
(Adnkronos) - Due cittadini italiani, Martina Viglione e Marco Mazzon, volontari dell'Operazione Colomba/Associazione Giovanni XIIII e di Mediterranea Saving Humans, sono stati fermati dalle forze israeliane in Cisgiordania e già rilasciati. I fatti sono avvenuti nell'area di Massafer Yatt, sulle colline a sud di Hebron, dove - secondo quanto riferito dall'avvocata Lea Tsemel, citata da Haaretz - i due si trovavano per documentare la presenza di coloni armati.
Mentre filmavano i coloni, sono sopraggiunti soldati israeliani che hanno chiesto loro i passaporti e ordinato di interrompere le riprese, nonostante - evidenzia Haaretz - non esista una legge che lo vieti. I due sono stati infine arrestati dalla polizia israeliana per presunto intralcio a un pubblico ufficiale, mentre filmavano il fermo di un palestinese.
Sin dalla prima segnalazione da parte delle due associazioni - a quanto si apprende - il consolato generale a Gerusalemme ha preso contatto con le autorità locali per chiarire il quadro della situazione. Il Coordinatore israeliano delle attività governative nei Territori (Cogat) ha in seguito fatto sapere che i due volontari sono stati rilasciati, ma gli è stato chiesto di abbandonare immediatamente l'area delle colline a sud di Hebron e di recarsi domani alle 9 all'ufficio immigrazione di Ramla, nei pressi dell'aeroporto Ben Gurion. Secondo Haaretz, è previsto che vengano espulsi dal Paese.
I due italiani hanno confermato di essere in buone condizioni di salute, di non avere subito maltrattamenti, e di avere avuto accesso a un legale e a un interprete. Il consolato generale a Gerusalemme, in stretto raccordo con la Farnesina, continua a seguire la vicenda con la massima attenzione, fornendo ogni possibile assistenza consolare ai connazionali.
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(Adnkronos) - Pete Hegseth, segretario alla Difesa degli Stati Uniti, nella conferenza al Pentagono sugli effetti dell'attacco americano ai siti nucleari iraniani si infiamma quando una giornalista fa notare che, nelle dichiarazioni, non è stato fatto riferimento alla presenza di una pilota donna sui bombardieri B-2.
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(Adnkronos) - Si sono svolti oggi, giovedì 26 giugno, i funerali di Alvaro Vitali, scomparso all'età di 75 anni per una broncopolmonite recidiva. La cerimonia si è tenuta nella Chiesa di San Pancrazio a Roma, dove i familiari, gli amici e colleghi di teatro si sono riuniti per dare un ultimo saluto all’indimenticabile attore, uno dei volti più amati della commedia italiana. Tra i presenti, anche Carlo Verdone e la compagna di Alvaro Vitali, Stefania Corona.
“Mi ha dato la sua amicizia, la sua professionalità anche se era in condizioni fisiche precarie”, così Carlo Verdone ha voluto ricordare 'Pierino'. E sulla polemica della poca importanza che il mondo del cinema ha dato alla sua scomparsa, il regista ha detto: “Il cinema è così, arriva per tutti il momento del tramonto. L’importante è lasciare il segno e lui era davvero un gran signore”.
Stefania Corona, con la voce spezzata dall’emozione, ha replicato alle parole del sacerdote che durante l’omelia ha detto che ad Alvaro “in vita è mancato il rispetto". "Lui era una persona forte. Faceva così con le spalle… però poi soffriva dentro. Su alcune persone ha sofferto molto. Non voglio aggiungere polemiche”, le parole prima dell’ultimo saluto.
Alvaro Vitali era stato ricoverato recentemente per una broncopolmonite recidiva. Lo aveva raccontato, poche ore prima della sua morte, la moglie Stefania Corona ospite a La volta buona, confessando di essersi innamorata di un altro uomo. L'attore aveva rivelato in tv di soffrire molto per la fine del matrimonio, durato 27 anni.
