
Milano conquista nuovamente il primo posto, con ottimi risultati nella dotazione di servizi, reddito, gestione delle infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo, seguita da Bolzano e Bologna, nell’Indagine annuale sulla qualità della vita 2025 nelle province italiane, realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, giunta alla 27ª edizione. Rispetto alla classifica dello scorso anno, per Milano e Bolzano si tratta di una conferma, mentre migliora Bologna che sale di una posizione. Due passi indietro, invece, per Monza e della Brianza, mentre si segnala un significativo avanzamento in graduatoria di Rimini e Ascoli Piceno, rispettivamente al 12° e 15° posto, con oltre venti posizioni guadagnate rispetto al 2024. Ancora in fondo alla classifica Caltanissetta (107ª), preceduta da Crotone (106ª), che scende di cinque posizioni in un anno e Reggio Calabria (105ª), che invece conquista un posto. Da rilevare, in negativo, Foggia, che passa dalla 93ª alla 104ª postazione in classifica, Pordenone dalla 9ª alla 23ª e Gorizia dalla 26ª alla 52ª.
Lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, turismo intrattenimento e cultura, che hanno permesso di indagare in maniera approfondita i molteplici aspetti relativi alla qualità della vita a livello locale. Le 107 province italiane sono state classificate in 5 cluster (Mediterraneo, Francigena, Adriatico, Padania, Metropoli), ottenendo così una fotografia più dettagliata delle specificità territoriali. La qualità della vita nel 2025 è risultata buona o accettabile in 60 province su 107. Si tratta di un valore inferiore a quello registrato negli ultimi anni e quindi indicativo di un peggioramento. L’indagine conferma anche per il 2025 la frattura esistente tra il Centro-Nord e l’Italia meridionale e insulare. Nelle regioni del Mezzogiorno, inoltre, restano significative aree di disagio sociale e personale. La qualità della vita nelle province del Nord-Ovest risulta in leggero arretramento (19 province su 25 sono nei due gruppi di testa – qualità buona e accettabile – 2 in meno rispetto alla passata edizione). Una situazione opposta caratterizza il Nord-Est, mentre nell’Italia centrale si registra un lieve miglioramento. Per le province dell’Italia meridionale e insulare, soltanto L’Aquila si classifica nel gruppo 2 (qualità della vita accettabile), contro le due (Pescara e Teramo) censite lo scorso anno.
Gli indicatori della dimensione 'Affari e lavoro' riportano informazioni sul mercato occupazionale, sulle imprese, sull’importo dei protesti per abitante e sulla incidenza di startup e Pmi innovative. Bolzano si classifica al primo posto come nelle tre passate edizioni, seguita da Firenze (che si trova al quarto posto) e che scala ben 16 posizioni rispetto allo scorso anno. A seguire Prato, Padova e Trento. In coda alla classifica troviamo esclusivamente province dell’Italia meridionale e insulare: Agrigento, Siracusa e Napoli.
La dimensione dell’ambiente è articolata in due sottodimensioni: quella negativamente associata alla qualità della vita comprende indicatori di impatto ambientale, mentre nella sottodimensione positiva figurano anche variabili il cui andamento può essere messo in relazione con le azioni degli amministratori locali. È ancora Bolzano in vetta: apre la classifica della qualità ambientale, seguita da Bologna, Bergamo e Reggio Emilia. Nelle 19 posizioni di testa figurano 6 province del Nord-Ovest; 12 province del Nord-Est e Macerata in rappresentanza dell’Italia centrale. In coda si confermano anche per il 2025 Palermo e Catania.
Relativamente ai reati e alla sicurezza Ascoli Piceno apre la classifica, scalando dieci posizioni rispetto allo scorso anno. Seguono nell’ordine Oristano, Potenza, Matera e Treviso. L’analisi dei risultati rilevati in questa e nelle passate edizioni denota una sostanziale stabilità del quadro relativo alla sicurezza. Infatti, anche quest’anno le province in cui la sicurezza è risultata buona o accettabile ammontano a 65, dato in linea con quello delle ultime sette edizioni dell’indagine, un risultato quindi stabile nel tempo e molto positivo. In coda troviamo Roma, Trieste, Firenze e, ultima, Milano.
Per il 2025, nella dimensione della sicurezza sociale sono stati sostituiti 5 dei 12 indicatori in cui si articola. È subentrato il dato relativo ai NEET (percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati né in percorsi di istruzione o formazione, né nel mondo del lavoro). Al posto dei 4 indicatori rimossi troviamo: omicidi stradali ogni 100 incidenti stradali, dai morti per abuso di alcol per 100 mila abitanti, dai morti per abuso di sostanze stupefacenti per 100 mila abitanti e, infine, dall’indice di affollamento carcerario. La provincia che quest’anno apre la classifica è Ascoli Piceno, seguita da Lodi, Prato, Siena e Ragusa, mentre chiude quella del Sud Sardegna.
Sono 6 gli indicatori della dimensione Istruzione e formazione: tasso di partecipazione alla scuola dell’infanzia, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 39 anni con laurea o altri titoli, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni coinvolte in attività di formazione permanente e la percentuale di studenti in possesso di adeguate competenze numeriche e alfabetiche. Apre la classifica Bologna, confermando il piazzamento delle passate due edizioni dell’indagine. A seguire Milano, due province del Nord-Est, Udine e Trieste, e Ascoli Piceno in rappresentanza dell’Italia centrale. Chiudono Caltanissetta e, ultima, ancora una volta, Crotone.
La struttura di questa dimensione di analisi è stata profondamente modificata nel 2022, con l’eliminazione della densità demografica; la sostituzione del numero medio di componenti del nucleo familiare con il numero medio di figli per donna; l’inserimento di 5 nuovi indicatori. Bolzano si conferma al primo posto, risultato che si ripete da undici anni a questa parte. A seguire si classificano nel gruppo di testa Trento, Brescia, Monza e della Brianza e Milano. In ultima posizione Sud Sardegna e Oristano. A partire dal 2025, accanto alle sottodimensioni dei posti letto in reparti specialistici e della dotazione di grandi apparecchiature diagnostiche, è stata inserita la sottodimensione degli indicatori di attività ospedaliera, che tenta di catturare l’impatto della mobilità ospedaliera extraregionale sul sistema ospedaliero provinciale e la sua attrattività. Ancona apre la classifica, migliorando il terzo posto già conseguito lo scorso anno, seguita da Catanzaro, Siena, Pisa e Verona. Chiude la classifica la provincia del Sud Sardegna, che peggiora di una posizione.
Nella nuova dimensione turismo, intrattenimento e cultura apre la classifica Bolzano, seguita da Trieste, Rimini, Roma e Livorno. Nel gruppo di testa sono comprese 17 province, contro le 14 censite lo scorso anno. Vi figurano, tra le altre, Milano, Imperia, Verona, Venezia, Gorizia, Ravenna e Forlì-Cesena, Firenze, Grosseto, Lucca. Chiude la classifica Enna. A partire dalla presente edizione dell’indagine, la ricchezza matrimoniale pro capite è stata sostituita dai valori immobiliari (sottodimensione positiva), ed è stato inserito un nuovo significativo indicatore, rappresentato dal costo al mq per l’affitto di un immobile residenziale. Milano apre la classifica confermando i risultati ottenuti nelle cinque passate edizioni. A seguire nel gruppo di testa troviamo Bolzano, Firenze, Monza e della Brianza e Bologna. Chiude la classifica, come nelle sei passate edizioni, la provincia di Crotone.
Secondo Marino Longoni, Condirettore di ItaliaOggi: “La classifica 2025 dell’Indagine elaborata da ItaliaOggi e Ital Communications conferma tendenze già osservate in passato: le grandi città, soprattutto del Centro-Nord, mostrano una forte capacità di resilienza e di adattamento alle emergenze degli ultimi anni. Purtroppo, si accentua invece il divario tra Centro-Nord e Sud, dove emergono segnali sempre più evidenti di disagio sociale e personale. Milano, da due anni, rimane nelle prime posizioni in classifica e, nonostante risultati molto negativi per l’indicatore relativo alla sicurezza, mantiene salda la sua leadership”.
Attilio Lombardi, Founder di Ital Communications, ha affermato: “L’indagine che anche nel 2025 Ital Communications, insieme a ItaliaOggi e in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, ha condotto su 107 province italiane, analizzando dimensioni quali lavoro, sicurezza sociale, ambiente, istruzione, giustizia, salute, ha permesso di avere un quadro ampio e dettagliato sul livello di qualità della vita. Sono emersi segnali importanti, utili per valutare criticità e urgenze, ma anche aspetti positivi e di crescita. Il nostro impegno e il nostro ruolo, come comunicatori, è quello di favorire la buona comunicazione, che rappresenta un elemento fondamentale per la capacità dei cittadini a partecipare alle decisioni collettive: si tratta di un modo per agevolare un dialogo concreto all’interno delle comunità, utile allo sviluppo dei singoli territori”.
Per Alessandro Polli, docente di Statistica economica e Analisi delle serie storiche all’Università La Sapienza di Roma: “L’indagine sulla qualità della vita – giunta alla 27ª edizione – è uno degli studi più completi disponibili in Italia. Si articola in nove dimensioni e 97 indicatori che permettono un’analisi approfondita del contesto locale. L’edizione di quest’anno conferma tre tendenze: la crescente frattura tra il centro-nord, più resiliente, e il Mezzogiorno, sempre più vulnerabile; la presenza di ampie aree di disagio sociale nel sud, difficili da affrontare nell’attuale quadro di finanza pubblica; e il consolidamento del primato delle province e città metropolitane del centro-nord, che anche nella fase economica e geopolitica attuale mostrano la maggiore capacità di resistenza”.

