
(Adnkronos) - Dopo il grande successo della prima edizione che si era chiusa con oltre 20.000 incontri tra candidati e aziende e con un pubblico variegato proveniente da tutta Italia, Domani Lavoro torna a Brescia dal 6 all’8 novembre presso Brixia Forum, con una nuova edizione ancora più ricca di opportunità, contenuti e collaborazioni. Organizzato da Seven events in collaborazione con ProBrixia e Area Fiera, l'evento si conferma come il principale punto di incontro tra aziende, enti formativi, istituzioni e candidati, con un obiettivo concreto: mettere in contatto diretto domanda ed offerta.
"Domani Lavoro - dice in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia Mauro Grandi, ceo di Seven Events - nasce per cambiare davvero l’esperienza di chi cerca un impiego o vuole crescere professionalmente. A differenza delle fiere tradizionali, dove spesso si consegna un curriculum e si attende una risposta, qui i candidati incontrano direttamente i responsabili hr delle aziende, parlano con loro, si raccontano e possono sostenere anche dieci colloqui in un solo giorno. E' un’occasione concreta, che ridà centralità alla relazione umana e accorcia i tempi tra candidatura e opportunità. Accanto all’esperienza dal vivo, abbiamo integrato strumenti digitali di matching, che permettono di incrociare in modo intelligente profili e offerte di lavoro già prima dell’evento, programmando i colloqui. In questo modo la fiera diventa un luogo dove fisico e digitale si incontrano: la tecnologia potenzia il contatto umano, non lo sostituisce".
L'evento riunisce oltre 200 aziende e più di 1.600 offerte di lavoro. Ma quali settori professionali risultano oggi più dinamici e quali competenze sono maggiormente richieste dalle imprese presenti? "Il mercato del lavoro italiano - sottolinea - sta vivendo una fase di forte trasformazione. Secondo Unioncamere-Anpal, nel 2025 le imprese prevedono oltre 1,4 milioni di nuove assunzioni, con un fabbisogno crescente di profili tecnici e digitali. I settori più dinamici, rappresentati anche in fiera, sono manifatturiero avanzato, Ict e intelligenza artificiale, energia e sostenibilità, servizi alle imprese e grande distribuzione. Le aziende cercano figure con competenze specialistiche, ma anche persone capaci di adattarsi e collaborare. Le soft skills – comunicazione, problem solving, lavoro di squadra – stanno diventando decisive quanto le competenze tecniche. Cresce inoltre la domanda di profili Stem, data analyst, esperti di automazione, marketing digitale e green economy, a conferma di un mercato sempre più orientato all’innovazione".
"Uno degli obiettivi centrali di Domani Lavoro - ricorda - è favorire il dialogo tra scuola, impresa e istituzioni. Questo dialogo è uno dei pilastri di Domani Lavoro. Crediamo che il futuro si costruisca solo se formazione, imprese e istituzioni lavorano insieme. Durante la fiera abbiamo previsto incontri, tavoli di confronto e momenti di networking tra dirigenti scolastici, università, Its, aziende e amministrazioni pubbliche, per discutere di competenze, orientamento e occupabilità giovanile. Il nostro obiettivo è rendere più fluido il passaggio tra scuola e lavoro, costruendo percorsi condivisi che uniscano teoria e pratica. Ci aspettiamo che da questi momenti nascano collaborazioni durature e progetti formativi concreti, capaci di rispondere ai reali bisogni del territorio e delle imprese".
"Il programma della fiera - afferma Mauro Grandi - include incontri su temi come inclusione, intelligenza artificiale, soft skills e benessere lavorativo. Temi che rappresentano la realtà del lavoro di oggi. Le imprese non cercano solo competenze tecniche, ma persone consapevoli, curiose e aperte al cambiamento. Parlare di inclusione, intelligenza artificiale, soft skills, parità di genere e benessere significa guardare al lavoro come a uno spazio di crescita umana, non solo professionale. Domani Lavoro affronta questi argomenti con talk ispirazionali, workshop e testimonianze aziendali, aiutando i partecipanti a leggere i cambiamenti in atto e a costruire un percorso di carriera coerente con i nuovi scenari. E' una fiera che non si limita a offrire colloqui, ma propone una riflessione concreta sul futuro del lavoro e sulle competenze necessarie per viverlo da protagonisti".
