting, per passare ai giornalieri, per i quali abbiamo disegnato un sistema unico che rende semplice e sicura una cosa complessa. Poi serviamo tutto il ciclo di post-produzione, che può durare mesi. Al proposito abbiamo integrato nella piattaforma un servizio di file transfer che connette tutti i puntini della post, permettendo lo scambio continuo di grandi masse di dati. I nostri competitor si limitano a uno dei due aspetti, noi abbiamo capito fin da subito che le due cose non potevano essere scisse. Meno player in gioco, meno costi, più sicurezza", prosegue.
"Ad opera conclusa - chiarisce il ceo di Mnemonica - permettiamo di salvare le copie originali in tutte le loro versioni e con tutti i loro asset al seguito, sull'infrastruttura cloud più evoluta del mondo, Aws, con doppia dislocazione in territorio Eu. Da lì una parte dei dati si rivolge al mercato, con gallery in stile Ott e permessi studiati ad hoc per consentire a distributori, sales agents, buyers di guardare, valutare, inviare e ricevere asset. Le basi per un futuro marketplace. In più l’ultimo miglio verso gli esercenti con la distribuzione dei formati di proiezione Dcp e le relative chiavi di decriptazione. Tutto questo è ciò che definiamo Digital cinema living ecosystem, l’incrocio continuo di dati e persone. Noi siamo la linfa dell’ecosistema".
Ma quali sono le prospettive future di Mnemonica e le sfide principali da affrontare per la sua crescita? "Il lancio di Mnemonica archive - precisa -è un salto quantico per noi. Siamo un laboratorio artigianale, una boutique, e vogliamo scalare senza essere travolti dalla crescita. Per questo abbiamo allargato l’organico portandolo a quindici unità, per affrontare nuove fasce di mercato e mantenere l’elevato standard qualitativo. La tecnologia è sviluppata tutta internamente da ingegneri e designer italiani".
"In più Mnemonica - continua - ha un brand forte e disruptive. Non avendo mai abbracciato il mondo del Venture Capital abbiamo avuto accesso a capitali limitati rispetto ai grandi competitor statunitensi, perciò ci siamo dovuti distinguere nella sostanza. L’abbiamo fatto grazie al mercato e al supporto di due grandi istituzioni: la Cineteca di Bologna tramite il suo laboratorio di restauro L’Immagine Ritrovata, e il fondo Europa Creativa. La grande visione di Davide Pozzi, direttore de L’Immagine Ritrovata, e la lungimiranza di Gian Luca Farinelli nel battezzare la collaborazione, ci hanno permesso di attingere a un vasto know-how, sia tecnico che di mercato. Grazie a loro Mnemonica archive è sotto la lente di numerose grandi collezioni che potrebbero trovare nuova dimora 'su' da noi".
"Mnemonica - dice - è stata la prima azienda italiana a vincere il bando New tools and business models del fondo Europa Creativa. Un progetto da 1,3 milioni di Euro per lo sviluppo e la commercializzazione di Mnemonica Archive che punta a diventare il riferimento per la preservazione e diffusione del patrimonio culturale cinematografico europeo".
"La sfida più grande che abbiamo davanti da una parte spaventa perché il mercato è complesso e attraversa anni di crisi interna e globale, mentre la tecnologia avanza veloce. Dall’altra è entusiasmante perché sappiamo di aver costruito tanto finora e ci aspettiamo una grande risposta", conclude.
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(Adnkronos) - "Alcune misure già introdotte vanno nella direzione di favorire l'accesso e migliorare l'aderenza alla cura. Un passaggio importante riguarda lo spostamento dalla distribuzione diretta alla convenzionata: consentire al cittadino di ritirare i farmaci direttamente nelle farmacie pubbliche e private sul territorio significa facilitare l'accesso, garantire maggiore continuità terapeutica e migliorare gli esiti clinici. Una migliore aderenza non solo riduce complicanze e ospedalizzazioni, ma rappresenta anche un vantaggio in termini di sostenibilità del sistema sanitario nazionale. La parola chiave infatti è sostenibilità". Così il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, intervenendo questa mattina a Roma a un incontro con la stampa dedicato al Ddl delega sul Testo unico della legislazione farmaceutica.
