
Don Alì, il sedicente 're dei maranza', è stato arrestato a Torino. La Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 24enne di origine marocchina, noto sui social come 'Don Alì', ritenuto responsabile di atti persecutori. Per lo stesso reato, sono stati disposti gli obblighi di firma nei confronti di due complici un 24enne ed un 27enne.
Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Procura di Torino, sono iniziate a fine ottobre, quando i tre giovani hanno teso un vero e proprio agguato al professore di una scuola del quartiere Barriera Milano di Torino, appostandosi al di fuori dell'istituto scolastico dove lavora il docente e dove, in quel frangente, si era recato per prelevare la figlia al termine dell'orario.
I tre hanno accerchiato e minacciato l'uomo, sotto gli occhi della figlia di soli tre anni e mezzo, offendendo la reputazione del docente, accusato di aver maltrattato un suo alunno, indicato come loro nipote. L'episodio è continuato anche quando è sopraggiunta una collega della vittima, con lo scopo di soccorrere la figlia dell'uomo, nascosta tra le gambe del padre. Nonostante ciò, i tre giovani hanno inseguito e continuato ad intimidire il professore, colpendolo anche con alcuni schiaffi alla nuca.
Uno dei giovani indagati ha filmato tutta l'aggressione e successivamente il video, nonché le immagini dell'appostamento nei pressi della scuola, sono stati pubblicati, sotto forma di reel, sulla pagina Instagram di Don Alì con didascalie in cui il docente veniva definito "pedofilo" nonché "preda" di un agguato posto in essere dal gruppo di Barriera Milano per recuperare il presunto torto subito dal nipote.
Successivamente, ad inizio novembre 'Don Alì' ha anche pubblicato degli spezzoni di un'intervista rilasciata alla nota trasmissione 'Le Iene' in cui, parlando della vicenda, affermava la necessità di "punire" chi stupra i bambini e poi ha rinnovato le minacce al professore, dicendo "e se la prossima volta abusi un bambino, finirà molto peggio!".
I successivi accertamenti investigativi della Squadra Mobile della Questura di Torino, oltre a rivelare le accuse totalmente infondate mosse dagli indagati al professore, hanno permesso di ricostruire - attraverso la visione dei video, dei post social, nonché la raccolta delle testimonianze delle persone coinvolte - le dinamiche moleste e minacciose del gruppo, elementi di prova che hanno portato la Procura di Torino ad avanzare richiesta di custodia cautelare poi accolta dal Gip del locale tribunale.
Il giudice nel provvedimento, nel motivare la pericolosità del giovane, ha rimarcato come lo stessoDon Alì sia stato individuato, sempre a seguito degli accertamenti investigativi della Squadra Mobile torinese, quale autore dell'aggressione patita da una troupe della trasmissione televisiva di Rete 4 'Diritto e Rovescio' lo scorso 11 novembre a Torino, quando avrebbe colpito ripetutamente con una mazza chiodata il parabrezza del veicolo degli inviati, infrangendolo.
La misura cautelare è stata eseguita nella serata di ieri, al termine di prolungate ricerche del 24enne, che nel frattempo si era reso irreperibile. Il giovane è stato individuato nelle cantine di un palazzo nel quartiere Barriera di Milano. Dopo un breve inseguimento a piedi è stato bloccato e accompagnato in Questura.

"Ornella è una persona che mi ha cambiato la vita. La fortuna è che persone così la cambiano a tutti, non solo a chi le conosce, perché sono miti". Così la regista Elisa Fuksas ricorda con l'AdnKronos Ornella Vanoni, alla quale nel 2022 ha dedicato il documentario 'Senza fine', un ritratto della grande cantante e della sua carriera monumentale.
"Il film ha cementato tutto: attraverso il cinema siamo diventate amiche, fino a oggi - sottolinea Fuksas, che con Vanoni trascorse insieme un mese per girare il documentario -. È stato un film difficile da fare, perché racconta una vita. Io cercavo di farle fare il mio lavoro e le chiedevo: 'Perché stiamo facendo un film su di te, Ornella?'. E lei rispondeva: 'Un film su di me è come una fiaba'. E tutte le vite esemplari sono come le fiabe'".
Primo progetto pilota, focus sul diabete e accesso alle cure... 
"L'annuncio dei big di Sanremo doveva essere annunciato al Tg1, ma per rispetto alla scomparsa di Ornella Vanoni si slitta di 1 settimana". Lo ha detto Carlo Conti, conduttore e direttore artistico del Festival, al Vanity Fair stories.
L'annuncio dei partecipanti al prossimo Festival della canzone italiana, avverrà quindi domenica 30 novembre.

Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d'inchiesta e reportage, presentata questa settimana dall'AdnKronos.
