(Adnkronos) - Un +300% di viaggiatori italiani in treno verso Monaco di Baviera per la finale di Champions League in programma il prossimo 31 maggio. E' quanto emerge dai dati, visionati in anteprima da Adnkronos/Labitalia, di Trainline, la piattaforma leader in Europa per la prenotazione di treni e pullman, che ha analizzato le prenotazioni ferroviarie internazionali verso la città tedesca, in vista della finale di Uefa Champions League 2025 tra Inter e Paris Saint-Germain.
L’analisi, condotta sui passeggeri identificati tramite indirizzi IP con viaggi prenotati tra il 30 e il 31 maggio 2025, evidenzia un forte incremento della domanda rispetto alla settimana precedente (a parità di orizzonte di prenotazione): +300% di passeggeri dall’Italia e +189% a livello globale. I dati confermano come eventi sportivi di portata internazionale rappresentino un acceleratore significativo per la mobilità ferroviaria, con il calcio in particolare che si attesta come uno dei principali fattori di attivazione dei flussi di viaggio.
L’incremento registrato dall’Italia riflette l’entusiasmo dei tifosi nerazzurri, pronti a sostenere la propria squadra in una finale molto attesa. La dimensione emotiva dell’evento si traduce in un aumento tangibile della mobilità, a dimostrazione del legame profondo tra sport e viaggio. Sempre più passeggeri, spiegano da Trainline, scelgono il treno come mezzo per raggiungere eventi di rilievo internazionale: una modalità di viaggio non solo comoda ed efficiente, ma anche responsabile dal punto di vista ambientale, e il calcio si conferma un driver chiave nella mobilità internazionale, scelta sostenibile per i tifosi europei.
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(Adnkronos) - Un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'università degli Studi dell'Insubria, guidato da Flavia Marinelli del Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita, ha scoperto un nuovo antibiotico glicopeptidico - chiamato dal team kineomicina - che si è dimostrato promettente per la sua capacità di inibire la crescita di batteri patogeni attualmente resistenti alle terapie antibiotiche comunemente utilizzate.
"L'antibiotico-resistenza - ricorda Marinelli, da anni impegnata nello studio di nuove molecole di origine microbica per combatterla - è quel fenomeno che si verifica quando i farmaci utilizzati per contrastare i batteri, ovvero gli antibiotici, smettono di essere efficaci. E' riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della sanità come una pandemia silenziosa che oggi minaccia la salute globale, rischiando di compromettere decenni di progressi in campo medico: dal trattamento di una semplice infezione all'impossibilità di effettuare interventi chirurgici complessi. Più di 35mila persone muoiono ogni anno in Europa a causa dell'antibiotico-resistenza. E' pertanto urgente scoprire nuovi antibiotici, utilizzando tutti gli approcci possibili che la comunità scientifica ha a disposizione".
Il lavoro - recentemente pubblicato su 'Communications Chemistry', rivista del Nature Portfolio - ha mostrato come, grazie a un approccio in silico basato sull'analisi bioinformatica di grandi quantità di dati sulla diversità microbica, sia stato possibile predire la struttura chimica di un nuovo antibiotico prodotto da un microrganismo esotico: l'Actinokineospora auranticolor. Il bioinformatico coinvolto nel progetto è Oleksandr Yushchuk, per molti anni postdoc ospite del Laboratorio di Biotecnologie microbiche di UnInsubria, che ha poi dovuto fare ritorno a Lviv allo scoppio della guerra in Ucraina. La collaborazione è però continuata nonostante il conflitto, permettendo al gruppo di biotecnologi microbici insubrici, coordinati da Francesca Berini, di produrre nei fermentatori dell'ateneo la nuova molecola.
Hanno partecipato al progetto anche gruppi di ricerca delle università tedesche di Berlino e Bielefeld. Roderich Süssmuth (università tecnica di Berlino) ha collaborato alla delucidazione della struttura chimica del nuovo antibiotico, mentre Jörn Kalinowski (università di Bielefeld) ha contribuito alla caratterizzazione genomica del microrganismo produttore.
"La strada verso un possibile sviluppo della kineomicina come nuovo farmaco è appena iniziata - si legge in una nota - e richiederà numerosi ulteriori studi, sia in vitro sia in vivo. Tuttavia questa scoperta conferma che, grazie a nuovi approcci multidisciplinari, è possibile trovare nelle risorse naturali - in questo caso nella straordinaria diversità metabolica dei microrganismi - nuove soluzioni per affrontare le infezioni multiresistenti".
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(Adnkronos) - Muscoli forti, cuore debole. I bodybuilder maschi rischiano la morte improvvisa, specie i professionisti che corrono un pericolo più che quintuplo rispetto ai dilettanti. Sotto accusa allenamenti estremi, diete e uso di anabolizzanti per scolpire il fisico. Lancia l'allarme uno studio condotto da un team internazionale coordinato dall'università di Padova, pubblicato sull''European Heart Journal', rivista scientifica di riferimento della Società europea di cardiologia (Esc). La ricerca ha analizzato oltre 20mila atleti che hanno gareggiato in eventi Ifbb (Federazione internazionale di bodybuilding & fitness) tra il 2005 e il 2020, con un follow-up medio di oltre 8 anni.
"Negli ultimi anni si è assistito a un numero crescente di segnalazioni di morti premature tra praticanti di bodybuilding e fitness influencers - afferma Marco Vecchiato del Dipartimento di Medicina dell'ateneo patavino, primo autore del lavoro - Questi tragici eventi, che spesso colpiscono atleti giovani e apparentemente sani, evidenziano una lacuna nella nostra comprensione dei rischi per la salute a lungo termine associati al bodybuilding competitivo. Il nostro è il primo studio a riportare l'incidenza della morte e della morte cardiaca improvvisa in questa disciplina sportiva". Tra i bodybuilder monitorati "sono stati identificati 121 decessi, di cui il 38% imputabili a morte cardiaca improvvisa associata in alcuni atleti ad alterazioni strutturali del cuore e in diversi casi all'uso di sostanze dopanti - riferisce Andrea Ermolao del Dipartimento di Medicina UniPd, corresponding author dello studio - Il dato più rilevante è l'elevato rischio di morte cardiaca improvvisa nei bodybuilder professionisti, che risulta oltre 5 volte superiore rispetto agli atleti dilettanti".
