Dati in peggioramento in Sardegna, i contagi da Covid-19
aumentano e, purtroppo, anche i decessi. A Radio Casteddu,
l’epidemiologo Giovanni Sotgiu: “I numeri sono molto preoccupanti,
purtroppo l’ascesa che abbiamo visto nelle altre regioni italiane,
adesso, la vediamo anche nella nostra regione. In queste settimane
la variante inglese si è diffusa, per cui il numero dei casi è
aumentato e alcuni paesi, che hanno superato la decina, sono
entrati in zona rossa. La caratteristica, già nota a livello
internazionale e nazionale, della variante inglese è che nel
momento in cui inizia a prendere piede, in breve tempo si nota
un incremento dei numeri. Le fasce, zona rossa e arancione,
limitano la possibilità di contatti e, limitando la possibilità di
aggregazioni e di assembramenti a livello sociale, possono evitare
una serie di problemi. Ho visto dei video girati durante la zona
bianca che mi hanno particolarmente colpito, ossia giovani che si
incontravano a cantare e bere senza la mascherina: manca un senso
di responsabilità sociale e a pagarne le conseguenze sono le
persone più vulnerabile, quindi i più anziani e quelli che hanno le
patologie. Le fasce ci hanno aiutato ad evitare, in determinate
situazione, di arrivare ad un disastro totale come per esempio sta
accadendo in Brasile”.“È chiaro che adesso e nei prossimi giorni
vedremo un aumento di contagi e ricoveri. Io faccio un ragionamento
non personale ma basato sui numeri: è importante dare delle
indicazioni e delle analisi della realtà che siano basate su
elementi sostanziali. Dal mio punto di vista, nel momento in cui
parlo da medico, porto quella che è l’evidenza scientifica sul
tavolo. Il coronavirus ha maggiore resistenza, il vantaggio legato
alla stagione calda è dato principalmente dalle interazioni
sociali, dal fatto che c’è distanza e si tende a stare più
frequentemente all’aperto e meno frequentemente al chiuso. È chiaro
che ci possono essere ambienti che possono, però, favorire il
contagio come avvenuto l’estate scorsa, dove si creano
assembramenti e scoppiano i focolai. Da un punto di vista del
risultato e dell’evoluzione epidemica, ciò che conta è il contatto:
in estate si riduce la probabilità del contagio che abbiamo invece
durante l’inverno, dove ci sono le attività lavorative e più
frequentemente si tende a stare a casa. La vaccinazione
risulta essere cruciale perché nel momento in cui il numero dei
vaccinati, soprattutto dei soggetti fragili, che corrono il rischio
di sviluppare la malattia, tende ad aumentare vedremo minori
conseguenze da un punto di vista clinico, quindi minori ricoveri in
terapia intensiva e minori decessi”.Risentite qui l’intervista a
Giovanni Sotgiu del direttore Jacopo Norfo e di Paolo
Rapeanu
https://www.facebook.com/castedduonline/videos/940350173441708/e
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