'Cesare' (Mondadori) di Alberto Angela
Con Mondadori torna in libreria Alberto Angela che firma per la casa editrice di Segrate 'Cesare', un'opera che prende spunto dal 'De bello Gallico'. Immaginate di partire assieme a Giulio Cesare e alle sue legioni. È il 58 a.C., la Gallia è una terra lontana, abitata da popolazioni bellicose, mai dome, che hanno già inflitto dolorose sconfitte ai Romani. Ma è anche una terra ricca e prospera. Giulio Cesare vuole conquistarla, per sé e per Roma, e per farlo è disposto ad affrontare ogni avversità: estenuanti marce nella neve e battaglie sanguinose, intrighi di palazzo e tradimenti, ponti da costruire e flotte da creare da zero, foreste che si dicono stregate e santuari con scheletri decapitati. Sarà un viaggio avventuroso e pieno di scoperte, che Cesare guiderà con il coraggio e la curiosità di Ulisse.
Ma sarà anche un viaggio interiore, a fianco di un uomo implacabile e geniale, carismatico e instancabile, eppure non privo di dubbi e paure recondite. Un condottiero con i suoi lati oscuri e violenti, ma anche un fine pensatore e un grande scrittore, che ama con passione, tradisce ed è tradito, che è fidanzato, marito, padre, amante, vedovo, eterosessuale, bisessuale. E sullo sfondo del racconto, a completare il vasto affresco di quell’epoca cruciale per il destino di Roma e dell’Europa, ecco comparire Cicerone e Catullo, Cleopatra e Marco Antonio, Crasso e Pompeo, Calpurnia, la dolce moglie di Cesare, e Giulia, la sua amata figlia. Le pagine di Angela si susseguono con il ritmo e le atmosfere dei film e delle serie tv più avvincenti, e al tempo stesso arricchiscono il lettore di scoperte, curiosità e riflessioni sul mondo romano. Le ricostruzioni dei volti, delle scene di battaglia e di vita quotidiana, realizzate grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, consentono inoltre di rivedere, come fossero attuali, fotogrammi di vita andati perduti. Tutto concorre a fare immergere nella Storia come raramente un libro era riuscito prima, permettendoci di sentirla così vicina e così viva.
'Una foresta di scimmie' (Marsilio) di Andrea Pennacchi
Marsilio manda in libreria 'Una foresta di scimmie' di Andrea Pennacchi, attore, drammaturgo, regista teatrale e scrittore. Will un ebreo non l’ha mai visto, in Inghilterra sono spauracchi per bambini, avvelenatori di pozzi cristiani, nasi mostruosi e barboni rossi, ma quando si è trovato a conoscere Shylock e Tubal del Ghetto di Venezia, li ha trovati umani in tutto e per tutto, persino simpatici, almeno uno di loro. Certo, il fatto che abbiano iniziato a blaterare di "una libbra di carne" poco prima che Antonio giacesse a terra privo del cuore non aiuta molto a fargli cambiare idea.
Se fino a oggi ci siamo domandati da dove nascesse la storia di Shylock, del prestito a Bassanio, del pagamento della libbra di carne richiesta ad Antonio – in caso di mancata restituzione –, se insomma, com’è ovvio e lecito da secoli, non sapevamo come, dove e quando Shakespeare abbia scritto 'Il mercante di Venezia', oggi possiamo conoscere tutto, perché Andrea Pennacchi ci porta con Will e la sua banda di compari, come aveva già fatto con Giulietta e Romeo in 'Se la rosa non avesse il suo nome', alle radici della letteratura, della fantasia e del thriller di William Shakespeare. Perché Pennacchi non racconta solo con la testa, ma con tutto il corpo: proprio come il Bardo, è drammaturgo e attore. Oltre a Se la rosa non avesse il suo nome, il suo primo giallo, ha all’attivo diversi libri, tutti pubblicati da People.
'L’omicidio di Piersanti Mattarella' (Einaudi) di Miguel Gotor
In 'L’omicidio di Piersanti Mattarella', sugli scaffali con Einaudi, Miguel Gotor prende le mosse dal delitto Mattarella per compiere un viaggio inquietante attraverso le stratificazioni del potere italiano soffermandosi sugli 'ibridi connubi' tra neofascismo, massoneria occulta, mafia e apparati deviati dello Stato. La ricerca approfondisce anche le relazioni tra l’omicidio Mattarella e le stragi di Ustica e di Bologna di pochi mesi dopo, sullo sfondo di uno scenario internazionale in profondo cambiamento a causa della decisione degli Stati Uniti e della Nato di installare in Sicilia i missili Cruise contro la Libia e l’Unione Sovietica.
L’autore affronta, con il rigore del metodo storico e uno stile avvincente, il contesto in cui l’assassinio di Mattarella è maturato, mettendo in luce temi e snodi che ancora incidono sulla storia del nostro Paese. Un libro importante sull’Italia di ieri che parla all’Italia di oggi e alla sua crisi.