"La piattaforma di digital matching prevista da Domani Lavoro - commenta - è uno dei nostri punti di forza. E' un sistema che permette a candidati e aziende di incontrarsi prima, durante e dopo la fiera, incrociando automaticamente profili e offerte e consentendo di prenotare i colloqui. Questo strumento rende il processo molto più efficiente: i candidati arrivano in fiera già con una serie di appuntamenti fissati e possono concentrarsi sulle opportunità più adatte".
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(Adnkronos) - Alexander Bublik adesso ci crede. L'obiettivo Atp Finals, impronosticabile a inizio stagione, adesso è più vicino del previsto per il tennista kazako, che insegue l'ottavo posto nella race di Lorenzo Musetti. L'ultimo utile per staccare il pass per il 'torneo dei maestri' a Torino. Bublik affronterà ora Alex De Minaur nei quarti a Parigi: dovesse raggiungere la finale del Masters 1000 francese, conquisterebbe in un sol colpo la top ten e la qualificazione all'ambitissimo torneo di fine anno. Vista la sua annata e il tennis mostrato, tutto appare ora possibile.
Dopo gli ottavi vinti contro Fritz, Bublik non si è nascosto: "Questa è forse la prima volta nella mia carriera che ho un obiettivo importante da raggiungere. Se mi rilasso e mi dico che sono stanco o infortunato, è chiaro che non ce la farò". C'è però un fattore da non sottovalutare: la corsa alle Atp Finals potrebbe decidersi all'ultimo minuto la prossima settimana, con gli ultimi tornei. Gli Atp 250 di Atene e Metz, che potrebbero vedere impegnati tutti i tennisti ancora in corsa per Torino.

(Adnkronos) - Prorettore per la Sostenibilità all’Università Sapienza di Roma, dove è anche presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Energetica, Livio De Santoli è una delle voci più autorevoli in Italia sui temi della transizione energetica, dell’efficienza e dell’economia circolare. In questa intervista all’Adnkronos, parla del ruolo delle università come laboratori di sostenibilità, delle sfide del Green Deal europeo, del costo dell’energia e delle opportunità legate alle rinnovabili e alla manifattura verde. Ma soprattutto insiste su un concetto: l’economia circolare non è una tecnica, è una cultura.
Professore, cosa significa oggi per un’università come la Sapienza essere sostenibile?
La nostra esperienza è quella di un grande ateneo – più di 100 mila studenti – che sperimenta un nuovo modo di affrontare i temi della sostenibilità. Il primo passo è stato coinvolgere tutti i settori disciplinari: dalla medicina all’ingegneria, dall’architettura alla sociologia, fino all’economia. Solo con un approccio transdisciplinare possiamo capire limiti e potenzialità di questa trasformazione. Ogni corso ora riporta accanto all’insegnamento il “goal” dell’Agenda 2030 a cui contribuisce: così lo studente percepisce la connessione tra la propria disciplina e gli obiettivi globali. La sostenibilità, prima di tutto, è una questione culturale.
In Europa si discute del pacchetto “omnibus” ambientale e industriale. Come giudica l’evoluzione del Green Deal?
Mi auguro che si trovi un equilibrio, perché non si può cancellare un lavoro di cinque anni che ha dato all’Europa una leadership mondiale nella decarbonizzazione. Siamo vicini al traguardo 2030 e dobbiamo continuare fino al 2050. Alcuni Paesi sono sulla buona strada, l’Italia un po’ meno, ma non ha alternative: seguire la transizione energetica e digitale è l’unico modo per garantire sviluppo industriale, riduzione dei costi e nuova occupazione.
Il costo dell’energia resta però un freno per le imprese europee. Come ridurlo?
L’unica via, anche con l’attuale mercato dell’energia, è sviluppare massicciamente le rinnovabili. Le nuove aste stanno fissando prezzi intorno ai 60 euro per megawattora, poco più della metà della media 2024. Lo sviluppo delle rinnovabili, anche senza riforme di mercato, riduce l’impatto del gas sul prezzo finale. La Spagna, per esempio, ha costi dell’energia inferiori del 40% rispetto all’Italia. E noi abbiamo i costi più alti d’Europa, che a loro volta sono i più alti del mondo. Il problema non è il costo del solare o dell’eolico, ma la lentezza con cui li integriamo nel sistema. Se raggiungiamo il 60% di penetrazione elettrica al 2030, i benefici saranno immediati per famiglie e imprese.