Alvaro è rimasto nel cuore anche di chi ha avuto la fortunata di conoscerlo lontano dai riflettori. "La prima volta che ho incontrato Alvaro Vitali abbiamo litigato. È venuto qui al bar e c'è stata un'incomprensione in cassa, lui si era un po' alterato, io mi sono alterato, ma poi ci siamo messi a ridere. Alla fine, con lui non potevi rimanere serio troppo a lungo". Così all'Adnkronos Maurizio Pontillo, titolare del Bar Cristal, ha ricordato Alvaro Vitali. L'attore comico era un fedele cliente del suo locale di Casal Palocco, zona di Roma dove si era trasferito da molti anni.
"Ci conoscevamo da più di 10 anni ormai, sin da quando è venuto ad abitare a via Pelopida, molto vicino al nostro locale. Il bar è stato la location di parecchi suoi servizi fotografici per le riviste, e utilizzava spesso l'esterno per le interviste con Stefania, l'ex moglie. Era veramente una persona a modo, ci divertivamo tanto insieme", ricorda Maurizio. "Molto spesso gli raccontavo dei suoi film che avevo visto da bambino e lui mi recitava le vecchie battute". Maurizio racconta che erano "diventati amici, ma sempre con rispetto. Io gli davo del lei, anche se scherzavamo tranquillamente. Mi è rimasto impresso la prima volta in cui mi chiese se potessi prestargli il bar perché doveva fare un servizio fotografico. È stato molto carino, ha scattato insieme ai ragazzi che lavorano qui vestito da banchista, poi dal suo personaggio classico, il 'Pierino' della situazione".
Vitali non è stato solo un attore comico: è stato il simbolo di un'epoca di cinema scollacciato e spensierato, quella commedia venata di leggero erotismo, tra infermiere, dottoresse e professoresse discinte, che dominava le sale degli anni '70 e che, con le sue risate maliziose e situazioni sopra le righe, rifletteva un'Italia in trasformazione. La sua carriera fu fortemente legata a quel genere 'boccaccesco', popolarissimo e amato dal grande pubblico, grazie a film diretti da registi come Nando Cicero, Mariano Laurenti, Sergio Martino e Michele Massimo Tarantini.
Film come "La dottoressa del distretto militare" (1976), "L'insegnante va in collegio" (1978), "La liceale seduce i professori" (1979) e "La poliziotta della squadra del buon costume" (1979) non solo lanciarono star come Edwige Fenech, ma consacrarono Vitali a vero e proprio fenomeno di costume. Il suo Pierino, con quella risata inconfondibile e le marachelle da eternamente bambino, è entrato nel cuore di milioni di spettatori, diventando un personaggio che ancora oggi è sinonimo di comicità popolare.
Nonostante la sua statura modesta (1,56 metri), la presenza scenica di Alvaro Vitali era decisa. Ha affiancato attori protagonisti come Lino Banfi, Edwige Fenech, Renzo Montagnani, Gloria Guida e Nadia Cassini, per poi passare a ruoli di prima fila interpretando il personaggio di Pierino, eroe popolare delle barzellette, con "Pierino contro tutti" (1981) e "Pierino colpisce ancora" (1982), entrambi diretti da Marino Girolami, e in "Pierino medico della S.A.U.B." (1981) di Giuliano Carnimeo, per poi riprendere il suo personaggio in "Pierino torna a scuola" (1990) di Mariano Laurenti.
Nel mezzo seguirono film legati a Pierino, dove Vitali proponeva personaggi similari, con titoli come "Gian Burrasca", "Giggi il bullo" e "Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento".
