(Adnkronos) - Due mani insanguinate dell'assassino di Chiara Poggi che si ferma sulla soglia delle scale della cantina, lancia il corpo della 26enne e non calpesta neppure un gradino insanguinato. A meno di voler cambiare la scena del crimine, la villetta di via Pascoli a Garlasco restituisce l'esatta dinamica di quanto accaduto la mattina del 13 agosto 2007. Fatti che sono costati una condanna a 16 anni di carcere per l'allora fidanzato Alberto Stasi e che ora vanno letti per capire se e come il nuovo indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, possa essere collocato sulla scena del crimine.
Il killer lascia il suo biglietto da visita in casa con l'impronta delle 'scarpe a pallini' - marca Frau numero 42, sentenzia l'ultima perizia - si muove e si ripulisce come qualcuno che conosce bene quegli spazi. La ventiseienne apre la porta al visitatore e non ha il tempo di reagire: non urla, non si divincola, sembra quasi inerme: "Aveva così fiducia da non fare assolutamente niente, tanto - scrivono i giudici - da venire massacrata senza alcuna fatica, oltre che senza nessuna pietà". Chiara Poggi viene colpita a pochi passi dall'ingresso, batte il capo, le sue mani si contraggono e strisciano sul pavimento, viene colpita ancora, quindi l'assassino la solleva con entrambe le mani - pesa poco meno di 50 chili - e la getta sulle scale che portano in cantina. Lo fa senza scendere neppure un gradino di quella scala: la suola intrisa di sangue si ferma sull'uscio, al livello del piano dove finiscono le mattonelle in cotto e iniziano i gradini in marmo.
Il passo insanguinato e deciso si muove verso il bagno, si porta nella saletta in fondo, poi raggiunge la cucina e quindi l'uscita. Su quella scala ripida, senza corrimano, con 13 gradini e due curve, il corpo di Chiara scivola e si ferma: la testa sul nono gradino è verso il basso e un lato del volto è ben visibile. Sulla maglia rosa del pigiama, all'altezza della spalla sinistra, ci sono quattro tracce dei quattro polpastrelli insanguinati dell'assassino, cui corrisponde, nella parte anteriore della stessa maglia un frammento di impronta palmare insanguinata. Impronte mai analizzate perché il corpo viene girato e la maglia arriva al medico legale completamente intrisa di sangue.
Eppure quella foto di Chiara Poggi mostra come è stato afferrato il corpo per "scaraventarlo" in fondo alla scala, e come l'assassino "si fosse sporcato le mani, e avesse avuto la necessità di andare a lavarsele in bagno" sentenzia la Corte. Si specchia, si lava - da casa Poggi mancano anche alcuni asciugamani - e sul dispenser portasapone restano due impronte: sono di Alberto Stasi e sono su un oggetto che per ultimo ha toccato l'assassino. E sul tappetino dove sosta il killer resta l'impronta della scarpa 'a pallini', un numero che Stasi può calzare a differenza di Andrea Sempio che indossa il numero 44. In attesa dell'incidente probatorio sul match tra il Dna di Sempio e il materiale trovato sulle unghie della vittima, in quella casa dell'indagato c'è solo - secondo la nuova consulenza tecnica della Procura di Pavia - un’impronta della mano destra sulla parete delle scale che portano in cantina. Gradini che l'assassino non calpesta.
Così il ragazzo perbene e lo studente modello con "la passione per la pornografia" - a dire dei giudici - uccide senza pietà e disprezzo Chiara Poggi, diventata "per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare". Chiara Poggi, "sola vittima di questo processo" viene uccisa "dall'uomo di cui si fidava e a cui voleva bene, che l'ha fatta definitivamente 'scomparire' in fondo alle scale". Dopo averla uccisa "è riuscito con abilità e freddezza a riprendere in mano la situazione, e a fronteggiarla abilmente, facendo le sole cose che potesse fare, quelle di tutti i giorni: ha acceso il computer, visionato immagini e filmati porno, ha scritto la tesi, come se nulla fosse accaduto. La condotta da lui tenuta non è stata per nulla collaborativa, ma al contrario fuorviante e finalizzata ad allontanare i sospetti dalla sua persona: ha da subito sviato le indagini ipotizzando un incidente domestico e ha progressivamente messo a disposizione degli inquirenti ciò che, nel tempo, assumeva via via qualche interesse investigativo. Non tutto però, e in tal modo è riuscito a rallentare gli accertamenti a proprio vantaggio, anche grazie agli utili errori commessi dagli stessi inquirenti" si legge nelle motivazioni del 2014.
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(Adnkronos) - Il 70% degli italiani chiede meno tasse sui redditi lordi, e oltre l’80% denuncia un grave squilibrio tra ciò che si versa e ciò che si riceve in termini di servizi pubblici. È un grido di allarme trasversale, che attraversa generazioni, territori e professioni. La pressione fiscale viene percepita come eccessiva e iniqua, soprattutto per chi lavora, produce, risparmia, investe. Lavorare di più non conviene, salire di reddito significa perdere benefici. Emerge dal 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati.
