La foto della squadra di governo di Mario Draghi, composta da 15 ministri e da otto ministre, fa pensare che la politica continua ad essere un sostantivo femminile declinato al maschile. A cosa sono serviti i discorsi, le manifestazioni, le enunciazioni di principio, le Giornate dedicate alla Donna con la d maiuscola? A cosa serve la forza delle donne di tutte le età che da sempre studiano e si danno da fare il doppio degli uomini per dimostrare il proprio valore se poi, alla prova dei fatti, la politica dimostra che quando c’è da gestire il potere la realtà è fatta di disparità di genere? Insomma, che non è cambiato niente.
Cari politici, a cosa serve chiedere il consenso delle “ragazze”
di tutte le età, parlare la loro lingua, promettere parità e
rispetto, se poi basta una foto per dimostrare loro che la realtà è
un’altra? Questo dicono i numeri della presenza femminile nel
Governo: otto ministre, quindici ministri. Di questo gruppo fanno
parte le tre scelte dal presidente del Consiglio per le loro
competenze. Cinque invece le ministre indicate dai partiti.
In sostanza, fatta eccezione per Forza Italia che ha rimesso in
pista Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, tutti i partiti e i
movimenti della grande coalizione che sostiene Draghi sono stati
capaci di puntare su tre donne tra le tantissime che invece
esistono, valgono, meritano.
Fa impressione che nessun nome femminile sia stato indicato dal Pd
e da Leu, che hanno fatto del linguaggio e della parità di genere
una bandiera che oggi ha il retrogusto amaro della manipolazione.
Cosa dovrebbero pensare le ragazze italiane? Che “lezione” politica
dovrebbero trarre? Otto ministre, un terzo della squadra di
Governo, ma di queste solo tre a capo di ministeri di peso e di
sostanza: Interni, Giustizia, Università, affidati a super tecniche
che non c’entrano niente con i partiti. Sono la prefetta Luciana
Lamorgese, la giurista Marta Cartabia, la rettrice Maria Cristina
Messa. Donne che sono arrivate dove sono arrivate con le proprie
forze e che confermano la capacità femminile di affermarsi negli
studi e di maturare competenze allo stesso modo (e più) degli
uomini.
Davanti a questo desolante scenario le ragazze dovrebbero
concludere che tutti i discorsi sulla parità di genere sono poca
cosa alla prova dei fatti. Dovrebbero sentirsi deluse e arrabbiate
di fronte a una società dove le donne fanno tante cose meglio
dell’altro sesso, ma contrariamente all’altro sesso devono faticare
molto di più per affermarsi in tutti i campi che non siano quello
della famiglia. Facendo anche tante rinunce nella vita privata,
sentendosi in colpa e costantemente inadeguate. Il gioco di specchi
sociali è il sovrapprezzo del successo femminile. Bilancio che gli
uomini non sono chiamati a fare, anche se sono (fortunatamente)
sempre più numerosi quelli che li fanno. Però la politica aveva
cominciato a far credere alle donne, soprattutto alle ragazze, che
le barriere fossero state abbattute.
Invece non è vero. Quando arriva il momento di attribuire gli
incarichi che contano, di assegnare le leve del potere, sui piatti
della bilancia non c’è storia: il peso delle donne è sempre
inferiore rispetto a quello degli uomini. A parte le super tecniche
che come in questo caso non sono state “portate” dai partiti, le
candidate ricevono in genere incarichi meno prestigiosi, non di
primo piano.
Adesso speriamo che – pur se sprovviste di portafoglio – Erika
Stefani, Elena Bonetti e Fabiana Dadone facciano bene e con
passione il loro lavoro di ministre della Disabilità, delle Pari
opportunità e delle Politiche giovanili. Speriamo che queste donne
dimostrino alle ragazze che le osservano che questi temi _ la
parità di genere, i diritti dei più fragili e quelli delle
generazioni che prenderanno in mano l’Italia del futuro _ non sono
enunciazioni di principio come la formazione di questo governo
sembra dimostrare. Ancora una volta.
Le feste e le Giornate dedicate alla donna e alle sue eccellenze
perdono senso e rischiano di macchiarsi di ipocrisia se non sono
accompagnate dai fatti e dai risultati. Le ragazze ci credono e
devono continuare a farlo. Però mettiamole nelle condizioni di
realizzare i loro progetti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
- SARDA NEWS -
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DI OGGI
Ultime notizie in Sardegna
Leggi tutte le notizie del giorno in Sardegna
Leggi tutte le Offerte di Lavoro in Sardegna
Sarda News non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità nei suoi contenuti originali. *La responsabilità del contenuto degli articoli importati dai feed rss è totalmente a carico della reale fonte dell'informazione indicata al termine di ogni notizia.
Sardanews.it - portale web informativo, non gode di finanziamenti pubblici, non chiede registrazioni personali agli utenti, totalmente gratuito, autofinanziato e sostenuto dai banner pubblicitari che compaiono tra le notizie. Se vuoi sostenerci ti ringraziamo per la fiducia e ti invitiamo a disabilitare eventuali adblock attivi sul tuo browser. Per informazioni e segnalazioni scrivi al nostro indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.