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Usa: "Israele e Siria hanno concordato il cessate il fuoco"

19 Luglio 2025
Siria - (Afp)

(Adnkronos) -  Israele e Siria hanno concordato il cessate il fuoco. L'ambasciatore americano in Turchia, inviato speciale Usa per la Siria, Tom Barrack. "Il primo ministro israeliano Netanyahu e il presidente siriano Ahmed al-Sharaa, sostenuti dal segretario di Stato Usa Rubio, hanno concordato un cessate il fuoco sottoscritto da Turchia, Giordania e dai paesi limitrofi. Invitiamo drusi, beduini e sunniti a deporre le armi e, insieme ad altre minoranze, a costruire una nuova e unita identità siriana in pace e prosperità con i paesi limitrofi", scrive Barrack su X. 

 

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Si tuffa nel canale Villoresi, morto 18enne a Garbagnate

19 Luglio 2025
Auto dei Carabinieri - (Ipa)

(Adnkronos) - Un ragazzo di 18 anni è morto a Garbagnate (Milano) dopo essersi lanciato nel canale Villoresi. L’incidente è accaduto poco dopo le 20. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Rho, i carabinieri di Garbagnate, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco. Il giovane è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Garbagnate Milanese, dove è morto. A quanto si apprende sono in corso le indagini da parte dei carabinieri dei Garbagnate per accertare le dinamiche dell’incidente.  

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Prove generali di esodo estivo, traffico sulle strade nel weekend: scatta il bollino rosso

19 Luglio 2025
Auto in coda - (Afp)

(Adnkronos) - Traffico da bollino rosso oggi, sabato 19 luglio 2025. "Nel terzo fine settimana di luglio lungo la rete stradale e autostradale di Anas (Gruppo Fs Italiane) è atteso traffico in costante aumento con spostamenti in crescita dai grandi centri urbani verso le località di villeggiatura, di mare al sud e di montagna a nord e verso i confini di Stato", si legge su stradeanas.it che aggiunge: "Si tratta delle prove generali dell’esodo estivo al via dal prossimo fine settimana". 

Per quanto riguarda le partenze verso località turistiche - si legge su autostrade.it - una situazione critica (bollino rosso) è previsto nella mattinata di oggi, dalle 7 alle 13. Traffico intenso (bollino arancione) è invece previsto dalle 13 alle 19, regolare (bollino verde) dalle 19 alle 21. Domani, domenica 20 luglio, traffico intenso sia la mattina che il pomeriggio, regolare la sera. Per quanto riguarda il rientro verso le grandi città, traffico intenso sia la mattina che il pomeriggio, regolare invece la sera, sia sabato che domenica.  

Per consentire la fluidità del traffico Anas garantirà presìdi di personale sull’intera rete stradale e autostradale, in particolar modo in corrispondenza dei cantieri inamovibili. 

In Veneto, dopo le frane e il maltempo dei giorni scorsi, da martedì 15 luglio è stata riaperta al traffico la statale 51 “Di Alemagna” in località San Vito di Cadore (Belluno).  

In Piemonte già da ieri mattina si transita a senso unico alternato, in fascia oraria 06:00 – 21:00 nel nuovo tunnel di Tenda che ristabilisce una connessione più rapida tra la provincia di Cuneo, l’Imperiese e la Costa Azzurra. Il nuovo assetto orario sarà in vigore fino a domenica 14 settembre e consentirà di fluidificare il traffico transfrontaliero in concomitanza con il picco degli spostamenti atteso tra fine luglio e i primi di settembre. 

Traffico intenso previsto nel Lazio in entrata e in uscita da Roma: le strade interessate sono il Grande Raccordo Anulare di Roma, la A91 “Roma – Fiumicino”, la SS 148 “Pontina” che insieme alla SS 7 “Appia” assicura i collegamenti tra Roma e le località turistiche del basso Lazio e le statali 1 “Aurelia” e 2 “Cassia” verso l’area nord e nord-est della regione e la Toscana. Nel resto dell’Italia gli itinerari interessati sono, in direzione sud, le principali direttrici verso le località di villeggiatura, in particolare lungo le dorsali adriatica, tirrenica e jonica, e lungo i valichi di confine in direzione di Francia, Slovenia e Croazia, lungo l’arco alpino, e in uscita dai centri urbani. 

L’intensificazione della circolazione potrà riguardare i principali itinerari turistici: la A2 “Autostrada del Mediterraneo” che attraversa Campania, Basilicata e Calabria; le statali 106 “Jonica” e 18 “Tirrena Inferiore” in Calabria; la SS 131 “Carlo Felice” in Sardegna; l’Itinerario E45 (SS675 e SS3 bis) che interessa Umbria, Toscana, Emilia-Romagna e collega il nord est con il centro Italia; la direttrice SS16 “Adriatica” (Puglia, Molise, Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto).  

Al nord i Raccordi Autostradali RA13 e RA14 in Friuli-Venezia Giulia verso i valichi di confine, la SS36 del Lago di Como e dello Spluga in Lombardia, la SS45 di Val Trebbia in Liguria, la SS26 della Valle D’Aosta, la SS309 Romea tra Emilia-Romagna e Veneto. 

Il divieto di transito dei veicoli pesanti sarà in vigore sabato dalle ore 8 alle 16, e domenica dalle 7 alle 22. 

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Weekend di fuoco, oggi e domani torna l'allerta caldo: sei le città più roventi

19 Luglio 2025
Ragazze si rinfrescano alla fontana - Fotogramma

(Adnkronos) - Picco termico nel weekend per l'Italia, che tra oggi, sabato 19 luglio, e domani vivrà i giorni più caldi previsti dal bollettino del ministero della Salute.  

Oggi i capoluoghi in pre-allerta, con livello di rischio 1, saliranno a 12 (in giallo Ancona, Bologna, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Catania, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Rieti e Roma) e compariranno 2 bollini arancioni a Palermo e Perugia. Ma la giornata più calda sarà quella di domani, domenica 20 luglio, quando il livello 2 - segno di pericolo per la salute dei fragili - interesserà 6 città sulle 27 monitorate: Bari, Cagliari, Campobasso, Palermo, Perugia e Roma saranno in arancione, mentre in giallo si contano 11 capoluoghi: Ancona, Bologna, Bolzano, Catania, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Pescara, Reggio Calabria e Rieti.  

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Open Arms, procura fa ricorso. Meloni con Salvini: "Surreale accanimento"

19 Luglio 2025
Giorgia Meloni e Matteo Salvini - (Ipa)

(Adnkronos) - "È surreale questo accanimento, dopo un fallimentare processo di tre anni, concluso con un’assoluzione piena. Mi chiedo cosa pensino gli italiani di tutte queste energie e risorse spese così, mentre migliaia di cittadini onesti attendono giustizia". Sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni non fa mancare il suo appoggio al vicepremier leghista, Matteo Salvini, dopo la decisione della procura di Palermo di ricorrere direttamente in Cassazione contro l'assoluzione dell'ex ministro dell'Interno, al processo Open Arms.  

In linea con la premier, che definisce Salvini "un ministro che voleva far rispettare la legge", scende in campo anche il guardasigilli Carlo Nordio. Che chiede: "Niente impugnazione contro le sentenze di assoluzione, come in tutti i paesi civili. Altrimenti finiamo a ciò che è avvenuto col caso Garlasco", dice il titolare della Giustizia. "Se la fiducia nella giustizia è crollata -è il suo ragionamento- è anche perché alcuni magistrati trascinano processi eterni senza pensare alle conseguenze devastanti che provocano nella vita delle persone". 

Solidarietà anche da Matteo Piantedosi: "Rivendico quell'azione che fu fatta per contrastare l'immigrazione illegale che è un qualcosa di non tanto diverso dalle mafie'', dice l'attuale titolare del Viminale, ai tempi capo di Gabinetto di Salvini.  

"Abbiamo sempre detto che in caso di sentenze di assoluzione la pubblica accusa non dovrebbe presentare ricorso. Nel caso di Open Arms si tratta di un accanimento nei confronti di un ministro della Repubblica che ha fatto il proprio dovere. Matteo Salvini, sono solidale con te", ha scritto su X Antonio Tajani. Ed è poi tornato invece a rilanciare il tema della cittadinanza agli stranieri, con parole particolarmente dure, perché, dice di fronte alla platea del congresso della Cisl, "io non cambio idea, il capitolo non è chiuso, lo decido io se è chiuso o no, non lo decidono altri".  

Nelle chat leghiste intanto è scattato l'alert a difesa del leader. L'inattesa mossa della Procura, ha serrato le fila degli eletti del partito, che tornano compatti ad attaccare i magistrati. Le parole di Salvini ("Grazie Giorgia. Sono convinto che difendere l'Italia e i suoi confini non sia reato. Altri mesi e anni di processi? Io vado avanti, a testa alta, con la certezza di aver fatto il mio dovere, senza nessuna paura", postate con tanto di ringraziamento al tweet della premier) hanno aperto la raffica di comunicati. 