"E' qui - ha affermato il presidente Cida Stefano Cuzzilla - che si gioca la vera partita politica. Il tempo delle analisi è finito: servono scelte nette. Una riforma fiscale che alleggerisca il lavoro dipendente, che premi chi produce valore e non chi lo elude. E basta considerare i pensionati un capitolo di spesa: sono una risorsa strategica, il primo ammortizzatore sociale del Paese. Serve una rivalutazione delle pensioni, un rafforzamento della previdenza integrativa, una più convinta lotta all’evasione, una valorizzazione della managerialità che tiene insieme istituzioni, imprese e cittadini. E' il 70% degli italiani a chiedere meno tasse sui redditi lordi, non possiamo ignorarlo. Difendere il ceto medio – e chi lo guida ogni giorno – non è difendere una categoria, ma garantire stabilità, coesione e crescita per l’intero Paese".
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(Adnkronos) - “La ricerca dimostra che oltre due terzi di italiani sente di appartenere al ceto medio. Ceto medio che è protagonista vitale della società italiana, ma da troppo tempo costretto a non facili adattamenti di fronte alla persistenza di un fisco penalizzante, di un senso di sicurezza in erosione e di un'attenzione ridotta al valore delle competenze e delle funzioni avanzate in una società ad alta complessità. Tutelare e rilanciare il ceto medio è oggi una scelta essenziale per la crescita del Paese”. Così il segretario generale Censis, Giorgio De Rita, commenta il 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - Due italiani su tre si sentono ceto medio, ma più della metà teme che i propri figli staranno peggio. Più di otto su dieci non vedono riconosciuto il valore delle proprie competenze nel reddito. E oltre il 70% chiede meno tasse sui redditi lordi. E' il ritratto del ceto medio italiano che emerge dal 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', commissionato da Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, e presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati, aperto con i saluti istituzionali del Capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, Paolo Barelli e gli interventi del vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e del viceministro dell'Economia e delle finanze, Maurizio Leo. Hanno portato i loro contributi Gabriele Fava, presidente Inps, Renato Loiero, consigliere del Presidente del Consiglio, e i deputati Elena Bonetti, Luigi Marattin, Annarita Patriarca e Walter Rizzetto.
“Il Rapporto fotografa una frattura profonda: il ceto medio è il Punto di Tenuta del Paese, ma oggi vive un paradosso insostenibile. È troppo ricco per ricevere aiuti, troppo povero per costruire futuro. Colpito dal fisco, escluso dal welfare, ignorato nei riconoscimenti. Eppure, resiste: investe nei figli, tiene in piedi famiglie e territori con una generosità silenziosa. Ma quanto può sopportare ancora? E soprattutto, possiamo permetterci di non ascoltarlo? Se non si restituisce dignità economica a chi ogni giorno regge l’Italia, il rischio è uno solo: spezzare definitivamente il patto sociale su cui si fonda la nostra democrazia”. E' il grido d’allarme e insieme la richiesta di una scelta politica netta che arriva da Stefano Cuzzilla, riconfermato oggi alla guida di Cida dall’assemblea nazionale, che ha eletto anche i vicepresidenti Marco Ballarè, Antonello Giannelli e Guido Quici.
Un capitale culturale forte, ma senza ritorno economico. Questa la contraddizione centrale che emerge dal nuovo rapporto Cida-Censis: il ceto medio italiano non si definisce attraverso il reddito, ma attraverso l’identità culturale. Il 66% degli italiani si riconosce nel ceto medio, e per oltre il 90% ciò che conta davvero è il sapere, il livello di istruzione, le competenze acquisite. Ma questi valori – pur costituendo il fondamento identitario – non trovano più riscontro nella realtà economica. L’82% degli italiani che si autodefinisce di ceto medio denuncia che il merito non viene riconosciuto, che il capitale culturale non si traduce in una giusta retribuzione. E' qui che si apre una frattura decisiva: tra capitale umano e capitale economico. E quando il riconoscimento non arriva, il motore si spegne: ciò che era spinta verso l’alto diventa semplice sopravvivenza.
Negli ultimi anni, oltre la metà degli italiani che rappresentano l’ossatura sociale del Paese ha visto il proprio reddito fermo, mentre più di uno su quattro lo ha visto calare. Solo il 20% dichiara un miglioramento. Ma più che arretrare, il ceto medio oggi galleggia senza prospettiva. Anche i consumi riflettono questo stato: il 45% li ha già ridotti, e la maggioranza teme ulteriori tagli nel prossimo futuro. Non è solo una condizione economica, è un malessere sociale diffuso che svuota di speranza il futuro. Un futuro che, sempre più spesso, il ceto medio non riesce più a immaginare dentro i confini del Paese.