Todd Snider, cantautore statunitense noto per aver fuso con naturalezza folk, country, rock e blues, è morto all'età di 59 anni venerdì 14 novembre a Nashville. L'annuncio è stato diffuso attraverso un comunicato pubblicato sulla sua pagina Facebook e sul suo sito ufficiale. La notizia della scomparsa arriva dopo che l'artista era stato ricoverato e diagnosticato con una polmonite atipica, come spiegato in un precedente aggiornamento condiviso da amici e familiari.
Nato l'11 ottobre 1966 a Portland, nell'Oregon, Snider si era trasferito a Nashville negli anni '90 per dedicarsi alla musica. Scoperto da Keith Sykes, pubblicò il suo album d'esordio 'Songs for the Daily Planet 'nel 1994. Nel corso della sua carriera ottenne una candidatura come artista dell'anno agli Americana Honors & Awards nel 2006, fondò la sua etichetta Aimless Records nel 2008 e venne inserito nella Country Music Hall of Fame nel 2021.
La scomparsa arriva al termine di un mese difficile per il musicista: Snider aveva infatti cancellato le ultime date del tour legato al suo nuovo album, CHigh, Lonesome and Then Some', pubblicato lo scorso 17 ottobre, dopo essere stato vittima di un'aggressione davanti al suo hotel di Salt Lake City, dove avrebbe dovuto esibirsi. Secondo un comunicato diffuso sui social il 3 novembre, il cantautore aveva riportato 'gravi ferite' che gli avrebbero impedito di tornare sul palco per un periodo indefinito. I dettagli dell'assalto restano tuttora poco chiari. Poco dopo era emerso anche che il musicista era stato arrestato per disturbo della quiete pubblica in seguito a un episodio avvenuto all'Holy Cross Hospital, dove veniva curato.
Todd Snider non ha mai conosciuto il successo mainstream di figure come John Prine, Kris Kristofferson o Jerry Jeff Walker - tutti mentori o punti di riferimento per lui - ma ha conquistato un pubblico devoto grazie a un'originale miscela di folk, country e attitudine rock alternativa, raccontata con uno humour tagliente, una capacità di osservazione acuta e un tempismo comico fuori dal comune.
I suoi brani, all'apparenza semplici e colloquiali, nascondevano una visione disincantata del mondo: storie di sfortune quotidiane, risse improvvisate, dipendenze, incontri sbagliati e, sempre, una nota di dolore. Calzava spesso i palchi scalzo, 'menestrello errante' come amava definirsi, guidando il pubblico in viaggi narrativi pieni di curve e confessioni.
Pur attraversati da un certo fatalismo, i suoi testi lasciavano sempre intravedere una testarda forma di ottimismo. In 'Can't Complain', dopo una sequenza di disavventure burocratiche e lavorative, il ritornello ribaltava lo sguardo con autoironia: 'Non ho niente da perdere, niente da guadagnare… non posso lamentarmi'. In 'Alright Guy', ammetteva i propri sbagli rivendicandone la normalità: "So che mi scateno e so che bevo troppo, ma non è che abbia un mucchio di cadaveri nel bagagliaio". Celebre anche per i monologhi introduttivi ai concerti - spesso più lunghi delle canzoni stesse - Snider raccontava senza filtri gli anni passati sul 'circuito dei divani', ospite di fortuna nelle case degli amici mentre tentava di farsi strada come cantautore. Jerry Jeff Walker, diceva, gli aveva insegnato che 'la differenza tra uno spirito libero e un approfittatore sono tre accordi di chitarra'.

