Il 12 dicembre festa di Natale alla Corte in Giorgino... 
Dalla carriera del personale ai progetti di ricerca, passando per appalti di lavori, beni e servizi di interesse dell'Ateneo. L’università di Milano-Bicocca cerca quindici nuovi talenti per rafforzare tre sue aree strategiche: l’area del Personale e organizzazione, della Ricerca e terza missione e l’area Infrastrutture e approvvigionamenti. I bandi di concorso, per diplomati e laureati, sono aperti, con varie scadenze, fino a metà dicembre. Lo si legge in una nota.
In particolare, l’area del Personale ricerca nuove risorse per supportare le attività riguardanti la gestione delle carriere del personale docente, ricercatore, contrattista di ricerca, dei professori a contratto e del personale tecnico-amministrativo, ma anche un professionista già formato che dovrà coordinare il personale afferente al settore e che si occuperà di project management, gestione del reclutamento e della carriera giuridica del personale, sviluppo del gestionale di rilevazione delle presenze e presidio delle relazioni sindacali.
In modo analogo, l’area della Ricerca e terza missione necessita di personale dedicato al supporto amministrativo delle attività della struttura e un professionista esperto che aiuti docenti e ricercatori nell’identificazione, predisposizione e gestione di progetti competitivi di ricerca in ambito locale, nazionale ed europeo, con particolare attenzione alla fase di grant writing.
Per l’area Infrastrutture e approvvigionamenti, invece, occorrono sia collaboratori per il supporto delle attività amministrative contabili e relative all'acquisto di beni e servizi, sia funzionari per il settore Facility management services e per il settore Appalti lavori e Gestione contratti e settore Appalti beni e servizi.
Mentre i primi svolgeranno attività riferite agli appalti di analisi, programmazione e progettazione per l’acquisizione di beni e forniture relativi all’edilizia universitaria e attività di gestione dell’esecuzione degli appalti, organizzazione dei servizi con in fornitori e svolgimento di sopralluoghi e controlli sugli appalti; i secondi, seguiranno l’istruzione e lo svolgimento delle gare di appalto di servizi, forniture e lavori redigendo la relativa documentazione giuridico–amministrativa, la stesura delle bozze di contratti di competenza del settore, l’aggiornamento dei bandi di gara e i capitolati secondo la normativa dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e seguiranno l’intero iter contrattuale negli aspetti giuridici e amministrativi sino al collaudo o verifica di conformità di progetto. L’ateneo di Milano-Bicocca offre al suo personale tecnico, amministrativo e bibliotecario un ampio ventaglio di misure di welfare, al fine di garantire un benessere lavorativo a 360°.
Tutti i nuovi assunti potranno beneficiare infatti non solo di vantaggi e supporti economici - tra cui, i buoni pasto giornalieri, tariffe agevolate per i trasporti e i nidi aziendali, una quota annuale di fringe benefit per beni e servizi - ma anche di quelli inerenti l’equilibrio vita-lavoro, come la flessibilità oraria, la possibilità di lavoro agile per un massimo di 9 giorni al mese o il telelavoro. A queste opportunità, si aggiunge un ricco programma per il benessere fisico (convenzioni con Bicocca Stadium e PalaBicocca) e attività turistico-culturali (grazie alle molte iniziative promosse da Acs-Associazione cultura sport e tempo libero). Per candidarsi è necessario consultare i bandi di concorso attivi e presentare la domanda di partecipazione online entro le date di scadenza previste dai singoli bandi.

Micromegas Comunicazione annuncia la nascita della World Tech Conference (Wtc), il primo Forum Globale dedicato a progettare il modello della prossima società tecnologica avanzata.
L’evento si terrà a Milano dal 24 al 28 giugno, trasformando la città in un punto di incontro internazionale tra ricerca, industria, economia e visione del futuro. A guidare l’iniziativa è un Comitato Scientifico internazionale - composto da scienziati di diverse discipline accademiche - che assicura la qualità e la direzione del Forum. Tra i soggetti che affiancheranno l’iniziativa anche il CERN di Ginevra e alcuni tra i principali Atenei di caratura mondiale.
La Wtc nasce in un momento in cui sono in corso trasformazioni epocali derivanti dalla rapida affermazione del quantum computer abbinato all’intelligenza artificiale nel mondo dell’innovazione digitale applicata a tutti i settori, e destinata ad avere impatti importanti sui paradigmi di sicurezza su cui oggi si basa la trasformazione digitale.
Durante il Forum, scienziati, istituzioni, industrie, innovatori e leader economici potranno confrontarsi su opportunità e sfide delle nuove tecnologie quantistiche, creare regole condivise e immaginare progetti e infrastrutture capaci di stimolare crescita, innovazione e sostenibilità. Si parlerà anche di cybersicurezza, trasparenza, medicina, farmaceutica, finanza e dell’impatto sociale ed economico delle tecnologie, per garantire un progresso responsabile e inclusivo.
Inoltre, per la prima volta in Italia e in Europa, l’evento accoglierà due computer quantistici pienamente operativi, che saranno messi a disposizione di imprese e centri di ricerca per realizzare le prime simulazioni applicative.
Inserire qui il sottotitolo
Il settore quantistico si trova ad affrontare una sfida strutturale: le macchine quantistiche avanzate sono ora disponibili in commercio, ma la capacità di tradurre i problemi industriali del mondo reale in formulazioni risolvibili a livello quantistico è ancora limitata. Settori come la chimica e i materiali, le reti energetiche, i prodotti farmaceutici, la logistica e il routing e la finanza potrebbero già trarre vantaggio dagli approcci quantistici. Così come i computer classici sono diventati pervasivi in tutti i settori, i sistemi quantistici possono essere impiegati in quasi tutte le aree applicative, a condizione che esistano le giuste competenze.