Il 50% dei genitori appartenenti al cuore produttivo del Paese ritiene che i figli staranno economicamente peggio, e il 51% auspica che cerchino opportunità all’estero, segnando il sorpasso definitivo del 'mito dell’altrove' sul sogno di mobilità sociale interna. Nonostante ciò, il ceto medio continua a investire: il 67% delle famiglie di ceto medio con figli conviventi sostiene spese straordinarie per garantire un futuro ai figli, mentre oltre il 41% aiuta economicamente figli e nipoti, confermandosi come primo ammortizzatore sociale del Paese.
Tra i pensionati della fascia di riferimento del rapporto Cida-Censis, il 47% aiuta regolarmente figli o nipoti, e il 66% ha finanziato o finanzierà almeno una spesa straordinaria. Questa 'generosità silenziosa' è sempre più sotto pressione. Solo il 52% si sente protetto da reti di welfare; gli altri oscillano tra ansia, incertezza e vera e propria insicurezza. E il risparmio, da sempre uno dei tratti distintivi del ceto medio, si erode: il 46% ha ridotto la capacità di accantonare risorse, e il 44% prevede un peggioramento nei prossimi tre anni. Quando la fiducia nel futuro si incrina, cresce il bisogno di protezione: ma è proprio qui che il sistema mostra le sue crepe più profonde.
Solo il 18% giudica sufficiente il welfare pubblico. Di fronte a questa percezione di inadeguatezza, cresce la corsa al welfare integrativo: il 45% possiede una polizza sanitaria o un fondo pensione e circa il 36% vorrebbe che il contratto collettivo del settore in cui lavora prevedesse la sanità integrativa. Il rischio è una nuova disuguaglianza: tra chi può permettersi una protezione privata e chi resta scoperto.
(Adnkronos) - "Il nostro sistema fiscale, ce lo dicono Ocse e Banca d’Italia, penalizza il lavoro dipendente, soprattutto nelle fasce medio-alte. Un dirigente in Italia paga aliquote che altrove si applicano solo a chi guadagna quattro volte di più. Non è equità. E un disincentivo al merito. Accogliamo le proposte del Ministero dell’Economia sul taglio delle tasse per i ceti medi. Ma l’attesa non è più un’opzione. Il percorso va accelerato. Chiediamo una riforma fiscale all’altezza del tempo che stiamo vivendo. Una riforma che alleggerisca la pressione sul lavoro dipendente, che valorizzi chi crea occupazione e competenze, e che riconosca il ruolo strategico della dirigenza italiana come leva di competitività, coesione e progresso". A dirlo il presidente Cida, Stefano Cuzzilla intervenendo alla presentazione del 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare'.
"Non possiamo più accettare - sottolinea - che chi investe in previdenza complementare, sanità integrativa, formazione e innovazione venga penalizzato da un sistema che taglia detrazioni e benefici in base a soglie di reddito nominale, scollegate dalla realtà economica di chi ogni giorno contribuisce al benessere del Paese. Difendere il ceto medio e chi lo guida significa anche difendere il risparmio, che è da sempre il caposaldo di questa fascia: un patrimonio non solo economico, ma anche culturale".
"Tra le priorità da affrontare - avverte - c’è anche un altro nodo strategico: la questione del tetto agli stipendi nel settore pubblico e in ambiti ad alta funzione istituzionale. Una soglia rigida e generalizzata rischia di produrre una pericolosa emorragia di competenze in settori nevralgici per la tenuta del Paese: magistratura, forze armate, pubblica amministrazione, sanità, università, enti di ricerca".
"Se le migliori professionalità, soprattutto tra le nuove generazioni, sono spinte - ribadisce il presidente Cuzzilla - a cercare altrove riconoscimento e prospettive, a perdere è l’interesse generale. Serve una riflessione concreta, che superi l’approccio ideologico, per valorizzare il capitale umano e garantire al Paese istituzioni all’altezza delle sfide che lo attendono".
"Continuare a considerare i pensionati - ha aggiunto - solo come un costo è miope. I pensionati rappresentano un gigantesco giacimento di competenze ed esperienza, oltre che di welfare. Con l’espulsione indiscriminata dal mercato del lavoro, rischiamo di impoverire definitivamente il sistema. Serve una nuova visione: che riconosca il diritto alla libertà di lavoro, che valorizzi i percorsi senior, che costruisca una previdenza davvero accessibile e sostenibile. Non per generosità, ma per intelligenza collettiva".
(Adnkronos) - La Italian Stroke Association-Associazione italiana ictus (Isa-Aii) esprime grande soddisfazione per la decisione del Consiglio di amministrazione dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha approvato la rimborsabilità di tenecteplase per l'utilizzo nel trattamento dell'ictus ischemico acuto in ambito ospedaliero. Questa approvazione rappresenta un passaggio cruciale per l'innovazione terapeutica nell'ambito dello stroke, consentendo l'adozione di un farmaco che unisce efficacia clinica comprovata a una maggiore praticità di somministrazione rispetto alla terapia trombolitica standard attualmente in uso (rtPA - alteplase).
