
"Per arrivare all'obiettivo della liberazione di Alberto doveva esserci e invece non c'è stato un gruppo coeso e motivato di persone che doveva mirare a uno stesso risultato e invece sono qui dopo 365 giorni ad esprimere la mia indignazione, perché sono certa che non si è fatto quel che era necessario e doveroso fare per la liberazione di Alberto". Lo ha detto Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini, durante una conferenza stampa organizzata a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, a un anno dall'incarcerazione del figlio in Venezuela.
"Ricordiamoci - ha detto Colusso - che fino ad agosto il nostro governo non aveva ancora avuto alcun contatto telefonico con il governo venezuelano e questo dimostra quanto poco si sono spesi per mio figlio. Mi sorge spontanea una domanda: se fosse stato un loro figlio l'avrebbero lasciato in prigione un anno intero?", si è chiesta la madre del cooperante veneziano di 46 anni detenuto a Caracas da un anno.
"Sono stata troppo paziente, educata, ma ora la mia pazienza si è esaurita", ha concluso.

Vittoria numero 102, e 65esima in slalom, per Mikaela Shiffrin nella gara che apre oggi, sabato 15 novembre, la stagione di Coppa del mondo di Slalom a Levi, in Finlandia. La statunitense ha dominato la prova fin dalla prima manche, seguita a ruota da Lara Colturi, che corre sotto i colori albanesi, e che nel giorno del suo 19esimo compleanno conquista il secondo posto anche nella seconda manche a 1"66 dalla fuoriclasse americana.
Terza piazza per la tedesca Emma Aicher, a quasi 3" dalla prima. Elsa Mondinelli, unica qualificata azzurra per la seconda manche, chiude penultima al 27esimo posto.

"Esprimiamo ferma contrarietà all'emendamento proposto in Manovra da Fdi che impone ai lavoratori di comunicare con sette giorni di anticipo, in forma scritta e irrevocabile, la propria adesione a uno sciopero. Una misura che snatura il diritto stesso di sciopero garantito dalla nostra Costituzione, crea di fatto liste di scioperanti e apre la strada a discutibili pressioni e potenziali discriminazioni inasprendo le relazioni industriali". Ad affermarlo in una nota congiunta sono Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti che chiedono "il ritiro immediato dell'emendamento" alla manovra 2026, "annunciando che, se del caso, metteremo in campo tutte le iniziative necessarie a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti, dei servizi accessori e complementari ai trasporti e del loro legittimo diritto di sciopero".
Il sindacato, rilevano, "ha avuto da sempre un approccio molto responsabile nei confronti del ricorso allo sciopero". "La legge 146/90, unitamente alle innumerevoli regole di settore, già assicura pienamente il rispetto del diritto alla mobilità attraverso la garanzia dei 'servizi minimi'. Questo nuovo obbligo è quindi inutile quanto pericoloso", sottolineano. "I problemi della mobilità italiana non possono risolversi limitando il diritto di sciopero, ma occorre un intervento costruttivo e migliorativo. E' necessario - proseguono le sigle sindacali - investire sulle infrastrutture, sulla forza lavoro e adoperarsi per rimuovere le cause del conflitto riconducibili al mancato rispetto, da parte delle aziende, dei contratti collettivi di lavoro vigenti, degli accordi liberamente sottoscritti fra le parti e, peggio ancora, al mancato pagamento delle retribuzioni a fronte delle prestazioni di lavoro rese".
"Una attenzione particolare - spiegano ancora le tre organizzazioni sindacali - va riservata alle inefficienze aziendali, in molti casi croniche, che quotidianamente si ripercuotono negativamente sull'efficienza e sulla qualità del servizio pubblico reso agli utenti. Inoltre, a fare da detonatore a proclamazioni di sciopero c'è l'escalation di aggressioni e di violenze ai danni delle operatrici e degli operatori della mobilità e degli utenti". Per i sindacati "comprimere ulteriormente l'esercizio di un diritto costituzionale già fortemente privato della sua forza di creare le condizioni per risolvere le criticità e tutelare i diritti e gli interessi legittimi delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti, non è la strada giusta per garantire una mobilità di qualità".

Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d'inchiesta e reportage, presentata questa settimana dall'AdnKronos.
Un segreto da togliere il fiato
Longanesi manda sugli scaffali l'ultimo libro del maestro del thriller Donato Carrisi, 'La bugia dell'orchidea'. Questo libro ha un segreto. Chi l’ha scritto ha un segreto. Chi lo legge avrà un segreto: è la promessa che accompagna i lettori. "Immagina un'alba d'estate. Immagina l'aria immobile della campagna, l'odore dei campi, il frinire dei grilli. Immagina il buio che arretra all'invasione del giorno. Immagina ora - è l'invito al lettore - un casale rosso, solitario in mezzo al nulla. Immagina di scorgere biciclette da bambini e giocattoli sulla ghiaia, panni stesi ad asciugare, galline e conigli, un moscone sopra un secchio. Immagina il silenzio. Un silenzio che non sembra appartenere a questo mondo. Un silenzio interrotto all'improvviso da un urlo disperato. C'era una volta la famiglia C., tre figli piccoli e due genitori amorevoli.
C'era una volta la famiglia perfetta, e ora non c'è più. Cos'è accaduto dentro il casale rosso in quella calda notte d'agosto? Immagina qualcosa di terribile e crudele. Immagina che esista solo un possibile responsabile. L'unico sopravvissuto. Immagina di avere la verità proprio davanti agli occhi. Ogni dettaglio combacia, ogni indizio è allineato e c'è una sola spiegazione. Non puoi sbagliare. Hai tutte le risposte. Ma ciò che proprio non puoi immaginare è che questa non è la fine della storia. È l'inizio".