“Il nostro punto di forza è proprio questo – afferma il Presidente di Micromegas Comunicazione Erminio Fragassa – “abbiamo riunito esperti di primo piano in grado di mappare le sfide industriali e scientifiche concrete su modelli e piattaforme quantistiche, consentendo un impatto reale piuttosto che un potenziale teorico. Alla World Tech Conference (WTC), i partecipanti avranno l'opportunità unica di incontrare e interagire direttamente con gli scienziati, i ricercatori e gli specialisti tecnici che svolgono questo lavoro di traduzione. Potranno discutere casi d'uso reali, esplorare formulazioni quantistiche delle loro sfide e capire come queste tecnologie possano essere integrate nei loro flussi di lavoro operativi e strategici”.
Inoltre nel corso delle tre giornate di conferenza sarà assegnato il Premio internazionale Quantum Impact Challenge, dedicato all’individuazione della migliore esigenza pratica industriale risolvibile tramite tecnologie quantistiche. Il riconoscimento è rivolto a imprese, enti pubblici, centri di ricerca e startup interessati a trasformare un problema concreto in una soluzione innovativa. Il progetto vincitore sarà preso in carico da un team dedicato di specialisti della Q-Alliance, che realizzerà un proof-of-concept quantistico utilizzando le tecnologie più avanzate (annealing, gate-based e modelli ibridi HPC+Quantum).
Con il suo debutto a Milano, la WTC si propone come piattaforma internazionale di cooperazione e innovazione, unendo eccellenza scientifica, competenze industriali ed economiche e idee per costruire un futuro più sicuro, sostenibile e prospero.
La World Tech Conference nasce così come strumento stabile di coordinamento globale, a servizio della comunità scientifica, economica e dei decisori pubblici e privati impegnati a guidare con responsabilità il futuro tecnologico ed economico.

Kimi Antonelli sotto attacco. Il giovane pilota della Mercedes è finito nel mirino - in particolare da parte dei tifosi di Max Verstappen - per quell'errore, nell'ultimo giro del Gran Premio del Qatar di Formula 1, che è valso il sorpasso di Lando Norris, salito quindi in quarta posizione a pochi metri dal traguardo. L'inglese ha conquistato due punti in extremis che potrebbero risultare decisivi per le sorti del Mondiale, che si deciderà nell'ultimo weekend di gare ad Abu Dhabi.
Il pilota della McLaren deve difendersi dall'assalto di Max Verstappen: il campione del mondo ha trionfato ieri e senza l'errore di Antonelli sarebbe arrivato a 10 punti da Norris. Il leader del Mondiale, invece, è a +12 e deve 'solo' salire sul podio nell'ultima gara dell'anno.
L'errore di Antonelli, quindi, modifica la classifica e incide sulla lotta per il titolo. Nelle ore immediatamente successive alla fine del Gp del Qatar il baby è stato vittima di attacchi social, con qualcuno che ha 'suggerito' che abbia fatto passare Norris di proposito. Su X infatti tifosi e appassionati hanno quindi puntato il dito contro il giovane pilota italiano, che è stato vittima di una vera e propria shitstorm sotto i propri post Instagram.
La reazione di Antonelli è arrivata cambiando l'immagine del suo profilo Instagram, sostituita con uno sfondo completamente nero.
La difesa della Red Bull
A difesa di Antonelli è arrivato il comunicato ufficiale della Red Bull, scuderia di Max Verstappen: "I commenti fatti prima o immediatamente dopo la fine del Gp del Qatar che suggeriscono che il pilota Mercedes Kimi Antonelli abbia volontariamente fatto passare Lando Norris sono chiaramente incorretti".
"Le immagini viste al replay mostrano Antonelli perdere il controllo della sua macchina per qualche momento, consentendo così a Norris di sorpassarlo. Ci dispiace molto che questo abbia portato ad abusi di questo genere verso Kimi", ha concluso la Red Bull.
Le 'scuse' a Verstappen
La tesi 'complottistica', in ogni caso, era stata respinta nei minuti immediatamente successivi alla gara dallo stesso Kimi, che si era mostrato dispiaciuto e infastidito per l'errore che gli è costato il quarto posto.
Al termine della gara, in zona mista di fronte ai giornalisti, Antonelli è andato a cercare Verstappen ed è sembrato quasi 'scusarsi'[1] per quella disattenzione, prendendosi l'abbraccio dell'olandese. Poi si è lanciato in un pronostico per il Mondiale: "Per me Max ce la farà. Alla fine si trova in una posizione dove non ha niente da perdere", ha detto a SkySport, "sicuramente ha una buona chance“.

Kimi Antonelli sotto attacco. Il giovane pilota della Mercedes è finito nel mirino - in particolare da parte dei tifosi di Max Verstappen - per quell'errore, nell'ultimo giro del Gran Premio del Qatar di Formula 1, che è valso il sorpasso di Lando Norris, salito quindi in quarta posizione a pochi metri dal traguardo. L'inglese ha conquistato due punti in extremis che potrebbero risultare decisivi per le sorti del Mondiale, che si deciderà nell'ultimo weekend di gare ad Abu Dhabi.
Il pilota della McLaren deve difendersi dall'assalto di Max Verstappen: il campione del mondo ha trionfato ieri e senza l'errore di Antonelli sarebbe arrivato a 10 punti da Norris. Il leader del Mondiale, invece, è a +12 e deve 'solo' salire sul podio nell'ultima gara dell'anno.
L'errore di Antonelli, quindi, modifica la classifica e incide sulla lotta per il titolo. Nelle ore immediatamente successive alla fine del Gp del Qatar il baby è stato vittima di attacchi social, con qualcuno che ha 'suggerito' che abbia fatto passare Norris di proposito. Su X infatti tifosi e appassionati hanno quindi puntato il dito contro il giovane pilota italiano, che è stato vittima di una vera e propria shitstorm sotto i propri post Instagram.