"Isa-Aii accoglie con favore l'approvazione di tenecteplase da parte di Aifa, un farmaco che si è dimostrato sicuro ed efficace in numerosi studi clinici. Tenecteplase offre una somministrazione semplificata in bolo singolo e mostra risultati almeno equivalenti, se non superiori, rispetto all'alteplase nella pratica clinica. Il suo impiego potrà migliorare i tempi di trattamento e l'accessibilità alla terapia trombolitica anche in contesti ospedalieri meno strutturati". Isa-Aii sottolinea l'importanza di questa decisione per la rete nazionale dell'ictus auspicando una rapida implementazione del tenecteplase nei protocolli ospedalieri, in linea con le più recenti evidenze scientifiche e le raccomandazioni internazionali.
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(Adnkronos) - Venerdì sera l’ultimo atto della corsa scudetto: a Conte bastano tre punti contro i sardi già salvi per conquistare il titolo. Domenica la Juve vuole blindare il quarto posto: a 1,50 tre punti a Venezia
Milano, 22 maggio – A Napoli è tutto pronto per la festa scudetto: al ‘Maradona’ sarà un venerdì sera di passione e di attesa, con la squadra di Antonio Conte che ha comunque il destino nelle proprie mani. Battere il Cagliari significherebbe conquistare il tricolore senza stare a pensare a quello che succederà al ‘Sinigaglia’ di Como, dove invece l’Inter dovrà vincere e sperare che il Cagliari (che domenica scorsa ha raggiunto la salvezza) fermi il Napoli. Per le quote Snai, però, questa è un’ipotesi remota: il segno «1» in Napoli-Cagliari è in lavagna a 1,14 e si oppone al pareggio a 7,50 e al «2» che vale addirittura 16. È favorita anche l’Inter a Como, con tre punti nerazzurri a 1,60 e i segni «1» e «X» rispettivamente a 4,75 e 4,25.
Lotta Champions Se le due gare decisive per lo scudetto si giocheranno venerdì sera, e sabato sono in programma Bologna-Genoa e Milan-Monza – uniche partite ininfluenti per la classifica –, domenica sera si assegna l’ultimo posto per la prossima Champions League. Oltre a Napoli, Inter e Atalanta, è in pole position la Juventus, impegnata sul campo di un Venezia che lotta disperatamente per non retrocedere. Almeno in lavagna, però, non sembrano esserci speranze per la squadra di Di Francesco, con quella di Tudor che parte invece a 1,50. Il pareggio, che al Venezia comunque non servirebbe, sale a 4,25; l’impresa arancioneroverde, che per valere la salvezza dovrà essere legata anche ad altri risultati, è invece offerta a 5,75. A -1 dalla Juventus c’è la Roma ospite del Torino: anche in questo caso, lavagna sbilanciata dalla parte di Ranieri («2» a 1,50), che vorrebbe coronare (con l’aiuto del Venezia) una straordinaria seconda parte di campionato con la qualificazione alla Champions League o comunque con il mantenimento della quinta posizione che varrebbe l’Europa League.
Salvezza Nella zona bassa della classifica può succedere di tutto. Dopo la retrocessione del Monza, come detto, il Venezia è appeso a un filo. Ma sono obbligate a vincere anche Lecce ed Empoli. Fa il tifo per il Venezia anche la Lazio, che battendo il Lecce («1» a 1,60) spedirebbe i salentini in Serie B o li costringerebbe allo spareggio contro l’Empoli, che ospita invece il Verona in un vero e proprio scontro diretto: toscani a 1,90, gialloblù (che potrebbero essere salvi anche in caso di sconfitta) a 4,25. Si è complicata anche la situazione del Parma, che comunque a Bergamo contro l’Atalanta può prendersi la salvezza: i gialloblù a 4,75 inseguono la squadra di Gasperini, favorita a 1,73 nonostante il terzo posto già raggiunto.
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(Adnkronos) - "Qualsiasi cosa che funzioni si può migliorare, con questa richiesta di allargamento statutario stiamo cercando di fare in modo di inglobare nel sistema Rilegno migliaia di aziende che lavorano il legno. Siamo tutti uniti dallo stesso filo che è quello dell'utilizzo del materiale legnoso e quindi per noi è fondamentale dare una mano oggi a chi lavora il legno, perché il Consorzio esiste, perché il legno c'è e c'è chi lavora il legno e quindi è come se fossero dei nostri figli anche loro". Così il presidente di Rilegno Nicola Semeraro sull’avvio del dialogo con il ministero dell’Ambiente per l’estensione sperimentale delle attività consortili al riciclo di manufatti legnosi diversi dagli imballaggi, in settori chiave come l’edilizia e la grande distribuzione.