"I risultati di questo studio non intendono lanciare un giudizio sul bodybuilding - tiene a precisare Vecchiato - ma pongono una questione di salute pubblica e di prevenzione in una disciplina in cui si fondono idealizzazione del corpo, competizione estrema e pratiche potenzialmente dannose. La nostra analisi fornisce una base scientifica solida per avviare riflessioni e interventi concreti". Gli scienziati lanciano un appello per introdurre con urgenza screening cardiovascolari nei giovani bodybuilder professionisti.
Lo studio è frutto di una collaborazione internazionale tra scienziati italiani, statunitensi e austriaci, spiega una nota dell'università di Padova. La ricerca ha indagato in modo sistematico notizie di decessi riguardanti un campione esteso di bodybuilder internazionali fino al luglio 2023 in 5 lingue diverse attraverso diverse fonti web, tra cui media ufficiali, social, forum e blog dedicati. Tutte le morti segnalate sono state poi incrociate utilizzando più fonti e questi rapporti sono stati verificati e analizzati per stabilire, per quanto possibile, la causa del decesso. Nei pochi referti autoptici disponibili, i risultati includevano l'ispessimento o l'ingrossamento del cuore, e in alcuni casi una malattia coronarica. Le analisi tossicologiche e i rapporti disponibili pubblicamente hanno rivelato l'abuso di sostanze dopanti in diversi atleti.
Il bodybuilding competitivo - osservano da UniPd - si distingue per un insieme di pratiche che possono comportare stress psicofisico rilevante: allenamenti ad alta intensità, regimi alimentari estremi con grandi oscillazioni di peso tra periodi lontani e in prossimità delle gare, tecniche di disidratazione e, in alcuni contesti, uso di sostanze dopanti. Secondo gli autori, "è proprio la combinazione di questi fattori a contribuire alla maggiore incidenza di eventi fatali, anche in soggetti giovani e apparentemente sani. Infatti, questi approcci possono mettere a dura prova il sistema cardiovascolare, aumentare il rischio di aritmie pericolose e portare a cambiamenti strutturali del cuore nel corso del tempo". Lo studio evidenzia che, "se la ricerca dell'eccellenza fisica da un lato è ammirevole, il perseguimento di una trasformazione estrema del corpo ad ogni costo può comportare rischi significativi per la salute, in particolare per il cuore. La consapevolezza di questi rischi dovrebbe incoraggiare pratiche di allenamento più sicure, controlli medici regolari e un approccio culturale diverso che rifiuti fermamente l'uso di sostanze dopanti".
I ricercatori propongono di introdurre "screening cardiovascolari proattivi anche nei giovani atleti e di rafforzare la collaborazione tra la comunità medica, le specifiche federazioni sportive e le istituzioni per garantire una partecipazione più sicura al bodybuilding. E' necessario un cambiamento culturale - incalzano gli scienziati - con misure antidoping più efficaci, campagne educative sui rischi dell'abuso di sostanze e l'implementazione di programmi di sorveglianza sanitaria".
"L'idea che un corpo scolpito equivalga automaticamente a uno stato di salute ottimale merita di essere messa in discussione - ragiona Vecchiato - I nostri dati mostrano che l'aspetto esteriore può nascondere vulnerabilità profonde, in particolare quando viene esasperato da pressioni competitive e obiettivi fisici estremi. Infatti, è necessario considerare anche l'impatto psicologico legato a questa disciplina. Alcuni decessi classificati come 'morti traumatiche improvvise' - come incidenti stradali, omicidi, suicidi o overdose - potrebbero ascriversi a problemi di salute mentale a volte peggiorati con l'abuso di sostanze in grado di aumentare il rischio di comportamenti impulsivi o autodistruttivi. Questo quadro complesso rafforza la necessità di un'attenzione più ampia e integrata verso la salute degli atleti, che includa anche l'aspetto psicologico".
"Questo lavoro - insistono gli autori - non vuole essere un'accusa nei confronti dell'allenamento della forza o della cultura del fitness, che anzi possono offrire importanti benefici in termini di salute, benessere e longevità. Il messaggio è di responsabilità e consapevolezza, a tutela di chi pratica questa disciplina con passione e dedizione".
Lo studio si è concentrato sui bodybuilder maschi per la maggiore disponibilità di dati - si puntualizza nella nota - ma il team di ricerca sta già lavorando a un'analisi parallela dedicata alle atlete e a un approfondimento per valutare come le pratiche e i rischi associati a questa disciplina si siano evoluti nel tempo.
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(Adnkronos) - Jannik Sinner, ma non solo. Saranno diversi gli italiani impegnati al Roland Garros. Oltre a Lorenzo Musetti, numero 8 del ranking, in Francia toccherà anche a Luciano Darderi, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi, Mattia Bellucci, Francesco Passaro, Luca Nardi e Flavio Cobolli. Ecco quale sarà il percorso dei tennisti azzurri al Roland Garros 2025.
Lorenzo Musetti, testa di serie numero 8 del torneo, debutterà contro un qualificato e avrà un tabellone che rappresenta una grossa occasione per puntare almeno alla semifinale, in cui potrebbe trovare Carlos Alcaraz. L'unico big che potrebbe arrivare qi quarti per l'azzurro è Taylor Fritz.
E gli altri azzurri? In attesa dei qualificati, Luciano Darderi debutterà contro Sebastian Korda, Lorenzo Sonego se la vedrà contro Ben Shelton, Matteo Arnaldi contro Felix Auger Aliassime, Mattia Bellucci contro Jack Draper, Francesco Passaro con Jesper De Jong, Luca Nardi debutterà contro Fabian Marozsan e Flavio Cobolli aspetta un qualificato.