La sua energia, la mimica espressiva e il talento comico lo portarono a lavorare con registi di altissimo livello, da Federico Fellini - che lo scelse per piccoli ruoli in "Amarcord", "Roma", "I clowns" - fino a Roman Polanski (un cameo in "Che?" del 1972), Mario Monicelli (Romanzo popolare") e Dino Risi ("Profumo di donna"). Ma fu proprio nel filone della commedia sexy che trovò la sua vera consacrazione e il favore del pubblico. Nel corso della sua carriera ha recitato in 89 film e il primo fu "Fellini Satyricon" (1969), dove apparve fugacemente in un piccolissimo ruolo nemmeno accreditato nei titoli.
Leggi tutto: I funerali di Alvaro Vitali oggi a Roma, l'ultimo saluto di Stefania Corona



(Adnkronos) - Il 30% della popolazione mondiale è attualmente esposta a condizioni di caldo particolarmente critiche per la salute, per almeno 20 giorni all'anno, e la percentuale è destinata ad aumentare nei prossimi anni in relazione al cambiamento climatico e all'aumento medio della temperatura globale. La campagna #keepCool dell'Organizzazione mondiale della sanità sottolinea come le temperature elevate siano ormai tra i principali fattori di rischio ambientali per la salute pubblica, con un impatto crescente su lavoratori, individui fragili e sistemi sanitari. "La cronaca recente conferma che i lavoratori, in particolare quelli che trascorrono la maggior parte delle loro attività in contesti outdoor e/o indoor esposti ad elevate temperature, sono tra i soggetti che maggiormente subiscono gli effetti del caldo, con conseguente aumento del numero degli infortuni sul lavoro, anche mortali, e importante aumento dei costi sociali correlati". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è Luigi Vimercati, professore ordinario di Medicina del lavoro dell'Università degli Studi di Bari e direttore Uoc Medicina del lavoro universitaria dell'Aou Consorziale Policlinico di Bari.
"Uno strumento di ausilio al datore di lavoro per la gestione del rischio da calore - suggerisce lo specialista - risulta dal sito www.worklimate.it che prende in considerazione una serie di parametri ambientali e fattori legati all'attività lavorativa, integrandoli in indici biometeorologici che consentono giornalmente in real time di valutare il rischio per la salute dei lavoratori esposti. I principali parametri ambientali utilizzati dal sistema includono: la temperatura dell'aria, l'umidità relativa, la radiazione solare, la velocità del vento e, in parte, la copertura nuvolosa. Tra gli indici biometeorologici più rilevanti vanno citati il Wbgt (Wet Bulb Globe Temperature), che considera temperatura dell'aria, umidità, radiazione solare e vento, ed è l'indice di riferimento più utilizzato a livello internazionale per il rischio caldo in ambito lavorativo; l'Heat Index combina invece temperatura e umidità per stimare la temperatura percepita".
Ma quali sono i principali settori a rischio? "Quello agricolo, le attività svolte all'aperto nelle cave e nei cantieri edili, ma l'attenzione deve essere rivolta anche verso numerosi settori produttivi che prevedono il lavoro in contesti indoor in cui vi è assenza di refrigerazione, quali la ristorazione, la panificazione e numerosi altri - risponde Vimercati - Ulteriore problematica è rappresentata dai contesti di lavoro dove persiste l'impiego di lavoratori spesso non contrattualizzati (ad esempio nel caso del caporalato), che sfuggono al censimento e alla regolare sorveglianza sanitaria, in assenza di un corretto impiego di misure di prevenzione specifiche". In questo contesto risulta rilevante il ruolo della medicina del lavoro "nella prevenzione degli effetti dello stress termico attraverso una corretta e attenta sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti, con l'adozione di protocolli di sorveglianza sanitaria che prevedano, oltre alla visita medica specialistica di medicina del lavoro, anche accertamenti di primo e secondo livello (elettrocardiogramma, ecocardiogramma)".