"In Italia abbiamo migliaia di piccole aziende; se andiamo a verificare i numeri parliamo di circa 40mila aziende che lavorano il legno. Sono numeri importanti, Rilegno è un consorzio nazionale e non c'è un altro Rilegno ad oggi, la normativa prevede che ne nascano altri, ma chiaramente quello che abbiamo dimostrato dai dati è che l'organizzazione che il consorzio ha è una organizzazione molto difficile da duplicare", ha concluso.
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(Adnkronos) - "Riutilizzo e riciclo sono due facce della stessa medaglia perché si deve riutilizzare e si deve riciclare, per poter fare questo devi progettare un imballaggio che poi rientri in questi meccanismi. Anche quello è il nostro lavoro, quello di creare un imballaggio che si presta a essere riutilizzato perché se un imballaggio è strutturato in un certo modo può fare più rotazioni". Lo ha detto Nicola Semeraro, presidente del Consorzio Rilegno a Cesenatico per presentare la Relazione sulla gestione dell'attività svolta dal Consorzio nel 2024.
"Abbiamo un sistema che si chiama Epal dove l'Italia è seconda solo al mercato tedesco e quindi lì abbiamo dei numeri veramente importanti perché la logistica in Italia negli ultimi anni si è integrata in una maniera importante e di conseguenza oggi abbiamo solamente una tipologia di Epal che ha circa 400 milioni di rotazioni. Sono numeri enormi - ha proseguito Semeraro - e questo è frutto del lavoro fatto tutti insieme con la produzione. Per poter oggi parlare di riutilizzo vuol dire che 'ieri' abbiamo fatto un progetto. Devo dire che sinceramente questo è un consorzio che ha sempre lavorato per cercare di migliorare ed essere in linea con quelle che erano le direttive europee già dal 1998, non è solo frutto di quello che è stato fatto l'anno scorso o due anni fa o tre anni fa, è un percorso molto lungo".
(Adnkronos) - "I numeri sono molto importanti, mantenerli non è facile, però il consorzio è strutturato per affrontare e migliorare non solo i numeri, ma gli equilibri interni che un consorzio ambientale come Rilegno ha. I numeri del riciclo (67%) sono molto importanti, ma abbiamo anche una quantità di riutilizzo che è molto importante, intorno al 30%, è uno dei numeri più importanti che il consorzio ha, che è in linea con quelli che sono gli sviluppi di una nuova direttiva sugli imballaggi che arriva dall'Europa". Sono le parole di Nicola Semeraro riconfermato presidente del Consorzio Rilegno per il prossimo triennio. A deciderlo l'assemblea dei soci che a Cesenatico ha rinnovato le cariche e il consiglio di amministrazione.
"L'Europa chiede il 30% noi siamo al 67 perché quando si parla dei rifiuti bisogna capire bene e confrontarsi con il mondo del riciclo. Riciclare il legno è molto più difficile che riciclare la plastica e di conseguenza gli impianti di riciclo sono nati, hanno investito ed è chiaro che vogliono materiale. Il materiale noi siamo riusciti a ricercarlo, a metterlo insieme e quindi negli anni abbiamo veramente lavorato bene perché Rilegno ha fatto un progetto per ogni direttiva della legge. Se noi andiamo a prendere la direttiva del 1998, andiamo a vedere che cosa indicava l'Europa, noi abbiamo lavorato per realizzare ogni direttiva di quella legge. Quella che oggi chiamano la nuova direttiva sugli imballaggi in realtà aveva un grande significato e dei contenuti già nel '98 e il consorzio Rilegno questo l'ha fatto già dal '98", ha concluso Semeraro.
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(Adnkronos) - Roma, 22 maggio 2025 – Novanta minuti ancora e poi, forse, sapremo chi si cucirà sul petto lo scudetto. Nella Serie A più incerta degli ultimi anni, quarto posto e lotta salvezza si decideranno sul filo di lana, Napoli e Inter, rispettivamente contro Cagliari e Como, avranno in mente solo un obiettivo, la vittoria. La squadra di Conte, attuale capolista, ha il destino nelle proprie mani dopo aver rischiato tantissimo, la scorsa settimana, pareggiando a Parma. Il Napoli ospita il Cagliari da favoritissimo: gli esperti Sisal, infatti, vedono il successo azzurro a 1,16, il pareggio a 8,00 mentre il blitz cagliaritano pagherebbe 17 volte la posta. Numeri sbilanciatissimi perché la storia racconta che, negli ultimi 16 anni in Serie A, il Cagliari ha battuto il Napoli solo una volta. Potrebbe essere una gara, vista la posta in palio, avara di reti, l’Under si gioca a 2,60, tanto che un risultato esatto di 1-0 si gioca a 8,25 per i padroni di casa mentre quello a favore dei rossoblù è dato a 40. Sia Conte che Nicola potrebbero aver bisogno dei giocatori seduti a fianco a loro tanto che un gol dalla panchina è in quota a 2,25 mentre un eventuale rigore è ipotesi a 2,80. Romelu Lukaku vuole regalare al suo allenatore un altro titolo: Big Rom, sette reti complessive contro i sardi e a segno anche all’andata, protagonista con gol e assist si gioca a 5,50. Occhio anche a Jack Raspadori, in gol a 2,00, e lato Cagliari a Roberto Piccoli, offerto a 4,50.