A parlare sono, tra gli altri, il vicesegretario della Lega, Claudio Durigon, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli, tutti pronti a ribadire le ragioni del leader "che uscirà rafforzato", puntando il dito contro "l'accanimento dei pm". "La sentenza del Tribunale di Palermo è completa e puntuale in fatto ed ineccepibile in diritto", ha detto Giulia Bongiorno, già avvocato di Matteo Salvini nel processo Open Arms.  

Dagli alleati, lato Fratelli d'Italia, il capogruppo Lucio Malan ha invitato poi la Procura di Palermo "a occuparsi di altro...". Il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi ha ipotizzato "che una parte della magistratura voglia invadere il campo della politica e processare una seconda volta un ministro per un atto compiuto nell’esercizio delle sue funzioni".  

Da Forza Italia è intervenuto il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, che assicura solidarietà al leader della Lega, dicendosi certo che "la Corte di Cassazione scagionerà definitivamente Matteo Salvini da una accusa già ritenuta inconsistente nel merito dai giudici del tribunale con una sentenza ineccepibile". Sempre dal fronte azzurro sisono fatti sentire il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè e quella del Senato, Licia Ronzulli, con il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante. Tutti a puntare il dito contro la nuova invasione di campo dei pm, occasione per gli azzurri per rilanciare l'urgenza della riforma della giustizia.  

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Roma Capitale, verso più autonomia e competenze legislative: governo prepara ddl

18 Luglio 2025
Il Campidoglio - (Ipa)

(Adnkronos) - Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri delle Riforme Elisabetta Casellati e degli Affari regionali Roberto Calderoli stanno lavorando alla definizione del disegno di legge costituzionale che attribuisce a Roma Capitale competenze legislative e condizioni particolari di autonomia. Si apprende da fonti di palazzo Chigi.  

Il disegno di legge è in dirittura di arrivo e sarà portato all’esame di uno dei prossimi Consigli dei ministri, in ogni caso prima della pausa estiva.  

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Giustizia, Meloni: "La riformiamo per eliminare storture"

18 Luglio 2025
Giorgia Meloni - (Afp)

(Adnkronos) - ''Sono convinta che questo provvedimento'' di riforma della magistratura onoraria - ''che abbiamo immaginato, costruito e portato insieme a meta- rappresenti solo uno dei tasselli di un lavoro più ampio che il governo sta facendo per riformare la giustizia italiana, mettere fine alle storture a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni e per coniugare le necessarie garanzie con l’equità e la velocità dei processi". Così la premier Giorgia Meloni in un video messaggio inviato al convegno 'Magistrature & riforme' di Federmot, la Federazione magistrati onorari di tribunale.  

"L'Italia merita una giustizia più giusta, vicina ai cittadini e alle imprese. È un impegno che questo governo si è assunto, e che intende rispettare. Perché siamo persone di parola e intendiamo consegnare a chi verrà dopo di noi un’Italia migliore di quella che è stata consegnata a noi. Sappiamo di non essere soli in questa sfida, e che potremo sempre contare sul vostro contributo, sulla vostra professionalità e sulla vostra determinazione. Qualità che non sono venute mai meno, e di cui continueremo ad aver bisogno", ha detto ancora.  

"Ci tenevo a portare anche io il mio contributo ai vostri lavori, per ribadire l’impegno e il lavoro che il governo ha portato avanti in questi quasi tre anni per garantire a migliaia di servitori dello Stato le tutele e i diritti che attendevano da decenni. Uomini e donne che rappresentano un pilastro fondamentale del nostro sistema giudiziario, ma che per oltre venticinque anni sono stati considerati lavoratori di serie C, indegni persino di godere dei diritti fondamentali che sono riconosciuti a tutti i lavoratori, come il diritto alle ferie, alla previdenza, alla malattia e alla maternità", ha affermato la premier. 

"Questo governo -ha assicurato- ha avuto il coraggio di affrontare una questione colpevolmente ignorata per troppo tempo, e in pochi mesi ha approvato una riforma storica che mette fine ad una vera e propria ingiustizia di Stato. Abbiamo chiuso una stagione di incertezza e ne abbiamo aperta una di buonsenso e dignità, nella quale i magistrati onorari non sono più una categoria dimenticata, ma una componente valorizzata e pienamente riconosciuta del sistema giudiziario". 

"Abbiamo affermato - ha rimarcato Meloni - un principio semplice ma fondamentale: chi serve lo Stato merita rispetto, certezza, dignità. E la riforma garantisce esattamente questo: tutele concrete, compensi adeguati, chiarezza nei ruoli e nei diritti. È una riforma che non nasce nel ‘palazzo’ ma che viene da lontano, ed è il frutto di un percorso di ascolto e di confronto, di battaglie portate avanti fuori e dentro le sedi delle Istituzioni".  

"È una battaglia - ha rivendicato - che abbiamo portato avanti quando eravamo all’opposizione, e che non abbiamo chiuso in un cassetto quando gli italiani ci hanno accordato la loro fiducia e ci hanno affidato la responsabilità di governare la Nazione. Ne abbiamo fatto un punto del nostro programma, e abbiamo lavorato per trasformarlo in realtà".  

"E’ un impegno che ci eravamo presi non solo con i magistrati onorari, ma con tutti i cittadini italiani, perché riconoscere il ruolo dei magistrati onorari significa costruire una giustizia più giusta e più veloce. Ecco perché sono convinta che questo provvedimento -che abbiamo immaginato, costruito e portato insieme a meta -rappresenti solo uno dei tasselli di un lavoro più ampio che il governo sta facendo per riformare la giustizia italiana". 

 

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Livorno, falso allarme bomba su una nave

18 Luglio 2025
Porto di Livorno - (Ipa)

(Adnkronos) - Si è rivelato un falso allarme quello che dalle 18,15 di oggi, 18 luglio, per oltre quattro ore, ha bloccato nel porto di Livorno la 'Zeus Palace', la nave passeggeri di Grimaldi Lines diretta a Palermo con a bordo oltre 1.100 persone.  

La maxi emergenza è scattata dopo che una telefonata al call center della compagnia annunciava la presenza di una bomba sulla nave. Al termine dell’ispezione degli artificieri e delle forze dell’ordine, verso le 22.30, la nave è partita da Livorno. 

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Livorno, allarme bomba su traghetto: scatta maxi emergenza in porto

18 Luglio 2025
Porto di Livorno - (Ipa)

(Adnkronos) - E' stato attivato il sistema regionale di maxi emergenze per un allarme bomba su un traghetto al porto di Livorno. Lo ha annunciato sui social il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, precisando che sono in corso le verifiche: "Sul posto i nostri sanitari, Capitaneria di Porto, Forze dell’Ordine, Autorità di sistema portuale e Vigili del Fuoco". 

L'allarme è scattato dopo una telefonata giunta agli uffici romani della compagnia di navigazione Grimaldi, che ha immediatamente allertato le forze dell'ordine. La nave 'Zeus Palace', proveniente da Palermo, sarebbe dovuta ripartire alle ore 18:30 verso la Sicilia, ma è rimasta ferma in attesa degli accertamenti. 

Nel frattempo, la nave 'Cruise Europa', prevista per sostituire il traghetto 'Zeus Palace' in banchina, è stata temporaneamente fermata in attesa che si liberi un nuovo ormeggio. 

Non è ancora stato accertato se si tratti di un falso allarme o di un'azione deliberata. Rimane attiva la procedura di massima sicurezza. 

 

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Valentina Greco scomparsa in Tunisia dal 9 luglio, l'appello dei genitori

18 Luglio 2025
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(Adnkronos) - Ansia per Valentina Greco è scomparsa in Tunisia dal 9 luglio. La famiglia della 42enne cagliaritana ha lanciato l’allarme sui social. La donna si trovava a Sidi Bou Said e da quel giorno non si hanno più notizie di lei.  

Della questione si è subito interessata l’associazione Penelope. “Sporta denuncia ai Carabinieri di Cagliari di fronte a questa preoccupante scomparsa - spiega l’avvocato Gianfranco Piscitelli - . L'Associazione ha anche avvisato urgentemente il Commissario straordinario del Governo italiano per le persone scomparse, per chiedere una rapida mobilitazione delle autorità locali tunisine”.  

 

 

Valentina Greco vive e lavora da tre anni in Tunisia a Sidi Bou Said: la 42enne sentiva regolarmente i familiari. Dall’associazione Penelope ricostruiscono le ultime notizie certe di Valentina Greco. “Secondo le prime informazioni disponibili, a casa sua mancherebbe solo il cellulare e il personal computer di Valentina - spiegano - I suoi gatti, loro, sono stati trovati in appartamento, una preoccupazione, perché Valentina li affidava ad un amico veterinario anche in breve assenza”.  