"Se da un lato ci si può aspettare un calo della performance lavorativa nei lavoratori esposti ad alte temperature, il principale obiettivo della medicina del lavoro deve essere volto ad una valutazione della tolleranza individuale allo stress termico, con attenzione specifica ai lavoratori fragili per suscettibilità o comorbidità, al fine di individuare e adottare misure personalizzate di tutela. E' altresì utile scoraggiare abitudini voluttuarie quali l'assunzione di alcolici e bibite che contengono caffeina, in grado di incrementare la disidratazione corporea", rimarca Vimercati.
Diventa dunque necessario mettere in atto le migliori strategie di adattamento per gestire il rischio specifico, "quali l'introduzione di regimi di acclimatazione al calore, consistenti in una esposizione lavorativa progressivamente crescente nel corso di 1-2 settimane, al fine di permettere all'organismo di adattarsi in modo graduale alle alte temperature. Inoltre, risulta fondamentale instaurare un adeguato ritmo lavoro-riposo - raccomanda il medico del lavoro - garantire l'impiego di ausili meccanici per le operazioni manuali più gravose, prevedere aree di riposo ombrate e fresche, misure di refrigerazione per i lavoratori, un adeguato accesso all'acqua per prevenire la disidratazione e, non da ultimo, una adeguata formazione e informazione dei lavoratori. Quest'ultima deve avere come obiettivo sia l'aumento della consapevolezza e della percezione del rischio da parte dei lavoratori, sia il riconoscimento tempestivo dei segni e sintomi di una eccessiva esposizione al calore, il tutto con corsi di formazione che tengano in considerazione la multietnicità e le differenze linguistiche tipiche dei lavoratori di questi ambiti occupazionali".
"Oltre ai fattori ambientali, il sistema tiene conto anche di alcune variabili legate all'attività lavorativa, come il livello di intensità del lavoro (leggero, moderato o pesante), il tipo di abbigliamento indossato (che influisce sull’isolamento termico) e l'esposizione diretta alla radiazione solare", conclude lo specialista.
Leggi tutto: Caldo, alert lavoratori outdoor, il medico: "Oggi si può valutare rischio in real time"

(Adnkronos) - Il cadavere di una donna è stato trovato in una casa di Rivalta, nel torinese. Secondo le prime ipotesi potrebbe trattarsi di omicidio-suicidio: la vittima potrebbe essere stata uccisa dopo una lite dal marito, che poi si sarebbe tolto la vita nel lago grande di Avigliana. Questa mattina, infatti, alcuni testimoni avevano dato l’allarme per un uomo che era stato visto gettarsi in acqua. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco che lo avevano riportato a riva, ma nonostante i tentativi di rianimarlo, non c’era stato nulla da fare.
Dai primi accertamenti condotti dai carabinieri che stanno compiendo i rilievi sul posto, i due episodi sarebbero collegati.
Leggi tutto: Donna trovata morta in casa nel Torinese, ipotesi femminicidio

(Adnkronos) - Il cadavere di una donna è stato rinvenuto in una casa di Rivalta, nel torinese. Sul posto stanno operando i carabinieri per ricostruire la dinamica dell'accaduto.
Leggi tutto: Giallo nel torinese, trovato il cadavere di donna in una casa di Rivalta

(Adnkronos) - La Corte Suprema degli Stati Uniti blocca i finanziamenti pubblici per l'aborto. La Corte ha stabilito, con una decisione presa a maggioranza conservatrice (6-3), che i beneficiari di Medicaid non possono citare in giudizio gli Stati per far valere il proprio diritto alla libera scelta del fornitore sanitario.
La sentenza riguarda un caso nato in South Carolina, dove un ordine esecutivo del governatore repubblicano Henry McMaster, risalente al 2018, aveva escluso Planned Parenthood dai rimborsi Medicaid perché fornisce servizi di interruzione di gravidanza, sebbene i fondi pubblici non potessero essere usati per praticare aborti.