I data center, che consumano molta energia, stanno nascendo soprattutto al Nord mentre le rinnovabili si concentrano al Sud. Come conciliare le due tendenze?
Il tema dei data center sarà cruciale. Oggi assorbono circa il 3% dei consumi globali e raddoppieranno entro dieci anni. Concentrano energia laddove le rinnovabili, invece, sono distribuite. Dobbiamo ripensare il modello: la rete va resa più flessibile, con accumuli diffusi e logiche di prossimità energetica. L’intelligenza artificiale può aiutarci a ottimizzare il sistema, ma serve pianificazione: i data center dovranno essere costruiti dove esiste un mix energetico sostenibile, o dotati di fonti rinnovabili proprie.
L’Italia viene spesso citata come eccellenza nell’economia circolare. È un modello esportabile?
Sì, e va chiarito che l’economia circolare non è solo gestione dei rifiuti. È un modo di pensare, una cultura che riguarda l’intero ciclo di vita dei prodotti. Certo, abbiamo risultati notevoli nel riciclo di carta, vetro e materiali, ma la vera sfida è cambiare mentalità, a partire dai decisori. L’Italia ha già una tradizione industriale e artigianale che favorisce l’efficienza, e questo può diventare un vantaggio competitivo. Come Paese siamo stati anche pionieri dell’efficienza energetica: già dagli anni ’70 avevamo politiche avanzate. Oggi abbiamo una delle intensità energetiche più basse d’Europa, segno che si può crescere consumando meno energia.
La disponibilità di materie prime critiche è ormai una questione geopolitica. Come può l’Europa rendersi autonoma? Attraverso un’industria del riciclo di questi elementi?
Questa è la vera sfida. Possiamo creare una filiera europea delle terre rare e dei materiali critici. Con il gas e il petrolio eravamo totalmente dipendenti; con i nuovi materiali possiamo cambiare paradigma, perché non si “bruciano”: si riutilizzano. L’Italia, grazie alla sua esperienza nel riciclo, può diventare un hub del riuso di componenti strategici. È un’occasione unica per un’industria autonoma e competitiva, che crei valore e occupazione.
Lei cita spesso le opportunità industriali della transizione. Quali sono i settori su cui puntare ora?
Abbiamo due grandi fronti: l’eolico offshore e l’idrogeno. Siamo ancora indietro, ma dobbiamo arrivare a 2,1 GW entro il 2030. Le nostre coste profonde richiedono piattaforme galleggianti, una tecnologia che possiamo sviluppare in Italia. Anche la Danimarca sta investendo qui: perché non farlo noi per primi? E poi ci sono le gigafactory per le batterie: Enel, Eni e persino la cinese Byd stanno valutando l’Italia come base produttiva. Questo significherebbe creare occupazione, tecnologia e una vera filiera europea dell’energia.
Leggi tutto: Dai rifiuti alle risorse: la nuova cultura dell'economia circolare secondo De Santoli

(Adnkronos) - Influenza 2025, arriva il primo bollettino. "Sono 427mila i casi stimati di infezioni respiratorie acute nella settimana dal 20 al 26 ottobre", indica il primo bollettino di stagione della sorveglianza RespiVirNet pubblicato dall'Istituto superiore di sanità, da quest'anno in forma interattiva.
"L'incidenza totale nella settimana analizzata è pari a 7,36 casi per 1.000 assistiti, leggermente più alto, ma sostanzialmente in linea con le stagioni precedenti", si legge nel report. "L'incidenza più elevata si osserva nella fascia di età 0-4 anni, con circa 18 casi per 1.000 assistiti. L'intensità è bassa o al livello basale per tutte le regioni tranne la Basilicata, dove invece è media".
Per quanto riguarda la sorveglianza virologica, approfondisce l'Iss, "si registra ancora un basso tasso di positività per i virus influenzali e per il virus respiratorio sinciziale" Rsv o Vrs. "Tra i virus respiratori circolanti, i valori di positività più elevati sono stati rilevati per i rhinovirus, per Sars-CoV-2 e per i virus parainfluenzali".
Nel dettaglio, durante la settimana" esaminata "il 2% del campione è risultato positivo al virus influenzale, quasi totalmente di tipo A; il 10% al Sars-CoV-2, lo 0,6% al virus respiratorio sinciziale e i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori: 237 (21,1%) rhinovirus, 48 (4,3%) virus parainfluenzali, 42 adenovirus, 9 coronavirus umani diversi da Sars-CoV-2, 1 bocavirus e 1 metapneumovirus".
