Dopo il grande successo della sagra del carciofo che, oltre a esporre le prelibatezze culinarie, ha aperto i portoni delle antiche abitazioni realizzate con fango e paglia, il Comune guarda avanti e lancia la sfida: “Un invito speciale è al recupero delle nostre case in terra cruda. Non lasciamole in abbandono, diamogli una nuova veste e rendiamole produttive.”Samassi è la sua terra”.

Un progetto interessante che racchiude immense opportunità. Con la sagra del carciofo “è stato fantastico immergerci in un mare di persone, di odori, di impressioni che ci hanno fatto sentire un unico cuore, capaci di creare insieme una festa di esperienze e di emozioni. Per questo grazie a tutti. È stata davvero una festa” comunica l’istituzione guidata dalla sindaca Maria Beatrice Muscas.

“Ma solo la festa non deve bastarci più. Deve essere solo l’inizio di un processo di riconoscimento identitario che dia corso a uno sviluppo economico importante per l’intero paese, che ci distingua con un unico marchio. Su questo dobbiamo scommettere e su questo, insieme, dobbiamo lavorare. Ridiamo importanza alla nostra terra, perché di terra noi viviamo… la terra che si coltiva e la terra che si abita.

Un invito speciale è al recupero delle nostre case in terra cruda. Non lasciamole in abbandono, diamogli una nuova veste e rendiamole produttive. A Samassi mancano le strutture ricettive e quanto sarebbero state utili nei giorni scorsi.

Recuperare le vecchie case significa saper guardare al futuro con i materiali del passato. Non possiamo fermarci a illustrare cosa siamo stati ma dobbiamo dimostrare che ciò che abbiamo fatto nel passato è ancora attuale ed è utile anche per il futuro. L’utilizzo di materiali naturali come terra, paglia e legno sono la base per edificare costruzioni ecosostenibili, divenute necessari per la salvaguardia dell’ambiente e del futuro delle nuove generazioni”.

Samassi, quindi, potrebbe tornare alla sua originaria identità, facendosi promotrice di iniziative virtuose tese al recupero della sua storia e della sua tradizione. 

“Forse è arrivata l’ora di promuovere un progetto pilota di recupero di una casa in terra, da offrire al mercato immobiliare come una buona pratica di bioedilizia, con la quale si codificano i risultati di esperienze, procedure e azioni tese a salvaguardare il cuore della nostra unicità.

L’Amministrazione Comunale e l’Associazione Città della Terra Cruda sono disponibili a intavolare processi di consulenza finalizzati al recupero di vecchi edifici con criteri compatibili con la bioedilizia e con le maestranze storiche della nostra tradizione”.

Fonte: Casteddu on line

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