La reazione di Antonelli è arrivata cambiando l'immagine del suo profilo Instagram, sostituita con uno sfondo completamente nero.
La difesa della Red Bull
A difesa di Antonelli è arrivato il comunicato ufficiale della Red Bull, scuderia di Max Verstappen: "I commenti fatti prima o immediatamente dopo la fine del Gp del Qatar che suggeriscono che il pilota Mercedes Kimi Antonelli abbia volontariamente fatto passare Lando Norris sono chiaramente incorretti".
"Le immagini viste al replay mostrano Antonelli perdere il controllo della sua macchina per qualche momento, consentendo così a Norris di sorpassarlo. Ci dispiace molto che questo abbia portato ad abusi di questo genere verso Kimi", ha concluso la Red Bull.
Le 'scuse' a Verstappen
La tesi 'complottistica', in ogni caso, era stata respinta nei minuti immediatamente successivi alla gara dallo stesso Kimi, che si era mostrato dispiaciuto e infastidito per l'errore che gli è costato il quarto posto.
Al termine della gara, in zona mista di fronte ai giornalisti, Antonelli è andato a cercare Verstappen ed è sembrato quasi 'scusarsi'[1] per quella disattenzione, prendendosi l'abbraccio dell'olandese. Poi si è lanciato in un pronostico per il Mondiale: "Per me Max ce la farà. Alla fine si trova in una posizione dove non ha niente da perdere", ha detto a SkySport, "sicuramente ha una buona chance“.

Per far fronte al carico crescente della miopia pediatrica "bisogna puntare molto sulla prevenzione, che non vuol dire soltanto visite dei piccoli pazienti, ma vuol dire insegnare ai bambini e ai genitori anche un uso corretto della vista. Non si può stare attaccati tutto il giorno a un cellulare, a un tablet, alla televisione. Bisogna agire sia con delle visite specialistiche, sia con un'educazione al buon uso della nostra vista". Lo ha detto l'onorevole Matteo Rosso, deputato e responsabile del Dipartimento Sanità di Fratelli d'Italia, al convegno dedicato alla miopia pediatrica che si è svolto nei giorni scorsi a Roma.
In qualità di "medico oculista, oltre che politico", Rosso ha ricordato che "in Liguria stiamo portando avanti alcune attività" che sarebbe necessario implementare "a livello nazionale". L'onorevle ha inoltre sottolineato l'importanza di "conoscere nuove opportunità" di prevenzione e cura della miopia pediatrica "così da tradurle in pratica" creando una sinergia e uno sforzo comune tra Regioni. Inoltre, ha concluso, "è molto importante insegnare ai ragazzini che portare gli occhiali non è un limite, un difetto, un fattore di esclusione sociale".

"La miopia è realmente un disastro: sta esplodendo dal punto di vista epidemiologico in generale, ma accade anche e soprattutto in età pediatrica. Questo rende il problema ancora più significativo, perché nel tempo si deve prevedere che il numero dei pazienti miopi andrà aumentando sempre di più e percentualmente" si stima raggiungeranno il "50% della popolazione nel 2050. E' il dato a cui si fa riferimento, ma non è detto che non possano essere raggiunti valori addirittura superiori". Così Francesco Bandello, presidente Apmo (Associazione pazienti malattie oculari) e direttore Unità Oculistica Irccs ospedale San Raffaele di Milano, intervenendo al convegno su sfide e opportunità future della miopia pediatrica, a Roma.
"La distribuzione geografica nella miopia - spiega Bandello - è disomogenea. Ci sono aree del mondo dove probabilmente per motivi di carattere genetico c'è una prevalenza di miopia più alta rispetto ad altre, faccio riferimento in particolare ai Paesi dell'Estremo Oriente. Questo accade un po' meno nell'Occidente, ma il problema è che l'Occidente sta cominciando a seguire il trend dal punto di vista epidemiologico". Oltre alla componente genetica, per Bandello a determinare questa esplosione epidemiologica concorrono elementi esterni. In particolare l'uso eccessivo di schermi e device digitali. "L'applicazione visiva da vicino, che i bambini iniziano a fare in età estremamente precoce e poi protraggono per tutta la vita - illustra lo specialista - è una componente molto importante sul piano patogenetico, cioè sul piano delle cause che possono determinare l'aumento della miopia. Tutti abbiamo presente il bimbo ancora nel seggiolone attaccato al tavolo del ristorante a cui la mamma dà il telefonino per distrarlo. Bene, quel tipo di esercizio visivo da vicino iniziato in età così precoce, che poi non si esaurisce nel ristorante, ma continua a casa, è una causa importante, soprattutto quando non conosce eccezioni, interruzioni".
"La regola - indica Bandello - dovrebbe essere quella di interrompere l'impegno visivo da vicino dopo 50 minuti, con 5-10 minuti di stop. Sarebbe sufficiente andare alla finestra a guardare la macchina che passa in strada, piuttosto che i palazzi di fronte. Un'altra cosa utile per contrastare la miopia, sarebbe quella di avere spazi di gioco e di divertimento a uso comune: andare per strada, nei parchi, avere spazi di tempo all'esterno molto maggiori di quanto non siano quelli che possono essere concessi ai bambini oggi".

"Il pediatra è l'interlocutore privilegiato delle famiglie e quindi la persona più indicata per arrivare ad una individuazione precoce del difetto visivo e per accompagnarle nei percorsi più opportuni". Lo ha detto Rino Agostiniani, presidente Sip (Società italiana di pediatria), all'evento dedicato alla miopia pediatrica che si è svolo a Roma. "La difficoltà che attualmente viviamo - ha spiegato - è il raccordo tra l'identificazione del problema potenziale da parte del pediatra e la strutturazione di un percorso di presa in carico dal punto di vista oculistico che consenta di garantire al bambino di essere seguito in maniera sufficientemente tempestiva e accompagnato nella gestione più corretta del difetto".