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Fabio Concato, stop concerti luglio e agosto per motivi di salute

18 Luglio 2025
Fabio Concato

(Adnkronos) - "Per motivi di salute e accertamenti medici, si annullano i concerti di Fabio Concato di luglio e agosto". E' l'annuncio che lo staff di Fabio Concato diffonde dal profilo X del cantautore. "Il rimborso dei biglietti potrà essere richiesto, secondo le modalità previste, ai circuiti di vendita presso cui è stato effettuato l’acquisto", si legge. Negli ultimi giorni, con una serie di post, Concato aveva annunciato il rinvio di una serie di eventi in programma in questa e nella prossima settimana. 

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Inchiesta urbanistica Milano, Sala vestito da carcerato in post consigliere comunale Fratelli d'Italia

18 Luglio 2025
Giuseppe Sala - (Ipa)

(Adnkronos) - Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, immortalato su una poltrona con indosso una tuta da carcerato a strisce bianche e nere con tanto di palla al piede. E' la foto postata su Facebook dal consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Enrico Marcora. Un'immagine creata probabilmente con l'intelligenza artificiale, sulla base di un celebre scatto del 2019 che immortalava il primo cittadino di Milano con dei calzini arcobaleno per sostenere i diritti Lgbtq+ in occasione del Pride e che arriva dopo la notizia che il sindaco risulta indagato nell’inchiesta milanese sull’urbanistica.  

 

 

Tra i tanti like al post, accompagnato dagli hashtag 'peggiorsindacodalDopoguerra' e 'Sala', qualcuno fa notare che l’immagine "non è di gran gusto" e che risulta "inopportuna". E ancora: “Questa è la serietà della politica italiana - scrive un utente -. Un politico che pubblica sfottò da stadio su un altro politico. Forse la generazione di classe politica più bassa della storia. Speriamo che la nuova generazione si comporti in maniera più costruttiva”. 

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Trump nega di aver donato 'scarabocchio' a Epstein, ma in passato fu assiduo disegnatore

18 Luglio 2025
Donald Trump - Ipa

(Adnkronos) - Il presidente americano, Donald Trump, minaccia di fare causa al Wall Street Journal per il presunto scarabocchio osceno regalato a Jeffrey Epstein, ma in passato sarebbe stato un assiduo disegnatore. Il bozzetto di una donna nuda con la presunta firma di Trump sulle parti intime sarebbe stato fatto dal capo della Casa Bianca in un biglietto di auguri per i 50 anni del finanziere, condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori e morto suicida in carcere nel 2019. Trump ha smentito la notizia, definendo il biglietto un "falso" e aggiungendo che "non ho mai disegnato in vita mia" e "non è il mio modo di parlare, non faccio disegni".  

Eppure secondo la rivista Rolling Stones, sarebbe "comprovata" l'esperienza del presidente degli Stati Uniti come "scarabocchiatore", per sua stessa ammissione. Nel libro di Trump del 2008 'Trump never give up: How I turned my biggest challenges into success', il tycoon scrive che "ogni anno dono un mio scarabocchio autografato all'asta 'Doodle for Hunger' al Tavern on the Green. Mi ci vogliono pochi minuti per disegnare qualcosa... Un edificio o un paesaggio urbano di grattacieli e poi firmare. L'arte potrebbe non essere il mio forte, ma il risultato finale è un aiuto per chi ne ha bisogno".  

Risulta che tra la fine degli anni Novanta e l'inizio degli anni Duemila, Trump abbia messo all'asta cinque dei suoi schizzi preferiti incassando migliaia di dollari. Uno di questi raffigurava lo skyline di Manhattan, battuto per 30mila dollari. Un altro rappresentava l'Empire State Building e fu venduto a un'asta di beneficenza nel 1995. 

 

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Dazi, "Trump spinge per tariffe minime al 15-20% su merci Ue"

18 Luglio 2025
Donald Trump - (Afp)

(Adnkronos) - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sta spingendo per dazi minimi del 15-20% in un eventuale accordo con l'Unione europea. Lo riporta il Financial Times, aggiungendo che l'Amministrazione sta ora valutando un'aliquota reciproca superiore al 10%, anche qualora si raggiungesse un'intesa con Bruxelles. Trump - secondo il giornale che cita fonti anonime - non è rimasto impressionato nemmeno dall'ultima offerta dell'Ue di ridurre i dazi sulle auto e manterrebbe le tariffe sul settore al 25%. 

Intanto il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic "è tornato proprio stamani" da Washington D.C. , ha fatto sapere il portavoce della Commissione europea per il Commercio Olof Gill, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.  

L'Ue lavora tuttora per raggiungere un'intesa con l'Amministrazione Usa, volta a evitare l'imposizione di dazi unilaterali a livelli ritenuti insostenibili: "Non ci impegneremmo in negoziati con gli Usa se non pensassimo che un accordo è possibile", ha risposto a chi gli chiedeva se la Commissione ritenesse ancora possibile arrivare a un patto con Washington.  

Nella capitale Usa, il commissario slovacco ha avuto "intensi negoziati con il segretario al Commercio Howard Lutnick e con il rappresentante Jamieson Greer. E' stata un'altra occasione per cercare una soluzione negoziata, dimostrando la nostra buona fede nell'impegnarci in modo costruttivo con l'Amministrazione Usa". Allo stato, "non è previsto nulla in termini di contatti durante il weekend, a quanto ne so", conclude.  

 

"Dazi al 15%? E' ancora una tariffa alta" poi "bisogna vedere quali prodotti riguarda, se è 15% e poi ci sono picchi in altri settori non va bene. Bisogna vedere settore per settore, ma certo il 15 è alto", ha detto Antonio Tajani, parlando dal congresso della Cisl, in corso a Roma, presso il palazzo dei Congressi. "Bisogna vedere settore per settore", sottolinea.  

 

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Turismo: per Chemnitz bilancio positivo nella prima metà dell'anno come 'Capitale europea della cultura'

18 Luglio 2025
Turismo: per Chemnitz bilancio positivo nella prima metà dell

(Adnkronos) - E’ molto positivo il bilancio tracciato, a metà anno come ‘Capitale europea della cultura’, da istituzioni e partners della città tedesca di Chemnitz che, con 38 municipalità della regione circostante, detiene questo prestigioso titolo per il 2025, condiviso con Gorizia/Nova Gorica. In questi primi sei mesi, la città ha attratto visitatori non solo tedeschi ma anche europei e internazionali, con un notevole indotto per tutto il territorio. Dunque, se il motto di Chemnitz2025 è ‘C the Unseen’, si può dire che l’obiettivo è stato centrato in pieno: rendere visibile questa città, dal passato industriale, fino adesso sconosciuta alle rotte turistiche.  

Fin dalla cerimonia di apertura, che si è svolta il 18 gennaio, alla presenza di 80mila spettatori, sono molti gli eventi (tra i mille in programma) che hanno registrato presenze record, come il Festival di cultura e democrazia Kosmos con 115mila partecipanti e Hat Festival con 105mila. Ancora, in 8mila hanno preso parte alla maratona, 6mila al Festival del tango e 7mila al grande evento #3000Garagen. Almeno 10mila persone sono state coinvolte nei maker hubs creati nella regione. Il Visitor Centre, realizzato all’interno di una fabbrica recuperata di Chemnitz, come parte del progetto che prevede 30 aree di interventi infrastrutturali, ogni giorno accoglie in media 500 visitatori. 

A scandire il programma di Chemnitz2025 oltre mille eventi e 233 progetti (per tutte le informazioni si può consultare il sito https://chemnitz2025.de), realizzati da 900 protagonisti del territorio e mille volontari, coadiuvati da collaboratori europei e internazionali. Ed è notevole anche il coinvolgimento dei cittadini a eventi e attività, come ad esempio l’iniziativa che ha visto 600 persone di Chemnitz piantare ad aprile 400 alberi di mela e che sarà ripetuta in autunno. Molti partecipano attivamente mettendo a disposizione le loro storie, come nel caso del Garage Trail.  

Considerevoli anche gli ingressi registrati dai musei: 61mila visitatori per la Galleria d’arte tra gennaio e maggio, quasi 50mila per il Museo dell’industria, 10.600 per il Museo di storia naturale. Tra le più gettonate, la mostra ‘European realities’, la riapertura della casa dell’artista Karl Schmidt-Rottluff e le visite a Villa Esche parte della Via di Henry van de Velde. Sono stati 450 i tour guidati con oltre 10mila ospiti, triplicati rispetto agli anni precedenti. Chemnitz si è affermata quest’anno anche come location per congressi e conferenze, con 31mila partecipanti. Circa 1.500 i visitatori del settore trade, da oltre 30 paesi. 

A confermare l’incremento turistico i dati sui pernottamenti, cresciuti del 9,8% solo a marzo 2025 e le prenotazioni alberghiere segnano il +20%, ma molti hotel registrano il tutto esaurito soprattutto in concomitanza con gli eventi più richiesti. C’è già molta domanda per la seconda parte dell’anno e pe il closing di fine novembre e non manca chi si informa per il 2026. Per l’anno prossimo già si sa che si terrà a Chemnitz il festival internazionale Theater der Welt, che ogni tre anni è ospitato da una diversa città della Germania. 