Il caso è stato portato davanti alla Corte da Planned Parenthood South Atlantic e da una paziente, che si erano appellati a una clausola federale che garantisce la libertà di scelta per i pazienti Medicaid. I tribunali inferiori avevano dato loro ragione, ma la Corte Suprema ha ribaltato quelle sentenze. Il giudice Neil Gorsuch ha scritto che "il Congresso sa come autorizzare azioni legali private contro gli Stati, ma non lo ha fatto in questo caso". La giudice progressista Ketanji Brown Jackson, in dissenso con la maggioranza, ha criticato la decisione affermando che "consente al South Carolina di eludere la responsabilità per la violazione dei diritti dei pazienti".
La sentenza rappresenta una vittoria per i gruppi anti-aborto e potrebbe incentivare altri stati a guida repubblicana a "definanziare" Planned Parenthood, escludendola dai fondi pubblici nonostante fornisca anche servizi sanitari come contraccezione, screening oncologici e test di gravidanza. Negli Stati Uniti circa la metà dei pazienti che si rivolgono all’organizzazione lo fa tramite Medicaid.
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(Adnkronos) - Giunio De Sanctis è il nuovo presidente del Comitato italiano paralimpico. Il presidente della Federbocce succede a Luca Pancalli. De Sanctis, candidato unico, durante il Consiglio nazionale elettivo del Cip 2025/2028, in corso a Roma presso il Centro di Preparazione Olimpica "Giulio Onesti" ha ottenuto 54 voti con due schede bianche.
“Essere presidente del Cip è l’incarico che mi dà più gioia e soddisfazione in tutta la mia carriera, questo è un altro obbiettivo che ho raggiunto ma spero sia l’ultimo della mia carriera, dove ho potuto occuparmi di tutto. Questo è l’incarico più prestigioso, ambito e sentito”, ha detto il nuovo presidente del Cip ed ex presidente della federazione italiana bocce Marco Giunio De Sanctis nel discorso dopo l’elezione come nuovo presidente durante il consiglio nazionale elettivo del Cip 2025-2028, in corso a Roma presso il centro di preparazione olimpica ‘Giulio Onesti’.
“Provo un piacere e una soddisfazione di straordinaria rilevanza, questo è il culmine di 50 anni di lavoro durissimo. Ho tantissimi ricordi e tantissime immagine mi pervadono, ripenso agli albori di quello che era il movimento paralimpico con scrivanie adattate in un ufficio che era una sorta di spogliatoio dato dal Coni, ripenso al 2017 quando siamo diventati un Comitato. Vi ringrazio tantissimo, grazie a un gruppo straordinario che mi ha seguito e grazie a un gruppo di amici che ho ritrovato dopo tanti anni e che mi ha indotto a portare avanti questa avventura che sembrava molto complessa e difficile. Lo devo dire, l’inizio non è stato facile perché con Luca (Pancalli, ndr) non eravamo in linea ed è stato motivo di sofferenza dato che eravamo amici fraterni ma fa parte della competizione e dello sport.
Lo sport, come dico sempre, è l’unico aspetto della vita dove non puoi fingere perché c’è il risultato quindi devi essere te stesso. A tal proposito, io ho più difetti di tutti voi ma una qualità me la riconosco: raggiungo l’obbiettivo. Sicuramente, però, purtroppo non ho lasciato il segno nel mondo delle bocce come avrei voluto perché è un ambiente più complesso e complicato dove non ci sono la cultura e le componenti così simpatetiche che rendono il movimento paralimpico così unico”, conclude De Sanctis.
(Adnkronos) - “Essere presidente del Cip è l’incarico che mi dà più gioia e soddisfazione in tutta la mia carriera, questo è un altro obbiettivo che ho raggiunto ma spero sia l’ultimo della mia carriera, dove ho potuto occuparmi di tutto. Questo è l’incarico più prestigioso, ambito e sentito”. Così il nuovo presidente del Cip ed ex presidente della federazione italiana bocce Marco Giunio De Sanctis nel discorso dopo l’elezione come nuovo presidente durante il consiglio nazionale elettivo del Cip 2025-2028, in corso a Roma presso il centro di preparazione olimpica ‘Giulio Onesti’.