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(Adnkronos) - "Sarà una sedicesima edizione strepitosa, di un evento che è ormai diventato un punto di riferimento del dibattito economico sociale, politico, etico nel nostro Paese. Abbiamo già migliaia e migliaia di iscritti e altri ne arriveranno nei prossimi giorni. Aprirà i lavori il presidente della Regione Liguria, Bucci e avremo il vice presidente della commissione europea, Raffaele Fitto. Interverranno in presenza o in collegamento video i ministri Urso, Calderone, Roccella, Locatelli, Casellati, Bernini, Pichetto Fratin, Zangrillo. Siamo in attesa della conferma dei due vice premier Salvini e Tajani. Ci saranno i vice ministri Leo e Cirielli, e il sottosegretario Durigon, il direttore dell'Agenzia delle entrate, Carbone, quello dell'Inl, Papa. E ancora i direttori generali di Inps e Inail, Vittimberga e Fiori". Così Rosario De Luca, presidente del consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, ha presentato nel corso di una conferenza stampa la sedicesima edizione del Festival del lavoro, in programma dal 29 al 31 maggio prossimi ai Magazzini del Cotone di Genova.
Secondo De Luca "è il momento storico che ci mette nelle condizioni di dovere affrontare assieme alle istituzioni e a tutte le altre componenti del nostro Paese, le parti sociali e la società civile, dei temi fondamentali per il nostro Paese come l'intelligenza artificiale, l'etica, la legalità, il nuovo mondo del lavoro che si sta già dipanando sotto i nostri occhi. E' chiaro che quindi questa sarà un'edizione del Festival del lavoro che ci porterà tante novità e temi di grande interesse", ha concluso.
(Adnkronos) - Due mani insanguinate dell'assassino di Chiara Poggi che si ferma sulla soglia delle scale della cantina, lancia il corpo della 26enne e non calpesta neppure un gradino insanguinato. A meno di voler cambiare la scena del crimine, la villetta di via Pascoli a Garlasco restituisce l'esatta dinamica di quanto accaduto la mattina del 13 agosto 2007. Fatti che sono costati una condanna a 16 anni di carcere per l'allora fidanzato Alberto Stasi e che ora vanno letti per capire se e come il nuovo indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, possa essere collocato sulla scena del crimine.
Il killer lascia il suo biglietto da visita in casa con l'impronta delle 'scarpe a pallini' - marca Frau numero 42, sentenzia l'ultima perizia - si muove e si ripulisce come qualcuno che conosce bene quegli spazi. La ventiseienne apre la porta al visitatore e non ha il tempo di reagire: non urla, non si divincola, sembra quasi inerme: "Aveva così fiducia da non fare assolutamente niente, tanto - scrivono i giudici - da venire massacrata senza alcuna fatica, oltre che senza nessuna pietà". Chiara Poggi viene colpita a pochi passi dall'ingresso, batte il capo, le sue mani si contraggono e strisciano sul pavimento, viene colpita ancora, quindi l'assassino la solleva con entrambe le mani - pesa poco meno di 50 chili - e la getta sulle scale che portano in cantina. Lo fa senza scendere neppure un gradino di quella scala: la suola intrisa di sangue si ferma sull'uscio, al livello del piano dove finiscono le mattonelle in cotto e iniziano i gradini in marmo.
Il passo insanguinato e deciso si muove verso il bagno, si porta nella saletta in fondo, poi raggiunge la cucina e quindi l'uscita. Su quella scala ripida, senza corrimano, con 13 gradini e due curve, il corpo di Chiara scivola e si ferma: la testa sul nono gradino è verso il basso e un lato del volto è ben visibile. Sulla maglia rosa del pigiama, all'altezza della spalla sinistra, ci sono quattro tracce dei quattro polpastrelli insanguinati dell'assassino, cui corrisponde, nella parte anteriore della stessa maglia un frammento di impronta palmare insanguinata. Impronte mai analizzate perché il corpo viene girato e la maglia arriva al medico legale completamente intrisa di sangue.
Eppure quella foto di Chiara Poggi mostra come è stato afferrato il corpo per "scaraventarlo" in fondo alla scala, e come l'assassino "si fosse sporcato le mani, e avesse avuto la necessità di andare a lavarsele in bagno" sentenzia la Corte. Si specchia, si lava - da casa Poggi mancano anche alcuni asciugamani - e sul dispenser portasapone restano due impronte: sono di Alberto Stasi e sono su un oggetto che per ultimo ha toccato l'assassino. E sul tappetino dove sosta il killer resta l'impronta della scarpa 'a pallini', un numero che Stasi può calzare a differenza di Andrea Sempio che indossa il numero 44. In attesa dell'incidente probatorio sul match tra il Dna di Sempio e il materiale trovato sulle unghie della vittima, in quella casa dell'indagato c'è solo - secondo la nuova consulenza tecnica della Procura di Pavia - un’impronta della mano destra sulla parete delle scale che portano in cantina. Gradini che l'assassino non calpesta.
Così il ragazzo perbene e lo studente modello con "la passione per la pornografia" - a dire dei giudici - uccide senza pietà e disprezzo Chiara Poggi, diventata "per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare". Chiara Poggi, "sola vittima di questo processo" viene uccisa "dall'uomo di cui si fidava e a cui voleva bene, che l'ha fatta definitivamente 'scomparire' in fondo alle scale". Dopo averla uccisa "è riuscito con abilità e freddezza a riprendere in mano la situazione, e a fronteggiarla abilmente, facendo le sole cose che potesse fare, quelle di tutti i giorni: ha acceso il computer, visionato immagini e filmati porno, ha scritto la tesi, come se nulla fosse accaduto. La condotta da lui tenuta non è stata per nulla collaborativa, ma al contrario fuorviante e finalizzata ad allontanare i sospetti dalla sua persona: ha da subito sviato le indagini ipotizzando un incidente domestico e ha progressivamente messo a disposizione degli inquirenti ciò che, nel tempo, assumeva via via qualche interesse investigativo. Non tutto però, e in tal modo è riuscito a rallentare gli accertamenti a proprio vantaggio, anche grazie agli utili errori commessi dagli stessi inquirenti" si legge nelle motivazioni del 2014.
