
(Adnkronos) - Questa mattina un uomo di 67 anni di origine albanese, Limos Allushaj, è morto in un incidente sul lavoro avvenuto alle 10.30 in via vecchia Frigole a Lecce. L'addetto lavorava come operaio della ditta Persano nel settore edile.
A causa forse di una manovra errata, la pompa di cemento ha toccato i fili ad alta tensione dell'energia elettrica. La scarica ha folgorato la vittima che è morta sul colpo. Inutili i tentativi di rianimazione. L'operaio, residente a Lecce, era impegnato nel ripristino di un muretto a secco in piena campagna. Sul posto sono intervenuti i carabinieri.
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(Adnkronos) - Una buona idea e un pitch accattivante non bastano più per attrarre investimenti. In un ecosistema sempre più competitivo, oggi gli investitori richiedono soprattutto preparazione, tenacia e trasparenza. A sostenerlo è Nova Ventures, il polo italiano composto da oltre 1000 piccoli investitori raccolti negli anni, che punta su startup in fase pre-seed con un approccio selettivo e quasi chirurgico: al centro, le persone. Ma non tutte. "Troppi founder pensano che basti raccogliere qualche decina di migliaia di euro per considerarsi imprenditori. Non è così. E' necessario prima di tutto saper gestire quel denaro, ma anche coltivare e mantenere vivo il legame con chi ha creduto in te. Purtroppo, l’amara verità è che tanti, una volta chiuso il primo round, spariscono letteralmente dai radar", racconta Lorenzo Ferrara, ceo di Nova Ventures.
"Fortunatamente - sottolinea - nella nostra storia di oltre 50 investimenti, abbiamo avuto un solo caso simile perché siamo molto selettivi nella scelta delle startup, ma so che questo comportamento è diffuso e, oltre a minare la fiducia degli investitori, rovina la credibilità di un intero ecosistema". Il messaggio è chiaro: serve una nuova generazione di imprenditori in grado di far crescere il Paese con tenacia, preparazione e onestà. Nova Ventures nasce proprio per rispondere a questa esigenza: selezionare, formare e accompagnare solo quelle startup che dimostrano da subito una maturità imprenditoriale reale. "Non ci serve - avverte Ferrara - l’ennesima idea brillante: cerchiamo founder capaci di costruire una macchina operativa che funzioni, anche prima di avere il prodotto sul mercato".
"A volte - fa notare - capita che le startup si trovino in difficoltà. Non c’è nulla di cui vergognarsi, fa parte del gioco. Ma nascondersi non è mai la risposta. Abbiamo già affrontato situazioni in cui un confronto tempestivo con i founder ha permesso di salvare realtà promettenti. In questi casi, gli investitori possono rappresentare una risorsa, un aiuto concreto nelle emergenze. Avere una base di oltre 1000 soci ci consente di attivare rapidamente una massa critica attenta e motivata a tutelare la startup e il proprio investimento".
Il portfolio attuale di Nova Ventures è la dimostrazione di questa filosofia: oltre 20 startup nate con una visione solida e strutturata, capaci di parlare con i numeri già nei primi mesi e costruire fiducia giorno per giorno. Non promesse, ma progressi. Vale la pena ricordare che in 10 anni di attività, i fondatori di Nova Ventures (Seed Money e Open Seed) hanno collezionato anche diverse exit come Premoneo, Corobotics, CleanBnB, Genuino, Gasgas, Fitprime, Cupsolidale e altri, dando prova di grande lungimiranza e capacità di scelta. Secondo Tommaso Baldissera Pacchetti, founder e ceo di Crowdfundme, "uno dei problemi che ultimamente ha segnato l’ecosistema italiano è stato proprio la scarsa accountability. In Italia abbiamo investitori insoddisfatti perché troppi founder hanno dimostrato poco senso di responsabilità. Come piattaforma di crowdfunding, da sempre facciamo sottoscrivere alle aziende in raccolta un documento in cui si impegnano a inviare aggiornamenti trimestrali a tutti gli investitori. Siamo molto intransigenti su questo punto perché onestà, trasparenza e puntualità nelle comunicazioni sono alla base di un patto reciproco di fiducia. Oggi, chi vuole fondare una startup deve partire con lo stesso rigore con cui si gestisce una società quotata, nel pieno rispetto di chi ti ha dato fiducia e capitali".
L’obiettivo di Nova Ventures è contribuire alla crescita di un nuovo modello di founder: preparato, credibile, etico. "Puntiamo- afferma Ferrara - su founder con caratteristiche precise: sognatori sì, ma anche professionisti dell’innovazione. Perché l’intuizione non basta, bisogna studiare. I founder che vogliono crescere e giocare in mercati internazionali devono partire con la freddezza di un analista e la determinazione di un maratoneta. L’epoca dei pitch pieni di buzzword e delle exit sognate al primo anno è finita. Il mercato premia chi ha i piedi per terra, la testa lucida e la capacità di meritarsi ogni centesimo raccolto. Sono queste le regole del gioco".
Per sostenere l’innovazione italiana e puntare su startup che hanno questi requisiti, Nova Ventures ha in corso una campagna su crowdfundme. I fondi raccolti verranno investiti in giovani aziende che operano in quattro verticali ben definiti e dall’elevato ritorno economico: proptech, creative Ia, lifetech, impact investing.

(Adnkronos) - “Il sud sta dando concreti segnali di ripresa. Con l’aumento di investimenti, export, innovazione e occupazione, oggi il Mezzogiorno traina l’economia nazionale”. Lo ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Sud, Luigi Sbarra, intervenuto questa mattina all’assemblea nazionale di Federmanager, rivendicando le azioni del governo: “il potenziamento delle infrastrutture strategiche, Agenda Sud, il programma Ricerca Sud e la Zes Unica, fulcro di una politica industriale efficace e concreta, con incentivi agli investimenti, semplificazioni e una visione triennale di stabilità”. E rivolgendosi ai manager presenti in sala ha detto: “Il successo del Mezzogiorno passa anche da quel capitale umano e professionale che trasforma la visione in risultati concreti”.