"L'Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo, ma con un forte calo della natalità - ha sottolineato - Questo scenario porta con sé un incremento delle patologie croniche e della politerapia: in media, un ultraottantenne assume tra 10 e 15 pillole al giorno. Senza un miglioramento delle performance del sistema, il rischio è di renderlo insostenibile". Anche perché "l'aderenza terapeutica in Italia si ferma al 40-50%. In altre parole, 1 paziente su 2 non segue correttamente la terapia, esponendosi a peggioramenti clinici e determinando maggiori costi per il servizio sanitario".
In questa direzione va anche la misura "introdotta con il decreto Semplificazioni", che consente di "mantenere la ricetta aperta per 24 mesi nelle patologie croniche non trasmissibili (come l'ipertensione). Il paziente - ha spiegato il sottosegretario - non dovrà più recarsi ogni mese dal medico per rinnovare la prescrizione, ma potrà ritirare il farmaco mensilmente in farmacia. I benefici sono molteplici: maggiore aderenza terapeutica, grazie anche al controllo attivo del farmacista (che può contattare il paziente in caso di mancato ritiro); riduzione dello spreco di farmaci, evitando accumuli domestici in caso di cambi terapia o decessi; razionalizzazione della spesa sanitaria, con minori costi legati a ospedalizzazioni evitabili e farmaci sprecati e liberazione di tempo per i medici di medicina generale, che possono dedicarsi all’attività clinica invece che burocratica". Si tratta di una norma "di buon senso, che migliora contemporaneamente la vita dei pazienti, la qualità dell'assistenza e l'efficienza del sistema sanitario".
"Il Testo unico intende affrontare in modo organico l'organizzazione del settore farmaceutico; la regolamentazione dei farmaci e delle professioni; i meccanismi di spesa; l'etichettatura; il ruolo delle farmacie territoriali". Attualmente ci sono centinaia di norme che hanno creato "un groviglio legislativo che penalizza l'equità nell'accesso ai farmaci, genera differenze territoriali e rende più difficile l'attività di un'industria farmaceutica che in Italia ha un ruolo fondamentale: con una produzione di oltre 56 miliardi di euro e un export di 54 miliardi, il nostro Paese è primo in Europa e quarto nel mondo".
Gemmato ha ricostruito le tappe del percorso "iniziato l'8 maggio scorso, quando - ha ricordato - in un incontro con i vertici nazionali ed europei lanciai l'idea di un Testo unico che superasse l'attuale frammentazione normativa, ancora basata su due regi decreti del 1934 e del 1938. Norme chiaramente anacronistiche, che non potevano più rispondere alle sfide della farmaceutica moderna". Successivamente, "il 31 luglio abbiamo convocato una riunione con gli stakeholder - ha proseguito il sottosegretario - La partecipazione è stata sorprendente e superiore alle aspettative, segno di un forte interesse. In quell'occasione sono arrivati suggerimenti e stimoli che si sono tradotti nei principi del Ddl delega. Solo poche settimane dopo, il 18 settembre, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge: un segnale di serietà, stabilità e programmazione da parte di un Governo che vuole guardare al lungo periodo e superare la logica dei provvedimenti spot. Il quadro attuale è infatti estremamente complesso - ha osservato - Abbiamo contato circa 700 norme contenute in 100 provvedimenti diversi, che si sono stratificate negli anni e spesso contraddittorie. A ciò si aggiungono interventi frammentati in almeno 20 leggi di stabilità o bilancio".
Il lavoro si svolge "in collaborazione con diversi ministeri - Mef, Mimit, Mase, Giustizia, Semplificazioni - e naturalmente con l'Aifa", l'Agenzia italiana del farmaco. Inoltre, "per la prima volta - ha sottolineato Gemmato - abbiamo aperto una sezione dedicata sul sito del ministero, anche in inglese, che seguirà passo dopo passo l'evoluzione della riforma e consentirà di raccogliere contributi anche dalle aziende internazionali. Questa è la nostra visione: dare all'Italia una legislazione farmaceutica moderna, sostenibile, chiara e coerente, che garantisca equità e rafforzi l'attrattività del nostro sistema". Il percorso avviato, è stato ricordato nel corso dell'evento, si dovrebbe concludere entro dicembre 2026 con l'approvazione di una normativa che non sarà un semplice riepilogo delle disposizioni esistenti, ma una riforma vera e propria.