In contemporanea, a Como, l’Inter prova il miracolo contro i lariani, grande rivelazione del torneo. Il rigore di Pedro, la scorsa giornata, ha riportato i nerazzurri all’inferno ma Lautaro e compagni continuano a credere nell’impresa. Gli esperti Sisal vedono i tre punti interisti a 1,62 contro il 5,25 del Como mentre si scende a 4,25 per il pareggio. Sommer prova a chiudere la porta ai ragazzi di Fabregas, clean sheet a 2,70: impresa non semplice visto che Nico Paz e compagni trovano il gol da 14 giornate di fila. I tiri da lontano potrebbero diventare un fattore, gol da fuori area in quota a 2,50, al pari di un intervento del VAR, si gioca a 3,50. Ma quando si potrebbe sbloccare la gara? Lo scenario di un gol nel primo quarto d’ora di gioco è offerto a 2,65. Lautaro Martinez, non al meglio, proverà ad esserci prima di concentrarsi sulla finale di Champions League contro il PSG. Il Toro primo marcatore è dato a 4,60 mentre un’altra rete di Marcus Thuram, in gol all’andata, si gioca a 2,50. Lato Como sia Nico Paz, a 3,50, che Gabriel Strefezza sognano di dare un dispiacere ai nerazzurri.
Sisal ricorda sempre che il gioco è vietato ai minori e che bisogna giocare sempre con consapevolezza e moderazione.
Sisal è uno dei principali operatori internazionali nel settore del gioco regolamentato ed è attualmente attiva in Italia, Marocco e Turchia, con un’offerta che comprende lotterie, scommesse, giochi online e apparecchi da intrattenimento.
La strategia di Sisal poggia su tre pilastri: la sostenibilità, con un impegno costante sullo sviluppo del programma di Gioco Responsabile e attraverso l’offerta di un modello di intrattenimento sicuro e trasparente - l’innovazione digitale, grazie alla piattaforma di gioco all’avanguardia orientata all’omnicanalità e alle competenze per lo sviluppo in-house di software e applicazioni per cogliere le opportunità della transizione digitale - l’internazionalizzazione, con l’obiettivo di partecipare a gare per aggiudicarsi nuove concessioni all’estero sulla base della solida expertise maturata.
Dal 4 agosto 2022 Sisal è parte di Flutter Entertainment plc, il più grande operatore al mondo di scommesse sportive online e iGaming, con un portafoglio di marchi riconosciuti a livello globale e quotato alla Borsa di New York e Londra.
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(Adnkronos) - Codici identificativi sui caschi degli agenti di polizia durante i cortei? Secondo il ministro Matteo Piantedosi è un'ipotesi da non prendere nemmeno in considerazione. "La discussione sul tema degli elementi identificativi è del tutto sterile, se non capziosa e in alcuni casi pretestuosa. Con questo governo e con questo ministro non accadrà ma credo anche che non succederà mai", ha detto nel corso del convegno 'Accoglienza e sicurezza. Un equilibrio possibile?', organizzato dal sindacato di polizia Coisp.
"Noi spesso - ha spiegato il ministro dell'Interno - vediamo le immagini di manifestazioni in cui ci sono persone che partecipano travisandosi, tirando fuori caschi, con paramenti atti a non farsi identificare e la discussione che ne nasce è che sono i poliziotti che devono avere il marchio identificativo sul casco. Lo trovo un po' singolare tenendo presente che non c'è mai stata occasione in cui all'esigenza specifica non siano state identificate completamente le persone che avevano partecipato alla gestione della manifestazione”.
Nel corso del convegno Piantedosi ha anche chiarito che nel Dl Sicurezza "non c'è da nessuna parte il riferimento al divieto, alla restrizione della libertà di manifestazione, a meno che non si intenda per libertà di manifestare lo sfasciare vetrine o il dare fuoco alle macchine della polizia".
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(Adnkronos) - Si è trasformato in un vero disastro il varo della nuovissima nave da guerra della Corea del Nord. Un "incidente grave" che ha mandato su tutte le furie il leader nordcoreano Kim Jong Un, presente alla cerimonia: "In un istante è stata danneggiata gravemente la dignità e l'orgoglio del nostro Paese. I responsabili pagheranno", ha tuonato.