Soddisfatti i rappresentanti delle istituzioni e della macchina organizzativa. “La ‘Capitale europea della cultura’ ha già sviluppato un enorme appeal: i turisti vengono a visitare la regione e ne diventano così ambasciatori”, dichiara Barbara Klepsch, ministro della Cultura della Sassonia. Per il sindaco di Chemnitz, Sven Schulze, “persone da tutta Europea visitano la nostra città e ne portano a casa un’impressione positiva di apertura e adattabilità, ma allo stesso tempo la ‘Capitale europea della cultura’ mostra anche a noi cittadini quello che Chemnitz ha da offrire”.  

“Il programma di Chemnitz2025 è fatto dalla gente del posto e ha permesso di creare nuovi network e di sviluppare nuove skills. Un approccio di successo che pone le basi per la futura trasformazione di Chemnitz in una città di cultura”, afferma Stefan Schmidtke, managing director programme di Chemnitz2025 gGmbH. Gli fa eco il direttore generale di Chemnitz2025, Andrea Pier: “Dopo solo sei mesi di ‘Capitale europea della cultura’ l’ottimismo in città e nella regione è palpabile, a dimostrare che l’investimento in arte e cultura, in stretta collaborazione tra pubblico e privato, rafforza la società civile e incoraggia la partecipazione”.  

“L’aumento del numero di visitatori è notevole e l’impatto su ristoranti e commercianti è estremamente positivo”, assicura Sven Hertwig, titolare di Exclusive Events. Molto contenti anche i rappresentanti della regione, come spiega Ines Hanisch-Lupaschko, managing director dell’Ufficio del turismo della regione Erzgebirge: “Dopo il riconoscimento Unesco, ora anche il titolo di ‘Capitale europea della cultura’ sta dando i suoi frutti”. 

Per il managing director dell’Ufficio per il turismo della regione Chemnitz-Zwickau, Marika Fischer, “persone da tutto il mondo vengono qui per scoprire la nostra regione: la ‘Capitale europea della cultura’ funziona e non lo dicono solo i dati ma soprattutto le facce contente dei nostri operatori”. “Il potenziale turistico c’era già, ora - conclude - è stato espresso: è un sogno che è diventato realtà”. 

 

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Turismo: da polo industriale a nuova meta culturale, per Chemnitz il 2025 è l'anno del riscatto

18 Luglio 2025
Turismo: da polo industriale a nuova meta culturale, per Chemnitz il 2025 è l

(Adnkronos) - Una storia di trasformazione post-industriale e di rigenerazione urbana, ma soprattutto di riscatto culturale e di nuova opportunità. A narrarla è quel grande progetto che è Chemnitz2025, che per un anno offre a una città tedesca troppo a lungo sottovalutata la ribalta internazionale. Chemnitz, infatti, insieme con la regione circostante che occupa la parte centrale della Sassonia, quest’anno detiene il titolo di 'Capitale europea della cultura' (Ecoc), insieme con le città transfrontaliere di Gorizia e Nova Gorica. Un traguardo su cui in pochi avrebbero scommesso in tempi ormai remoti ma che oggi fa guardare al futuro con occhi diversi grazie al potenziale di attrattività turistica che questa gigante ‘macchina’ dell’Ecoc ha generato.  

E nello slogan scelto per Chemnitz2025 sta tutta l’essenza di questa operazione culturale: ‘C the Unseen’, ossia, parafrasando la traduzione letterale e simbolica dall’inglese, ‘vedere ciò che non veniva visto’ ma anche Chemnitz (C), l’invisibile, la sconosciuta, la nascosta. Un destino che sembrava scritto nel suo passato di grigio polo industriale, di città rasa al suolo durante la Seconda Guerra mondiale e poi ricostruita a modo suo, ricaduta nella Ddr e in quegli anni bui ribattezzata Karl-Marx-Stadt, per ritrovarsi dopo la riunificazione della Germania a caccia di quell’identità che le altre due ‘cugine’ sassoni, Dresda e Lipsia, hanno trovato più velocemente.  

Una città dell’Europa dell’Est in un paese dell’Europa dell’Ovest, come spesso viene descritta, dove però il cambiamento sociale è stato sempre catalizzatore di innovazione e dove la capacità di reinventarsi è profondamente radicata. Ora, guadagnato il titolo di ‘Capitale europea della cultura’, è arrivata l’occasione per il grande salto: diventare attrattiva dal punto di vista culturale e imporsi quindi come nuova meta turistica. Valorizzando quello che c’era e che c’è, per niente poco, e offrendo nuova vita a tutto ciò che ancora ha qualcosa da dire e da dare. 

“All’inizio la gente del posto non capiva il significato di ‘Capitale europea della cultura’, pensava di avere solo qualche spettacolo o mostra. Ma ‘Capitale europea della cultura’ vuol dire partecipazione dei cittadini, significa aprire le menti e scoprire il valore della città, dove ognuno può fare qualcosa. Il motto ‘C the Unseen’ è riferito anche alle persone, è un invito a guardare cosa c’è dietro. E’ un processo di sviluppo integrato della città che porta a rafforzare i valori europei contro i populismi, a creare connessioni tra gli individui, ad alimentare la resilienza”, racconta Ferenc Csak, a capo del dipartimento della Cultura del Comune di Chemnitz, che ha seguito tutto il processo per il riconoscimento del titolo sin dal 2015. 

“Certamente, la ‘Capitale europea della cultura’ - osserva - ha permesso di creare nuove location per eventi, nuovi spazi culturali, ha insegnato a ottenere e utilizzare fondi europei, ha sostenuto la comunità dei makers che in tutto il progetto ha un ruolo importante. Poi, con la regione circostante e le 38 municipalità che formano la ‘Capitale europea della cultura’ con Chemnitz, si è creato un network che prima non esisteva: una struttura di cooperazione grazie alla quale abbiamo sviluppato una strategia culturale per il territorio”. 

“Il risultato ad oggi - sottolinea - è stato ottimo: il turismo è cresciuto del 25%, in controtendenza rispetto ad altre zone della Germania. Ora la scommessa è di lavorare sull’eredità che tutto questo ci consegna. Chemnitz oggi è una città vibrante, con progetti culturali internazionali e il nostro sforzo è proprio quello di continuare su questa strada tracciata”. 

Per capire Chemnitz occorre conoscere il suo passato di centro industriale fra i più grandi del paese. Un buon punto di partenza lo offre il Museo dell’Industria, ospitato in una ex fonderia, dall’imponente facciata a mattoni rossi con il tipico tetto a scaloni vetrati delle fabbriche di un tempo. Dalle estrazioni minerarie nei ricchi giacimenti di argento, uranio, stagno e carbone della zona fino all’automotive e al tessile, sono ripercorsi 200 anni di storia dell’industria pesante, con oggetti di ogni tipo e persino un motore a vapore monocilindrico a contropressione del 1896 ancora funzionante. “Il museo testimonia il ruolo che Chemnitz ha avuto come centro industriale tra i più importanti della Germania, mettendo a confronto tradizione e innovazione. E quest’anno abbiamo registrato addirittura il 60% in più di visitatori”, spiega Susanne Richter, responsabile commerciale del Museo dell’Industria di Chemnitz e alla guida del gruppo di collezioni ‘gemelle’ in Sassonia. 

Per il 2025 il Museo dell’Industria ospita (fino al 16 novembre) una delle più significative mostre di Chemnitz2025, ‘Tales of transformations’, che illustra lo sviluppo che ha portato Chemnitz a diventare la ‘Manchester della Sassonia’, mettendola a confronto con altre grandi città industriali europee: la stessa Manchester e poi Mulhouse, Lodz, Tampere e Gabrovo, ciascuna con la sua strada all’industrializzazione da raccontare. “Abbiamo creato la mostra in cooperazione con queste altre quattro città industriali europee che hanno in comune una storia di trasformazione, dall’operoso passato industriale al declino post-industriale, fino alla capacità di reinventare spazi”, sottolinea. 

Una mostra interattiva con corner dedicati alle singole città, dove non manca la riflessione sul futuro, con tanto di sondaggio su come ci si immagina Chemnitz, cosa si vorrebbe dal punto di vista culturale ma anche ambientale, “che è stato molto partecipato - aggiunge Susanne Richter - e speriamo che i risultati possano essere utili all’amministrazione”. 