"Il Sud presenta dinamiche economiche molto interessanti. Negli ultimi tre anni il Mezzogiorno cresce più del resto del Paese, ripartono gli investimenti, aumenta il Prodotto interno lordo, cresce l'occupazione soprattutto nella componente a tempo indeterminato. Non si tratta di un miracolo, ma questo secondo noi è il frutto di scelte e di politiche pubbliche efficaci, mirate, reali, che il governo di Giorgia Meloni ha messo in campo a favore del Mezzogiorno". Ha continuato poi conversando con Adnkronos/Labitalia a margine dell'assemblea.
"E tutto ciò dimostra che in presenza di investimenti mirati, efficaci, con una visione, il Sud è pronto a ripartire. Oggi rappresenta il vero motore della crescita economica dell'intera comunità nazionale".
Riguardo alla manovra ha sottolineato: "E' una manovra molto seria che coniuga il controllo, la sostenibilità dei conti pubblici con misure significative, che mette in campo, per quanto riguarda i salari, un sostegno forte alle imprese, alla famiglia, al Fondo sanitario nazionale, al Sud"
"In modo particolare evidenzio la soddisfazione che la Zes Unica viene rifinanziata con uno stanziamento di 2,3 miliardi, la cifra più alta dalla istituzione ad oggi. Si programma una copertura finanziaria per i prossimi tre anni, si allungano i tempi per consentire agli investitori di presentare documentazione per avvenuto investimento".
"Però oltre alla Zes Unica la legge di stabilità sostiene l'impresa, transizione 5.0, il rifinanziamento della Sabatini, dei contratti istituzionali di sviluppo. Quindi c'è una decisa volontà di sostenere processi importanti di crescita e di sviluppo del Paese e del Mezzogiorno in modo particolare". Ha concluso
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Avviso di criticità ordinaria della Protezione civile... 
(Adnkronos) - “Viviamo un momento cruciale per il futuro dell’Unione europea e stiamo mettendo in campo, con la nuova Commissione, strumenti concreti per stimolare la competitività e sostenere le imprese. Vogliamo mantenere l’Unione europea al centro dell’eccellenza industriale e tecnologica, guidando la transizione”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto, intervenendo con un video messaggio all’assemblea di Federmanager, in corso a Roma.
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(Adnkronos) - "È molto importante essere presenti oggi, perché il Career Day è un momento di incontro e di ascolto degli studenti, dei futuri lavoratori del domani, di coloro che porteranno nuove competenze ed energie nelle nostre aziende e, al tempo stesso, vogliamo contribuire e condividere la nostra esperienza per un confronto e una crescita". Così Marianna Culosi, innovation exchange pmo di Cisco Italia, al Career Day dell’università Luiss, giunto per la prima volta a Milano, portando nel cuore della capitale economica del Paese una giornata interamente dedicata all’incontro tra talenti e aziende.
La giornata si è svolta presso il Milano Luiss Hub, spazio che prevede anche il coinvolgimento del Comune di Milano, in un luogo di dialogo tra università e mondo del lavoro, all’insegna di un confronto concreto e proiettato al futuro. Luiss ha sviluppato corsi e percorsi formativi dedicati all’intelligenza artificiale, al data management e alla trasformazione digitale in linea con le competenze del domani.
Culosi, poi, illustra le competenze tecniche e le soft skills richieste dai candidati: "Tutti parlano di intelligenza artificiale, ma non basta parlarne, bisogna conoscerla e approfondirla - spiega -. La cyber security è un altro ambito fondamentale, trasversale a tutti i settori, ma, a mio avviso, le soft skills saranno preponderanti nel futuro e nel mondo del lavoro del domani. Mi riferisco, in particolare, a empatia, capacità di ascolto, adattabilità e creatività. Siamo felici di accogliere Luiss e avere il Career Day a Milano, perché in questo modo raggiungiamo tutto il Paese e si svolge in una città dove Cisco Italia è presente anche con i suoi uffici e con la sua forza lavoro: benvenuti agli studenti e alla Luiss", conclude Culosi.
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(Adnkronos) - "L'anniversario di questi ottanta anni è un traguardo storico ma anche un momento riflessione su figura del manager ieri e tanto più oggi, nella nostra economia e società. Solo il 5% delle 370mila imprese industriali è 'managerializzato' ed è un dato che impone una profonda riflessione, in un contesto in rapida evoluzione che richiede la vostra professionalità. La transizione digitale ed ecologica che stiamo affrontando non riguarda solo la tecnologia ma anche il contesto organizzativo e culturale". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo con un video messaggio all'assemblea per gli 80 anni di Federmanager.
Secondo Urso, "la capacità di adattarsi rapidamente, di rinnovare i modelli di management e di integrare nuove competenze diventa una leva di competitività e talvolta di sopravvivenza stessa per l'impresa. Una governance efficace deve sapere accompagnare queste evoluzioni, incentivando l'innovazione e promuovendo la responsabilità, sia sul piano sociale che su quello ambientale".
"Ricordo che nella legge di bilancio abbiamo messo a disposizione delle imprese oltre 9 miliardi di euro in più per il triennio 2026-2028, con varie misure che richiedono la vostra collaborazione per diventare pienamente operativi e centrare gli obiettivi di sviluppo e di crescita. In particolare abbiamo stanziato 4 miliardi di euro per la nuova transizione 5.0, una misura automatica e di semplice accesso che integra in unico strumento i precedenti piani 5.0 e industria 4.0, offrendo una forte spinta all'innovazione digitale ed energetica dell'impresa, attraverso lo strumento dell'iper ammortamento con premialità, a fronte di un incremento di efficienza energetica". "A questo strumento si aggiungono 4 miliardi di euro per la Zes unica nei prossimi 3 anni di cui 2,3 miliardi già nel 2026. Un miliardo nel 2027 e 750 milioni nel 2028. In più 750 milioni per la nuova Sabatini, 550 milioni per i contratti di sviluppo e 150 milioni per le imprese turistiche e alberghiere. In tutto, appunto, oltre 9 miliardi di euro in più in questo progetto politica industriale nei prossimi tre anni", ha concluso.

(Adnkronos) - “James era un eroe. Un eroe vero, perché è riuscito a superare tutto attraverso la musica”. Comincia così il ricordo di Tony Esposito, compagno di palco e amico di James Senese per oltre quarant’anni. Intervistato dall'Adnkronos, Esposito non parla con dolore, ma con una dolcezza piena di gratitudine. Perché, dice, “James non era solo un grande musicista: era una persona perbene, delicata, affettuosa, dolcissima, piena di umanità. Quando stava con noi era quello che si preoccupava per tutti, che arrivava con i pasticcini se mancava da qualche giorno. Cercava affetto, e lo capivi”.