Una biografia di Piero Gobetti
E' in libreria con Solferino 'Un mondo nuovo tutti i giorni', il libro che lo scrittore Paolo di Paolo dedica a Piero Gobetti. Era un ragazzo. Piero Gobetti a ventiquattro anni aveva fondato tre riviste, scritto di politica, di teatro, di letteratura, d’arte, aperto la casa editrice che ha pubblicato 'Ossi di seppia' di Montale. Già prima del delitto Matteotti, aveva denunciato la minacciosa demagogia del fascismo, l’uso politico della violenza. E si era opposto frontalmente a Mussolini, che impartì al prefetto di Torino l’ordine di 'rendere la vita impossibile' al giovane oppositore. Una battaglia inesausta vissuta a fianco di Ada, la ragazza speciale divenuta sua moglie e destinata a sopravvivergli portando avanti le stesse cause: la resistenza, l’istruzione, la cultura. Piero, infatti, è eternato in una prodigiosa giovinezza, perché non ha mai compiuto venticinque anni. È morto a Parigi nel 1926, solo, stanco, ma con la testa piena di progetti e una visione culturale davvero europea.
Paolo Di Paolo ripercorre questa esistenza luminosa in modo personalissimo e con la lente di una prossimità che oggi si avverte con più forza: quella di Piero non è affatto una parentesi chiusa nella storia, nella pagina di una vecchia rivista. Al contrario, la voce del ragazzo con gli occhiali a stanghetta e i capelli arruffati risuona di nuovo nel deserto del nostro cinismo. Ricaricando di senso una grande lezione morale, invitandoci a 'restare politici nel tramonto della politica', a non arrenderci mai al pessimismo e alla rassegnazione.
Tratti di satira contro il governo Meloni
I primi due anni di governo Meloni raccontati con sarcasmo, intelligenza e i proverbiali guizzi di genio di un autore e disegnatore amatissimo. A raccontarli è Altan con la sua consueta vena ironica in 'Fianco-dest!', in libreria con Gallucci. Una satira che punge i potenti – presidenti e ministri su tutti – e racconta di vignetta in vignetta il primo governo di destra-destra, strappando risate che lasciano spesso una punta di amaro in bocca perché, nella migliore tradizione di Altan, sono anche un invito a guardare oltre la superficie delle cose.
Un viaggio nella vulnerabilità
E' in libreria con La Nave di Teseo 'Tutto imparammo dall’amore' di Renato Minore. Mai prima d’ora Minore ci aveva dato un libro così pienamente calato nella vulnerabilità: si è vulnerabili dinanzi ai sentimenti, ai ricordi, ai sensi di colpa; e si è vulnerabili dinanzi alle domande sempre più grandi e sempre più essenziali che la vita insegna e impone. Sono morse, queste poesie, da qualcosa che lancina, che non dirime e non redime, e che si frantuma in una pensosità tutta protesa a invocare sottovoce un colloquio, un’apertura, un incontro. C’è anche dell’ironia, è chiaro, c’è anche del sarcasmo, ma tutto, in questo libro, è rivelato nella linea della fragilità dal piccolo, ostinato assedio di un’“ansia leggerina / leggerina”. Arriverà un temporale, magari portato da una “nuvoletta azzurra”: si sa che sarà così; o forse no, forse non arriverà niente, e la nuvoletta svanirà e basta, segno effimero di sé stessa. Questo libro completa l’immagine che avevamo del Minore poeta e in qualche modo la arricchisce e la rinnova: chi ne conosce la scrittura ne avrà una conferma e una sorpresa; chi invece dovesse essere al primo incontro con questo autore avrà la possibilità di scoprire le diverse modulazioni di una voce riflessiva e intimista, salace e piagata.
Abruzzese d’origine, Renato Minore vive a Roma da oltre quarant’anni. Ha pubblicato in poesia: 'I nuovi giorni', 'Non ne so più di prima', 'Le bugie dei poeti', 'Nella notte impenetrabile', 'I profitti del cuore', 'O caro pensiero' (premio Viareggio). Tra gli altri suoi libri: in narrativa, 'Leopardi. L’infanzia le città gli amori' (nella cinquina dello Strega), 'Rimbaud. La vita assente di un poeta dalle suole di vento' (premio Selezione Campiello), 'Il dominio del cuore'; in saggistica, 'Mass media, intellettuali, società', 'Il gioco delle ombre' (premio Flaiano), 'I moralisti del Novecento. Le sue conversazioni con i poeti italiani sono raccolte in 'La promessa della notte' (premio Estense). Ha tradotto le poesie di Paul Verlaine e ha curato l’opera poetica di Kikuo Takano ('Il senso del cielo'). Critico letterario del 'Messaggero', ha insegnato presso l’Università di Roma e la Luiss. È autore di film televisivi su Rimbaud, Flaiano, Leopardi. Dal 2017 è presidente della giuria letteraria del premio Flaiano.
Piero Dorfles firma per Sellerio 'Le parole del mare'. "C’è qualcosa di unico, nei racconti di mare, che non si verifica con nessun altro scenario", scrive Piero Dorfles, "come se lo scorrere dell’acqua su uno scafo, la risacca su una spiaggia, la voce delle onde, gli scricchiolii di un’alberatura, un improvviso colpo di vento sulle vele fossero capaci, da soli, di produrre un fremito di avventura, un brivido, un senso della sfida, una vitalità e una comunione con la natura che non esiste se non a bordo di una imbarcazione". L’energia narrativa del mare navigato è l’argomento di questo libro. Le stesse innumerevoli espressioni della lingua quotidiana, ispirate dal mare, dimostrano questo potere di imporre metafore, di mettere in comune tra i parlanti immagini di immediata suggestione, ogni volta in cui si sente il bisogno di introdurre nella comunicazione un colore emotivo intenso e rapido. Perché le emozioni del mare – i suoi universali generi letterari – le riconosciamo tutti.
E anche questo libro è una navigazione, ha l’andamento di uno scivolare spontaneo, placido o burrascoso, tra le pagine degli scrittori. Entra nella molteplicità dei sentimenti e dei "pensieri marinari" per illustrare come li rappresentino i grandi narratori, come dispieghino questi simbolismi naturali: da quelli creati dalla bonaccia con la sua assurda violenza causata dalla totale mancanza di azione, alla sensazione di perenne infondatezza data dal movimento instancabile delle onde, alla metafora del potere e della ribellione incarnata dal comandante e dall’ammutinamento, al "grande pesce", sia esso il calamaro gigante o la balena, immagine della minaccia dell’ignoto (lato oscuro della coscienza, l’altro, la morte), fino alla sensazione di infida instabilità data dalla terraferma quando si arriva in porto. E il suggerimento che ne viene è che, più che gli scrittori a parlare del mare, sia il mare a parlare attraverso di loro.