Tra il ricco passato industriale della città e il declino post-bellico, ci sono stati di mezzo gli anni in cui Chemnitz era parte della Germania dell’Est, che hanno lasciato traccia non solo in architetture e monumenti, primo fra tutti il gigantesco busto di Karl Marx che tuttora è uno dei simboli della città, ma anche e soprattutto nella società civile. Così uno dei più importanti progetti di Chemnitz2025 è dedicato a questo modo di vivere e di pensare tipicamente est-europeo, riassunto dalla ‘cultura del garage’. Una tradizione molto comune nei paesi dell’ex blocco sovietico in quegli anni, in cui le persone si costruivano da sole il loro garage in attesa di metterci l’agognata auto, tipicamente una Trabant come quelle esposte al Museo dell’Industria.  

Ma il garage non era solo una autorimessa, era uno sfogo, una via di fuga dagli angusti appartamenti degli edifici a blocchi, uno spazio in cui trascorrere del tempo, socializzare con i vicini, costruirsi un angolo di mondo. Camminando per Chemnitz capita spesso di notare accanto ai palazzi una fila di piccoli garage dalle saracinesche colorate a formare una sorta di cortile. Così, per onorare la ‘Capitale europea della cultura’, è stato fatto un lavoro di mappatura dei garage ancora esistenti, almeno 160, e creato un percorso per andare a scoprirli. Si chiama ‘#3000Garagen’, è composto da 10 stazioni sparse per la città e completato da una mostra (visitabile fino al 29 novembre) allestita al Garage Campus, uno dei luoghi riqualificati sorti nella sede di un ex deposito di tram. Sono esposti oggetti raccolti nei garage, foto dei proprietari e documenti inediti che raccontano questa storia poco conosciuta in Europa occidentale.  

“L’idea del progetto - spiega Agnieszka Kubicka-Dzieduszycka, direttore artistico del progetto ‘#3000Garagen’ - viene dalla vita stessa della città, dove ancora esistono molti garage che rappresentano una eredità culturale. Abbiamo raccolto dati e testimonianze per questo che è un progetto tipicamente partecipativo, in quanto presuppone il coinvolgimento delle persone. E’ stato anche redatto da un gruppo di architetti un ‘Garage Manifesto’ in cui si chiede di salvaguardare questi garage come monumenti nazionali. E c’è anche da chiedersi se ora possono avere una nuova vita: ad esempio, a volte vengono affittati da giovani artisti”. Per conoscere e tramandare le abilità che questi veri e propri gabinetti di curiosità celano, è stata promossa pure una ‘Scuola del garage’, in programma a fine agosto, che coinvolge anche un’architetta italiana, Silvia Gioberti. 

Il Garage Campus è solo uno dei 30 siti oggetto di riqualificazione in occasione di Chemnitz2025, nell’ambito di un ampio progetto che prevede una serie di aree di intervento per lo sviluppo urbano che ha portato non solo a dare nuova vita a spazi in abbandono, ma anche a dare impulso a importanti opere infrastrutturali. Emblematica la Hartmannfabrik, la vecchia fabbrica recuperata e utilizzata per quest’anno come Visitor Centre, ma anche un nuovo parco nel vecchio sito della ferrovia. Molti di questi luoghi, sparsi in tutta la regione che con Chemnitz è parte della ‘Capitale europea della cultura, sono stati destinati a ‘Maker Hubs’, poli creativi dove artisti, designers, artigiani, inventori e startupper possono avere uno spazio in cui coltivare la loro attività, incontrarsi, confrontarsi e fare networking. 

E muoversi attraverso la regione è abbastanza facile, complice il cosiddetto ‘modello Chemnitz’ basato su un collegamento ferroviario leggero in continua espansione. Per quest’anno, sono stati introdotti anche biglietti speciali che consentono di utilizzare tutti i mezzi di trasporto dell’area per tre giorni a un prezzo vantaggioso, così come è stato creato un collegamento diretto via bus con l’aeroporto di Praga, il più vicino, due volte al giorno. 

Un quadrilatero con al centro Chemnitz, che si estende dai Monti Metalliferi, patrimonio Unesco dal 2019, nella regione di Erzgebirge, al confine con la Repubblica ceca, con una lunga storia di attività mineraria, fino a Freiberg a Est, soprannominata la città d’argento, dove anche quest’anno si è tenuta la sfilata dei minatori, e a Zwickau a Ovest, che ha dato i natali al musicista Robert Schumann ma anche, in quanto polo dell’automotive, alla casa automobilistica Audi. In mezzo 38 municipalità che si sono unite quest’anno in un network all’insegna della cultura, idealmente rappresentato dal ‘Purple Path’, un percorso di sculture contemporanee che colorano i centri urbani, narrando la storia di questa regione, della sua industria, del suo artigianato e della sua gente.  

Nella sola città di Chemnitz se ne contano una decina, tra cui una scultura-fontana in acciaio nella piazza principale, di fronte al municipio con la sua doppia facciata, quella colorata più antica e rifatta dopo i bombardamenti (come la chiesa di St.Jakob che è subito dietro) e quella più recente, rimasta in quel tono scuro molto comune in queste città tedesche ricostruite dopo la guerra, a pochi passi dalla Roter Turm, la torre simbolo della città. Un altro ‘miracolo’ artistico è quello compiuto dal francese Daniel Buren, che è riuscito a colorare e illuminare la grigia ciminiera della centrale elettrica che svetta sulla città, diventando probabilmente il progetto artistico più alto al mondo. A circondarlo un ampio spazio anch’esso restituito alla città dove si è aperto in questi giorni, fino al 17 agosto, il Kunstfestival Begehungen, festival d’arte contemporanea che vede la partecipazione anche di artisti italiani, con un focus su temi quali la sostenibilità, la biodiversità e il cambiamento climatico. Tra agosto e settembre si tiene, inoltre, ‘Ibug - Arte urbana nell’area industriale’, uno dei festival di arte urbana più importanti in Europa.  

Tra le mostre, è visitabile fino al 10 agosto ‘European Realities’, che illustra i movimenti del realismo degli anni Venti e Trenta in Europa, la prima a raccoglierli in un’unica esposizione, ospitata all’interno del Museo Gunzenhauser, costruito dall’architetto Fred Otto nello stile razionalista del Novecento. E c’è attesa per la mostra dedicata a Edvard Munch (10 agosto-2 novembre), incentrata sul sentimento della paura nella sua arte e all’influsso che ha avuto in opere fino ai giorni nostri.  

Tra gli eventi estivi - parte di un cartellone che conta oltre mille eventi e 233 progetti (per tutte le informazioni si può consultare il sito https://chemnitz2025.de) - ancora in corso fino a fine luglio l’‘Estate al parco’, con concerti, incontri e persino lezioni di yoga tutti i giorni allo Stadthallenpark. Da segnalare anche il Festival europeo degli Skateboard dal 22 al 24 agosto e il Festival dei costruttori di giochi dal 29 al 31 agosto nel villaggio di Seiffen.  

Un Festival molto speciale che si è tenuto a fine giugno e che verrà ripetuto dal 26 al 29 luglio è quello di danza contemporanea (‘Tanz Moderne Tanz’), che nell’anno della ‘Capitale europea della cultura’ propone uno spettacolo originale: un’esibizione in 18 tappe attraverso altrettante location della città durante un’intera giornata, intitolata ‘Odissea in C’ e ispirata all’‘Ulisse’ di James Joyce. Un appuntamento ogni ora in un angolo diverso, con artisti che cambiano e nuove coreografie, che culmina con lo spettacolo nell’Opernhaus, il teatro principale di Chemnitz, che affaccia su una delle piazze più iconiche, con ai lati la chiesa di San Pietro e la Galleria d’arte (che raccoglie tra l’altro le opere di Karl Schmidt-Rottluff, cofondatore del gruppo Brucke) e l’Hotel Chemnitzer Hof, esempio di architettura razionalista.  

Come spiega la responsabile per la danza dell’Opernhaus e ideatrice del Festival, Sabrina Sadowksa, “è uno spettacolo itinerante per portare la danza alle persone, negli spazi aperti; l’idea era di fare qualcosa che non si sarebbe potuto fare altrove e di far vedere la città agli abitanti e ai visitatori, seguendo il motto ‘C the Unseen’”. Un percorso che unisce il centro alle periferie, passando da un angolo di quiete che è il laghetto che circonda la zona del castello, dove sorgeva il monastero benedettino, primo nucleo della città; è qui, infatti, che si possono vedere le più antiche case della città, nel tipico stile a graticcio. C’è poi, prima di arrivare in Theaterplatz, la tappa allo Schillerpark, con alle spalle la Unibibliothek, altra opera che ha visto trasformare il vecchio edificio di una filanda in uno spazio polifunzionale moderno.  