Per Esposito, la storia di Senese è prima di tutto "una storia di riscatto: lui ha trasformato la diversità in forza. È riuscito, con il sax, a dare voce a un’intera città”.
Come vorresti che fosse ricordato James Senese? “Come un eroe. Un eroe perché è riuscito a superare la difficoltà di essere un ragazzo di colore, cresciuto nell’hinterland napoletano degli anni Quaranta e Cinquanta. In quegli anni non era facile: o prendevi strade sbagliate, o dovevi lottare contro pregiudizi fortissimi. Lui, attraverso la musica, ha trovato il riscatto. È riuscito a diventare un maestro, riconosciuto in tutto il mondo. E il mondo lo ha chiamato ‘Maestro’".
Ti ricordi il vostro primo incontro? “Sì, risale alla metà degli anni Settanta. James aveva da poco fondato i Napoli Centrale, dopo l’esperienza con gli Showmen. In quel periodo portavano avanti una musica nuova: il funk napoletano, il jazz mescolato al ritmo della nostra città. Io l’ho incontrato perché avevamo lo stesso produttore, Willy David, che poi fu anche il produttore di Pino Daniele. Fu proprio James a dirmi: ‘Ti voglio far conoscere Willy, è molto bravo, può fare qualcosa per te’. Grazie a lui conobbi Willy, che poi divenne il mio produttore di sempre e anche quello di Pino. Quella fu la nostra prima vera occasione di incontro”.
Negli anni com'è rimasto il tuo rapporto con James? “Quello di una bella e grande amicizia. James è sempre rimasto un ragazzo. Emotivamente era un bambino, aveva slanci, entusiasmo, bisogno d’affetto. Quando era felice voleva offrire la cena, regalare pizze, portare qualcosa a tutti. Era capace di grandi gesti, spontanei, sinceri. Questo suo bisogno di amore era evidente, ma anche bellissimo: era la sua umanità. Nonostante il successo, è rimasto sempre quello che era, con lo stesso cuore di ragazzo”.
Quale fu la magia che fece nascere il leggendario Supergruppo di Pino Daniele (con Te, James Senese, Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo e Joe Amoruso)? “Fu un caso fortunato, e molto merito va a Willy DeVille. Pino, agli inizi, aveva collaborato proprio con James: faceva il tecnico, montava gli amplificatori, poi suonava il basso. Quando Pino iniziò ad affermarsi, Willy gli suggerì di creare un supergruppo per i suoi concerti. Così nacque la band: io, Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, James Senese. Tutti musicisti napoletani che avevano già una storia alle spalle. James era la seconda voce di Pino, il suo sax era la voce di Napul’è. Quel suono particolare, partenopeo, ha legato per sempre le nostre carriere. Era il suono del riscatto, della verità. A Napoli oggi il suo volto è sui muri insieme a Maradona: è uno dei grandi simboli di questa città”.
La magia di allora sarebbe ancora possibile oggi? “Oggi manca la cultura dello strumento. James rappresentava proprio questo: il suono, la luce, la materia viva della musica. Con l’avvento del computer è cambiato tutto. La tecnologia ha reso le cose più piatte, ha tolto la ricerca, l’errore, l’imperfezione che rendeva vera la musica. Negli anni Settanta c’era studio, sperimentazione. Un pezzo poteva durare dieci minuti, perché c’era improvvisazione, dialogo, scambio con il pubblico. Oggi i giovani non conoscono neanche più il senso di ‘improvvisare’. Si è perso lo spirito della musica”.
Pensi che fenomeni come i Måneskin abbiano riavvicinato i giovani alla musica suonata? “No. I Måneskin sono stati un fenomeno troppo veloce, troppo costruito, troppo impacchettato. Non hanno avuto il tempo di crescere. Certo, hanno riportato un po’ di attenzione sul rock e sugli strumenti suonati sul palco, ma è stato tutto troppo etichettato, troppo superficiale. La musica vera nasce nei gruppi che provano, sbagliano, e continuano a provare, insieme. Non mi pare che per loro sia andata così. Troppo marketing e poco feeling”.
Speri che Napoli possa ricordare James Senese con un grande live in Piazza del Plebiscito? “Sì, credo che sia dovuto. Domani saremo tutti a Miano, il suo quartiere, dove sarà celebrato il funerale. Era il suo posto, la sua casa: lì si sentiva protetto, non ha mai voluto lasciarlo. Ma Napoli dovrà omaggiarlo come merita. Ne sto già parlando con Tullio De Piscopo, Clementino, Rocco Hunt. James va ricordato con la musica, nella piazza più bella della città.”
Tony Esposito si ferma, poi conclude piano: “James era l’eroe del sax, il suono del riscatto. Se oggi Napoli ha una voce nel mondo, è anche grazie a lui.” (di Antonella Nesi)
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(Adnkronos) - “Dirigenti e lavoratori, insieme, sono il carburante che permette al nostro tessuto produttivo e industriale di correre, reagire alle intemperie della storia e rialzarsi dopo ogni caduta. Il capitale umano è il patrimonio più prezioso che abbiamo, perché è il patrimonio che ci permette di rimanere competitivi a livello internazionale e che rende il Made in Italy una sintesi unica tra qualità, artigianalità, tradizione, innovazione, gusto del bello e stile di vita italiano”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un messaggio inviato in occasione dell’assemblea di Federmanager. “Essere consapevoli di ciò che siamo e di ciò che sappiamo fare, della nostra storia e della nostra identità, è il presupposto per generare valore, ricchezza e crescita duratura. Ecco perché, in un contesto internazionale altamente competitivo e attraversato da cambiamenti epocali, è fondamentale investire nelle competenze, non solo nella fase della formazione scolastica e universitaria ma lungo tutto l’arco della vita, nei luoghi di lavoro e nelle società”, ha sottolineato la premier, affermando che una “priorità che il governo ha ben chiara, e che ci ha spinto in questi anni a concentrare sforzi e risorse per colmare quel disallineamento che esiste tra le esigenze delle imprese e le professionalità disponibili”.