In una rara ammissione di fallimento, l'agenzia di stampa ufficiale Korean Central News Agency (KCNA) ha dichiarato che un malfunzionamento nel meccanismo di lancio ha causato lo scivolamento prematuro in acqua della poppa del cacciatorpediniere da 5.000 tonnellate, che sarebbe dovuto entrare nella flotta nordcoreana, schiacciando parti dello scafo e lasciando la prua incagliata sulla banchina. Secondo i militari sudcoreani, la nave 'giace' su un fianco. Kim ha definito il fallimento del lancio "un atto criminale" che "non può essere tollerato", frutto di "negligenza assoluta, irresponsabilità" e di "errori da irresponsabili".
Il leader nordcoreano ha ordinato lavori a tempi record affinché il cacciatorpediniere sia pronto prima della plenaria del Comitato centrale del partito al potere prevista per giugno. Per l'incidente, avvenuto ieri in un cantiere navale a Chongjin, dito puntato contro gli enti che sono stati coinvolti nella progettazione della nave, tra cui il Dipartimento dell'industria delle munizioni, la Kim Chaek University of Technology e l'ufficio centrale di progettazione navale.. I media nordcoreani non parlano di vittime né di feriti a causa dell'incidente. E non diffondono immagini. "Alla plenaria del comitato centrale del partito", assicura Kim, verrà affrontato il caso.
Ad aprile era stato svelato Choe Hyon, cacciatorpediniere di fabbricazione nordcoreana, descritto come una nave da guerra di "nuova generazione". Ci sono ancora pochi dettagli, ma secondo i militari sudcoreani - riporta la Cnn - l'unità navale danneggiata potrebbe essere equipaggiata allo stesso modo della Choe Hyon. E per gli analisti, evidenzia la rete americana, sarebbe praticamente impossibile rispettare i tempi imposti dal Kim per i lavori da effettuare per un nuovo varo.
Il mese scorso Kim era stato immortalato con la Choe Hyon sullo sfondo. Nelle immagini diffuse dalla Kcna al fianco del leader nordcoreano c'era la figlia Kim Ju-ae. "E' giunta l'ora di una scelta responsabile per accelerare sulla dotazione di armi nucleari della Marina, per difendere lo Stato e la sovranità marittima dalle minacce attuali e future", diceva il leader nordcoreano, mentre Pyongyang annunciava l'avvio di test alla presenza di Kim del sistema di combattimento della Choe Hyon, che - secondo Pyongyang - dovrebbe essere operativa "all'inizio del prossimo anno".
(Adnkronos) - La Corte costituzionale con la sentenza numero 69 ha sancito che la preclusione della fecondazione eterologa alle donne single è una scelta rimessa alla discrezionalità giuridica del legislatore, e che il divieto contenuto nell'articolo 5 della legge numero 40 del 2004 non è né irragionevole, né sproporzionato. Pertanto non sussistono ostacoli costituzionali a una eventuale futura estensione, da parte del legislatore, dell’accesso alla procreazione medicalmente assistita anche a nuclei familiari diversi da quelli attualmente indicati, e nello specifico alla famiglia monoparentale.
"La Corte identifica 'le rilevanti implicazioni bioetiche e incisivi riverberi sociali, riguardanti i rapporti interpersonali e familiari', sottesi alle tecniche di procreazione assistita - commenta all'Adnkronos il giurista Alberto Gambino, prorettore vicario dell'Università Europea di Roma e componente del Comitato nazionale di bioetica - In tale ambito così delicato riconosce e rispetta la discrezionalità del Legislatore, il quale, come afferma la Consulta, 'ha cercato di non creare una distanza eccessiva rispetto al modello della generazione naturale della vita', tentando di 'proteggere a priori l’interesse dei futuri nati'. Non ha, pertanto, consentito 'l’esclusione della figura del padre', una scelta 'riconducibile al principio di precauzione nell’interesse dei futuri nati'".
Secondo Gambino, anche Commissario europeo contro il razzismo e l'intolleranza, "quando la Corte sottolinea nella sentenza che 'l’infertilità per ragioni di età non può reputarsi di natura patologica e, pertanto, non può attrarre la tutela propria del diritto alla salute', centra i riflettori su un punto cruciale in tema di genitorialità e maternità, spesso dimenticato: il problema dell’età della donna. Un tema, strettamente connesso al problema demografico e alle politiche del lavoro, che ha radici culturali e può rappresentare la prospettiva futura e lo snodo da affrontare per rispondere veramente al desiderio di genitorialità che anima il tema della procreazione umana". (di Roberta Lanzara)
(Adnkronos) - 'Israeliani e sionisti non sono benvoluti qua'. È la scritta in ebraico apparsa ieri sulla vetrina di un negozio in zona Moscova, nel centro di Milano. Oggi il cartello è scomparso, ne resta solo uno con scritto 'stop war', tra due razzi con le bandiere israeliana e palestinese. Le immagini della vetrina del negozio sono però circolate sui social, facendo montare la polemica nella comunità ebraica. "Di nuovo la solita insalata dovuta o a mala fede, spesso di matrice antisemita, o a acefalite, di matrice genatoriale", il commento su Facebook di Roberto Della Rocca, che ieri sulla sua pagina social ha pubblicato l’immagine del cartello sulla vetrina.