Per immergersi nei grandi contrasti di Chemnitz basta fare una passeggiata e imbattersi in architetture che hanno plasmato la città attraverso i secoli: da quelle medievali, quasi interamente ricostruite dopo la Seconda guerra mondiale, agli edifici Art Nouveau specchio di un periodo prospero per la Chemnitz della grande industria, tra la fine dell’Ottocento e la prima parte del Novecento, quando ricchi mercanti e imprenditori si fecero costruire le loro case nel quartiere di Kassberg, tra i più interessanti in Europa per la concentrazione di edifici Jugendstil dalle tipiche facciate decorate. Rilevante anche l’impronta di architetti che si sono ispirati, negli anni intorno al 1930, allo stile neo-oggettivista e razionalista, lasciata su edifici molto interessanti, come Smac, l’ex grande magazzino Schocken, dall’originale facciata curva, o la piscina comunale considerata un masterpiece del neo-oggettivismo. Ci sono poi le inconfondibili costruzioni di epoca sovietica, che oggi hanno riconquistato un posto nella mappa della città, fino ad arrivare alle opere di riqualificazione in chiave sostenibile dei giorni nostri. Insomma, impossibile non riempirsi lo sguardo di quelle mille sfumature che colorano Chemnitz, partita dal grigio, e approdata all’arcobaleno che ha ridipinto la sua ciminiera e con essa il futuro della città.  

 

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Malattie rare, 18 settembre Giornata nazionale Sla: "Un diritto che si afferma"

18 Luglio 2025
Malattie rare, 18 settembre Giornata nazionale Sla:

(Adnkronos) - Il 18 settembre sarà d'ora in poi, ufficialmente, la Giornata nazionale della Sla. "L'appuntamento simbolo della mobilitazione per i diritti delle persone con sclerosi laterale amiotrofica ottiene il riconoscimento formale dello Stato italiano: il nome, l'idea e il format sono stati ufficialmente depositati presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un passaggio tanto simbolico quanto sostanziale, che tutela e valorizza il significato profondo di una giornata nata dal coraggio delle persone con Sla e oggi è rafforzato grazie anche al conferimento dell'Alto Patronato del presidente della Repubblica, il patrocinio dell'Anci - Associazione nazionale Comuni italiani e della Regione Piemonte". Lo annuncia Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, festeggiando "un diritto che si afferma. Un Paese che si accende di verde". 

La 18esima edizione della ricorrenza "entra nella storia", esulta l'associazione. "Da quest'anno - sottolinea - ogni 18 settembre sarà a pieno titolo la Giornata simbolo della comunità Sla in Italia, occasione per tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica e delle istituzioni su una battaglia di civiltà che prosegue". Era infatti il 18 settembre 2006 quando, in piazza Bocca della Verità a Roma, la voce delle persone di Sla risuonò forte nel cuore della Capitale. Per la prima volta i pazienti si presentarono uniti davanti al ministero della Salute per chiedere attenzione, rispetto e rivendicare diritti fondamentali: una presa in carico dignitosa, cure omogenee, assistenza domiciliare adeguata, accesso alla ricerca, meno burocrazia, più ascolto. Quel giorno segnò l'inizio di un percorso e da allora, ogni anno, Aisla porta avanti la missione di dare voce ai bisogni urgenti delle persone con Sla e delle loro famiglie, affinché nessuno venga lasciato solo di fronte alla malattia, si legge in una nota. 

"Il 18 settembre non è solo una data - dichiara la presidente Aisla, Fulvia Massimelli - è il giorno in cui le persone con Sla hanno chiesto al Paese di esserci Da allora quella voce non si è più fermata. L'istituzionalizzazione della Giornata nazionale non segna un punto d'arrivo, ma un nuovo inizio: perché i diritti delle persone con Sla non sono mai una concessione, ma un dovere civile". Una riflessione che assume ancora più forza con l'attuazione del Decreto legislativo 62/2024, il provvedimento che riforma il sistema di accertamento e accompagnamento delle persone con disabilità, ricorda Aisla. "Una svolta importante - rimarca - che riconosce l'unicità del percorso di vita di ciascuno e che garantirebbe una presa in carico personalizzata, coordinata e semplificata, riconoscendo la complessità della malattia e il diritto alla continuità delle cure". 

Aisla invita tutto il Paese a partecipare alla mobilitazione del 18 settembre, a partire dalla serata della vigilia con l'iniziativa 'Coloriamo l'Italia di verde', simbolo di speranza, presenza e solidarietà. Lanciato nel 2018, l'evento ha coinvolto nel 2024 oltre 300 Comuni, accendendo monumenti e palazzi istituzionali da Nord a Sud: Palazzo Madama e Montecitorio a Roma, la Mole Antonelliana di Torino, la Reggia di Caserta, il Teatro Massimo di Palermo, la Lanterna di Genova, la Loggia di Brescia, elenca l'associazione. Tutti i Comuni, gli enti pubblici e privati sono invitati ad aderire, per trasformare la sera del 18 settembre in un abbraccio corale alla comunità Sla. 

Le celebrazioni culmineranno nel fine settimana del 20 e 21 settembre, quando le principali piazze italiane si animeranno con banchetti, testimonianze, momenti di sensibilizzazione e incontro con i volontari Aisla, le persone con Sla e le loro famiglie. Grazie alla tradizionale campagna 'Un contributo versato con gusto', saranno distribuite le bottiglie solidali dell'associazione, divenute simbolo concreto di partecipazione e sostegno alla causa. Sono già oltre 15mila le prenotazioni ricevute, riferisce Aisla. 

L'invito è rivolto a tutti, a unirsi in un abbraccio nazionale: "Accendiamo insieme l'Italia di verde il 18 settembre e scendiamo in piazza il fine settimana del 20-21. La XVIII Giornata nazionale Sla è un'occasione unica per partecipare, contribuire e fare la differenza. Unisciti a noi e uniamo l'Italia intera nella lotta contro la Sla - è l'appello - Perché ogni diritto riconosciuto è una vittoria di tutti. E perché nessuno deve affrontare la Sla da solo". A breve sul sito www.aisla.it verranno comunicate tutte le iniziative locali della prima Giornata nazionale Sla ufficialmente riconosciuta. 

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Scontro tra moto e auto, centauro 69enne muore in ospedale

18 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAIncidente a Cagliari, nella zona di San Bartolomeo...

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Gaza, Siria, Iran: i tre fronti che minacciano Netanyahu secondo Oren

18 Luglio 2025
Michael Oren - Wilson Center

(Adnkronos) - “So, dalle persone che devono autorizzare questi raid, che questa era l’ultima cosa che avrebbero voluto accadesse”. Lo afferma Michael Oren, già ambasciatore israeliano negli Stati Uniti e membro della Knesset, parlando con l’Adnkronos del raid delle Forze di difesa israeliane (Idf) che ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia nella Striscia di Gaza e provocato tre morti. “Più Gaza passa sotto controllo israeliano, più aumenta il rischio che ordigni esplodano dove non dovrebbero”, puntualizza Oren, aggiungendo che la popolazione israeliana è “confusa e turbata” a riguardo. 

L’episodio è solo l’ultima fonte di preoccupazione per il premier Benjamin Netanyahu, alle prese con molteplici fronti esteri e una crisi interna che rischia di far crollare il suo governo in seguito all’uscita di due partiti ultraortodossi. Tutte questioni interconnesse. È possibile che la sua strategia attuale sia quella di arrivare alla pausa estiva della Knesset, che inizierà il 27 luglio e finirà il 19 ottobre, spiega l’ex ambasciatore. Nei tre mesi di sospensione dell’attività parlamentare il primo ministro “può fare molto. Magari un accordo su Gaza che il suo governo finora non avrebbe accettato. Potrebbe anche avviare un processo di pace con l’Arabia Saudita, forse con Libano e Siria, e poi arrivare alle elezioni del 2026 rafforzato”. 

L’ostacolo sono i forti attriti all’interno della coalizione che sostiene Netanyahu, un riflesso delle più ampie divisioni nella società israeliana. I due partiti dimissionari minacciano di far crollare l’esecutivo per non aver dato seguito alla promessa di esentare la popolazione ultraortodossa dalla leva militare obbligatoria. Di contro, sia la popolazione che l’esercito sono “esausti” dopo ventuno mesi di guerra, alle forze Idf servono nuovi effettivi, e l’esecutivo è “malvisto” per non aver ancora agito sull’arruolamento degli studenti della Torah, spiega il diplomatico. Su tutto grava ancora il “terribile dilemma” di Gaza, dove la scelta è tra sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi, “due obiettivi che si escludono a vicenda”. 

“Il governo sostiene, non del tutto a torto, che se si accetta di finirla e ritirarsi da Gaza, Hamas uscirebbe dai tunnel, dichiarerebbe la vittoria, riprenderebbe il controllo, si riorganizzerebbe, e magari tra cinque o dieci anni attaccherebbe di nuovo. Forse si salverebbero 20 ostaggi oggi, ma di certo non tutti. E si rischia di perdere 200, 2000 israeliani in futuro”. I miliziani non restituiranno tutti gli ostaggi per scoraggiare ulteriori attacchi israeliani dopo l’avvenuta liberazione, obiettivo a suo tempo caldeggiato dal governo israeliano, sottolinea Oren. 