Un 'trip' per rileggere la propria vita
E' in libreria con Einaudi 'Canto di Natale con autotune' di Marco Presta. Aurelio Scrocchia, produttore musicale di mezza età, nei giorni prima di Natale si aggira cupo per il centro di Roma incontrando gli artisti della sua casa discografica e ragionando cinicamente sugli uomini e sulla vita. Intorno a lui, implacabile, la bontà a mano armata dei dannati dello shopping natalizio. Aurelio è un uomo di successo, disilluso e senza più obiettivi. Da ragazzo sognava di diventare un grande musicista, ora promuove cantanti che lo disgustano. Tra questi c’è Salomè, una giovane performer che si esibisce solo con l’autotune, il correttore vocale che permette a chiunque di stare davanti a un pubblico senza fare brutte figure.
Salomè canterà Adeste fideles in uno show televisivo la notte della vigilia, e Scrocchia sta organizzando il grande evento. Ma accade qualcosa che spariglierà tutto. Al posto del solito farmaco per la pressione, Scrocchia trangugia per sbaglio un potentissimo alcaloide che gli è stato generosamente rifilato da un trapper della sua scuderia. In preda a buffe allucinazioni, sballottato da una visione improbabile all’altra, Aurelio si trova di fronte tre personaggi bizzarri, i proverbiali fantasmi di dickensiana memoria, che lo obbligheranno a ripensare alla propria esistenza e ai tanti errori commessi, a quello che voleva essere e a quello che invece è diventato. E come in ogni Canto di Natale che si rispetti, nel finale – che non riveleremmo nemmeno sotto tortura – c’è spazio persino per un po’ di speranza.
Il caso Paragon
E' in libreria con Rizzoli 'Il nemico dentro' di Francesco Cancellato. Trentuno gennaio 2025. Con un messaggio sul cellulare, Francesco Cancellato, direttore del giornale online Fanpage, viene informato che il suo telefono è stato violato da uno spyware. Scoprirà nei giorni seguenti che si tratta di Graphite, prodotto dall’azienda israeliana Paragon, che ne vende l’utilizzo esclusivamente a governi e servizi di intelligence. Inizia così questa storia, e non è ancora finita, mentre continua a imporre le stesse domande.
È normale che in una democrazia siano spiati giornalisti e attivisti? È normale che il governo non sappia e non voglia dare alcuna risposta? È normale che armi di sorveglianza così potenti sfuggano al controllo della politica? È normale che per le vittime di spionaggio ci siano solo silenzi, omissioni e bugie? Cancellato ripercorre la vicenda che lo riguarda, quella del suo giornale, Fanpage, e delle inchieste scomode a cui ha dato vita negli ultimi anni, annodando i fili di una vicenda che ha contorni ancora sfumati, tra segreti di Stato che non lo erano, dichiarazioni infondate di ministri e politici di maggioranza, contraddizioni nelle relazioni di chi dovrebbe sorvegliare l’operato dei servizi segreti.
E un esecutivo che tace sulle vere responsabilità in un episodio di spionaggio senza precedenti nel nostro Paese. Attraverso interviste e conversazioni con esperti e protagonisti di questa vicenda, da Franco Gabrielli a Nello Scavo, da Ciro Pellegrino a Matteo Renzi, Cancellato tratteggia il ritratto del 'nemico dentro': lo spyware nel nostro telefono, il nostro stesso disinteresse davanti a uno scandalo di queste proporzioni, ma soprattutto la ferita alla democrazia che rischia di infettare il nostro sistema di diritti.
Relazioni tossiche e come uscirne
Cosa cerchiamo davvero in una relazione? Quando il desiderio di essere amati diventa bisogno o perfino dipendenza? Come si può spezzare il circolo che ci tiene legati, restituendo dignità e libertà ai sentimenti? Chissà quante volte, parlando di un’amica, di un familiare o di persone che magari conosciamo appena, ci è capitato di esprimerci sulla loro vita sentimentale immedesimandoci, con dispiacere o con disapprovazione, in quelle che sembrano evidentemente relazioni disfunzionali: “Ma perché si lascia abbindolare da un tizio del genere?”. Può sembrare facile uscire da una dipendenza affettiva per chi la vede da fuori, ma per chi la patisce in prima persona appare come una meta complessa, dolorosa e spesso irraggiungibile. 'Come fossi una bambola', in libreria con Mondadori, nasce dall’incontro di Francesca Fialdini con lo psicoterapeuta Massimo Giusti e dall’esigenza di raccontare le storie di chi è riuscito a uscire da relazioni che magari non lasciano sempre lividi sulle braccia o segni sulla pelle, ma che, giorno dopo giorno, diventano prigioni soffocanti, invisibili e invalicabili, finendo per inibire ogni slancio vitale.
Grazie alla chiarezza e alla capacità narrativa di Fialdini e all’analisi psicologica di Giusti, queste storie avvincono il lettore come fossero un romanzo e illuminano come in un saggio, senza giudizi né semplificazioni, dinamiche complesse ma che sono straordinarie nella loro sconcertante ordinarietà, in cui tutti possiamo riconoscerci. Del resto a chi non è mai capitato di rimanere, con la speranza di fare del suo meglio, dentro una relazione in cui sente mortificazione, paura, senso di colpa, pur sapendo di trovarsi in una gabbia dove non riesce più a crescere, a esprimersi, a essere felice? Perché le prigioni sono tante: alcune ce le vestono addosso, su misura, ma altre le costruiamo con le nostre mani senza nemmeno rendercene conto. E sta a noi trovare la chiave per uscirne.