"Non riesco a trovare nessuna parola più giusta di amore. Grazie, ne sono circondata. Ne siamo circondati". Andrea Delogu si esprime così sui social dopo il commovente ritorno a Ballando con le stelle. La conduttrice è tornata nello show del sabato sera di Raiuno dopo la tragica morte del fratello Evan, 18 anni, scomparso a fine ottobre in un incidente con la moto. Delogu, assente per 2 puntate, è rientrata esibendosi in un valzer con il maestro Nikita Perotti. L'esibizione, al di là dei voti e dei punteggi ottenuti, ha colpito profondamente la giuria, il pubblico e tutto il cast[1] della trasmissione condotta da Milly Carlucci.
"Grazie. Non solo per oggi, ma per tutto", scrive Delogu già nel cuore della notte, al termine della trasmissione che si è chiusa ben oltre l'1. Oggi, la conduttrice di La porta magica pubblica altri post. "Grazie ai colleghi meravigliosi, alla giuria, a Milly, Alberto, Ema e tutte le persone che fanno parte di questo programma. Sono fortunata ad essere qui", il messaggio che Delogu. Vi amo, a domani con "La porta Magica" e poi a sabato in pista con non ho capito cosa ma lo scopro appena Nikita si sveglierà", aggiunge oggi.
Delogu è scesa in pista dopo la messa in onda della clip che abitualmente precede la prova di ogni concorrente. "Non c'è nulla da aggiungere perché lui è un pezzo di me, lo era prima e lo è adesso. Questa è l'ultima volta che parlo di mio fratello davanti alla telecamera, è successo... chi non l'ha provato spero non lo provi davvero perché può solo immaginare... chi lo ha provato sa di cosa sto parlando", le parole commosse di Delogu.
"La mia vita è finita con quella telefonata - ha raccontato ancora - ora ne è iniziata un'altra. Il mondo è crollato, ma devo andare avanti". "Questo lutto deve diventare privato, e questo dolore voglio viverlo da sola".

Nuovo appuntamento stasera con 'Che Tempo Che Fa', come ogni domenica dalle 19,30 in diretta sul Nove e in streaming su Discovery+. Lunga la lista degli ospiti di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto e Filippa Lagerbäck per la puntata.
Gino Cecchettin, a due anni dalla scomparsa della figlia Giulia e a pochi giorni dalla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” del 25 novembre. È fondatore insieme ai figli Elena e Davide della “Fondazione Giulia Cecchettin”, che ha tra gli obiettivi quello di lavorare per la parità di genere, contrastare la violenza sulle donne e tenere viva la memoria di Giulia e i suoi valori;
Renato Zero, uno degli artisti più amati della storia della musica italiana, che in 58 anni di straordinaria carriera ha venduto oltre 55 milioni di dischi in Italia e 4 milioni nel mondo, fresco d’uscita con l’ultimo album, “L’Orazero”, e presto in tournée con “L’Orazero Tour 2026” nei palasport di tutta Italia;
Alessandro Gassmann e Luisa Ranieri, protagonisti della commedia natalizia “Natale senza Babbo”, diretta da Stefano Cipani, in cui interpretano Babbo Natale e sua moglie Margaret.
E ancora: Corrado Formigli; Don Davide Banzato, dal 18 novembre nelle librerie con “Il coraggio di scegliere – Il mio viaggio con sant’Agostino”; l’economista Carlo Cottarelli; Massimo Giannini, editorialista de la Repubblica; Roberto Burioni, Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele; Alberto Mantovani, presidente di Fondazione Humanitas per la Ricerca; Michele Serra.
A chiudere la puntata l’immancabile appuntamento con “Che tempo che fa – il Tavolo” con: Mara Maionchi; Nino Frassica; Gialappa’s Band, al timone della sesta stagione di “GialappaShow”; Iva Zanicchi, in libreria con “Quel profumo di brodo caldo – La mia cucina dei ricordi”; Alessia Marcuzzi; Cristiano Malgioglio; Gigi Marzullo; la Signora Coriandoli; Raul Cremona; Simone Di Pasquale; Ubaldo Pantani; Giucas Casella.

"Israele non accetterà la creazione di uno stato del terrore palestinese nel cuore della terra di Israele, a una distanza infinitesimale dai suoi centri abitati". E' quanto ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, alla vigilia dell'atteso voto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su una risoluzione sul piano di Donald Trump per la Striscia di Gaza.
"La politica di Israele è chiara: non ci sarà uno stato palestinese", ha insistito via X anche il ministro della Difesa, Israel Katz, aggiungendo che le forze israeliane (Idf) resteranno nelle zone considerate strategiche. "Le Idf resteranno sul Monte Hermon e nella 'zona di sicurezza'", ha aggiunto, ripetendo che "Gaza sarà smilitarizzata fino all'ultimo tunnel" e insistendo sul disarmo di Hamas.