Al contempo, "il premier pensa che se il jihadismo vince, se Hamas viene percepita come trionfante, allora anche la Cisgiordania potrebbe esplodere". Il rischio è anche che crolli la possibilità dell'estensione degli Accordi di Abramo per la stabilità regionale, perché "nessun Paese arabo farà pace con uno Stato percepito come debole", aggiunge l’ex ambasciatore. "Ci sarebbero problemi in Europa, anche in Italia”, prosegue, ricordando il rapporto pubblicato di recente dal governo francese secondo cui i Fratelli Musulmani, collegati a Hamas, hanno creato uno Stato nello Stato in Francia: “bisogna riflettere su cosa significherebbe, per il Paese, se Hamas vincesse”. Inoltre Israele dovrebbe scambiare gli ostaggi rimanenti con i prigionieri nella consapevolezza che l’80% di questi torna al terrorismo. “Quindi ci sarebbero conseguenze mortali. Questo dice il governo". 

Nel mentre, ci sono divisioni anche sulla gestione di Gaza stessa, con potenziali impatti sistemici sulla forza militare israeliana, spiega Oren. “Parte del governo vorrebbe costringere la popolazione palestinese a spostarsi nel 25% sud della Striscia, la cosiddetta ‘zona umanitaria’, lasciando il restante 75% a nord, dove poi l’esercito entrerebbe a ‘ripulire’ la zona da Hamas. E magari chi sostiene questo progetto vuole anche ricostruire insediamenti israeliani a nord. Ma l’esercito dice che non si può fare”. Si tratta della “prima volta nella storia del Paese in cui l’esercito dice chiaramente ‘no’ al governo”, avverte, spiegando che un amico nell’Idf gli ha riferito che non può escludere il rifiuto dei soldati di continuare a combattere. “Non so se sono d'accordo con questa affermazione, ma se ne parla. Mai successo". 

In tutto questo, i media israeliani “non coprono in modo significativo le critiche che Israele riceve dal resto del mondo e il crescente isolamento. Su un’ora di telegiornale, quaranta minuti sono dedicati ai caduti. Non vediamo ciò che vede il mondo. Non vediamo molta della sofferenza palestinese. C’è un grande punto cieco qui. E questo vale per i media di sinistra, non solo per quelli di destra”. 

In tutto questo, gli attacchi in Siria “sollevano interrogativi sul motivo per cui Israele, mentre sta combattendo su più fronti, abbia deciso di aprirne uno nuovo, e proprio con un Paese dove i vertici hanno espresso interesse nel mantenere contatti diplomatici aperti”, evidenzia l’ex ambasciatore israeliano. “Detto questo, ci sono motivazioni convincenti per l’azione militare”, a partire dal “patto di sangue” esistente tra la minoranza drusa, al centro di un’ondata di violenza settaria, e israeliani. Anche perché quel legame strettissimo ha a che fare con l’esistenza stessa dello Stato di Israele. 

“Nel 1956 i drusi si offrirono volontari per il servizio militare obbligatorio nelle Idf, una delle sole due comunità non ebree ad averlo fatto, e hanno avuto un ruolo fondamentale nella nostra difesa”, racconta Oren. Poi il legame “si è complicato nel 2018, quando la Knesset ha approvato una legge ha designato Israele come Stato-Nazione del popolo ebraico, ma senza menzionare i drusi. E molti di essi si sono offesi. Quindi il nostro rapporto con loro è radicato, ma anche delicato”. La “famiglia drusa” è rimasta unita al netto dei confini tracciati nel Novecento, e i suoi membri vorrebbero che Israele li proteggesse allo stesso modo in cui protegge gli ebrei minacciati nel mondo. La componente ebraica d’Israele è d’accordo, Netanyahu lo sa, e “qualunque governo israeliano avrebbe agito allo stesso modo”, conclude l’ex ambasciatore. 

Ci sono altri motivi per i bombardamenti Idf in Siria, come lo scetticismo degli israeliani rispetto al fatto che il presidente ad interim Ahmed Al Sharaa possieda l’autorità di stipulare un accordo con Israele, e se sarà ancora al potere fra un anno. La Siria è frammentata, ospita una moltitudine di minoranze etniche e religiose, e fin dall’indipendenza “è stato tenuto insieme da una forma di potere centrale e brutale”. L’esempio per eccellenza è la dinastia dell’ultimo dittatore siriano, Bashar al-Assad, rovesciato da al-Sharaa lo scorso dicembre e responsabile della morte di migliaia dei propri cittadini. E “non è chiaro” se il presidente ad interim, che ha sempre combattuto la minoranza alawita e ora si trova in conflitto con quella drusa, abbia una presa solida sul Paese. 

Da questi segnali di instabilità, uniti alle prove riguardo la presenza di armi non contabilizzate, incluse armi chimiche, nel Paese, deriva il timore israeliano che il governo siriano possa crollare e che la zona cuscinetto nel sud della Siria torni ad essere una minaccia. Quella zona smilitarizzata e sotto controllo Onu, rioccupata temporaneamente da Israele dopo la destituzione di Assad, fu creata come parte di un accordo di cessate il fuoco dopo la guerra del Yom Kippur, promosso da Henry Kissinger e firmato da Hafez al Assad, padre e predecessore di Bashar. La paura di Israele, dunque, è che il governo attuale non lo rispetti e non lo onori, spiega Oren. 

Su questo scenario intricato si staglia la presenza dell’Iran, finanziatore di ultima istanza di Hamas, Hezbollah, gli Houthi e altre formazioni che minacciano l’esistenza stessa di Israele, nonché oggetto di una campagna di bombardamenti israeliani lo scorso giugno, a cui gli Stati Uniti hanno dato manforte. “Dal punto di vista militare si può parlare di vittoria. Ma strategicamente siamo lontani da ciò, perché gli iraniani non pensano di essere stati sconfitti”, puntualizza l’ex ambasciatore. Stando al regime l’Iran non si è arreso a Israele e agli Usa, “anzi, sono stati gli americani a voler cedere e fare pressioni sugli israeliani affinché si arrendessero”. 

Il leader supremo Ali Khamenei ha scritto in un post che l’Iran ha vinto la guerra affrontando la più grande superpotenza del mondo, “ed è proprio ciò che non volevo si verificasse. Quindi, la domanda è: lo credono davvero o è solo retorica? C’è la possibilità che ci credano davvero”. Nel mentre, prosegue Oren, “nessuno conosce davvero i termini del cessate il fuoco in vigore. Se dovessero ricominciare a ricostruire Fordow”, centro fondamentale per il programma nucleare iraniano, “è previsto qualcosa a riguardo? Se no, cosa dovrebbe fare Israele? E cosa sono disposti a fare gli Stati Uniti? Ci sono moltissime domande. E credo che l’Iran sia in una posizione tale da potersi riprendere”. 

L’obiettivo è riavviare i negoziati per un accordo che imbrigli il programma nucleare iraniano, ambito in cui l’Ue ha un ruolo “estremamente importante”. A ottobre decorre il decennale JCPoA, l’accordo nucleare partito nel 2015 e da cui gli Usa si sono sfilati durante il primo mandato di Donald Trump, mossa che Oren condanna. Ora gli europei, che ne fanno ancora parte, devono accordarsi sul sanzionare l’Iran in merito al mancato rispetto del Trattato di non proliferazione (certificato a giugno dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica), per poi mettere pressione al regime allo scopo di convincerlo ad accettare ispezioni nei centri di sviluppo nucleare e rivelare la posizione delle scorte di uranio altamente arricchito. Anche se, stando al diplomatico, “l’unica cosa che potrebbe indurre il governo iraniano a riprendere i negoziati sarebbe il timore di una rivolta interna”. 

Si tratta di una possibilità su cui le valutazioni del mondo esterno, Israele incluso, sono “sempre state troppo ottimistiche”. Lo stesso Netanyahu prevedeva che il regime iraniano sarebbe collassato al termine della campagna militare, spiega Oren, citando fonti con conoscenza diretta del pensiero del premier. Questo è un riflesso di una debolezza più strutturale del Paese e dei suoi apparati di intelligence: “Israele è molto bravo a sapere dove un obiettivo pranzerà il martedì e dove cenerà il mercoledì, dove vengono tenute le armi. Siamo bravi a piazzare microspie e cercapersone. Ma siamo meno bravi nell’anticipare le tendenze a lungo termine… molto bravi nel pensiero tattico, ma non quello strategico”. 

“L’Iran è un caso classico in cui sapevamo tantissimo su dove dormisse ognuno degli obiettivi. Abbiamo eliminato 30 leader”, evidenzia l’ex ambasciatore. Per quanto riguarda la prospettiva di lungo periodo, tra gli esperti c’era la “sensazione generale” che dopo le bombe la popolazione sarebbe insorta. “In realtà è successo il contrario: la popolazione si è stretta attorno al regime”. (di Otto Lanzavecchia). 