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(Adnkronos) - Il 70% degli italiani chiede meno tasse sui redditi lordi, e oltre l’80% denuncia un grave squilibrio tra ciò che si versa e ciò che si riceve in termini di servizi pubblici. È un grido di allarme trasversale, che attraversa generazioni, territori e professioni. La pressione fiscale viene percepita come eccessiva e iniqua, soprattutto per chi lavora, produce, risparmia, investe. Lavorare di più non conviene, salire di reddito significa perdere benefici. Emerge dal 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati.
"E' qui - ha affermato il presidente Cida Stefano Cuzzilla - che si gioca la vera partita politica. Il tempo delle analisi è finito: servono scelte nette. Una riforma fiscale che alleggerisca il lavoro dipendente, che premi chi produce valore e non chi lo elude. E basta considerare i pensionati un capitolo di spesa: sono una risorsa strategica, il primo ammortizzatore sociale del Paese. Serve una rivalutazione delle pensioni, un rafforzamento della previdenza integrativa, una più convinta lotta all’evasione, una valorizzazione della managerialità che tiene insieme istituzioni, imprese e cittadini. E' il 70% degli italiani a chiedere meno tasse sui redditi lordi, non possiamo ignorarlo. Difendere il ceto medio – e chi lo guida ogni giorno – non è difendere una categoria, ma garantire stabilità, coesione e crescita per l’intero Paese".
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(Adnkronos) - “La ricerca dimostra che oltre due terzi di italiani sente di appartenere al ceto medio. Ceto medio che è protagonista vitale della società italiana, ma da troppo tempo costretto a non facili adattamenti di fronte alla persistenza di un fisco penalizzante, di un senso di sicurezza in erosione e di un'attenzione ridotta al valore delle competenze e delle funzioni avanzate in una società ad alta complessità. Tutelare e rilanciare il ceto medio è oggi una scelta essenziale per la crescita del Paese”. Così il segretario generale Censis, Giorgio De Rita, commenta il 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - Due italiani su tre si sentono ceto medio, ma più della metà teme che i propri figli staranno peggio. Più di otto su dieci non vedono riconosciuto il valore delle proprie competenze nel reddito. E oltre il 70% chiede meno tasse sui redditi lordi. E' il ritratto del ceto medio italiano che emerge dal 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', commissionato da Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, e presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati, aperto con i saluti istituzionali del Capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, Paolo Barelli e gli interventi del vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e del viceministro dell'Economia e delle finanze, Maurizio Leo. Hanno portato i loro contributi Gabriele Fava, presidente Inps, Renato Loiero, consigliere del Presidente del Consiglio, e i deputati Elena Bonetti, Luigi Marattin, Annarita Patriarca e Walter Rizzetto.
“Il Rapporto fotografa una frattura profonda: il ceto medio è il Punto di Tenuta del Paese, ma oggi vive un paradosso insostenibile. È troppo ricco per ricevere aiuti, troppo povero per costruire futuro. Colpito dal fisco, escluso dal welfare, ignorato nei riconoscimenti. Eppure, resiste: investe nei figli, tiene in piedi famiglie e territori con una generosità silenziosa. Ma quanto può sopportare ancora? E soprattutto, possiamo permetterci di non ascoltarlo? Se non si restituisce dignità economica a chi ogni giorno regge l’Italia, il rischio è uno solo: spezzare definitivamente il patto sociale su cui si fonda la nostra democrazia”. E' il grido d’allarme e insieme la richiesta di una scelta politica netta che arriva da Stefano Cuzzilla, riconfermato oggi alla guida di Cida dall’assemblea nazionale, che ha eletto anche i vicepresidenti Marco Ballarè, Antonello Giannelli e Guido Quici.
Un capitale culturale forte, ma senza ritorno economico. Questa la contraddizione centrale che emerge dal nuovo rapporto Cida-Censis: il ceto medio italiano non si definisce attraverso il reddito, ma attraverso l’identità culturale. Il 66% degli italiani si riconosce nel ceto medio, e per oltre il 90% ciò che conta davvero è il sapere, il livello di istruzione, le competenze acquisite. Ma questi valori – pur costituendo il fondamento identitario – non trovano più riscontro nella realtà economica. L’82% degli italiani che si autodefinisce di ceto medio denuncia che il merito non viene riconosciuto, che il capitale culturale non si traduce in una giusta retribuzione. E' qui che si apre una frattura decisiva: tra capitale umano e capitale economico. E quando il riconoscimento non arriva, il motore si spegne: ciò che era spinta verso l’alto diventa semplice sopravvivenza.
Negli ultimi anni, oltre la metà degli italiani che rappresentano l’ossatura sociale del Paese ha visto il proprio reddito fermo, mentre più di uno su quattro lo ha visto calare. Solo il 20% dichiara un miglioramento. Ma più che arretrare, il ceto medio oggi galleggia senza prospettiva. Anche i consumi riflettono questo stato: il 45% li ha già ridotti, e la maggioranza teme ulteriori tagli nel prossimo futuro. Non è solo una condizione economica, è un malessere sociale diffuso che svuota di speranza il futuro. Un futuro che, sempre più spesso, il ceto medio non riesce più a immaginare dentro i confini del Paese.
Il 50% dei genitori appartenenti al cuore produttivo del Paese ritiene che i figli staranno economicamente peggio, e il 51% auspica che cerchino opportunità all’estero, segnando il sorpasso definitivo del 'mito dell’altrove' sul sogno di mobilità sociale interna. Nonostante ciò, il ceto medio continua a investire: il 67% delle famiglie di ceto medio con figli conviventi sostiene spese straordinarie per garantire un futuro ai figli, mentre oltre il 41% aiuta economicamente figli e nipoti, confermandosi come primo ammortizzatore sociale del Paese.