“Provo un piacere e una soddisfazione di straordinaria rilevanza, questo è il culmine di 50 anni di lavoro durissimo. Ho tantissimi ricordi e tantissime immagine mi pervadono, ripenso agli albori di quello che era il movimento paralimpico con scrivanie adattate in un ufficio che era una sorta di spogliatoio dato dal Coni, ripenso al 2017 quando siamo diventati un Comitato. Vi ringrazio tantissimo, grazie a un gruppo straordinario che mi ha seguito e grazie a un gruppo di amici che ho ritrovato dopo tanti anni e che mi ha indotto a portare avanti questa avventura che sembrava molto complessa e difficile. Lo devo dire, l’inizio non è stato facile perché con Luca (Pancalli, ndr) non eravamo in linea ed è stato motivo di sofferenza dato che eravamo amici fraterni ma fa parte della competizione e dello sport.
Lo sport, come dico sempre, è l’unico aspetto della vita dove non puoi fingere perché c’è il risultato quindi devi essere te stesso. A tal proposito, io ho più difetti di tutti voi ma una qualità me la riconosco: raggiungo l’obbiettivo. Sicuramente, però, purtroppo non ho lasciato il segno nel mondo delle bocce come avrei voluto perché è un ambiente più complesso e complicato dove non ci sono la cultura e le componenti così simpatetiche che rendono il movimento paralimpico così unico”, conclude De Sanctis.
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(Adnkronos) - A causa di un infortunio all’anca subito nelle ultime ore, Grace Jones non potrà tenere il concerto nella serata del festival La Prima Estate in programma sabato 28 giugno al Parco Bussoladomani di Lido di Camaiore (Lucca). L'artista ha ricevuto indicazione medica di non intraprendere il viaggio verso l’Italia e di osservare un periodo di riposo assoluto. Lo rendono noto gli organizzatori del festival con un comunicato. Tutti i biglietti acquistati per la data verranno rimborsati attraverso i canali ufficiali di vendita.
La serata del 28 giugno si terrà regolarmente e sarà a ingresso gratuito. Dalle ore 19 saliranno sul palco i Nicaragua, seguiti dal set dei Cam Sound System con Sara Mautone e dal DJ set di Tony Humphries, che animerà il pubblico con due ore di musica per ballare sotto il cielo della Versilia.
Leggi tutto: Grace Jones, infortunio all'anca salta il concerto a Lido di Camaiore

(Adnkronos) - Nel terzo trimestre del 2025 la bolletta elettrica per il ‘cliente tipo’ 1 vulnerabile, servito in maggior tutela, aumenterà dell’1,9%. Lo comunica l'Arera, ricordando che l’aggiornamento riguarda unicamente i 3 milioni circa di clienti vulnerabili attualmente serviti in maggior tutela. Tutti i clienti vulnerabili 2, che si trovano nel mercato libero, hanno il diritto di passare alla maggior tutela. L’incremento rispetto al trimestre precedente ''è dovuto in buona parte alle previsioni di prezzi più elevati dell’energia elettrica sui mercati all’ingrosso, sostenuti da una crescente domanda influenzata dalle temperature stagionali nella norma''.
Questo rialzo, secondo Arera, ''segue la naturale stagionalità del mercato energetico, che tradizionalmente registra variazioni cicliche dei prezzi. A ciò si aggiunge un incremento dei costi relativi al mercato della capacità in quanto nel periodo estivo (in particolare nel mese di luglio) si concentrano le ore in cui la domanda di energia è più alta e, per questo, risultano più critiche per l’adeguatezza del sistema elettrico, oltre che un incremento delle partite economiche relative al servizio di dispacciamento ulteriori rispetto all’approvvigionamento di risorse nel mercato per questo servizio''.