La riforma "non riguarda soltanto norme e procedure: è un progetto che guarda al futuro, valorizza le nostre comunità locali e rende più forte il Servizio sanitario nazionale", ha precisato Gemmato chiarendo gli ambiti principali di intervento. Il primo riguarda "l'accesso ai farmaci, per garantire equità territoriale e rimuovere le distorsioni del sistema distributivo". Sulla filiera distributiva, l'obiettivo è "rafforzare l'anello intermedio tra industria e farmacie, con particolare attenzione alle aree interne e montane. In Italia ci sono oltre 8.300 Comuni, molti dei quali piccoli e poco popolati: in queste realtà la farmacia rappresenta spesso l'ultimo presidio sanitario. Dobbiamo assicurarci - ha ribadito - che la distribuzione dei farmaci non venga penalizzata dall'antieconomicità dei trasporti in zone disagiate".
Per quanto riguarda le farmacie presidio territoriale, la norma intende "riconoscerne il ruolo strategico di punto di riferimento per i cittadini, soprattutto anziani e fragili, che possono restare nei loro territori solo se hanno garantiti i servizi essenziali". Sulla digitalizzazione e l'ecosistema dei dati sanitari, il sottosegretario ha ricordato il ruolo del "fascicolo sanitario elettronico, rafforzato dal decreto sull'ecosistema dei dati, che diventa oggi non solo strumento amministrativo, ma vero e proprio strumento clinico. Grazie all'interoperabilità e all'intelligenza artificiale - ha concluso - potremo avere un patrimonio di informazioni scientifiche utili a migliorare le performance del sistema, la programmazione e il controllo della spesa".



(Adnkronos) - Matteo Berrettini eliminato a Shanghai. Il tennista azzurro è stato battuto oggi, mercoledì 1 ottobre, al primo turno del Masters 1000 cinese, perdendo contro il francese Adrian Mannarino, numero 60 del ranking in due set con il punteggio di 7-5, 7-6 (5) in un'ora e 53 minuti. Berrettini deve ancora ritrovare la forma migliore dopo gli infortuni che ne hanno condizionato l'ultima parte di stagione costringendolo a saltare gli Us Open.
Il tennista romano era reduce dall'eliminazione al secondo turno nell'Atp 500 di Tokyo, poi vinto da Carlos Alcaraz, dove era stato battuto dal norvegese Casper Ruud dopo essere tornato alla vittoria all'esordio, riuscendo a superare lo spagnolo Jaume Munar.
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(Adnkronos) - "Il Disegno di legge delega che è stato approvato nel Consiglio dei ministri nel 18 settembre scorso non è un semplice intervento normativo, è la volontà politica di arrivare a una riforma strutturale del settore farmaceutico italiano ed è una riforma importante. Per troppo tempo abbiamo vissuto con una legislazione frammentata, stratificata, a volte anche contraddittoria; un labirinto normativo che ha rallentato l'accesso ai farmaci, ha complicato i processi autorizzativi e, questo è il punto che mi preme sottolineare, spesso ha penalizzato soprattutto i cittadini. Il Testo unico" sulla farmaceutica "nasce proprio dalla volontà chiara di superare questa complessità, per costruire un quadro normativo più semplice, più chiaro, più moderno, più efficiente. Un quadro che garantisca equità nell'accesso alle cure, sostenibilità economica del sistema, valorizzazione dell'eccellenza anche scientifica italiana". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo oggi a Roma a un incontro con i giornalisti dedicato alla presentazione dei dettagli del Ddl delega sul Testo unico per la farmaceutica.