"Anche nel flusso ospedaliero i tassi di positività più elevati nei campioni di pazienti ricoverati sono stati rilevati per i rhinovirus, seguiti dal Sars-CoV-2", si precisa nel rapporto.
Il numero di casi di infezioni respiratorie acute in Italia "al momento si può considerare in linea con quello della scorsa stagione, nonostante la nuova definizione di caso più ampia renda difficile fare un confronto diretto. E' presto per stimare quale sarà l'andamento della stagione, ma ricordiamo che questo è il momento più adatto per vaccinarsi, per avere la massima protezione quando il numero di casi inizierà a salire, soprattutto per le persone più fragili", è l'invito di Anna Teresa Palamara, a capo del Dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità.

(Adnkronos) - Il partito centrista D66, guidato da Rob Jetten, ha vinto le elezioni in Olanda. Lo hanno confermato le proiezioni dell'agenzia di stampa Anp, secondo la quali il Partito della libertà di estrema destra di Geert Wilders non può colmare più il divario di voti che lo separa dal D66.
Il 38enne Jeteen è ben posizionato per diventare il più giovane leader della quinta economia dell'Unione Europea, ma le trattative per la formazione della coalizione di governo si preannunciano lunghe.
Leggi tutto: Elezioni in Olanda, media: "Ha vinto il partito di Rob Jetten"

(Adnkronos) - Della vicenda dei cori fascisti e degli inni a Mussolini nella sede di Fratelli d'Italia di Parma "non conosco i particolari, ma ho letto solo i titoli di stampa, in genere non vado a origliare in casa d'altri cosa si canti o di cosa si discuta". Lo dice all'AdnKronos Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega, sul caso che sta tenendo banco questa mattina, con la richiesta del Partito democratico alla premier Giorgia Meloni di dissociarsi e l'intervento del responsabile dei giovani di Fdi, Fabio Roscani, che ha fatto sapere come la sezione sia stata già commissariata, dissociandosi da quanto avvenuto.
Vannacci, più volte finito nelle polemiche per il suo richiamo a simboli del passato, come la X Mas, entra poi nel merito del tema della possibile apologia di fascismo: "Se l'evento non costituisce reato, come non dovrebbe costituirlo ai sensi della sentenza della corte di Cassazione del 19 gennaio 2024, ma lascio ai magistrati la decisione, sempre che siano interpellati, e se la cosa non limita la libertà altrui, come effettivamente non la limita, la vicenda ha poco di interessante".
"Magari -aggiunge- interessa a chi da tre anni urla al pericolo fascista e contestualmente inneggia alla rivolta sociale, si schiera dalla parte dei delinquenti e giustifica la violenza e le prevaricazioni nelle manifestazioni e nella vita sociale, invocando il pretesto del disagio giovanile, dell'iniqua distribuzione della ricchezza, della Palestina e della deriva autoritaria del governo". "A me interessa lavorare per un futuro migliore per gli italiani e per i nostri figli... . Canti e cori li lascio dissertare a chi a tempo da dedicarvi e a chi si intende di musica e vocalità", conclude l'ex capo dei parà.
Leggi tutto: Vannacci: "Inni al Duce in sede FdI a Parma? Non vado a origliare in casa d'altri"
Oltre 1 milione di libretti e circa 700 mila buoni fruttiferi... 
(Adnkronos) - "Per garantire accesso e qualità alle cure su tutto il territorio nazionale le società scientifiche svolgono un ruolo fondamentale. Grazie alla collaborazione tra specialisti nelle diverse reti i pazienti possono essere accolti e accogliere nel concetto di rete significa non perdere alcun paziente. In questo modo si potrà avere la competenza per offrire le cure più adeguate e innovative". Lo ha detto Angela Mastronuzzi, presidente Aieop, Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica, ieri alla presentazione del documento 'Strategie e proposte per migliorare la gestione delle emoglobinopatie in Italia', che illustra le 10 proposte per migliorare la gestione delle emoglobinopatie nel Paese, realizzato da The European House - Ambrosetti con il contributo non condizionante di Vertex Pharmaceuticals.