'Era mia figlia' (Solferino) di Irene Vella
"Poteva essere mia figlia": è capitato di pensarlo, davanti all’ennesimo femminicidio, all’ennesima tetra pagina di cronaca. Ma spesso si dimentica in fretta che quelle erano persone, non notizie. Avevano sogni, interessi, affetti. Avevano compagni di scuola e camerette con i poster alle pareti, figli da crescere e ambizioni da perseguire. E nella loro storia c’è anche il 'dopo' di cui nessuno dà mai conto, il dolore oltre il dolore, perché i volti degli assassini rimangono a lungo nelle cronache, mentre quelli delle vittime vengono dimenticati, e le loro famiglie lasciate sole. Questo libro - 'Era mia figlia', scritto da di Irene Vella e pubblicato da Solferino - restituisce la voce a chi se n’è andata.
Fa parlare ogni donna non solo della sua morte, ma della sua vita e si fa tramite del dolore di chi resta. Così in queste pagine ascoltiamo i racconti di Sofia e di Carmela, di Giulia e di Faten, di Marisa e di Tiziana e tante altre, più̀ recenti o più lontane nel tempo. Leggiamo i resoconti, seguiamo i processi, sentiamo i testimoni. Un coro che di storia in storia, nella diversità̀ delle protagoniste e degli eventi, suona la nota di un obiettivo comune, da perseguire con ostinazione: "mai più". Irene Vella, con il suo progetto "Era mia figlia", ha commosso le famiglie delle vittime, ha raggiunto un vasto pubblico, ha cercato e cerca di fare la differenza.
Queste pagine vogliono essere una restituzione, una denuncia e uno strumento: per imparare a capire i segnali, a individuare il pericolo, a mettersi in salvo e a prestare aiuto. Perché́ non è amore se è controllo, possesso. Non è amore se è violenza. E questa consapevolezza, insieme alla giustizia e alla memoria, è l’arma più̀ importante nella battaglia a cui siamo tutti chiamati per cambiare innanzitutto le menti e i cuori.
'Io dico (Gallucci) di Giorgio Faletti a cura di Roberta Bellesini Faletti
'Io dico' - il libro pubblicato da Gallucci - è una raccolta di citazioni tratte dai libri, le interviste e le canzoni di Giorgio Faletti sulla vita, l’amore, la società, la musica. Un volume a cura di Roberta Bellesini Faletti e Chiara Buratti che ci regala le riflessioni più significative dell'artista che più di altri ci ha fatto ridere, cantare e leggere negli ultimi 30 anni.
Scrittore, attore, sceneggiatore, comico, autore di canzoni per grandi interpreti come Mina, Angelo Branduardi e Milva, Giorgio Faletti è stato uno degli intellettuali più poliedrici e di maggior successo degli ultimi decenni. Ironico, ambizioso, melanconico, mai banale: 'Io dico' ce lo restituisce attraverso la sua stessa voce con testi poetici inediti e aforismi fulminanti scelti da chi lo ha conosciuto, e amato, più di chiunque altro. "Giorgio Faletti - scrive Beppe Severgnini - voleva bene alle parole. E ne aveva stima: sapeva quanto sono importanti. Loro, le parole, lo capivano. E ricambiavano. Si mettevano eleganti, brillavano e danzavano nelle pagine”.
'Notti nere' (Guanda) di Marco Vichi
E' in libreria con Guanda 'Notti nere' di Marco Vichi. Giugno 1970. Tutta l’Italia è seduta davanti al televisore per seguire le partite della Nazionale di calcio ai Mondiali in Messico, mentre i ragazzi, e soprattutto le ragazze, scendono in piazza per rivendicare i propri diritti, nel clima di protesta di quegli anni. Il mondo sta cambiando in fretta, pensa l’ex commissario Franco Bordelli, e ogni cambiamento si tira dietro un bel po’ di confusione.
Adesso che è in pensione il tempo per pensare al passato – a sua madre, alla guerra, ai vecchi casi non risolti – non gli manca, ma fa anche tanti progetti per il futuro con la fidanzata Eleonora. Almeno finché il crimine non torna a bussare alla sua porta. Piras infatti, ormai prossimo a diventare commissario, lo coinvolge sempre nelle indagini, e adesso ci si mette pure il nuovo questore, che sembra proprio non poter fare a meno di lui. È come stare sospeso in un limbo tra il passato e il presente… il lavoro da sbirro e la pensione, i colpevoli da acciuffare e le passeggiate all’Impruneta. Ma il destino ha in serbo la più imprevedibile delle sorprese, e Bordelli non potrà tirarsi indietro.