Nel ringraziare "il lavoro svolto dal sottosegretario Marcello Gemmato", il ministro ha ricordato che "questi mille giorni di governo hanno segnato un percorso preciso" su cui "continuiamo a lavorare per una sanità più forte, più vicina ai territori, più capace di rispondere ai bisogni reali delle persone". Oltre ad aver "investito risorse" e, "soprattutto, introdotto riforme - ha continuato Schillaci - stiamo portando avanti una battaglia intensa rispetto alla disorganizzazione, alle liste d'attesa, dove vediamo trend positivi che però ancora non sono soddisfacenti. Ci guida la voglia chiara di proteggere il Servizio sanitario nazionale, di valorizzare le risorse umane di chi lavora nel Ssn" e "nel solo interesse dei cittadini che devono avere, lo ripeto, un accesso equo alle cure. Il Testo unico si inserisce proprio in questa logica - ha sottolineato il ministro - Il mio invito è quello di proseguire nella digitalizzazione dei processi, nell'interoperabilità completa delle banche dei dati sanitari, in una revisione seria e trasparente dei meccanismi di spesa".
Il Testo unico per la farmaceutica "non può e non deve diventare terreno di contrattazione per interessi di parte, non sarà uno strumento al servizio di singole categorie, di corporazioni" - ha proseguito il ministro.
"L'unica categoria che ci deve guidare è quella dei cittadini, il loro diritto alla salute, il loro diritto a un sistema efficiente, equo, trasparente", ha affermato Schillaci, ricordando quanto già detto il giorno dell'approvazione del Ddl delega dal Consiglio dei ministri. "Questo provvedimento deve essere nell'unico interesse dei cittadini e del Servizio sanitario nazionale pubblico - ha ribadito - Non accetteremo mai compromessi al ribasso, non accetteremo di ridurre la portata innovativa di questa riforma per accontentare pressioni di parte. Naturalmente - ha aggiunto - il confronto con tutti gli stakeholder sarà ampio, sarà aperto, sarà rispettoso, ma dovrà essere un confronto nel merito, sui contenuti, sulle soluzioni migliori per garantire efficacia ed equità. Poi il Parlamento avrà tutto il tempo di discutere, emendare, migliorare il testo; le Regioni ovviamente saranno coinvolte; le associazioni di categoria, le società scientifiche, le organizzazioni dei pazienti, tutti potranno dire la loro".
"Il punto di partenza e il punto di arrivo - ha rimarcato il ministro - devono rimanere gli stessi", cioè dotarsi di "una legislazione farmaceutica moderna, sostenibile e interamente al servizio della salute pubblica. Il lavoro che ci attende sarà impegnativo, sono sicuro che il sottosegretario Gemmato, che ha la delega specifica a queste tematiche - ha concluso - saprà operare con quel rigore e disciplina che merita e che meritiamo tutti noi, per un Servizio sanitario nazionale sempre più forte e, lasciatemi dire, soprattutto vicino" a chi ne ha più necessità.

(Adnkronos) - Le tasse sono pagate da pochi, sempre gli stessi, e quindi sono evidentemente troppo alte. Non è una novità ma i dati dell'Osservatorio sulle dichiarazioni dei redditi ai fini Irpef, realizzata dal Centro studi e ricerche di Itinerari Previdenziali, riaprono una ferita aperta: il paradosso del fisco italiano che nessun governo e nessuna maggioranza politica è mai riuscita a modificare. Il risultato è che quello che resta dello stato sociale, i servizi primari, dalla sanità alla scuola è a carico di meno della metà degli italiani e con una distribuzione, all'interno di questa metà, che pesa quasi esclusivamente su un quarto della popolazione. Gli altri, quelli che non pagano le tasse, beneficiano degli stessi servizi senza pagare un euro.
Lo dicono con estrema chiarezza i numeri. Un cittadino italiano su due non versa neanche un euro di Irpef (43,15%) e il 76,87% di quanto viene versato arriva da un quarto del totale dei contribuenti: sono 11,6 milioni di persone, su 42,6 milioni di dichiaranti. Gli altri 31 milioni pagano solo il 23,13%.