È altrettanto “fondamentale”, per l’esecutivo, “fare in modo che le competenze che sono presenti in azienda, e che ne rappresentano la ricchezza, siano trasmesse alle giovani generazioni. È un processo cruciale, soprattutto per il tessuto produttivo e industriale italiano, che sapete bene si fonda sulle piccole e medie imprese e sulle imprese familiari”. Il governo, ha ricordato Meloni, “ha già previsto, non ultimo nel disegno di legge PMI all’esame del Parlamento, delle misure per incentivare e sostenere questo percorso, ma siamo consapevoli di quanto ci sia ancora tanto da fare per garantire un’effettiva e concreta staffetta generazionale e di quanto, anche in questo ambito, sia fondamentale il vostro contributo”.
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(Adnkronos) - Giuseppe Marotta parla dell'incidente che ha coinvolto ieri Josep Martinez, in cui è rimasto ucciso un anziano di 81 anni, investito dall'automobile guidata del secondo portiere nerazzurro. “Come sta Martinez? È un fatto grave, delicato. Siamo chiaramente vicini alla famiglia della persona che è deceduta e siamo vicini al nostro giocatore, che conosciamo benissimo. Sono disgrazie che purtroppo fanno parte delle cose quotidiane”, ha detto il presidente dell’Inter a margine della Giunta Coni, in Triennale a Milano.
Secondo una prima ricostruzione dell'incidente, avvenuto intorno alle 9.45 della mattinata di ieri lungo la strada provinciale 32, pare che la vittima a bordo di una carrozzina elettrica avesse lasciato la ciclabile e attraversato la carreggiata per raggiungere la pista sul senso opposto. Mentre attraversava, è stato travolto dall’auto di Josep Martinez.

(Adnkronos) - Lo definisce "uno dei tanti effetti distorsivi del fenomeno cittadinanze iure sanguinis". La denuncia, in un video pubblicato sul suo profilo Facebook, è del sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin, e riguarda gli obblighi che pesano sul lavoro di uno dei comuni che ha visto aumentare a dismisura gli iscritti all'Aire, Anagrafe italiani residenti all'estero, che hanno diritto al voto. E' una delle conseguenze delle cittadinanze facili concesse agli oriundi negli ultimi anni, che stanno anche complicando le procedure nei tribunali italiani, causando distorsioni e disfunzioni.
"Pensi, sempre considerando lo sperpero complessivo di risorse, se si dovesse davvero arrivare al voto 'digitale'… poi non dobbiamo parlare di pericolo democratico?", si sfoga il sindaco commentando con l'Adnkronos la sua denuncia.
Il tema è particolarmente sensibile e riguarda una materia su cui il Governo è intervenuto con il decreto cittadinanza, convertito in legge a maggio 2025, con l'obiettivo di porre un argine agli abusi e alla 'commercializzazione' dei passaporti italiani. Fenomeni che sono dilagati, su cui hanno lucrato e continuano a lucrare organizzazioni internazionali, soprattutto sull'asse Italia-Brasile, con il contributo di avvocati 'specializzati', di agenzie spregiudicate e, in diversi casi, anche con la connivenza di funzionari comunali.
Un danno soprattutto per chi, come il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin, si trova oggi a dover gestire una mole di adempimenti burocratici che rischia di compromettere ogni sforzo di buona amministrazione. (Di Fabio Insenga)

(Adnkronos) - "Per Intesa Sanpaolo poter partecipare ad eventi come il Career Day insieme a Luiss è un’opportunità significativa e la nostra presenza è sempre stata una costante. È importante per noi poter incontrare i candidati e gli studenti, sia per conoscere e approfondire le loro ambizioni e aspirazioni, sia per poter dare loro un contributo, fornendo consigli per orientarli rispetto al mondo del lavoro". Sono le dichiarazioni di Rossella Sgambati, recruiter di Intesa Sanpaolo, in occasione del Career Day dell’università Luiss, giunto per la prima volta a Milano, portando nel cuore della capitale economica del Paese una giornata interamente dedicata all’incontro tra talenti e aziende.
La giornata si è svolta presso il Milano Luiss Hub, spazio che prevede anche il coinvolgimento del Comune di Milano, in un luogo di dialogo tra università e mondo del lavoro, all’insegna di un confronto concreto e proiettato al futuro. Luiss ha sviluppato corsi e percorsi formativi dedicati all’intelligenza artificiale, al data management e alla trasformazione digitale in linea con le competenze del futuro. "Per noi è altresì importante poter avere questo contatto diretto perché per i giovani è un’occasione per presentarsi di persona e ricevere feedback immediati, nonché conoscere le opportunità professionali che la nostra realtà può offrire - spiega Sgambati -. Credo che questo sia un momento utile per creare un ponte tra università e impresa, che consente sia a noi che agli studenti di creare un utile contatto significativo".
"Abbiamo particolare interesse per le facoltà economico finanziarie in linea con le ricerche per le nostre funzioni di business tra cui il profilo dei Global Advisor ma in una realtà molto varia come Intesa Sanpaolo cogliamo con grande interesse anche percorsi diversi - sottolinea – tra cui i profili stem Stem. Ad esempio Luiss ha sviluppato corsi e percorsi formativi dedicati all’intelligenza artificiale, al data management e alla trasformazione digitale in linea con le competenze del futuro. Quello che Intesa Sanpaolo offre a questi giovani è un contesto internazionale, dinamico, che offre loro la possibilità di crescere insieme a noi con formazione e flessibilità, anche grazie allo smart working e alla settimana corta e percorsi di crescita tailor made che valorizzano il loro potenziale", conclude Sgambati.

(Adnkronos) - La psoriasi è una patologia cronica e complessa, che in Italia interessa circa 1,8 milioni di persone, di cui 150mila con forme gravi. Numeri significativi che riflettono non solo la diffusione della malattia, ma anche il peso che esercita sulla vita quotidiana, sul benessere psicologico e sulle relazioni. In occasione della Giornata mondiale della psoriasi, che si celebra oggi 29 ottobre, Ucb conferma e rinnova il proprio impegno a sostegno delle persone che convivono con questa patologia infiammatoria cronica, che può manifestarsi in modi differenti e che spesso si accompagna a comorbidità importanti, come artrite psoriasica, disturbi metabolici e cardiovascolari, ansia e depressione. Il suo impatto, dunque, va ben oltre la pelle, interessando in modo rilevante la salute complessiva e la qualità della vita delle persone.