'Cambio di clima' (Fazi) di Hilary Mantel
Arriva con Fazi 'Cambio di clima' della scrittrice britannica Hilary Mantel. Ralph e Anna Eldred vivono con i quattro figli nel Norfolk in una fattoria di mattoni rossi. Come responsabile di un istituto di beneficenza, ogni estate Ralph ospita alla Casa Rossa uno dei tanti 'casi pietosi' in cui si imbatte per lavoro, perlopiù adolescenti sbandati bisognosi di un posto dove stare e di qualcuno che li rimetta in riga. Gli ospiti vengono talvolta mal tollerati dagli altri membri della famiglia: Anna è sempre meno incline ad accogliere giovani problematici in casa propria, Kit, la figlia maggiore, si interroga sul suo futuro, Robin è lontano per gli impegni sportivi e Julian, il più taciturno, è molto preoccupato per la piccola di casa, Rebecca, e per i pericoli a cui potrebbe andare incontro. Ma sotto la patina d’abitudine che ricopre la vita degli Eldred si celano segreti inconfessabili e rancori mai sopiti, che minacciano di mandare in pezzi l’armonia familiare.
Venticinque anni prima, appena sposati, Ralph e Anna, mandati come missionari laici in Sudafrica, hanno conosciuto le difficoltà di un paese in regime di apartheid, dove fame e ingiustizia erano pane quotidiano. È durante quel viaggio che si è consumata la tragedia di cui non hanno più parlato e che ora, a decenni di distanza, riaffiora in superficie con prepotenza, rivelando tutte le crepe nel loro matrimonio. Fin dove può spingersi il perdono? Quanto può sopportare un cuore prima di spezzarsi irreparabilmente? Hilary Mantel, la regina della letteratura inglese, torna in libreria con un romanzo finora inedito in Italia: una saga familiare epica ma sottile, scritta con l’abilità di una vera maestra, capace di tenere il lettore incollato alle pagine grazie a un uso magistrale della suspense, di affrontare temi universali con leggerezza e di affrescare la complessità di due mondi molto lontani tra loro.
'L’inverno delle stelle' (Rizzoli) di Nicoletta Verna
Sarà in libreria dal 25 novembre 'L’inverno delle stelle' di Nicoletta Verna che esordisce nella letteratura per ragazze e ragazzi. Fiesole, 1943. Sirio è una ragazzina con un nome da maschio e un talento innato per le bugie. Con la sua banda di amici attraversa boschi, cave e rovine, in un mondo dove la guerra sembra ancora lontana. L’armistizio dell’8 settembre, però, cambia tutto. In un castello fra le colline trovano un soldato ferito, incapace di parlare e senza memoria. È un nemico o un essere umano da salvare? Il gruppo si divide: qualcuno vuole aiutarlo, qualcun altro lasciarlo morire. Sirio sceglie la compassione e inizia una corsa sfrenata contro la paura, il tempo, la logica feroce della guerra. Mentre il mistero attorno all’uomo si infittisce, Sirio scopre che crescere vuol dire anche perdersi, sbagliare, mettersi in pericolo. E decidere, alla fine, da che parte stare.
Dall’autrice de 'I giorni di Vetro', un’avventura appassionante che è anche un romanzo di formazione. Un libro coraggioso, un inno alle scelte individuali che hanno il potere di determinare il corso della Storia.
'Nel segno di Marco Polo' (Laterza) di Luca Molà
Con Laterza esce 'Nel segno di Marco Polo di Luca Molà. Cosa fece Marco Polo a Venezia nei trent’anni che seguirono il suo ritorno dalla Cina? Come impiegò le ricchezze accumulate grazie al suo celeberrimo viaggio? Quali conseguenze ebbero la sua esperienza, i suoi racconti e i suoi contatti sull’economia di Venezia e di tutta Italia? I documenti ritrovati negli ultimi anni rivoluzionano l’immagine del grande viaggiatore e ci restituiscono a tutto tondo l’incredibile vivacità dell’Italia medievale. La fama di Marco Polo è legata alle sue esperienze di viaggio in Oriente e alla descrizione della civiltà cinese contenute ne Il Milione, fonte di meraviglia per tutta Europa. Ma dopo il suo ritorno a Venezia, avvenuto nel 1295, cosa fece? Questo libro lo svela utilizzando una serie di nuovi documenti fino a ora sconosciuti e ne ricostruisce la storia.
Le fortune accumulate con il suo lunghissimo viaggio in Asia consentono alla famiglia Polo di costruire subito un imponente palazzo nella piccola contrada di San Giovanni Grisostomo, posta nel cuore della città.Marco diventa uno dei protagonisti del commercio locale e internazionale. Produce tessuti, e la seta, il più pregiato, induce lui e la sua famiglia a chiedere il trasferimento a Venezia di una folta comunità di esperti artigiani e imprenditori provenienti da Lucca, città leader in Europa nel settore.