La felicità e come trovarla
Che cosa significa davvero essere felici? E dove si nasconde quel senso di equilibrio che, troppo spesso, sembra sfuggirci tra le incombenze della vita, le delusioni e le speranze, i sogni e il confronto con la realtà? Stefano Tiozzo - fotografo, documentarista e content creator - autore di 'Dalla mente al cuore' pubblicato da Sperling & Kupfer - ha deciso di condividere la sua storia, partendo dalla comune esperienza di vita fatta di continui cicli di gioie effimere e dolori profondi, fino alla consapevolezza che se la causa di continui malesseri si trova all'esterno, forse la felicità va cercata all'interno, attraverso un percorso spirituale che ha individuato nella cultura devozionale induista, grazie al miracoloso incontro con il suo maestro spirituale, Paramahamsa Vishwananda. In questo libro, l'autore traccia una parabola esistenziale e al contempo illustra i fondamenti di una tradizione filosofica e religiosa millenaria: non un trattato religioso né un manuale di teologia, quindi, ma un invito a guardarsi dentro attraverso l'esperienza di un viaggiatore che, pur girando tutto il mondo, individua nella distanza tra la mente e il cuore la via più importante che la vita possa riservare.
L'autore ci accompagna in un itinerario che intreccia racconto personale e scoperta spirituale, spiegando concetti come Dharma, karma, yoga, il ruolo dei maestri e i millenari insegnamenti della Bhagavad Gītā come strumenti per ritrovare la propria direzione e vivere con più consapevolezza. Un libro per chi è in cerca di risposte o semplicemente vuole arrivare a quella pace interiore che nasce quando si impara a guardare il mondo attraverso la lente dell'amore, secondo i principi della Bhakti Yoga, lo yoga della devozione.

Sparatoria in pieno giorno oggi a Napoli. Alle ore 12.30 circa, il personale della Polizia di Stato è intervenuto presso il Pronto Soccorso dell’ospedale del Mare, per la segnalazione di un uomo ferito da colpi d'arma da fuoco. Il 26enne sarebbe giunto in gravissime condizioni in ospedale, dove poi è deceduto. Dalla prima ricostruzione di fatti è emerso che la vittima era rimasta gravemente ferita in una sparatoria avvenuta in via Suor Maria della Passione Beata. Sul caso indagano gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e della Squadra Mobile della Questura di Napoli, che stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti.
Jannik Sinner torna in campo per le semifinali delle Atp Finals. Oggi, sabato 15 novembre, il fuoriclasse azzurro è impegnato nel penultimo atto del Torneo dei maestri contro l'australiano Alex De Minaur, riuscito a qualificarsi in extremis nel girone che ha visto l'eliminazione di Lorenzo Musetti. Si comincia non prima delle 14:30.
Dove vedere Sinner-De Minaur? Il match è visibile in diretta e in chiaro su Rai 2, ma anche sui canali Sky Sport. Partita disponibile anche in streaming su Rai Play, Sky Go, Now e Tennis Tv
Il vincitore del match affronterà domani alle 18 il vincitore di Alcaraz-Auger Aliassime, in programma oggi non prima delle 20:30.

A ottobre il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 3,30% (3,28% nel mese precedente; 4,42% a dicembre 2023); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato il 3,56% (3,38% nel mese precedente; 5,45% a dicembre 2023); il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è stato il 3,95% (3,94% nel mese precedente). Così l'Abi nel rapporto mensile.
Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a ottobre 2025 è stato il 2,10%. A settembre tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell'area dell'euro (Italia 2,10%; area dell'euro 1,86%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce) quando il tasso era dello 0,29%, l'incremento è stato di 181 punti base.
Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a ottobre 2025 è stato il 3,50%, con un incremento di 219 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l'1,31%. A ottobre 2025 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato lo 0,64% (0,63% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui conti corrente, che non hanno la funzione di investimento e permettono di utilizzare una moltitudine di servizi, a ottobre 2025 è stato lo 0,28% (come nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022). Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a ottobre 2025 è stato di 188 punti base.
A ottobre 2025 la crescita dei prestiti a imprese e famiglie segna +1,5% su anno, in salita seppur in rallentamento dal +1,7% di settembre su base annua. Si tratta "dell'ottavo mese consecutivo sotto segno positivo", sottolinea il vice direttore Abi Gianfranco Torriero, spiegando che prosegue il trend di "ripresa della domanda" e di "inversione di tendenza".
In base al dato disaggregrato disponibile per il mese di settembre, i prestiti alle famiglie erano cresciuti del 2,2% e quelli alle imprese dell'1,2%, segnando per le famiglie il decimo mese consecutivo di incremento e per le imprese il quarto. La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, ha presentato un incremento di 90,7 miliardi tra settembre 2024 e settembre 2025 (19,5 miliardi famiglie, 17 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) ad ottobre 2025 è risultata in aumento del 3,3% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio 2024 (+3,0% nel mese precedente). A ottobre 2025 i depositi, nelle varie forme, sono cresciuti del 2,8% su base annua (+3,1% il mese precedente). La raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, ad ottobre 2025 è aumentata del 6,9% rispetto ad un anno prima (+2,7% nel mese precedente).

Finisce alle semifinali l'avventura di Andrea Vavassori e Simone Bolelli alle Atp Finals di Torino. La coppia azzurra è stata eliminata oggi, sabato 15 novembre, nel penultimo atto del torneo dei maestri da Harri Heliovaara ed Henry Patten, in due set con il punteggio di 6-4 6-3 in un'ora e 16 minuti. Decisivi, per gli azzurri, i break subiti nel terzo game del primo e del secondo set. Di fatto, i due passaggi a vuoto del match, costati l'eliminazione. Domani, in finale, la coppia anglo-finlandese affronterà Cash/Glasspool o Salisbury/Skupski, impegnati nella seconda semifinale del doppio oggi alle 18
Denunciato 25enne del Sudan per interruzione pubblico servizio... 
"Giorgia Meloni ha ottenuto qualcosa che molti pochi premier italiani hanno ottenuto: stabilità politica". Esordisce così in un reel per l'Economist Christopher Lockwood, esperto di Europa della testata, che sottolinea come il governo Meloni - che ha 'compiuto' tre anni - sia il terzo esecutivo più longevo della Repubblica. Meloni è "il premier più longevo in circa 15 anni", afferma nel reel - titolato "ecco perché Meloni è un politico eccezionale" - con frame di parole di Giorgia Meloni e di Donald Trump che la elogia.