Nella pratica quotidiana, "queste competenze non sono distribuite in maniera uniforme - osserva il presidente dei pediatri - Persistono quindi differenze importanti nelle singole realtà, nonostante ci siano delle indicazioni anche precise per l'inserimento di una valutazione dell'acuità visiva e di altri aspetti relativi alle capacità visive dei bambini nei bilanci di salute che ciclicamente il pediatra di famiglia esegue sui bambini che gli vengono affidati". Per Agostiniani il coinvolgimento delle famiglie è essenziale. "Sicuramente le famiglie devono avere una consapevolezza" del problema visivo. "Il pediatra - sottolinea - può essere l'elemento fondamentale anche per favorire un cambiamento degli stili di vita che restano comunque il principale elemento protettivo nei confronti dell'insorgenza della miopia. Mi riferisco quindi al tempo trascorso all'aria aperta, alla limitata esposizione a device, soprattutto nei primi periodi della vita, in quelle fasi in cui l'occhio è ancora in una fase di strutturazione".

I dipendenti di BeOne Medicines Italia hanno partecipato a una nuova iniziativa di volontariato d'impresa realizzata in collaborazione con la Croce Rossa Italiana. I lavoratori dell'azienda hanno affiancato volontarie e volontari dell'associazione nella preparazione di confezioni alimentari destinate a persone e famiglie che vivono in condizioni di fragilità economica. Saranno poi i Comitati Area metropolitana di Roma Capitale e Milano della Cri a procedere con la distribuzione degli alimenti ai più bisognosi. L'iniziativa - riporta una nota - conferma l'impegno della società farmaceutica in progetti di solidarietà e attività concrete a supporto della comunità in cui opera. Secondo i dati della Cri, nel nostro Paese quasi 6 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta, un numero purtroppo in costante aumento.
"Vogliamo dare un contributo tangibile a chi attraversa momenti di grande difficoltà - afferma Marco Sartori, General Manager di BeOne Medicines Italia - Come azienda siamo impegnati a livello globale nello sviluppo di nuove terapie oncologiche, ma riteniamo altrettanto fondamentale sostenere la comunità in cui lavoriamo. Ringraziamo la Croce Rossa Italiana per il valore del suo operato e per il costante supporto su tutto il territorio nazionale. Siamo orgogliosi di aver contribuito, al fianco dei comitati coinvolti in questa iniziativa, a una missione così significativa, perché promuovere la salute significa anche prendersi cura delle persone più vulnerabili". Con questa iniziativa - si legge nella nota - BeOne Medicines Italia rinnova il proprio impegno verso un modello di impresa attenta al benessere delle persone, alla responsabilità sociale e alla creazione di relazioni positive con il territorio.
"Quella contro la povertà è una sfida che, soprattutto a seguito della pandemia, si è fatta ancora più difficile - dichiara Debora Diodati, vice presidente nazionale della Croce Rossa Italiana - Sempre più persone, sempre più famiglie vivono in condizione di grave privazione, non solo economica. I comitati della Cri attivi in tutto il Paese lavorano quotidianamente per recuperare le eccedenze alimentari da aziende e produttori locali, e promuovono campagne di raccolta di generi alimentari e prodotti di prima necessità da ridistribuire alla popolazione. La nostra umanità passa anche attraverso la consegna di una confezione alimentare o di un pasto caldo, gesti semplici che fanno la differenza nella vita di tantissime persone. Attraverso il volontariato d'impresa e realtà come BeOne Medicines Italia, possiamo rendere ancora più efficace la nostra rete di aiuto".

È stato vandalizzato nella notte l'esterno della sinagoga Beth Michael di via di Villa Pamphili, nel quartiere Monteverde vecchio di Roma. Fra le scritte, "Palestina libera", "Monteverde antisionista e antifascista". Inoltre è stata annerita la targa dedicata a Stefano Gaj Taché, ucciso in un attentato terroristico nella Sinagoga di Roma il 9 ottobre 1982.
A quanto apprende l'Adnkronos sarebbero due persone incappucciate ad aver vandalizzato l'esterno della sinagoga. La Digos di Roma è al lavoro sulle telecamere installate nella zona che avrebbero ripreso i due responsabili.

Da oggi, 1° dicembre, cambiano le regole per la domanda di rilascio del passaporto in Italia. Dall'importo da pagare alle modalità, come già annunciato dalla Questura, via alle novità.
Come cambia la modalità di pagamento
A decorrere dal 1 dicembre 2025 il pagamento per il rilascio del passaporto ordinario non sarà più effettuato attraverso bollettino postale (anche se continueranno ad essere accettati i pagamenti effettuati prima del 1° dicembre 2025 attraverso bollettino Postale). I cittadini che richiedono il passaporto dovranno corrispondere l’importo dovuto utilizzando i canali messi a disposizione da Poste Italiane presso gli uffici postali e sulle piattaforme online, oppure mediante i diversi Prestatori di servizi di pagamento (Psp) che operano attraverso la piattaforma PagoPA.
Dove si fa la domanda e è possibile effettuare il pagamento
La domanda per il rilascio del passaporto in Italia può essere presentata presso gli Uffici Passaporto del luogo di residenza o di domicilio o di dimora, mentre all’estero presso le rappresentanze diplomatiche e consolari.
I cittadini potranno effettuare il pagamento presso un Ufficio Postale, presso gli sportelli delle Banche, le tabaccherie, le ricevitorie oppure comodamente da casa attraverso le piattaforme online degli stessi operatori (Poste, Banche e prestatori di servizio).