Tra i pensionati della fascia di riferimento del rapporto Cida-Censis, il 47% aiuta regolarmente figli o nipoti, e il 66% ha finanziato o finanzierà almeno una spesa straordinaria. Questa 'generosità silenziosa' è sempre più sotto pressione. Solo il 52% si sente protetto da reti di welfare; gli altri oscillano tra ansia, incertezza e vera e propria insicurezza. E il risparmio, da sempre uno dei tratti distintivi del ceto medio, si erode: il 46% ha ridotto la capacità di accantonare risorse, e il 44% prevede un peggioramento nei prossimi tre anni. Quando la fiducia nel futuro si incrina, cresce il bisogno di protezione: ma è proprio qui che il sistema mostra le sue crepe più profonde.
Solo il 18% giudica sufficiente il welfare pubblico. Di fronte a questa percezione di inadeguatezza, cresce la corsa al welfare integrativo: il 45% possiede una polizza sanitaria o un fondo pensione e circa il 36% vorrebbe che il contratto collettivo del settore in cui lavora prevedesse la sanità integrativa. Il rischio è una nuova disuguaglianza: tra chi può permettersi una protezione privata e chi resta scoperto.
(Adnkronos) - "Il nostro sistema fiscale, ce lo dicono Ocse e Banca d’Italia, penalizza il lavoro dipendente, soprattutto nelle fasce medio-alte. Un dirigente in Italia paga aliquote che altrove si applicano solo a chi guadagna quattro volte di più. Non è equità. E un disincentivo al merito. Accogliamo le proposte del Ministero dell’Economia sul taglio delle tasse per i ceti medi. Ma l’attesa non è più un’opzione. Il percorso va accelerato. Chiediamo una riforma fiscale all’altezza del tempo che stiamo vivendo. Una riforma che alleggerisca la pressione sul lavoro dipendente, che valorizzi chi crea occupazione e competenze, e che riconosca il ruolo strategico della dirigenza italiana come leva di competitività, coesione e progresso". A dirlo il presidente Cida, Stefano Cuzzilla intervenendo alla presentazione del 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare'.
"Non possiamo più accettare - sottolinea - che chi investe in previdenza complementare, sanità integrativa, formazione e innovazione venga penalizzato da un sistema che taglia detrazioni e benefici in base a soglie di reddito nominale, scollegate dalla realtà economica di chi ogni giorno contribuisce al benessere del Paese. Difendere il ceto medio e chi lo guida significa anche difendere il risparmio, che è da sempre il caposaldo di questa fascia: un patrimonio non solo economico, ma anche culturale".
"Tra le priorità da affrontare - avverte - c’è anche un altro nodo strategico: la questione del tetto agli stipendi nel settore pubblico e in ambiti ad alta funzione istituzionale. Una soglia rigida e generalizzata rischia di produrre una pericolosa emorragia di competenze in settori nevralgici per la tenuta del Paese: magistratura, forze armate, pubblica amministrazione, sanità, università, enti di ricerca".
"Se le migliori professionalità, soprattutto tra le nuove generazioni, sono spinte - ribadisce il presidente Cuzzilla - a cercare altrove riconoscimento e prospettive, a perdere è l’interesse generale. Serve una riflessione concreta, che superi l’approccio ideologico, per valorizzare il capitale umano e garantire al Paese istituzioni all’altezza delle sfide che lo attendono".
"Continuare a considerare i pensionati - ha aggiunto - solo come un costo è miope. I pensionati rappresentano un gigantesco giacimento di competenze ed esperienza, oltre che di welfare. Con l’espulsione indiscriminata dal mercato del lavoro, rischiamo di impoverire definitivamente il sistema. Serve una nuova visione: che riconosca il diritto alla libertà di lavoro, che valorizzi i percorsi senior, che costruisca una previdenza davvero accessibile e sostenibile. Non per generosità, ma per intelligenza collettiva".
(Adnkronos) - La Italian Stroke Association-Associazione italiana ictus (Isa-Aii) esprime grande soddisfazione per la decisione del Consiglio di amministrazione dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha approvato la rimborsabilità di tenecteplase per l'utilizzo nel trattamento dell'ictus ischemico acuto in ambito ospedaliero. Questa approvazione rappresenta un passaggio cruciale per l'innovazione terapeutica nell'ambito dello stroke, consentendo l'adozione di un farmaco che unisce efficacia clinica comprovata a una maggiore praticità di somministrazione rispetto alla terapia trombolitica standard attualmente in uso (rtPA - alteplase).
"Isa-Aii accoglie con favore l'approvazione di tenecteplase da parte di Aifa, un farmaco che si è dimostrato sicuro ed efficace in numerosi studi clinici. Tenecteplase offre una somministrazione semplificata in bolo singolo e mostra risultati almeno equivalenti, se non superiori, rispetto all'alteplase nella pratica clinica. Il suo impiego potrà migliorare i tempi di trattamento e l'accessibilità alla terapia trombolitica anche in contesti ospedalieri meno strutturati". Isa-Aii sottolinea l'importanza di questa decisione per la rete nazionale dell'ictus auspicando una rapida implementazione del tenecteplase nei protocolli ospedalieri, in linea con le più recenti evidenze scientifiche e le raccomandazioni internazionali.
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(Adnkronos) - Venerdì sera l’ultimo atto della corsa scudetto: a Conte bastano tre punti contro i sardi già salvi per conquistare il titolo. Domenica la Juve vuole blindare il quarto posto: a 1,50 tre punti a Venezia
Milano, 22 maggio – A Napoli è tutto pronto per la festa scudetto: al ‘Maradona’ sarà un venerdì sera di passione e di attesa, con la squadra di Antonio Conte che ha comunque il destino nelle proprie mani. Battere il Cagliari significherebbe conquistare il tricolore senza stare a pensare a quello che succederà al ‘Sinigaglia’ di Como, dove invece l’Inter dovrà vincere e sperare che il Cagliari (che domenica scorsa ha raggiunto la salvezza) fermi il Napoli. Per le quote Snai, però, questa è un’ipotesi remota: il segno «1» in Napoli-Cagliari è in lavagna a 1,14 e si oppone al pareggio a 7,50 e al «2» che vale addirittura 16. È favorita anche l’Inter a Como, con tre punti nerazzurri a 1,60 e i segni «1» e «X» rispettivamente a 4,75 e 4,25.