"Non è lo scandalo delle mail di Epstein che dovrebbe indurci a riflettere sullo stile di governo di Trump e sulle sue possibili conseguenze. E’ la sua politica, semmai. E cioè quel modello di potere e di relazioni con l’economia e la tecnologia che sta dietro la sua elezione e muove l’America in una direzione che appare ancora largamente sconosciuta. Sconosciuta ma anche assai inquietante. Poiché l’unica cosa che si comprende con chiarezza nitida e brutale è il fatto che nell’America che si annuncia oggi sotto le bandiere di Trump il peso del potere economico e tecnico diventerà ancora più schiacciante di quanto non sia stato fino ad oggi. E che dunque l’affinità politica con il modo di pensare, chiamiamolo così, 'europeo' sia ancora meno del poco di cui tante volte ci siamo lamentati.
E’ l’Atlantico più largo la vera novità geopolitica con cui dovremo fare i conti. E soprattutto dovrebbe farli Giorgia Meloni, che in mezzo a quelle onde forse si illude ancora di barcamenarsi con una disinvoltura quasi acrobatica. Intendiamoci, nessuna persona di buon senso auspica che quella frattura che divide il 'campo' occidentale si allarghi ancora di più, fino a diventare un’aperta ostilità tra le due sponde. Ma è evidente ormai che s’è messa in movimento una dinamica che non si potrà governare con l’astuzia. Essa infatti implica una diversità troppo ampia perché se ne possa venire a capo con un gioco di prestigio. E dunque reclama anche da parte nostra l’onere di una svolta.
Noi siamo ormai giunti a ridosso del bivio tra l’Europa e l’America. Due mondi che dovranno collaborare e non buttare all’aria la loro storica amicizia. Ma che non potranno più contare -purtroppo- su quella sorta di affinità, sia pure un po’ sbilenca, che ha aiutato l’equilibrio geopolitico del dopoguerra e ha accompagnato la rinascita del nostro continente. Un mondo dorato, a vederlo da lontano. Eppure un mondo che sta consumando se stesso senza neppure rendersene del tutto conto.
E’ qui che sta il bivio a cui ci chiama l’America di Trump. Possiamo illuderci di starle dietro, con una genuflessione apparentemente dignitosa. Oppure possiamo prendere atto, con tutto il rammarico del caso, che a questo punto l’Europa deve davvero cominciare a fare leva su se stessa. E per farlo deve scommettere forte sulla sua unità e sulla sua novità. Anche apprestandosi a qualche sacrificio e a qualche rischio in più. Ora, è piuttosto ovvio che Meloni si deve essere ben resa conto di tutto questo. Ma è forte l’impressione che lei ancora coltivi qualche illusione di riuscire a tenere i piedi in due staffe. Accarezzando Trump per il verso del pelo. E assecondando quel tanto di europeismo minimale che serve a mantenere se stesso.
Una politica che richiama un’antica tradizione del nostro paese, laddove si è sempre cercato di stare in bilico tra queste due direttrici fondamentali. Con una differenza altrettanto fondamentale, però. E cioè che gli Stati Uniti dell’epoca si vivessero come i leader di tutto il mondo occidentale. Mentre oggi sembrano ansiosi di liberarsi da quel fardello. Oggi di questo glorioso (e comodo) passato resta ben poco. E la piega che l’America ha preso con l’elezione di Trump e con l’emersione del sistema economico e tecnologico che se lo è inventato spalanca davanti ai nostri occhi uno scenario per il quale non eravamo preparati. Nessuno di noi, a dire il vero. Compresi gli atlantisti più convinti, tra i quali si annovera anche il sottoscritto.
Ma proprio la portata di questa novità pone ora l’Europa davanti a un bivio non privo di drammaticità. E cioè il bivio tra integrarsi davvero o davvero scomparire. Argomento che fa parte di una certa retorica da molti anni, ma che a questo punto ha acquisito una inedita attualità e verità. Ed è appunto quello il bivio che reclama anche dal governo in carica l’onere di una scelta. Poiché le mezze misure con cui l’Unione europea ha pensato di cavarsela fin qui non bastano più. E poiché questo nostro paese, sempre sull’orlo delle critiche e dei sospetti altrui, si trova oggi ad essere paradossalmente ancora più cruciale dei suoi compagni d’avventure europeiste. Non tanto per i nostri progressi, ma per i passi indietro altrui. Sta al governo decidere se imboccare questa strada più impervia. O se fermarsi attoniti davanti a quel bivio confidando che tutto si risolva da sé, tra un brindisi, una stretta di mano e lo scatto di una fotografia. Difficile che bastino una volta che s’è messo in moto un processo così poderoso". (di Marco Follini)

Affari Tuoi si ferma di nuovo. Stasera, domenica 16 novembre, il game show di Rai 1 condotto da Stefano De Martino non andrà in onda. Il gioco dei pacchi subisce uno stop forzato a causa di un cambio di palinsesto. Questa sera, infatti, non andrà regolarmente in onda, al tradizionale orario, per dare spazio alla Nazionale.
La Nazionale azzurra affronta oggi la Norvegia - in diretta tv e streaming - a San Siro, nell'ultima giornata del girone I di qualificazione ai Mondiali 2026, di scena la prossima estate in Stati Uniti, Canada e Messico. La sfida tra Italia e Norvegia è in programma alle ore 20.45 su Rai 1.
Stefano De Martino e il 'gioco dei pacchi' tornano in onda già domani sera, lunedì 17 novembre, come si consueto alle 20:45 su Rai 1.

Furto in casa di un dirigente sportivo a Forio d'Ischia (Napoli), denunciato 21enne tesserato con la squadra dilettantistica avversaria. Il particolare derby fuori dal campo si è sviluppato interamente sull'isola d'Ischia.
I carabinieri della stazione locale hanno raccolto la denuncia di furto in abitazione presentata dirigente sportivo dell'a.s.d. Real Forio, formazione che milita nel campionato di Eccellenza. Da casa erano stati sottratti 2mila euro in contanti. Dalle telecamere di videosorveglianza, gli investigatori hanno riconosciuto il possibile autore del furto e lo hanno raggiunto. Si tratta di un 21enne calciatore della squadra del Lacco Ameno.
Il giovane è stato bloccato dai carabinieri in località Chiaia di Forio d'Ischia. Il ragazzo indossava ancora gli indumenti utilizzati durante il furto e con sé aveva una busta con all’interno alcuni capi di abbigliamento appena acquistati. Nelle tasche del giovane calciatore 1.400 euro in contanti. Il 21enne è stato denunciato a piede libero, mentre il denaro sarà restituito al legittimo proprietario.

Una coppia di cinesi è stata trovata in un edificio in via della Croce, a Revello, nel cuneese, intossicata da monossido di carbonio. La donna, 69 anni, è morta. L'uomo, 75 anni, è stato trasportato a Savigliano in codice rosso.

