La Regione la Saras. Gli
esponenti del centro sinistra, primo firmatario Piero Comandini,
esponente del Pd in Consiglio Regionale, chiedono, al
Presidente Solinas, un impegno forte e decisivo per aprire un
tavolo di confronto, con il gruppo Saras, con tutte le parti
sociali interessate e i comuni dell’area industriale, affinché si
trovino le soluzioni a sostegno dell’azienda attraverso accordi di
programma che siano d’aiuto per un rilancio del gruppo industriale
e a garantire il massimo impegno per favorire le condizioni di una
ripresa della piena attività del Gruppo SARAS al fine di
salvaguardare i posti di lavoro sia diretti che indiretti così da
scongiurare la perdita di un ulteriore parte del tessuto economico
sardo, già fortemente provato.
I mesi in cui si è diffusa
l’epidemia da Covid-19 ed il conseguente lockdown hanno determinato
una drastica riduzione dei consumi di prodotti petroliferi e la
sospensione dell’attività di molte fabbriche e impianti di
raffinazione, la mancata ripresa dei consumi inizialmente prevista
a partire dalla seconda metà del 2020, anche a causa della
recrudescenza dell’epidemia, ha determinato una situazione di crisi
che ha portato la Società a intraprendere delle scelte per il
contenimento dei costi in questa fase transitoria, su tre
direttrici: – una riduzione drastica degli investimenti per l’anno
2021; – una riduzione delle manutenzioni, confermando però la
scelta del mantenimento di tutti gli impianti in marcia in
previsione di una ripresa dei consumi dal 2021; – un contenimento
del costo del lavoro con l’avvio di una cassa di integrazione
parziale distribuita tra tutti i dipendenti del
Gruppo.
Il Gruppo Saras ha comunicato di
aver firmato, con le Organizzazioni Sindacali Territoriali e i
componenti della RSU, l’accordo per l’avvio della Cassa
Integrazione Guadagni Ordinaria parziale, che interesserà circa
1500 lavoratori impiegati all’interno della raffineria, ma si avrà
anche una ricaduta su tutti i dipendenti dell’indotto, per far
fronte alle conseguenze generate dal perdurare dell’emergenza
pandemica in corso, con effetto dal 26 ottobre 2020, per un periodo
stimato fino al 30 giugno 2021.
“E’ chiaro che,” prosegue
l’esponente DEM, “l’eventualità di un possibile blocco degli
impianti, la riduzione se non l’annullamento del coinvolgimento
dell’indotto, causato dalla crisi in itinere della SARAS, genererà
un disastro sul tessuto economico locale, il Gruppo SARAS S.p.A.
riversa su tutto il territorio interessato un impatto economico,
sociale e ambientale non indifferente registrando ricavi al 31
dicembre 2019 pari a 95 milioni di euro, e investimenti per circa
345 milioni di euro, impegnando una forza lavoro di 1750 dipendenti
di cui 1500 circa nel sito di Sarroch.
Anche se in quest’ultimo
periodo, il Gruppo Saras ha continuato le proprie attività, incluse
quelle di manutenzione straordinaria programmate per gran parte
degli impianti, e l’attività nell’area industriale è proseguita in
modo organizzato con atteggiamenti responsabili da parte
dell’azienda, delle imprese dell’indotto e, in particolare, dei
lavoratori, ha dovuto, suo malgrado, far ricorso alla Cassa
Integrazione Guadagni Ordinaria fino al prossimo giugno
2021.
L’esponente del PD sottolinea
ancora una volta che il territorio ospita il Gruppo
SARAS dagli anni 60 e, in questi anni l’azienda, ha
contribuito alla crescita sociale ed economica del territorio
assicurando importanti livelli occupazionali che, se
in questo difficile momento di crisi economica che stiamo vivendo,
dovessero essere disattesi, sarebbe un evento gravissimo per il
tessuto socio-economico locali, e auspica che sia il
Presidente dell’esecutivo che l’assessore all’industria
intervengano in maniera incisiva ed efficace sulle iniziative da
mettere in essere per sostenere le attività del Gruppo SARAS S.p.A.
e di tutto l’indotto che grava nell’area industriale di
Macchiareddu”.
L'articolo Sarroch, “La Regione aiuti la Saras: a rischio mille e 500 posti di lavoro” proviene da Casteddu On line.
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