Meloni è alla guida di un "governo che è stato più moderato del caos neofascista che i suoi detrattori liberali temevano" e "l'Italia si è ora assicurata un posto negli ambienti diplomatici che contano dell'Europa e anche il presidente Trump la ascolta", afferma Lockwood, sottolineando come sia "sorprendente considerando le radici di Meloni nell'estrema destra".
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L'Economist racconta dell'Msi, "quando aveva solo 15 anni", poi del 2008 quando Silvio Berlusconi, all'epoca premier, "la nomina nel suo governo" e "a 31 anni diventa il ministro italiano più giovane di un governo del dopoguerra". Quindi della "rottura di Meloni e alleati con il blocco di centrodestra di Berlusconi". Nel 2012, la nascita di Fratelli d'Italia. "Dall'elezione a presidente di Fratelli d'Italia, nel 2014, ha trasformato il partito marginale in un partito mainstream - prosegue l'analisi - E lo ha portato alla vittoria nel 2022".
Lockwood riferisce del lavoro fatto da quel momento, anche alla luce di una "coalizione di destra eterogenea a livello ideologico", che, "al di fuori di Fratelli d'Italia, include Forza Italia, un partito più centrista, e la Lega, un partito di destra euroscettico, con tendenze filo-russe - sintetizza -. Se dovesse tentare cambiamenti radicali e di estrema destra, i suoi alleati di centrodestra probabilmente la bloccherebbero. Un'altra ragione per cui Meloni ha mitigato l'euroscetticismo del suo governo è perché sa che l'Italia non può permettersi di inimicarsi l'Europa. Ha ottenuto la quota maggiore di un fondo Ue per aiutare i Paesi nella ripresa dopo il Covid, 194 miliardi di euro. Il prezzo per questa moderazione, tuttavia, è la mancanza di riforme".
"La sua amministrazione non fa, o cambia, molto - prosegue -. Questa tattica potrebbe tenerla al potere, ma potrebbe essere un problema per l'economia in futuro. Anche con il flusso di fondi Ue, si prevede l'economia italiana cresca solo dello 0,7% quest'anno, lasciando gli scettici a interrogarsi su come andrà l'economia quando finiranno i soldi".
"A livello politico, l'equilibrismo di Meloni le sta dando buoni frutti - conclude Lockwood -. Resta contraddittoria, tra momenti di fuoco populista e buonsenso moderato in altri. Per ora, sembra funzionare".

Non il solito libro sui cani ma un viaggio scientifico e sentimentale nel mondo dei nostri amici a quattro zampe. "Ho scritto su ciò che ho conosciuto e imparato dai miei amici cani in 35 anni di professione, nel libro il protagonista è il cane e il rapporto con i tanti che ho avuto e amato, perché con il proprio cane nasce una storia d'amore e di amicizia". Lo racconta all'Adnkronos Salute il medico veterinario Federico Coccìa che ha scritto 'Con gli occhi del tuo cane - Capire come vede il mondo per amarlo nel modo giusto' (Sperling & Kupfer) disponibile online e in libreria. Attraverso racconti, esempi e consigli, il libro guida a riconoscere i bisogni profondi del cane, a interpretarne i segnali e ad affrontare in modo sereno le sfide quotidiane della convivenza. In queste pagine scopriremo che l'aggressività non è mai 'colpa' del cane, ma spesso il risultato di paure, incomprensioni e cattive gestioni.
Coccia si sofferma sulla nuova moda della clonazione del proprio cane, possibile in Cina così come negli Stati Uniti la clonazione, non in Italia. "Leggendo il mio libro si capisce come la clonazione di un cane sia una cosa effimera - osserva Coccìa - chi ha amato questi animali sa benissimo che hanno un'anima e non si posso clonare. Si può replicare fisicamente il cane che si è perso, ma sarà un altro animale con un suo carattere e una sua anima".
Altro tema molto sensibile, soprattutto per i casi accaduti recentemente, è quello delle aggressioni dei cani - Rottweiler o Pitbull principalmente - che hanno portato alla morte o al ferimento dei padroni o dei familiari. "Parlo anche di questo, come e perché accadono questi fatti", conclude il veterinario che aggiunge "è un piccolo manuale di buona gestione del cane, per chi è al primo o per chi vuole migliorare il rapporto con il suo amico a quattro zampe".

"Le sale cinematografiche vivono una preoccupante erosione che le sta sottraendo a città e quartieri. E non sono in pochi a dire che l'arte del cinema e l'esperienza cinematografica sono in pericolo". Il Papa lancia l'allarme ricevendo in udienza in Vaticano il mondo del cinema. Da qui l'appello applaudito da registi e attori in Sala Clementina: "Invito le istituzioni a non rassegnarsi e a cooperare per affermare il valore sociale e culturale di questa attività".
"La logica dell'algoritmo tende a ripetere ciò che 'funziona', ma l'arte apre a ciò che è possibile. Non tutto dev'essere immediato o prevedibile: difendete la lentezza quando serve, il silenzio quando parla, la differenza quando provoca. La bellezza non è solo evasione, ma soprattutto invocazione", osserva il Pontefice.
"Non abbiate paura di confrontarvi con le paure del mondo", ammonisce Prevost a registi e attori incontrati in Vaticano. "La nostra epoca - dice - ha bisogno di testimoni di speranza, di bellezza, di verità: voi con il vostro lavoro artistico potete esserlo. Recuperare l'autenticità dell'immagine per salvaguardare e promuovere la dignità umana è nel potere del buon cinema e di chi ne è autore e protagonista".
"Non abbiate paura del confronto con la ferite del mondo. La violenza, la povertà, l'esilio, la solitudine, le dipendenze, le guerre dimenticate sono ferite che chiedono di essere viste e raccontate. Il grande cinema non sfrutta il dolore: lo accompagna, lo indaga. Questo hanno fatto tutti i grandi registi. Dare voce ai sentimenti complessi, contraddittori, talvolta oscuri che abitano il cuore dell'essere umano è un atto d'amore. L'arte non deve fuggire il mistero della fragilità: deve ascoltarlo, deve saper sostare davanti ad esso. Il cinema, senza essere didascalico, ha in sé, nelle sue forme autenticamente artistiche, la possibilità di educare lo sguardo", sottolinea Leone XIV.