Qualsiasi analisi che parta da questi dati si deve confrontare con una domanda che ha posto Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali: "E' davvero credibile che quasi la metà degli italiani viva con circa di 10 mila euro lordi l'anno?". La risposta evidentemente è 'no' e c'entrano chiaramente l'evasione e l'elusione fiscale, che si sommano nell'economia sommersa, sconosciuta al fisco, che tiene in piedi almeno la metà del Paese. Dentro ci sono il lavoro nero e tutte le pratiche che nascondono all'erario redditi e introiti di varia natura. Altra riflessione significativa è quella che ha suggerito Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, che ha contribuito al rapporto: "Chi guadagna dai 60 mila euro in su, di fatto, finisce sempre per pagare per due: per sé e per chi resta totalmente a carico della collettività. È la trappola del ceto medio: molti ricevono senza dare, pochi danno senza ricevere".
Le conseguenze del quadro descritto dai dati sono quelle che ognuno di noi può riscontrare nella sua vita quotidiana, in maniera empirica. Le persone che sono rappresentate nel rapporto, quelle che dichiarano e quelle che non dichiarano, vivono nella stessa realtà. Frequentano gli stessi ospedali, portano i figli nelle stesse scuole, mangiano negli stessi ristoranti. Con una differenza sostanziale tra una categoria e l'altra.
Partiamo dai 'pochi che danno senza ricevere'. L'incremento del costo della vita ridimensiona la capacità di acquisto del ceto medio, facendo pesare di più le tasse rispetto al reddito disponibile. Il ceto medio, quello che dichiara il reddito e paga le tasse, si impoverisce. I 'molti che ricevono senza dare' sono quelli che non hanno mai pagato le tasse, e continuano a non pagarle, pur potendo contare su disponibilità economica che proviene da fonti sconosciute al fisco. Sono gli evasori, di qualsiasi ceto, che in assenza di un'azione di contrasto efficace, hanno più possibilità di conservare la propria condizione, che nessun rapporto e nessun dato riuscirà mai a intercettare. (Di Fabio Insenga)
Leggi tutto: Le tasse pagate troppo, da pochi, sempre gli stessi: il paradosso del fisco italiano


(Adnkronos) - Si svolge oggi, mercoledì 1 ottobre, alle 15, il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, risponde a interrogazioni sulle iniziative per promuovere il ricorso alla figura professionale del cosiddetto social media e digital manager nelle pubbliche amministrazioni (Russo – FI-PPE); sullo stato di avanzamento delle misure di semplificazione amministrativa previste dal Pnrr e ulteriori iniziative volte a garantire, in tale ambito, il rispetto delle scadenze del 2026 (Lupi – NM(N-C-U-I)M-CP); sulle iniziative volte a superare il dislivello salariale del comparto “Funzioni locali” rispetto agli altri comparti del pubblico impiego (Colucci – M5S).
La ministra per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, risponde a una interrogazione in materia di riforma della legge elettorale (Magi – Misto-+Europa).
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo del gruppo Stellantis, con particolare riferimento allo stabilimento di Atessa in Abruzzo, al fine dell'incremento dei livelli di produzione e della tutela dei livelli occupazionali (Benzoni - AZ-PER-RE); sulle iniziative in relazione alla situazione degli impianti di Rwm Italia nei comuni di Domusnovas e Iglesias in Sardegna, alla luce dell'iter delle procedure autorizzative (Bignami – FDI); sulla riconversione degli impianti di Rwm Italia nei comuni di Domusnovas e Iglesias in Sardegna (Ghirra – AVS); sulle iniziative volte a salvaguardare i comparti produttivi colpiti dai dazi statunitensi, anche attraverso un efficace funzionamento degli incentivi del piano "Transizione 5.0" (Boschi - IV-C-RE); sugli obiettivi di decarbonizzazione relativi agli impianti ex Ilva di Taranto, con particolare riferimento alla possibilità di avvalersi di risorse pubbliche nell'ambito del processo di revisione del Pnrr (Pagano – PD); sulle iniziative, anche di carattere normativo, volte ad evitare che l’onere delle multe per condotte anticoncorrenziali sia trasferito sui consumatori, con particolare riguardo al mercato dei carburanti (Gusmeroli – Lega).