Lotta Champions Se le due gare decisive per lo scudetto si giocheranno venerdì sera, e sabato sono in programma Bologna-Genoa e Milan-Monza – uniche partite ininfluenti per la classifica –, domenica sera si assegna l’ultimo posto per la prossima Champions League. Oltre a Napoli, Inter e Atalanta, è in pole position la Juventus, impegnata sul campo di un Venezia che lotta disperatamente per non retrocedere. Almeno in lavagna, però, non sembrano esserci speranze per la squadra di Di Francesco, con quella di Tudor che parte invece a 1,50. Il pareggio, che al Venezia comunque non servirebbe, sale a 4,25; l’impresa arancioneroverde, che per valere la salvezza dovrà essere legata anche ad altri risultati, è invece offerta a 5,75. A -1 dalla Juventus c’è la Roma ospite del Torino: anche in questo caso, lavagna sbilanciata dalla parte di Ranieri («2» a 1,50), che vorrebbe coronare (con l’aiuto del Venezia) una straordinaria seconda parte di campionato con la qualificazione alla Champions League o comunque con il mantenimento della quinta posizione che varrebbe l’Europa League.
Salvezza Nella zona bassa della classifica può succedere di tutto. Dopo la retrocessione del Monza, come detto, il Venezia è appeso a un filo. Ma sono obbligate a vincere anche Lecce ed Empoli. Fa il tifo per il Venezia anche la Lazio, che battendo il Lecce («1» a 1,60) spedirebbe i salentini in Serie B o li costringerebbe allo spareggio contro l’Empoli, che ospita invece il Verona in un vero e proprio scontro diretto: toscani a 1,90, gialloblù (che potrebbero essere salvi anche in caso di sconfitta) a 4,25. Si è complicata anche la situazione del Parma, che comunque a Bergamo contro l’Atalanta può prendersi la salvezza: i gialloblù a 4,75 inseguono la squadra di Gasperini, favorita a 1,73 nonostante il terzo posto già raggiunto.
Snaitech
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(Adnkronos) - "Qualsiasi cosa che funzioni si può migliorare, con questa richiesta di allargamento statutario stiamo cercando di fare in modo di inglobare nel sistema Rilegno migliaia di aziende che lavorano il legno. Siamo tutti uniti dallo stesso filo che è quello dell'utilizzo del materiale legnoso e quindi per noi è fondamentale dare una mano oggi a chi lavora il legno, perché il Consorzio esiste, perché il legno c'è e c'è chi lavora il legno e quindi è come se fossero dei nostri figli anche loro". Così il presidente di Rilegno Nicola Semeraro sull’avvio del dialogo con il ministero dell’Ambiente per l’estensione sperimentale delle attività consortili al riciclo di manufatti legnosi diversi dagli imballaggi, in settori chiave come l’edilizia e la grande distribuzione.
"In Italia abbiamo migliaia di piccole aziende; se andiamo a verificare i numeri parliamo di circa 40mila aziende che lavorano il legno. Sono numeri importanti, Rilegno è un consorzio nazionale e non c'è un altro Rilegno ad oggi, la normativa prevede che ne nascano altri, ma chiaramente quello che abbiamo dimostrato dai dati è che l'organizzazione che il consorzio ha è una organizzazione molto difficile da duplicare", ha concluso.
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(Adnkronos) - "Riutilizzo e riciclo sono due facce della stessa medaglia perché si deve riutilizzare e si deve riciclare, per poter fare questo devi progettare un imballaggio che poi rientri in questi meccanismi. Anche quello è il nostro lavoro, quello di creare un imballaggio che si presta a essere riutilizzato perché se un imballaggio è strutturato in un certo modo può fare più rotazioni". Lo ha detto Nicola Semeraro, presidente del Consorzio Rilegno a Cesenatico per presentare la Relazione sulla gestione dell'attività svolta dal Consorzio nel 2024.
"Abbiamo un sistema che si chiama Epal dove l'Italia è seconda solo al mercato tedesco e quindi lì abbiamo dei numeri veramente importanti perché la logistica in Italia negli ultimi anni si è integrata in una maniera importante e di conseguenza oggi abbiamo solamente una tipologia di Epal che ha circa 400 milioni di rotazioni. Sono numeri enormi - ha proseguito Semeraro - e questo è frutto del lavoro fatto tutti insieme con la produzione. Per poter oggi parlare di riutilizzo vuol dire che 'ieri' abbiamo fatto un progetto. Devo dire che sinceramente questo è un consorzio che ha sempre lavorato per cercare di migliorare ed essere in linea con quelle che erano le direttive europee già dal 1998, non è solo frutto di quello che è stato fatto l'anno scorso o due anni fa o tre anni fa, è un percorso molto lungo".
(Adnkronos) - "I numeri sono molto importanti, mantenerli non è facile, però il consorzio è strutturato per affrontare e migliorare non solo i numeri, ma gli equilibri interni che un consorzio ambientale come Rilegno ha. I numeri del riciclo (67%) sono molto importanti, ma abbiamo anche una quantità di riutilizzo che è molto importante, intorno al 30%, è uno dei numeri più importanti che il consorzio ha, che è in linea con quelli che sono gli sviluppi di una nuova direttiva sugli imballaggi che arriva dall'Europa". Sono le parole di Nicola Semeraro riconfermato presidente del Consorzio Rilegno per il prossimo triennio. A deciderlo l'assemblea dei soci che a Cesenatico ha rinnovato le cariche e il consiglio di amministrazione.
"L'Europa chiede il 30% noi siamo al 67 perché quando si parla dei rifiuti bisogna capire bene e confrontarsi con il mondo del riciclo. Riciclare il legno è molto più difficile che riciclare la plastica e di conseguenza gli impianti di riciclo sono nati, hanno investito ed è chiaro che vogliono materiale. Il materiale noi siamo riusciti a ricercarlo, a metterlo insieme e quindi negli anni abbiamo veramente lavorato bene perché Rilegno ha fatto un progetto per ogni direttiva della legge. Se noi andiamo a prendere la direttiva del 1998, andiamo a vedere che cosa indicava l'Europa, noi abbiamo lavorato per realizzare ogni direttiva di quella legge. Quella che oggi chiamano la nuova direttiva sugli imballaggi in realtà aveva un grande significato e dei contenuti già nel '98 e il consorzio Rilegno questo l'ha fatto già dal '98", ha concluso Semeraro.