Cosa occorre per pagare
Al momento del pagamento è necessario fornire all’operatore, oppure inserire nel caso di pagamento effettuato on line, il nominativo e il codice fiscale della persona per la quale si chiede il passaporto anche se minore.
L'importo
Cambia anche l'importo del contributo da versare per ottenere il passaporto, che è stato rimodulato a 42,70 euro (precedentemente erano 42,50 euro).

Rafa Nadal omaggia Nicola Pietrangeli. L'ex tennista spagnolo ha voluto dedicare un messaggio all'ex giocatore azzurro, morto oggi, lunedì 1 dicembre, all'età di 92 anni. "Ho appena saputo della triste notizia della dipartita di un grande del tennis italiano e mondiale", ha scritto in un post pubblicato sui propri canali social.
"Le mie più sentite condoglianze a tutta la sua famiglia, il suo figlio Filippo, e tutta la famiglia del tennis italiano. Riposa in pace, Nicola", ha concluso Nadal. Lo spagnolo condivide con Pietrangeli la passione per la terra rossa del Roland Garros, Slam vinto da Nicola per due volte nel 1959 e nel 1960. Nadal detiene invece il record assoluto di trionfi nel torneo parigino, conquistato per ben 14 volte.

La Nato sta valutando la possibilità di essere "più aggressiva" nel rispondere agli attacchi informatici, ai sabotaggi e alle violazioni dello spazio aereo da parte della Russia, intensificando la sua risposta alla guerra ibrida. Ad affermarlo è l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato, citato dal Financial Times. "Stiamo analizzando tutto... Sul fronte informatico, siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando", continua.
L'Europa è stata colpita da numerosi episodi di guerra ibrida, alcuni dei quali attribuiti chiaramente alla Russia. Alcuni diplomatici, in particolare provenienti da paesi dell'Europa orientale, hanno esortato la Nato a smetterla di limitarsi a reagire e a contrattaccare. Una simile risposta sarebbe più semplice per gli attacchi informatici, dove molti paesi hanno capacità offensive, ma sarebbe meno facile per sabotaggi o intrusioni di droni. Per Dragone un "attacco preventivo" potrebbe essere considerato un'"azione difensiva", ma - ha aggiunto - "è più lontano dal nostro normale modo di pensare e di comportarci". "Essere più aggressivi rispetto all'aggressività della nostra controparte potrebbe essere un'opzione. Le questioni sono il quadro giuridico, il quadro giurisdizionale, chi lo farà?".
La Nato, osserva il Financial Times, ha avuto successo con la sua missione Baltic Sentry, nell'ambito della quale navi, aerei e droni navali hanno pattugliato il Mar Baltico, impedendo il ripetersi dei numerosi incidenti di sabotaggio di cavi nel 2023 e nel 2024 da parte di navi collegate alla flotta ombra russa, progettata per eludere le sanzioni occidentali. "Dall'inizio di Baltic Sentry, non è successo nulla. Quindi questo significa che questa deterrenza sta funzionando," sottolinea ancora Dragone.
"Se tutto ciò che facciamo è continuare a essere reattivi - secondo un diplomatico baltico citato dallo stesso quotidiano - invitiamo solo la Russia a continuare a provare, a continuare a farci del male. Soprattutto quando la guerra ibrida è asimmetrica, costa loro poco, e a noi molto. Dobbiamo cercare di essere più inventivi."
Uno dei problemi esistenti - concede Dragone, secondo quanto riporta Ft - è che la Nato e i suoi membri hanno "molti più limiti rispetto alla controparte a causa dell'etica, della legge e della giurisdizione. È un problema. Non voglio dire che sia una posizione perdente, ma è una posizione più difficile rispetto a quella della controparte". Per il capo del comitato militare della NATO la prova cruciale consiste nello scoraggiare future aggressioni. "Come ottenere la deterrenza - attraverso la ritorsione, attraverso un attacco preventivo - è qualcosa che dobbiamo analizzare a fondo perché in futuro potrebbe esserci ancora più pressione su questo", conclude.
Tra le peggiori d'Italia c'è il Sud Sardegna...
'Per come è disegnato litorale, esclusi a favore di potentati'... 
Richiamare l'attenzione sulla crescente emergenza rappresentata dalla miopia nei bambini e promuovere un approccio coordinato e strategico per la definizione di interventi nazionali condivisi su una condizione cha ha impatti clinici ed economici rilevanti. E' l'obiettivo dell'evento 'Miopia pediatrica: sfide attuali e opportunità future', che ha riunito nei giorni scorsi a Roma rappresentanti delle istituzioni, società scientifiche, clinici, pediatri, farmacisti e stakeholder del settore sanitario. Nel corso dell'incontro è stato presentato il White Paper sulla miopia pediatrica, frutto del lavoro dei massimi esperti clinici e accademici sul tema.
L'evento, promosso da Edra Spa e realizzato con il contributo non condizionante di Santen, ha confermato la necessità di un intervento urgente e coordinato a livello nazionale per affrontare la miopia pediatrica attraverso programmi strutturati di screening, percorsi diagnostico-terapeutici uniformi, maggiore formazione dei pediatri, campagne educative rivolte a famiglie e scuole e un più facile accesso a terapie efficaci, informano gli organizzatori in una nota. A tale proposito, la recente autorizzazione europea dell'atropina 0,01% apre una nuova fase nella gestione clinica della miopia nei bambini, offrendo nuove opportunità per la tutela della vista delle future generazioni.