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Los Angeles, esplosione in centro addestramento polizia: almeno tre morti

18 Luglio 2025
Auto della Polizia - (Ipa)

(Adnkronos) - Almeno tre persone sono rimaste uccise in un’esplosione avvenuta al Biscailuz Training Center dello sceriffo della contea di Los Angeles, secondo fonti delle forze dell’ordine. La deflagrazione è avvenuta intorno alle 7:30 di mattina (16.30 italiane) presso la struttura situata su Eastern Avenue, sede del reparto speciale d’intervento e dell’unità artificieri.  

Le autorità hanno avviato un’indagine per chiarire la causa dell’incidente, che al momento resta sconosciuta. Secondo quanto riferito al Los Angeles Times, l’esplosione si sarebbe verificata mentre la squadra artificieri stava spostando degli esplosivi. 

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Noa Lang e Geolier, feat in arrivo? L'incontro allo Stadio Maradona fa sognare i tifosi

18 Luglio 2025
Noa Lang e Geolier - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Un incontro, quello tra Noa Lang e Geolier, che fa sognare i tifosi del Napoli, e non solo... Il calciatore olandese, nuovo acquisto degli azzurri, ha incontrato il rapper napoletano durante il suo primo shooting ufficiale con la maglia partenopea.  

Un momento condiviso proprio da Geolier, pseudonimo di Emanuele Palumbo, che sui social ha postato immagini dell’incontro: i due appaiono in sintonia, mentre si scambiano un abbraccio e forse anche... i contatti telefonici. 

C’è, infatti, chi sogna un featuring tra il rapper napoletano e ‘Noano’, nome d’arte dello stesso Lang. Un’ipotesi non totalmente assurda: l’attaccante olandese vanta infatti un passato musicale, con brani come 'Damage' e 'Waka' che hanno superato i 20 milioni di streaming. Napoli si prepara ad applaudire Noa Lang in campo... e forse anche in studio. 

Noa Lang è un esterno offensivo di 26 anni, classe 1999. Nato in Olanda a Capelle aan den IJssel da madre olandese e padre del Suriname, entrambi ex calciatori, che lo avvicinano al pallone fin da piccolo. Entra nel vivaio del Feyenoord per poi trasferirsi in quello dell'Ajax, squadra di cui è da sempre tifoso e con cui fa l'esordio nel calcio professionistico. Nel 2020 i lancieri lo girano in prestito al Twente prima di cederlo in Belgio al Bruges, che lo acquista prima in prestito e poi a titolo definitivo per circa 6 milioni di euro. 

Qui Lang esplode fino ad attirare le attenzioni del Psv Eindhoven, che lo riporta in Olanda nell'estate 2023 pagando circa 13 milioni di euro. Nell'ultima stagione Noa ha siglato 14 gol e 12 assist in 44 presenze tra campionato, Champions League (in cui ha messo a segno 2 reti e altrettanti passaggi vincenti) e coppe nazionali. Nel 2021 ha festeggiato la sua prima convocazione con la Nazionale olandese, con cui fin qui ha collezionato 14 presenze e tre gol. 

Leggi tutto: Noa Lang e Geolier, feat in arrivo? L'incontro allo Stadio Maradona fa sognare i tifosi

Estate, i consigli dei neurologi per la salute del cervello in vacanza

18 Luglio 2025
Estate, i consigli dei neurologi per la salute del cervello in vacanza

(Adnkronos) - "Il cervello non si ferma mai, nemmeno in ferie. Proteggerlo anche d'estate è fondamentale". E' l'invito della Sin, Società italiana di neurologia, che detta 5 consigli per la salute cerebrale in vacanza in occasione della Giornata nazionale della neurologia e della Giornata mondiale del cervello. Ricorrenze in calendario il 22 luglio.  

Il vademecum della Sin si inserisce nel quadro più ampio della Strategia italiana per la salute del cervello 2024-2031, ispirata al principio 'One Brain, One Health', che riconosce la relazione tra salute cerebrale, salute mentale, ambiente e società. "Riteniamo che le malattie del cervello abbiano lo stesso diritto di protezione e cura lungo tutto l'arco della vita, in ogni contesto e stagione - afferma Alessandro Padovani, presidente della Sin - E questo a prescindere che si tratti di patologie neurologiche o psichiatriche, croniche o acute, nei bambini così come negli anziani. Perché la salute del cervello è connessa alla salute nella sua accezione più ampia - che include le persone, le comunità, gli animali, l'ambiente - e proprio per questo che deve essere difeso e sostenuto durante le vacanze. Anche nei momenti di relax, è fondamentale proteggere questo organo da fattori di rischio spesso sottovalutati, come stress, disidratazione, isolamento sociale o eccessi alimentari". 

Regola 1, dunque: "Idratazione e alimentazione neuroprotettiva. Seguire una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali, pesce azzurro e grassi insaturi, come l'olio d'oliva. Evitare eccessi di alcol e cibi ultra-processati, evitando pasti abbondanti soprattutto la sera tardi. L'idratazione è cruciale per il metabolismo cerebrale e la termoregolazione, così come una dieta a basso contenuto di zuccheri e grassi animali riduce la neuroinfiammazione", spiega la Sin. Consiglio numero 2: "Sonno regolare e di qualità. Il sonno è un processo attivo di rigenerazione neuronale. Anche in vacanza, mantenere una routine regolare e dormire almeno 7-8 ore per notte favorisce il benessere neuronale, la memoria, la plasticità sinaptica e la stabilità emotiva. Uno studio pubblicato nel 2024 dall'University College London - ricordano i neurologi - ha evidenziato che il sonno profondo, in particolare quello a onde lente, migliora la memoria episodica e la velocità psicomotoria già dal giorno successivo". Comandamento 3: "Attività fisica quotidiana. Camminate, nuoto o escursioni stimolano la neurogenesi e migliorano il flusso sanguigno cerebrale. L'attività aerobica è associata a una riduzione del rischio di demenza e depressione. Attività aerobiche come camminare, nuotare o andare in bicicletta, praticate anche solo 30 minuti al giorno, sono associate a una riduzione del rischio di decadimento cognitivo fino al 30%. Inoltre, una sola sessione di esercizio può migliorare le funzioni cognitive e l'umore per oltre 24 ore". 

Regola 4 salva-cervello d'estate: "Stimolazione cognitiva e relazioni sociali. Leggere, giocare, conversare, esplorare nuovi luoghi o imparare qualcosa di nuovo - sottolinea la Sin - sono attività che rafforzano la riserva cognitiva e la plasticità neuronale. Le interazioni sociali, inoltre, sono importanti per la salute mentale e la salute del cervello proteggendo da depressione e declino cognitivo. La stimolazione mentale regolare e le relazioni sociali attive rafforzano la riserva cognitiva, riducendo il rischio di Alzheimer e altre demenze". Infine, invito numero 5: "Gestione dello stress e protezione dai traumi. Tecniche di rilassamento come mindfulness, respirazione profonda aiutano a regolare il cortisolo, ormone dello stress. In vacanza, attenzione anche alla sicurezza: proteggere il capo durante attività sportive e prevenire cadute è essenziale. Nel 2024 oltre 16 milioni di italiani hanno riportato disturbi psicologici di media o grave entità, con un aumento del 6% rispetto al 2022", evidenziano i neurologi. "La prevenzione dello stress è quindi una priorità anche in vacanza. Evitate luoghi troppo affollati e soprattutto non mettetevi in viaggio nei giorni di maggiore traffico". 

Secondo un recente studio pubblicato su 'The Lancet Neurology' con il contributo dell'Organizzazione mondiale della sanità, circa 3,4 miliardi di persone nel mondo - pari al 43% della popolazione globale - convivono con una condizione neurologica, tra cui ictus, demenza, epilessia, emicrania cronica e neuropatie. In Italia oltre il 10% delle famiglie ha almeno un componente affetto da una malattia mentale o una malattia neurologica, con un costo sociale stimato in 87 miliardi di euro l'anno. "Questi numeri rendono evidente la necessità di promuovere la prevenzione e la salute del cervello anche nei periodi di apparente benessere, come le vacanze estive", rimarca la Sin in una nota.  

I consigli per il cervello in vacanza - si legge - si inseriscono in un più ampio impegno della Sin per promuovere una cultura della prevenzione neurologica, in linea con gli obiettivi dell'Oms e dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile. "In occasione della Giornata nazionale della neurologia - evidenzia Padovani - abbiamo anche lanciato un'iniziativa nazionale per promuovere un'evoluzione dei sistemi sanitari locali, con l'obiettivo di rispondere in modo più efficace ai bisogni dei pazienti neurologici. Abbiamo elaborato raccomandazioni condivise per ripensare l'assistenza neurologica in Italia, superando l'attuale modello ospedalocentrico e puntando su un approccio territoriale integrato. Questo permetterà di garantire cure appropriate, nel contesto giusto e al momento giusto - anche durante le vacanze, quando i riferimenti abituali spesso mancano - sostenendo la medicina generale e alleggerendo al contempo il carico sulle strutture specialistiche".  

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