“Se cresce la povertà deve crescere anche la solidarietà, la Colletta Alimentare è un piccolo gesto che risponde a una domanda importante di come arrivare a fine mese: è un gesto di grande fiducia oltre che una risposta concreta”. Lo ha dichiarato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, dopo aver partecipato all’iniziativa. In un contesto sociale segnato da individualismo e indifferenza, la partecipazione di 155 mila volontari e di oltre 5 milioni di donatori rappresenta un segnale forte: cittadini di ogni età e provenienza hanno dedicato tempo, cura e attenzione, per quegli 'invisibili' che spesso non trovano voce. Un gesto semplice, una confezione di riso, una scatoletta di tonno, una bottiglia di passata di pomodoro, che alimenta speranza, come auspicato da Papa Leone XIV domenica scorsa: "Mentre le cause strutturali della povertà vanno affrontate e rimosse, tutti siamo chiamati a creare segni di speranza".
È questo, in fondo, il valore della colletta: un Paese che sceglie di non voltarsi dall’altra parte e, nonostante l’aumento del costo della vita, dona quanto può. Un vero e proprio spettacolo della carità, il segno di una coscienza di popolo ancora viva, come dimostra anche la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, primo anche quest’anno ad aderire personalmente a questo gesto. Dalla Presidenza della Repubblica, la Colletta Alimentare, ha ricevuto anche l’Alto Patronato. Secondo il rapporto Istat sul Bes diffuso due giorni fa, nel 2024 in Italia la percezione del rischio di cadere in povertà è al 18,9% rispetto a una media Europea del 16,2%. La giornata nazionale della Colletta Alimentare dice anche qualcosa di importante sul bisogno, profondo e condiviso, di costruire relazioni vere e capaci di rispondere ai molteplici volti della povertà, primo fra tutti la solitudine.
Grazie a 8.300 tonnellate di prodotti donati nei supermercati di tutta Italia, Banco Alimentare potrà sostenere nei prossimi mesi 1 milione e 800 mila persone bisognose attraverso 7.600 enti caritativi convenzionati. L’ attività di Banco Alimentare, operativo tutto l’anno nella lotta allo spreco e sul valore del cibo come risorsa, vuole essere sempre più uno strumento di inclusione, di relazione e di costruzione di comunità più resilienti, dove nessuno resti ai margini.La Colletta Alimentare continua online fino al 1° dicembre su alcune piattaforme dedicate: per conoscere le modalità di acquisto dei prodotti è possibile consultare il sito bancoalimentare.it. La Colletta Alimentare, gesto con il quale la Fondazione Banco Alimentare Ets aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2025 indetta da Papa Leone XIV, ha ricevuto il patrocinio e il sostegno del Comitato Nazionale per la celebrazione dell’VIII centenario della morte di San Francesco di Assisi ed è resa possibile dalla collaborazione con la Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV, la Compagnia delle Opere - Opere Sociali Ets, l’Esercito, l’Aeronautica Militare, l’Associazione Nazionale Alpini, l’Associazione Nazionale Bersaglieri, il Lions International Multidistretto 108 Italy e la European Food Banks Federation.

L'Italia dovrà passare, a meno di una vittoria per 9-0 contro la Norvegia al limite dell'impossibile oggi, domenica 16 novembre, per i playoff per sperare di qualificarsi ai Mondiali 2026 che andranno in scena in Stati Uniti, Messico e Canada. Ma proprio la partita di San Siro contro la Nazionale scandinava può essere importante, se non per la qualificazione diretta, almeno per l'eventuale fase a gironi della rassegna iridata.
La Fifa infatti, secondo quanto riportato da Football Meets Data, al sorteggio per stabilire i gruppi che andranno a comporre la fase finale del Mondiale 2026, potrebbe inaugurare una nuova divisione in fasce. Ad oggi infatti le squadre che si qualificano attraverso gli spareggi sarebbero inserite nella quarta, rischiando di finire in veri e propri gironi di ferro.
Per il prossimo 5 dicembre, quando avverrà il sorteggio, il massimo organismo di governo del calcio mondiale sembra orientato a 'regalare' la prima fascia alle prime nove classificate del ranking Fifa, invece che alle prime quattro come succede attualmente.
L'Italia al momento si trova proprio in nona posizione a 1717.15 punti, tamponata dalla Germania, altra Nazionale a rischio playoff[1], decima a quota 1713.3. Una vittoria contro la Norvegia permetterebbe quindi a Gattuso di mantenere il vantaggio e presentarsi al sorteggio in nona posizione, certificando così, in caso riuscissero a superare gli spareggi, la prima fascia.

Torna in campo l'Italia. La Nazionale azzurra sfida oggi, domenica 16 novembre, la Norvegia - in diretta tv e streaming - a San Siro nell'ultima giornata del girone I di qualificazione ai Mondiali 2026 di scena in Stati Uniti, Messico e Canada. La squadra del ct Gattuso è reduce dalla vittoria in extremis per 2-0, firmata Mancini ed Esposito, contro la Moldavia, mentre la Norvegia si è imposta in casa contro l'Estonia per 4-1 grazie alle doppiette di Haaland e Sorloth.
Gli scandinavi hanno così potuto festeggiare di fatto (a meno che l'Italia non riesca nell'impresa di vincere 9-0 questa sera) l'accesso diretto alla fase finale di un Mondiale, che mancava da 27 anni. La Norvegia, che ha battuto gli azzurri per 3-0 nella prima giornata, è infatti prima del girone con 21 punti, a +3 sull'Italia e con una migliore differenza reti, condizione che gli permetterebbe di chiudere in testa al gruppo anche in caso di arrivo a pari punti.
Italia-Norvegia, orario e probabili formazioni
La sfida tra Italia e Norvegia è in programma oggi, domenica 16 novembre, alle ore 20.45. Ecco le probabili formazioni:
Italia (3-5-2): Donnarumma; Di Lorenzo, Mancini, Bastoni; Politano, Barella, Ricci, Cristante, Dimarco; Retegui, Raspadori. Ct. Gattuso
Norvegia (4-4-2): Nyland; Ryerson, Ajer, Heggem, Wolfe; Bobb, Berge, Berg, Nusa; Sorloth, Haaland. Ct. Solbakken
Italia-Norvegia, dove vederla in tv
Italia-Norvegia sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva, in chiaro, sui canali Rai. La partita sarà visibile anche in streaming su RaiPlay.