Durante i lavori è stato evidenziato come la miopia rappresenti una delle principali emergenze visive dei prossimi decenni. Le stime indicano che entro il 2050 il 50% della popolazione mondiale (circa 5 miliardi di persone) sarà miope, con un'incidenza simile in Europa. In Italia il fenomeno riguarda oggi circa il 25% della popolazione, pari a 15 milioni di persone, di cui 1-2 milioni bambini tra 6 e 16 anni. Secondo gli esperti, ogni aumento di 1 diottria incrementa sensibilmente il rischio di gravi patologie oculari che possono compromettere in modo irreversibile la vista quali: maculopatia miopica (+58%), distacco di retina (+30%), cataratta (+20%) e glaucoma (+20%). Anche forme lievi o moderate comportano un rischio significativamente più elevato di insorgenza di complicanze oculari rispetto alla popolazione non miope. E' stato inoltre ricordato il peso economico crescente della miopia: nel 2019 i costi globali diretti collegati hanno raggiunto 358,7 miliardi di dollari, con proiezioni fino a 870 miliardi nel 2050, mentre la perdita di produttività associata alla visione non corretta è stimata in 244 miliardi di dollari.
Nel corso dell'evento è stato approfondito il ruolo dei fattori genetici, ambientali e comportamentali come la ridotta esposizione alla luce naturale, l'eccessivo utilizzo di dispositivi digitali e la sedentarietà. Tra le strategie di prevenzione da applicare è stato sottolineato come anche 1 sola ora settimanale aggiuntiva trascorsa all'aperto riduca del 2% il rischio di sviluppare miopia, evidenziando l'importanza delle sane abitudini quotidiane. Gli esperti hanno rimarcato poi la frammentarietà dell'attuale presa in carico della miopia pediatrica: assenza di programmi di screening scolastico, formazione eterogenea dei pediatri, percorsi diagnostico-terapeutici non standardizzati e scarsa consapevolezza da parte delle famiglie. E' stata sottolineata la necessità di definire linee guida nazionali, un registro dedicato e modelli organizzativi più strutturati.
Ampio spazio è stato dedicato alle opzioni terapeutiche disponibili - prosegue la nota - con particolare attenzione all'atropina a basso dosaggio (0,01%), in grado di ridurre la progressione della miopia fino al 50% nei bambini. In Italia fino ad oggi tale opzione è stata disponibile unicamente come formulazione galenica off label. Recentemente, però, la Commissione europea ha autorizzato l'immissione in commercio del primo collirio a base di atropina 0,01 mg/ml indicato per rallentare la progressione della miopia pediatrica, segnando un importante cambio di paradigma nella gestione clinica e garantendo maggiori standard di sicurezza ed equo accesso al trattamento.
"Oggi abbiamo sia terapie farmacologiche, come l'aatropina a basso dosaggio, sia soluzioni ottiche che, se rese accessibili su larga scala, potrebbero ridurre significativamente la progressione della miopia - ha affermato Francesco Bandello, presidente Apmo (Associaizone pazienti malattie oculari), professore ordinario di Oftalmologia e direttore Uo Oculistica Irccs San Raffaele di Milano - Ma per poter sfruttare appieno queste opportunità è necessario un approccio sistemico: servono screening obbligatori, percorsi standardizzati e un'informazione capillare rivolta a famiglie, scuole, pediatri e decisori pubblici". Ha aggiunto l'onorevole Matteo Rosso, deputato di Fratelli d'Italia: "Dobbiamo costruire una campagna di prevenzione solida e lavorare assieme alle istituzioni regionali per ripristinare attività fondamentali come le visite nelle scuole".
L'assessore alla Sanità della Regione Liguria, Massimo Nicolò, ha ricordato che "in Liguria, e in particolare a Genova, disponiamo di un'eccellenza unica in Italia: un dipartimento dedicato all'individuazione dei fattori di rischio ambientali e comportamentali che possono compromettere la salute. E' un modello operativo che continueremo a sviluppare e che può rivelarsi determinante anche nel rischio di insorgenza e nella progressione della miopia nei bambini". Come ha precisato Rino Agostiniani, presidente Sip (Società italiana di pediatria), "nei bilanci di salute in alcune regioni esiste già una valutazione della capacità visiva, ma è essenziale che questa venga implementata ovunque".
La miopia pediatrica "non è più soltanto un difetto visivo da correggere con gli occhiali - ha precisato Aldo Vagge, responsabile Strabologia, Oftalmologia pediatrica e Genetica oculare, Policlinico San Martino di Genova - ma una vera e propria questione di salute pubblica che richiede un approccio preventivo strutturato e condiviso". Per questo ha invitato a "passare a un approccio realmente proattivo nella gestione della miopia infantile, con percorsi strutturati e interventi tempestivi che possano fare la differenza nel futuro dei nostri giovani pazienti".
"Intervenire prima, intervenire meglio e farlo con strumenti efficaci, sostenibili e sicuri per l'uso a lungo termine", ha esortato in un contributo video Paolo Nucci, professore ordinario di Oculistica, Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università di Milano, presidente della Società italiana di oftalmologia e componente del comitato tecnico nazionale per la prevenzione della cecità e dell'ipovisione. "L'atropina allo 0,01% ha conquistato un'attenzione crescente come strategia evidence-based per il controllo della progressione miopica. E' quindi urgente rendere disponibili formulazioni registrate, uniformi e accessibili, che consentano ai medici di prescrivere con serenità e ai genitori di aderire con fiducia". La "sfida più grande" per Luca Buzzonetti, responsabile Uoc Oculistica, ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, è far comprendere ai genitori che "l'obiettivo non è togliere gli occhiali, ma ridurre l'entità della miopia per abbattere i rischi futuri. E su questo siamo stati carenti: serve una comunicazione più chiara e capillare, rivolta non solo ai genitori, ma anche agli stessi oculisti. Una disponibilità più uniforme, standardizzata e accessibile dell'atropina - ha concluso - aprirebbe spazi enormi per un trattamento che oggi fatica ancora ad affermarsi, nonostante la sua validità scientifica".