"La proposta della Rete nazionale della talassemia e delle emoglobinopatie è un valore aggiunto per i nostri pazienti, sia in età pediatrica che in età adulta - ha sottolineato - La messa in pratica ora consiste nel coinvolgimento dei centri pediatrici e per adulti con la finalità di trattare a 360 gradi i pazienti affetti da emoglobinopatie, siano esse talassemie o drepanocitosi".
L'intervento in età pediatrica, ha precisato Mastronuzzi, "è fondamentale per mantenere quanto più possibile il benessere di un paziente così complesso, come il paziente con emoglobinopatia, che può sviluppare nel corso del tempo una serie di complicanze capaci di essere la causa non soltanto di comorbidità ma anche di morte. E' stato fatto e tanto dobbiamo fare. E' importante il dialogo tra noi medici che deve favorire la cura e la presa in carico del paziente a 360 gradi".
Leggi tutto: Aieop: "Società scientifiche fondamentali per pazienti con emoglobinopatie"

(Adnkronos) - "Sono convinta che sia fondamentale fare cultura sul tema delle emoglobinopatie, anche tra gli stessi operatori. Sappiamo che i pazienti in Italia sono seguiti in realtà diverse e in modi diversi e che, dunque, non hanno gli stessi diritti. La prima necessità è quindi la creazione di linee guida nazionali per la gestione efficace delle emoglobinopatie, speriamo che la Rete ci aiuti in questo". Lo ha detto Raffaella Origa, presidente Site (Società italiana talassemie ed emoglobinopatie), ieri alla presentazione del documento 'Strategie e proposte per migliorare la gestione delle emoglobinopatie in Italia', con 10 proposte per migliorare la gestione delle emoglobinopatie nel nostro Paese, realizzato da The European House - Ambrosetti con il contributo non condizionante di Vertex Pharmaceuticals.
Il fatto che il Registro nazionale delle talassemie e delle emoglobinopatie, istituito nel 2017, "non sia ancora attivo è probabilmente da imputare al fatto che si tratta di un registro voluto da una parte degli attori coinvolti nel mondo dell'emoglobina, ma non da tutti - ha puntualizzato Origa - Ciò ha portato a questo ritardo nell'attivazione. Adesso però sappiamo che il registro, e la sua piena implementazione operativa, è uno degli obiettivi della rete. Parallelamente alla piena operatività della rete, dovrebbe esserci infatti anche quella del registro - ha sottolineato - Certo, attualmente è una 'scatola vuota' alla quale stiamo lavorando, quindi c'è ancora molto da fare da questo punto di vista. Ma si tratta comunque di uno strumento fondamentale, perché senza registro non sappiamo esattamente quanti siano i pazienti con emoglobinopatia, rendendo così impossibile anche una corretta allocazione delle risorse. "Come Site - ha proseguito la presidente - abbiamo effettuato un censimento, che è il meglio che si possa avere attualmente, rispetto al numero dei pazienti in Italia con anemia falciforme e talassemia, ma non vorremmo doverci più sostituire al registro, che vogliamo assolutamente diventi una realtà pienamente operativa. Le società scientifiche possono agire mettendo a disposizione i tanti documenti che hanno già prodotto, che possono diventare la base per documenti comuni. Penso che il passo ulteriore debba essere necessariamente mettersi insieme, superando eventuali particolarismi, per supportare la rete, ma soprattutto i clinici e i pazienti".
Le terapie "geniche innovative sono un'enorme rivoluzione che cambierà il mondo dell'emoglobinopatia - ha prospettato Origa - Si avvera così un sogno che è stato accarezzato per tanti decenni. I pazienti più giovani avranno la possibilità di guarire. Dobbiamo però considerare tutti i pazienti: quelli che avranno la grande fortuna di guarire e quelli che, per età o storia clinica, non avranno questa chance. A loro sono indirizzate le terapie innovative non curative e, soprattutto, tutta la nostra attenzione perché pazienti più fragili, più grandi come età e dunque più complessi".
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(Adnkronos) - "Le 10 proposte presentate contengono molti spunti interessanti. E' molto importante insistere ulteriormente sullo screening neonatale e prenatale perché è quello che ci dà maggiori risultati, specialmente in un'epoca di grandi movimenti migratori". Così Francesco Zaffini, presidente Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, ieri alla presentazione del documento 'Strategie e proposte per migliorare la gestione delle emoglobinopatie in Italia', che illustra le 10 proposte per migliorare la gestione delle emoglobinopatie nel Paese, realizzato da The European House - Ambrosetti con il contributo non condizionante di Vertex Pharmaceuticals.
