Si fanno sempre più chiari i contorni della tragica vicenda che ha portato alla morte di Filippo Vidili, il cavaliere della Sartiglia ucciso durante una battuta di caccia a Sedilo venerdì scorso. L’autopsia effettuata all’ospedale Brotzu di Cagliari dal medico legale Roberto Demontis ha fornito nuovi elementi sull’accaduto. Secondo quanto emerso, un unico colpo di fucile, diretto al basso ventre, sarebbe stato fatale per Vidili. La potenza del proiettile e l’ampiezza della ferita suggeriscono che lo sparo sia avvenuto a una distanza compresa tra i 40 e i 60 metri.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Oristano e affidate al pubblico ministero Silvia Mascia, si concentrano ora sugli accertamenti balistici. Gli esperti dovranno confrontare il proiettile estratto dal corpo della vittima con quelli rinvenuti nella zona dell’incidente e con le armi utilizzate dai cacciatori presenti.

Marco Solinas, fratello dell’ex presidente della Regione Sardegna Christian, è attualmente indagato per omicidio colposo. Solinas, che era presente alla battuta di caccia, ha fornito la propria versione dei fatti agli inquirenti, che cercheranno ora di appurare se vi siano elementi per configurare una responsabilità diretta o indiretta nell’accaduto.

Filippo Vidili si trovava con un amico per l’apertura della stagione di caccia grossa. Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura della Repubblica di Oristano, Vidili si era appostato in attesa dell’arrivo di un cinghiale. In quei momenti concitati, l’animale sarebbe passato velocemente nei pressi del gruppo di cacciatori, scatenando una tragica catena di eventi. Dalle ricostruzioni fornite dagli inquirenti, sembra che un altro cacciatore, allertato da rumori nella vegetazione, abbia premuto il grilletto convinto di trovarsi di fronte una preda. Sarebbero stati esplosi tre colpi: uno ha mancato il bersaglio, colpendo una roccia, mentre un altro ha centrato Vidili, ferendolo gravemente al basso ventre. Nonostante gli sforzi immediati per rianimarlo, durati quasi un’ora, le ferite riportate si sono rivelate troppo gravi per permettere un intervento tempestivo e salvavita.