Anche la conferenza stampa organizzata da Apiafco oggi, presso la Camera dei deputati, che la farmaceutica ha sostenuto con il proprio supporto incondizionato - informa l'azienda in una nota - richiama l'attenzione delle istituzioni sulla necessità di riconoscere pienamente la natura cronica della malattia e di garantire un accesso equo alle cure su tutto il territorio. La partnership con le associazioni è infatti "un pilastro strategico per costruire progetti di advocacy, informazione e sensibilizzazione capaci di dare voce ai bisogni reali delle persone e di favorire un dialogo costruttivo" tra pazienti, medici e istituzioni. "Per Ucb, essere accanto alle persone con psoriasi significa molto più che sviluppare terapie innovative ed efficaci - afferma Federico Chinni, amministratore delegato di Ucb Italia - Significa anche ascoltare, comprendere e agire insieme per migliorare la qualità di vita e promuovere un cambiamento culturale. L'informazione, la collaborazione e la consapevolezza sono strumenti potenti per ridurre lo stigma e costruire un futuro più equo per chi convive con questa patologia".
Tra i progetti più rappresentativi dell'impegno del gruppo - riporta la nota - spicca la campagna 'Metti la psoriasi fuorigioco', realizzata con il patrocinio delle associazioni di pazienti e le società scientifiche (Adispo, Anap, Apiafco, Sidemast e Adoi). L'iniziativa, che vede come testimonial, per il terzo anno consecutivo, l'ex calciatore Claudio Marchisio, ha l'obiettivo di aiutare le persone con psoriasi a conoscere meglio la propria condizione e a rivolgersi tempestivamente a specialisti, non lasciandosi limitare dal peso sociale della malattia. In soli 3 anni la campagna è diventata una delle più efficaci attività di disease awareness sul territorio nazionale: il sito ufficiale mettilapsoriasifuorigioco.it ha superato 558mila utenti unici e quasi 1 milione di visualizzazioni, mentre i contenuti video hanno totalizzato oltre 700mila visualizzazioni su YouTube e i canali social collegati contano più di 17mila follower complessivi. La forza del progetto è nella narrazione condivisa e nella multidisciplinarietà: dermatologi, psicologi, nutrizionisti, pazienti e influencer hanno contribuito a creare una rete di informazione e sostegno, capace di raggiungere pubblici diversi e di promuovere una visione più consapevole e positiva della malattia. Questo approccio ha permesso di ridurre stigma e disinformazione, elementi che ancora oggi rappresentano una barriera importante alla diagnosi precoce e alla corretta gestione della psoriasi.
Leggi tutto: Giornata della psoriasi, Ucb conferma il suo impegno a fianco dei pazienti

(Adnkronos) - Nel parterre politico dell’80esimo anniversario di Federmanager c’è anche la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein. “Ci siamo incontrati” prima dell’inizio dell’assemblea e “sono sicuro che tutto l’arco parlamentare è molto sensibile ai temi dell’industria che noi portiamo avanti”. Lo ha detto il presidente della federazione, Valter Quercioli, a margine dell’inizio dei lavori. “Abbiamo parlato della visione che ci deve accomunare: il bilancio europeo 2028-2034 stanzia 500 miliardi e noi, come Italia, ci dobbiamo ‘appropriare’ di una buona parte perché possiamo fare un grande di lavoro nell’industria italiana e farla crescere”, ha spiegato.
"Noi vogliamo un’Italia che determini il proprio futuro industriale e sociale seduta al tavolo da protagonista. I venti del mondo soffiano incessantemente, a Est come a Ovest, a Nord come a Sud. E noi dobbiamo saper tenere ben saldo il timone delle nostre aziende. Non possiamo affidarci alla corrente: dobbiamo tracciare la rotta. Noi vogliamo che l’Italia sia un Paese che produce, che investe, che innova". "Un Paese in cui l’industria non sia un reperto del Novecento, ma il cuore del benessere e della democrazia del futuro".
La crisi demografica - ho sottolineato- non è un destino ineluttabile. Si deve intervenire, con determinazione e coraggio, attraverso un ripensamento delle politiche per la famiglia, nuovi strumenti legali e di welfare aziendale che agevolino ancor di più i genitori a conciliare il complesso equilibrio tra vita e lavoro. Solo per questa via si possono incentivare le persone a non rinunciare al proprio futuro".
Secondo Quercioli "un altro punto su cui occorre essere lucidi e lungimiranti sono le politiche di inclusione, che non sono un vezzo ideologico ma un principio di grande valore strategico: abbiamo il dovere di valorizzare ancor di più la parità di genere nei luoghi di lavoro. Gli ambienti organizzativi più aperti alla diversità sono anche i più produttivi, i più innovativi e i più sostenibili".
"In altre parole, oltre a rispondere ad una profonda esigenza etica, la parità di genere crea maggior competitività industriale, come evidenziato anche dalle tante ricerche e attività qualificate promosse dal nostro Gruppo Donne - Minerva che riunisce le nostre donne manager".
"E' arrivato il momento - ha continuato- di dare una casa comune al management industriale, che include sia i dirigenti che i quadri apicali. Le aziende faticano a gestire il loro management applicando contratti diversi, di categoria per i dirigenti, settoriale per i quadri apicali. Questa complessità è figlia di un’epoca che non esiste più da tempo e in fabbrica c’è bisogno di più semplicità, non di rimanere fedeli a un’ideologia sorpassata dal tempo! Le aziende devono avere la possibilità di gestire i propri manager con un unico contratto collettivo nazionale di lavoro: il contratto del management industriale. Lavoriamoci insieme".
"Chiediamo al Governo un Piano straordinario per managerializzare 20mila pmi nei prossimi dieci anni, così da raddoppiare il numero di imprese italiane capaci di competere con successo nel mondo e di trainare tutte le filiere nazionali. Per farlo, serve un programma di politica industriale di 10 miliardi, 1 miliardo all’anno”.Secondo Federmanager, figure manageriali innovative e qualificate potranno rappresentare infatti quegli agenti del cambiamento necessari per mantenere il nostro sistema industriale competitivo sui mercati internazionali.
