Era in attesa di un trapianto di cuore il giovanissimo Mattia Marchioro, di soli 15 anni, morto ieri all’ospedale di Verona. Un calvario iniziato lo scorso 31 maggio, quando Mattia è stato ricoverato. Tutto lo strazio della perdita e di questi giorni terribili lo racconta la mamma, Sanda Bajivic. «È successo tutto all’improvviso, devo ancora rendermi conto che Mattia non c’è più», ha detto al Giornale di Vicenza dopo la tragedia. 

«Mercoledì della settimana scorsa Mattia era andato in palestra come sempre – ha spiegato  – Era poi rientrato a casa e dopo essersi cambiato aveva deciso di andare a salutare la nonna. È partito in bici, come sempre, ma ad un certo punto lungo il tragitto si è sentito male».

Ad intervenire è stato un amico di famiglia, che ha subito capito la gravità della situazione allertando i soccorsi. All’ospedale di Santorso hanno subito compreso la gravità delle condizioni di Mattia e che aveva bisogno di un trapianto di cuore , predisponendo subito il trasferimento a Verona.

«Si è così scoperto che Mattia soffriva di una doppia patologia al cuore: la cardiomiopatia ipertrofica e un’anomalia coronarica – ha spiegato attonita la madre- un cocktail che si è rivelato micidiale. E pensare che mio figlio era un ragazzo sportivo e si sottoponeva ogni anno alle visite di routine. Non ha mai manifestato alcun sintomo che ci potesse mettere in allarme. Hanno davvero tentato di tutto ma il cuore di Mattia era praticamente morto – ha spiegato Sanda Bajivic -. Ad un certo punto hanno iniziato a collassare gli organi, prima i reni e poi i polmoni, tanto da rendere necessari diversi interventi che purtroppo si sono rivelati inutili. Quando sono riusciti a trasferirlo a Verona avevamo in cuor nostro la speranza che ce la potesse fare. La verità è che quando martedì mattina io e mio marito abbiamo visto il suo corpo martoriato ci siamo subito resi conto che la situazione era disperata. Abbiamo pregato tanto ma non c’era più nulla da fare: gli siamo rimasti accanto e abbiamo aspettato con lui la fine delle sue sofferenze. Mattia è volato in cielo a mezzogiorno, esattamente una settimana dopo il suo malore: ora è il nostro angelo», le dichiarazioni rilasciate sempre al Giornale di Vicenza. 

Un dolore infinito e senza una ragione che i familiari non riescono ad affrontare: «Non riusciamo ancora a farcene una ragione, è un dolore immenso . In questa tragedia ci è di grande consolazione la vicinanza e l’affetto che stiamo ricevendo dalla comunità, dagli amici e dalla scuola. Mattia era un ragazzo splendido che sapeva farsi volere bene, era brillante, altruista, uno studente modello a cui tutti i professori si erano affezionati, così come i compagni di classe. Aveva grandi sogni, come tutti i ragazzi di questa età, era innamorato dell’informatica e voleva trasformare questa passione in un lavoro». 

Mattia, oltre ai suoi genitori S’andrà e Roberto lascia una sorella gemella, Marta.

Fonte: Casteddu on line

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