Ma la storia non finisce qui: le stoffe asiatiche, per cui si era disposti a pagare una follia, devono essere cremisi. È il colore più ambito e ricercato ma se ne ignora la tecnica. La comunità di emigrati lucchesi a Venezia decide allora di mandare un giovane fino in Persia per scoprire come ottenerlo. Sarà proprio la diffusione rapida di questa scoperta che permette alle manifatture italiane di competere con successo sui mercati globali nel Quattrocento. Luca Molà racconta così una storia inedita che guarda a Marco Polo come a un protagonista importante dello sviluppo economico veneziano e italiano, capace di mettere a frutto le conoscenze acquisite nei suoi viaggi.
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"Che dolore cara Ornella. Grazie per essere stata la colonna sonora di tanta vita. Resti indimenticabile, per me impossibile". Così Francesca Fagnani, in una storia di Instagram ricorda Ornella Vanoni, morta oggi all’età di 91 anni, con una foto che ritrae entrambe nello studio di Belve, quando la intervistò nel 2023.
In quell'occasione la cantante si era raccontata senza filtri. Aveva parlato dell'insonnia che per anni l'aveva tormentata e dell'uso di droghe leggere: “Ad un certo punto della mia vita non dormivo più. Mio padre mi fece fare perfino la cura del sonno: ero disperata. Finché un giorno mi hanno fatto fumare una canna e ho capito che era la mia medicina”, una frase rimasta nel ricordo collettivo.
Ornella aveva parlato del suo rapporto con Mina: “Non ho accettato ‘Grande Grande’ perché pensavo fosse volgare. L’ha fatta Mina ed è diventata un successo. Secondo me, si riferiva a quello. Sarò io che penso male. L’unica collega che ho molto frequentato è Mina. Lei giocava a carte, molto, e cercava di insegnarmi. A me le carte cadono dalle mani. Rispetto a lei mi sentivo la numero due. Poi ho capito che eravamo tutte e due brave ma diverse”.
Tra le altre cose, Vanoni aveva confidato a Francesca Fagnani di essere stata innamorata di alcune donne nel corso della sua vita. “Una è stata una grande amicizia che è durata tanti anni. Un’altra è durata meno. A me però il sesso femminile non interessa molto, infatti ho le fatte soffrire. Io mi innamoro della persona, in quell’altra cosa non sono molto brava”.
E sugli amori della sua vita, Ornella aveva detto: “Giorgio Strehler? È l’uomo che mi ha amata di più, ma non mi ha protetta da situazioni estreme perché non poteva farne a meno. Voleva tornare con me, ma ho detto no”.
"Ha detto che lei si è smollata con l'età e che racconta cosa che non dovrebbe raccontare" aveva detto Francesca Fagnani pungolando Ornella Vanoni su Gino Paoli: “Anche lui sarebbe meglio che non raccontasse, come a Sanremo. Come se fosse a casa sua, si è dimenticato che era a Sanremo e gli è partita quella roba lì, che non andava fatto. Amadeus era terrorizzato, subito lo ha portato via”.

La camera ardente per Ornella Vanoni, morta a 91 anni, sarà allestita al Piccolo Teatro Grassi in via Rovello, a Milano. Ad annunciarlo è l'assessore milanese alla Cultura, Tommaso Sacchi, in una storia su Instagram.
La camera ardente resterà aperta domani, domenica 23 novembre dalle 10 alle 14 e lunedì 24 novembre, dalle 10 alle 13.
Il cordoglio di Mattarella e Meloni
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il suo “cordoglio per la scomparsa di Ornella Vanoni, intellettuale, artista colta e versatile, interprete raffinata di canzoni che hanno lasciato un segno profondo nella storia della musica leggera non solo italiana". Lo rende noto il Quirinale.
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto dedicare un messaggio a Vanoni: "Profondo cordoglio per la scomparsa di Ornella Vanoni, voce inconfondibile della nostra musica, che ha segnato decenni di cultura italiana e accompagnato generazioni con brani senza tempo. L’Italia perde un’artista unica, che ci lascia un patrimonio artistico irripetibile", ha scritto sui social.
Fresu: "Mi chiese di suonare al suo funerale"
Una lunga lettera per ricordare Ornella Vanoni. Così Paolo Fresu, trombettista e compositore jazz, ha scelto di omaggiare la grande cantante italiana. I due erano grandi amici, legati da un rapporto profondo sia umano sia artistico. "Scrivi qualcosa, domando a me stesso in questa vuota mattina di novembre. E sono qui a buttare pensieri sparsi in un foglio word pensando al nostro primo incontro al Tangram di Milano nei primi anni Novanta e a quante volte abbiamo riso, pianto, cantato e suonato in questi trent’anni. Quasi impossibile parlare di Ornella", scrive Fresu.