In una Milano che corre veloce e lascia indietro troppi ragazzi, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, in un colloquio con l'Adnkronos proprio nella settimana di Sant'Ambrogio, indica in san Carlo Acutis un compagno di strada capace di parlare all’adolescenza ferita e inquieta di oggi. Un modello “originale”, lontano dalle fotocopie che il conformismo digitale produce, e capace di trasformare la fragilità in ricerca. Per Delpini, Carlo “abita per sempre l’età dell’adolescenza” per dare ai giovani una scintilla di luce. In una città piena di solitudini, la sua storia mostra che anche Milano può diventare luogo di santità quotidiana. E invita i ragazzi a un coraggio nuovo: alzarsi, cercare, diventare protagonisti.
In un suo scritto lei ha immaginato un dialogo tra Carlo Acutis e Gesù, che pone domande sulla vita e la morte. In che modo questo nuovo santo può parlare ai giovani oggi, che spesso si confrontano con ansie, dubbi e fragilità?
"In una delle sue frasi più conosciute Carlo ricordava che "Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie". Invitava, cioè, a non permettere che la superficialità, la pigrizia o la paura del giudizio degli altri soffochino l’originalità di ognuno di noi. In questo percorso Carlo, nonostante non provenisse da una famiglia particolarmente praticante, si è avvicinato alla fede: pregava il rosario e andava a Messa ogni giorno alla chiesa di Santa Maria Segreta, il cui oratorio ora porta il suo nome. La preghiera, per Carlo, non era un adempimento da eseguire, ma un desiderio che rende rassicurante incontrare il Signore e dialogare con lui su dubbi e paure. Il suo esempio dice a ogni adolescente che non è sbagliato avere dubbi. Piuttosto sbagliato è rinunciare a cercare".
Lei ha detto che Carlo Acutis "abita per sempre nell’età della adolescenza per farsi amico di tutti coloro che transitano… e incoraggiarli a desiderare di diventare adulti". Quali elementi di quel modello adolescente possono diventare punti di riferimento (anche in una grande città come Milano) per i ragazzi?
"Essere adolescenti a Milano sembra che sia diventata una cosa complicata. Alcuni raccolgono segnali preoccupanti di un malessere diffuso. Io prego san Carlo Acutis perché regali a ogni adolescente di Milano (e dintorni) almeno un pensiero, almeno una scintilla di luce, almeno un appiglio per compiere il passo avanti che la vita, come una parete di montagna, richiede a chi vuole arrivare in cima. La sua vita, per quanto breve e molto “ordinaria”, può diventare riferimento per i giovani perché ha vissuto la sua adolescenza come un tempo in cui vivere la propria vocazione, un tempo per coltivare le proprie capacità, le proprie risorse e il proprio tempo a servizio del bene. In una città problematica ma anche scintillante, con grandi squilibri ma anche enormi opportunità, una città in cui convivono spinte solidali e tensioni individualistiche, la vita di Carlo mostra come anche Milano è un luogo in cui si può diventare santi".
Uno dei problemi che molti giovani sperimentano è la solitudine, soprattutto in una città come Milano. Lei ha osservato che "Milano è piena di solitudini". In che modo la Chiesa, anche valorizzando l’eredità di Acutis, può aiutare concretamente a superare queste solitudini? Lo sta facendo?
"Milano è piena di solitudini: alcune sono rumorose, altre nessuno vede. La Chiesa non deve accontentarsi di denunciarle: deve abitarle. In una città segnata dall’individualismo, sembra che, soprattutto i giovani, preferiscano chiudersi in sé stessi invece che cercare la relazione con l’altro. La Chiesa può diventare casa per chi si sente smarrito e lo sperimentiamo nelle parrocchie e negli oratori. C’è da dire, in realtà, che per Carlo Acutis l’oratorio non ha avuto una grande importanza, per quanto io ne sappia. Forse anche lui ha sentito un po’ di solitudine mentre percorreva il suo itinerario così originale. Ma l’oratorio, effettivamente, può essere quel rimedio alla solitudine se effettivamente le relazioni sono curate anche meglio delle iniziative e le persone sono più importanti dell’organizzazione. Io però credo che non c’è solitudine che non sia visitata dal Signore, se la mente, il cuore, l’anima apre la porta a Colui che sta alla porta e bussa…".
Lei ha anche detto che i giovani oggi rischiano di essere "liberi solo di comprare". In un contesto in cui il consumismo e l’individualismo sono forti, l’esempio di Carlo Acutis può rappresentare un’alternativa culturale e spirituale che parli al desiderio autentico dei ragazzi, non solo al conforto immediato?
"Ecco: trovarsi a proprio agio nella storia, nella città, nel proprio corpo. Non perché la storia, la città, il proprio corpo siano perfetti. Ma perché sono, obiettivamente, la grazia di vivere e di vivere così. Mi sembra che san Carlo Acutis si sia trovato a proprio agio, si sia divertito, abbia gustato le cose belle della terra e abbia vissuto anche con disinvolta semplicità la malattia e la morte. Anche nel corpo malato c’è una “autostrada verso il Cielo” come nel corpo crocifisso di Gesù. All’economia di oggi “servono” consumatori. Al bene della società servono invece persone che si trovano a proprio agio nel presente e vedono la possibilità di trovarvi una autostrada per correre avanti, verso l’età adulta; avanti, verso il compimento della propria vocazione; avanti, fino al cielo!".
Qual è l’importanza dello stile digitale e mediatico nel “messaggio” di Carlo Acutis — ragazzo che usava internet e i mezzi digitali — e come la Chiesa milanese può aiutare i giovani a usare i social, la rete, non solo come consumo ma come senso di comunità, di dono, di gratuità?