Per Zaffini lo step successivo è l'organizzazione del registro del Registro nazionale delle talassemie e delle emoglobinopatie: "Un registro implementato correttamente dai centri regionali a cui i pazienti si rivolgono è il punto di partenza per qualunque tipo di terapia, trattamento, percorso clinico, rete clinica, presa in carico più o meno precoce della patologia", ha sottolineato.
"Abbiamo grande sensibilità per queste patologie - ha aggiunto - perché pensiamo che sulle malattie rare si misura il grado di civiltà del nostro sistema sanitario nazionale. Un sistema che cura le grandi patologie meglio di qualsiasi altro in Europa, ma sulle malattie rare dobbiamo recuperare terreno. Per questo serve l'aiuto della ricerca, anche quella profit, e dobbiamo continuare a investire sulla copertura di questi pazienti che rischiano di essere lasciati ai margini", ha rimarcato il senatore. "Se una patologia è rara - ha concluso Zaffini - non possiamo garantire il massimo della presa in carico ovunque, possiamo però creare centri di grande rilevanza e di grande capacità di trattamento e tramite questi garantire la presa in carico dei pazienti anche attraverso telemedicina e teleconsulto".
Leggi tutto: Zaffini (Fdi): "Per emoglobinopatie insistere su screening prenatale"

(Adnkronos) - Sanità ed edilizia sociale sono al centro dei due protocolli firmati oggi dalla Repubblica Gabonese, rappresentata dal ministro degli Esteri Régis Onanga Ndiaye, e Gksd Holding, rappresentata dal presidente Kamel Ghribi, alla presenza del Presidente della Repubblica del Gabon, Brice Clotaire Oligui Nguema. Due intese dunque e per entrambe la parola d’ordine è sostenibilità. Il primo accordo prevede, infatti, lo sviluppo di un ospedale modulare in Gabon, parte di una strategia nazionale per rafforzare il sistema sanitario.
Si tratta di una struttura sostenibile e replicabile in più aree del Paese, con servizi completi quali urgenze, diagnostica, rianimazione, blocchi operatori, dialisi, farmacia, endoscopia, fisioterapia, spazi supporto. Non solo: c’è un forte focus sulla cooperazione sanitaria con programmi di formazione per medici gabonesi in Italia e in loco, programmi di medici visitatori, accesso a servizi medici avanzati presso il gruppo San Donato in Italia, lo sviluppo della telemedicina e della consulenza strategica e di modelli innovativi di cura.
Ancora, il Gabon e Gksd collaboreranno sulla progettazione, la costruzione e la logistica (strade, energia, acqua reti digitali), su energia e ambiente, con l’impegno a garantire sostenibilità tramite energie rinnovabili, efficienza energetica, gestione ecologica dei rifiuti e certificazioni ambientali, e sul fronte degli approvvigionamenti, collaborando nella fornitura di beni e servizi necessari al progetto.
Entro 30 giorni sarà creata una task force congiunta per definire piani, calendari e modalità operativa. La durata dell’intesa è di tre mesi che però possono essere prorogati. Il secondo accordo, invece, mira a esplorare la realizzazione di un grande progetto di edilizia sociale a Libreville, allineato con la strategia nazionale urbanistica del Gabon e gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Il progetto principale prevede la costruzione di un quartiere urbano per circa 25.000 abitanti su un’area di 110 ettari. Comprenderà scuole, impianti sportivi, luoghi di culto, spazi commerciali, clinica smart, aree culturali, reti viarie, spazi verdi e parchi pubblici. Il progetto è concepito nell’ottica della flessibilità realizzabile dunque per fasi. Gli ambiti di cooperazione sono diversi, a partire da quello infrastrutturale, quindi strade, trasporti, acqua, energia, illuminazione pubblica e connettività digitale fino a energia e ambiente con un focus su rinnovabili, idrogeno verde, efficienza energetica, gestione dei rifiuti e progetti di sostenibilità, e agli approvvigionamenti necessari.
Anche in questo caso, entro 30 giorni sarà creata un’unità di coordinamento congiunta tra le parti, per una durata complessiva del protocollo pari a tre mesi, prorogabili.
Leggi tutto: Italia-Gabon, Gksd firma due protocolli: focus su sanità ed edilizia sociale
Ad Alghero, il 14 e 15 novembre, il congresso sulla specialità... Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
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