"Impossibile", per lui, "tratteggiare una vita ricca fatta di successi e di trionfi, di cadute, ascese e passioni. Scrivi qualcosa, ma cosa? Forse il modo migliore è quello di trovare degli aggettivi. Degli screenshot contemporanei che siano capaci di tradurre l’immaginifico nell’immaginario collettivo del suo essere donna e artista che, da sempre, appartiene a tutti noi. Ornella è l’emozione della vita. La sua e la nostra. Capace di mettere al centro del mondo la solitudine e la passione, l’amore per stessa e per il prossimo, il pathos e la poesia che salverà (forse) il mondo".
Per Fresu Ornella Vanoni era una donna "sfuggente che abborriva l’ovvietà e il banale. Un’artista che ha frantumato il sottile equilibrio tra arte e vita e che ha fatto del palcoscenico la sua casa dove ospitare e dispensare i sentimenti umani". La lettera prosegue ricordando alcuni aneddoti: "L’orologio annuncia che è l’ora di partire per Milano. Salvo questi pochi pensieri e spengo il computer conscio di non essere riuscito a scrivere ciò che avrei voluto. Ad esempio che tremava come una foglia prima di salire sul palco che poi affrontava come una leonessa. Oppure delle telefonate settimanali con la sua voce inconfondibile che iniziavano sempre con 'come va?' o quelle con mia madre o con mia moglie Sonia".
E ancora, prosegue Fresu, "il suo spogliare con lo sguardo le persone che non le piacevano così da metterle in difficoltà, il concerto dato a titolo solidale nel cortile nelle scuole Pavese dove mio figlio frequentava le Elementari o il concerto nel prato della casa di Fabrizio De André alle sei del pomeriggio dove lei, scalza, disse 'non mi è mai capitato di cantare a merenda'". E poi quella richiesta che Vanoni gli fece: "Nel maggio del 2020, davanti alla stessa scuola di mio figlio, mi chiese al telefono di suonare al suo funerale. In quella luminosa mattina si è saldata ancora di più la nostra amicizia fino a quando, poco tempo fa, mi ha chiesto di essere accompagnata per mano al conferimento della Laurea Honoris Causa".
Ora, prosegue il musicista, "sono su un Frecciarossa che sfreccia nella nebbia padana. Riapro il computer rendendomi conto che bisognerebbe scrivere ancora ma i pensieri sono troppo affollati. Forse bisognerebbe semplicemente volare tra le parole e nel ricordo della sua musica tra Brecht e Vinicius, Tenco, Fossati e Paoli. Ornella ha volato tutta la sua vita. A volte bruciandosi le ali ma sempre rialzandosi e librandosi sempre più in alto. Esattamente come noi facciamo tutte le volte che ascoltiamo la sua voce meravigliosa e inconfondibile. L’ultima volta è accaduto a Bologna nel mese di marzo quando, in 'The Man I Love' arrangiata da Celso Valli, sembrava Billie Holiday".
Quindi conclude: "Mentre entro in Centrale a Milano, la sua città, ripongo il computer nello zaino certo di non essere riuscito nel mio intento. So solo che il mondo ha perso una voce unica che risponde, come Raffaello, Miles e Vinicius, a un unico nome: Ornella".

La camera ardente per Ornella Vanoni sarà allestita al Piccolo Teatro Grassi in via Rovello, a Milano. Ad annunciarlo è l'assessore milanese alla Cultura, Tommaso Sacchi, in una storia su Instagram.
La camera ardente resterà aperta domani, domenica 23 novembre dalle 10 alle 14 e lunedì 24 novembre, dalle 10 alle 13.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il suo “cordoglio per la scomparsa di Ornella Vanoni, intellettuale, artista colta e versatile, interprete raffinata di canzoni che hanno lasciato un segno profondo nella storia della musica leggera non solo italiana". Lo rende noto il Quirinale.
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto dedicare un messaggio a Vanoni: "Profondo cordoglio per la scomparsa di Ornella Vanoni, voce inconfondibile della nostra musica, che ha segnato decenni di cultura italiana e accompagnato generazioni con brani senza tempo. L’Italia perde un’artista unica, che ci lascia un patrimonio artistico irripetibile", ha scritto sui social.
A Mimit, incontro del 10 non sia interlocutorio ma decisivo'... Giochi: ricerca, in 2024 ricavi online illegale in Ue a 80,6 mld, sottratti 20 mld a entrate fiscali

Nel 2024 il gioco online illegale nell’Ue ha generato ricavi per 80,6 miliardi di euro, sottraendo agli Stati oltre 20 miliardi di entrate fiscali. Un fenomeno che vede gli operatori non autorizzati detenere il 71% del mercato, più del doppio rispetto al comparto legale. E' quanto si legge nello studio condotto da Yield Sec per la European Casino Association.