Infine, la parte più esigua dell’incremento ''è imputabile alla revisione annuale della componente a copertura dei costi degli esercenti la tutela dei clienti vulnerabili'', spiega Arera. Complessivamente le bollette dei clienti del servizio di maggior tutela crescono dell’1,9% per effetto dell’aumento della spesa per la materia energia, mentre la componente degli oneri di sistema rimane invariata.
Leggi tutto: Bolletta luce, nel terzo trimestre +1,9% per clienti vulnerabili in maggior tutela

(Adnkronos) - Thais Wiggers è tornata a parlare della fine della sua relazione con Teo Mammucari, padre di sua figlia Julia. Ospite oggi, giovedì 26 giugno, a La volta buona l'ex velina si è lasciata andare a confidenze riguardo il suo passato sentimentale: "Io non sono stata fortunata in amore", ha ammesso.
Thais ha ricordato l'inizio della relazione con il conduttore televisivo, sottolineando come fosse giovane all'epoca: "Avevo 20 anni. Ho dato tutto il mio cuore, abbiamo avuto una figlia insieme, è stata una storia importante", ha detto. Una storia che si è conclusa, ma che ha lasciato un segno nella sua vita: "Quando finisce una storia così importante è difficile che tu non finisca a pezzi. Come per me, per lui. Ho imparato delle lezioni. Cerchi di andare avanti e ti proteggi", ha aggiunto.
"Cosa hai imparato dal vostro rapporto?", le ha chiesto Caterina Balivo. "Ad avere paura", ha detto Thais. Una frase che ha spiazzato la padrona di casa: "Beh, detta così...". "Paura di buttarsi, di fidarmi", ha replicato Thais, chiarendo il senso delle sue parole. "Ho vissuto altre situazioni, ma appunto non sono mai stata fortunata in amore. Non mi sono sposata, ho 40 anni, la vedo dura per me", ha detto con un sorriso amaro.
Leggi tutto: Thais Wiggers, la fine del rapporto con Mammucari: "Cosa ho imparato? Ad avere paura"

(Adnkronos) - L'Italia dice addio alla carta d'identità cartacea. Non solo chiunque abbia il documento in scadenza passa ormai alla CIE, la carta d'identità elettronica, in fase di rinnovo ma dal prossimo anno la versione cartacea della carta d'identità non sarà più accettata per i viaggi all'estero.
Dal 3 agosto 2026, indipendentemente dalla scadenza riportata nel documento, la carta d’identità rilasciata su modello cartaceo cesserà di essere valida per l’espatrio e saranno accettate solo le carte d'identità elettroniche per recarsi in un altro Paese. Si tratta di un effetto del Regolamento Europeo n. 1157/2019, che rafforza le norme di sicurezza applicabili alle carte d’identità rilasciate dagli Stati membri dell’Unione Europea ai loro cittadini.
Le carte d'identità cartacee infatti non soddisfano le norme minime di sicurezza: i dati personali e biometrici contenuti nel microchip della CIE, tutelati dai meccanismi di sicurezza previsti dalle raccomandazioni ICAO 9303, consentono infatti di accertare l’identità del titolare del documento e la sua autenticità.
Vari comuni stanno già invitando i cittadini in possesso della carta d’identità cartacea a controllare la scadenza riportata: nel caso la scadenza fosse successiva al 03 agosto 2026 sono invitati a recarsi per tempo all’Ufficio Anagrafe per il rilascio della nuova carta d’identità elettronica.
Inoltre anche per qualsiasi residente in Italia in possesso di una carta d'identità cartacea è possibile procedere, anche prima del 03.08.2026, al rilascio di una nuova carta d’identità, in modo da passare a quella elettronica.
La CIE ha le dimensioni standard di una carta di pagamento (85,60 millimetri di larghezza per 53,98 millimetri di altezza) ed è realizzata con un materiale plastico in policarbonato su cui sono stampati a laser la foto e i dati del cittadino, protetti con elementi e tecniche di anticontraffazione, come ologrammi e inchiostri speciali.