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(Adnkronos) - Roma, 22 maggio 2025 – Novanta minuti ancora e poi, forse, sapremo chi si cucirà sul petto lo scudetto. Nella Serie A più incerta degli ultimi anni, quarto posto e lotta salvezza si decideranno sul filo di lana, Napoli e Inter, rispettivamente contro Cagliari e Como, avranno in mente solo un obiettivo, la vittoria. La squadra di Conte, attuale capolista, ha il destino nelle proprie mani dopo aver rischiato tantissimo, la scorsa settimana, pareggiando a Parma. Il Napoli ospita il Cagliari da favoritissimo: gli esperti Sisal, infatti, vedono il successo azzurro a 1,16, il pareggio a 8,00 mentre il blitz cagliaritano pagherebbe 17 volte la posta. Numeri sbilanciatissimi perché la storia racconta che, negli ultimi 16 anni in Serie A, il Cagliari ha battuto il Napoli solo una volta. Potrebbe essere una gara, vista la posta in palio, avara di reti, l’Under si gioca a 2,60, tanto che un risultato esatto di 1-0 si gioca a 8,25 per i padroni di casa mentre quello a favore dei rossoblù è dato a 40. Sia Conte che Nicola potrebbero aver bisogno dei giocatori seduti a fianco a loro tanto che un gol dalla panchina è in quota a 2,25 mentre un eventuale rigore è ipotesi a 2,80. Romelu Lukaku vuole regalare al suo allenatore un altro titolo: Big Rom, sette reti complessive contro i sardi e a segno anche all’andata, protagonista con gol e assist si gioca a 5,50. Occhio anche a Jack Raspadori, in gol a 2,00, e lato Cagliari a Roberto Piccoli, offerto a 4,50.
In contemporanea, a Como, l’Inter prova il miracolo contro i lariani, grande rivelazione del torneo. Il rigore di Pedro, la scorsa giornata, ha riportato i nerazzurri all’inferno ma Lautaro e compagni continuano a credere nell’impresa. Gli esperti Sisal vedono i tre punti interisti a 1,62 contro il 5,25 del Como mentre si scende a 4,25 per il pareggio. Sommer prova a chiudere la porta ai ragazzi di Fabregas, clean sheet a 2,70: impresa non semplice visto che Nico Paz e compagni trovano il gol da 14 giornate di fila. I tiri da lontano potrebbero diventare un fattore, gol da fuori area in quota a 2,50, al pari di un intervento del VAR, si gioca a 3,50. Ma quando si potrebbe sbloccare la gara? Lo scenario di un gol nel primo quarto d’ora di gioco è offerto a 2,65. Lautaro Martinez, non al meglio, proverà ad esserci prima di concentrarsi sulla finale di Champions League contro il PSG. Il Toro primo marcatore è dato a 4,60 mentre un’altra rete di Marcus Thuram, in gol all’andata, si gioca a 2,50. Lato Como sia Nico Paz, a 3,50, che Gabriel Strefezza sognano di dare un dispiacere ai nerazzurri.
Sisal ricorda sempre che il gioco è vietato ai minori e che bisogna giocare sempre con consapevolezza e moderazione.
Sisal è uno dei principali operatori internazionali nel settore del gioco regolamentato ed è attualmente attiva in Italia, Marocco e Turchia, con un’offerta che comprende lotterie, scommesse, giochi online e apparecchi da intrattenimento.
La strategia di Sisal poggia su tre pilastri: la sostenibilità, con un impegno costante sullo sviluppo del programma di Gioco Responsabile e attraverso l’offerta di un modello di intrattenimento sicuro e trasparente - l’innovazione digitale, grazie alla piattaforma di gioco all’avanguardia orientata all’omnicanalità e alle competenze per lo sviluppo in-house di software e applicazioni per cogliere le opportunità della transizione digitale - l’internazionalizzazione, con l’obiettivo di partecipare a gare per aggiudicarsi nuove concessioni all’estero sulla base della solida expertise maturata.
Dal 4 agosto 2022 Sisal è parte di Flutter Entertainment plc, il più grande operatore al mondo di scommesse sportive online e iGaming, con un portafoglio di marchi riconosciuti a livello globale e quotato alla Borsa di New York e Londra.
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(Adnkronos) - Codici identificativi sui caschi degli agenti di polizia durante i cortei? Secondo il ministro Matteo Piantedosi è un'ipotesi da non prendere nemmeno in considerazione. "La discussione sul tema degli elementi identificativi è del tutto sterile, se non capziosa e in alcuni casi pretestuosa. Con questo governo e con questo ministro non accadrà ma credo anche che non succederà mai", ha detto nel corso del convegno 'Accoglienza e sicurezza. Un equilibrio possibile?', organizzato dal sindacato di polizia Coisp.
"Noi spesso - ha spiegato il ministro dell'Interno - vediamo le immagini di manifestazioni in cui ci sono persone che partecipano travisandosi, tirando fuori caschi, con paramenti atti a non farsi identificare e la discussione che ne nasce è che sono i poliziotti che devono avere il marchio identificativo sul casco. Lo trovo un po' singolare tenendo presente che non c'è mai stata occasione in cui all'esigenza specifica non siano state identificate completamente le persone che avevano partecipato alla gestione della manifestazione”.
Nel corso del convegno Piantedosi ha anche chiarito che nel Dl Sicurezza "non c'è da nessuna parte il riferimento al divieto, alla restrizione della libertà di manifestazione, a meno che non si intenda per libertà di manifestare lo sfasciare vetrine o il dare fuoco alle macchine della polizia".