"La ricerca ha due pregi - commenta Moreno Marasco, presidente di Logico - intanto, perché rimette al centro del dibattito il gioco online. Anche quando si parla di pubblicità si considera sempre e soltanto quella in tv e sponsorizzazioni ma quella online da parte del gioco illegale l’ha sempre fatta da padrone, a scapito di quella legale. E poi, finalmente, una ricerca fotografa con chiarezza il problema della canalizzazione e il ruolo centrale del concessionario. I dati - prosegue - confermano che la domanda di gioco esiste a prescindere dalla pubblicità: se non è legale, sarà illegale. Ignorare questa realtà è un errore che favorisce gli operatori fuori dalla legalità mentre occorre una politica pragmatica che tuteli i consumatori e garantisca la legalità. Vietare a chi ha una regolare concessione di comunicare, soprattutto online, significa lasciare campo libero al settore illegale, che non rispetta divieti e continua a intercettare i consumatori. La pubblicità degli operatori autorizzati non era solo 'marketing': serviva anche a contrastare la visibilità delle piattaforme non regolamentate, che oggi dominano il digitale. È necessario pubblicizzare i marchi, attuare le norme già esistenti per bloccare le transazioni finanziarie e adottare strategie efficaci sui canali digitali", dice ancora Marasco.
Sulle transazioni finanziarie, Marasco sottolinea: "Lo studio rivela che il problema è di livello europeo e questo significa che la politica nazionale e comunitaria dovrebbero collaborare per applicare al gioco online strumenti efficaci già ben note ai governi degli Stati Membri già adottate nel settore finanziario. Ci chiediamo per quali motivi non sia stato fatto sinora, neanche quando ai vertici Adm sedeva un alto esponente di provenienza Consob, favorevole e avvezzo a queste soluzioni".

"Abbiamo messo a disposizione" delle imprese Transizione 5.0, "anche quando dovevamo contrastare noi e loro insieme la campagna di disinformazione che proseguiva martellante, per mesi, per far apparire quello strumento non confacente alle nostre imprese". Così Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, in videocollegamento al Forum della distribuzione moderna 2025 a Milano.
"Lo hanno dipinto come il brutto anatroccolo che tutti dovevano rifuggire e che non serviva a nessuno, salvo poi oggi scoprire improvvisamente che quel brutto anatroccolo era incompreso, era uno straordinario, ineguagliabile cigno che tutti vogliono accanto, che tutti vogliono utilizzare", ha sottolineato.
"Transizione 5.0, contravvenendo le stime che ci erano state presentate, ha superato la soglia dei 4 miliardi di euro di prenotazioni. Se a queste aggiungiamo quelle di Transizione 4.0, arriviamo a 6,3 miliardi, cifra che continuerà a crescere", ha detto ancora il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso. "Con l'emendamento alla legge di Bilancio in corso renderemo pienamente operativo, dal 1 gennaio 2026, il nuovo piano Transizione 5.0".
"I dati di ottobre sono di conforto e soprattutto per le famiglie italiane che stanno recuperando potere d’acquisto", ha spiegato Urso. "Il Governo riconosce il ruolo e il valore della vostra associazione (ndr: Federdistribuzione). L’iniziativa del carrello Tricolore ha rappresentato un modo per fare sistema nel contrastare quello che era un alto tasso di inflazione e ha portato a risultati concreti. "I dati di oggi dicono che l’inflazione in Italia è stabile, anzi in diminuzione, strutturalmente inferiore alla media europea", ha spiegato ancora.
"Quando siamo arrivati al governo erano tutti allarmati, innanzitutto le famiglie che vedevano il loro potere acquisto ridotto sensibilmente dalla crescente inflazione, che allora era ben al di sopra della media europea. Con questa iniziativa - che ha avuto successo grazie a voi – l’inflazione è sempre più sotto la media europea e scende ulteriormente", ha concluso il ministro.
"I cambiamenti che ci aspettano nei prossimi 10 anni saranno più importanti di quelli avvenuti nei 30 anni passati. Saranno più dirompenti nel positivo e nel negativo, ma, da ottimista quale sono, penso che saranno maggiori quelli positivi". Così Alec Ross, distinguished professor presso Bologna Business School, intervenendo al primo “Forum della Distribuzione Moderna 2025 - Il retail nell’economia del Paese. Mercati, tecnologia e società” che si è svolto a Milano e ha messo al centro il futuro del retail tra sfide globali e innovazione Cambiamenti sociali e dei comportamenti di consumo degli italiani, trasformazioni tecnologiche e futuro del settore.
"Una volta le materie prime del lavoro erano la terra, poi il ferro. Adesso sono i dati - spiega Ross - Dieci anni fa c'erano 15 miliardi di dispositivi connessi alla rete, oggi ne abbiamo 75 miliardi. Questo perché stiamo digitalizzando processi e settori che tradizionalmente non sono considerati digitali. Questa crescita continuerà con la nascita dell'intelligenza artificiale di massa".
