(ANSA) - PORTOSCUSO, 31 GEN - Dai primi di dicembre la fonderia
della Sider Alloys di Portovesme, nel Sulcis, ha iniziato a
sfornare placche in alluminio: una produzione che ora si sta
assestando sui 2-3mila tonnellate al mese, ma la sua capacità
aumenterà sino a circa 200mila tonnellate anno, nel 2024.
Nel contempo va avanti il processo di revamping
delle 328 celle elettrolitiche dello smelter, vero cuore
dell'impianto del sud ovest della Sardegna, che tra la fine del
2023 e l'inizio del 2024 inizierà a produrre l'alluminio
liquido.
Ma non solo. Sempre dal 2024, la Sider Alloys
potrà contare su un nuovo impianto, già arrivato in stabilimento ma
non ancora montato perché bisognerà costruire un altro capannone.
Da qui verrà fuori un prodotto sempre più richiesto dal mercato
elettrico, si tratta della vergella di leghe di alluminio,
utilizzato per realizzare i cavi elettrici per gli elettrodotti o
linee elettriche di alta tensione.
Nel frattempo la fonderia per incrementare la
produzione, dopo le placche per il mercato della laminazione
(lastre o foil che serviranno per esempio a produrre vaschette
alimentari in alluminio), potrà sfornare tra qualche mese - entro
la fine dell'estate - billette per l'estrusione (profili di
serramenti in alluminio, telati per per il settore automotive) ,
all'inizio del 2024 anche lingotti, anche questi utilizzati
nell'industria dell'automotive (cerchi in lega, parti di motori,
ecc.). In questo caso verrà utilizzato anche l'alluminio liquido
prodotto dallo smelter che, appunto, dovrebbe riprendere a lavorare
con le prime celle entro la fine del 2023.
Un anno, questo caratterizzato, sinora, da un
prezzo dell'alluminio che sembra si sia stabilizzato dopo gli alti
e bassi del 2022: oggi sul mercato questo metallo viene quotato
poco sopra i 2mila dollari a tonnellata.
Intanto nella fabbrica del Sulcis stanno già
lavorando 106 operai diretti, 224 con gli indiretti delle ditte
esterne.
(ANSA).