Quindi la raccomandazione: "Che il vostro cinema resti sempre un luogo d'incontro, una casa per chi cerca senso, un linguaggio di pace. Che non perda mai la capacità di stupire, continuando a mostrarci anche un solo frammento del mistero di Dio".
"Il Signore benedica voi, il vostro lavoro e i vostri cari. E vi accompagni sempre nel pellegrinaggio creativo, perché possiate essere artigiani della speranza. Grazie per quello che fate", il congedo finale prima del saluto con ognuno di loro.
Spike Lee, che fu al settimo cielo per l'elezione di Papa Prevost perché lo vide come un "segno divino" che indicava che la sua squadra del cuore di basket - i Knicks - avrebbero vinto i playoff NBA, stamani era tra i registi ricevuti dal Papa in Sala Clementina. Al momento dei saluti, il regista statunitense ha omaggiato il Pontefice, appassionato di sport, con una maglietta di basket con la scritta 'Pope Leo'. Anche altri attori e registi - durante il baciamano - hanno omaggiato il Pontefice spesso con dei volumi. Come Giacomo Poretti che ha donato a Prevost la sua ultima fatica letteraria 'La fregatura di avere un'anima'.

“Il rapporto tra Leonardo e il Brasile è storico e strategico. Abbiamo l’orgoglio di aver contribuito, con il programma AMX, alla nascita dell’industria aeronautica brasiliana da cui sarebbe poi emersa Embraer”, ha dichiarato Stefano Pontecorvo, presidente del consiglio d’amministrazione di Leonardo S.p.A., intervenuto alla celebrazione della Festa Nazionale del Brasile a Palazzo Pamphilj, sede dell'Ambasciata del Brasile a Roma.
Pontecorvo ha ricordato come la presenza industriale dell’azienda nel Paese sia oggi articolata e consolidata: “Operiamo con Telespazio nel settore delle comunicazioni satellitari e stiamo concorrendo con successo alla fornitura di mezzi di terra Centauro II per l’esercito brasiliano. Per noi il Brasile è un Paese di importanza strategica, anche perché da lì cooperiamo con l’intera America Latina”. Guardando ai prossimi sviluppi della collaborazione, il presidente di Leonardo ha indicato settori ad alto contenuto tecnologico: “Ci sono prospettive significative in campo spaziale, nella cyber e nei sistemi di difesa tradizionali. Il Brasile dispone di un’eccellente base industriale, che ci consente anche di localizzare parte delle produzioni”.

“La scelta di vendere la rete e non cedere il Brasile dimostra oggi tutta la sua validità. Quando molti suggerivano l’opposto, la nostra controllata valeva in borsa 12 reais per azione; oggi ne vale 24. Questo dato, da solo, conferma la solidità della strategia adottata”, ha dichiarato il CEO di Telecom Italia, Pietro Labriola, durante la celebrazione della Festa Nazionale del Brasile a Palazzo Pamphilj a Roma. Labriola ha ricordato come la decisione, all’epoca discussa, abbia invece rafforzato la struttura del gruppo: “Tim Brasil è oggi l’entità che genera più cassa tra le nostre attività in Italia e in Brasile. È un asset con potenziale di crescita ancora significativo e un pilastro industriale che dà valore all’intero gruppo”.
Rispondendo sulle prospettive del mercato brasiliano, il Ceo ha evidenziato come il Paese rappresenti per Tim “l’area di maggiore crescita economico-finanziaria”. Se in passato la crescita in Italia era stagnante, ha spiegato Labriola, “ora siamo tornati a crescere anche sul mercato domestico, ma il Brasile resta uno spunto per comprendere le evoluzioni e le dinamiche future”. Il riferimento è soprattutto al 5G: “Il governo brasiliano, cinque anni fa, ha fatto una scelta lungimirante: la gallina domani invece dell’uovo oggi. Questo ha portato il Brasile a diventare il secondo Paese al mondo per copertura 5G. In termini pratici significa aprire la strada a una digitalizzazione più ampia e a nuovi servizi che in Italia ed Europa non abbiamo”.

Le serrande dei negozi italiani continuano ad abbassarsi inesorabilmente, un'emorragia che negli ultimi dodici anni in Italia ha registrato una riduzione di oltre 140mila attività di commercio al dettaglio, tra negozi e attività ambulanti, con cali particolarmente accentuati nei centri storici e nei piccoli comuni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio in vista dell’iniziativa nazionale "inCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono", dedicata al futuro delle città e delle economie urbane, organizzato dalla Confederazione che si terrà a Bologna, a Palazzo Re Enzo, il 20 e 21 novembre prossimi.
Serrande chiuse, i dati
Un trend che, senza nuove ed efficaci politiche di rigenerazione urbana e senza interventi per riutilizzare gli oltre 105mila negozi sfitti (un quarto dei quali da oltre un anno), è destinato ad aggravarsi ulteriormente con il rischio di perdere, da qui al 2035, altre 114mila imprese al dettaglio. In pratica, oltre un quinto delle attività oggi esistenti sparirebbe con gravi conseguenze per l’economia urbana, la qualità della vita e la coesione sociale.
In particolare, analizza l'Ufficio Studi di Confcommercio, dal 2012 al 2024 hanno chiuso quasi 118mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa e circa 23mila attività ambulanti, per una riduzione totale di oltre 140mila unità, risultato di un eccesso di chiusure rispetto alle aperture.
Perché chiudono i negozi e quali sono i settori più colpiti
Le cause sono riconducibili a una crescita insufficiente dei consumi interni, al cambiamento dei comportamenti di spesa dei consumatori e alla diffusione delle tecnologie digitali che hanno favorito gli acquisti online. Non a caso, nello stesso periodo le imprese attive operanti prevalentemente su internet o nella vendita per corrispondenza sono aumentate di oltre 16mila unità (+114,9%).