In tema di digitalizzazione l'Italia deve accelerare: "Per quanto riguarda la crescita composta del pil, l'Italia era al 182esimo posto su 396 Paesi sovrani. I motivi sono vari, tra cui la lentezza della digitalizzazione, siamo stati al 26esimo posto su 27 Paesi nell'Unione Europea". Infine Ross parla di intelligenza artificiale: "Ci sono quattro tipi di intelligenza artificiale, non solo ai generativa e ChatGpt. In Italia si parla solo di quella generativa che è la meno rilevante. Gli altri sono: intelligenza artificiale percettiva che interpreta immagini, suoni e testo, intelligenza artificiale agentica che ha la capacità di ragionare, pianificare e agire in modo autonomo, infine, l'intelligenza artificiale fisica che si relaziona con il mondo reale, un esempio è rappresentato dai droni e dai veicoli autonomi".

Nel giorno della morte di Ornella Vanoni la musica si unisce nel ricordare il pilastro della musica italiana. Tra gli artisti che hanno condiviso sui social messaggi di addio anche Marracash, il rapper di Nicosia per il quale Vanoni aveva più volte espresso un certo 'interesse'.
È diventato virale su X un video del 2024, quando in una puntata del podcast 2046, condotto da Fabio Rovazzi e dallo speaker radiofonico Marco Mazzoli, gli ospiti sono stati Fabio Fazio e Ornella Vanoni. "Sappiamo che hai un debole per Marracash", le avevano chiesto. "Beh si, è un bel ragazzo... lo trovo un gran figo e gli ho detto 'ti sbatterei al muro se avessi avuto trent'anni di meno....'", aveva replicato Ornella Vanoni, con la solita ironia regalando una delle sue 'perle' che mai verranno dimenticate.
E quello che aveva detto Vanoni era vero. Perchè nel 2023 la cantante era stata invitata a cena da Marracash per passare una serata insieme al ristorante. Seduti uno di fronte all'altra, Ornella aveva confessato al rapper che se avesse avuto qualche anno in meno ci avrebbe provato, per poi aggiungere: "Ma non saremmo andati d'accordo, perché vado in tristezza anche io. Triste tu, triste io, un disastro".
La cantante, nel giorno della sua morte, è stata omaggiata proprio da Marracash sui socia[1]l: "Ciao amica mia", ha scritto il rapper, che aveva citato nella canzone '64 Bars' ("Quando si stacca dalle riunioni fumo una canna con la Vanoni").
Nell’analisi dei processi sociali che condizionano o preparano la strada a nuovi modelli di consumo, si osserva “grande attenzione verso i fenomeni globali, come l'ambiente, la sicurezza, la guerra, l'inflazione e l'energia". Così il segretario generale del Censis, Giorgio De Rita, nel corso Forum della Distribuzione Moderna 2025 a Milano.
"Il contesto di incertezza su scala globale ma anche a livello nazionale spinge gli italiani verso una strada che li porta a occuparsi prevalentemente, se non esclusivamente, di quelli che abbiamo chiamato i ‘desideri minori’, ossia la micro-felicità, una piccola soddisfazione. Anche il modello di consumo diventa un modo per andare incontro a questa ricerca di piccola felicità”, conclude.
"I negozi si devono trasformare tecnologicamente in maniera profonda perché diventano il luogo dove si realizza l'esperienza in un modo che integra l'esperienza digitale. L'intelligenza artificiale esiste da tempo, ma dietro i motori logistica, approvvigionamento e sicurezza esistono tool da anni. In tempi brevi mi aspetto strumenti che propongono promozioni in tempo reale per il singolo individuo e che devono confrontarsi con un agente sullo smartphone del consumatore che sceglie le offerte più vantaggiose."
Queste le parole di Fausto Caprini, founder di Retex, durante il primo “Forum della Distribuzione Moderna 2025 - Il retail nell’economia del Paese. Mercati, tecnologia e società” che si è svolto a Milano, organizzato da Federdistribuzione e che ha visto la partecipazione di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy.
"Nei negozi le persone saranno sempre meno impegnate nelle faccende operative che saranno delegate agli strumenti tecnologici, anche con robot antropomorfi, ma avranno il compito di relazionarsi con i clienti", sottolinea.
"Se guardiamo alla Cina la parola phygital non esiste perché, ormai da molto tempo, l'esperienza d'acquisto è fortemente integrata tra strumenti fisici e digitali. Dobbiamo superare certi modi di guardare le cose, come le diversificazioni tra i tipi di consumatori. Sono cose ormai datate. Il mondo è cambiato in maniera profonda e questo crea delle sfide per le imprese. Promuovere i valori del proprio brand nello spazio fisico e digitale è una cosa che richiede un ripensare al nostro modo di comunicare al cliente" conclude.
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