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(Adnkronos) - Si è trasformato in un vero disastro il varo della nuovissima nave da guerra della Corea del Nord. Un "incidente grave" che ha mandato su tutte le furie il leader nordcoreano Kim Jong Un, presente alla cerimonia: "In un istante è stata danneggiata gravemente la dignità e l'orgoglio del nostro Paese. I responsabili pagheranno", ha tuonato.
In una rara ammissione di fallimento, l'agenzia di stampa ufficiale Korean Central News Agency (KCNA) ha dichiarato che un malfunzionamento nel meccanismo di lancio ha causato lo scivolamento prematuro in acqua della poppa del cacciatorpediniere da 5.000 tonnellate, che sarebbe dovuto entrare nella flotta nordcoreana, schiacciando parti dello scafo e lasciando la prua incagliata sulla banchina. Secondo i militari sudcoreani, la nave 'giace' su un fianco. Kim ha definito il fallimento del lancio "un atto criminale" che "non può essere tollerato", frutto di "negligenza assoluta, irresponsabilità" e di "errori da irresponsabili".
Il leader nordcoreano ha ordinato lavori a tempi record affinché il cacciatorpediniere sia pronto prima della plenaria del Comitato centrale del partito al potere prevista per giugno. Per l'incidente, avvenuto ieri in un cantiere navale a Chongjin, dito puntato contro gli enti che sono stati coinvolti nella progettazione della nave, tra cui il Dipartimento dell'industria delle munizioni, la Kim Chaek University of Technology e l'ufficio centrale di progettazione navale.. I media nordcoreani non parlano di vittime né di feriti a causa dell'incidente. E non diffondono immagini. "Alla plenaria del comitato centrale del partito", assicura Kim, verrà affrontato il caso.
Ad aprile era stato svelato Choe Hyon, cacciatorpediniere di fabbricazione nordcoreana, descritto come una nave da guerra di "nuova generazione". Ci sono ancora pochi dettagli, ma secondo i militari sudcoreani - riporta la Cnn - l'unità navale danneggiata potrebbe essere equipaggiata allo stesso modo della Choe Hyon. E per gli analisti, evidenzia la rete americana, sarebbe praticamente impossibile rispettare i tempi imposti dal Kim per i lavori da effettuare per un nuovo varo.
Il mese scorso Kim era stato immortalato con la Choe Hyon sullo sfondo. Nelle immagini diffuse dalla Kcna al fianco del leader nordcoreano c'era la figlia Kim Ju-ae. "E' giunta l'ora di una scelta responsabile per accelerare sulla dotazione di armi nucleari della Marina, per difendere lo Stato e la sovranità marittima dalle minacce attuali e future", diceva il leader nordcoreano, mentre Pyongyang annunciava l'avvio di test alla presenza di Kim del sistema di combattimento della Choe Hyon, che - secondo Pyongyang - dovrebbe essere operativa "all'inizio del prossimo anno".
(Adnkronos) - La Corte costituzionale con la sentenza numero 69 ha sancito che la preclusione della fecondazione eterologa alle donne single è una scelta rimessa alla discrezionalità giuridica del legislatore, e che il divieto contenuto nell'articolo 5 della legge numero 40 del 2004 non è né irragionevole, né sproporzionato. Pertanto non sussistono ostacoli costituzionali a una eventuale futura estensione, da parte del legislatore, dell’accesso alla procreazione medicalmente assistita anche a nuclei familiari diversi da quelli attualmente indicati, e nello specifico alla famiglia monoparentale.
"La Corte identifica 'le rilevanti implicazioni bioetiche e incisivi riverberi sociali, riguardanti i rapporti interpersonali e familiari', sottesi alle tecniche di procreazione assistita - commenta all'Adnkronos il giurista Alberto Gambino, prorettore vicario dell'Università Europea di Roma e componente del Comitato nazionale di bioetica - In tale ambito così delicato riconosce e rispetta la discrezionalità del Legislatore, il quale, come afferma la Consulta, 'ha cercato di non creare una distanza eccessiva rispetto al modello della generazione naturale della vita', tentando di 'proteggere a priori l’interesse dei futuri nati'. Non ha, pertanto, consentito 'l’esclusione della figura del padre', una scelta 'riconducibile al principio di precauzione nell’interesse dei futuri nati'".
Secondo Gambino, anche Commissario europeo contro il razzismo e l'intolleranza, "quando la Corte sottolinea nella sentenza che 'l’infertilità per ragioni di età non può reputarsi di natura patologica e, pertanto, non può attrarre la tutela propria del diritto alla salute', centra i riflettori su un punto cruciale in tema di genitorialità e maternità, spesso dimenticato: il problema dell’età della donna. Un tema, strettamente connesso al problema demografico e alle politiche del lavoro, che ha radici culturali e può rappresentare la prospettiva futura e lo snodo da affrontare per rispondere veramente al desiderio di genitorialità che anima il tema della procreazione umana". (di Roberta Lanzara)
(Adnkronos) - 'Israeliani e sionisti non sono benvoluti qua'. È la scritta in ebraico apparsa ieri sulla vetrina di un negozio in zona Moscova, nel centro di Milano. Oggi il cartello è scomparso, ne resta solo uno con scritto 'stop war', tra due razzi con le bandiere israeliana e palestinese. Le immagini della vetrina del negozio sono però circolate sui social, facendo montare la polemica nella comunità ebraica. "Di nuovo la solita insalata dovuta o a mala fede, spesso di matrice antisemita, o a acefalite, di matrice genatoriale", il commento su Facebook di Roberto Della Rocca, che ieri sulla sua pagina social ha pubblicato l’immagine del cartello sulla vetrina.
"A prescindere dalle valutazioni che ognuno di noi può dare sul conflitto mediorientale, si sta facendo passare il concetto che slogan, insulti e aggressioni fisiche contro gli ebrei siano ammissibili. La situazione - denuncia in una nota il consigliere comunale di Azione Daniele Nahum - è andata fuori controllo e la società e le istituzioni devono dare una risposta. Serve una grande mobilitazione nazionale contro l'antisemitismo".
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