Una serie di impulsi instabili daranno il via ad una fase decisamente dinamica con il rischio di eventi meteo estremi a causa delle temperature ancora fin troppo elevate dei nostri mari.
Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it[1], conferma il deciso peggioramento delle condizioni del tempo, preludio a una fase decisamente burrascosa. Nel linguaggio meteorologico, l’espressione 'si apre la porta atlantica' indica un cambiamento della circolazione atmosferica che permette alle perturbazioni provenienti dall’Oceano Atlantico di raggiungere facilmente l’Europa e il Mediterraneo. In pratica, il flusso occidentale, normalmente ostacolato da anticicloni più stabili, si intensifica e scorre senza barriere, trasportando aria più umida e instabile. Quando la porta atlantica si 'apre', aumenta dunque la probabilità di piogge diffuse e venti più sostenuti su molte delle nostre regioni.
Già nel corso di oggi, domenica 16 novembre, ci aspettiamo l'ingresso delle prime correnti instabili atlantiche che innescheranno la formazione di un ciclone che si intensificherà grazie alle temperature ancora fin troppo alte delle acque del bacino del Mediterraneo (circa 2/3°C oltre le medie del periodo). Il calore in eccesso si traduce infatti in un surplus di energia potenziale in gioco (a causa della maggiore evaporazione) e per questo motivo non va trascurato il rischio di eventi meteo estremi. Sulla Liguria sono previste cumulate di pioggia localmente fino a 150 mm in pochissimo tempo sulle province di Genova e Imperia. Con il passare delle ore il fronte instabile si muoverà verso oriente portando precipitazioni abbondanti, anche sotto forma di nubifragio, pure su Toscana e Friuli Venezia Giulia. Piogge battenti sono previste anche sulle altre regioni del Nord con nevicate oltre i 1800/1900 metri di quota.
E non è finita qui perché pure in avvio della prossima settimana la 'porta Atlantica' rimarrà ben spalancata permettendo il transito di altre perturbazioni. Tra le giornate di lunedì 17 e martedì 18 novembre è previsto il passaggio di un insidioso vortice mediterraneo sospinto dalle umide correnti oceaniche. Fuori gli ombrelli dunque perché pioverà ancora tanto specie sul Triveneto e su buona parte delle regioni del Centro Sud e sulle due Isole Maggiori. Da mercoledì 19 infine ci aspettiamo un deciso calo delle temperature sulle regioni settentrionali a causa dell’ingresso di aria via via più fredda dal Nord Europa.
NEL DETTAGLIO
Domenica 16. Al Nord: piogge diffuse, neve a 1800 metri. Al Centro: piogge sull’alta Toscana. Al Sud: soleggiato e mite.
Lunedì 17. Al Nord: piogge su Triveneto. Al Centro: piogge su settori tirrenici. Al Sud: pioggia in Campania e Sardegna, soleggiato altrove.
Martedì 18. Al Nord: prevalenza di sole, temperature in calo. Al Centro: instabile con piogge sparse. Al Sud: forti piogge, venti in rinforzo.
Tendenza: Mercoledì ultime piogge al Sud ed in Sicilia; poi arriva aria via via più fredda dal Nord Europa che farà calare sensibilmente le temperature quindi un pericoloso ciclone da venerdì 21.

Giornalisti in sciopero il 28 novembre prossimo. Lo conferma la Fnsi in una nota in cui annuncia anche una manifestazione a Roma il 27, alla vigilia dell'astensione dal lavoro. La Fieg risponde lanciando un appello "al senso di responsabilità" e un invito a un "confronto realistico" sulle sfide dell'editoria.
"Il giornalismo è presidio fondamentale per la vita democratica del nostro Paese, ma la qualità dell'informazione si sta deteriorando - si legge nella nota della Fnsi - Gli editori non hanno colto le opportunità nei ricavi della trasformazione digitale del settore e davanti alla crisi dei media tradizionali hanno preferito tagliare il costo del lavoro. La riduzione degli organici delle redazioni e delle retribuzioni dei giornalisti attraverso licenziamenti, ripetuti stati di crisi con le casse integrazioni e migliaia di prepensionamenti, la paralisi contrattuale hanno inaridito l'offerta di notizie con ricadute negative sul pluralismo e sul diritto dei cittadini a essere informati. Per queste ragioni i giornalisti hanno proclamato lo sciopero nazionale per il 28 novembre per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro Fnsi-Fieg, scaduto da oltre dieci anni".
I giornalisti "ritengono che per lo sviluppo dell'informazione sia necessario un nuovo accordo con gli editori che tenga conto della perdita del potere d'acquisto degli stipendi eroso dall’inflazione, che favorisca l'ingresso nelle redazioni di giovani, che garantisca diritti e retribuzioni adeguate alle migliaia di collaboratori e corrispondenti - per lo più precari -, che tutti i giorni raccontano quanto accade nelle nostre città. Il nuovo contratto non deve lasciare indietro nessuno, tutelando i diritti acquisiti, contemplando nuove figure professionali e occupandosi di intelligenza artificiale e di equo compenso per la cessione dei contenuti sul web. Lo sciopero che sarà proceduto il giorno prima, 27 novembre, da una manifestazione di piazza a Roma non ha motivazioni politiche, ma vuole ribadire che un'informazione di qualità è possibile solo con giornalisti professionali liberi tutelati, come tutti i lavoratori del nostro paese, nei loro diritti e nelle retribuzioni adeguate dal rinnovo del contratto di lavoro".
Di fronte a questa posizione la Fieg invita a "un confronto realistico sulle sfide dell’editoria di oggi", lanciando, in vista dello sciopero, un "appello al senso di responsabilità dei giornalisti". "Nell’ultimo decennio gli editori, nonostante il dimezzamento dei ricavi che in tutto il mondo ha colpito la carta stampata, hanno significantemente investito nelle aziende per garantire una informazione di qualità e per salvaguardare l’occupazione - si legge nella nota degli editori - In tale contesto, il contratto di lavoro dei giornalisti è fermo a modelli organizzativi superati dall’evoluzione tecnologica: la rigidità economica e normativa, nonché l’onerosità ed anche la presenza di situazioni paradossali – come il pagamento delle ex festività abrogate da una legge del 1977 – impongono modifiche significative. In questi anni, comunque, il costoso sistema degli scatti in percentuale previsto dal contratto – oramai un unicum – ha sostanzialmente garantito il potere d’acquisto dei giornalisti".
"Nonostante l’assenza di disponibilità da parte sindacale a innovare in alcun modo le norme contrattuali, le aziende editoriali hanno formulato un’offerta economica importante - prosegue la Fieg - Gli editori ritengono, pertanto, poco costruttiva la posizione della Fnsi di respingere la proposta e proclamare uno sciopero in un contesto difficile come quello attuale e, facendo appello al senso di responsabilità dei giornalisti, confidano in un più realistico confronto sulle sfide che investono oggi il mondo dell’editoria e la professione giornalistica".