"A prescindere dalle valutazioni che ognuno di noi può dare sul conflitto mediorientale, si sta facendo passare il concetto che slogan, insulti e aggressioni fisiche contro gli ebrei siano ammissibili. La situazione - denuncia in una nota il consigliere comunale di Azione Daniele Nahum - è andata fuori controllo e la società e le istituzioni devono dare una risposta. Serve una grande mobilitazione nazionale contro l'antisemitismo".
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(Adnkronos) - Tra poche ore si deciderà lo scudetto. Domani, venerdì 22 maggio, si giocano Como-Inter e Napoli-Cagliari per l'ultima giornata di campionato. La squadra di Conte ha il destino nelle proprie mani, contro un Cagliari già salvo e che dovrà fare a meno di alcuni dei suoi uomini migliori, come spiegato dal tecnico rossoblù Davide Nicola. "Di certo non ci saranno Gaetano e Caprile, che ha giocato infortunato nella gara contro il Venezia. Lo ringrazio per essere rimasto in campo nonostante il problema. Purtroppo è una distrazione di primo grado alla gamba".
L'allenatore dei sardi ha poi spiegato che, oltre ai due giocatori in prestito dal Napoli, potrebbero esserci altre assenze: "Zortea sta facendo un'ecografia, Pavoletti dovrebbe esserci. Domani vedremo una grande gara, sembra che Como e Cagliari siano diventati crocevia per lo scudetto. Se lo giocheranno Inter e Napoli. Noi siamo persone serie e faremo la nostra gara".
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(Adnkronos) - “Il progetto ‘Beher’ nasce dalla consapevolezza che, dopo aver implementato tutta una serie di iniziative per la parità di genere a favore di colleghe e colleghi, come azienda e come brand iconico Peroni potevamo svolgere un ruolo nel portare questa sensibilità all'esterno. Nel passato Peroni era associata alla ‘bionda’, quasi promotrice di stereotipi non corretti da questo punto di vista, e quindi abbiamo sentito la responsabilità di fare qualcosa nella direzione opposta”. Lo ha dichiarato Enrico Galasso, amministratore delegato di Birra Peroni, a margine dell’evento a Roma per il lancio dell’iniziativa 'Beher', un progetto di Peroni per la promozione della parità di genere che partirà dal 25 maggio.
“Questa iniziativa si compone di una serie di anime: da un’area di educazione che chiamiamo Academy, per favorire una riflessione sul tema, a un Osservatorio permanente sulla sensibilità dell'opinione pubblica che ci permetterà poi di attivare delle discussioni e delle conversazioni sul tema", ha proseguito.
"Inoltre, abbiamo una serie di iniziative a supporto delle donne per quello che riguarda in particolar modo le Stem, ovvero le aree tecnico-scientifiche. Una rubrica all'interno della quale si potranno trovare tutta una serie di informazioni utili e link ad associazioni e movimenti che sul territorio si occupano di questo tema. Infine, non ultimo, il ruolo che il brand Peroni svolgerà portando questo messaggio all'esterno e rendendolo disponibile a tutti", ha concluso.
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(Adnkronos) - Subito dopo la finale agli Internazionali d'Italia a Roma e prima del Roland Garros a Parigi, Jannik Sinner ha fatto 'tappa' in Danimarca. Il campione italiano è stato avvistato tra le strade della capitale danese, scatenando curiosità: come mai dopo Roma e prima di Parigi ha scelto di volare a Copenaghen?
A raccontare di averlo incontrato, condividendo anche una foto ricordo con i media danesi, è Mette Dahl, ex tennista e ora allenatrice. "Se potessi scegliere una persona al mondo che vorrei incontrare sarebbe lui", ha spiegato Dahl al tabloid danese 'BT', mostrando tutto il suo stupore per aver incontrato per caso, a passeggio nel suo Paese, il numero uno del tennis mondiale.
L'allenatrice ha raccontato che stava camminando per Nyhavn, l'antico porto di Copenaghen, quando ha visto Sinner. "All'inizio - ha detto al tabloid - ho pensato che non potesse essere lui perché la sera prima aveva giocato la finale a Roma. Ma poi dico: 'Jannik', e lui si gira". Quindi la richiesta di una foto ricordo e un piccolo scambio di battute.
"Ho detto che non vedevo l'ora di vederlo giocare l'Open di Francia e lui ha risposto semplicemente 'grazie'. Forse era un po' timido o semplicemente sorpreso di essere stato riconosciuto lì ma era di buon umore", ha detto Dahl. "È stato davvero surreale incontrarlo... Ho dovuto ingrandire le foto in seguito per essere assolutamente certa che fosse lui", ha concluso.
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