Per quanto riguarda il commercio al dettaglio in sede fissa, le contrazioni più rilevanti si registrano nei seguenti comparti: distributori di carburante (-42,2%), articoli culturali e ricreativi (-34,5%), commercio non specializzato ( 34,2%), mobili e ferramenta (-26,7%), abbigliamento e calzature ( 25%).
Città del Centro-Nord più a rischio
Molte città medio-grandi del Centro-Nord sarebbero quelle più esposte a questo fenomeno, mentre per alcuni Comuni del Mezzogiorno il calo sarebbe più contenuto, soprattutto per la riduzione dei residenti e il minor ricorso agli acquisti online. A fronte di questa emergenza Confcommercio, anche attraverso il progetto Cities, propone un’Agenda Urbana Nazionale da definire insieme a Governo, Regioni e Comuni, per rigenerare i centri urbani valorizzando le economie di prossimità e le imprese del terziario di mercato con l'obiettivo di creare un quadro stabile e integrato delle politiche urbane, armonizzando i Distretti Urbani dello Sviluppo Economico e promuovendo strumenti condivisi contro la desertificazione commerciale e per una logistica urbana sostenibile.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un avvicinamento significativo tra Italia e Brasile, sul piano politico, economico e culturale. Il nostro rapporto oggi è a un livello altissimo: lo dimostra la crescita degli scambi commerciali, la cooperazione culturale e perfino quella giuridica. L’Italia ha molto da esportare da noi – dalle tecnologie ai prodotti agroalimentari, al reparto farmaceutico– e con l’accordo UE-Mercosur si aprirà un nuovo orizzonte di opportunità.” Ha dichiarato l'ambasciatore del Brasile in Italia, Renato Mosca de Souza, durante la celebrazione della Festa Nazionale del Brasile, a Palazzo Pamphilj, sede dell'Ambasciata a Roma. In questa occasione la riapertura della Galleria Pietro da Cortona, ha segnato il momento più alto della celebrazione.
Parlando del negoziato europeo, Mosca de Souza ha sottolineato che “ci sono circa mille aziende italiane in Brasile” e l’intesa “offrirà benefici concreti per le imprese italiane” e che “il consumo di prodotti italiani in Brasile è in forte crescita. L'apertura ovviamente non sarà immediata, ci vorranno alcuni anni per la riduzione dei dazi, ma sono convinto che ci sarà un'invasione dei prodotti italiani in Brasile”. Secondo l’ambasciatore, le divergenze politiche europee sulla firma dell'accordo “possono essere superate” perché “il contesto internazionale rende evidente la necessità di rafforzare le alleanze economiche”.
Guardando alla COP30 di Belém, l’ambasciatore ha ribadito gli impegni climatici del Brasile: "Abbiamo l'ambizioso obiettivo di azzerare la deforestazione entro il 2030 e arrivare a un’economia a zero emissioni totali entro il 2050. La protezione delle foreste è centrale perché il problema brasiliano dell'emissione di carbono sta nella deforestazione, che non è una pratica o una politica pubblica, al contrario, è un'attività criminale. Abbiamo già una matrice energetica pulita al 50% e una matrice rinnovabile al 90% nella produzione di elettricità. Ora è il momento di passare dalla negoziazione all’implementazione, con risorse internazionali adeguate per i Paesi in via di sviluppo”.

Donald Trump smorza la tensione 'nucleare' delle ultime settimane e tende la mano a Russia e Cina. Il presidente degli Stati Uniti ha infatti dichiarato oggi, sabato 15 novembre, che vorrebbe organizzare un incontro con i due Paesi per discutere proprio della riduzione degli arsenali nucleari. "Quello che vorrei fare è denuclearizzare, anzitutto organizzando un incontro con le tre maggiori potenze nucleari per ridurre le armi nucleari. Noi siamo i numeri uno, la Russia il numero due, la Cina il numero tre", ha detto ai giornalisti a bordo dell'Air Force One.
Gli Stati Uniti hanno "più armi nucleari di qualsiasi altro Paese", ha aggiunto Trump. "La Russia è seconda, e la Cina è terza, ma entro quattro o cinque anni saranno al nostro livello", ha sottolineato.
I test nucleari 'minacciati' da Trump
Le parole di Trump 'smorzano' la tensione che era cresciuta nelle ultime settimane, con minacce incrociate con la Russia di Putin. "La Russia e la Cina testano armi nucleari senza dirlo. Anche gli Usa faranno test", aveva annunciato il presidente degli Stati Uniti, facendo intendere in maniera diretta che gli Usa sarebbero tornati a effettuare test nucleari dopo uno stop di circa 30 anni.
Il numero 1 della Casa Bianca si è espresso a riguardo nella lunga intervista trasmessa da 60 Minutes, storico programma della Cbs. "Abbiamo più armi nucleari di qualsiasi altro Paese. La Russia è seconda. La Cina è terza, molto distante, ma sarà al livello della Russia tra cinque anni", ha detto accendendo i riflettori sul tema della denuclearizzazione: "E' un tema molto importante. Abbiamo abbastanza armi nucleari per far saltare in aria il mondo 150 volte".
Perché Washington deve riprendere i test? "Beh, perché bisogna vedere come funzionano" le armi. "La Russia ha annunciato che li avrebbe eseguiti. Se ci fate caso, la Corea del Nord esegue test costantemente. Anche altri paesi li stanno facendo. Siamo l'unico paese che non li testa, e io voglio essere l'unico Paese che non li testa. Abbiamo un'enorme potenza nucleare che ci è stata data in gran parte perché quando ero presidente (e detestavo farlo, ma era necessario) ho ricostruito l'esercito durante il mio primo mandato. Sto dicendo che testeremo armi nucleari come fanno gli altri paesi, sì", aveva concluso Trump.