"Nonostante crisi, recessioni e impatti avversi della globalizzazione e della post-globalizzazione, il nostro rimane un Paese il cui sistema industriale crea valore 'vero' per l’economia reale, per il lavoro, per le comunità locali. Tutto ciò è stato ed è ancora reso possibile dal lavoro quotidiano di manager industriali, protagonisti silenziosi di una storia di responsabilità, competenza e visione, insieme ai nostri compagni d’avventura: gli imprenditori e i loro amministratori, ai quali va il nostro sentito grazie! per condividere con noi questa appassionante sfida quotidiana. Un patto tra impresa e management che va rafforzato e innovato perché le sfide che abbiamo davanti sono significative e le vogliamo affrontare insieme, con successo. Noi manager siamo da sempre una parte essenziale della soluzione ai problemi del Paese e siamo figure trainanti di un processo di crescita e sviluppo industriale che sa coniugare produttività, sostenibilità e competitività".
"Non dobbiamo dimenticarci delle imprese che hanno bisogno d’aiuto in una transizione durissima, come ad esempio Acciaierie d’Italia di Taranto. Le grandi competenze tecnologiche e industriali che vi si trovano meritano ben altri sbocchi che lo 'spezzatino' o la chiusura. E qui lo dico chiaramente: dobbiamo ragionare a mente fredda e strategicamente in ottica Paese e non in ottica prettamente localistica. Federmanager è pronta ad aprire il dibattito sul possibile ruolo dello Stato nella governance e nella proprietà di questa azienda, l’unica in Italia che 'produce' acciaio e non che, più semplicemente, lo trasforma".
E Quercioli ha ricordato che "anche gli Stati Uniti, patria di quella concezione minimalista del ruolo dello Stato nell’economia oggi dominante in Occidente, stanno assumendo una nuova e diversa postura, con l’idea di uno Stato molto più interven-tista nei settori e nelle aziende ritenute strategiche per l’economia e la sicurezza nazionali".
"Non dobbiamo perciò vergognarci, perché non è lo status giuridico della proprietà a definire le sorti di un’azienda, ma la qualità del suo management. E da questo punto di vista, l’Italia certo non difetta di talento o di competenze".
"La precondizione per potenziare il Paese, e questa è una delle principali richieste che avanziamo al Governo, è una fiscalità più equa, che valorizzi il merito e non penalizzi chi crea valore per tutti. La progressività fiscale è un principio giusto, lo afferma la nostra Costituzione e, prima ancora, l’etica sociale, ma non può trasformarsi in esponenzialità irragionevole. Quando il 5% dei contribuenti paga il 43% dell’Irpef, non siamo più in un sistema progressivo, ma in un sistema sbilanciato. Comprendiamo che la 'coperta sia corta', ma non possono restare scoperti sempre gli stessi. Serve una lotta seria all’evasione e all’elusione e serve anche premiare la fedeltà fiscale. Chi lavora, chi produce, chi paga le tasse non chiede privilegi: chiede rispetto. Perché chi crea valore per il Paese deve avere gli strumenti per costruire il futuro. Il Ddl di Bilancio 2026 mostra i primi tenui passi nella direzione da noi auspicata. Lo riconosciamo al Governo e di questo lo ringraziamo, ma è necessario fare molto di più".
"Chiediamo perequazione equa e nessuna penalizzazione per i nostri pensionati perché, lo dico con fermezza e convinzione: i pensionati non hanno difese contrattuali. È quindi compito delle istituzioni proteggerne il reddito e la dignità sociale. Le istituzioni non devono considerare le pensioni dei nostri manager in quiescenza come una sorta di bancomat a cui attingere! Queste pensioni infatti sono il risultato di un copioso gettito contributivo che i manager hanno versato alle casse previdenziali, nel corso della loro intera vita lavorativa. Su questi temi, per noi molto importanti, abbiamo dato mandato alla nostra Confederazione, Cida, di portare avanti gli studi e le iniziative mediatiche necessarie per rendere edotta l’opinione pubblica delle palesi iniquità perpetrate a danno delle nostre pensionate e pensionati".
"Serve anche una nuova prospettiva per il Mezzogiorno. Su questo punto voglio essere chiaro: non è un problema da risolvere, è un potenziale da liberare. Nel Sud vi sono giovani talenti, università di eccellenza, imprese che innovano e resistono. Ma servono infrastrutture moderne, digitalizzazione e soprattutto più managerialità. Solo così potremo attrarre investimenti, frenare la fuga dei talenti e creare lavoro stabile sul territorio. Il futuro dello sviluppo industriale dell’Italia passa anche - e forse soprattutto - dal Sud che deve diventarne il motore". Ha concluso
Leggi tutto: Industria, Quercioli (Federmanager): "Italia determini suo futuro, tracciare la rotta"

(Adnkronos) - Il 'Career Day Luiss' fa tappa oggi per la prima volta a Milano, portando nel cuore della capitale economica del Paese una giornata interamente dedicata all’incontro tra talenti e aziende. Un debutto che trasforma il Milano Luiss Hub, spazio che prevede anche il coinvolgimento del Comune di Milano, in un luogo di dialogo tra università e mondo del lavoro, all’insegna di un confronto concreto e proiettato al futuro.
A prendere parte all'iniziativa oltre 100 tra studenti del secondo anno dei corsi magistrali e neolaureati Luiss, selezionati sulla base del curriculum, delle performance accademiche e della motivazione personale. Per i giovani partecipanti, il Career Day rappresenta un’occasione unica per confrontarsi con i recruiter di 28 importanti aziende italiane e multinazionali, condividere valori e aspirazioni e scoprire percorsi di inserimento professionale, in un contesto di scambio e arricchimento reciproco.
"Il Career Day è uno degli strumenti più efficaci per mettere in comunicazione le eccellenze dei due mondi, quello accademico e quello industriale, e generare valore per tutti i partecipanti -spiega Enzo Peruffo, prorettore per la didattica con delega alle lauree magistrali-. Siamo felici di portare per la prima volta questa iniziativa a Milano, una città dove l’energia imprenditoriale, l’innovazione e la vitalità del tessuto economico offrono ai nostri studenti un terreno fertile per costruire il proprio futuro".