Nuovo appuntamento con 'Amici' di Maria De Filippi, in onda oggi, domenica 16 novembre, alle 14 su Canale 5.
A giudicare la sfida di ballo di Maria Rosaria, il coreografo Federico Leli. Quattro giudici per stilare le due classifiche di canto e ballo: il cantautore e polistrumentista Ermal Meta, che presenta il suo ultimo singolo ‘Io ti conosco’ (uscito il 24/10 per Columbia Records/Sony Music Italy).
Il brillante conduttore televisivo e radiofonico Alessandro Cattelan. E il ballerino di fama internazionale, Giuseppe Giofrè. E il ballerino professionista Francesco Mariottini. Sul palco di Amici è ospite il cantautore Eddie Brock che canta la sua ‘Non è mica te’ (Sangita Records), brano diventato virale su Instagram e TikTok con oltre 8mln di ascolti su Spotify.
In scena per valutare gli inediti di alcuni allievi i rappresentanti di tre network radiofonici Barbara Rosseti direttrice di Radio 105, Filippo Ferraro per RDS e Mario Vai per Rtl 102.5 e Radio Zeta.

Detenuto da fine giugno in Venezuela, è stato liberato Camilo Castro, cittadino francese. Ad annunciarlo il presidente francese, Emmanuel Macron. "Camilo Castro è libero - si legge in un post su X - Condivido il sollievo dei suoi cari e ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per la sua liberazione".
Di Castro, 41 anni, si erano perse le tracce il 26 giugno al valico di confine di Paraguachon, tra Venezuela e Colombia, dove viveva. Doveva rinnovare il permesso di residenza in Colombia, aveva poi reso noto ad agosto la famiglia. A metà settembre la madre spiegava di non aver avuto più notizie del figlio, se non un messaggio vocale a fine luglio in cui chiedeva aiuto. La famiglia e Amnesty International avevano poi concluso che era trattenuto dalle autorità venezuelane.

Stagione sciistica 2025/2026 alle porte, con una importante novità: l'obbligo del casco per gli sciatori di ogni età, precedentemente limitato ai minori di 18 anni.
La violazione dell’obbligo - che riguarda non solo lo sci alpino, ma anche snowboard, telemark, slittino e slitta - comporta sanzioni amministrative, che includono multe fino a 150 euro e – in caso di recidiva – il ritiro dello skipass per 1-3 giorni. I controlli saranno affidati a forze dell’ordine e personale delle stazioni sciistiche.
Amsi (Associazione maestri sci italiani) ha stilato le 14 regole di condotta per sciatori e snowboarder, introdotte in linea con il decreto legge n. 96 del 30 giugno 2025, noto come 'Decreto sport'. "Sicurezza - spiega il presidente Amsi nazionale Luciano Stampa - significa rispetto, e rispetto significa libertà. Queste 14 regole rinnovano in modo chiaro e accessibile le norme che già tutelano chi scia, ricordando a tutti che la montagna è un luogo di emozione e responsabilità, dove ogni sciatore è protagonista della propria sicurezza e di quella degli altri”.
1) Casco protettivo obbligatorio per tutti
2) Rispetto per gli altri: ogni sciatore deve comportarsi in modo da non mettere in pericolo la persona altrui o provocare danno.
3) Padronanza della velocità: ogni sciatore deve gestire una velocità e un comportamento adeguati alla propria capacità, alle condizioni della pista, alle condizioni meteo e all’intensità del traffico.
4) Scelta della direzione: lo sciatore a monte deve tenere una direzione che eviti il pericolo di collisione con chi scia a valle.
5) Prestare attenzione alle traiettorie degli altri sciatori in base al tipo di attrezzatura: sci, snowboard, telemark.
6) Il sorpasso può essere effettuato a monte o a valle, a destra o a sinistra, mantenendo sempre una distanza di sicurezza.
7) Spazio minimo per il sorpasso a bordo pista: è buona norma non curvare sul bordo della pista e lasciare spazio sufficiente per consentire il sorpasso.
8) Attraversamento e incrocio: prima di immettersi su una pista, controllare visivamente a monte e a valle per evitare pericoli.
9) Sostare solo ai bordi della pista o in zone ben visibili. In caso di caduta, liberare la pista al più presto.
10) Mai a piedi sulle piste: vietato percorrere le piste a piedi o con racchette da neve, salvo casi di necessità e solo lungo i bordi.
11) Rispetto della segnaletica: tutti gli sciatori devono rispettare la segnaletica e le indicazioni di sicurezza.
12) Assicurazione obbligatoria e comportamento in caso d’incidente: ogni sciatore deve possedere una copertura assicurativa per responsabilità civile verso terzi e prestare soccorso in caso di incidente.
13) Stato di alterazione: vietato sciare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze tossicologiche.
14) Sciatori con disabilità: occorre prestare particolare attenzione alle loro traiettorie, garantendo priorità e sicurezza negli impianti e in discesa.