"Le solitudini di cui parlavamo poco fa sono a volte rese ancora più profonde dalle tecnologie digitali, dai social media che chiudono tanti ragazzi dentro le loro stanze. Carlo è morto quando l’era dei social ero solo agli albori ma già si vedevano i primi segnali di questa rivoluzione digitale. Con la semplicità di un ragazzo ha mostrato che internet può diventare anche altro: un luogo di annuncio, di ricerca e di comunione. La Chiesa può aiutare i giovani se insegna loro questo sguardo: non usare la rete per consumare, ma per creare legami di amicizia, non per mostrare solo l’esteriorità della vita, ma per raccontare ciò che è vero. Come Chiesa ambrosiana, in particolare attraverso la Fondazione Oratori Milanesi, cerchiamo di sviluppare progetti di formazione che vadano in questa direzione".
Guardando al domani: con la figura di Carlo Acutis e con la sua proposta pastorale per Milano, quale speranza concreta e quali sfide reali propone oggi ai giovani ambrosiani per 'alzarsi', non rimanere 'dei buoni a nulla', ma essere protagonisti della vita sociale e spirituale della città?
"Milano ha bisogno di giovani che, con l’aiuto degli adulti, non si rassegnino alla tristezza del mondo, ma che, come Carlo, sappiano dire che la santità è una possibilità per tutti. Io sono convinto che quello che oggi è più necessario sia la speranza. C’è un modo di vivere che riconosce l’aspetto desiderabile della vita, del diventare adulti, dell’abitare la città. L’aspetto desiderabile della vita, di ogni vita, breve o lunga, faticosa o facile, complicata o semplice è rivelato solo dalla promessa di felicità di Gesù. Ma c’è chi è interessato a questa promessa". (di Andrea Persili)

L'assemblea generale Emeca, riunitasi nelle scorse settimane a Milano, ha eletto i nuovi membri del suo consiglio di amministrazione, nominando vicepresidente Carlo Costa che in Italian Exhibition Group (Ieg) ricopre il ruolo apicale di chief corporate officer. A Costa, in Ieg, è affidata la gestione dei settori operation, finance, hr, it, legal compliance e le attività corporate delle società controllate dal Gruppo. Ieg, quotata al mercato principale su Euronext Milan, con le sue 60 fiere e 150 eventi, oltre 700 dipendenti in Italia e nel mondo con sedi a Rimini, Vicenza, Milano, Arezzo, Dubai, San Paolo, New York, Singapore oltre che in Cina, Arabia Saudita e Messico, è tra i principali organizzatori fieristici globali.
Emeca, con sede a Bruxelles e presieduta da Elżbieta Roeske, è dal 1992 l'Associazione europea dei grandi centri fieristici. Riunisce le 25 più importanti sedi espositive in Europa, tra le quali anche quelle di Italian Exhibition Group con Rimini e Vicenza. Gli associati Emeca organizzano nel loro complesso 2.000 fiere all'anno con 400.000 espositori e 38,5 milioni di visitatori su una superficie espositiva di 38 milioni di metri quadrati.
Oggi, l'Europa ospita la maggior parte delle fiere internazionali leader e rappresenta quasi la metà della quota di mercato globale. Tra i ruoli di Emeca quello di promuovere i suoi associati a livello europeo e globale nell'ambito di alleanze industriali con le principali istituzioni governative. Carlo Costa, classe 1968, è originario di Torino ma residente a Fano da 26 anni dove è attivissimo nel volontariato della sua città. Sposato con Mariarosa, due figli, Giovanni e Giacomo, si laurea in Economia e Commercio all’università degli studi di Torino e inizia la sua carriera nell’ambito della direzione finanziaria della Luigi Lavazza S.p.a.
Nel gigante del caffè partecipa anche allo studio, costituzione e gestione di una agency tresaury company nell’area doganale di Dublino. Passa poi a Ifas Gruppo di Torino, all’epoca uno dei più importanti dealer nel settore automotive controllato da un fondo di investimento milanese. Nel 2001 entra nell’allora Ente Autonomo Fiera di Rimini, accompagnandolo nella trasformazione in SpA e in tutte le maggiori operazioni: m&a in Italia e all’estero, l’integrazione con Fiera di Vicenza - che ha dato origine a Italian Exhibition Group S.p.A. - la quotazione in Borsa.
Nel 2022 si sposta al Consorzio Tutela Grana Padano, il prodotto Dop più consumato al mondo. Nel 2024 rientra in Italian Exhibition Group con il ruolo apicale di Cco. Nel corso dell’ultima assemblea generale di Emeca, gli associati, provenienti da tutta Europa, si sono concentrati sulla pianificazione degli scenari fieristici e sulla crescita delle vendite registrata nel 2025 e su quella prospettica per il 2026; al centro dell’assemblea anche riflessioni sulle sfide dovute all’incerto contesto geopolitico, sugli investimenti nella decarbonizzazione, ristrutturazione delle sedi espositive e nuovi spazi multifunzionali. Riflettori accesi anche su digitalizzazione, servizi personalizzati, sicurezza e cybersecurity

Kenan Yildiz veste... Lionel Messi. Il talento della Juventus, mattatore con una doppietta nella vittoria per 2-1 dei bianconeri sul Cagliari nell'ultima giornata di Serie A, è sceso in campo all'Allianz Stadium con degli scarpini speciali. Yildiz infatti ha indossato i 'Messi F50 Stellar Triumph', scarpe da calcio create in edizione limitata e destinata a dieci talenti del calcio europeo.
Yildiz si è quindi ritrovato nell'esclusiva cerchia che include anche il gioiello del Barcellona Lamine Yamal, nell'iniziativa annunciata da Lionel Messi in collaborazione con adidas. Il giovane turco ha quindi indossato gli scarpini contro il Cagliari, una scelta che, evidentemente, ha portato fortuna.
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie