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(Adnkronos) - C'è da scommettere che il futuro regno di William sarà permeato dall'influenza che la regina Elisabetta ha avuto sul nipote. È notorio che l'impronta della nonna sul principe di Galles è profonda: entrambi avevano una stima ricambiata per l'altro e, per il prossimo sovrano, la monarchia britannica incarna e rappresenterà i valori che Elisabeth II gli ha trasmesso. Un esempio e non solo, perché la defunta nonna rappresenta il domani che verrà: senza se e senza ma, il figlio di re Carlo ha detto che "per me, Windsor è lei", la Regina con la 'R' maiuscola, raccontando di quanto gli manchi e ne senta ancora la presenza al Castello di Windsor.
William ha espresso le proprie confidenze profondamente sincere e personali nel documentario 'The Reluctant Traveller With Eugene Levy', nel quale la star di 'American Pie' e 'Schitt's Creek' intraprende un viaggio nel Regno Unito, dove, con sua grande sorpresa, viene invitato a un tour privato del Castello di Windsor con il principe di Galles. L'episodio completo sarà disponibile su Apple TV+ nel Regno Unito a partire da venerdì. Mentre i due camminano conversando, William parla apertamente della sua famiglia e dei suoi progetti per il futuro.
In una nuova clip, una delle tante che saranno pubblicate questa settimana in vista della trasmissione sul servizio di streaming globale, Levy chiede al futuro re: "Ti manca tua nonna?". William parla del cambiamento successivo alla sua scomparsa, che lo ha colpito profondamente, e ammette: "In realtà sì, mi mancano mia nonna e mio nonno. Ci sono stati molti cambiamenti, quindi in un certo senso pensi che non ci siano più, e in particolare a Windsor. Ma per me Windsor è lei. Amava questo posto, ci trascorreva la maggior parte del tempo. Mostrarvelo oggi è in gran parte un tentativo di assicurarmi di farlo nel modo in cui lei vorrebbe che lo vedeste. Aveva i suoi cavalli qui, come puoi immaginare era una cosa molto importante per lei, ecco perché amava stare qui".
Uno dei motivi per cui William e sua moglie Catherine si trasferirono da Londra a Windsor nell'estate del 2022 fu quello di trascorrere più tempo con la regina Elisabetta negli ultimi anni della sua vita. La regina morì poche settimane dopo, l'8 settembre, al castello di Balmoral. Ma ora la famiglia si sente così a proprio agio nell'antica tenuta del Berkshire che ha scelto di farne la sua "casa per sempre". Nei prossimi mesi si trasferiranno dall'Adelaide Cottage, un appartamento con quattro camere da letto, al Forest Lodge, una villa georgiana, seppur modesta per gli standard reali, nella quale intendono rimanere anche dopo che William diventerà re. Offrirà alla famiglia l'opportunità di ricominciare da capo in un nuovo ambiente, dopo anni particolarmente difficili iniziati con la morte della regina Elisabetta, le diagnosi di cancro di Kate e del re e, naturalmente, le memorie al vetriolo del principe Harry, nel libro 'Spare', e i suoi continui attacchi alla famiglia reale.