La risposta di Mosca
Immediata la risposta russa, con Putin che, in una riunione del Consiglio di sicurezza, aveva dichiarato di dover "rispondere in modo adeguato" a test nucleari "condotti dagli Stati Uniti o da altri Paesi". Il presidente della Russia aveva quindi ribadito chiaramente che "se gli Stati Uniti o altri Paesi, che fanno parte del Trattato" di non proliferazione nucleare, "avessero condotto i test, la Russia avrebbe dovuto adottare misure adeguate in risposta".
Mosca, nei giorni seguenti, non ha ricevuto alcun chiarimento da Washington in merito al significato preciso delle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla ripresa dei test nucleari nel suo Paese. A dirlo era stato il portavoce presidenziale russo Dmitrij Peskov durante un briefing, dichiarando che la Russia non ha chiarezza su cosa esattamente gli Stati Uniti intendano testare. Trump non ha specificato a quali test si riferisse, né se questi includessero l'utilizzo di testate nucleari.
"Gli Stati Uniti stanno aumentando attivamente le armi strategiche offensive", aveva aggiunto inoltre il ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, aggiungendo che Washington "pianifica la creazione di un nuovo missile intercontinentale, la produzione di un sottomarino strategico, la riattivazione di sistemi di lancio". "L'analisi delle dichiarazioni di alti funzionari statunitensi indica che Washington è orientata alla preparazione e allo svolgimento di test nucleari", ha incalzato il generale Valery Gerasimov, capo di stato maggiore.
Anche la Nato 'avverte' Putin
La Nato ha importanti capacità di deterrenza nucleare, in particolare contro la Russia, ed è necessario parlarne di più in futuro perché "le nostre società devono saperlo". E' quanto ha sottolineato il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Mark Rutte, in un'intervista all'edizione domenicale di Die Welt anticipata dalla Dpa, proprio mentre aumentava la tensione tra Washington e Mosca sul fronte dei test nucleari.
"È importante parlare di più della deterrenza nucleare con le nostre società, per assicurare che capiscano come questa contribuisca alla nostra sicurezza complessiva”, ha dichiarato Rutte, secondo cui "quando la Russia usa una retorica nucleare pericolosa e sconsiderata, le nostre popolazioni devono sapere che non c'è motivo di farsi prendere dal panico, perché la Nato dispone di un forte deterrente nucleare per preservare la pace, prevenire la coercizione e scoraggiare l'aggressione”.
E ancora ha insistito il numero uno dell'Alleanza: "La deterrenza nucleare della Nato è la garanzia ultima della nostra sicurezza. È importante che la nostra deterrenza nucleare rimanga credibile, sicura, protetta ed efficace”. Il presidente russo Vladimir Putin, ha ammonito, "deve sapere che una guerra nucleare non può mai essere vinta e non deve mai essere combattuta".
La posizione dell'Iran e l'appello dell'Aiea
Tra i Paesi non citati da Trump per l'incontro sulle armi nucleari c'è l'Iran, con cui gli Usa sono già in trattative sfociate nell'attacco americano a tre siti nucleari iraniani lo scorso giugno. L'Iran non mira a dotarsi di bombe nucleari, ma vuole raggiungere un "accordo pacifico sul nucleare" e non scenderà a compromessi sulla sicurezza nazionale. Lo ha detto il viceministro degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh al 12mo dibattito strategico di Abu Dhabi.
"Teheran non è alla ricerca di bombe nucleari - ha dichiarato - E' pronta a rassicurare il mondo su questo punto. Siamo molto orgogliosi del nostro programma nucleare nazionale". Khatibzadeh ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno inviando all'Iran, attraverso Paesi terzi, messaggi contraddittori sui colloqui sul nucleare.
il presidente Masoud Pezeshkian ha però sottolineato che l'Iran non intende abbandonare il proprio programma nucleare né la propria "programmazione missilistica difensiva". In un intervento trasmesso dalla tv di Stato ha infatti dichiarato che Teheran "cerca la pace, ma non si piegherà alla coercizione". Il leader iraniano ha aggiunto che il Paese è disposto a "riprendere i colloqui sul programma nucleare", ma ha precisato che "il dossier missilistico non è sul tavolo dei negoziati".
Intanto l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha chiesto all'Iran di ''rispettare gli obblighi'' e di autorizzare ''il prima possibile'' l'accesso alle sue scorte di uranio, per ''calmare le preoccupazioni degli alleati''. In una nota l'Aiea ha spiegato che dalla guerra di giugno con Israele non è stata in grado di verificare lo stato delle scorte di uranio.
"E' fondamentale che l'agenzia sia in grado di verificare quanto prima possibile gli inventari di materiale nucleare precedentemente dichiarato in Iran", ha affermato l'Aiea nel suo rapporto, aggiungendo che le scorte di uranio di grado quasi nucleare erano "una questione di seria preoccupazione".
Presidente: 'segnale inquietante, solidarietà al mio assessore'... 
Marco Bezzecchi conquista la pole position del MotoGp di Valencia, che chiude la stagione del circo a due ruote. Il pilota dell'Aprilia ha fatto segnare il miglior tempo oggi, sabato 15 novembre, in 1’28”809. Dietro di lui Alex Marquez e Fabio Di Giannantonio.
Delusione per Pecco Bagnaia, che si ferma durante il Q1 e partirà quindi in sedicesima posizione. Ecco la griglia di partenza per l'ultimo Gran Premio dell'anno.
La griglia di partenza del Gran Premio di Valencia:
1. M. Bezzecchi (Q1)
2 A. Marquez (Q2)
3 F. Di Giannantonio (Q2)
4 R. Fernandez (Q2)
5 P. Acosta (Q2)
6 F. Quartararo (Q2)
7 F. Morbidelli (Q2)
8 J. Miller (Q2)
9 F. Aldeguer (Q2)
10 J. Mir (Q2)
11 J. Zarco (Q2)
12 A. Ogura (Q2)
13 L. Marini (Q1)
14 A. Espargarò (Q1)
15 B. Binder (Q1)
16 F. Bagnaia (Q1)
17 J. Martin (Q1)
18 M. Oliveira (Q1)
19 A. Rins (Q1)
20 E. Bastianini (Q1)
21 M. Vinales (Q1)
22 N. Bulega (Q1)
23 A. Fernandez (Q1)
24 S. Chantra (Q1)
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