Qualche parola biascicata, lacrime, lunghi silenzi, totale mutismo al momento di ricostruire nel dettaglio l’orrore dell’omicidio di sua figlia Chiara Carta, che lei ha ammazzato a coltellate a 13 anni tenendola bloccata al collo con il cavetto per la ricarica del cellulare. Oggi nel carcere di Uta si è tenuto l’interrogatorio di garanzia per Monica Vinci, 52 anni, visto che il tentativo precedente era andato a vuoto a causa delle sue condizioni psicofisiche.
Affiancata dal suo avvocato Gianluca Aste, ha risposto alle domande della giudice per le indagini preliminari Federica Fulgheri e del sostituto procuratore Valerio Bagattini, collegati in videoconferenza. Al momento di entrare nel dettaglio dell’omicidio, la donna si è rifiutata di proseguire, ha iniziato a piangere e non è stato più possibile continuare a interrogarla. Quasi certamente sarà sottoposta a una perizia psichiatrica: il suo avvocato sta valutando come procedere.
Tre giorni fa Chiara avrebbe compiuto 14 anni, e proprio questo viene considerato il movente più credibile, perché la ragazzina pare fosse intenzionata ad an dare a vivere col padre, scelta possibile proprio al compimento del quattordicesimo anno d’età.