Leggi tutto: William apre le porte di Windsor come avrebbe voluto la regina Elisabetta

(Adnkronos) - Torna al Parco dei Principi di Roma, il prossimo 20 ottobre, alle 17.30 il movimento dei 'civici', lanciato proprio nella capitale lo scorso giugno dall'assessore capitolino allo Sport, Moda e Grandi Eventi Alessandro Onorato, con l'obiettivo di dare nuovo slancio al centrosinistra. La 'quarta gamba' delle forze che sfidano il centrodestra, messa in 'rete' con l'apporto di alcune centinaia tra sindaci e amministratori locali, dopo i segnali arrivati dal voto nelle Marche -con le tre liste civiche, a sostegno di Ricci, che fanno circa il 10% dei voti- si conta di nuovo, per confrontarsi sul progetto nazionale. "Saremo in tanti - dice all'AdnKronos lo stesso Onorato - ci saranno nomi come quello del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, la sindaca di Genova, Silvia Salis, il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, il consigliere regionale siciliano, Ismaele La Vardera, per citare solo alcuni che hanno aderito da nord a sud". Previsto poi il saluto del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
"L'iniziativa presso l'Hotel romano avrà titolo 'Giovani, scuola, merito, imprese, sanità, sicurezza. E' possibile cambiare davvero?' -svela Onorato- perché sono temi che stanno a cuore ai cittadini, quelli che qualificano davvero la proposta politica, quelli che, in alcuni casi, sono rimasti appannaggio della destra, come avvenuto per la sicurezza, che invece deve essere al centro del nostro intervento". Per rispondere positivamente alla domanda posta ai partecipanti "è urgente fare una rete, che deve divenire sistema, che deve funzionare". "Solo da qui -avverte Onorato- si potrà fare un primo vero passo avanti per arrivare a essere alternativi alla destra, perché oltre al campo largo, dobbiamo dare una visione alternativa di paese, ridare fiato a chi oggi è in difficoltà, allo stesso ceto medio che è in sofferenza".

(Adnkronos) - Per due giorni, Mirabilandia ospiterà i principali protagonisti del mondo dei parchi divertimento: il 9 e 10 ottobre 2025, al parco di Ravenna si terranno il Meeting nazionale di AssoParchi (Associazione parchi permanenti italiani) e la 24esima edizione dei Parksmania Awards. Due eventi distinti, ma sinergici, che porteranno nel cuore della Romagna professionisti, aziende, operatori e rappresentanti dei principali parchi divertimento del panorama nazionale e non solo, facendo di Mirabilandia un punto di incontro per l’industria delle attrazioni e del turismo esperienziale.
"Il Meeting AssoParchi 2025 – l’associazione di categoria che rappresenta i parchi divertimento, tematici, acquatici e faunistici e le attrazioni esperienziali italiane – è un appuntamento centrale per il settore, con un programma che toccherà temi chiave come innovazione, marketing, sicurezza e sviluppo dei territori", si fa sapere da Mirabilandia.
A coronamento di queste giornate, la sera di venerdì 10 ottobre, al Pepsi Theatre di Mirabilandia si terrà la cerimonia dei Parksmania Awards 2025, i cosiddetti "Oscar dei Parchi", che premieranno i parchi divertimento italiani ed europei che si sono maggiormente distinti durante la stagione. Un vero e proprio ritorno alle origini per Mirabilandia: era il 14 maggio 2005 quando il parco ospitò per la prima volta, all'interno del proprio teatro, la cerimonia degli Awards relativi alla stagione 2004.
Riconosciuto oggi a livello internazionale, l’evento accoglierà la partecipazione di oltre 60 parchi tematici italiani ed europei, con rappresentanti provenienti da Francia, Germania, Spagna, Belgio, Olanda e Austria. Tra i premi più attesi figurano le prestigiose categorie: Parco dell’Anno, Miglior Nuova Attrazione, Parco Acquatico dell’Anno, Miglior Show Outdoor, Miglior Show Indoor, Miglior Personale e Miglior Nuova Attrazione Family, ciascuna con tre nomination. La cerimonia sarà arricchita da performance esclusive del cast artistico di Mirabilandia, che offriranno al pubblico uno spettacolo unico e coinvolgente.
“Siamo felici di mettere a disposizione i nostri spazi, le nostre competenze e la nostra energia per due appuntamenti così importanti per il nostro settore - dichiara Sabrina Mangia, managing director di Mirabilandia - Mirabilandia si conferma un centro nevralgico per il confronto, l’innovazione e la crescita di tutti gli operatori dell’industria delle attrazioni. Il ritorno dei Parksmania Awards, dopo vent’anni, ha per noi un valore simbolico fortissimo, mentre il meeting di AssoParchi rappresenta un’occasione preziosa per guardare al futuro e anche per il dialogo con le istituzioni”.
Leggi tutto: Mirabilandia: ospita meeting nazionale 'Assoparchi' e i 'Parksmania Awards 2025'
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