L'iniziativa, al suo debutto milanese, vanta una lunga tradizione a Roma, sede principale dell’Ateneo, dove nel 2026 verrà celebrata la 30esima edizione. Da sempre molto partecipato da studenti e neolaureati, il Career Day Luiss rappresenta un tassello fondamentale del successo dei percorsi formativi dell'Ateneo, testimoniato da un tasso di occupazione a un anno dalla laurea del 95% e da un tempo medio di ingresso nel mondo del lavoro di appena un mese.
Alla prima edizione del Career Day Milan Edition prendono parte le seguenti aziende, leader nei rispettivi settori: A2a, Axa Italia, Beko Europe, Bmw Group Italia, Bottega Veneta, Brembo, Cisco Italia, Davines, Deloitte, Engineering, Esselunga, EssilorLuxottica, Etro, Ey, Giorgio Armani, Grant Thornton, Gruppo Lactalis Italia, Hermès Italie, Intesa Sanpaolo, Kering, Kpmg, Lechler, Maire, Mundys, Nexi Group, Reckitt, Sky Italia, Snam.

(Adnkronos) - Una persona colpita da ictus (in Italia sono quasi 120mila all'anno) perde circa 2 milioni di neuroni ogni minuto, se non trattata. Questa patologia neurologica tempo-dipendente rappresenta la prima causa di disabilità nel nostro Paese. Per mettere in luce l'importanza del riconoscimento precoce dei segni di un possibile ictus - anche grazie al metodo Fast, acronimo inglese che sta per Face (viso), Arms (braccia), Speech (linguaggio) e Time (tempo), e indica cosa valutare per sospettare un ictus e intervenire al più presto così da limitare il danno al cervello e aumentare le possibilità di recupero e sopravvivenza - in occasione del World Stroke Day che celebra oggi, 29 ottobre, Isa-Aii (Italian Stroke Association-Associazione italiana ictus) ha organizzato insieme ad Alice Italia Odv (Associazione per la lotta all'ictus cerebrale) la tavola rotonda 'Ictus: ogni minuto conta. Prevenzione, cura e riabilitazione', alla Camera dei deputati.
"L'ictus si può prevenire in gran parte, e questa è una notizia importante che, come Associazione italiana ictus, vogliamo diffondere - afferma Paola Santalucia, presidente Isa-Aii - Molto dipende da noi, dalle scelte quotidiane che facciamo, dal modo in cui ci prendiamo cura del nostro corpo e della nostra salute. Non c'è tempo da perdere, perché ogni giorno è utile per individuare e correggere i fattori di rischio, come ipertensione, fumo, sedentarietà e alimentazione scorretta. Prevenire è il risultato più importante che possiamo raggiungere e, insieme alla prevenzione, vogliamo anche informare su come riconoscere i segni precoci dell'ictus (asimmetria nel volto, deviazione della rima labiale, incapacità di tenere sollevate entrambe le braccia contemporaneamente, mancanza di forza da un lato del corpo e difficoltà nel linguaggio) e agire tempestivamente".
"In caso di ictus - rimarca Santalucia - agire velocemente significa infatti salvare il cervello e ridurre o azzerare le conseguenze. Ogni minuto può fare la differenza tra la vita e le conseguenze dell'ictus, inclusa la morte - avverte - Prevenire e riconoscere sono due atti di responsabilità che possono fare la differenza per ridurre l'impatto della patologia, per i quali Isa-Aii è impegnata grazie a tutti i professionisti che fanno parte della rete ictus italiana, insieme all'associazione dei pazienti Alice. Questi e altri interventi sono presenti all'interno del Piano nazionale ictus-Stroke Action Plan for Italy (Sap-I), per il quale c'è un impegno collettivo e globale da parte di tutti".
"Sap-I è totalmente in linea con lo Stroke Action Plan for Europe (Sap-E) - aggiunge Simona Sacco, presidente Eso, European Stroke Organisation - Il piano presenta numerosi obiettivi da raggiungere entro il 2030, come la riduzione del numero assoluto di ictus del 10% e il trattamento di almeno il 90% dei pazienti nelle Stroke Unit (oggi solo tra il 50% e il 70% accedono infatti a questi reparti), con accesso entro 24 ore dall'esordio dei sintomi. Inoltre, è fondamentale che i pazienti, dopo la fase acuta, vengano indirizzati al trattamento riabilitativo più appropriato e nel setting più adeguato. Eso promuove lo sviluppo di piani nazionali, anche in armonia con le disposizioni della Commissione europea, in quanto rappresentano uno strumento di dialogo con i decisori politici e un supporto per la pianificazione di interventi ai fini di cura della persona colpita da ictus e per ridurre l'impatto socio-sanitario della patologia".
Nell'ictus "il tempo è davvero cervello: ogni minuto perso può compromettere la possibilità di recupero - ribadisce Andrea Vianello, presidente Alice Italia Odv - Ogni minuto conta non solo nei primi istanti in cui l'ictus colpisce, quando riconoscere i sintomi e agire subito può fare la differenza tra la vita e la morte, ma anche, e direi soprattutto, nei minuti, nelle ore, nei giorni e nei mesi successivi. Per questo è fondamentale che i cittadini imparino a riconoscere subito i segnali d'allarme e chiamino senza esitazione il 112. La regola del Fast è uno strumento semplice, ma potentissimo per salvare vite. Come associazione pazienti siamo molto impegnati con il progetto Fast Heroes, proprio dedicato a insegnare ai bambini delle scuole primarie come riconoscere i sintomi per poter chiamare i soccorsi e salvare nonni, zii e genitori. Non possiamo limitarci a salvare vite: dobbiamo anche assicurarci che quelle vite possano continuare ad essere vissute pienamente. La riabilitazione è un capitolo fondamentale del percorso di cura: è parte integrante della guarigione, un diritto del paziente e, allo stesso tempo, un dovere del sistema sanitario. Per questo - conclude Vianello - è necessaria una presa in carico globale, che unisca strutture ospedaliere, territorio, famiglia e comunità in un unico obiettivo, quello di restituire alla persona colpita da ictus la possibilità di tornare a vivere nella sua interezza".
Leggi tutto: Ictus, Isa-Aii e Alice Italia: "2 milioni di neuroni persi ogni 60 secondi"
Sostegno a sviluppo, cultura, salute e coesione sociale... 