La battaglia per Pokrovsk segna una svolta nella guerra in Ucraina: la Russia avanza con tattiche completamente nuove, usando droni, piccoli gruppi d’assalto e mezzi improvvisati. Le forze ucraine, sempre più isolate, lottano per mantenere il controllo della città mentre le evacuazioni diventano impossibili e il fronte si restringe. Ecco cosa sta realmente accadendo sul campo.
Il video, verificato e geolocalizzato a pochi chilometri da Pokrovsk[1], mostra come la Russia stia adattando continuamente i propri metodi per affrontare la guerra. Se la città dovesse cadere — evenienza sempre più probabile — sarebbe la conquista più importante per Mosca[2] dai tempi di Bakhmut, nel maggio 2023. Pokrovsk, come Bakhmut prima di lei, è quasi completamente distrutta e il suo valore strategico è diminuito, ma resta un potente simbolo della resistenza ucraina. Ecco perché il presidente russo Vladimir Putin sembra disposto a investire enormi risorse pur di prenderla[3], mentre l’esercito ucraino continua a resistere nonostante una situazione sempre più critica.
Droni e nuove strategie: così è cambiata la guerra
Sebbene il destino delle due città orientali possa sembrare molto simile, i soldati sul campo, secondo analisti e soldati sul campo, la grande differenza rispetto a Bakhmut è l’evoluzione delle tattiche russe. La proliferazione dei droni — ora capaci di coprire distanze molto maggiori — ha allargato le zone di attacco e reso più complessi tutti i movimenti via terra.
Per questo, invece di avanzare con mezzi blindati pesanti, le forze russe preferiscono infiltrarsi nelle aree ucraine con veicoli non convenzionali[4] come ciclomotori e quad, più difficili da rilevare.
Un soldato della 129ª Brigata ucraina, attualmente dispiegato nei pressi di Kostiantynivka, a nord-est di Pokrovsk, ha dichiarato alla Cnn che il primo incontro della sua unità con i russi a bordo di buggy è stato "estremamente inaspettato, ma logico": con i droni ovunque, mezzi rapidi e leggeri offrono maggiori possibilità di sopravvivenza.
Pokrovsk isolata: evacuazioni quasi impossibili
Da due anni la Russia avanza lentamente verso Pokrovsk, dopo lo sfondamento ad Avdiivka nel 2024. Martedì il Ministero della Difesa ucraino ha dichiarato che si stima che circa 300 soldati russi si trovino ora all'interno di Pokrovsk[5], pur sottolineando che i combattimenti sono ancora in corso.
Secondo Mason Clark, direttore del Defense of Europe Project dell’ISW, l’obiettivo russo non è conquistare la città casa per casa, come accadde a Bakhmut, ma accerchiare le forze ucraine e costringerle al ritiro.
Le linee di rifornimento ucraine sono ormai compromesse. Un medico militare racconta che le evacuazioni sono praticamente impossibili: i mezzi non riescono ad avvicinarsi a meno di 10-15 km dalla città, e anche così rischiano di essere colpiti dai droni. "Abbiamo feriti gravi bloccati da giorni", denuncia. I tentativi di utilizzare veicoli di evacuazione senza pilota non hanno funzionato: attirano troppo fuoco nemico nonostante siano mezzi medici protetti dal diritto internazionale.
Sebbene le forze di Mosca non abbiano circondato completamente Pokrovsk, sono riuscite a interrompere le linee di rifornimento ucraine.
Dai 'tritacarne' ai micro-gruppi d’assalto
La battaglia di Bakhmut, , nella prima metà del 2023, era stata segnata dagli attacchi 'tritacarne', con ondate di soldati russi mandati allo scoperto per individuare le posizioni ucraine. Una tattica brutale, costata un numero altissimo di vittime, ma che alla lunga logorò la difesa ucraina.
Oggi, invece, la strategia è cambiata. Secondo l’ISW, ora l’obiettivo è far arrivare quanti più uomini possibile vicino alle linee ucraine, non sacrificarli allo scoperto. I gruppi d’assalto si sono ridotti: nelle aree urbane si muovono in squadre di due o tre uomini, difficili da individuare perfino dai droni da ricognizione.
Un membro dell’unità droni ucraina "Peaky Blinders" spiega che i russi contano sulle perdite: "Su tre uomini, due probabilmente verranno eliminati, ma uno può riuscire a entrare in città e creare un punto d’appoggio. Così, a decine e decine di piccoli gruppi, riescono ad avanzare".
Il Ministero della Difesa del Regno Unito stima che, delle oltre 1,1 milioni di vittime subite dalla Russia da quando ha lanciato l'invasione su vasta scala dell'Ucraina nel febbraio 2022, un terzo sia stato ucciso o ferito quest'anno.
Secondo Mason Clark dell'ISW, questa strategia funziona perché Mosca accetta un ritmo di avanzamento estremamente lento: "A differenza del 2022 e del 2023, oggi la priorità non è avanzare rapidamente, ma avanzare in modo inesorabile".

Oggi, domenica 16 novembre, su Rai 1 alle 17.20, torna 'Da noi… a Ruota Libera', il programma condotto da Francesca Fialdini. Come sempre, al centro del programma, le interviste ai protagonisti del mondo dello spettacolo e i racconti di storie vere, forti ed esemplari di persone comuni che hanno saputo dare una svolta alla loro vita, rimettendosi in gioco e riuscendo a far girare la ruota, metafora di rinascita, cambiamento e coraggio.
Tra gli ospiti della settimana Ivan Zazzaroni, giornalista, direttore del 'Corriere dello Sport' e storico giurato di 'Ballando con le stelle' e Tony Maiello, vincitore dell’ultima edizione di 'Tale e Quale Show', un’esperienza che gli ha fatto venir voglia di tornare sul palco e far ascoltare la sua musica, dopo anni come autore per cantanti importanti, tra cui Laura Pausini, Giorgia e Marco Mengoni. E proprio nello studio di 'Da noi… a ruota libera' canterà in esclusiva il suo nuovo singolo 'Sopravvivere'.
In studio anche Lorenzo Liguori, un ragazzo oggi ventiduenne, che ha lottato contro i disturbi del comportamento alimentare, dopo essere stato bullizzato da adolescente per il suo essere “grassotello”, soffrendo di anoressia prima e vigoressia, l’ossessione della perfetta forma fisica, dopo. Presente anche Emanuela Apicella, medico psichiatra e psicoterapeuta, con una lunga esperienza clinica nella cura dei disturbi del comportamento alimentare. Infine, Giovanni Floris, giornalista, conduttore, autore di numerosi libri, con la sua ultima pubblicazione dal titolo 'Asini che volano'.
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