La carta d'identità elettronica è dotata di un microchip contactless che contiene: i dati personali, la foto e le impronte del titolare, protetti da meccanismi che ne prevengono la contraffazione e la lettura impropria; le informazioni per consentire l’autenticazione in rete da parte del cittadino a servizi online erogati da pubbliche amministrazioni e imprese; ulteriori dati per servizi a valore aggiunto, in Italia e in Europa.
Leggi tutto: Addio alla carta d'identità cartacea, da agosto 2026 non sarà più valida per l'espatrio

(Adnkronos) - Lontani dall'emergenza della guerra atomica? Non tutti la pensano così. Infatti, non sono pochi gli italiani che investono nella costruzione di un bunker. Parola di Maurizio Balotta e Stefania Rivoltini, titolari di 'Il mio bunker', azienda familiare italiana, le cui origini nell’edilizia risalgono al 1940 e proprio utilizzando il know how acquisito in anni di specializzazione nell’edilizia, sono approdati al nuovo progetto approfondendo lo studio della tecnologia svizzera per i bunker.
"L'idea - spiegano all'Adnkronos/Labitalia - nasce da un’esigenza sempre più diffusa: sentirsi protetti in un mondo incerto. A differenza del passato, oggi il concetto di sicurezza si è ampliato: non parliamo più solo di difesa militare, ma di protezione personale, familiare, climatica e digitale. 'Il mio bunker' nasce proprio per rispondere a questa nuova sensibilità, con un approccio tecnologico, modulare e personalizzabile, pensato per chi vuole una protezione reale e non simbolica".
"E' possibile - affermano - personalizzare un bunker. Ogni nostro bunker è progettato su misura, tenendo conto di tre dimensioni: funzionalità (autonomia, ventilazione, sicurezza), comfort (arredi, illuminazione, vivibilità), estetica (invisibilità, integrazione nel contesto ambientale). L’obiettivo non è sopravvivere, ma vivere in sicurezza, anche in condizioni estreme".
"In media - chiariscono - un bunker richiede da 60 a 90 giorni, dalla progettazione alla consegna. Ovviamente dipende da: profondità desiderata, condizioni del terreno, localizzazione geografica, livello di autonomia richiesto. In Italia, la realizzazione richiede un iter tecnico con: permesso di costruire (sì, è una costruzione vera e propria), relazione geologica, autorizzazioni locali (a seconda del Comune). Tutti aspetti ai quali ci dedichiamo con il nostro team di professionisti".
"Su quanti possiedono un bunker - ammettono Maurizio Balotta e Stefania Rivoltini - non ci sono dati ufficiali, anche per ovvi motivi di privacy e riservatezza. Ma possiamo stimare che in Italia ci siano tra i 400 e i 700 bunker privati attivi, esclusi quelli militari. Negli ultimi 5 anni, abbiamo assistito a una vera e propria 'cultura del prep' (preparazione individuale) che prima era vista come paranoia, oggi è considerata previdenza".
"Il Covid - spiegano - è stato il primo spartiacque: ha reso concreta l’idea che il mondo può cambiare in poche settimane. Dalla pandemia in poi, abbiamo avuto un aumento considerevole di richieste. Poi, la guerra in Ucraina, l’instabilità in Medio Oriente, le tensioni in Asia e la crisi climatica hanno generato una seconda ondata di interesse, ancora più matura. Oggi, il presente storico, non lascia dubbi".
"I nostri clienti - chiariscono - non sono 'estremisti', ma famiglie, professionisti, imprenditori. La domanda continua a crescere e si è anche internazionalizzata, con richieste da Svizzera, Germania e Sud Europa. I costi? Top secret sicuramente meno di un appartamento a Montecarlo".
Leggi tutto: Guerre e non solo, è boom di bunker made in Italy

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