(Adnkronos) - Il principe William avrebbe minacciato di privare le principesse Beatrice ed Eugenia dei loro titoli se il padre non dovesse lasciare la Royal Lodge. Lo ha riferito l'ex giornalista della Bbc Emily Maitlis, secondo cui il principe di Galles avrebbe dato un ultimatum alle sue cugine nel tentativo di spingerle a convincere il padre, il principe Andrea, a lasciare la dimora reale di 30 stanze di proprietà della Crown Estate per la quale non paga l'affitto.
Maitlis ha affermato nel suo podcast News Agents che ci sarebbe stato un incontro tra il principe William e le principesse, nel corso del quale, William avrebbe detto a Eugenia e a Beatrice che i loro titoli di principessa sarebbero stati riesaminati se non avessero incoraggiato il padre a lasciare la sua residenza. Tuttavia, Kensington Palace ha smentito l'indescrizione, affermando che non è avvenuto alcun meeting fra il futuro re e le principesse.
Secondo quanto riportato dal Mirror, il Palazzo ha ricordato che William non ha la possibilità di revocare i titoli alle cugine, in quanto non è il monarca. Questo è l'ultimo capitolo della lunga saga della Royal Lodge, con le richieste che Andrew lasci la villa sempre più insistenti a causa dei suoi precedenti legami con Jeffrey Epstein, il finanziere condannato per abusi sessuali sui minori e morto in carcere a New York. Sebbene Andrea, pur negando le accuse, abbia già rinunciato all'uso dei suoi titoli reali, questo non è stato sufficiente a soddisfare l'opinione pubblica, con molti che apparentemente non vogliono che il fratello del re continui a risiedere nella residenza reale di 30 stanze, secondo un sondaggio YouGov.
Andrew ha un contratto di locazione per la Royal Lodge fino al 2078, ma si ritiene sia aperto all'idea di andarsene e trasferirsi in una residenza reale più piccola. Si dice che il principe abbia preso in considerazione Frogmore Cottage come possibile dimora, mentre la sua ex moglie Sarah Ferguson, che vive con lui da anni, avrebbe puntato gli occhi su Adelaide Cottage. Le notizie secondo cui il principe avrebbe richiesto due case hanno ulteriormente alimentato il malcontento pubblico nei confronti della coppia. Buckingham Palace non ha ancora confermato cosa accadrà alla Royal Lodge e dove si trasferirà il principe.

(Adnkronos) - Se Topolino è riuscito a compiere delle trasformazioni apparentemente impossibili, diventando il protagonista di 'Casablanca' o Corto Maltese, il merito è di Giorgio Cavazzano, uno dei più noti e apprezzati fumettisti italiani. Ora, dopo tre anni di assenza, torna a Lucca Comics & Games, il community event più grande dell’Occidente, e per l'occasione Panini Comics presenta molte delle sue opere più note in una versione deluxe, un omaggio a un artista che ha innovato profondamente i disegni del settimanale 'Topolino'.
Tra i volumi c'è, per la prima volta in grande formato, 'Dragon Lords', la grande saga in dodici capitoli scritta da Byron Erickson e illustrata da Giorgio Cavazzano che vede Qui, Quo, Qua, Paperino e Zio Paperone in un mondo medievale, abitato da draghi e popoli in lotta. Poi 'Topo Maltese - Una ballata del mare salato', "un omaggio al grande Hugo Pratt", spiega Cavazzano, che disegnò la parodia scritta da Bruno Enna in occasione dei cinquant’anni della prima storia del marinaio Corto Maltese. E ancora 'Topolino - Minni in Casablanca', ispirato al film del 1942 con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, considerato uno dei capolavori del fumetto italiano, che Cavazzano firmò nel 1987 come autore completo. "Devo dire grazie a Vincenzo Mollica, fu lui a darmi questa idea che non mi fece dormire per molte notti. Eravamo al ristorante, stavamo mangiando e quando lui propose una versione di 'Casablanca' con Topolino iniziai a disegnare sui tovaglioli. Quella storia è stata un trampolino creativo molto importante, che mi ha permesso di scoprire un percorso completamente nuovo a cui nessuno aveva pensato", racconta all'Adnkronos.
Cavazzano d'altronde è noto proprio per aver dato un quel taglio cinematografico alle storie con personaggi Disney. "Continuo a seguire questo desiderio di fare dei film su carta", dice. "Io considero questi personaggi degli attori che interpretano un ruolo. Io faccio da tecnico delle luci, da autore della musica, devo tradurre le parole degli sceneggiatori e dare vita a questi protagonisti. Mi sento veramente un regista. In 'Topo Maltese' per esempio mi sono calato in Topolino e Pippo e ho capito che si prestavano molto bene per quei ruoli".
In questi giorni Cavazzano incontra gli appassionati allo stand Panini Comics all'interno dell'Ex Cavallerizza, a Lucca Comics. "C'è un legame con il pubblico che dura da sempre, mi capita spesso di parlare con qualcuno che dice 'Ero bambino quando leggevo le tue storie'. Mi considero un privilegiato in questo mondo per aver avuto l'opportunità di realizzare i miei sogni", dice. "Mi capita spesso di avere un foglio bianco, cominciare a fare degli schizzi e chiedermi che volto avrà il lettore che leggerà questa storia e se vedrà nella vignetta certi aspetti vicini alla realtà".
La sfida è proprio continuare a rappresentare la quotidianità dei lettori, anno dopo anno, decennio dopo decennio. Giorgio Cavazzano debuttò come disegnatore nel 1967 (con la storia 'Paperino e il singhiozzo a martello') e da allora non si è mai adagiato sugli allori perché ha compreso che la chiave del successo di 'Topolino' è permettere ai personaggi e alle storie di evolvere continuamente per adattarsi alle nuove esigenze dei lettori e alla società che si trasforma. "Il settimanale è cambiato. Se prendiamo un 'Topolino' di 10 o 15 ani fa c’è stata una rivoluzione e questo dipende molto da chi gestisce i settimanali. Sono loro a scegliere le sceneggiature", spiega. L'editore, gli sceneggiatori e i disegnatori, dice, devono sempre mettere la fantasia alla base del lavoro e tentare di "realizzare qualcosa che non è stato fatto prima. Questi personaggi non si ripetono mai, interpretano qualsiasi cosa, sono adatti a qualsiasi idea innovativa. Quindi bisogna essere pronti a coglierla e di affidarsi alla matita". (di Corinna Spirito)
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