
La semi giravolta di Conte sul Mes, scontro nel governo: “Ho detto che è inadeguato, ma valuteremo poi se attivarlo”. Appena quattro giorni fa aveva sbeffeggiato Salvini e Meloni affermando che non avrebbe mai attivato il Mes, ora Conte dopo le pressioni del Pd è di colpo possibilista: “Dopo l’ok al Mes, valuteremo se conviene all’Italia”. Poi il premier Conte con un lungo post su Fb ha ulteriormente chiarito la sua posizione, ormai a metà strada tra il sì del Pd e il no del M5S: “Sul Mes sta lievitando un dibattito che rischia di dividere l’intera Italia secondo opposte tifoserie e rigide contrapposizioni. La mia posizione è stata molto chiara sin dall’inizio. Ad alcuni miei omologhi che, a fronte di questa emergenza, hanno pensato di affidare al Mes la risposta europea ho replicato: il Mes è un meccanismo inadeguato e anche insufficiente per reagire a questa sfida epocale. Ha un regolamento pensato per shock asimmetrici e per reagire a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi. Adesso, invece, siamo di fronte al più grave shock economico affrontato dal dopoguerra ad oggi, che compromette fortemente il tessuto socio-economico europeo. Occorre una risposta forte, unitaria, tempestiva.
Insieme ad altri otto Paesi Membri abbiamo lanciato una sfida ambiziosa all’Europa invitandola a introdurre nuovi strumenti per affrontare e superare al più presto questa crisi. In ogni caso alcuni di questi Paesi, che hanno condiviso questa nostra impostazione, sono dichiaratamente interessati anche al Mes, purché non abbia le rigide condizionalità applicate in altre circostanze, ma solo la condizione che l’utilizzo del finanziamento sia per far fronte alle spese sanitarie dirette e indirette.
Il dibattito in Italia è proprio su queste condizionalità. Alcuni sostengono che esiste il rischio che rimangano le tradizionali condizionalità macroeconomiche, altri ritengono che, pur se non previste nella prima fase, alcune condizionalità potrebbero essere inserite in un secondo tempo, altri ancora prevedono che si arriverà a cancellare tutte le condizionalità ad eccezione del vincolo di destinazione per le spese di cura e di prevenzione del contagio. All’ultima riunione dell’Eurogruppo è stato compiuto un deciso passo avanti perché nel paragrafo corrispondente è richiamata espressamente la sola condizione dell’utilizzo del finanziamento per le spese sanitarie e di prevenzione, dirette e indirette.
Vorrei chiarire, però, che discutere adesso se vi saranno o meno altre condizioni oltre a quelle delle spese sanitarie e valutare adesso se all’Italia converrà o meno attivare questa nuova linea di credito significa logorarsi in un dibattito meramente astratto e schematico.
Bisognerà attendere prima di valutare se questa nuova linea di
credito sarà collegata a meccanismi e procedure diversi da quelli
originari. Se questo nuovo strumento finanziario presenterà
caratteristiche effettivamente differenti dal Mes, per come finora
utilizzato.
Se vi saranno condizionalità o meno lo giudicheremo alla fine,
quando saranno concretamente elaborati il term sheet (contenente le
principali caratteristiche del nuovo strumento), i terms of
reference (che definiranno termini e condizioni della linea di
credito) e, infine, il Financial Facility Agreement, le condizioni
di contratto che verranno predisposte per erogare i singoli
finanziamenti. Solo allora potremo valutare se questa nuova linea
di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora
potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro
interesse nazionale. E questa discussione dovrà avvenire in modo
pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà
l’ultima parola. Prima di allora potremo disquisire per giorni e
settimane, ma inutilmente. Per comprendere questo punto, basta
tenere presente l’esperienza che molti cittadini fanno quando
chiedono un finanziamento a una banca. Negli incontri preliminari,
il funzionario illustra genericamente le condizioni del
finanziamento, ma quelle che valgono sono le condizioni generali e
le clausole inserite nel concreto contratto di finanziamento.
Io, e qui parlo da Presidente del Consiglio e da avvocato, prima di dire se un finanziamento conviene o meno al mio Paese voglio prima battermi perché non abbia, in linea di principio, condizioni vessatorie di alcun tipo. Dopodiché voglio leggere e studiare con attenzione il regolamento contrattuale che condiziona l’erogazione delle somme. Solo allora mi sentirò sicuro di poter esprimere, agli occhi del Paese, una valutazione compiuta e avveduta.
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